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Autore: Spensieratezza    14/10/2022    1 recensioni
L'incantesimo creato da Ruben, ha riportato Sam e Dean nel passato, in un'altra epoca, a quando erano figli degli Dei, non si conoscevano e non erano fratelli. Di nuovo senza memoria, Dean, Sam e i loro amici, ripercorreranno di nuovo tutto da capo.
-Sequel della fanfiction The love of the Gods
Crossover con Harry Potter e Sailor Moon :)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Sam e Dean si ritrovarono in una stanza completamente bianca e con le pareti imbottite, Loki era SCOMPARSO. Dall’altro lato della parete c’era solo una porta marrone. Non c’erano finestre.

Sam!! Dove siamo??” chiese Dean confuso.

“Non lo so, Dean! Dov’è mio padre??” disse Sam spaventato.

“Loki…no…BLACK…” disse Dean in realizzazione, sgranando gli occhi.
Sam sbarrò gli occhi insieme a lui.

Il professore!!!” disse Sam sgomento come lui, mettendosi una mano sulla bocca.

“Oh mio dio!! Sei mio fratello!! Non siamo dei semidei..siamo..SAM E DEAN!”
Sam represse un singhiozzo e si precipitò ad abbracciare suo fratello.

Avevano temporaneamente ricordato chi erano davvero!
 
 
 
 
*

“Alisea…ecco perché continuava a dire che esisteva il male dentro di lei…” diceva Sam sovrappensiero, tormentato, seduto sul pavimento.
“Come??? Alisea diceva questo??” gli chiese Dean terreo.
Sam lo guardò confuso.

“Ma non te lo ricordi?? Quando ti ho raccontato come ci siamo conosciuti, ti ho detto che lei sosteneva che ci eravamo conosciuti in un altro mondo e che esisteva del male in lei e che io mi sono fatto carico di questo male…e per questo il male era in ME!”
Dean guardava nel vuoto atterrito.

“Dean!! Dean! Ci sei ancora??” gli disse Sam, facendo schioccare le dita davanti ai suoi occhi.
“Sì, sì, ci sono..”
“Meno male! Per favore, non ti incantare più così, mi fai spaventare!”

“Stavo riflettendo su quanto mi hai detto..”
“E ti ricordi?”
“Molto vagamente..ma perché stiamo parlando di questa cosa adesso, Sam, con tutto quello che ci sta capitando addosso??” Dean sembrava arrabbiato.
Sam era sconvolto.

“Possibile che non capisci??? Alisea potrebbe essere l’esserino che abbiamo visto nel mondo dei bambini mai nati!
Dean aveva la bocca spalancata.
“Oh mio dio..”
“E presumibilmente è anche la figlia di MARIKA, in quella vita! Ecco perché il rituale fatto da Albert e gli altri Dei, le collegava insieme!”

“Sam..hai ragione..è una cosa terribile..mi dispiace tanto!!”
“Va bene, va bene, capisco che sei sconvolto come me..in fondo ci siamo appena risvegliati DI NUOVO..da questa sottospecie di amnesia collettiva che ci ha colpiti tutti!”

“L’incantesimo di Jael…” disse Dean sovrappensiero.
“Sì..sta ancora continuando, Dean e non sappiamo quando finirà!” disse Sam disperato.

“Ok, cerchiamo di riflettere un attimo..dobbiamo rimettere insieme i pezzi, in fondo è per questo che siamo finiti in questo incantesimo, no? Dobbiamo SCOPRIRE cosa è successo nella nostra vita precedente, di tanto sconvolgente..è evidente che è qualcosa di MOLTO GROSSO, considerato anche tutto quello che ci è successo nel presente…e i ricordi affiorati..”

“Va bene…cominciamo dall’uomo che era con noi..oh mio dio, Black…il professore Black era LOKI! Ed era tuo PADRE!” disse Dean.
“Ora capisco quella sensazione, Dean..”
“Quale sensazione..”

“Quando caddi quel giorno, a scuola, e lui mi afferrò il mento per guardarmi..”
 
Qualche minuto dopo, Black uscì dallo studio del preside, ancora visibilmente irritato. Forse fu per via di quella tensione, che l’anello gli cadde nuovamente dalle mani.

Rotolò fino ai piedi di un ragazzo.
Sam.

Black trattenne a malapena un grugnito. Di nuovo uno di quei mocciosi!

Sam raccolse l’anello. Sembrava affascinato dalla pietruzza.


“Che bello.” Disse tra sé e sé, poi vedendo chi si trovava davanti, lo fissò intimorito.
Black sorrise.
“È un anello molto bello, non è vero? Ti piacerebbe averlo, vero?”

“Sì.” Disse sinceramente Sam.

Per un folle momento, Black fu quasi sul punto di darglielo veramente, poi per fortuna si riscosse da quell’inaspettata follia.
“Beh, non puoi. È mio.”
“Certo! Mi scusi.” Disse Sam, porgendoglielo.

Black fu sorpreso dall’arrendevolezza di quel ragazzo cosi ribelle fino a pochi minuti prima.
Lo guardò in viso. Aveva un labbro spaccato.
 
Si avvicinò a lui, proprio nel momento in cui il ragazzo – che Black ribattezzò subito piedi di pastafrolla – cadde ai suoi piedi, inciampando.

Black si inginocchiò e sorrise.

“Non ti reggi in piedi, eh? Troppe emozioni per oggi?”

Sam sperò che quell’odioso professore prendesse il suo anello e se ne andasse subito, ma invece di prendere l’anello,  il professore senza preavviso, gli alzò in su il mento, così che costrinse Sam a guardarlo fisso negli occhi. Il verde splendente in un tuffo nel nero più profondo.

Sam rimase per un attimo infastidito da quella confidenza che lui non gli aveva dato e che non aveva nessun diritto di prendersi; però, Sam notò anche che per quanto rude, il tocco sembrava gentile in un certo senso. Non arrogante. Il professore lo stava fissando come un medico guarda le ferite di un malato. Mancava solo uno stetoscopio al suo collo.
 
“Cosa ti sei fatto al viso? Non mi pareva che Stinsky ti avesse toccato. Non era intervenuto il tuo adorabile fratello a difenderti?”



 
“Credi che LUI sapesse già che fosse tuo padre in quella vita??” gli chiese Dean.

No. Non mi avrebbe mai guardato o trattato in quel modo altrimenti..ma quella sensazione che ebbi quel giorno, Dean..era così…TANGIBILE..ora SO..so che se sei legato a qualcuno da qualcosa di invisibile, quel qualcosa lo senti..la sensazione di quel giorno..mi ha toccato proprio come se fossi suo figlio..c’era dell’amorevolezza in quel gesto..era preoccupato per me!” disse lui.

Dean era meditabondo.
“Lui è mio padre…ma anche ALBERT è tuo padre…adesso sappiamo che è così..hanno lo stesso volto!  Avevi intuito giusto!” disse ancora Sam.
“Non ti sfugge niente..” disse Dean.

Dean! Tu glielo devi dire!” insistette Sam.
“Ma non sappiamo neanche dov’è lui adesso…e dove siamo noi adesso!” disse Dean spalancando le braccia.
Sam si massaggiò le tempie nervoso.
“Deve esserci un motivo per cui siamo stati sottratti di nuovo a quel mondo all’improvviso..”

“Non è la prima volta che è accaduto..è successo anche prima..quando eravamo occupati a restituire a..MARTE..i suoi poteri..e a Venere..”
Sam sbarrò gli occhi.

“Sì..è vero…ma in un certo senso..no..non eravamo qui..abbiamo RICORDATO chi eravamo, ma per poco!”

Dean guardò a sua volta la stanza, osservandola e studiandola.
“È vero, che luogo è mai questo? E perché ci siamo arrivati all’improvviso?” disse Dean toccando una parete e studiando diffidente la porta all’altro lato.
“Prima o poi dovremmo oltrepassarla.” Disse Sam.

“Sam, no, aspetta! Vado io, sono il maggiore.” Disse Dean facendogli un sorriso a mò di smorfia e per tutta risposta, Sam si beccò uno sgambetto che quasi lo fece cadere.
“EHI!! Quand’ero un semidio avevo più rispetto!” disse, mentre Sam gli ricambiava il sorrisetto.

“CHIUSA! LO SAPEVO! SIAMO INTRAPPOLATI QUI DENTRO!” disse Dean battendo i pugni sulla porta.

“Credi che se usiamo i nostri poteri, potremmo riuscire a buttarla giù??” chiese Sam.

“Non so neanche se li abbiamo ancora, Sam..” disse Dean.
“Beh, almeno tentiamo no?” disse Sam.
Dean fece spallucce ma in quel momento una voce li richiamò sgarbatamente.

“NON FARETE NIENTE DEL GENERE, GIOVANI SCIAGURATI!”

Sam e Dean sussultarono dalla sorpresa, voltandosi, trovandosi davanti BLACK WHITE, l’incarnazione futura e presente del giovane Dio Loki.

“E tu…quando sei arrivato?” chiese Dean.
Black sembrò spiazzato quanto loro.

“Sono qui da quando vi siete svegliati, ma ogni sforzo per farmi sentire o vedere, è risultato vano, poi sono passato agli insulti, non perché pensavo sarebbero valsi a qualcosa con voi zucche vuote, ma perché almeno nel frattempo potevo divertirmi!”

“Sam, tutto questo è molto inquietante..” disse Dean terrorizzato.

“Ehm..professore..alla luce di tutto quello che abbiamo vissuto..come vuole che la..chiamiamo? Io almeno..devo chiamarti LOKI, professor White..Black..”

“Chiamami Black e basta!! Non aggiungere altro, non avanzare altre scelte!! Disse lui alzando le mani e un’onda di panico sembrò attraversarlo.
Sia Sam che Dean sorrisero.

“Credo che forse..insomma..non credete sia il caso di parlare di quello che è accaduto laggiù?” chiese Dean imbarazzato.
Sia Sam, sia Black, sembravano imbarazzatissimi.

“Già..ecco..io..non sapevo di essere..ehm..tuo..lo sai..altrimenti te lo avrei detto..”
“Grazie.” Disse Sam.

“E..ehm..ecco..non so che pensare a questo riguardo..” disse lui sottosopra.
“Quando sono morto..gli spiriti mi hanno mostrato i segreti della mia nascita..non quella del presente, ma di allora..” disse Sam.
“Raccontamela, ti prego.” Disse Black.
Sam e Dean lo guardarono.

“Io non la so..perchè a quanto pare la recente amnesia della mia incarnazione, me l’ha fatto scordare.” Disse lui sbuffando.
 
 
 
*

Dieci minuti dopo, Black era più nervoso che mai.
“LILY..ma certo! La ragazza che sognavo sempre ultimamente, con i capelli lunghi e rossi.che mi provocava una grande tristezza e angoscia..deve trattarsi di lei.”

“Black..quell’anello..quello che Sam raccolse quando ti cadde quel giorno, a scuola.. era suo?” gli chiese Dean a bruciapelo.
Black chiuse gli occhi.
“Non lo so.”
“Ma…come sarebbe!!” disse Dean arrabbiato.

“L’ho detto anche ad Albert..non ho idea di chi sia..l’ho trovato un giorno a casa mia, in una botola e da allora ho deciso di tenerlo. Fine della storia!”
“Non ci stai raccontando tutto..quell’oggetto emanava delle vibrazioni strane..l’ho sentito appena l’ho visto..” disse Sam speranzoso che suo padre si aprisse con lui.

“Sì..avete ragione..ma non vi ho mentito..anche io sento che c’è qualcosa..ma non saprei dire cosa..forse per me quell’oggetto significa più di quello che la mia mente è disposta a ricordare..per adesso..smettetela di farmi il terzo grado!!” sbottò.
Sam e Dean tacquero.

“Vi prego, raccontatemi cosa è successo..c’è questa maledetta amnesia che quei bastardi di stregoni mi hanno inculcato e continua ancora adesso..non riesco a ricordare quando ero questo Loki e quindi neanche cos’è successo a tutti gli altri..dovrete farmi voi un resoconto di quanto ci è capitato!” disse Black.

“Ehm..ci vorrebbero ore e non ce le abbiamo..in qualunque momento potremmo ritornare laggiù!” disse Dean imbarazzato.

“Numi di tutti i signori della guerra!! Devo forse pregarvi? Vi diverte vedere un Dio che prega? Se proprio volete, fatemi un riassunto breve ma fatemelo! Dove sono i vostri amici? Cosa fanno, CHI SONO? Dove diavolo si è ficcato ALBERT???”
Sam sospirò a lungo.

“Clere e Marika sono rispettivamente Xena e Olimpia..direttamente dal telefilm..mentre Dean sarebbe HERCULES..ricordo che lo chiamavo così..e io ero il suo amico..IOLAO..”

“Mi state prendendo per i fondelli e mi sto arrabbiando moltissimo…”

“Non è così, Sam sta dicendo la verità…avevamo quei ruoli..e poi anche voi riprendete i ruoli di Dei dell’Olimpo, quindi anche questo è assurdo ma sembrate non avere problemi ad accettarlo..” disse Dean.
“Un conto è accettare gli Dei..ma HERCULES? XENA??”

“Senti, sono personaggi leggendari,..ci hanno fatto dei telefilm, è vero, ma questo non significa che un tempo non sono realmente esistiti..magari hanno preso spunto.” Disse Sam.
Loki si mise le mani a massaggiarsi le tempie e si sedette sul pavimento, si sentiva svenire.
 
“Vi prego, andate avanti, ho bisogno di pensare ad altro..dunque, voi avete incontrato loro nei panni della principessa guerriera e nei panni di un semidio, presumo..raccontatemi questi incontri..”

Sam e Dean raccontarono brevemente a Black come si erano conosciuti, e come una volta tornato dai suoi genitori, Sam e Dean erano andati anche in questa società per combattimenti dei cavalieri e lì avevano conosciuto Castiel e Ruben.

“Dunque essi erano fratelli in quella vita..alla fine c’entravano davvero con noi..e con voi..ma forse solo ai margini..” disse meditabondo. “Andate avanti, parlatemi della vostra amichetta dai capelli rossi..” disse lui.
“Ehm..non preferiresti che parlassimo ancora dei litigi tra te e tuo frat..” disse Dean.

Vi ho chiesto più volte di parlarmi di lei e avete glissato!! Non abusate oltre della mia pazienza, ho detto!!”

Sam e Dean si arresero all’inevitabile e raccontarono del mondo dei bambini che non erano ancora nati. Raccontarono così che fu quello il momento in cui si erano davvero incontrati e che quello fu presumibilmente anche il momento in cui avevano incontrato per la prima volta ALISEA, sotto forma di fatina demoniaca.
Il professore era terreo dalla rabbia.

“C’è qualcos’altro di terribile di cui devo essere messo ancora a conoscenza?” chiese in modo sinistro.
Dean e Sam a quel punto gli raccontarono che avevano scoperto che Alisea era anche la figlia demoniaca che Marika aveva messo alla luce. FIGLIA DEL MALE.

“La ragazzina dai capelli rossi!! Sapevo che c’era qualcosa di inquietante in lei! Se non sapessi che sono vissute entrambe nello stesso tempo, avrei detto addirittura che lei stessa fosse la reincarnazione di Lily!!” disse arrabbiato.

“Alisea e mia madre la stessa persona? Oh, adesso non esageriamo..anche se tutto in questa storia è assurdo, ma qui siamo alla follia.” Disse Sam rabbrividendo.

“Vi rendete conto della prova che abbiamo appena avuto!! Quella ragazzina è figlia del demonio!! E voi che non mi volevate credere!! E corromperà Sam nel futuro!! Ma che sto dicendo!!! L’ha già fatto!! Ha trasferito il male in lui e ora tuo fratello porterà Lucifero sulla Terra!!”
“Dean, è fuori di sé..” disse Sam.

“Black, cerca di calmarti adesso..che importanza ha prendersela così tanto..ormai quel che è fatto è fatto..non si può più evitar..”
“ALBEEEEEEEEEEEEERT!! Dove sei!! Vieni subito qui ad aiutarci!!”
E inaspettatamente, Albert arrivò veramente.

Aprì la porta ed entrò lasciandola così.
“Eccomi, Sono qui.” Disse anche se appariva confuso.
“ALBERT???” dissero in coro Sam e Dean.
“Ma…come hai fatto a venire qui?? E come diavolo hai fatto ad aprire la porta??” chiese l’altro arrabbiato.
“Appoggiando la maniglia? Non è stato difficile..” disse lui, mentre loro lo superavano sulla soglia.
 
“Quanto al come, miei giovani amici, mi dispiace deludervi, ma non lo so neanche io.” Disse mentre loro fuori dalla porta osservavano quella numerosa sequenza di strane figure geometriche sospese nel vuoto e giganti che inquietanti stazionavano in un corridoio ancora più inquietante, che si contorceva come a formare un tunnel che si liquefaceva come un’autostrada nel cosmo.

“T-tu ti trovavi in mezzo a queste cose, Albert?” chiese Black.

“Macchè..ho fatto un viaggio nella letteratura contemporanea, rifacendomi un po’ di cultura giovanile, e approfondendo i temi della magia in chiave della narrativa tra ragazzi, comprendendo più a fondo la teoria che mischiata sulla pratica della realtà..”
“VIENI AL PUNTO!”

“Ero Silente, nel mondo di Harry Potter, e tu eri Severus Snape…prima di essere gli Dei Dell’Olimpo, eravamo i personaggi di un libro di fantasia per ragazzi.” Disse Albert pacato e solenne, stordendo tutti quanti.













pps La stanza dei bottoni, sarebbe il limbo in cui si trovano e la citazione è presa dal pappagallo Iago di Aladdin, che si riferiva però al palazzo del sultano ahha
   
 
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