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Autore: Alarnis    20/10/2022    3 recensioni
"Quel giorno fu lei a restare ferita, solo ora se ne rendeva conto."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La risata isterica di Gregorio riempì l’aria.
Rideva e rideva: la bocca aperta come una maschera grottesca.
“Ed ora principe che intendi fare?” chiese ilare, mentre Zelio aveva fatto il vuoto attorno a sé.
Era bene approfittarne, si disse Gregorio, a lato tra i due schieramenti: quello che vedeva Zelio, solo da un lato e, principe, Moros e compagni dall’altro.
Allungò il braccio e la sua spada impedì la fuga di Nicandro, rimasto rasente il muro. “Te ne vuoi già andare?” scherzò parandogliela dinanzi. “Non trovi si abbia una visuale di prim’ordine?”. Nicandro muto, lo fissò con occhi sbarrati. “Farò finta non sia successo nulla.” disse Gregorio. “Resta buono e goditi lo spettacolo!” sorrise magnanimo prima di ordinare seccato “Guardie! Avanzate!”. Il timore del veleno teneva gli uomini a distanza.
“Restate indietro!” suggerì al contrario Ludovico. C’era cautela non timore in quel consiglio a voce bassa. Restava davanti a Lavinia e Moros, con i suoi cavalieri che lo affiancavano come ali; a loro volta spalleggiati da Ubaldo da un lato, Mavio eVittorio dall’altro. Ottavio si aggiunse infine, per poi retrocedere a favore del principe cui non voleva recare oltraggio.
Ma che bel quadretto!
“Siamo in troppi!” rivendicò Alberico irritando l’amor proprio di Lavinia, Ubaldo e Mavio. “Non ti permettere!”. “Non abbiamo paura!” mise in chiaro Lavinia; le guance arrossate.
Per la prima volta ti vedo sperduta, gioì Gregorio; un largo sorriso in faccia.
Zelio incalzò in quel momento fiondandosi in avanti: gli bastava puntare a caso nel mucchio.
Una mossa congiunta delle spade di Ubaldo e Alberico, incrociate una sull’altra, bloccarono l’azione. Zelio alzò la guancia sinistra in un sorriso freddo e si ritrasse. “Il prossimo andrà a segno!” mise tutti in guardia.
“Attacca!” lo spornò impertinente, quasi fosse un cane da izzare.
In quel momento Nicandro lo chiamò. Cercò di allontanare la spada che gli era rivolta addosso all’altezza delle gambe. La toccò.
La spada restò esattamente dov’era: tra Nicandro e i ribelli.
“Per il bene di tutti… ritornerò con te…” chiese venia il ragazzino. “Devi fermare Zelio…” cercò di convincerlo. Portò le mani alle guance.
“Fermarlo?” ironizzò lui. Tutt’altro!
I capelli cenerini ondeggiarono dinanzi a lui. Si sentì consigliare a mani giunte, “Aiuta Moros.”. Lui di contro ripeté quel nome odioso.
“Non posso assistere alla vostra…”. Nicandro tentò di cancellare l’orrore di quella confessione.
A Gregorio si bloccò la mascella.
Non riuscì a trattenersi da dire “Vai avanti…”, ma Nicandro tacque. Come al solito, non riusciva a rispondere a una semplice domanda. Vedeva solo un nulla catastrofico, si disse Gregorio.
“Proteggi Moros! Confessa!” volle farlo ammettere un inganno perpetrato a vantaggio del cugino.
“Non ti mentirei mai.” lo sentì dire con un soffio.
“Prenderò le mie precauzioni!” avvisò secco, mentre seguiva attento un nuovo affondo di Zelio ai nemici.
Il capitano sembrava divertirsi mentre narrava di come era stato facile uccidere Iorio con quello stesso veleno.
Il “Nooo!” di Nicandro riecheggiò nel corridoio.
All’indietreggiare di Zelio, ritornato in posizione di equilibrio, avanzò la propria lama a colpirlo alle spalle. Nicandro girò il volto mentre ogni uomo si bloccavala nella scena.
Zelio lasciò la presa sulla spada e sembrò scalare l’aria con le mani. Trapassato in mezzo alla schiena ondeggiò in avanti verso Ludovico che sembrò volerlo trattenere in piedi.
Gregorio ne approfittò e impugnò l’arma che gli avrebbe assicurato vantaggio e vittoria. “Ora sarà solo Moros a preoccuparsi!” ironizzò, mentre vedeva il taglialegna di Raucelio tirare indietro Ludovico perché non fosse a portata. Gesto Saggio!
Zelio barcollò verso la finestra e là, appoggiato al balcone, restò con la testa di fuori, accasciato sulle ginocchia.
Un brusio si alzò dal basso: urla, un nome, domande dalla folla e dai soldati di presidio.
“Ed ora chi sarà il prossimo?” scherzò Gregorio e, con la punta della lama sembrò tirare a sorte sulla sua prossima vittima.
Rise. “Non ne avevo più bisogno!” commentò; il volto al capitano. “Quanto a voi, pensate davvero di potermi sfuggire?”.
“Guardie.” disse con voce autoritaria e con un arco della mano suggerì lo precedessero. “Sapete chi comanda e ciò che comporta!” puntualizzò, mentre Zelio tamponava la ferita al petto, premendoci la mano.
“Una vendetta l’hai pur avuta principe.” sentì dire a Moros: era chiaro giudicassero non ci fosse più onore a battersi con un uomo privo di forza. “Tocca a me affrontare Gregorio.” aggiunse sfidandolo, come si trattasse di un addio. Gregorio alzò la guancia sinistra in un sorriso sghembo.
“Pensa a loro!” fu l’impegnò che Moros rivolse al principe nei confronti di Nicandro e Lavinia.
Gregorio capì che il suo intento non era ucciderlo ma togliergli la spada.
   
 
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