È così triste…
Sto camminando nel deserto…
È triste…
Ma al tempo stesso, piacevole…
Nel mio mondo c’è troppo traffico, troppa gente, troppa confusione.
Invece, qui…
C’è pace, c’è tranquillità…
Silenzio…
Un silenzio che all’apparenza è così piacevole…
Ma che, a me, da solo un profondo senso di…
Nullità…
Una nullità che può uccidere…
E dire che ho sempre cercato la solitudine, il silenzio, la pace…
Ora tutto ciò è davanti a me e…
Mi lamento…
Cerco che è proprio strano il genere umano…
Prima ci si lamenta, poi si ha quello che si vuole, e ci si lamenta ancora.
È proprio come in quella canzone.
Era di…Mia Martini, se non mi sbaglio…
Diceva che la gente è confusa, è strana…
È sola…
Si, le persone sono sole al mondo.
Ho letto, da qualche parte, che siamo angeli con un’ala sola.
Per volare…bisogna stare abbracciati…
Ogni essere umano è nato per stare con gli altri.
Questa è la teoria di alcuni, quelli che amano stare insieme alla gente.
Ma io non sono d’accordo.
Io non ho mai amato quel tipo di persone che ti guardano dall’alto in basso.
In questa società, oggi, se non sei come gli altri, sei non sei un fighetto o una ragazza tosta, se non hai capi firmati o quel specifico taglio di capelli, non sei nessuno.
Sei…spazzatura…
Io mi sono sempre sentita così.
Tutti che mi guardavano dall’alto in basso, credendosi chissà chi, perché loro aveva quelle cose, e io invece no .
Ma io…cosa voglio veramente?
Gli essere umani sono capricciosi.
Non si sa cosa vogliono veramente, ma lo cercano con insistenza, fino a star male.
Forse, siamo nati per essere cercatori, cercatori di qualcosa che a noi ci sfugge.
Che abbiamo sempre scritto nei libri, nelle poesie, dipinto o creato in una statua.
La perfezione.
Ma cos’è, dopotutto, questa perfezione che tanto si decanta?
Le modelle sono perfette?
Sembra, ma non lo sono.
Gli abiti? Gli oggetti?
Tutto quello che la tv, la radio, gli altri ci mostrano, all’apparenza ai nostri occhi è perfetto.
È proprio vero quel proverbio.
L’erba del vicino è sempre la più verde.
E noi che cerchiamo di copiarlo, imitarlo, cerchiamo di diventare come gli altri, d’integrarci in una società che ci vede tutti uguali.
Come…pupazzi che vengono creati a serie nelle industrie.
Perché, ormai, questo modo è fatto solo d’industrie.
Siamo riusciti a raggiungere livelli di vita alti.
E con essi è salito il nostro livello di capriccio.
Più aumentiamo la longevità, più diventiamo capricciosi.
Una volta non era così.
Solo quando perdiamo tutto quello che ci è stato dato, capiamo veramente quanto ci è stato importante.
Ma prima non lo capiamo.
Siamo una società di consumo.
Che parola.
Consumo.
Se la dici, ti si consumano persino le parole!
…
Questo deserto è così vasto, così infinito.
È bello…
Si, comincia a piacermi questo deserto che ha lungo ho cercato.
Mi metto le mani nelle tasche dei jeans, e mi guardo intorno.
Neanche un filo di vento.
No, adesso c’è.
È fresco, alza lieve i miei capelli.
Respiro a pieni polmoni.
Che bella sensazione.
Rimpianti? Quali rimpianti?
Non ho niente da rimpiangere, sono contenta di avere raggiunto il mio deserto.
Un deserto che ha lungo ho cercato.
Certo, la mia famiglia mi manca un po’, ma sono convinta che andranno avanti anche senza di me.
Allora, vogliamo andare?
Si, dico a te.
A te, vestito di bianco.
Dal sorriso dolcissimo.
Come ti chiami? David?
Bel nome. Io sono Martine.
Ti prendo per mano.
Forza, voglio vedere il mio deserto.
Come sono felice…

Nello stesso istante, Martine, di quindici anni, esce dal coma, morendo. Una morte dolce, senza dolore.
E il suo spirito si allontana da quel mondo che disprezzava, tenendo per mano David, il suo angelo custode.
Fine
Meiko

(Qualsiasi collegamento con fatti realmente accaduti è puramente casuale)