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Autore: May Jeevas    20/10/2022    1 recensioni
Scorci delle vite di Arthur Kirkland e Alfred F Jones in 31 universi differenti. (HumanAU)
UsUk con accenni ad altre coppie.
Raccolta di ona shot, drabble e flash fic.
Avvertimenti e rating potrebbro cambiare durante la pubblicazione.
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it, lista PumpAU]
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, Otherverse, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Bounjour, mon chère!”
Arthur non si girò, restando concentrato sulla pianta che stava finendo di annaffiare e potare.
“Ciao, rana. Arrivo subito.”
Francis sogghignò.
“Hai preparato tutto come ti avevo chiesto?”
Arthur appoggiò delicatamente gli strumenti vicino alla pianta e andò nel retro. Tornò posando sul tavolo una composizione fatta da foglie e fiori di acero rossi con dei gigli bianchi. A Francis si illuminarono gli occhi mentre ammirava la creazione.
C’est parfait! Grazie mille, Arthur! Quanto ti devo?”
Arthur scosse la testa, convinto.
“Nulla. Fa solo gli auguri a Matthew e digli che ha tutta la mia comprensione. Consideralo un regalo per il vostro anniversario.”
Si pentì di quella gentilezza quando Francis gli saltò al collo cinguettando ringraziamenti, facendo strusciare la guancia contro la sua.
“E mollami, stupido!” sbraitò Arthur, spingendolo via con foga. “Ora levati dai piedi, ho mille cose da fare. Non sembra ma il negozio sta avendo una certa fama, ed essendo da solo devo organizzarmi bene il tempo.”
Francis guardò l’amico un po’ preoccupato. Il volto di Arthur era segnato della stanchezza.
“Sai, Matthew mi ha detto che suo fratello ha finito le superiori e sta cercando un lavoretto estivo. Potresti assurmerlo qui in negozio per la stagione, così hai un aiuto e vedi come ti trovi.”
Arthur si fermò, un espressione concentrata sul viso.
“Uhm. Non sarebbe una cattiva idea, in effetti. Che tipo è il fratello di Matthew? Ricordo solo un moccioso più piccolo di noi che stava addosso al fratello per stare più tempo possibile con ragazzi più grandi; anni fa una volta andammo al cinema e ce lo siamo dovuti portare dietro. Si era spaventato e mi era saltato in braccio.”
Francis scoppiò in una risata.
“Oh, il piccolo Alfred è cresciuto. Fidati. Solo che non sa bene cosa fare della sia vita, quindi un lavoretto mentre riflette è la cosa migliore per lui.” Il francese si portò la mano al mento, grattandosi il pizzetto biondo. “O almeno, Matthew la pensa così.”
Arthur evitò un attimo il discorso. “Beh, non tutti possono avere le idee precise come il tuo ragazzo. Una scelta coraggiosa che ha preso. Un anno in Canada con un’organizzazione per proteggere gli orsi polari.”
Gli occhi di Francis brillarono di orgoglio.
“Pensa che ha già deciso il nome per il primo esemplare che troveranno e studieranno: Kumajiro! Solo che... non se lo ricorda mai. Meno male che me l'ha scritto così glielo ricordo io!”
Arthur rise. Era proprio un atteggiamento che si poteva aspettare dall’amico.
“Comunque, bravo anche tu. Non è da tutti accettare una relazione a distanza per così tanto tempo.”
Francis guardò con affetto la composizione che teneva con cura fra le braccia.
“Certo, mi mancherà. Ma non potrei mai privarlo di un’esperienza che aspetta da anni. Poi vedremo.” mormorò, un po’ malinconico.
Arthur gli sorrise, nel tentativo di rincuorarlo.
“Domani usciamo a cena anche con Alfred, così lo conosco meglio e vediamo se è davvero intenzionato a lavorare in un negozio di fiori. Così stiamo tutti un po’ insieme prima che Matthew parta.” tornò pensieroso. “A meno che tu non preferisca avere Matthew tutto per te questi ultimi giorni.”
Francis ghignò.
“Oh, mon chére Arthùr, non pensare che non lo abbia tutto per me durante tutte queste notti. Sai, ci stiamo dando dentro…” rispose, discrivendo poi nei dettagli cosa accadesse nel loro letto.
Arthur cominciò a sbraitare, dandogli del pervertito e accusandolo di non avere pudore nel raccontare quelle gesta alla luce del giorno, e lo cacciò via dal negozio.

“Alfred, hai potato la rosa?”
Il viso di Arthur fece capolino dalla porta sul retro, le sopracciglia alzate in un’espressione preoccupata.
Il più giovane spostò il vaso in modo che fosse possibile vederla anche dalla porticina, aspettando il verdetto.
Arthur guardò il lavoro, ammirato.
“Wow, complimenti, hai imparato davvero bene. Mi spiacerà vederti andare via, a questo punto!”
Alfred incurvò le labbra in un broncio senza farsi vedere. L’estate era passata, così come l’autunno e l’inverno. Ormai era primavera, e l’anno che si era preso per riflettere sul futuro stava ormai finendo. Aveva continuato a lavorare al negozio di Arthur e si era applicato, ma a Settembre sarebbe andato all’università a studiare ingegneria spaziale. Aveva sempre avuto la passione per le stelle, e il suo sogno, aveva realizzato, era poter contribuire alla ricerca, in qualsiasi modo.
Il lavoro con Arthur gli aveva permesso di mettere da parte alcuni soldi per pagare la retta universitaria, e ormai mancavano pochi mesi. Non voleva ammetterlo, ma un po’ temeva quel conto alla rovescia. Lo temeva perché con Arthur stava bene. La compagnia dell’inglese era piacevole ed era diventata una routine davvero gradevole.
Alfred sorrise, ricordandosi quando, da bambino e da ragazzino, aveva una cotta pazzesca per il migliore amico di suo fratello maggiore. Quella volta che erano andati al cinema insieme e si era spaventato si era maledetto per essersi mostrato così impaurito proprio davanti ad Arthur, e aveva rivissuto quel momento di imbarazzo mille volte nella testa. Ancora adesso, al pensiero, si sarebbe sbattuto una mano sulla fronte, e forte anche.
Guardò Arthur che ammirava il lavoro fatto sulla rosa, gli occhi verdi concentrati e profondi.
Alfred si umettò le labbra, voltando lo sguardo.
Mancavano pochi mesi. Poi sarebbe partito per un altro paese. Tanto valeva sfruttare il tempo rimasto.
“Hey, Arthur…” cominciò, la voce un po’ titubante.
Il maggiore non staccò gli occhi dalla rosa, fece solo un verso per fargli capire che stava ascoltando. Alfred prese coraggio e respirò per darsi un tono.
“Stasera dopo il lavoro ti va di uscire con me?”
 


Angolino di May.
Finale volutamente aperto perché sono una stronzetta di prima categoria. E come se la risposta di Arthur non fosse chiara, ahahah.
Un po’ di Franada all’inizio perché sì, e questa volta ho reso Matthew più grande. Il bello delle AU è anche questo, dopotutto! Menzione d'onore a Kumajiro, perché se lo meritava!
Al solito, critiche e pomodori marci sono ben accetti.
Mata ne!

   
 
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