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Autore: gt26    22/10/2022    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Esmeralda, in punto di morte, avesse scelto di scappare con Frollo?
Me lo sono sempre chiesta. :)
Questo è come me lo sono immaginata.
Liberamente ispirato alla storia di Victor Hugo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fleur-de-Ly, La Esmeralda, Phœbus de Châteaupers, Quasimodo
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il mattino dopo, furono i raggi di luce dell'alba a svegliarla. 

Claude non c'era, e la porta era aperta. Sentiva la sua voce soffusa provenire dalla cattedrale. 

Le mura erano spesse, ma al mattino c'era un silenzio irreale a Notre Dame, come se la gente evitasse di fare rumore, a rispettare la sua sacralità.

Si alzò, si rivestì e un pensiero passò per la sua mente: se scendessi?

Voleva scoprire di più di quell'uomo. Cosa faceva durante la giornata? Come viveva? Era felice?

Controllò che Quasimodo non fosse in giro – l'avrebbe sicuramente costretta a tornare indietro. 

Scese i gradini che la separavano dalla verità. 

Sul sagrato di Notre Dame c'erano due persone – un uomo, vestito di nero, e una donna, bionda.

"Padre, devo confessarle una cosa, urgentemente! Manca poco al matrimonio, e non posso vivere senza aver espiato tutti i miei peccati."

"Venga dentro, Fleur-De-Lys." 

Si sedettero su una delle panche della chiesa. Frollo si tolse il cappuccio. 

"Dimmi tutto, cara."

"Vede padre... ecco, non so come dirglielo. Non so nemmeno se sia adatto a sentire questo genere di cose ma...ho tradito Phoebus."

Il lettore si starà chiedendo se Esmeralda fosse già lì in quel momento. 

C'era, era nascosta dietro l'altare. Aveva sentito tutto. Ebbe un sussulto. 

Quindi il suo Phoebus mentiva, le aveva sempre mentito. Lei non era l'unica donna della sua vita, l'unico amore. Che ingenua sono stata, pensò. Volle capirci di più.

"Fleur-De-Lys, sono sicuro che Phoebus ti ama e ti perdonerà sicuramente. Se non lo farà, ci parlerò io stesso. Il matrimonio è tra pochi giorni ormai, non si può più tornare indietro."

Matrimonio? Phoebus si doveva sposare? Che vile, sporco traditore!

Non che la sua lei fosse migliore di certo.

"Padre...non è solo questo. Da questa relazione...insomma, aspetto un bambino."

L'arcidiacono sgranò gli occhi, cercando di mantenersi impassibile. Lui era ciò che era, ma nemmeno lei scherzava. Due anime gemelle.

"Allora, in questo caso, sarà meglio che tu non dica niente. Lo so, non è giusto, ma è a fin di bene. Verrà a saperlo dopo il matrimonio. Se lo dovesse scoprire ora, impazzirebbe."

E con quest'ultima frase si riferiva più a sé stesso che alla povera ragazza.

"Grazie padre, grazie per il suo appoggio. Pensavo avrebbe reagito male, dicendomi che è peccato e che non sono più serva di Dio... quasi non la riconosco."

"Le persone possono cambiare...e poi è meglio così, Fleur-De-Lys." 

La ragazza spostò lo sguardo dagli occhi del prete e vide due occhi, seminascosti nella penombra, carichi di disprezzo. Era la Esmeralda che si alzava per andarsene, convinta di non essere vista. 

Quella donna era amante del suo Phoebus! Un uomo così bello, per giunta, e osava tradirlo! Erano entrambi due sporchi traditori. 

Fleur-De-Lys la vide. E non disse nulla. 

In realtà di primo acchito non la riconobbe, ma si ricordò che il suo Phoebus di recente parlava di una certa zingara, scappata dalla forca, che gli aveva fatto del male, che doveva essere ritrovata e condannata. Voleva vendetta, Phoebus. E lei glielo avrebbe riferito. Avrebbe fatto di tutto per lui.

Quando Claude tornò nello studio per controllare se Esmeralda si fosse svegliata, la trovò in lacrime. 

"Avevi ragione." Gli disse, singhiozzando.

Dapprima l'arcidiacono non capì: di cosa stava parlando la piccola? Poi rifletté, e risolse l'enigma. C'era solo una persona per cui Esmeralda poteva piangere in quel modo. 

E quella persona non era lui.

"Cosa hai fatto? Ti avevo detto di restare quassù, poteva vederti! Tu non sai chi è lei..."

"So tutto, invece. Mi ha ingannato."

"Hai sentito..."

Lei annuì, incapace di proferire parola. 

Claude provò pietà per quella ragazzina; così indifesa, così debole. Si avvicinò a lei, la abbracciò.

Appoggiata al petto del prete, la piccola gitana non provava più paura.

Fu Claude a interrompere il silenzio che era sceso tra loro.

"Speriamo non sia figlio di Dio, altrimenti come glielo spiega alla canaglia che è venuto l'arcangelo?" e rise per la sua stessa battuta.

Esmeralda rise con lui, prima piano, poi esplose in una risata sonora.

Claude era interdetto. Non pensava l'avrebbe capita. 

"Come..."

"Ho letto quel libro che era sul tavolo, il Vangelo...per fare pratica. Non capisco tutto, ma mi piace. È come un romanzo di avventure."

Claude sorrise, le accarezzò i capelli. E lei pensò che fosse più bello quando sorrideva. 

"Ora devo andare. Passo a trovarti dopo, ok?" 

Prese le sue cose, si diresse verso la porta. 

"Claude?"

Si girò. Sentì che, in fondo, voleva restare con lei. Al diavolo, le messe da celebrare.

"Cosa vuol dire ANARKH? C'è scritto lì." E indicò un'incisione sul muro di pietra.

Un tremito lo pervase lungo la schiena. Avrebbe voluto raccontarle tutto. Ma non era il momento.

"Stasera te lo dico."

   
 
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