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Autore: ValeDowney    19/10/2022    2 recensioni
Stephanie Strange , brillante laureanda in Medicina alla New York University, comincia a sentire strette le maglie del camice bianco da neurochirurgo che il padre vorrebbe farle indossare. E se il padre è il famoso Doctor Stephen Strange, allora la faccenda si complica
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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UNA VITA IN GABBIA
 
 

Capitolo XXV: Addii


 
Mj, Ned, Irwin e Stephanie rimasero a bocca aperta quando videro Stephen: “Siamo morti” disse Ned sbiancando.
“Oh, potete starne certi. Questa volta avete superato voi stessi! Non solo mi avete rubato la mia Macchina di Kavadus, ma anche lo sling ring, aprendo un portale non conoscendo nulla delle arti mistiche! Voi non sapete neanche lontanamente delle conseguenze a cui state andando incontro!” replicò Stephen, atterrando sull’impalcatura.
“Ci ucciderà tutti!” disse Ned.
“Non essere sempre così pessimista: prima vedrò cosa farvi e, forse, solo ad un paio di voi, infliggerò una severa pena. Ma, per il momento, non arriverò ad uccidervi” disse Stephen.
“No! Lui ci ucciderà tutti!” ribatté Ned, indicando davanti a sé. Stephen si voltò, per vedere la lucertola correre verso di loro, per poi saltare contro di lui. Stephen cadde dentro al portale, iniziando a combattere contro la creatura e cercando di togliersela di dosso, mentre i ragazzi correvano, evitandoli, per poi uscire dal portale.
“Dottor Strange, è un piacere rivederla. Le sono mancato?” disse la lucertola, mentre cercava di mordere Stephen il quale, spostando di lato lo sguardo, disse: “Non di certo il tuo alito” e riuscì a scaraventarlo via da sé.
La lucertola stava per riattaccarlo, quando Strange si voltò correndo via, cercando di creare un portale, non riuscendoci ma, appena svoltò l’angolo del piano su cui si trovava dell’impalcatura, un altro portale si aprì, dal quale uscì una forte corrente d’acqua che scaraventò all’indietro la lucertola.
Stephen volse lo sguardo, per vedere Ned con le mani davanti a sé. L’ex stregone supremo avanzò verso di loro; guardò Ned, dicendogli: “Anche se mi hai salvato la vita, non mi stai ancora del tutto simpatico”.
“Grazie comunque del complimento” disse Ned.
“Non era un complimento!” replicò Stephen e Ned deglutì. Poi Stephen guardò Stephanie, che disse: “So quello che stai per dire: ti ho disubbidito ancora e mi dispiace, ma so che questo è il mio posto”.
“No, il tuo posto è a casa. Al sicuro! Lontano da tutto questo!” ribatté Stephen.
“Peter aveva bisogno anche del mio aiuto” disse Stephanie.
“Specifica quale, perché mi è sembrato che tu fossi molto attaccata al Peter che hai fatto comparire in mia assenza” replicò Stephen.
Stephanie abbassò lo sguardo, sussurrando: “Il Peter del nostro universo”. Poi aggiunse: “…ma anche quello che ho fatto comparire”.
“Devi lasciarlo perdere! È una causa persa!” ribatté Stephen.
“Nulla è perso, quando si ha qualcosa per cui combattere e Peter si sta battendo a testa alta, aiutando i suoi nuovi amici. Mi ha ringraziata per avergli fatto capire che può ancora cambiare la sua vita” disse Stephanie.
“Ah, già e come: baciandoti?! Ti spezzerà solo il cuore e, a quel punto, gli farò molto male!” replicò Stephen.
“Peter ha già sofferto abbastanza: non c’è bisogno che lo fai anche tu” disse Stephanie.
“Soffrirai tu, cucciola mia e lo sai anche il perché: ritornerà nel suo universo e non lo rivedrai mai più. Vuoi questo? Vuoi vivere per sempre nel dolore?” ribatté Stephen.
“Proprio come te, che non ti dai pace da quando non stai più insieme alla mamma? Allora dev’essere una cosa di famiglia” disse Stephanie.
“Ancora non l’hai capito che, tutto quello che faccio, lo faccio per te?! Tua madre ha scelto di intraprendere un’altra strada lontano da noi e non posso permettere di perdere anche te! O fai quello che ti dico, oppure quando ritorneremo a casa ti rinchiuderò in camera tua finché non avrai imparato ad ubbidirmi!” replicò Stephen.
“Lo so che mi vuoi bene e cerchi di proteggermi con ogni cosa a tua disposizione, ma non puoi impedirmi per sempre di vivere la mia vita. Non molto tempo fa, mi dissi che se i miei amici erano considerati tali, mi avrebbero aspettato e che non li avrei persi. Be’, lo hanno fatto ed io ora voglio stare al loro fianco per aiutarli in questa impresa” spiegò Stephanie. Poi andò da Mj e Ned, prendendo da entrambi la Macchina di Kavadus e lo sling ring. Guardò il padre e, dopo avergli consegnato gli oggetti, aggiunse, tenendo una mano sopra la sua: “Ti prego, papà almeno per questa volta, lasciami andare. Voglio essere d’aiuto”.
Stephen la guardò in silenzio; poi si avvicinò alla ringhiera, per vedere la lucertola, avvolta da un fumo verde, che stava ritornando nelle sue sembianze umane. Anche i ragazzi si affiancarono a lui e Ned disse: “Il piano di Peter sta funzionando”.
“Quale piano?” domandò Stephen, guardandolo.
“Li sta curando” rispose Ned e riguardarono avanti.
“Che mi venga un colpo” disse Stephen, ma spostò lo sguardo sulla figlia, quando questi salutò il Peter che era davanti a quello che prima era la lucertola. Lo stesso Peter, guardandola, la salutò, ma sgranò gli occhi quando vide Stephen, che lo guardava malamente, scuotendo negativamente la testa.
Quindi, con una ragnatela, se ne volò dall’uomo di colore. Stephen si voltò verso Stephanie: “Vieni con me” ed aprì un portale. Stephanie guardò gli amici; riguardò il padre che inarcò un sopracciglio, per poi entrare nel portale. Stephen la seguì, comparendo entrambi nella parte più alta della Statua della Libertà, raggiungendo Octavius ed il Peter più anziano.
Stephanie guardò Octavius, sorridendogli ed il dottore le sorrise a sua volta. Entrambi spostarono gli sguardi, quando davanti a loro, ed accanto al Peter più anziano, atterrò il Peter del loro universo, dicendo: “Strange, aspetta, aspetta…”. Venne però interrotto da uno Stephen furente: “Finiscila! Sono stato appeso al Gran Canyon per quasi dodici ore e se non fosse stato per mia figlia che mi ha liberato, sarei ancora lì!”.
“Lo so, lo so e mi dispiace, ma i due Peter mi hanno aiutato. Sono gli altri me di altri universi. Non è figa come cosa?” disse entusiasta Peter, venendo raggiunto anche dall’ultimo Peter.
“Per colpa tua, Stephanie è stata coinvolta in una situazione molto pericolosa e non parlo solamente della carogne che tu hai attirato qua a causa del tuo capriccio!” replicò Stephen e guardò malamente il Peter del quale si era innamorata sua figlia.
“Grazie all’aiuto dei miei amici sono riuscito a curarli. Vivranno una vita migliore” disse Peter.
“Senti, sono sorpreso che tu sia riuscito a dar loro una seconda occasione, ragazzo, ma devono andarsene ora” disse Stephen.
In quel momento, il gruppo venne attacco da Goblin, il quale lanciò loro delle lame dal suo aliante, riuscendo a rubare la Macchina di Kavadus da Stephen. Questi spostò di lato Stephanie, prima che una delle lame potesse colpirla.
Octavius riuscì a fermare l’aliante di Goblin con uno dei suoi tentacoli, ma proprio uno di questi venne spezzato in due dall’avversario, non prima però che Stephen riuscì a recuperare la Macchina di Kavadus.
Lo stregone stava per attivarla, non accorgendosi che al suo interno era presente una bomba di Goblin. I tre Peter non riuscirono a fermarlo in tempo, che la bomba esplose.
I ragazzi caddero. Peter si buttò, cercando di salvare Mj, ma venne allontanato da Goblin. L’altro Peter gridò, buttandosi al suo posto e riuscendo a salvare Mj. Una volta a terra, Peter la guardò con occhi lucidi: finalmente era riuscito a redimersi.
Poi alzò lo sguardo, vedendo Stephanie che era riuscita ad aggrapparsi ad un piede di Ned: “Ti prego cerca di resistere” lo incitava la ragazza.
“Non ci riesco: mi stanno scivolando le mani” disse Ned; poi mollò la presa, ma qualcosa lo tenne in aria: si trattava della cappa di levitazione, che si era messa sulla sua schiena. Stephanie la guardava sorridendo.
La cappa li condusse accanto a Mj, per poi strusciarsi contro la guancia di Stephanie: “Come sono contenta di vederti”. Poi guardò Peter, e notando il suo sguardo lucido, stava per domandargli il perché, quando fu Mj a parlare al suo posto: “Mi ha salvato la vita. È stato molto coraggioso”.
“Ho fatto ciò che non ero riuscito a compiere tempo fa” disse Peter. Stephanie gli mise una mano sulla guancia: “Gwen sarebbe molto orgogliosa di te” e Peter le sorrise.
“Irwin dov’è?” chiese Ned, guardandosi intorno.
“Ragazzi, sto arrivando” rispose Irwin e lo videro atterrare accanto a loro, insieme al Peter anziano. Il ragazzo si volse verso di lui: “Grazie per avermi preso in tempo”.
“Figurati. Gli amici servono anche a questo, no?” disse il Peter anziano, guardandolo.
 Alzarono tutti gli sguardi, sentendo strani rumori per poi vedere delle fratture comparire nel cielo.
“Stephanie, tuo padre ha bisogno di te” disse Peter. La ragazza lo guardò: “Ma voi…”.
“Non ti preoccupare, ce la caveremo. Dobbiamo solo trovare l’altro Peter, prima che uccida Goblin” disse il Peter anziano.
La cappa di levitazione si mise sulla schiena di Stephanie. Peter si avvicinò a lei: “Mi raccomando, stai attenta”.
“Tornerò prima che ve ne andiate. Promesso” disse Stephanie. Le loro mani si sfiorarono, finché la cappa non la condusse accanto a Stephen, che si trovava sulla fiaccola della Statua della Libertà. Lo stregone la guardò “E’ pericoloso stare qui: vattene via!”.
“Non mi allontanerai di nuovo: voglio aiutarti” disse Stephanie, guardandolo. Stephen la guardò, notando, con la cappa sulla sua schiena, di quanto fosse uguale a lui. Quindi le disse: “Va bene, mettiti a schiena con me e fa quello che faccio io”. Stephanie sorrise, per poi imitare gli stessi gesti del padre, mandando scie dorate verso il cielo, cercando di chiudere le fratture comparse.
Octavius li guardava e sorrise nel vedere finalmente Stephen che lasciava praticare le arti mistiche a Stephanie. Forse il discorso che gli aveva fatto precedentemente era contato a qualcosa.
Padre e figlia cercavano in tutti i modi di fermare quelle fratture, ma si stavano aprendo ancora di più: “E’ troppo potente! Rischiano di arrivarne altri se non facciamo qualcosa!” disse Stephen; poi volse per un attimo lo sguardo verso Stephanie e, vedendola in difficoltà, le disse: “Cucciola, lascia andare: è troppo per te e non sei abituata ad usare così tanto le arti mistiche”.
“No…io…ce la faccio. Io…devo darti una mano. È giusto che sia così” disse Stephanie, quando i cerchi dorati presenti ad entrambi i suoi polsi, stavano svanendo uno dopo l’altro. Stephen la guardò non obiettando: ammirava sua figlia e voleva finalmente dirle di quanto fosse orgoglioso di lei. Ma la sua strada non era nelle arti mistiche e sarebbe andato fino in fondo pur di farla diventare la migliore neurochirurga in circolazione.
I due vennero raggiunti da Peter che, notando lo sforzo che stavano compiendo, domandò: “E se tutti dimenticassero chi sono?”. I due Strange lo guardarono ed il ragazzo continuò: “Vengono qui per causa mia, giusto? Perché io sono Peter Parker. Allora lanci un nuovo incantesimo, ma stavolta che tutti dimentichino chi è Peter Parker. Che tutti dimentichino chi sono”.
“No” disse Stephen, mentre gli occhi di Stephanie divennero lucidi.
“Ma funzionerebbe?” chiese Peter.
“Sì funzionerebbe, ma devi comprendere che tutti quelli che ti conoscono e ti amano, noi…non avremo ricordo di te. Sarebbe come se non fossi mai esistito” spiegò Stephen.
“Lo so. Lo faccia” disse Peter.
“Ok, meglio che tu vada a salutare tutti: non hai molto tempo” disse Stephen.
“Grazie, signore” disse Peter e, stava per andarsene, quando Stephen disse: “Chiamami Stephen”.
“Grazie, Stephen” disse Peter.
“Mi suona ancora strano. Addio, ragazzo” disse Stephen. Peter guardò Stephanie, che scosse negativamente la testa. Poi se ne andò.
Stephen volse lo sguardo verso la figlia, dicendole: “Su, va da loro”. Stephanie lo guardò e Stephen aggiunse: “Va da loro. Hai il diritto di salutarti”. Stephanie gli sorrise, abbracciandolo. Si librò in aria e Stephen le disse: “Cucciola, mi dispiace molto per la tua storia d’amore”.
“Sapevo fin dall’inizio che non sarebbe mai durata” disse Stephanie.
“Non voglio che tu soffra” disse Stephen.
“Non ti preoccupare: ho un altro uomo che so che mi starà sempre accanto” disse Stephanie, facendo un piccolo sorriso e, dopo averlo baciato su una guancia, la cappa la condusse dagli altri. Appena la videro, Mj, Ned, Irwin e Peter l’abbracciarono. Poi si staccarono.
“Ragazzi, sappiatelo che siete i migliori amici che uno Spider Man possa mai incontrare. Prometto che vi ritroverò, dovunque voi siate e ritorneremo ad essere una squadra” disse Peter.
“Ci puoi contare. Dopotutto è difficile liberarsi di una Strange” disse Stephanie. Peter la guardò, sorridendole; poi disse: “Cerca di seguire il tuo sogno e non fare in modo che tuo padre ci metta sempre in mezzo il suo dolce caratterino. Tenta di tenerlo con la testa sulle spalle, perché l’amichevole Spider Man di quartiere potrebbe, un giorno, affrontare la sua parte malvagia quindi, mi ci vuole una degna alleata”.
“Tenterò di seguire i tuoi consigli ma, anche tu, cerca di stare lontano dai guai. New York ha bisogno del suo Spider Man” disse Stephanie. Peter annuì, per poi voltarsi verso gli altri. Stephanie andò da Octavius e, appena gli fu di fronte, il dottore le disse: “Stephanie, credevo ti fosse accaduto qualcosa di brutto. Stai bene?”.
“Vorrei poterti rispondere di sì, ma devo dirvi addio. Mio padre sta per lanciare l’incantesimo che vi riporterà tutti nei vostri universi” disse Stephanie.
“Magari non è proprio un vero addio. Ci rincontreremo. Tu promettimi che seguirai i consigli di tuo padre. Non farlo troppo arrabbiare, anche perché ho visto la sua pietra incrinarsi” disse Octavius.
“Mi dispiace che, per colpa mia, hai quasi rischiato di essere incenerito dai suoi incantesimi. Sarei dovuta rimanere con voi e risolvere le faccende con mio padre parlandogliene” disse Stephanie.
“Va tutto bene e tu hai fatto ciò che ritenevi più giusto per te, ovvero aiutare i tuoi amici. Siamo tutti qua, perché ognuno ha compiuto la sua parte, compresa tu. Sei stata bravissima e ripeto ciò che ti dissi mentre eravamo a casa tua: avrei tanto desiderato una figlia come te” disse Octavius.
Stephanie lo abbracciò, mentre alcune lacrime le si formarono negli occhi. Anche Octavius l’abbracciò. Poi si staccarono e Stephanie gli disse: “Mi raccomando, cerchi di non farsi più controllare dai suoi tentacoli. Lei può aiutare le persone. Ritornerà ad essere il brillante scienziato che era, ne sono sicura”.
“Tenterò di ripulire il mio nome e non vivere più come un criminale” disse Octavius.
“Mi mancherà tanto” disse Stephanie.
“Anche tu e cerca di seguire i tuoi sogni” disse Octavius. Stephanie annuì; poi si voltò verso i due Peter, andando da loro. Il Peter anziano disse: “Vi lascio da soli”, ma prima che potesse andarsene, Stephanie gli disse: “Grazie per il tuo aiuto”.
“Mi dispiace solo che non abbiamo potuto conoscerci meglio” disse Peter.
“Anche a me” disse Stephanie. Peter fece un piccolo sorriso, per poi allontanarsi. Stephanie guardò l’altro Peter, che disse: “Be’ ci siamo”.
“Avrei tanto voluto che il nostro momento fosse durato di più” disse Stephanie. Peter gli mise una mano sulla guancia: “Ogni momento passato con te, è stato meraviglioso. Sei stata tu la mia seconda possibilità”. Stephanie sorrise ed i due si baciarono appassionatamente. A bacio finito, si misero fronte contro fronte.
“Non voglio dirti addio” disse Stephanie, con le lacrime agli occhi.
“Devi: facciamo parte di due universi diversi. Ma sono contento che le nostre strade si siano incrociate” disse Peter. Stephanie lo guardò, quando si sentì tirare il braccio all’indietro, vedendo che era la cappa.
“Smettila! Non vedi che questo è un momento molto delicato?” replicò Stephanie, quando riuscì a tirarsela via. Nel compiere questo gesto, le rimase in mano un piccolo pezzo di stoffa rosso. La cappa, spazientita, se ne ritornò dal suo padrone.
“Ha lo stesso carattere di tuo padre” disse Peter. Abbassò lo sguardo, quando vide Stephanie che gli stava legando il piccolo pezzo di stoffa rosso al polso. Peter se lo guardò e Stephanie disse: “Così avrai sempre qualcosa di cui ricordarti di me”.
Peter la guardò con gli occhi lucidi, per poi dire: “Io però non ho nulla da darti”.
In quel momento, Stephanie si ricordò di qualcosa: estrasse quindi il cellulare dalla tasca dei pantaloni e, mentre lo alzava, Peter disse: “Devi avere un cellulare molto robusto, se dopo tutto quello che hai passato non si è rotto”. Stephanie sorrise, per poi scattare diverse foto, tra le quali anche una di loro due che si baciavano. Poi disse: “Ecco: ora ho qualcosa anche di te”.
Peter si osservò il pezzo di stoffa legato al polso: “Credi che possa darmi qualche potere in più? Tipo, farmi volare più veloce? O qualcosa legato alle arti mistiche?”.
“Se anche non dovesse donarti nulla, rimarrai comunque lo spettacolare Spider Man” disse Stephanie.
“Sei una delle poche persone che lo pensa” disse Peter.
“Quando ritornerai nel tuo universo, promettimi una cosa, forse la più importante: la prima persona che deve avere fiducia, sei tu. Solo così ritornerai sulla buona strada. Gli altri hanno bisogno di te” disse Stephanie.
“La cosa più importante rimarrai sempre tu” disse Peter. I due si ribaciarono e, mentre accadeva ciò, Stephen attivò l’incantesimo e, uno dopo l’altro, chi non era di quell’universo, scomparve. Così come anche Peter, che disse: “Ti amerò per sempre, Stephanie Strange”.
“Anche io, Peter Parker. Non ti dimenticherò mai” disse Stephanie e Peter scomparve davanti a lei. Fu a quel punto, che Stephanie scoppiò in un forte pianto, inginocchiandosi a terra.
Stephen la raggiunse, ma si fermò dietro di lei e, in quel momento, decise di lasciarla sfogare.
Passarono le settimane ed arrivò il Natale. Sembrava che quasi tutti si fossero dimenticati dello scontro avvenuto alla Statua della Libertà. Nessuno pareva più porsi domande al riguardo, né del perché alla statua mancasse lo scudo di Capitan America che era stato precedentemente messo come omaggio al compianto eroe. Tutto era tornato alla normalità, così come anche per Stephen e Stephanie.
I due Strange si trovavano nel salotto del Sanctum Sanctorum, seduti sul tappeto accanto all’enorme albero di Natale e scartando regali. Stephen guardò la sua cappa, per poi dire: “Ancora non capisco del perché la mia cappa abbia uno strappo in fondo”.
“Te l’ho già spiegato: ho fatto un piccolo regalo a Peter” disse Stephanie.
“La cosa non mi piace molto, ma finché non rivedo quel ragazzo accanto a te, mi sento più sollevato. Mi dispiace solo che ti abbia fatto soffrire” disse Stephen, riguardandola.
“Forse, dopotutto, non è stato proprio un vero addio. Come mi hai detto una volta, il multiverso è un concetto del quale sappiamo spaventosamente poco” disse Stephanie.
“Sì ed è stato un miracolo che sia riuscito a richiudere tutte quelle fratture” disse Stephen.
“Cosa, invece, che non riesci con la tua pietra” disse Stephanie. Stephen abbassò lo sguardo guardandosi la pietra al collo; lo rialzò e la ragazza aggiunse: “Il Dottor Octavius, prima di andarsene, mi ha detto che la tua pietra si era incrinata, quando tu hai cercato di ucciderlo. Dovresti cercare di contenere più la tua rabbia”.
“Sarebbe più semplice, se non avessi una figlia che continua a disubbidirmi” disse Stephen. Stephanie fece un piccolo sorriso; poi si sedette accanto a lui e, allungandogli un pacco, disse: “Tieni: questo è il primo regalo per te”.
Stephen lo aprì ed i suoi occhi divennero lucidi non appena vide cosa si trattava: era un quadretto nel quale c’erano tutte insieme le loro foto.
“Dovevo ritirarlo quella giornata al centro commerciale. Ti mentii apposta, dicendoti che mi sarei recata in farmacia ad acquistare oggetti per la pratica in ospedale, invece sono andata in un altro negozio, dove ero già d’accordo con il proprietario. Ho messo le nostre foto fin da quando ero piccola ad ora, includendo anche il diploma e vari premi. Spero che ti piaccia” spiegò Stephanie.
Stephen la guardò e, con gli occhi lucidi, l’abbracciò, per poi dirle: “Io…io sono molto…non dovevi, cucciola mia”. Poi la guardò, finendo: “Il più bel regalo sei tu” ed anche a Stephanie divennero gli occhi lucidi.
Stephen le allungò il suo regalo: “Ecco: questo è per te”. Stephanie lo scartò: era già entusiasta, sperando che all’interno di quel grosso pacco ci fosse ciò che sperava, invece appena lo aprì, il suo sorriso scomparve o, almeno, divenne un finto sorriso. Guardò il padre, dicendo: “Che bello, mi hai regalato un camice da dottore ed uno stetoscopio”.
“Ma non è uno stetoscopio qualunque: è stato il mio primo stetoscopio ed ora è giusto che lo abbia tu. Come un passaggio di testimone” disse Stephen e, dopo averlo estratto dalla scatola, lo mise al collo della figlia. Poi disse: “Ti dona tantissimo, cucciola mia. Sei già una perfetta neurochirurga”.
Stephanie non replicò. Prese un altro regalo, allungandolo al padre. Questi lo scartò e, dopo aver preso ciò che c’era al suo interno – ovvero due stivali e due polsini – gli disse: “Volevo fare un upgrade al tuo vestito, così ti ho preso due stivali nuovi e due polsini. Secondo me ti donano”.
“E’ un tuo preteso per dirmi che devo cambiare anche il guardaroba da stregone?” le chiese.
“No, semplicemente che spero prima o poi, ritornerai ad essere tu lo Stregone Supremo. Non me ne voglia lo zio Wong, ma secondo me, quel titolo sta meglio a te” rispose Stephanie, appoggiando la testa contro la spalla del padre.
“Lo spero anche io, cucciola” disse Stephen, stringendola a sé.
“Dipende solo da te” disse Stephanie.







Note dell'autrice: Buona sera (quasi buona notte) ed eccomi qua. Ed eccomi anche alla fine di Spider Man no way home (non alla fanfiction ovviamente. Manca ancora parecchia carne sul fuoco) Non ho voluto dilungarmi troppo con Spider Man no way home, anche perchè se no diventava un copia-incolla del film. Vi è piaciuto? Vi sta piacendo? Ma soprattutto vi è piaciuto  la mia piccola storia d'amore (chissà se continuerà. Spero di sì) tra Stephanie ed il Peter di The Amazing Spider Man?
Volevo ringraziare, come sempre, per le vostre splendide recensioni e grazie che seguite con passione questa fanfiction. GRAZIE per tutto.
Grazie a tutti/e coloro che sono anche semplicemente passati/e di qua; che hanno messo la storia tra le preferite e seguite.
Grazie anche ai recensori veterani (che hanno sempre seguito la storia fin dal principio. GRAZIE DI CUORE)
Grazie anche alla mia amica Lucia
Vi auguro una buona notte ed un buon proseguimento di settimana
Ci sentiamo al prossimo capitolo
Ancora una buona notte ed un forte abbraccio
Valentina

 

 
  
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