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Autore: Effye90    20/10/2022    1 recensioni
Dopo quello che sembra un incontro fortuito, uno strano virus (in apparenza influenzale), inizia a dilagare a Rodorio e al Santuario. I protagonisti, scopriranno ben presto che tale virus, è di origine divina. Questa storia avviene molto tempo dopo le avventure di Soul Of Gold. I cavalieri d'oro, sono riportati in vita un'ultima volta, forse.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Shion, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Saori Kido, Sasha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sasha dissipò il proprio cosmo non appena si azzerarono gli altri tre.
Sage guardò Kardia che stava palesemente per crollare e dare di matto.
L’unghia dell’indice era già diventata rossa e lunga.

“Accidenti a te, Dègel! Sei sempre il solito! Sempre a voler aspettare o a trovare una soluzione solo a parole!”

Usando l’unghia come fendente, tagliò a metà una delle colonne esterne.

“Da cacciatori, stiamo diventando noi le prede ora! Maledizione!”

“Kardia!”

La voce profonda del sommo Sage lo riportò sulla retta via.

“Placa la tua ira, Kardia! Verrà il momento della vendetta e del ricordo.” –gli abbassò il braccio- “ma ora questa tua impulsività andrebbe a nostro svantaggio! Albafica ci ha detto di aspettare qui e così faremo.”

“Sommo Sage!” –il cavaliere dello scorpione chinò la testa- “vi domando scusa ma Dègel… sempre calmo, sempre a voler fare le cose da solo e ora guardate che gli è successo! Quella casa…” –fece una pausa ed indicò in direzione dell’undicesima- “quella casa ora è la tomba di tre fieri e audaci cavalieri. Perdite che forse potevano essere evitate; almeno un paio, credo! La nostra preda, è chi ha dato inizio a tutto, Dio o non Dio!”

“KARDIA!” –il tono di Sage si fece più autorevole- “ormai abbiamo la certezza che il virus sia di origine divina e pertanto, sappiamo che dietro ci sta una divinità. Non prenderla così alla leggera; piuttosto, cerca di onorare la dipartita di Dègel.”

Lo scorpione rimase in silenzio ma lo sguardo da pazzo, impiegò parecchi minuti a lasciarlo.
Shura aveva ascoltato tutta la conversazione.
Tanta era la tentazione di rivelare loro quanto scoperto ma aveva promesso a Saori, alla sua Dea.

“Quanti ancora moriranno? Quanto tempo rimane a noi? A me?”

Si guardò il palmo della mano parecchio tremolante.
Si chiese dove fosse Saori in quel momento e poi si sedette.
Guardò l’interno della dodicesima casa.

“Royal demon rose!”

Una delle rose rosse di Aphrodite, si conficcò dritta nel ginocchio sinistro di Albafica.

“Sono a conoscenza del fatto che il tuo sangue sia più veleno delle mie rose, Albafica! Pertanto..” –mise una rosa bianca in bocca- “ho volutamente colpito il tuo ginocchio; per immobilizzarti!”

Rise di gusto.

“Vediamo quanto resisterai qui, in casa mia. E’ un peccato che non potrai mai ammirare il mio bel roseto!”

Si vaporò i capelli e sorrise.

“Le tue rose non hanno alcun effetto su di me, Aphrodite! Potrai anche immobilizzarmi e riuscire ad infilzarmi con una rosa bianca ma il nostro veleno non andrebbe in contrasto. Questo scontro, è destinato a durare parecchie ore se qualcosa non cambierà!”

Si levò la rosa rossa dal ginocchio e la lanciò verso Aphro.
Questi, si affrettò a raccoglierla poi guardò in cagnesco l’altro cavaliere.

“Così si trattano delle rose così belle? Si gettano a terra?”

Un’ altra sistemata ai capelli.

“Ebbene, mi toccherà darti una lezione, ora. E te la darò proprio con questa!” –indicò la rosa nera che tiene tra le mani- “Piranhan Rose!”

Il fiore si conficcò appena sotto lo spallaccio destro; la base di esso si frantumò permettendo al gambo di penetrarne la carne.

“Ancora devi capire che le tue rose nemmeno il solletico mi fanno.”

Lo guardò e lo sfidò.

“Direi che ora tocca a me! Bloody Rose!”

L’attacco fu lanciato a tale velocità che Aphrodite non riuscì a scansarlo.
Si ritrovò la rosa bianca conficcata nel petto.

“Ora che farà Aphrodite di Pisces? Presto tutto il sangue che hai in corpo, verrà assorbito dalla mia rosa ma non serve che ti spiega per filo e per segno come funzioni. Giusto?”

Aphro sghignazzò.
Fece svolazzare i capelli al vento e si tolse la rosa dal petto.

“Bel visino non c’è bisogno che venga a spiegarmi in casa mia, il funzionamento di queste rose.”

Stringe quella che poco era conficcata nel suo petto e la getta a terra.

“Fortunatamente, non ha assorbito molto sangue perciò, ti restituisco il favore!”

Albafica non fece a tempo a prepararsi che si ritrovò a sua volta con una rosa bianca nel petto.

“La sua velocità…”

Pensò tra sé.

“Questione di pochi minuti Albafica e perirai per mano mia o meglio, per mano delle mie rose!”

Ma il cavaliere non ci stava a quella derisione.
Afferrò con forza la rosa e liberò il proprio petto.

“Siamo dunque in una situazione di stallo cavaliere”

“Potresti aver ragione, ma io mi sto divertendo e mi divertirò ancora prima di darti il colpo di grazia!”

Aphrodite scagliò una nuova Bloody Rose nel petto di Albafica ma stavolta, subito dopo, tirò anche due Royal Demon Rose che si conficcarono in entrambe le ginocchia.

“Direi che entro pochi secondi, avrai le gambe paralizzate, bel visino!”

Sghignazzò e si sistemò i capelli.

“Io posso aspettare, bel visino ma tu ti dissanguerai nel mentre.”

Albafica si ritrovò con le ginocchia immobilizzate e le gambe molli e tremolanti.

“Sai cosa mi piace di queste rose Aphrodite?”

“Mmmmh sentiamo!”

“Che vanno sempre a segno! Bloody Rose!”

Una nuova rosa bianca si conficcò nel petto, ad altezza cuore, di Aphrodite.

Questi lo guardò in cagnesco.

“Ma da dove ti viene tutta questa forza? Hai le gambe immobilizzate eppure continui ad attaccare. Senza contare che la mia rosa, sta prosciugando il tuo sangue!”

Fece una smorfia di dolore.

“Dimentichi una cosa Aphrodite! Non senti questo profumo? Mentre ti lanciavo la Bloody Rose, contemporaneamente ho lanciato anche una Royal Demon Rose. Osserva il tuo fianco sinistro!”

Aphrodite abbassò lo sguardo e sgrano gli occhi.

“TU! Maledetto!”

“Hai sentito il profumo e sei stato ferito da quelle spine. La morte sta arrivando per te Aphrodite; lenta ma si sta avvicinando.”

Smise di parlare e lo osservò per qualche istante.

“Le tue rose sono molto belle, lo ammetto! Ma non superano le mie in fatto di bellezza e potenza!”

“Hey bel visino, smetti di bofonchiare assurdità e guardati attorno!”

Così fece Albafica.

“E queste Royal Demon Rose? Da dove…”

“Ah! Eri così preso dal tuo soliloquio che non ti sei accorto che ne ho tirate alcune nella tua direzione. So che il loro profumo non ti fa effetto ma le loro spine, hanno penetrato anche la tua carne!”

Sorrise.

“Continueranno ad immobilizzarti sempre più quelle spine. Non serve il veleno per ucciderti, non ti farebbe effetto. Basta immobilizzarti! A riuscirci ovviamente perché tu sei un osso duro, bel visino!”

“Sembri sicuro di te! Ma anche io ho i miei assi nella manica nonostante abbia le gambe immobilizzate. Crimson Thorn!”

Migliaia di spine fate col suo stesso sangue, caddero a pioggia sul corpo di Aphrodite.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

Aphro si coprì il volto con entrambe le mani e si accovacciò.

“Queste spine sono composte dal mio sangue; il mio velenosissimo sangue. Chiunque ne entri in contatto, muore. E questo ti accadrà, Aphrodite!”

“Forse si…” –fece una lunga pausa per riprendere respiro- “ma guardati il petto, bel visino!”

“COSA?”

Albafica abbassò lo sguardo e si ritrovò altre due rose bianche conficcate nel torace.

“Ma come?”

“Non sei l’unico in grado di muoversi alla velocità della luce! Nonostante la tua raffica di spine insanguinate e velenose, nel frattempo io son riuscito a lanciarti altre due Bloody Rose.” –un sorriso beffardo gli illuminò il volto- “se devo cadere nuovamente nella mia casa, tu, cadrai con me bel visino!”

In quel momento, lo scettro di Nike apparve nel centro della stanza ed emanò una luce intensa.
La voce di Sasha era chiara così come lo era il suo cosmo.
“Nessuna malattia ha avvelenato la tua mente Aphrodite tuttavia, le rose di Albafica, hanno avvelenato il tuo corpo. Lo stesso è successo a te, Albafica! L’uomo dal sangue velenoso che ogni contatto umano schiva.”

Amplificò ulteriormente il suo cosmo e le rose si staccarono e caddero da sole dal torace dei due cavaliere mentre delle spine di sange, rimase solo una macchia rossa deforme sul pavimento.
Il cosmo della Dea si placò e i due cavalieri rimasero in silenzio, sfidandosi tuttavia con lo sguardo.

“Complimenti Aphrodite, la tua resistenza al mio veleno è ammirevole!”

Sorrise e cadde a terra.

“Bel visino, il tuo veleno…”

Svenne esausto.
Si risvegliò circa mezzora dopo.
L’odore pungente delle rose stava ormai per dissiparsi completamente.

“Albafica! Un’intera vita passata da isolato; da uomo solo. Nessun contatto fisico umano, niente. Hai combattuto bene anche stavolta e adesso puoi riposare in pace di nuovo!”

Sage gli chiuse gli occhi e Sasha tacque.
I suoi occhi si posarono su Shura che era accanto ad Aphrodite.

“Te la sei vista brutta, idiota!”

Gli diede una grossa e sonora pacca sul bicipite.
“Ma che cavolo, sei matto Shura! Che male. Sono ancora un puntaspilli. Mannaggia a te, capricorno dei miei stivali!”

Il capricorno rise.

“Shura, permetti due parole?”

Rimase sorpreso dalla richiesta di Sasha.
Si alzò e si allontanò affiancato da lei.

“Milady, cosa posso fare per voi?”

“Non devi fare nulla. Volevo qualche informazione riguardo alla tua missione. Saori mi ha accennato a dei documenti; documenti che anche il nobile Hakurei si ricorda di aver letto d qualche parte ormai tante decadi fa!”

“Si, Lady Saory mi ha mandato a recuperare una decina di fogli tuttavia non conoscevamo il libro in cui erano custoditi. Ci son voluti alcuni giorni ma alla fine, nella biblioteca di Nikaia li ho trovati! Un’oretta fa li abbiamo letti assieme ed è spuntato un nome o meglio, due nomi. Uno mai sentito. Ma dalla faccia che ha fatto Milady, sono certo che già lo conoscesse ed era quello che più temeva.”

“Shura, dimmi ora il nome di questa divinità, perché di divinità si tratta!”

Il cavaliere rimase immobile ed in silenzio innanzi a lei.
A Saori aveva giurato di non dire niente a nessuno, nemmeno a Sasha.
Non per adesso almeno.
Che fare quindi?
Guardò Sasha ma distolse lo sguardo poco dopo.

“Non posso farlo!”

La ragazza lo guardò per un lungo istante; istante in cui, il cavaliere, non sostenne il suo sguardo.
Lei notò il tremolio nelle mani di lui.
“Non crucciarti per ciò che non puoi rivelare, Shura! Immagino che Saori ti abbia detto di tenerci allo scuro per proteggerci. Devi attenerti al suo volere, lo capisco!”

Sorrise poi guardò in direzione del Grande Tempio.

“Lì potremmo tutti trovare le risposte che cerchiamo o trovarci faccia a faccia col nemico. Avanziamo vigili e lenti; controllate in ogni direzione. La verità è sempre più vicina e la strada è sempre più rischiosa.” –fece una pausa e si voltò verso i cavalieri- “ricordate che siete cavalieri di Athena e che, il vostro scopo, è difendere la giustizia e la Terra! Nessun nemico potrà sbarrarci la strada! Il bene, avrà sempre la meglio sul male fintanto che qualcuno combatterà per esso!”

Hakurei impugnò la sua spada e la sollevò in direzione del tempio con la massima determinazione poi si rivolse agli altri:

“Avete sentito la nostra Dea? Andiamo!”

Annuirono all’unisono e iniziarono a salire le scale.
Sasha in testa assieme a Sage, mentre Hakurei chiudeva la fila.
   
 
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