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Autore: NPC_Stories    07/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Genere: Fantasy
Personaggi: Nezoot

7. Travel


Piano degli Specchi. Molto tempo fa.

Qual è la distanza fra una persona e il suo riflesso nello specchio? Un passo, un soffio, nulla. Eppure un riflesso in uno specchio rimane irraggiungibile, un mondo oltre una barriera invisibile, e per di più è un mondo che non esiste davvero.
Non è così nel Piano degli Specchi.
Il più enigmatico dei Piani di Transizione, inaccessibile ai normali viaggiatori e raggiungibile solo dai suoi abitanti nativi, è un luogo spoglio di vita ma comunque non privo di pericoli. Gli unici a chiamare casa quel labirinto di vetro sono i piccoli mephit degli specchi e gli enigmatici nerra, Esterni di forma umanoide ma dalla pelle riflettente e dai volti inespressivi. Non sono molti gli umani a poter vantare di aver visto un nerra, ma chi l'ha fatto racconta di loro come di un incubo. C'è qualcosa nel modo in cui il proprio volto viene riflesso nel loro, come se potessero rubarti l'identità, che li rende alieni e terrificanti.
Se però qualcuno riuscisse ad andare oltre la propria innata ripugnanza e a parlare con uno di loro, potrebbe ottenere tutta una nuova prospettiva sulla domanda "qual è la distanza fra una persona e il suo riflesso nello specchio?" Perché nel Piano degli Specchi questo quesito ha tante risposte diverse.
Ci sono specchi che sono soltanto specchi, ci sono specchi che esistono solo per confondere le idee ai viaggiatori planari rimbalzandoli in altri punti del Piano degli Specchi come Portali ingannevoli, e poi ci sono specchi che sono vere vie d'uscita che conducono a luoghi remoti. Soltanto i nativi di quel Piano conoscono - entro certi limiti - i suoi specchi. Ci sono dei modi sottili e segreti per capire dove porti uno specchio, ma non è una scienza esatta: perfino gli abili esploratori varoot - che fra le tre sottorazze dei nerra sono i più curiosi e intuitivi quando si tratta di viaggi planari - ogni tanto si sbagliano.

Gli specchi più facili in assoluto erano quelli a una via: oggetti comuni, creati in altri mondi. Tutti gli specchi del multiverso si aprono sul Piano degli Specchi, solo che la gente non lo sa. Questi oggetti, visti dal Piano degli Specchi, appaiono come finestre su altri luoghi. In questo caso non ci si può sbagliare: non riflettono, sono come buchi nel vuoto che mostrano lo scenario del luogo in cui si trova lo specchio originale. Il problema è che, dopo molto tempo che uno specchio esiste, smette di essere soltanto a una via: il Piano lo fa proprio, lo ingloba in un certo senso, costruendo una patina riflettente su di esso come un'ostrica costruisce una perla intorno a un granello di sabbia. E quindi, quello che era solo il retro di uno specchio che appariva come una finestra, diventa uno specchio vero e proprio, quasi indistinguibile dagli altri. Diventa uno specchio a due vie, un oggetto molto più potente ma anche molto più instabile. Cessa di avere solo una destinazione e comincia ad avere, oltre alla sua controparte principale, anche altri possibili sbocchi: di solito, specchi che gli sono simili per dimensioni o per qualità.
Gli specchi che hanno qualcosa in comune (ad esempio sono stati creati dallo stesso artigiano, originati dalla stessa fonte, o prodotti nello stesso posto) tendono a trovarsi vicini fra loro nel Piano degli Specchi, e sono chiamati Costellazione.
Gli specchi di una costellazione spesso si mescolavano fra loro quando diventavano a due vie, anche se sul loro mondo non si trovavano più geograficamente vicini. Un abile artigiano avrebbe potuto creare mille specchi nella Città d'Ottone, venderli a mille diversi viaggiatori planari, spargere il suo lavoro attraverso decine di Piani diversi, mondi diversi, continenti diversi, eppure le sue opere sarebbero sempre rimaste una singola costellazione sul Piano degli Specchi.
Le conseguenze di questo processo si possono facilmente intuire: quello che fino al giorno prima era semplicemente uno specchio a una via che ti avrebbe portato nello studio di un nobile a Westgate, il giorno dopo poteva diventare uno specchio a due vie e condurti - sebbene con una probabilità minore - a una qualsiasi delle destinazioni degli altri specchi della sua costellazione. Il covo di un arcimago nel Thay? La sala delle divinazioni di un Efreet sul Piano del Fuoco? Il fondo del mare, nel relitto di una nave divorata dalle onde? Il camerino di un attore di teatro del regno di Wa? Non c'era modo di saperlo.
Ci voleva un esploratore davvero, davvero esperto, per mappare una costellazione.

Nezoot era il più intraprendente e il più intelligente fra gli esploratori della sua squadra. Se lo diceva da solo, ma era convinto che fosse la verità. Era talmente bravo che nel corso della sua vita aveva mappato diverse costellazioni di specchi - costellazioni ormai vecchie e consolidate, certo, ma di solito nessuno si azzardava a mappare le costellazioni che si stavano ancora formando - e nei secoli aveva sempre provato, sbagliato, imparato dai suoi errori, provato ancora. Questo era l'unico modo per procedere: andare alla cieca, sopravvivere, prendere appunti. Lui era bravo a sopravvivere. In condizioni in cui questo era oggettivamente possibile, però.
"Una costellazione instabile? Come è possibile, Signore?" La lingua in cui si era espresso era quella dei nerra, che suona un po' come vetro graffiato dalla pietra, ma il senso delle parole sarebbe stato più o meno questo.
Il sillit che aveva di fronte fece un solenne cenno di assenso e poi mugugnò una risposta in qualche modo, nonostante quelli come lui non avessero nemmeno una bocca.
"Gli specchi si sono spostati. Non nel luogo in cui si trovano, ma qui, sul nostro Piano. Antichi specchi a due vie si sono spostati e ora si trovano… in posizione disordinata, ma quel che è peggio, gli uni riflettono gli altri. Cerchiamo sempre di evitare che succeda ma ogni tanto si muovono per volontà loro."
I più imperscrutabili fra i nerra, gli incantatori arcani che prendevano il nome di sillit erano anche a capo della gerarchia sociale. Se un sillit ordinava, un semplice varoot poteva solo ubbidire. L'esploratore aveva la sensazione che stesse per essergli imposto un ordine alquanto sgradevole. E infatti…
"Quella costellazione ci serve, è il fulcro degli accordi commerciali con i Tessitori del Fato. La tua squadra deve sistemare quegli specchi. Una costellazione così antica è già abbastanza pasticciata senza bisogno di avere specchi che si riflettono gli uni negli altri, creando corridoi di rifrazioni." Il sillit fece una pausa a effetto. "Sai a cosa portano i corridoi di rifrazioni, esploratore veterano?"
Nezoot pensò allo scenario appena descritto. Un corridoio di rifrazioni si creava quando due specchi, uno davanti all'altro, si riflettevano all'infinito creando l'illusione che ci fosse una galleria di riflessi. Solo che non era un'illusione. Il solo specchiarcisi dentro poteva creare altre versioni di sé.
"Al rischio di frammentazione della realtà, Signore" rispose Nezoot, zelante. "O se siamo fortunati, solo alla frammentazione del viaggiatore che li attraversa, con conseguente morte raccapricciante dello stesso."
Il tono in cui si era espresso era neutro e privo di emozioni, perché questo è il modo in cui parlano i nerra. Nulla lasciava intendere che fosse preoccupato per il suo stesso destino, anche se in realtà lo era. Non era un completo imbecille.
"Sì. Raccapricciante. Se siamo fortunati. Confido che il lavoro sia svolto entro cento giorni standard. Se ti occorre una clessidra puoi fare richiesta al mio ufficio."
"Non sarà necessario, Signore."

"Non riusciamo a spostare gli specchi, capo" qualche mese dopo, un varoot della sua squadra gli diede la notizia che tanto temeva di ricevere. "Fanno resistenza."
"Hanno aperto un corridoio frammentato… anzi, non un corridoio, un dedalo" considerò Nezoot osservando la disposizione tutt'altro che ordinata e simmetrica in cui gli specchi si erano posizionati. "Una serie di corridoi che si incastrano e si separano, specchi che riflettono angoli di altri specchi. Non è solo pericoloso, è anche un incubo logico. Siamo a tanto così da richiamare i Reami Remoti nel Piano degli Specchi" annunciò, e non stava esagerando. I nerra non parlano per metafore o per iperboli. "L'unica cosa sicura da fare sarebbe innescare una serie di Disintegrazioni e distruggere l'intera costellazione."
"I sillit non accetteranno mai, capo" obiettò il suo collega, una cosa che Nezoot già sapeva. "Non c'è altro modo?"
Nezoot d'abitudine non esprimeva mai emozioni, ma quella volta gli sfuggì un brivido. Sulla sua pelle a specchio sembrava un'increspatura in una pozza di mercurio.
"Capire dove vanno questi Portali, cominciare dal meno compromesso, recarsi nel luogo di destinazione e trovare il modo di interrompere il collegamento da lì… come dipingendo lo specchio di vernice o qualcosa del genere. Dobbiamo impedire che rifletta. Poi tornare qui in qualche modo, attraverso un altro specchio, ritrovare questa costellazione" indicò il luogo dove si trovavano "e ripetere l'operazione con il secondo specchio meno compromesso… un lavoro infinito, come sbrogliare decine di gomitoli."
"Ma… ma ognuno di quegli specchi, anche se è meno compromesso perché riflette solo in parte gli altri, è comunque parte di una costellazione. Se ci salti dentro, capo, non hai la certezza di arrivare alla destinazione di quello specchio. Potresti essere deviato verso la destinazione di uno degli altri, e questo significa… essere sbalzato in uno di quei corridoi… nel dedalo."
"Oh, mio povero amico" Nezoot si sforzò di piegare le labbra di vetro in una specie di sorriso. "Un corridoio di rifrazioni non è un luogo fisico. È più come uno stato di esistenza. Precario. Se finisci in un corridoio di rifrazioni l'unico momento diventa il presente e l'unica cosa che puoi fare, in ogni istante, è controllare se sei ancora vivo o no. È un anello di Moebius infinito che ti proietta attraverso lo spazio ma, se sei fortunato, dopo molto tempo il corridoio ti sputa fuori tutto inte… vivo" si corresse. "Finire in un dedalo di corridoi di rifrazione è peggio di così. È una cosa che ti strappa a brandelli. Il tuo corpo, la tua coscienza. Puoi anche non morire, ma ricomparire in molti posti diversi sdoppiato in tanti te che non sono che una frazione della tua identità. Oppure alcune parti di te ti possono essere strappate e poi fatte scontrare di nuovo, ricomposte in modo casuale. Se dovessi commettere un errore ed essere risucchiato in quell'incubo, datemi per morto. Pregate che io sia morto."
"Uhm… chi… chi dovremmo pregare?"
Nezoot si strinse nelle spalle. "Non lo so. Un dio dei morti, magari. Uno qualsiasi."

Con tutta calma, nelle ore successive, Nezoot studiò una carta planare di quella costellazione - ci avevano lavorato per mesi, per capire un po' come fosse incastrata quella matassa di corridoi di rifrazione, ma era comunque una mappa approssimativa - e poi si sedette alla sua scrivania e fece testamento. Non aveva affetti, non aveva nessuno a cui lasciare i suoi possedimenti, perché i nerra non hanno concetti come famiglia e parentela. Lasciò metà dei suoi beni ai suoi colleghi, perché erano la cosa più simile a degli amici che avesse. L'altra metà, la lasciò a se stesso nel caso in cui fosse ricomparso in qualche forma meno completa ma ancora autocosciente.
Nezoot non aveva intenzione di morire o di essere fatto a brandelli, ma quella missione era pericolosa. Aveva calcolato un 30% di possibilità di essere sbalzato a una destinazione non voluta nel corso del primo viaggio, ma quella percentuale diventava sempre più alta man mano che avrebbe dovuto approcciare specchi dalle angolazioni più compromesse. Nel lungo periodo la possibilità di evitare errori si riduceva a meno del 5%.
Lo consolava solo il pensiero che, fine orrenda o no, sarebbe stato un viaggio senz'altro interessante.



**********
Nota dell'autrice:
Il Piano degli Specchi è descritto sommariamente nel Manuale dei Piani di terza edizione. Trovo che la descrizione ufficiale sia un po' noiosa (corridoi con file di "retri di specchi" che non riflettono, ma permettono di vedere dall'altra parte come se fossero finestre). Ho deciso di cambiare l'aspetto di questo Piano nelle mie storie perché secondo me aveva un sacco di potenziale non sfruttato.
   
 
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