Anime & Manga > The Case Study of Vanitas
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Autore: Europa91    16/10/2022    2 recensioni
Raccolta di storie per il #Writober 2022 indetto da fanwriter.it. Lista pumpNEON.
Dal capitolo uno:
“Ormai Noè non riusciva a discernere cosa fosse reale e cosa no. Erano troppi i pensieri che affollavano il suo animo, un nome su tutti, Vanitas. Chiuse gli occhi, rivedendo se stesso arrivare tardi, mentre la mano del ragazzo lentamente scivolava via dalla sua. Il vampiro sentiva l’impellente necessità di mettere nero su bianco quei momenti, non poteva permettersi di dimenticare. Non voleva farlo. Era un lusso che sapeva di non potersi concedere"
Credendo di aver perso per sempre Vanitas, Noè ripercorre gli eventi del proprio passato. Nulla però è come sembra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dominique de Sade, Louis de Sade, Noé Archiviste, Nuovo personaggio, Vanitas
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mémoires Inconnues '
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16-’cause darling I’m a nightmare dressed like a daydream


“Louis, il fratello maggiore di Domi. Eravamo sempre insieme. Era tranquillo, colto e a volte dispettoso. È stato decapitato quando eravamo bambini perché maledetto” nel pronunciare uelle parole Noè si protese in avanti portandosi una mano alla bocca, sembrava quasi sul punto di vomitare. Anche se a Vanitas ricordò molto più un attacco di panico. Si avvicinò non sapendo bene da dove iniziare per aiutarlo. Chissà cosa era successo in passato, e del perché vedere il vampiro in quello stato lo avesse scosso tanto profondamente.

Non si era mai interrogato su quanto Noè contasse per lui. Non era nemmeno certo di voler conoscere la risposta.

Ricordare faceva male per l’ultimo degli Archiviste, ma questa volta era come immergersi in un’oscurità senza fine. Si sentiva trascinare sempre più a fondo. In un luogo dove nemmeno la luce della luna poteva raggiungerlo. Era una sensazione non troppo dissimile da quella che provava la prima volta che assaporava il sangue di qualcuno. Noè stava letteralmente affogando nei propri ricordi, nel dolore che la morte di Louis aveva provocato. Troppi sentimenti affollavano il suo animo e la sua mente. Compresa la voce di Naenia, quella poteva distinguerla chiaramente nonostante il caos dei propri pensieri. Furono le braccia di Vanitas a riportarlo alla realtà. Quando il vampiro aprì gli occhi si trovò stretto nell’abbraccio dell’umano. Vanitas era così caldo. Era un tepore piacevole.

“Non sono stato in grado di salvarlo. Non sono riuscito a fare nulla. Avrei tanto voluto avere il potere di proteggerlo” ammise tra i singhiozzi.

Vanitas si trovò ad accarezzargli la schiena, quella era la prima volta che provava a consolare qualcuno e non era sicuro di come muoversi. Tutta quella situazione lo aveva preso in contropiede.

“Hai detto che eri un bambino. Cosa avresti potuto fare?” Noè tirò su col naso facendo attenzione a non sporcare le vesti dell’umano a cui restava saldamente aggrappato.

“Eravamo diventati amici con dei bambini che vivevano al villaggio. Giocavamo sempre insieme ed avevamo persino trovato un nostro rifugio segreto. Ero insieme a Louis quando Domi entrò in camera e ci disse che una di quei bambini, Mina sarebbe stata giustiziata dai Borreau il mattino seguente. Non potevo accettarlo” Vanitas non faticò ad immaginarsi quella scena, come anche il resto del racconto del vampiro. Noè era così prevedibile.

“Avevamo deciso di salvarla. L’avremmo fatta fuggire di nascosto nel cuore della notte”

“Noè” tentò ma il vampiro non lo fece proseguire.

“Eravamo solo dei bambini. A quel tempo non avevo la più pallida idea di cosa volesse dire essere un Maledetto. Lo scoprii quella sera, quando vidi Mina perdere il controllo in preda alla sete ed attaccare Fred. Ero paralizzato dalla paura, non sapevo che fare” il vampiro strinse i pugni e Vanitas in risposta fece lo stesso, stringendo la propria presa su di lui, impedendogli di scappare.

“Che cosa avvenne poi?” perché l’umano era certo, il peggio doveva ancora arrivare.

“Louis attaccò Mina” Noè iniziò a tremare.

“Poi perse il controllo e attaccò anche Gilles e Fanny. Quello non era il mio Louis, non poteva esserlo. I suoi occhi. I suoi occhi” cercò di disfarsi da quell’abbraccio solo per prendersi il volto tra le mani. Ogni volta che riviveva quella scena il dolore diventava insopportabile. La voce di Naenia nella sua mente non gli lasciava scampo, continuando a ricordargli come quel giorno avesse fallito nel proteggere i propri cari. Chiedendogli a gran voce quale fosse il suo più grande desiderio. 

Come se non fosse ovvio. 

Riaverlo.

“Louis non era in sé. Doveva essersi contagiato dopo aver ucciso Mina. Mi pregava di ucciderlo, di porre fine alle proprie sofferenze”

“Che hai fatto Noè?” Vanitas aveva quasi timore di ascoltare la risposta;

“Ero completamente paralizzato dalla paura. Non potevo fare nulla. Sono rimasto immobile. Louis era davanti a me, in quel momento gli avrei lasciato bere il mio sangue. Gli avrei concesso ogni cosa perché tornasse ad essere l’amico che ricordavo” qualcosa non tornava in tutta quella storia; più di un sospetto si fece largo nella mente di Vanitas.

“Chi l’ha ucciso?” Solo allora Noè sembrò tornare alla realtà. Lo fissò spaesato prima di rispondere;

“Il mio Maestro. Era tornato prima da un viaggio di lavoro. Ha salvato me e Domi. Decapitando Louis”

“Ha decapitato il suo stesso nipote?” la crudeltà di certi vampiri aveva ancora nonostante tutto, il potere di sorprenderlo;

“Non avevano legami di sangue” si sentì in dovere di spiegare Noè.

“Ciò non toglie che l’abbia ucciso” fu la replica di Vanitas “Non so che strani concetti voi vampiri abbiate di amicizia o famiglia. L’uomo che ti ha cresciuto ha ucciso un ragazzino davanti ai tuoi occhi come puoi difenderlo?”

In effetti le parole di Vanitas avevano un senso, allora perché Noè non riusciva a odiare il proprio Maestro? Aveva incolpato in tutti quegli anni solo se stesso. Era colpa sua se Louis era morto. Se solo lo avesse ascoltato, se quel giorno avesse lasciato che fossero i Bourreau ad occuparsi di Mina. Gli faceva male la testa, ricordare Louis era troppo doloroso, si strinse nell’abbraccio di Vanitas e si lasciò cullare dal suo respiro.

  
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