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Autore: NPC_Stories    17/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Genere: Comico
Personaggi: Seyda, Oscar, altri (citati)

17. Accident


1369 DR, in un piccolo semipiano privato da qualche parte nel Piano Etereo

"E così, vuoi venire a lavorare per questa specifica branca dei Compagni della Maschera Pallida".
Il tono era inquisitorio e per nulla accomodante, ma Seyda Nadenka, figlia di una famiglia nobile di Bezantur, era abituata a essere costantemente sotto l'occhio del giudizio. Non era intimidita dal vecchio segaligno che aveva davanti. Lui era un non morto di qualche tipo, ma lei era una nobile del Thay: era cresciuta vedendo zombie che facevano lavori pesanti per strada accanto agli schiavi.
"Sì signore. Mio cugino Ky… sir Kyelet Nadenko lavora per voi, è uno scartoffione."
"Un… cosa?" Il necropolitano sollevò un sopracciglio.
"Un segretario" si corresse, come se avesse ricordato solo in quel momento la parola giusta.
"Avere un parente che lavora qui non è una via preferenziale per l’assunzione, signorina Nadenka."
"Non intendevo quello" ribatté lei. "Volevo solo dire che so come funzionano le cose qui, e non mi spaventa."
"Lo sai? A me non sembra. Qui noi non trattiamo con sussiego il nostro apparato burocratico. Il lavoro dei segretari è importante. Coordinano e pianificano le missioni, passano le comunicazioni alla branca principale dei Compagni della Maschera Pallida, e cosa ancora più importante, si occupano delle pubbliche relazioni con le popolazioni locali. È questo che vuoi fare, Seyda Nadenka? Anche se significa fare la scartoffiona?"
"Ecco… no, non proprio. Io sogno l’azione! Combattimenti, astute indagini, duelli di magia…"
Il non morto sospirò, e Seyda capì che non era un buon segno. Quelli come lui non hanno bisogno di respirare.
Si sedette più composta. Li separava una scrivania, ma la giovane ragazza aveva l’impressione che fosse una distanza infinita. "Naturalmente so che all’inizio c’è da fare la gavetta, e il lavoro duro non mi spaventa. Dico solo che vorrei tanto avere qualche incarico d’azione, non solo d’ufficio. Certo non mi aspetto di poter mai diventare una dei grandi agenti, quelli che vengono inviati a combattere lich millenari e sommi necromanti. So che quella carriera mi è preclusa, non ho il nome giusto."
Oscar reagì con uno scatto nervoso delle dita, picchiettando sulla lettera di presentazione della ragazzina. "E questo cosa vorrebbe dire? Stai insinuando che attribuiamo incarichi e onorificenze per nepotismo?"
"No, signore!" Lei si affrettò a negare. "Voglio dire, io mi chiamo Seyda."
Lui sollevò un morto sopracciglio. "...E?"
"E, quindi il mio nome inizia per ‘s’…"
"Continuo a non comprendere il merito della questione…"
Seyda era confusa. Si trattava di un test, o doveva iniziare a sentirsi stupida?
"Lo so che il nome di questa branca è Beyond"
"Quello è il nome dell’agenzia investigativa che usiamo come copertura. La branca non ha un nome ufficiale."
"No, d’accordo, ma il nome non ufficiale è Beyond. È così che la gente si riferisce a voi, in particolare agli agenti principali. E il mio nome non inizia con nessuna di quelle lettere."
"…lettere?" Oscar era sempre più confuso.
"Be’ sì… c’è il fondatore, il signor Bahostegym, e l’investigatrice personale di Jergal, lady Yrga. C’è la signora Bennu, l’archeologa ufficiale della squadra, e quella ragazza di nome Erica o Elena o quel che è, che ha sconfitto un dracolich con qualche parola e un pugno. E poi ovviamente ci siete voi, signor Oscar. So che non ho composto la parola intera, ma il modello mi è chiaro: diventa un agente solo chi ha un nome che inizia per…" Seyda si fermò, perché il non morto aveva chiuso gli occhi e il suo fisico sottile stava tremando leggermente.
Seyda si allarmò, pensando che lui stesse per lanciarle addosso un incantesimo. Invece, il suono che sentì provenire dalle sue labbra poco dopo assomigliava più a… una risata. La risata di qualcuno che ha dimenticato da tempo come si faceva a ridere.
"Tu sei una ragazzina strana, te l’hanno mai detto? La squadra si chiama Beyond perché indaghiamo su cose che sono oltre la morte, e perché noi stessi lo siamo. Il signor Bahostegym è un dracolich, lady Yrga è una cantora spettrale, la signora Bennu è una mummia, Erika è una progenie vampirica e io sono un necropolitano. C’è bisogno di gente immune agli attacchi dei non morti, quando li vuoi combattere. Per questo ci occupiamo noi dei casi più pericolosi."
Seyda arrossì. Forse sentirsi stupida era l'opzione giusta dopotutto.
"Concordo con la tua valutazione: non puoi diventare un'agente. Non perché il tuo nome inizi con la lettera sbagliata, ma perché sei viva."
"Sì, signore" mormorò lei, sempre rossa come un pomodoro. "Ho capito."
"Se la tua condizione esistenziale in futuro dovesse mutare, abbi fiducia nel fatto che rivaluteremo la tua richiesta. Per il momento, se vuoi lavorare per noi, dovrai accontentarti di una mansione più modesta."
"Sì, signore. Voglio ancora lavorare per voi. Non è che possa tornare a casa, dopo tutto."
"Ecco, veniamo al punto" Oscar prese in mano la lettera di presentazione di Seyda. "Come mai una nobile destinata al servizio sacerdotale decide di abbassare le sue prospettive e andare a lavorare per una branca geograficamente lontana di una organizzazione che è soltanto affiliata alla sua chiesa?"
Seyda si appoggiò allo schienale della sedia e cominciò a fissarsi con interesse le punte delle scarpe. "Potrei… aver combinato un guaio."
"Potresti?"
"Ho. Ho combinato un guaio. Non ti promuovono ad accolita se hai dato fuoco alle vesti del tuo sacerdote capo perché non avevi chiuso bene un incensiere."
"Dato fuoco! Complimenti."
"È stato un incidente!"
"Non mi aspettavo certo che tu lo avessi fatto di proposito. Ma sei stata bandita semplicemente per aver bruciato delle vesti?"
"Con il prete dentro" chiarì lei.
Il necropolitano incrociò le braccia sul tavolo e usò quella posizione per nascondere discretamente il suo tremolio, dovuto a una risata trattenuta a stento.
Seyda continuò la sua confessione.
"Per fortuna lui è riuscito a sfilarsi le vesti e le ha gettate via. Purtroppo… in quel momento di panico le ha gettate davanti a sé senza pensarci, così le vesti hanno incendiato anche i paramenti di tessuto sull'altare. Che era di legno. Lo sapevate che il legno trattato con gli olii sacri prende fuoco a meraviglia? Ecco io ora lo so. E il sacerdote è rimasto in mutandoni davanti al suo stesso altare che bruciava."
Oscar cominciò a ridere come non faceva da secoli.
"A quel punto è entrato il vescovo per una visita a sorpresa" continuò lei, la sua voce ormai ridotta a un mormorio. Oscar aveva nascosto il viso tra le braccia incrociate e rideva in silenzio perché non trovava il tempo di respirare, per fortuna non ne aveva bisogno. "E niente. Non è stato contento."
Seyda attese pazientemente che il suo intervistatore smettesse di ridere. Dopotutto c'era in gioco il suo futuro.
"Puoi restare" sentenziò infine il mago. "Lavorerai per tuo cugino sir Kyelet. Vedrà lui cosa farti fare. È un cavaliere quindi nominalmente sarai la sua scudiera, ma non aspettarti avventura, almeno per ora."
Seyda si illuminò. "Grazie signore! Non vi deluderò. E prometto che starò lontana da qualunque fonte di fiamme o carboni accesi o…"
"Sarà meglio" Oscar si alzò, comunicando con quel gesto che il colloquio era finito.

Oscar la guardò uscire dalla stanza con passo veloce, forse nel timore che lui cambiasse idea. Di solito il necropolitano dimenticava i dettagli sul personale vivente nel momento in cui non l’aveva più davanti agli occhi, ma aveva il sospetto che si sarebbe ricordato di lei. Nessuno lo faceva ridere così da quasi cinquecento anni.

   
 
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