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Autore: Mistress Lay    24/05/2005    9 recensioni
Ci sono diversi modi per cambiare e non si può sempre cambiare in meglio: lo sanno cinque personaggi con cinque diversi caratteri, sentimenti che trovano in loro cinque diverse interpretazioni per la parola CAMBIARE. Finalmente la fic tutta in pov sulla coppia Harry/Draco che avevo promesso!!! ^__^
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hp- Lay

 

 

HEAVEN OUT OF HELL

(Paradiso al posto dell'Inferno)

 

 

Titolo: Heaven out of Hell (Paradiso al posto dell'Inferno)

Autrice: Mistress Lay
Rating: PG13
Pairing: Harry/Draco

 

Notes: il titolo l’ho preso dalla canzone “Heaven out of Hell” di Elisa e quindi la classifico anche come song- fic (quando vedete qst simbolo: §, indica le parti della canzone e la relativa traduzione).

Avevo promesso tantooo tempo fa che avrei scritto una ff tutta in pov sulla coppia Harry/Draco: ED ECCOMI QUA!!!

So che ho già due fic da terminare (“Raggi di Speranza” e “Le Pieghe del Tempo “ se qualcuno vuole leggere ^__^) ma ho scritto i primi cap di getto e ho già pronta la trama…

Cmq sia se non vi piace basterà che me lo diciate e io la termino subito dopo i primi CINQUE cap perché sono la cornice dell’intera fic o anche prima al massimo... ^^

 

Avverto subito che i capitoli della fic saranno tutti in pov, ovvero con i pensieri dei personaggi. Sarà divisa in CINQUE ATTI che comprendono ciascuna diversi cap che, della serie se non mi complico la vita non sono io ^^, avranno i titoli in inglese...

 

Colgo questo spazio per ringraziare chi mi ha commentato la shottina “Sogno in una notte di inizio estate”: GRAZIE SIETE STATE/I FANTASTICI/HEEEEEE!!! *__*

 

Un grazie in particolare a piropiro, LadyBlood che mi hanno spronato a scrivere!!

Mi raccomando, ragazze, fatemi sapere cosa ne pensate!!! ^^

 

 

 

__FIRST ACT - FRAME__

*Capitolo Primo- Cornice* (Harry’s Pov)

 

 

 

§Are you locked up in you counting the days?
Oh how long until you have your freedom?

 

Ti sei chiuso in te stesso contando i giorni?
Oh quando ancora ci vorrà per avere la tua libertà?§

(Heaven out of Hell, Elisa)

 

 

 

CHANGE: UNVOIDABLE

(Cambiare: inevitabile)

 

 

Sono cambiato.

 

Lo so. Lo sento. Lo avverto.

 

Il motivo?

Sono il Ragazzo- che- è- Sopravvissuto. Banale? Affatto.

 

Sapete cosa vuol dire essere costantemente seguito con lo sguardo, essere additato come una bestia rara della zoo, essere sempre un topos, un luogo comune, essere sempre sotto l'occhio dei riflettori?

Stando a quello che crede la maggior parte delle persone che NON mi conosce credono che io ami essere famoso, essere sempre davanti a tutti gli altri, essere quello insoddisfatto se qualcuno vuole rubare a ME, protagonista assoluto, la scena o quello che se non viola le regole non è soddisfatto.

Bè, si sbagliano di grosso.

Quello che più di ogni altra cosa desidero non è questa stramaledetta cicatrice, ma avere una famiglia ed essere come tutti gli altri ragazzi: normale, non famoso, non "speciale".

Sapete cosa vuol dire essere considerato il ragazzo disturbato dalle orribili e spaventose visioni, colui che può essere citato come zimbello fisso, essere colui che ha strane e inquietanti conversazioni con i serpenti, colui che "vede" ma nessuno è mai creduto?

Sapete  cosa vuol dire avere la cicatrice a forma di saetta che segna la mia fronte? Sapete cosa vuol dire sapere che un giorno, nemmeno tanto lontano, dovrò essere assassino o vittima di colui che mel'ha inferta?

 

È questa la cosa che mi spaventa. Divenire un assassino.

 

Della morte non temo nulla: non ne temo le tenebre che soventi ti avvolgono, nè l'ultimo respiro che si esala, l'ultimo battito che da il tuo cuore o l'ultima cosa che i tuoi occhi ormai appannati vedono.

 

No, non è della morte che ho paura.

 

Perchè? Potrei dire che l'ho affrontata e sfidata tante di quelle volte che ormai è abituale vedere le sue nere ali; potrei dire che da quando ho respinto l'Avada Kedavra da neonato che mi reso orfano mi sento invulnerabile... non sarebbe vero.

Invece non mi vergogno ad ammettere che io non temo la morte perchè la vedo come la fine di tutto: fine del dolore, della tristezza, di ogni dispiacere, della paura, dei sensi di colpa.

 

Sciocco? Forse.

 

Ma quello che invece temo è uccidere.

 

Non fraintendetemi, non è che io non voglia vendicare i miei genitori che per colpa di Voldemort non ho mai conosciuto o il padrino che amavo come un padre e mi è stato sottratto.

 

No, non è quello.

 

La cosa che mi spaventa nell'uccidere è non provare nulla. Non provare nulla nel momento in cui io ucciderò Voldemort, in cui vedrò i suoi occhi  scarlatti vivi per l’ultima volta mentre vi scorgerò l'offuscamento della morte... il non provare nulla nel momento in cui comprenderò che il flusso del suo sangue ha smesso di scorrergli nelle vene o quando saprò che il cuore ha mandato il suo ultimo battito e nel suo corpo la freddezza delle giunture l'ha raggiunto.

Forse voi non lo capite. Naturale, non siete me. Non potete di certo sapere la profondità del segno che Voldemort ha lasciato in me: è come sentire dentro la mia mente due flussi di pensieri, di sensazioni, di emozioni, due sì, ma nemmeno tanto distinti.

 

A volte infatti è molto difficile distinguere quello che sono consapevole sia Suo e quello che invece sono Io: impulsi vergognosi che a volte balenano nella mia mente, che si offusca, vacilla, lotta per trovare sè stessa, vince e poi si pente.

 

Pente.

 

Sì, la mia mente si pente per due motivi: primo perchè non ho soffocato quell'impulso che in fondo non posso assicurare sia davvero Suo, secondo perchè sono un debole.

 

So di essere debole e lo sa anche Lui.

 

Perchè? Semplice, lo sa perchè non mi sottraggo ai dialoghi che facciamo - sorpresi? - li facciamo all'interno della nostra mente, a volte normali altre in serpentese e io non sono abbastanza forte da bandirle dalla mia mente. E non sono davvero sicuro che voglia davvero farlo.

Avevo creduto che le conversazioni con lui siano una specie di tortura immane il cui dolore poteva squartare la mia fronte e in fondo era stato così ai primi tempi e durante l'anno scorso le visioni che mi spediva, ingannevoli e non. Una tortura dolorosa e spossante oltre che pericolosa.

 

È cominciato tutto uno dei primi giorni qui a Privet Drive, in una notte scura, nel mio letto, in un sogno.

Ricordo che stavo di nuovo rivivendo la morte di Sirius, il suo viso sconvolto e sorpreso, la sua lenta caduta oltre il velo... improvvisamente tutto si è oscurato e tutto è sbiadito fino a che io non mi sono trovato in uno strano ambiente: era buio e tutto sbiadito ma nonostante ciò non sentivo paura.

 

Poi è arrivato anche Lui.

 

Era sorpreso forse ancora più di me forse anche lui si era ritrovato lì trasportato via nel mentre di un sogno, magari riguardante la mia morte. Non so nemmeno se lui dorma o se sogna. Forse non lo fa. Forse come tutte le creature dell'oscurità la notte è sveglio.

Non lo seppi mai e anche adesso non lo voglio sapere. Basta solamente sapere che anche il suo viso era una maschera di sorpresa.

 

Cercò di uccidermi con la sua bacchetta ma non la trovò. Non so esattamente come abbiamo passato dalle occhiate omicide a parlare civilmente, so solo che prima di quel strabiliante passo ci siamo insultati per una buona mezz'ora. O forse anche più In genere nei nostri sogni non si percepisce la dimensione temporale.

 

So solo che dagli insulti siamo passati a parlare e poco dopo mi svegliai nel mio letto madido di sudore e con la cicatrice che bruciava così tanto che mi pareva che stesse prendendo fuoco. O forse era il mio dolore misto al suo.

 

Dopo quella notte i miei incubi s'interrompevano ogni volta e ogni volta mi ritrovavo con lui nell'oscurità e ogni volta parlavamo.

Non fraintendetemi, non eravamo a parlare di inutile paturnie ma era più che altro lui che parlava, argomentando la sua strampalata tesi che non sta nè in cielo nè in terra.

 

Quale? Io simile a lui. Io dalla sua parte. Io alla sua destra.

Pazzesco? Anche io lo pensavo all'inizio.

Cosa mi ha fatto cambiare idea? Le sue parole.

Proprio così. Le sue parole mi hanno cadere ogni certezza. Non che prima ne avessi poi molte, ma ne ha demolite una per volta, gradualmente, senza nemmeno che me ne accorgessi.

 

Quando capii quello che mi aveva fatto è stata una continua rivelazione, ancora adesso stento a crederci. E ho smesso di dormine.

Avete capito bene: basta dormire, basta sognare, basta permettere a Voldemort, il mio nemico, di entrare in me e cancellare ciò che ancora di buono c'è in me, basta permettergli di contaminare la mia anima.

 

Parlo ancora di anima perchè so di averla ancora, so che dentro di me albergano ancora buoni sentimenti e le ultime certezze che Voldemort non ha fatto in tempo a cancellare. E mi riferisco alla mia parte di Tassorosso che io non avevo creduto di possedere fino a che Voldemort non mi aveva cambiato.

 

Eggià perchè noi non quando veniamo smistati non ci rendiamo conto che dentro di noi non abbiamo solamente quelle determinate caratteristiche della nostra casa di appartenenza.

Infatti un undicenne quando arriva a Hogwarts cede immediatamente ai pregiudizi - io ne sono la prova vivente - e crede alle parole lapidarie del Cappello Parlando scorgendo in esse un'unica grande verità: sa che se andrà a Tassorosso, la casa degli onesti, sarà considerato un debole solo perchè pochi Tassorosso si sono fatti riconoscere in tutta la storia di Hogwarts e per pochi anni hanno vinto la Coppa delle Case - o forse mai, dovrei chiedere a Hermione -, se invece verrà assegnato a Corvonero sa per certo di essere intelligente e perspicace, di avere una mente abile e acuta e verrà sempre considerato una persona posata anche in futuro, se viene mandato tra i Grifondoro si sente felice e orgoglioso di sè stesso, coraggioso, sprezzante delle regole, sa di divenire una persona interessante e rispettata e se invece la casa attribuitagli sarà Serpeverde... ambizione e doppiogioco, menzogne e egocentrismo sono le parole- chiave, gli verrà insegnato come considerarsi migliori, come snobbare gli altri sapendo per certo di essere disprezzati solo perchè il verde e l'argento colorano i loro stendardi.

 

Un mucchio di cazzate.

 

A mio parere Silente dovrebbe proibire lo smistamento per mezzo di un Cappello Parlante che sventola ai quattro venti le abilità di ciascuna casa, secondo me dovrebbe limitarsi a gridare il nome della casa alla quale la persona che ha sotto di sè appartiene. Stop.

 

Vi sembro precipitoso nei miei giudizi? Non lo sono. Ho riflettuto a lungo sulla questiona proprio grazie alle parole velenose di Voldemort.

Lui sosteneva che io avrei dovuto essere al suo fianco perchè ero più Serpeverde che Grifondoro e la mia strada era da percorrere accanto a lui e non con Silente. All'inizio avevo ribattuto che il Cappello Parlante è lì che mi aveva indirizzato e mi aveva dato come riprova la spada del fondatore della mia casa e che Silente più volte aveva ripetuto quanto il mio comportamento sia da vero Grifondoro.

 

Bè dopo la conversazione di Voldemort ho capito e compreso cose che davo per scontate: il Cappello Parlante mi ha messo a Grifondoro? No, ero stato IO a volervi andare, ero stato IO a disdegnare Serpeverde per sciocchi pregiudizi.

 

Il Cappello Parlante mi ha dato la spada di Godric Grifondoro? Vero, ma non mi aveva mai detto che io la meritavo o che dopo l'avventura contro il Basilisco io ero divenuto un Grifondoro modello a tutti gli effetti.

 

Il parere di Silente? Solo una misera maschera.

Anche lui sapeva perfettamente che io sarei stato meglio a Serpeverde ma voleva convincerMi e convincerSi del contrario. Harry Potter tra le serpi? Improponibile.

Tutti avrebbero pensato che il famoso Bambino- che-è- Sopravvissuto sarebbe poi divenuto il successore di Voldemort e l'Avada Kedavra che doveva uccidermi era stata solo un marchio o ancor peggio voleva distruggermi prima che io potessi divenire troppo forte, ancora più di lui.

Pensate che anche se sono a Grifondoro molta gente lo pensa - il mio secondo anno ne è la riprova - figurarsi se invece fossi andato a Serpeverde...

 

A questo ed altro ho pensato.

E sapete la mia conclusione? La divisione in case per abilità è tutto sbagliato.

E io solo ora l'ho capito.

 

E non è stato Silente a dirmelo, benchè Silente sia il preside che fa riflettere, che sembra sapere tutto, ma è stato Voldemort. Il mio peggior nemico e ho anche capito che il VERO nemico contro il quale dobbiamo combattere non è lui, ma i nostri stessi pregiudizi.

Strano che io parli di queste cose? Non avete tutti i torti a pensarlo.

 

Ma è questo il profondo cambiamento che è sovvenuto in me. Un cambiamento radicale che è cominciato tutto con la conversazione con Silente alla fine dell'anno dopo la morte di Sirius.

Avete capito bene: non dalla morte di Sirius ma dopo il dialogo con il preside.

 

Per me, e per tutti gli altri, la figura del preside è sempre stata degna della più pura ammirazione, una figura perfetta e infallibile, imponente e potente, regale e decisa, era stato lui che mi aveva sempre creduto, che mi aveva sempre sostenuto, era la persona alla quale confidare qualsiasi cosa che mai avrei avuto il coraggio di confidare a Ron o 'Mione.

Ma già all'inizio dell'anno scorso ho capito che qualcosa non andava.

 

Non sapevo cosa ma me ne chiedevo sempre il perchè: perchè Silente non mi aveva mai degnato di uno sguardo? Perchè non mi aveva mai parlato? Perchè mi aveva condannato alle umiliazioni con Piton? Mi ero poste queste domande tra le altre e non ne trovavo mai risposta.

 

Ma la risposta è arrivata ugualmente.

Voldemort poteva entrare nella mia mente per mezzo della cicatrice che lui stesso mi aveva inferto.

 

Mi ero sentito sporco, contaminato, un danno, un peso, un pericolo e non c'era nessuno che lo poteva alleviare: Ron? Aveva paura anche di parlarmi. Sirius? "Ti sarai sbagliato, Harry", il suo commento. Eppure lui sapeva e non mi aveva detto niente. Silente? Ah, lui nemmeno una rassicurazione, solamente un invito ad andare alla elezioni di Occlumanzia con Piton. Ah, dimenticavo! Anche un "Resta dove sei".

Certo perchè lui sapeva tutto e non voleva dire niente.

 

Sapeva di quella fottutissima profezia e dei rischi che io e tutti correvamo.

E non mi ha detto niente.

Ho dovuto scoprire tutto da solo, connettere i tasselli mancanti del puzzle, metterli insieme e arrivare alle mie conclusioni. Sbagliate per altro.

E ancora non mi aveva detto niente.

 

Poi se ne andò da scuola quando si scoprii l'Armata di Silente che io stavo addestrando. Quello che mi ha detto? "Segui le lezioni di Occlumanzia".

 

Tante grazie.

 

Me lo ripetevano tutti ma nessuno capiva che prima di tutto, prima della cicatrice, prima della profezia, ero un ragazzo e avevo un cervello, un cuore e una coscienza.

Cosa scontata ama nessuno sembrava accorgersene.

 

Silente mi aveva detto che mi voleva molto bene e voleva proteggermi.

Ci è riuscito? No, ho dovuto fare tutto io.

 

"Hogwarts è il posto più protetto. Va' lì e troverai la protezione"

 

Io al sicuro qui a Hogwarts non ci sono mai stato.

 

Vogliamo parlare del professor Raptor e della sua... anormalità? Chi ha dovuto occuparsi di lui e del recupero della Pietra Filosofale? IO. E dopo che l'ho praticamente disintegrato Silente ancora non mi disse nulla quel giorno nell'infermeria. Nè della profezia, nè del mio collegamento con Voldemort.

 

Secondo anno? Un basilisco di una decina di metri attivo e fatale per chi ne incontra lo sguardo passeggia allegramente per i corridoi di Hogwarts. E chi lo ha dovuto sconfiggere? IO. Chi ha dovuto combattere contro di lui e Tom Riddle con l'aiuto di una fenice e di una spada? IO. Chi ha spazzato dalla teaìrra il ricordo di Tom Riddle? IO. E Riddle mi chiese perchè io sopravvissi alla sua Avada Kedavra. Il sacrificio di mia madre, risposi. Ma non era così e Silente ancora non mi disse niente.

 

Terzo anno? Sirius Black si introduce a Hogwarts e non solo, raggiunge anche il dormitorio di Grifondoro.

 

Pensate ancora che Hogwarts sia un luogo sicuro?

Passiamo al quarto anno: per voi è normale passare dieci mesi in compagnia di un falso Moody? Per voi è un errore da niente scambiare un famoso e ottimo autor in pensione per un efferato omicida e primo sostenitore di Voldemort? Bè, lasciatemi dire che non è un errore da niente.

Quinto anno? Bè, qui mi ci sono messo da solo nei guai, lo ammetto, ma la colpa è parzialmente anche colpa di Silente e dei suoi sciocchi ideali.

 

"Harry è troppo piccolo per un fardello simile, meglio aspettare"

 

Certo, meglio aspettare che il piccolo Harry compia qualche passo falso e cominci a mettere in moto il suo cervellino chiedendosi se ci sia qualcosa che non vada.

Bè, io sarò pure ingenuo quanto volete ma scemo non lo sono.

 

È questa la grande fiducia che Silente ripone in me?

E crede di rimediare dicendomi due frasette di circostanza e rivelandomi tutta la verità sulla profezia, le sue intenzioni e i suoi sentimenti? Pensa di davvero che mi abbia fatto un favore? Si sbaglia di grosso.

Ok, grazie per avermi finalmente detto la vertià e soprassediamo sul fatto che ormai Voldemort viene in campeggio nella mia testa, mi fa pronunciare frasi sue, mi proietta immagini vere o ne, mi inganna e m'indebolisce e soprassediamo sul fatto che per colpa delle sue indecisioni io ho creduto alle ingannevoli visioni di Voldemort e soprassediamo pure sul fatto che Sirius, il mio padrino, è appena morto.

 

Non attribuisco la colpa a Silente, badate bene, io credo che sia stata tutta colpa mia.

 

Aspettate un attimo, non voglio fare la figura di quello che si prende tutte le responsabilità del mondo: dico solo che la morte di Sirius va attribuita per la MAGGIOR PARTE a me.

Indirettamente la colpa va a Silente, direttamente a me e Bellatrix, involontariamente a Voldemort.

E dico involontariamente perchè l'obiettivo principale sono io e non era di capitale importanza per lui attirare metà dell'Ordine della Fenice nell'Ufficio Misteri.

 

Voleva me. Solo.

E io solo non lo ero.

Lo ripeto: sono un debole.

Mi vergogno a ripeterlo ma non posso celare la verità in specchi sdrucciolevoli.

 

Ho avuto bisogno dell'aiuto di Ron, 'Mione, Neville, Gin e Luna per potermi mettere in contatto con Sirius.

Il camino della Umbridge. Nel suo ufficio. Nella tana del leone.

Sapevo i rischi che correvamo ma io volevo salvare Sirius. Non ho pensato nemmeno per un istante a Piton o allo specchietto comunicatore che Sirius mi aveva donato.

E come se non bastasse portato cinque dei miei migliori amici con me al Ministero della Magia.

 

Io, capite? Io li ho portati lì ed è un miracolo che sono usciti di lì vivi e interi.

 

Ma Sirius no, Sirius è caduto oltre il velo e non lo rivedrò più.

 

Silente afferma che la colpa è stata anche dio Sirius stesso, del suo desiderio di salvare me, di compiere il suo dovere e volere di padrino e padre, di aiutarmi. Ha addotto come scusa il carattere impulsivo e irresponsabile di Sirius.

Certo, in fondo lui che ne sa essere segregati in una casa odiata e vedere le persone attorno a lui poter fare qualcosa attivamente per l'Ordine, per la salvezza del mondo, per me?

 

Dicono che Silente sia un uomo che accorda fiducia anche alla persone che non la meritano, che aiuta e sostiene quando nessuno lo vuole fare.

 

A me non pare che abbia aiutato veramente Sirius.

 

Lui sapeva perfettamente del suo carattere. Cosa ci voleva a fargli bere la Pozione Polisucco e renderlo per qualche ora un altro membro dell'Ordine come Remus o anche semplicemente un babbano? No, chissà che cos'avrà addotto come scusa al suo comportamento.

Una cosa è certa. I suoi errori si riflettono su di me.

Sembra che io non faccia altro che piangermi addosso, vero? ma non è realmente così. Mi sono sfogato e ho capito.

 

Ciò che è cambiato è stato lo scorso anno e non solo la profezia svelata o la morte di Sirius ma anche perchè io non credo di essere il Ragazzo d'oro che tutti credono che io sia, ma solo una creatura segnata alla tenebre che dovrebbe combattere.

Sembra che io mi stia compatendo. Non è mia intenzione farlo, l'ho già fatto abbastanza in passato. Solo, sto cercando di farvi capire come mi sento.

Nemmeno quello avevo capito, nemmeno avevo capito che io mi continuavo a compatire e le uniche due persone che mel'avevano fatto notare - 'Mione e Phineas - avevo dato retta.

A 'Mione avevo risposto male e a Phineas... bè, ho risposto a tono.

Pensavo che non mi capissero e che mi stavano fraintendendo. Avevo bisogno di giustificare quello che in fondo avevo sbagliato a capire. Volevo che capissero che io anche se avevo Voldemort in testa ero sempre io.

Ho desiderato per la prima volta tornare dai Dursley. Ma ero io a non capire.

 

Egoista. Non mi ero mai attribuito questo aggettivo ma infondo lo sono stato: il mio comportamento vittimistico ne è la riprova.

 

Phineas potrà essere stato il preside meno amato di tutta la storia di Hogwarts ma è stato uno dei pochi a guardare prima della mia cicatrice ciò che sono veramente: un ragazzo come tanti che aveva incontrato nella sua carriera di preside.

Anche Silente ha sempre guardato prima di me la mia cicatrice. L'ha elevata l'ha sempre guardata prima di scorgere in me qualche traccia di ragazzo come tanti.

Perchè è così difficile essere considerato un semplice ragazzo? Perchè è così difficile per gli altri capire che PRIMA della mia fottutissima cicatrice c'è un umano?

 

Ecco, lo sto di uovo facendo. Sto di nuovo compantendomi.

Non lo faccio intenzionalmente e nemmeno mi diverto a farlo.

 

Voldemort mi ha detto che per essere un buon Serpeverde è necessario una buona dose di egoismo e saper trovare il lato per me vantaggioso delle cose.

Quest'ultima capacità non la possiedo ma l'egoismo cel'ho in buona misura. Ma lui stesso spesso mi ha detto che sono una contraddizione vivente.

 

Bè, normale, sono Grifondoro per scelta e Serpeverde per vocazione.

 

A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se fossi capitato a Serpeverde invece che a Grifondoro (me lo chiedo anch'io... chissà se un giorno di questi non mi salta il grillo di metterlo a parole e non ne esce una fic... ^^ by Autrice ^__-), se avessi ascoltato ciò che mi aveva detto lo stramaledetto Cappello Parlante, se non avessi seguito i pregiudizi, se avessi guardato al di là delle apparenze.

Forse mi sarei ritrovato amico di Malfoy, nemico di Ron e 'Mione, forse non avrei fatto nulla di ciò per cui Silente ha deciso di dispensarmi della sua fiducia. Forse l'amicizia con Ron e 'Mione ci sarebbe stata ugualmente. Forse...

Forse sarei divenuto servo di Voldemort. Forse mi sarei fatto marchiare con quell'orgoglio che spesso avevo visto balenare negli occhi folli di Bellatrix. Forse sarei stato suo erede. Forse mi avrebbe ucciso ugualmente.

 

In fondo io e lui non siamo poi così diversi e se non avessi i miei ideali di Grifondoro a salvare la mia anima io sarei veramente l'EREDE Serpeverde.

È quello che mi aveva detto anche lui, oltre che quello che credevano tutti a scuola al mio secondo anno, e le sue parole, velenose è vero, aiutano a riflettere.

 

L'erede Serpeverde.

 

Ragionando razionalmente avrei più capacità Grifondoro che Serpeverde ma obiettivamente: queste due case, sono poi così diverse? Sono davvero così opposte?

 

Cosa le differenziano veramente? I pregiudizi.

 

Perchè bisogna credere che un Tassorosso sia più debole di un Grifondoro e un Corvonero meno forte di carattere che un Serpeverde? 

Voldemort dice che sì, sono diverse. E lui dice anche che la casa che fa per me è la sua. Sbagliato? Non direi.

È quello che gli ho anche detto durante i nostri colloqui.

 

Non giudicatemi male, ma sappiate solamente che io non dico nulla a Voldemort dei miei amici, della Tana, di Privet Drive, di Silente, di Grimmauld Place, dell'Ordine della Fenice, dei miei zii o della scuola. Niente di tutto questo.

Nemmeno lui mi mette al corrente dei suoi piani. Non siamo degli sprovveduti: sappiamo che l'uno nasconde all'altro i propri segreti ma, se io non voglio rivelargli i miei, lui vuole aprirmi uno spiraglio.

 

Quale? Farmi capire che non esiste il Bene e il Male al mondo, ma solo il POTERE.

 

Questo discorso me lo aveva già fatto e io però non lo avevo capito. Avevo undici anni all'epoca e avevo in me tutti quelle certezze di Grifondoro che adesso non ho e sapevo che era LUI il Sbagliato, che era il Male e Silente il Bene.

 

Ora sono cresciuto, sono maturato, sono cambiato. Cambiare è inevitabile.

 

Non ho più quelle certezze, non credo più alle favole, non penso più che Silente sia il buono, il perfetto eroe delle fiabe. Certo non credo nemmeno a Voldemort e per me avrò ancora le tinte dell'orco cattivo e che sia il Male. Ma le sue parole questa volta hanno lasciato un segno in me. E lui lo sa. Così continua a parlarmi e a cercare di persuadermi.

 

A quale fine? Chiaro, vuole che io passi dalla sua parte.

 

Perchè? Me lo sono chiesto mille volte anche io e per quelle mille domande mi sono dato mille risposte diverse.

Ho creduto sia stato per ingannarmi, per pugnalarmi alle spalle - come il comportamento di Riddle con Ginny -, ho creduto che volesse controllare fino a che punto fossi idiota e quanto tempo mi ci voleva per cedergli, ho creduto che volesse capire i miei punti deboli (e ne ho molti) e rivoltarmeli contro. Questa è l'alternativa che più mi fa paura.

 

I miei punti deboli?  Tutto a cominciare dai miei amici.

 

Non potrei sopportare che uccida uno alla volta Ron, 'Mione, Hagrid o altri... mi ha tolto una famiglia e quello che io m'illudevo potesse divenire la mia NUOVA famiglia ma non può permettersi di togliermi i miei amici e le persone a cui tengo.

 

Non glielo permetterò.

 

Forse vi sembra una contraddizione con tutto quello che ho detto fin'ora ma questo è ciò che voglio.

Lo so che ho ancora un'anima, una parte che mi è rimasta ed è ancora contaminata dalle parole di Voldemort.

 

La mia anima... mi sembra così lontana da ciò che sento ora che mi pare irraggiungibile.

 

 

Mi si stanno chiudendo gli occhi ma non voglio dormire.

 

Se gli studenti potessero usare la magia mi sarei già preparato una pozione della Pace o Soporifera ma forse non l'avrei mai fatto: sono una frana in pozioni e forse mi sarei direttamente suicidato o peggio.

Potrei però chiedere a Silente o Remus una pozione ma so che non lo farò mai.

Orgoglio? Forse.

Ma non è solo quello.

 

Silente e Remus non sanno che durante queste settimane ho parlato con Voldemort. Che lui mi ha cambiato...

 

Ma lo sapranno presto: domani vado alla Tana.

 

 

 

FINE PRIMO CAPITOLO

CONTINUA... (SPERO...)

Mistress Lay

 

 

Che ve ne pare?  Mi è uscito fuori così, di getto... sono in pratica tutte quelle domande che mi sono posta durante il quinto libro e anche prima... che ne pensate? So che è tutto dal punto di vista etico, ma nel prossimo mi rifaccio: POV DI DRACO!!!

Ma se naturalmente mi fa schifo, la finisco qui.

Lay

 

  
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