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Autore: susiguci    19/10/2022    4 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Insanity













 








Il sorriso di quel ragazzo si era trasformato in un'espressione di puro stupore.

Entrambi i giovani ritirarono la mano, a disagio.

"Ciao … Will" disse Merlin freddo, mentre l'altro sembrava non avere la forza di rispondere.

 

Mentre Merlin tornava a sedersi, notò che l'atmosfera generale si era fatta pesante. 

Tutti si erano accorti del gelo calato tra Merlin e l'uomo appena presentatogli, soprattutto Arthur, che seguiva i movimenti di Merlin con sguardo corrucciato.

 

Will era rimasto in piedi, imbambolato a guardare l'ex amico che si allontanava e prendeva posto, poi si riscosse rivolgendo ai presenti un breve sorriso forzato, sedendosi vicino alla moglie, che lo guardava preoccupata.

 

Merlin si sentiva estremamente sfortunato. Perché tra tanti proprio Will? Quante possibilità c'erano di incontrarlo lì, nel suo circo, visti i milioni di persone che vivevano in Inghilterra?

 

In quel momento avrebbe voluto andarsene via anche lui, come avevano fatto Lance e Gwen.

 

Voleva sparire, anzi no, avrebbe voluto che fosse Will a sparire.

 

Non avrebbe sopportato il fatto di vederlo ogni giorno e di dovergli stare vicino. Non riusciva a pensare lucidamente a cosa dovesse fare.

Sentì una mano toccarlo vicino al ginocchio, stringergli una gamba e accarezzarla velocemente con il pollice. Era Arthur. Istintivamente mise la sua mano sopra quella dell'altro, senza guardarlo e la strinse forte. Merlin aveva bisogno di lui e lui lo sapeva. La sua stretta fu ricambiata dalle dita di Arthur.

Merlin si girò verso di lui con gli occhi rossi e lucidi, sussurrando con tono di supplica: "Arthur, non ce la faccio! Portami via di qui!"

 

L'amico si alzò in piedi, tenendosi una mano premuta sulla fronte con aria sofferente: "Alined scusatemi, ma non mi sento tanto bene. Merlin puoi aiutarmi?"

Il ragazzo si alzò e sorresse Arthur, aiutandolo ad uscire dalla locanda.

Una volta fuori, si staccarono e camminarono fino ai carri.

 

"Che succede? Conosci quell'uomo?" Arthur era preoccupato per lo stato di Merlin.

"È Will! Will … capito?" disse il ragazzo con tono isterico.

"Quel Will? Oh, cavolo! … È una coincidenza troppo strana! Non credi che potrebbe averti cercato … e trovato?"

"Io non credo … perché mai lo avrebbe fatto?"

 

A Merlin scappò una lacrima di frustrazione.

"Io non posso stare qui, non finché c'è lui, lo capisci?"

"No, sinceramente non lo capisco. Dimentichi che ci sono io, qui! Ti aiuterò! Prova a fidarti di me!"

"Ho lasciato mia madre, il mio paese, per colpa sua!"

"Con me hai detto che era colpa di Mordred. Hai detto che forse Will non c'entrava con tutta quella storia."

"Io non ne sono sicuro … non so più niente … e vederlo mi fa male lo stesso."

 

Arthur parlò con un certo nervosismo che non sfuggì a Merlin. "Cosa vuoi che faccia ormai? È sposato! Forse sarebbe il caso che tu lo perdonassi una volta per tutte. Per te. Perdonarlo farebbe bene soprattutto a te. Un peso in meno. Pensaci. E puoi sempre chiedere ad Alined di non lavorare assieme a Will. A tavola ho sentito dire che per iniziare farà da assistente in quasi tutti i numeri, al posto di Lance."

Merlin si sentiva in trappola. "Anche nella colonna umana?"

"Puoi chiedere di avere Leon. Tanto sai che se glielo chiederai tu, Alined farà tutto quello che vuoi!" e di nuovo Merlin avvertì della tensione nelle parole di Arthur.

 

"E questa perla di saggezza da dove viene fuori adesso?" chiese Merlin seccato, asciugandosi le lacrime dal volto.

"Non è forse vero?" infierì Arthur.

"Sei geloso di Alined?" domandò Merlin con gli occhi leggermente sbarrati.

"La gelosia non c'entra qui! Solo che … tu sei qui da poco e ottieni tutto quello che vuoi da lui. È giusto e lo meriti, ma come spieghi che uno che sta qui da più di un anno gli chiede una cosa, una soltanto e lui gli dice di no?"

"Tu?"

"Io! Sì! E poi non capisco perché tu non voglia sapere la verità su di me, su quello che è successo con Gwen." Arthur non riusciva più a nascondere le sue emozioni.

 

"La so, la verità… l'hai tradita..."

"E non vuoi sapere perché? E con chi?"


Merlin si lasciò scappare un gemito di dolore.

"No!" disse stringendo gli occhi.

"Perché?" quasi urlò Arthur avvicinandosi di un paio di passi.

"Perché tengo a te, lo sai e vorrei continuare a tenerci."

 

"Giusto! Perché se te lo dicessi, tu non vorresti più avere a che fare con me, vero?" domandò Arthur con un sorriso sarcastico, atto a nascondere il dolore che stava provando.

 

Merlin abbassò la testa e non disse nulla, continuando a lacrimare in silenzio.

La voce di Arthur tremava:

"Non ho tradito te! Io non ti tradirei mai! Tu sei di più per me.... non lo sai ancora … ma per me sei diventato… casa. In pratica sei la cosa più simile a una famiglia che ho!" disse il ragazzo con gli occhi lucidi. Non riusciva più a fingere.

 

Merlin aveva la gola chiusa. Era come bloccato dal dolore e la voce non gli usciva. 

Arthur prese un profondo respiro.

"Se non sopporti la presenza di Will è perché ti ricorda Mordred. Ma io credo che tu l'abbia giá perdonato, nel tuo cuore. Lo so.
Posso sapere perché? Lui ti ha tradito, te lo dico io!" Ora Arthur ribolliva apertamente di rabbia e Merlin, giá confuso di suo, non ci capiva più niente.

 

"Mordred avrà anche usato tutte le strategie di seduzione possibili con Will, ma quel giorno ti aspettavano con un unico scopo, tutti e due! Mordred e Will! Che poi dopo si sia pentito può anche essere. 
Ma ti ha teso un tranello insieme all'altro. È stato debole e l'altro se n'è approfittato."

"Basta, ti prego!" 

Le parole di Arthur affondavano come una lama nella piaga dei suoi ricordi più dolorosi, eppure l’altro continuava impietoso.

 

"Will non ha pensato a te! Ha detto di sì a Mordred, distruggendo la tua storia d'amore e la vostra amicizia in un colpo solo. Voglio sapere perché diavolo Will merita il tuo perdono, mentre … io invece no?" lo incalzò Arthur urlando. 


"Perché Mordred era un mago!" gridò a sua volta Merlin, sfinito da quel confronto. 

Finalmente aveva compreso il motivo dello strano comportamento di Arthur, che sembrava talmente sconvolto e Merlin non aveva potuto tacere la verità


Arthur rimase in silenzio, guardandolo come se lo vedesse per la prima volta e scuotendo poi la testa.

"Merlin! Tu non stai bene! … I maghi esistono nei libri di fiabe per bambini, nei libri di fantasia … sono come i fantasmi, i vampiri, gli elfi … semplicemente non esistono…"

"Esistono, credimi, Arthur! Se vuoi saperlo, anche Trickler era un potente mago, per questo ha avuto quel successo straordinario, ai suoi tempi."

"Non crederai sul serio a queste baggianate?"

"Mordred spesso faceva in modo che levitassimo in aria, mentre facevamo l'amore … lo facevamo volando!" spiegò Merlin, tirando su con il naso, tacendo l'altra parte della verità.

"Che cosa?" Avrà usato un trucco per impressionarti..."

"E quale trucco, scusa? Non credi che me ne sarei accorto? 
Mordred fece un incantesimo a Will per costringerlo a fare una cosa che altrimenti non avrebbe mai fatto."

"Se davvero ci credi, allora non può essere che Mordred abbia usato la sua magia anche su di te, per sedurti? O pensare che quell'amore grandioso che provavi, fosse 'pilotato' da lui, ti fa troppo male per accettarlo."

"Mordred non usò alcuna magia per sedurmi, se escludiamo la malìa del suo fascino naturale e della sua bellezza!"

"Come puoi esserne sicuro?"

"So che la magia con l'amore non funziona, se non per breve tempo!"

"Che assurdità! La magia!"

"A Will piacciono solo le donne, ma anche se gli fossero piaciuti gli uomini, se per assurdo gli fossi piaciuto io, non avrebbe comunque mai potuto farmi una cosa così meschina. Ma ci sono arrivato solo dopo parecchio tempo."

 

Arthur incrociò le braccia sul petto.

"Molto bene, mi fa piacere! Puoi finalmente toglierti questa storia dalla testa e trattarlo come l'essere umano meraviglioso che è!" sbottò di nuovo furioso. 

"Che ti piglia ancora?"

"Mi piglia ... che tutti sono nobili d'animo: tu, Will, Alined … invece io sono solo un povero traditore che merita comprensione, pietà e non certo rispetto e stima, tanto meno fiducia."

"Io non ti ho mai detto questo!"

"No, ma lo pensi. Si capisce da come parli, da come mi guardi…" una lacrima veloce rigò la gota di Arthur, che girò le spalle e se ne andò.

 

Merlin non se l'aspettava. L'aveva ascoltato con attenzione, ma forse gli era sfuggito qualcosa. O forse era sconvolto dalle sue parole sulla magia.





Arthur non dormì sul carro quella notte, né su quello di Gwen che era stato assegnato a Will e a sua moglie. Merlin dormì poco e male, ma non se la sentì di andare a controllare dove fosse finito.





 


Successero cose spiacevoli la settimana successiva a quello scontro, per Merlin.

Avrebbe voluto parlare con Arthur, ma il ragazzo non si faceva mai trovare da solo. A tavola rimaneva pochi minuti e si sedeva sempre lontano da lui. Era tornato a dormire sul carro, ma si coricava talmente tardi che ogni volta Merlin e Leon giá dormivano.

 

Arthur lo stava evitando e dopo i primi giorni, sempre più offeso dall'atteggiamento dell'altro, Merlin si adeguò, cercando di evitarlo a sua volta.

 

Will si faceva vedere poco anche lui e quando c'era non lo guardava mai. Sembrava che Will e Arthur facessero a gara a chi lo evitasse di più: non era una bella sensazione.

 

Quella mattina a colazione Arthur non si fece proprio vedere.

Merlin aveva praticamente finito di mangiare, quando Alined gli si avvicinò. Il vecchio fece per parlare, ma Merlin lo anticipò, investendolo con una certa violenza. "Si può sapere che cosa avete fatto ad Arthur?"
"Niente…" disse il capo turbato, ma si riprese quasi subito e aggiunse con voce più tranquilla: "Niente per cui lui non fosse d'accordo!"

"Io non so perché ma … lui vi odia e mi dispiace perché siete entrambi miei amici…" disse il ragazzo con evidente tristezza. 

Alined sentì una stretta al cuore. Non tanto per l'odio che Arthur diceva di provare per lui e al quale credeva solo in parte, ma per quella confessione onesta di Merlin: uno come lui che lo considerava un amico era una novità, una piacevole novità. 

Alined non aveva mai avuto amici, se non amici di convenienza. La persona più vicina ad un amico che avesse mai avuto era George, ma forse solo perché si sopportavano da vent'anni.

 

"Non ti crucciare!

Arthur mi odia solo a metà e io non lo odio affatto. Tu … piuttosto … non vorrai fare andare via Mr. Walsh e sua moglie? Non so cosa sia successo in passato tra te e William, ma è chiaro come il sole che vi conoscete e che non vi piacete affatto."

 

Walsh, si disse Merlin, non era nemmeno il vero cognome di Will. Chissà perché lo aveva cambiato.

 

"Io non posso permettermi di mandarli via" aggiunse Alined. "Sai che se posso ti vengo incontro, ma non questa volta."

"Non preoccupatevi! Noi … eravamo amici, una volta e abbiamo litigato! Tutto qui!"

"Per soldi?"

"No"

"Per una ragazza?"

"Qualcosa del genere!"

"Per un ragazzo, allora?" Merlin era scioccato. Come faceva Alined a sapere? Arthur era l’unico con cui si era confessato e non l’avrebbe mai detto a nessuno, anche ora che era arrabbiato con lui. Ma Alined era un acuto osservatore ed essendo dichiaratamente omosessuale doveva avere un sesto senso innato per queste cose. Merlin preferì eludere la domanda.  

"È tutto a posto. È stato più per la sorpresa che ho reagito così. Non accadrà più!" 

"Voglio sperarlo. Ma in una settimana non vi siete mai rivolti la parola e domani sera ci sarà lo spettacolo. Posso cercare di non farvi lavorare insieme, ma di più non posso fare…"

"Non sarà necessario. Ormai ho dimenticato."

 

Merlin non stava mentendo. Davvero non provava più rabbia o odio per Will. Il merito era soprattutto di Arthur che l'ultima volta che avevano parlato era stato piuttosto brutale e l'aveva tartassato, ma lo aveva messo davanti al fatto compiuto. E continuando a pensarci era arrivato alla conclusione di poter concludere ogni ostilità con Will. Ovviamente se anche Will fosse stato d'accordo.

Il suo problema con l'ex amico consisteva ormai solo nel fatto che affrontarlo avrebbe riportato a galla vecchi ricordi mai sopiti e dolorosamente collegati a Mordred.

 


Arthur saltò anche il pranzo. Stava esagerando, pensava Merlin, seduto a tavola. Ogni tanto guardava verso Will, che sembrava più disinvolto rispetto ai primi giorni. Ogni volta che si girava verso di lui, vedeva Sefa che da dietro il marito, lo osservava con tanto d'occhi.

 

"Dopo pranzo proverete anche oggi" esordì Alined rivolto alla coppia. "Domani sera sarò io a occuparmi del numero delle colombe!" disse alla ragazza. "Oggi Gwaine, voglio che lavori per mostrare a Sefa gli esercizi più difficili che sanno fare i cani."

Sefa gli sorrise affabilmente, dicendo: "Quei cani sono adorabili!"

"Dopo andrai con George per provare i tuoi costumi e t' ininsegnerà come truccarti da donna barbuta. Ricorda che George è bravissimo nel suo lavoro, ma ha un po' la lingua tagliente. È fatto così, non farci caso."

George fece una smorfia, ma non replicò.

 

Alined spostò la sua attenzione su Will. "Tu invece andrai un po' da tutti, che ti mostreranno cosa dovrai fare per loro domani. Dei leoni si occuperà Leon.

Se poi te la senti di esibirti al trapezio con Percival, fammelo sapere."

Percival intervenne: "Will se la cava bene al trapezio. Abbiamo messo a punto qualche esercizio semplice ma d'effetto."

Will era meno alto di Merlin ma anche meno magro: sicuramente pesava più di lui, ma Percival era forte come un toro.

Mentre Alined assentiva soddisfatto, Will arrossì di piacere e Merlin si sentì contento per lui.



 

Dopo pranzo, Merlin stava provando alcuni numeri di magia, quando arrivò Will. 

"Il capo mi ha detto di passare da tutti. Hai qualcosa da farmi fare?"

"Avrò bisogno che tu mi porti questo tavolino in pista, prima dell'ultimo numero. Dovrai stare attento a non mostrare al pubblico cosa c'è sotto, anche quando lo riporterai via."

Merlin si rivolgeva al ragazzo in modo spontaneo e Will ne fu sorpreso e felice.

"Per la colonna umana, hai un ruolo più importante. Finito il numero, dovrai afferrare prima me poi Gwaine per evitare che nello scendere ci facciamo male. Proveremo più tardi tutti insieme."

"Vorrei fare diverse prove. Non voglio rischiare che vi facciate male. Potresti pensare che l'ho fatto apposta."

"No. Non saremo più amici, ma ti conoscevo bene e so che non lo faresti mai."

Will sorrise e guardò l'armamentario da mago che stava usando Merlin. 

"Scusa ma … che bisogno hai di tutta questa roba? A te non serve!”

"Invece sì. Io … non la sto usando"

Will aggrottò le sopracciglia. "Tu sai perché feci quel che feci?"

"Sì." Merlin lo guardò negli occhi da vicino. E fu un'emozione forte.

"Mordred!" biascicò Will chiudendo gli occhi un attimo per la rabbia.

"Usò la magia su di te, lo so!"

Will spostò gli occhi su di lui, guardandolo di lato. Era così emozionato che la voce gli tremò. "La casa che ci cadde addosso fu opera tua?"

"Sì, mi dispiace. È per questo che da allora non l'ho più usata, neppure durante la guerra."

"Davvero? È un peccato però… Qualcuno qui ne è al corrente?"

"Assolutamente no …"

"E io sarò una tomba …"

"Sefa?"

"No. Neanche lei lo sa.  Sa solo che ci conoscevamo e che abbiamo litigato. L'ho conosciuta un anno fa. Lavoravamo nella stessa industria bellica. Siamo sposati da poco, ma con la fine della guerra, l'industria ha chiuso e lavoro non ne abbiamo più trovato. Per noi questo circo rappresenta un'opportunità. Nell'ultimo periodo abbiamo patito la fame. Ci crederesti?

Ho fatto il lustra-scarpe fuori dagli hotel, ma la concorrenza è serrata anche lì." Will era diventato rosso.

"Qui, il mangiare non manca, ma in quanto a soldi, ne vedrai pochi."

"Per il momento, può bastare!"




 

Più tardi, quel pomeriggio Merlin riuscì a farsi dare un pasto fuori orario, dalla cucina della locanda dove consumavano i pasti e marciò deciso verso il proprio carro. Aprì e richiuse la porta con forza.

"Arthur, adesso basta! Che vuoi fare? Dormire per sempre? Morire d'inedia? Domani sera ci esibiamo e tutti ti stanno cercando per provare con te."

Arthur si mosse e sbadigliò. "Che ore sono?" chiese mugugnando.

"Sono le quattro. Cosa succede? Sei stato da Alined ieri sera?"

"Cosa? No, perché?" Arthur si tirò su a sedere. Era a disagio. Non era stato da Alined, ma temeva che il vecchio non avrebbe tardato a cercarlo. Erano passati già passati più giorni del solito dall’ultima tragica volta.

"So che quando vai da lui, ti schiavizza e il giorno dopo ti lascia riposare!"

"Non capisco di cosa parli?" mentì Arthur.

"Me lo dissero Gwen e Gwaine. Lui ti fa faticare, sembra!"

"Ho fame, Merlin. Puoi passarmi il vassoio?" chiese più per cambiare discorso che per reale appetito.

"No, ti arrangi!" disse Merlin posando il vassoio su un comodino. "Voglio che ti alzi da quel letto e che mi dici perché da quella sera mi eviti come la peste e perché sembri così stravolto!"

"Abbiamo detto tante cose che non ricordo. È passata una settimana ormai …"

"Sappi che ho parlato con Will di lavoro e che sono molto più tranquillo al riguardo e lo devo principalmente a te."

"Bene!" rispose secco Arthur "comunque sappi che le tue fregnacce sui maghi non me le sono bevute."

"Va bene. Ognuno crede a quel che gli pare. Ora però puoi dirmi che cos'hai?"

"Sei tu. Te l'ho detto!"

"Cos'ho fatto? Non parlerò più di magia se ti dà così fastidio."

"Non è per quello! Sapevo anche prima che sei un ingenuo senza speranza. Certo non mi aspettavo che tu fossi un credulone del genere. Ma se ti fa stare meglio pensarla così, chi sono io per impedirtelo?"

"Non sei molto carino …"

Arthur si alzò in piedi, prese il vassoio e lo scoperchiò. Mangiò due forchettate di cibo e si fermò."

"Allora cos'è?" insistette Merlin ma in modo più dolce.

"C'è, che quando saprai una certa cosa, tu non vorrai più saperne di me e a me non sta bene, per questo non te l'ho detta!"

"Allora siamo pari. Non vedo il problema. Forse io non voglio saperla e per i tuoi stessi motivi" deglutì

Merlin con gli occhi che ricominciavano a bruciare.

"Ma … non è meglio che te la dico io? Saperlo da altri potrebbe essere peggio, non credi?” 

Merlin abbassò lo sguardo e mise una mano sulla maniglia della porta. L'intento era quello di fuggire: la voglia era tanta!

"Non sono pronto, Arthur! Non ora che stiamo bene. Io ho dato una mano a te e tu hai dato una mano a me, in un modo che neanche immagini. Se con Will riesco a parlare è solo merito tuo! Non voglio rinunciare a tutto questo.  Sapevo giá che frequentavi un'altra persona. Me lo disse Gwen, la sera che mi baciò. Lei sapeva di rischiare, mettendosi con te. Forse sperava che per amor suo, avresti rinunciato all'altra donna o … uomo. Ma sono fatti che in fondo non mi riguardano."

 

Merlin spalancò la porta. Non poteva più stare lì.

Arthur richiuse la porta con un tonfo e mise la mano sopra quella di Merlino, che ancora stava sulla maniglia. 

"Basta scappare …"

"Lo faccio per noi …per la nostra amicizia" provò ad insistere Merlin.

"Lo so, ma … dimostrami che la nostra amicizia è importante per te … dimostrami che sei coraggioso … fallo per me …"

Merlin scoppiò in lacrime, ma stavolta non fu sufficiente a fermare Arthur.

"Ogni tanto Alined mi fa chiamare per … avere rapporti sessuali con me!"

"No!" urlò Merlin.

"No, no, no" ripeté poi con un filo di voce.

Arthur tolse la mano da sopra la sua e Merlin scappò fuori in un istante.










 








Ciao!

Ci siamo! Arthur gliel'ha detto. Merlin sa di Alined e Arthur. Non sembra ci sia rimasto molto bene. E gli ha detto che Mordred era un mago, ma Arthur non crede alla magia. Come dargli torto! Non siamo nel medio evo, ma soltanto un secolo fa. Vedremo come andrà. Anche nel prossimo capitolo ci saranno nuove rivelazioni! 

Ringrazio chi è arrivato sin qui.

Un abbraccio! 




 
   
 
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