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Autore: BuryIt    09/09/2009    6 recensioni
Storia revisionata."Da quando lo conosco, c'è sempre stato un posto in cui Simon, voleva stare,e si è sempre fatto in quattro per arrivarci e rimanerci. Ovunque fossi tu. Ricordi quando a dieci anni cadesti da quell'albero, alla fattoria e ti ruppi il braccio?[...]Una determinazione come quella, in un ragazzino di dieci anni, è un vero spettacolo." un tributo all'amicizia fra Simon e Clary. Speriamo bene.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questo missing moment è frutto della mia fantasia. I personaggi e la storia appartengono (purtroppo) alla signora Clare. Peccato.
Autore: Giuggiolina.
Rating: Verde.
Personaggi: Clary Fray, Simon Lewis, Jocelyn Fray, Luke Garroway.
Genere: One-shot. Comico (?) spero.
Note dell'autrice: Missing moment. Mi ha dato l'ispirazione per questa shot una frase di Luke in Città di Cenere, dove ricorda a Clary un particolare episodio capitatole con Simon quando erano bambini, nel quale Clary si frattura il braccio e viene seguita da un determinatissimo Simon anche in ambulanza. Spero di non aver fatto troppo casino. Note in fondo alla pagine.

Alla mia stressata beta, (forse unica) accanita sostenitrice di Simon (iltopo) e nemica giurata del "biondino tinto"(Jace *ç*) XD Grazie Fede!

Apple Tree;
 
<< Da quando lo conosco , c'è sempre stato un posto in cui Simon voleva stare e si faceva in quettro per arrivarci e rimanerci.
Ovunque fossi tu.
Una determinazione come quella, in un ragazzino di dieci anni, è davvero uno spettacolo.
Sembrava un pit bull >>
Luke, capitolo 11, Città di Cenere


<< Clary, scendi, è pericoloso. >>

Il suo faccino preoccupato tutto orecchie e occhiali era volto verso l’altro. Con gli occhi cercava di seguire la piccola figura dell'amica che, arrampicandosi di ramo in ramo, diventava sempre più distante.
Una risatina divertita portata dal vento fu quello che udì in risposta.
Clary stava troppo bene lassù per scendere. Sentiva l’aria soffiarle addosso il suo alito fresco e dare pace alle sue guance accaldate dalla salita e dal clima estivo.
Si guardò attorno, in piedi sul ramo. Il giardino della fattoria di Luke le sembrava grandissimo visto da lassù. Tutto quel verde le dava una sensazione di libertà che non aveva mai provato fra i grattacieli di New York, e stranamente le portò la mente a paesaggi di prati e colline che sapeva di non avere mai visto.

<< Guarda, Simon >> disse con un'altra risata appendendosi al ramo che c’era appena sopra di lei e facendo forza con le braccia per tirarsi su. Un gemito di frustrazione proveniente dal basso la fece ridere più forte. << Adesso cade, adesso cade, adessocadeadessocade... >> mormorava quasi terrorizzato Simon fra sé, sempre più veloce. << Quando finirai con le chiappe per terra, la mia soddisfazione sarà grandissima nel dire: te l’avevo detto. >> disse più forte affinché lei riuscisse a sentirlo.
Clary però non ascoltava. La sua attenzione era tutta rivolta a qualcosa di rosso che aveva visto fra le foglie mosse dal vento. Una mela matura. La prima della stagione. Con un grosso sorriso cautamente fece un passo avanti e si sporse per afferrarla.
Stava quasi per toccarla, un ultimo sforzo e ce l'avrebbe fatta, quando il piede le scivolò di lato.

Ebbe appena il tempo per gridare e allungare il braccio sinistri davanti a sé per riflesso prima di cadere con un grosso tonfo ai piedi dell'albero.
L’impatto con il terreno le provocò un dolore improvviso e lancinante al braccio, quasi le parve di udire lo schiocco dell’osso che le si spezzava. Qualche lacrima le scivolò sulle guance mentre le usciva un gemito dalle labbra.
Fra i singhiozzi spaventati sentiva solo qualche parola confusa di sua madre e di Luke che erano accorsi dall’interno della fattoria.
Dei passi sull'erba. Adesso udiva anche la voce di Simon che le urlava qualcosa di indefinito a un centimetro dall’orecchio destro ed era consapevole delle mani fresche di sua madre accarezzavano la fronte e guance bagnate.

Il braccio le faceva davvero male e sentiva in bocca il sapore ferroso della paura mischiato a quello del sangue. Probabilmente si era morsa la lingua cadendo.
Poi arrivò un’ambulanza, il suono della sirena si sovrapponeva alla voce altrettanto forte che usciva dalla bocca del suo amico.
Finalmente dopo qualche spiegazione veloce di Luke ai due paramedici la issarono su una barella e la misero nell’ambulanza.

Simon subito provò ad andarle dietro, ma venne abilmente placcato da uno dei due uomini.
<< Piccoletto, non puoi salire tu. Non è meglio che venga la madre? Potrai seguirci in macchina con la macchina del signore, è uguale, no? >> disse gentilmente accennando a Luke.
<< Ma io devo salire! >> ribattè Simon, forse un po' offeso dall'essere stato chiamato "piccoletto".
<< Solo una persona in ambulanza, mi dispiace. >>
<< “Tu non ruberai il mio destino”* >> il faccino dietro gli occhiali era serio e solenne.
Luke, riconoscendo la citazione, nascose una risata in un colpo di tosse dopo un pugno sulla spalla da parte di Jocelyn. Il medico guardava il bambino a metà fra la confusione e lo sbalordimento.
Vedendo che ancora l'uomo tentennava, Simon aprì la bocca e sembrò che la sirena dell’ambulanza fosse ripartita improvvisamente. Prese a battere i piedi per terra continuando a urlare sempre più forte :<< Io vengo, io vengo, io vengOOOOOOOOOOH!! >>
Clary lo guardava attonita, ancora con un lacrima che le appesantiva le ciglia.
Jocelyn, cercando di farsi sentire sopra la voce di Simon, si affrettò a venire in aiuto del povero paramedico, dando il suo consenso.
Istantaneamente Simon chiuse la bocca. Senza una parola si arrampicò sull’ambulanza di fianco a Clary. I paramedici erano sconvolti. Luke cercava ancora di trattenere le risate.
Aspettò che i portelloni dell’ambulanza si chiudessero prima di voltarsi verso l’amica, che ancora lo fissava con la bocca leggermente spalancata.
<< Bene. Te l’avevo detto. >> disse con una nota di compiacimento, sistemandosi gli occhiali.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
<< Sai che sembravi un pit bull? >> chiese dopo un po’ Clary.

Simon alzò le spalle.

Note:

* citazione da “Dungeon and Dragons” (grazie fedeeee *ç*)

___

Ne approfitto per ringraziare chi mi ha lasciato un commento nell'altra mia fic su Shadowhunters, Waste a Moment (pubblicità occulta XD), sebbene per lo più siano state di puro stupore alla notizia della morte di Max. Ebbene sì. A chi mi ha fatto delle domande, ho risposto via e-mail, anche se dubito siano arrivate dal momento che nn mi è pervenuta alcuna risposta. Comunque essendo uscito il libro potete controllare da soli XD sono in ritardo.

Per rispondere a Jaslyn: anch'io sono una fan (sfegatata) della serie degli strumenti mortali. Tanto che durante i miei vagabondaggi in libreria quando ho visto Città di Vetro (copertina... bizzarra, fra parentesi), per poco non mi mettevo a saltellare come una fangirl impazzita. Vabbè. Ad ogni modo, ho avuto la tua stessa impressione, anche se anche la morte di hodge non ha avuto un grande spessore. Forse per il fatto che per gli sh la morte è una faccenda quotidiana, anche quando si tratta di un bambino. Per quanto riguarda il piccolo Max, anch'io l'ho trovato adorabile, è diventato il mio mito quando ho letto che leggeva Angel Sanctuary (che poi hanno tradotto "Il Rifugio dell'Angelo"... mah) XD. Spero che se leggerai questa ff ti piacerà altrettando. Grazie per i bei complimenti ^_^

   
 
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