Pensi che non sappia riconoscere il mio ragazzo?

Erano due idioti? Sì.
Stavano spendendo soldi e tempo per qualcosa di totalmente stupido e inutile? Sì.
Si facevano convincere troppo facilmente quando si trattava di una sfida contro l’altro gemello? Assolutamente sì.
Lo sapevano bene, eppure eccoli lì i due Miya mentre si scambiavano i vestiti e si sistemavano i capelli per assomigliare di più all’altro fratello, il tutto mentre erano chiusi in una camera della casa dove si stava svolgendo il party al quale erano stati invitati.
Entrambi avevano comprato una bomboletta del colore dei capelli dell’altro gemello, una di quelle fatte proprio per la testa e che si toglieva dopo uno shampoo. Era un prodotto di qualità perché ci tenevano alle loro ciocche, ma questo voleva anche dire che ci avevano speso tanto.
Tutto era iniziato perché non accettavano di essere meno dell’altro, così quando Ginjima gli aveva fatto notare “vabbé ma si vede che siete diversi, anche se non vi colorate i capelli potrei riconoscervi” non l’avevano presa troppo bene.
Ripensandoci adesso, era un bene che la gente riuscisse a distinguerli, questo voleva dire che ognuno aveva la sua personalità e il suo modo di fare, ognuno era speciale a modo suo ed era quello che tutti i gemelli avrebbero voluto.
Ma loro no, loro non avevano accettato quel commento e l’avevano presa come una sfida perché, come già detto, erano due idioti.
“Ti faremo vedere che, se vogliamo, possiamo far credere a chiunque di essere l’uno o l’altro!”
 
Iniziarono con Sakusa. Osamu chiuse gli occhi, si concentrò e fece un’espressione spaventosamente simile a quella di Atsumu.
Corse da Sakusa e lo abbracciò da dietro mentre trillava -Omi omi! Mi sei mancato!
Kiyoomi si voltò tra le sue braccia, lo scrutò per mezzo secondo e rispose con un’espressione disgustata mentre si tirava indietro e commentava -Non provarci neanche, Osamu.
Il Miya che era appena stato scoperto si afflosciò, infastidito di aver perso così facilmente e tornò alla sua solita espressione.
-Come l’hai capito?- volle sapere dopo.
-Pensi che non sappia riconoscere il mio ragazzo?- rispose a tono il corvino mentre cercava questo con lo sguardo, ampliando la sua smorfia nel vederlo vestito come Osamu.
-Non voglio sapere nulla di quello che state facendo.
Osamu sorrise divertito -Sicuro? Non vuoi vedere come ci prova con Rin?
E, per la prima volta in quella serata, Osamu riuscì ad avere la più completa attenzione di Sakusa Kiyoomi.
 
Atsumu decise di raggiungere Suna con la bocca piena di cibo, sapeva che questo era il modo migliore per fingersi il suo gemello.
-Oi- lo salutò con un tono più basso del suo solito mentre gli si metteva accanto.
Suna si voltò verso di lui e lo scrutò per qualche secondo di troppo, poi sorrise intenerito e gli circordò i fianchi con le braccia, avvicinandoli più di quanto Atsumu si sarebbe aspettato -Dove sei stato? Mi sei mancato così tanto!
Atsumu si prese il tempo di ingoiare il boccone che aveva in bocca per pensare a una scusa plausibile, poi disse -Stavo assaggiando il cibo che hanno portato nell’altra stanza.
-Mhmm…- mormorò Rin mentre gli si faceva ancora più vicino, la sua bocca che gli si avvicinava al suo orecchio per sussurrare -Ho qualcosa io da farti assaggiare, perché non andiamo in bagno?
Atsumu arrossì come mai prima d’ora, cosa stava succedendo? Non sarebbe dovuta andare così, giusto? Perché lui e Osamu non ci avevano pensato prima?
Iniziò a balbettare frasi incomprensibili e Suna peggiorò solo la situazione rincarando la dose.
-Perché ti stai imbarazzando così tanto per qualcosa che facciamo a ogni festa?- la sua mano, inoltre, era pericolosamente scesa fino al cavallo dei suoi pantaloni e, quando si preparò a spostargli gli indumenti per avere un contatto diretto con la pelle, fu il punto di rottura di Atsumu.
Il pallavolista urlò isterico e spinse il suo amico di vecchia data all’indietro, ma senza farlo cadere.
Suna non fu sconvolto dalla scoperta che non fosse Osamu, il bastardo aveva solo il sorriso da schiaffi di chi l’aveva sempre saputo.
-Vedi Atsumu, non credo che sia saggio provarci con me se poi non sei pronto ad andare fino in fondo.
-Tu lo sapevi?- quello di Atsumu era un urlo isterico.
Rintaro lo guardò male -Ovvio che lo sapevo. Pensi che non sappia riconoscere il mio ragazzo? L’ho capito fin dal primo momento, volevo solo vedere fino a che punto ti saresti spinto.
-Sei un bastardo!
Suna rise alzando le mani in segno di resa -Non sono io quello che ha provato a ingannarti per primo, o sbaglio?
La risposta del biondo gli morì in gola quando sentì un nuovo corpo poggiarsi contro la sua schiena, subito seguito dalla voce fredda e tagliente di Kiyoomi che sussurrava -Carino lo spettacolo.
Atsumu iniziò a sudare freddo. Mai più. Non l’avrebbe fatto mai più, gli bastava solo uscire vivo da quella serata.

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