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Autore: Francyzago77    16/10/2022    6 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprì la porta esortando Chris che, stringendogli ancor di più il braccio, mostrava timore ed un forte imbarazzo. Insieme entrarono, la mamma stava portando la cena in tavola con l’aiuto di Nat mentre Ted e Matt si sistemavano ai loro consueti posti.

Lo sguardo di ognuno di loro si posò inevitabilmente sulla giovane, Mark annunciò con semplicità e non poco impaccio:

-Scusate il ritardo. Lei è Christine, la mia ragazza. Andiamo a posare questa roba di là e arriviamo!

-Buonasera – salutò timidamente Chris seguendo Mark che, avendo preso la borsa, si dirigeva a passo svelto verso un’altra stanza.

Lasciarono velocemente la cucina tra il  silenzio e lo stupore di tutti. 

Fu Matt, col candore tipico dei bambini, ad esordire:

-Mark ha una ragazza! Avete visto? Mark ha una ragazza!

E divertito diede una botta sulla mano al fratello che però non rispose talmente era rimasto imbambolato dalla situazione.

-Ne sapevi nulla ,mamma? – chiese immediatamente Nathalie mollando il piatto con distrazione, facendo cadere un po’ di zuppa sulla tovaglia.  

-No – rispose semplicemente la donna, rimediando all’errore della figlia con uno strofinaccio – non ne sapevo nulla. 

Poi aggiunse:

-Nat, prendi una scodella dalla credenza. Ted spostati accanto a Matt, lascia libero il posto vicino a Mark.

Rimescolò un poco la zuppa nella pentola mentre la ragazzina, osservando i piatti e poi il tegame, esclamò:

-Ma non ce n’è per tutti! Non basterà. 

La mamma invece aveva già tolto dal proprio piatto una parte di minestra.

-Basterà – sorrise la signora Lenders preparando il posto per quella ospite inattesa.

Mark e Chris ritornarono quasi subito in cucina, la ragazza era ancora visibilmente molto scossa e intimorita, si sedettero a tavola, la mamma porgendole il pasto disse:

-Sei la benvenuta in questa casa Christine!

-Grazie – rispose con sollievo la giovane, colpita dal tono cordiale e dal bel sorriso della donna.

Si trovò davanti una zuppa calda e fumante, pensò che le avrebbe fatto bene mangiare qualcosa dopo quella giornata così piena di emozioni contrastanti.

-A questo punto – esordì Mark – inizio con le presentazioni. Loro sono i miei fratelli, Ted e Matt e lei è mia sorella Nathalie, ma in famiglia la chiamiamo tutti Nat.

-E voi potete chiamarmi Chris – aggiunse la ragazza con più disinvoltura, cominciando ad assaggiare quel pasto.

La bontà di quelle pietanze incoraggiò il silenzio, tutti mangiarono senza far troppe domande e Chris apprezzò la discrezione della signora Lenders durante la cena.

Matt non le toglieva gli occhi di dosso al contrario di Ted che sembrava incantato da quella presenza insolita, arrossendo al solo porgerle del pane. Nat era invece sospettosa e diffidente, scrutava Mark che, in neppure mezz’ora, le pareva non fosse più il suo adorato fratello ma un estraneo perso dietro alla bellina di turno. La mamma osservava senza chiedere limitandosi a brevi risposte sul cibo cucinato.

-Sei una principessa? – fu la domanda di Matt che ruppe il silenzio creatosi, facendo ridere tutti i presenti.

-No, non sono una principessa – rispose cordialmente Chris stupita guardando con tenerezza il ragazzino.

-Non farci caso – s’intromise subito Nat – lui ha spesso queste uscite deliranti!

La mamma diede un’occhiataccia alla figlia per poi rincuorare il piccolo che si giustificò dicendo:

- Chris ha dei modi così gentili che mi sembra proprio una principessa!

Non l’aveva persa di vista un minuto per tutta la serata, vedendo come piegava il tovagliolo o come portava alla bocca il bicchiere. Agli occhi del bambino pareva esser uscita da un libro di fiabe.

-Aiutami a sparecchiare la tavola – disse la mamma al bimbo togliendolo dall’impaccio – ho bisogno del tuo contributo stasera. Ted e Nat, invece, sono di turno con il bucato, andate a stendere i panni credo che la lavatrice abbia terminato.

Guardò l’ora, erano passate le venti e trenta, i due ragazzini uscirono dalla stanza mentre Matt iniziò a togliere piatti e bicchieri. 

Mark condusse Chris al piano superiore per cercare di trovare una sistemazione adeguata.

-Tua madre – gli disse lei salendo le scale – gestisce la casa alla perfezione.

-Qui tutti aiutano in qualcosa – spiegò Mark – si fa a turno. Oggi il bucato è toccato a Ted e Nat, domani si occuperanno loro della cucina e Matt farà delle piccole pulizie.

-E tu? – gli chiese la ragazza incuriosita.

-Io vado a lavorare – rispose Mark prendendola per mano e facendola entrare nella sua stanza.

La camera era molto piccola, Chris rimase in piedi sulla porta.

-In qualche modo ci sistemeremo – esordì lui pensando che divideva la stanza con suo fratello Ted.

-Dirai del bambino a tua madre? – chiese con timore Chris – Lei è stata così gentile con me ma come potrebbe reagire alla notizia?

-Aspetto che rimanga sola – spiegò Mark – e le dirò che tu ti fermerai qui a dormire. Poi vedrò di comunicarle il resto.

In realtà non sapeva proprio da quale parte incominciare.



 

Intanto Ted e Nat erano alle prese con la lavatrice.

-Attento! Stai facendo cadere tutti i panni! – esclamò Nat al fratello che distrattamente aveva inciampato tenendo in mano il catino con dentro il bucato.

Raccolse quelle magliette finite per terra e, nervosa, lo rimproverò:

-Hai la testa fra le nuvole! Sembra proprio che tutti i maschi di questa casa abbiano perso il senno per via di quella specie di bambolina!

-Come sei acida Nat! – ora fu Ted a riprenderla – Non essere così cattiva nei confronti di Chris.

-La trovi così carina? – domandò la ragazzina con una punta di ironia.

-Carina? – il fratello era sbalordito – Bellissima, vorrai dire! 

-Oh oh – rise Nat – più di Sally Witter? 

Ted arrossì, Sally era una sua compagna di classe, da mesi ne era innamorato ma non era mai riuscito a dichiararsi.

-Non c’è paragone! – rispose di getto – Chris è più grande, è più bella, più interessante, più tutto!

-Se lo scopre Mark – sghignazzò Nat – che fai questi pensieri sulla sua ragazza ti uccide!

-Non vorrai mica dirglielo! – esclamò Ted preoccupato, conoscendo bene sua sorella.

Nat scosse il capo affermando:

-Il mio silenzio ha un costo.

-Ti detesto Nat! – gridò spazientito allora Ted – Cosa vuoi in cambio?

La ragazzina ci pensò su poi affermò:

-I compiti di matematica risolti per un mese.

-Per un mese! – sbraitò lui – Questo è un vero ricatto.

Prese il catino colmo di panni e lo mollò tra le braccia della sorella.

-Adesso però questi li stendi tutti tu!

E la lasciò lì sbattendo la porta.  



 

Mark scese le scale sapendo che la mamma era rimasta sola in cucina. 

Entrando la vide che stava lavando i piatti, Matt aveva di certo raggiunto Ted e Nat, poteva parlarle con tranquillità. 

Si avvicinò, la donna gli dava le spalle, l’acqua scorreva dal rubinetto con getto abbastanza forte e, unita all’acciottolio delle stoviglie, non permetteva sicuramente l’avvio di una buona conversazione.

-Mamma – esordì Mark toccandola leggermente sulla schiena – potrei parlarti un attimo?

-Oh sì – rispose lei voltandosi appena – ma prima fammi finire con i piatti.

Il giovane allora si scansò, allontanandosi un poco.

-Senti mamma – iniziò titubante – è un problema se Christine rimane a dormire qui?

-Mark non sento bene con l’acqua aperta – disse a voce alta la donna – puoi aspettare ancora qualche minuto?

-E’ che dovremmo sistemarci – continuò lui tentennando – vorrei sapere se tu sei d’accordo.

La donna girò il rubinetto quasi a chiuderlo per far scorrere meno acqua e, non interrompendo il suo lavoro, disse:

-Ora puoi ripetere, ti ascolto.

-Christine ha bisogno di un posto dove dormire – scandì bene Mark – può stare da noi?

La mamma non si girò, terminò di sciacquare la scodella che teneva tra le mani, la posò e, lasciando il rubinetto ancora aperto, chiese:

-La tua ragazza è incinta?

Mark pensò di non aver capito bene, tra il rumore dell’acqua e il tono sottovoce della mamma.

Rimase immobile, non riuscendo neppure a rispondere.

La donna, quindi, chiuse il rubinetto, ripose l’ultimo piatto e, voltandosi, ripeté:

-Chris aspetta un bambino?

Intanto si asciugava le mani sul grembiule togliendoselo poi dalla vita e appoggiandolo sulla spalliera della sedia.

Trovandosi ora faccia a faccia con sua madre, Mark farfugliò:

-Sì, però posso spiegarti …

-Spiegarmi cosa? – sorrise la donna quasi divertita – Io di figli ne ho avuti quattro!

Nel mentre aprì un cassetto e prese uno strofinaccio con cui si accinse a pulire la tavola.

Vedendo Mark fermo, impalato senza dire più una parola, aggiunse:

-Potete andare nella mia camera.

Il ragazzo scosse la testa non avendo capito a cosa si riferisse la donna.

-Tu e Chris – scandì bene la mamma – potete dormire nella mia stanza da letto.

-La tua? – balbettò Mark attonito.

-Sì, è la più grande – sottolineò lei osservando se sulla tavola fosse rimasta ancora qualche briciola – per adesso mi sembra la migliore sistemazione possibile.

-Grazie, ma tu … – tentò di replicare lui ma la madre lo interruppe subito.

-Penserò io a come organizzarmi con i ragazzi! – sorrise posando in fretta lo strofinaccio.

-A proposito – aggiunse con semplicità – nel secondo cassetto del mio armadio ci sono delle lenzuola pulite.

Fece così intendere a Mark di salire in camera.

Il ragazzo però, prima di andare, si avvicinò a lei con discrezione e, senza dirle nulla, le diede un lieve bacio sulla fronte. Poi uscì dalla stanza.

La mamma rimase sola nuovamente, pensierosa.

Tornò all’acquaio e riaprì il rubinetto, si sciacquò le mani.

Riprese lo strofinaccio per asciugarsi poi, istintivamente, portò due dita sulla guancia per tentare di fermare una lacrima che scendeva lentamente.

Dalla stanza accanto sentì Ted alzare la voce con Nat. Poi anche Matt gridava intromettendosi.

Stavano  litigando. 

Sempre chiasso, sempre confusione, pensò la mamma.

Non aveva il tempo neppure per piangere. 

 

 

   
 
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