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Autore: NPC_Stories    14/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Genere: Narrativa
Personaggi: Yrga

14. Pond

-735 DR, Sossal, vicino al Grande Ghiacciaio

Ci sono luoghi nel mondo in cui l'acqua è preziosa. Deserti caldi, deserti freddi ma asciutti come la carta, infinite steppe in cui l'acqua è solo sottoterra e gli uomini devono scavare pozzi per recuperarla.
Poi ci sono luoghi dove è disponibile solo in alcune stagioni. La regione del Sossal, per esempio, anche se all'epoca di questa storia non aveva ancora un nome. Era una landa fredda abitata da tribù barbariche, umani provenienti dal Rashemen che vi erano migrati ormai più di millecinquecento anni prima.
Gli abitanti della landa senza nome che sarebbe un giorno diventata il regno del Sossal non avevano più alcun ricordo del Rashemen, ma avevano conservato alcune tradizioni, riadattate per necessità alla geografia e al clima del luogo dove vivevano. Nel Sossal gli uomini non andavano a caccia sulle montagne per provare il loro valore, all'inizio della primavera; andavano sul ghiacciaio.
Yrga la considerava una cosa stupida. Sul ghiacciaio c'era poco da cacciare, e quelle poche bestie che c'erano erano pericolose. Perfino gli uomini che vivevano sul ghiacciaio erano ostili e parlavano in una lingua sconosciuta.
Ma quelle spedizioni per qualche motivo erano considerate di grande importanza. Forse non era per la caccia in sé; forse era per il ghiaccio. Gli uomini tornavano sempre con le slitte cariche di ghiaccio purissimo, che veniva accatastato in ghiacciaie durante l'estate e sciolto un po' alla volta in pentole di bronzo sui braceri. Era la loro fonte d'acqua per l'inverno.
L'inverno era la stagione più terribile, quando i torrenti che ruscellavano dal ghiacciaio si congelavano alla fonte e non c'era più acqua né vita nei loro letti vuoti. I pochi pesci che vivevano in quei torrenti si rifugiavano in pozze d'acqua sotterranee e bisognava cercarle, spezzare la crosta di terreno ghiacciato per recuperare un po' di cibo. A volte era più la fatica della pesca, che le energie recuperate mangiando. Le mandrie di animali migravano a sud e rimanevano solo gli enormi mammut, che erano pericolosi da cacciare, e le foche che vivevano nel mare che si ghiacciava solo in parte. La tribù di Yrga non viveva vicino al mare, quindi la carne di foca era una rarità ottenuta solo tramite il commercio con altre tribù. Il commercio era un'attività estiva e la carne di foca non durava fino all'inverno.
I bambini abbastanza grandi da cavarsela un minimo da soli, e gli anziani ancora in grado di camminare, venivano inviati a cercare il pesce e raccogliere radici… sapendo benissimo che alcuni di essi non sarebbero tornati. In un modo o nell'altro, la comunità sarebbe sopravvissuta, perché si sarebbe trovato del cibo o perché ci sarebbero state meno bocche da sfamare.

Yrga era una dei bambini inviati a cercare le tane dei pesci. Avevano già scavato nei punti del ruscello che erano più vicini al villaggio, nelle precedenti settimane, e ora dovevano spingersi sempre più lontano. Il suo gruppetto era incaricato di cercare a ovest, in direzione del ghiacciaio. Sperava di trovare uno strato di ghiaccio un po' più sottile ora che era quasi primavera, invece trovò qualcos'altro: acqua. Il torrente si stava nuovamente riempiendo, l'acqua non era ancora arrivata all'altezza del suo villaggio però stava lentamente ricominciando a ruscellare in quella zona più occidentale, dove il letto del fiume creava delle pozze che rallentavano la corrente.
Yrga non se lo aspettava così presto. Quest'anno il disgelo stava arrivando prima del solito. Che non era necessariamente un male, la sua gente aveva fame… ma i cacciatori erano ancora sul ghiacciaio e sarebbero stati in pericolo se le zone esterne avessero cominciato a sciogliersi. Yrga non conosceva i dettagli, aveva solo sentito storie favolistiche sulle insidie del ghiacciaio quando la primavera lo colpiva all'improvviso. Rimase per un po' immersa nei suoi pensieri, guardando distrattamente il suo riflesso nella pozza d'acqua che andava riempiendosi. La figura di una bambina infagottata nelle pellicce ricambiò il suo sguardo. Nell'acqua che tremolava leggermente non riusciva a vedere il colore dei suoi occhi violetti, sembravano grigi come il riflesso del cielo. La sua carnagione pallida e i pochi ciuffi di capelli argentati che spuntavano fra il basco e la sciarpa la facevano assomigliare a un fantasma. A volte alcuni ragazzini più grandi la prendevano in giro, perché era più pallida degli altri, ma non era l'unica con quelle fattezze. Sembrava che la sua generazione avesse la pelle più bianca di quella dei loro nonni, che a loro volta erano più pallidi dei loro antenati rashemi. Yrga non sapeva perché, aveva solo sentito storie di antichi cacciatori che si dipingevamo il volto con pitture di polvere gesso, e perfino lei riusciva a capire che la polvere di gesso non avrebbe fatto abbastanza contrasto sulla pelle dei suoi contemporanei. Ma questo era solo un pensiero ozioso che la sfiorava ogni tanto, quando aveva occasione di vedere il suo riflesso in uno specchio d'acqua.
Spinta da un impulso del momento, si tolse una muffola e infilò una mano in acqua. Era gelida, così gelida da bruciare. Ritirò subito la mano, imprecando come sua madre le aveva detto di non fare. Quel giorno non sarebbe stato facile trovare del pesce, era troppo presto perché quei piccoli animali bastardi risalissero nelle pozze esterne ma l'acqua era troppo fredda per immergersi fino alle ginocchia e sfondare il terreno con il suo bastone d'osso. Era proprio una stagione di merda, il disgelo. Non aveva più la solidità dell'inverno, non portava ancora i germogli promessi dalla primavera.
Portava qualcos'altro, però.
Viaggiatori.

Yrga fece in tempo solo a vedere le sagome di due adulti vestiti in modo strano, prima che un sacco di cuoio calasse sulla sua testa.
Gli schiavisti delle terre di confine sapevano che il tardo inverno era il periodo migliore in cui far sparire qualche ragazzino sossrim. I barbari non si facevano domande se qualcuno non tornava.
Tutto quello che i suoi compagni di pesca trovarono di lei, tutto quello che fu restituito alla sua famiglia, fu una muffola di pelliccia di lupo caduta sulla riva di una pozza d'acqua.

   
 
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