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Autore: NPC_Stories    08/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Genere: Sentimentale, triste
Personaggi: Bennu
TW: accenni a relazione di un adulto con un minore a causa del contesto culturale (cfr. note finali)

8. Break up


-637 DR, Mulhorand

"Oggi ho portato molte offerte al tempio di Hathor. Sono certa che con la benedizione della dea i bambini arriveranno."
L'affermazione speranzosa veniva da una ragazzina che non poteva avere più di quindici anni. L'uomo truccato e imbellettato davanti a lei, invece, ne aveva quasi ventitré ma si atteggiava come se fosse molto più vecchio.
Oh, a lui non piaceva quella parola; maturo, piuttosto.
"Sono sicuro che sarà così, mia cara" annuì. Nonostante fosse un nobile che si prendeva molto sul serio, che si ammantava di una coltre di tedio come se fosse motivo d'orgoglio, c'era anche una certa tenerezza nei suoi occhi. Come spesso accadeva nell'antico Mulhorand, il loro era stato un matrimonio d'amore.

* * *


"La sacerdotessa ha pregato per me, oggi. Mi ha concesso uno dei suoi miracoli per guarire qualunque cosa non vada nel mio corpo. Ora credo che i bambini verranno…"
"Bennu" il marito prese le mani della donna nelle sue, guardando con preoccupazione il volto dell'amata così segnato da rughe premature. Erano sposati da dieci anni, lui si avvicinava ai trenta e di prole non ce n'era ancora l'ombra. "Capisco la tua ansia di diventare madre, ma fino ad ora hai avuto diversi aborti spontanei. Tutto questo finirà per imporre un tributo alla tua salute" ipotizzò lui.
Lei divincolò le mani dalla presa del marito, a disagio. "Tutti i nostri coetanei hanno già almeno quattro figli, Paheri. Non posso essere… quella che non ci riesce. Non posso darti questa delusione."
"Possiamo adottare" le ricordò lui, cercando di placare le sue ansie.
Bennu non sembrò entusiasta all'idea. "Sì, ma è una pratica da popolani. Di solito i nobili vogliono figli propri. Non desidero che poi la gente parli male di noi."
"E se fossi io, e non tu?" Chiese l'uomo, cogliendola di sorpresa. "Se fosse colpa mia se non abbiamo figli?"
La moglie rimase scioccata per qualche secondo, poi si coprì la bocca con una mano e rise sommessamente. "È un gioco per risollevare il mio umore? Mio caro, la dea della fertilità è donna, quindi è chiaro che tutto ciò che riguarda la gravidanza è responsabilità o colpa della donna."
"E se…"
"E se tu ora smettessi di ribattere e mi portassi in camera da letto? Non voglio sprecare il prezioso rituale della sacerdotessa, tentiamo ora, il mio corpo non sarà mai più così sano."
Questa affermazione a cuor leggero fece calare un'ombra di tristezza e preoccupazione sul volto del marito, ma cercò di non darlo a vedere.

* * *


"Bennu, è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà. Siamo sposati da quasi vent'anni e la nostra unione non ha dato frutti. Ti stai uccidendo a forza di diete, rimedi miracolosi, e sfiancanti rituali a cui ti sottoponi. Non puoi fare questo al tuo corpo."
"Ma Paheri, io… io non posso semplicemente arrendermi al fatto di averti deluso" mormorò lei, sdraiata sul letto e ancora spossata dopo l'ennesima interruzione di gravidanza, solo due giorni prima. Il feto non era più grande di un chicco di grano, perché allora lei era così stanca? I medici avevano detto che aveva perso troppo sangue, ma perché? "E se morirò tentando, almeno saprai che ho tentato fino alla fine, che non sono venuta meno ai miei doveri."
"Bennu, ti prego. Ho quarant'anni. Tu ne hai trentadue. Siamo troppo vecchi per mettere su famiglia adesso. A parte lo stress a cui sottoporresti il tuo corpo, pensa alla fatica di crescere un figlio alla nostra età. Dobbiamo semplicemente accettare il fatto che gli dèi non ci hanno concesso altro che la reciproca compagnia, dovremmo godere dei nostri giorni insieme anziché vivere nell'infelicità per ciò che non abbiamo."
"Ma questa è una resa, e non lo accetto…"
"Maledizione, Bennu, io ti amo. Per me questo è sufficiente. Tu sei sufficiente. Io non lo sono per te?"
La donna, che ormai dimostrava più dei suoi trentadue anni, rimase a fissare il soffitto con aria svuotata.
"Ti amo" gli fece eco lei. "Ma anche se tu sei abbastanza, io non lo sono. Noi non lo siamo. Avevo sognato una famiglia. Avevo sognato che sarei stata una madre e tu saresti stato fiero di me. Quella sarebbe stata la coronazione del nostro amore, invece siamo ancora qui. Ci amiamo, ma è come se fossimo… incompleti."
Paheri si sedette accanto a lei, le prese le mani e abbassò lo sguardo.
"Se noi non siamo abbastanza, vuol dire che io non sono abbastanza per te. Finché staremo insieme non farai altro che continuare a tentare. Mi lasci con una sola opzione, amore mio. Mi lasci con soltanto la fuga."
Bennu spalancò gli occhi, sconcertata.
"Mi stai lasciando?"
Paheri continuò a fissare ostinatamente le loro mani intrecciate. Sarebbe stato il loro ultimo contatto e il pensiero lo perseguitava, lo tormentava. "Non accetto di stare a guardare mentre ti suicidi. Se mi allontanerò, tu desisterai da questo stupido proposito. So che non vuoi figli senza un marito. Sarà doloroso non vederti più, ma almeno saprò che sarai viva."
"Tu…" Bennu lo guardò in volto, o almeno ci provò, perché lui cercava di negarsi. "Tu pensi di rimuovere la causa di un'ossessione, ma invece stai rimuovendo la mia ragione per andare avanti."
"Troverai un'altra ragione. Troverai… una vocazione, o forse un nuovo amore. So che tu hai le risorse per riuscirci, devi solo lasciare andare la zavorra di questo matrimonio che non ti ha portato gioia."
Bennu avrebbe voluto obiettare, avrebbe voluto dirgli che aveva provato vera gioia con lui. Ma non era vero. Se ne rese conto soltanto in quel momento: lo aveva amato fin dall'inizio, avrebbe potuto essere felice con lui, ma si era sempre e solo concentrata su quello che non riusciva a dargli, aveva lasciato che l'ansia rovinasse tutto e tenesse lontana la felicità.
"Potrei… cercare conforto nella religione" mormorò. "Diventare una sacerdotessa. Sono vecchia, ma mio padre ha i contatti giusti. Potrei trovare delle risposte e allo stesso tempo soddisfare il mio bisogno di essere utile." Nel suo tono non c'era entusiasmo, ma cominciava a vedersi almeno rassegnazione. Dopo aver vissuto tutta una vita all'insegna della testardaggine, anche la rassegnazione era un passo avanti.
"Sarai meravigliosa, qualunque cosa tu decida di fare" Paheri si chinò su di lei e le baciò la fronte un'ultima volta.
E poi, prima che lei potesse accorgersene, lui se n'era andato.
Il silenzio era assordante nella stanza vuota, nella casa vuota. E c'era silenzio anche dentro di lei, nella sua vita all'improvviso così vuota.
Bennu scoppiò a piangere. Almeno il suono dei suoi lamenti riempiva il silenzio.
Con il tempo, però, avrebbe capito che il silenzio era comunque preferibile alla voce interiore che continuava a rammentarle i suoi fallimenti, e che l'aveva accompagnata nei vent'anni del suo matrimonio.



**********
Note dell'autrice:
La cultura del Mulhorand è basata su quella dell'Antico Egitto. Per le informazioni su come funzionasse il matrimonio, rimando a questo link https://www.wondriumdaily.com/marriage-in-ancient-egypt-egyptian-family-system/
   
 
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