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Autore: NPC_Stories    11/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Genere: slice of life
Personaggi: Erika, Terrence

11. Diner


1367 DR, Silverymoon

"E dopo un mese di prova mi hanno assunta al diner. Non potevano non farlo, si capisce, gli ho fatto triplicare i guadagni" si vantò la ragazza, agitando in aria un cucchiaino. Una cameriera di passaggio interpretò quel gesto come una richiesta di attenzione e si avvicinò con l'aria di volersi rendere utile.
"Volete qualcos'altro, signorina?"
Erika si accorse di aver agitato il cucchiaino e lo poggiò sul tavolo con aria imbarazzata.
"Un'altra tazza di infuso, per favore" spinse la sua tazza vuota verso la donnina in attesa. "Con doppio miele, stavolta."
La cameriera annuì, prese la tazza e si allontanò in fretta.
"Ti piace il dolce, adesso?"
"Non direi che mi piace, ma almeno è un sapore" la vampira si strinse nelle spalle. "E tu cosa mi racconti, Terry?"
"Il solito. Carriera accademica, per l'ennesima volta. Mi conosci, dove altro potrei essere?"
"Hmpf. Già. Sei sempre a studiare, se non è magia è storia, e se non è storia è magia."
"Lo dici come se questo mi rendesse noioso" il giovane uomo si rabbuiò un pochino. "Ma più la mia conoscenza è estesa, meglio mi riuscirà quel certo progetto…"
"Sì, sì, il tuo progetto segretissimo della magia di non so cosa" sbuffò lei. "So tutto del tuo progetto di cui non si sa niente, cioè, non ne so niente ma ne hai accennato ogni volta che non avevi tempo per stare con me. Ti rendi conto che saranno sei settimane che non uscivamo?"
"Mi dispiace, non era una scusa, io…"
"Sei un uomo impegnato, ho capito il senso della cosa" borbottò lei, contrariata. "Be', ora sono una donna impegnata anch'io. Non mi divertivo così tanto da quando lavoravo in quel negozio di ciambelle."
"Mi fa piacere… ma che cos'è esattamente un diner?"
"È… un luogo dove si serve cibo."
"Cioè, una taverna?"
"No… solo cibo. Niente alcol."
Terrence rimase basito per qualche secondo, guardando la compagna come se non riuscisse ad afferrare il concetto.
"Cioè? Esiste una cosa del genere?"
In quel momento la cameriera tornò con l'ordinazione di Erika. Infuso con doppio miele. Lei ne assaggiò a malapena un sorso.
"Ma come, mio caro, mi sei diventato un ubriacone? Che problema c'è in un posto che non serve alcol? In un diner ci vanno persone che vogliono mangiare e non hanno tempo da perdere, magari perché poi devono tornare al lavoro, o perché devono restare sobrie, o vogliono semplicemente evitare il caos delle risse da taverna. Lo sai quante risse ci sono, in media, in un diner?"
"Onesta opinione? Sembra un posto troppo noioso per chiamare risse."
"Esat… ehi, non è noioso. È tranquillo. È piacevole. Ed è frequentato soprattutto da guardie cittadine, gente di chiesa e anziani accademici, sai, quelli che non hanno più lo stress di dover insegnare e quindi non gli serve più l'alcol."
"Ah, sì, conosco il genere… aspetta. Aspetta. Tu fai la cameriera in un posto frequentato da gente di chiesa, guardie e maghi? Tu??" Terrence lasciò che la preoccupazione che provava trasparisse del tutto dal suo tono e dalla sua espressione.
"Sì! Per questo è divertente!"
"Erika… c'è il rischio costante che ti scoprano."
"Ieri ho servito uova strapazzate a un accolito di Lathander. A parte essere divertente il concetto in sé, non ha notato niente di strano. Gli incantesimi e le illusioni che mi proteggono da Individuazione dei non morti funzionano a meraviglia. E Rupert è molto contento che io lavori lì, così può controllarmi restando seduto in un diner e siccome è con me può mangiare gratis. Be', non sarebbe proprio così, ma mi sono rigirata il mio capo e ora mi lascia fare quello che voglio."
"Rupert?"
"Ma sì, quello che mi sta sempre accollato, il paladino…"
"Credo che si chiami Richard, sai."
Erika si strinse nelle spalle.
"È già fortunato che abbia indovinato la prima lettera. Ora non puoi pretendere… Rudolph, Robert o Rick… ma chi se ne frega. Tanto fra poco me lo sostituiscono, cambiano sempre ogni qualche anno. Sarà morto di vecchiaia prima che io memorizzi il suo stupido nome."
"È effettivamente Richard. Grazie, Terrence" commentò il paladino, che era seduto al tavolo accanto al loro.
"Chiudi il becco, Rickard, è una conversazione privata" sibilò Erika.
"Come mai hai sempre con te un paladino? Una volta non ti affidavano a un chierico?"
"Ho spaventato un chierico di troppo e così il tempio di Deneir ha cambiato registro. I paladini hanno l'anima temprata nel coraggio, a quanto pare."
"Ah, sì. L'ho sentito dire anch'io."
"Non che faccia una qualche differenza, se Rupert mi starà troppo fra i piedi troverò un modo… non violento, come sempre… per farmelo sostituire."
"Dimmi la verità, anche questo ti diverte. Trovare sempre nuovi modi per cacciare via i tuoi controllori."
"Non cercare di metterla in questo modo, non sminuire il mio disagio." Erika gli puntò contro un dito accusatore. "Può darsi che io trovi divertente sbarazzarmi di loro in modi creativi, ma è perché di base non li sopporto. Dal mio punto di vista è come se mettessero a sorvegliarmi dei neonati con ancora la fontanella aperta. Strillano e danno un sacco di fastidio e vogliono starmi sempre appiccicati, potrei facilmente ucciderli lanciandoli contro un muro ma mi sentirei male se lo facessi."
Terrence sollevò un sopracciglio, ma il sorvegliante in questione non si scompose nemmeno un po'.
"Io non sto odiando poi così tanto questo lavoro, se a qualcuno interessa" intervenne Richard con un sorriso gentile. "Alla mia età non pensavo che mi avrebbero affidato ancora un qualche compito importante, e la signorina Erika non è cattiva per essere… una sorvegliata."
La vampira addolcì un pochino il suo cipiglio e rivolse uno sguardo divertito all'anziano paladino. "Anche tu sei meno sgradevole di molti altri, Richard. Ma so che parli così solo per i pancakes alla cannella gratis."
"Che dici, sono uno stoico guerriero consacrato" negò, cercando di darsi un tono di serietà. "Non mi faccio corrompere da un piatto di pancakes. Ci vuole per lo meno anche della pancetta."
Stava scherzando, Erika lo sapeva; se lei avesse fatto qualcosa di sospetto, o perfino di criminale, l'uomo non avrebbe esitato un attimo a fare appello al potere della sua fede per distruggerla.
Però, per il momento, era il più gentile e comprensivo vecchio scassapalle a cui l'avessero affidata. Aveva appoggiato la sua richiesta di cercare un nuovo lavoro - tutto quello che lei faceva doveva essere approvato dal Tempio di Deneir - perché aveva capito che lei non era solo una bestia succhia-sangue ma aveva la necessità di avere qualche soldo da spendere se voleva mantenere una facciata di normalità. Le occorrevano vestiti, accessori, oggetti per la casa, libri, e soprattutto cappelli. Aveva una vera passione per i cappelli. Quelli più alla moda, quelli più insoliti, l'importante era che la riparassero un po' dal sole. Il sole non la uccideva, ma le dava dei fastidi.
E soprattutto il paladino aveva capito che quei soldi poteva trovarli solo lavorando, perché di solito i vampiri sono ricchi perché derubano le loro vittime, ma lei non aveva ancora incontrato nessun topo che andasse in giro con un borsellino.
"È stato un pomeriggio piacevole ma adesso devo andare a lavorare" annunciò Erika. "Mi hanno messo al turno serale, cosa che non mi dispiace affatto. Sono più produttiva quando cala il sole" ammiccò, poi poggiò sul tavolo una moneta d'argento. "Oggi offro io. Ma Terry, passa a trovarmi al lavoro ogni tanto. C'è qualche studente che reclama un tavolo e si ferma tutto il giorno per studiare, nutrendosi solo di fette di torta. Potresti farlo anche tu."
"Credo di non avere più l'età per un'alimentazione a base di zucchero" sbuffò lui, che però non dimostrava più di ventidue o ventitré anni. "Però conto di accettare il tuo invito prossimamente. Ho in mente un regalo per te e quando sarà pronto verrò a portartelo al diner."
A Erika brillarono gli occhi, perché i regali di Terrence di solito erano magici e avevano un valore che lei non avrebbe mai potuto comprare con le sue finanze da comune cittadina. Per fortuna la natura magica di quegli oggetti era un dettaglio che il tempio di Deneir non aveva ancora scoperto.

   
 
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