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Autore: Francyzago77    12/10/2022    7 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parcheggiò la moto non molto distante dal cancello di villa Price ma neppure troppo vicino. Rimasero a parlare una buona mezz’ora prima di accingersi ad entrare. Era quasi sera, non girava più nessuno e, nel silenzio circostante, quell’inferriata sembrava proprio un muro invalicabile e insormontabile.

-Allora, non diciamo subito del bambino, d’accordo? – ripeté Chris gesticolando, facendo percepire tutta la sua ansia e la sua preoccupazione.

-Sì, anche se non possiamo tergiversare per molto -  esclamò Mark mentre osservava quel cancello imponente.

-Fai parlare me – spiegò inquieta la ragazza – dirò a mia madre che stiamo insieme, che non intendo assolutamente lasciarti per nulla al mondo e che deve smetterla di ostacolarci.

-Così si sentirà attaccata – replicò lui immediatamente – e inizierà a sbraitare!

-Forse è meglio dirle del contratto – farfugliò quindi Chris, insicura e titubante – le esponiamo della proposta che ti hanno fatto quelli della squadra! Capirà che stai diventando un calciatore importante e ti stai facendo una posizione.

-E basterà? – domandò Mark pieno di dubbi – Senti, io entro lì dentro, mi metto seduto e educatamente le dico che voglio sposarti. Lei, sicuramente, non acconsentirà al matrimonio e io replicherò rispondendo che ti sposerò lo stesso, in barba a tutte le leggi!

-E litigheremmo! – lo interruppe Chris non riuscendo a calmarsi.

-Ci sarà uno scontro comunque! – affermò Mark con decisione – Tanto vale dirle subito del bambino.

Lei ebbe un sussulto, distolse lo sguardo dal suo non riuscendo più a parlare.

Mark, con più delicatezza, le chiese:

-Hai così tanta paura di tua madre? Non riesci proprio a confidarti con lei? 

-Non accetterà da me una cosa del genere – rispose la giovane -  io ho sempre fatto quello che desiderava! 

-Ma in che razza di famiglia sei cresciuta! – ora Mark aveva cambiato tono – Comprendo tutto, la delusione, la rabbia del momento, il fatto che siamo troppo giovani ma l’idea che tu non possa trovare un minimo di conforto in tua madre lo trovo assurdo.

Chris scuoteva il capo, Mark provò a essere più rassicurante.

-Ti prometto che sarò calmo – le disse – ascolterò pazientemente le ragioni di tua madre, le sue argomentazioni e poi le risponderò con le mie di dimostrazioni.

-Che a lei non andranno bene! – aggiunse di getto Chris.

-Se le farà andare bene – replicò il ragazzo – perché io non ci rinuncio a te! 

Le sfiorò il viso, lei chiuse gli occhi.

-E non rinuncio al bambino – continuò Mark – pur ammettendo che è arrivato troppo presto, ma c’è. Io non mi defilo quando mi si pone davanti una sfida, non l’ho mai fatto e non intendo tirarmi indietro proprio ora. Non ti lascio sola, anzi non vi lascio soli.

Accarezzò leggermente, quasi con pudore, la pancia di Chris per poi poggiare la mano sull’inferriata e attendere che lei prendesse dallo zainetto le chiavi di casa.

-Promettimi – asserì lei aprendo il cancello – che se c’è anche Benji non finirete per picchiarvi.

-Questa promessa – affermò lui – è più difficile da mantenere!

Entrambi sorrisero per placare la tensione poi s’incamminarono lungo il vialetto che conduceva alla villa. 

Mark si guardava intorno mentre Chris, a passo lento, gli faceva strada.

Aiuole ben curate, la siepe tagliata con la massima precisione, il pratino senza un ciuffo d’erba fuori posto.

-Buonasera signorina – la salutò un uomo intento a portar via un sacco pieno di foglie secche seguito da un bel cagnolone bianco.

-Ciao Jim – esclamò Chris mentre il cane, avendola vista, si diresse subito verso di lei. 

-E’il giardiniere – spiegò la ragazza  che intanto accarezzava il manto dell’animale – e lui invece è Lucky, non è bellissimo?

Mark annuì notando piacevolmente che Chris appariva più rilassata e serena.

-Non puoi seguirci -  intimò la giovane al cane – lo sai che la mamma non ti vuole in casa, puoi sporcarle il salone!

Ma Lucky non si staccò dai due e li scortò per tutto il percorso, fin sotto il portico.

Lì trovarono una delle domestiche, stava spazzando in terra.

-Signorina, benarrivata! – esclamò la donna vedendola salire le scale insieme a Mark.

-Mia madre è dentro? – chiese Chris immediatamente – E mio fratello?

-La signora è in casa – rispose quella – suo fratello, invece, ancora non è tornato.

-Come vedi abbiamo un ospite – spiegò la ragazza appoggiandosi sorridente al braccio di Mark – fai preparare la tavola per una persona in più, grazie.

La domestica salutò con un breve inchino per poi entrare dentro da una porta di servizio. Nel mentre Lucky gironzolava attorno ai due, cercando un contatto anche con il ragazzo che, ad un tratto, si chinò per accarezzarlo.

-Ehi sei proprio un simpaticone, Lucky! – gli disse Mark mentre Chris aggiungeva:

-Diventerete buoni amici! Si abituerà alla tua presenza anche perché verrai spesso qui d’ora in poi.

Risero non smettendo di guardarsi, con il cane che saltellava tra l’uno e l’altra ma l’aprirsi della porta d’ingresso li fece voltare all’istante.

-Mamma! – esclamò Chris – Sono tornata. Lui è … lui è Mark.

-Buonasera signora – salutò Lenders con tono fermo e deciso.

La donna, sull’uscio, impassibile disse rivolgendosi alla figlia:

-Non farlo entrare, non lo voglio in casa!

Poi fissò Lucky che si stava avvicinando alla soglia, con la mano fece spalancare la porta e permise al cane d’infilarsi dentro la villa.

-Vai bello – ordinò a Lucky – puoi divertirti nel salone!

 Squadrò dall’alto in basso Mark e si girò per rientrare ma il ragazzo asserì:

-Di cosa ha paura? Che io le sporchi i tappeti o le poltrone?

-Chris – continuò la donna – tra poco si cena, ti aspetto in soggiorno.

-Mamma, non puoi comportarti in questo modo! – gridò la ragazza mentre la madre rientrava senza scomporsi e Mark, stretti i pugni e adirato in volto, diceva:

-E’ meglio per tutti ch’io vada via, se resto qui potrei compiere qualche azione poco corretta come picchiare una donna!

Non sopportava di essere stato umiliato così, iniziò a scendere le scale, Chris corse in casa e raggiunse sua madre.

-Come ti sei permessa! – urlò la ragazza – Mark non merita un trattamento simile, nessuno lo merita! 

-Credevo non lo frequentassi più – affermò la signora Price con severità – vederlo nel nostro giardino, sotto il portico con te mi ha reso terribilmente nervosa.

-Neppure lo conosci – continuò Chris quasi in lacrime – sei prevenuta nei suoi confronti ma non riuscirai a dividerci.

-Dopo gli esami – proseguì la donna – ti iscriverò ad un’Università in Europa. Inghilterra o Francia. Lo dimenticherai, la lontananza fa miracoli in questi casi.

-No – fu la risposta decisa di Chris – dopo gli esami io e Mark ci sposeremo. Lui andrà a giocare in un’importante squadra del Campionato Nazionale, gli hanno già fatto un’ottima offerta.

-Sposarti? Con quello? – rise la Price – Non darò mai il mio consenso.

-Sono incinta! – rivelò allora Chris con soddisfazione.

La donna sentì per un attimo crollare tutte le sue sicurezze. Scosse la testa quindi guardò la figlia che la stava sfidando come mai aveva fatto prima.

-Prova a ripeterlo – decretò la madre – se ne hai il coraggio!

-Sono incinta – scandì bene la ragazza per poi sentire il dolore di uno schiaffo che si aspettava arrivasse da un momento all’altro.

Rimase ferma, non si toccò neppure la guancia.

-Ne sei certa? – domandò la donna irritata e nervosa.

-Mi sono fatta visitare – rispose secca – in ospedale. 

-Di quanto sei? – le chiese osservandola, senza avvicinarsi più di tanto.

-Otto settimane – specificò Chris con voce ferma.

-Sei stata sconsiderata, incosciente e irresponsabile – affermò la madre – ma abbiamo il tempo per sistemare la faccenda. Ti prenderò subito un appuntamento.

-Ma per fare cosa? – domandò candidamente la giovane.

-Non vorrai tenerlo! – esclamò la signora Price sbarrando gli occhi.

Nel vedere la figlia così incredula e persa, la donna ribadì:

-Il bambino. Non vorrai mica tenerlo. Sei tu stessa una ragazzina non ancora maggiorenne!

Chris sconvolta riuscì soltanto a correre fuori dalla stanza e salire le scale, diretta nella sua camera.

-Dove vai? – gridò sua madre – Cerca di calmarti e preparati per la cena, la farò servire tra un quarto d’ora.

Invece dopo non molto tempo Chris tornò di sotto, aveva in mano un borsone da viaggio e si accingeva a lasciare villa Price.

-Addio mamma! – sentenziò ancora in lacrime prendendo un giubbino dall’attaccapanni.

La donna tentò di bloccarla dicendole:

-Non fare pazzie, dove credi di andare?

-Tu volevi farmi fare una pazzia – affermò con rabbia la giovane – non resterò qui un minuto in più!

-Vuoi rovinarti la vita dietro a quello là? – sbraitò la signora Price – Se esci ora guarda che ti giuro non rimetterai più piede in questa casa!

-Addio! – fu l’ultima parola che disse Chris prima di chiudere dietro di sé la porta.

Velocemente si avviò verso il cancello, corse lungo il vialetto, sentiva l’aria addosso e il peso del borsone sulla spalla. Doveva raggiungere Mark, sperava fosse ancora lì, lo sapeva, non l’aveva abbandonata.

Lo vide, appoggiato alla moto, le braccia conserte, la stava aspettando.

-Mark, Mark – gridò correndogli incontro – andiamo via, portami via!

-Sei distrutta – sussurrò lui vedendola, prendendo la borsa mentre gli chiedeva:

-Portami lontano da qui!

Fecero diversi chilometri, senza una meta, poi Mark decise di fermarsi per ascoltare Chris e tentare di tranquillizzarla.

Rimasero abbracciati dopo che lei aveva raccontato dello scontro con la madre.

-Mi serve un posto dove dormire – disse Chris – portami da Patty, i suoi genitori non faranno storie, portami da Patty!

-No, non ti porto da Patty – affermò Mark con decisione – io non ti lascio Christine. Vieni con me!

   
 
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