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Autore: Captain Jane Claude    23/10/2022    0 recensioni
Dentro di sé Midoriya non riusciva a spegnere quella piccola speranza, quella piccola voce che diceva che sarebbe stato disposto a tutto pur di avere la possibilità di diventare un hero.
La curiosità gli animava i pensieri, la coscienza cercava di frenare le sue mani che scorrevano lungo le pagine e tentava di contrastare i propositi che stavano nascendo dentro di lui...il desiderio stava spingendo il suo cuore.
Se quello che stava leggendo fosse stato vero, in qualche modo?
Era impossibile che potesse succedere una cosa del genere, ma se così non fosse stato...Era un rischio che la sua anima voleva prendersi.
[TodoDeku 🐰🔥 ❄️ / Supernatural AU, Demon! Todoroki Shouto, Quirkless Midoriya Izuku, Open Ending]
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Dedicata alla mia kouhai E. per la sua laurea 💖]

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Crossroad Hero

Early this morning, ohh,
When you knocked upon my door
And I said: “Hello Satan.”
“I believe it’s time to go.”
Me and the Devil
Was walkin’ side by side

(Me and the Devil Blues - Robert Johnson)

~~~

Midoriya sospirò. Solo, nell’oscurità della sua stanza, stava guardando per l’ennesima volta il video del salvataggio più eroico di All Might. Attività che ogni volta gli provocava un turbinio di emozioni che faticava a controllare: ammirazione e stupore, ma anche frustrazione e angoscia.

Ormai era un adolescente, avrebbe dovuto rassegnarsi anni fa all’idea di non avere un quirk quando i medici gli avevano confermato che non l’aveva e che non l’avrebbe mai avuto.

Una parte di lui aveva però continuato a sognare, a estraniarsi da quella crudele realtà, a pensare che forse un giorno un miracolo gli avrebbe fatto dono di un quirk e che lui sarebbe diventato un eroe, un eroe come All Might.

Ma gli anni erano passati, i suoi amici avevano continuato a sviluppare i propri quirk ed erano riusciti a entrare nella sezione per eroi della U.A, mentre lui doveva ringraziare che avessero deciso di aprire le sezioni di supporto e management ai senza quirk e doveva essere felice di essere riuscito a entrare almeno lì. Non sarebbe diventato un eroe ma magari sarebbe riuscito a dare tutto se stesso per aiutarli.

Non era felice, non era appagato, ma non c’era soluzione. Vedere i suoi amici crescere e diventare sempre più forti e coraggiosi gli spezzava il cuore perché vivevano l’unico sogno che il suo cuore avesse mai bramato. Non c’era nulla che potesse fare per cambiare la realtà.

Dentro di sé però Midoriya non riusciva a spegnere quella piccola speranza, quella piccola voce che diceva che sarebbe stato disposto a tutto pur di avere la possibilità di diventare un hero. Era il pensiero che lo svegliava ogni mattina e il tormento con cui si addormentava ogni notte.

~~~

Tokoyami, Shouji e Midoriya stavano studiando nella stanza del Jet-Black Hero e quest’ultimo aveva cercato di illuminare la stanza solitamente tetra come meglio poteva.

Midoriya frugò nel suo zaino e si voltò verso gli altri due, presi dagli appunti: “Tokoyami-kun, posso prendere il tuo libro di giapponese? Mi sono dimenticato di portare il mio e mi sembra che nella vostra classe abbiate il nostro stesso manuale.”

“Certo, Midoriya, lo trovi nella libreria dietro al letto” gli rispose l’altro, indicando con il pollice dietro di sé.

La mano di Midoriya si diresse subito verso il manuale che gli serviva ma i suoi occhi furono catturati dalla parte più cupa della libreria dell’amico. Inclinò la testa per cercare di leggere i titoli, mangiati dal tempo, e un tomo in particolare attirò la sua attenzione. Le sue dita accarezzarono la pelle invecchiata che lo rivestiva.

“T-tokoyami-kun?”

Un paio di occhi rossi si voltò verso di lui, seguito dalla moltitudine di sguardi di Shoji.

Midoriya continuò esitante: “...Potrei prendere in prestito uno dei tuoi libri per leggerlo, per favore?”

“Non immaginavo fossi interessato alla comprensione di ciò che trascende l’esperienza umana. Prendilo pure.”

Midoriya tornò dagli amici, tenendo tra le mani il libro di giapponese e l’intrigante volume dalle pagine ingiallite, fissando la copertina di questo: “C’è...c’è qualcosa di vero in quello che c’è scritto qui, Tokoyami-kun?”

“L’oscuro può sembrare indecifrabile ai più ma ogni luce ha le sue ombre” fu l’unica enigmatica risposta che uscì dal becco del ragazzo, non facendo altro che alimentare la curiosità di Midoriya, che appoggiò il libro di giapponese sul tavolo. Poi strinse l’altro volume per un attimo tra le mani prima di riporlo con cura nello zaino, non vedendo l’ora di aprirlo appena fosse stato solo.

I tre ripresero a studiare ma ogni tanto Shouji e Tokoyami si guardavano e volgevano sguardi curiosi verso la testa dalle verdi ciocche ribelli, china sui quaderni.

~~~

Finalmente solo, Midoriya si sdraiò prono sul letto e appoggiò sul cuscino davanti a sé il libro che aveva preso in prestito da Tokoyami: ‘Servitori delle tenebre: rituali e teorie mistiche’.

Aprì il libro e iniziò a scorrere le pagine, come mosso da un’agitazione febbricitante. Infine posò lo sguardo sul titolo di un capitolo: ‘Invocazioni Infernali’. Cominciò a leggere. Spalancò gli occhi e sbatté le palpebre più volte. Il respiro gli s’intrappolò in gola per qualche secondo. Si alzò, prese un quaderno dalla scrivania e tornò sul letto. Riprese la sua lettura ma con più attenzione, prendendo appunti, le mani che sembravano vibrare.

Quello che stava leggendo non aveva senso nella realtà, non poteva essere possibile, ma se lo fosse stato?

La curiosità gli animava i pensieri, la coscienza cercava di frenare le sue mani che scorrevano lungo le pagine e tentava di contrastare i propositi che stavano nascendo dentro di lui...il desiderio stava spingendo il suo cuore.

Se quello che stava leggendo fosse stato vero, in qualche modo? Era incosciente ma...

Quella notte non riuscì a dormire per l’agitazione. Il giorno successivo non riuscì a pensare ad altro. La notte successiva era ormai già determinato. Era impossibile che potesse succedere una cosa del genere, ma se così non fosse stato...Era un rischio che la sua anima voleva prendersi.

~~~

La preparazione del rituale fu relativamente facile per Midoriya.

Prese una vecchia scatola di latta in cui da piccolo riponeva le figurine dei pro heroes. Poi andò in un cimitero e, con non poco imbarazzo, cercando di non farsi notare, raccolse un po’ di terra fra le tombe e la ripose in un barattolino di vetro. Recuperò una sua foto, quella che avrebbe voluto usare per il documento della licenza provvisoria da eroe, in un’altra vita.

La cosa più difficile fu l’osso di gatto nero. Non senza guadagnarsi delle occhiate dubbiose, riuscì a indurre Tokoyami a parlare del mercato nascosto di oggetti per rituali esoterici. Dopo qualche altra ricerca, Midoriya capì dove recarsi. Raggiunse la periferia di Musutafu, raccogliendo tutto il suo coraggio percorse una scala che s’infilava in una struttura sotterranea, entrò in un negozietto inquietante e con voce tremante chiese proprio l’osso di un gatto nero. Per sua fortuna, non ci furono scomode domande e pochi secondi dopo Midoriya era di nuovo immerso nella luce del sole, con il suo prezioso sacchettino in mano.

Era pronto. In realtà non ne era proprio sicuro, ma non c’erano alternative se voleva provare a cambiare il suo destino. Con mani incerte, Midoriya rovesciò la terra di cimitero dentro alla scatola di latta e vi appoggiò sopra l’osso e la foto, richiuse la scatola e l’appoggiò dentro un cassetto della scrivania, nascosta dietro ad alcune action figures. Ora doveva solo aspettare il primo giorno libero da lezioni e impegni.

~~~

Era una giornata ventosa e nuvolosa ma Midoriya non voleva aspettare oltre. Si piazzò al centro di un incrocio deserto in aperta campagna, lontano da Musutafu, lontano dalla U.A., lontano da chiunque avrebbe potuto chiedergli se fosse impazzito. Scavò una piccola buca al centro dell’incrocio, prese la scatola dallo zaino e un po’ titubante la mise nella cavità che aveva creato. Un po’ della terra che aveva spostato fu spazzata via dal vento.

Si rialzò, stringendosi nel giacchetto che aveva addosso, chiedendosi se davvero un demone sarebbe comparso e se sarebbe stato come recitava il libro: ‘Il diavolo degli incroci che apparirà dopo il rituale sarà sempre un demone dall’aspetto irresistibilmente attraente per la persona che l’ha invocato’. Non riusciva a immaginare come potesse essere qualcuno “irresistibilmente attraente”, non aveva fatto altro che studiare e sopportare vessazioni tutta la vita, non era mai uscito con nessuno e non si era mai innamorato.

Mosso da curiosità, si girò a destra e sinistra...Niente.

Lo sapeva.

Che idiota che era stato a pensare che potessero esistere i demoni e che lui potesse richiamarne uno a sé. Si girò di nuovo verso la buca per raccogliere la scatola e andarsene ma sobbalzò.

A pochi metri da lui, lo stava osservando un ragazzo. Un maglioncino dolcevita nero abbracciava le sue spalle larghe. Doveva avere più o meno la sua età, pensò.

Midoriya inclinò la testa, guardandolo incuriosito. Sul lato destro del viso, capelli candidi come la neve appena posata erano stati portati all’indietro, lasciando scoperto il volto. Invece sul lato sinistro, ciocche rosse come fiamme ardenti ricadevano sul viso, mosse dal vento, nascondendo in parte l’occhio e una cicatrice che correva dalla fronte alla guancia.

‘Irresistibilmente attraente’, ripensò Midoriya tra sé e sé come in trance.

Il ragazzo sconosciuto sbatté un attimo le palpebre. Midoriya si rese conto che due occhi di un rosso brillante lo stavano fissando. Un altro battito di ciglia e di nuovo Midoriya poté vedere il reale colore delle iridi del ragazzo: una grigio scura e una turchese chiaro.

Una voce calma e un po’ fredda lo riscosse dai suoi pensieri: “Tu devi essere Midoriya Izuku.”

“E-ehh?” Midoriya non riusciva a controllare la lingua che sembrò impastarglisi in bocca. “S-sì. Sono...sono Midoriya. T-tu sei...”

“Sono il principe delle tenebre che hai evocato. Mi chiamo Todoroki Shouto.”

Midoriya stava sentendo le guance cominciare già a imporporarsi.

“C-come...Sei un demone? Com’è possibile?” chiese Midoriya, che non riusciva a frenare l’interesse per il ragazzo che aveva di fronte.

“Mio padre è il Re dell’Inferno. Credevo mi avessi richiamato per fare un patto” rispose lui con nonchalance.

“E ti piace essere un demone degli incroci?” domandò Midoriya, curioso.

Il ragazzo spalancò gli occhi, nessuno si era mai interessato a lui. Di solito erano sempre e solo affari: evocazione, patto, recupero dell’anima. Fine.

“O vorresti fare qualcos’altro? Sei molto potente? Potresti essere un tipo diverso di demone, se volessi?” continuò a incalzare Midoriya, quasi desideroso di prendere un quaderno dallo zaino che aveva poggiato in terra, per prendere degli appunti.

“Cosa?” Todoroki rimase basito per un attimo, poi cercò di ricomporsi. “Non sono qui per fare amicizia. Sono solo affari.”

Midoriya si chinò verso lo zaino, ma non per prendere un quaderno. “Non c’è bisogno di essere così formali” disse, sorridendo verso Todoroki, spiazzandolo un’altra volta.

Frugò nello zaino, recuperò qualcosa e si avvicinò verso Todoroki, incerto e determinato allo stesso tempo. “Ti va della cioccolata?” propose Midoriya, porgendogli una barretta di wafer e cioccolato alle fragole.

Todoroki l’accettò, sorpreso per il gesto, ma rimanendo per un attimo con la mano a mezz’aria con la barretta stretta tra le dita. Midoriya sorrise di nuovo, le lentiggini che sembravano nascondersi in mezzo all’imbarazzato rossore che si era dipinto sul suo viso.

Todoroki scartò la barretta e l’assaggiò. Era strano per lui mangiare. Non ne aveva bisogno e suo padre era contrario al partecipare alle abitudini degli umani. Non che gli importasse l’opinione di quello stronzo, solo non si presentavano molte occasioni di condividere del cibo con un umano. Non riuscì a frenare un piccolo sorriso.

Un’altra folata di vento, Midoriya rabbrividì. Todoroki spostò lo sguardo verso di lui. Forse oggi poteva evitare di pensare a suo padre. Finì la barretta e accese la mano sinistra d’un fuoco impetuoso. L’avvicinò al braccio di Midoriya che guardò quelle fiamme estasiato, alla giusta distanza per non bruciarlo, ma sufficientemente vicino per scaldarlo.

“Così hai meno freddo?” chiese Todoroki, guardando Midoriya negli occhi.

“Oh...oh, s-sì, va meglio, grazie” rispose Midoriya, ancora più rosso di prima. Quel demone lo faceva sentire così...strano.

“Perché mi hai evocato?” chiese serio Todoroki.

“Io...io voglio diventare un hero” rispose Midoriya, di colpo concentrato sul suo obiettivo, per quanto distratto da quegli occhi profondi. “Sono nato senza quirk ma voglio diventare come All Might: aiutare chi si trova in difficoltà, salvare le persone dalla disperazione, essere un simbolo di pace. Tu...tu puoi aiutarmi?”

Nella sua richiesta finale, Midoriya non si sentiva più così sicuro.

Todoroki, con la mano ardente ancora vicina al corpo di Midoriya, invincibile rispetto ai soffi di vento, lo squadrò per un attimo: “Sai cosa significa fare un patto con me?”

“Sì...sì” bisbigliò Midoriya abbassando lo sguardo. Sospirò, rialzò gli occhi e continuò: “In cambio della mia richiesta, fra dieci anni verrai a prendere la mia anima, giusto?”

Todoroki assottigliò gli occhi. Spesso chi lo chiamava era mosso da motivazioni egoistiche. I desideri difficili da esaudire erano come quelli di Midoriya, quando qualcuno lo chiamava per poter fare qualcosa per gli altri. In quei casi, cercava di lasciare il contratto a qualcun’altro, ma questo...questo contratto non voleva lasciarlo a un’altra creatura infernale.

“Il tuo quirk è incredibile, sarebbe bello essere potente come te!” esclamò Midoriya entusiasta, gli occhi verdi catturati dalle fiamme di Todoroki. Il demone non sentiva nemmeno una punta d’invidia in quella voce, solo pura eccitazione per poter ammirare da vicino tutta quella forza. “Ma in realtà mi basterebbe ereditare un quirk dai miei genitori, sputare fuoco o attirare gli oggetti...Anche se non sono quirk belli come il tuo!”

Lo sguardo del demone si ammorbidì...: ”Posso renderti molto più forte, darti un quirk adatto a te...”

“Sarebbe incredibile, Todoroki-kun!” esclamò Midoriya, felice.

Todoroki si stupì per quel patronimico e per il tono affettuoso con cui Midoriya aveva pronunciato il suo nome.

Il vento si placò e il sole fece capolino fra le nuvole. Todoroki spense le sue fiamme e abbassò la mano. “Sei sicuro che ne valga la pena? La tua anima. Sarebbe per sempre mia, all’inferno” commentò.

Il cuore di Midoriya perse un battito quando sentì dire che la sua anima sarebbe appartenuta a Todoroki. Scosse la testa per scacciare quei buffi pensieri dalla mente. Poi si rattristì di colpo: “...La mia esistenza non ha un senso. Non voglio vivere una vita vuota. So che avrò pochi anni a mia disposizione ma magari riuscirò comunque a diventare un eroe professionista. Voglio poter aiutare gli altri. Voglio poter combattere e dare tutto me stesso, non voglio più sentirmi patetico e inutile.”

“Se allora hai già deciso...” disse Todoroki. Midoriya annuì, determinato, convincendo la creatura davanti a sé.

“E sai anche come si siglano i patti con i demoni?” chiese Todoroki, leggermente compiaciuto.

Todoroki aveva visto Midoriya arrossire già diverse volte durante il loro incontro, ma mai così forte.

“N-n-non so se è una l-leggenda...N-non sono sicuro” balbettò Midoriya, cercando di distogliere lo sguardo dal diavolo che aveva davanti, così vicino.

“Dillo” lo incoraggiò Todoroki, divertito.

“Con un...bacio?” rispose Midoriya, senza sapere se quella fosse un’affermazione o una domanda.

“Il quirk che ti darò sarà così potente che richiederebbe un altro tipo di accordo ma...mi piaci. Basterà un bacio” disse il demone, facendo un passo verso Midoriya.

Midoriya rimase immobile, gli occhi spalancati, smise di respirare per qualche secondo, troppe cose da metabolizzare tutte insieme.

“Io...io non ho mai baciato nessuno” disse Midoriya, imbarazzato.

Todoroki lo guardò soddisfatto, inclinando un po’ la testa: “E ti dispiacerebbe se fossi io il primo a baciarti?”

Midoriya avrebbe giurato di sentire del fumo uscirgli dalla testa e si coprì la faccia con le mani: “N-No.”
Sentiva qualcosa sfarfallargli nel petto e non aveva il coraggio di abbassare le mani e guardare Todoroki.

“Ottimo. Allora...sei sicuro? Vuoi firmare il patto? La tua anima per un quirk che ti renda un hero” sussurrò Todoroki, ancora più vicino.

“Sì, voglio firmare l’accordo con te” rispose Midoriya, certo della sua decisione, ma con il viso ancora nascosto da mani tremanti.

“Bene” bisbigliò l’altro vicino al suo orecchio. Il demone prese gentilmente le mani di Midoriya e gliele scostò dal viso. Midoriya, nonostante l’imbarazzo, notò come la mano sinistra di Todoroki fosse ancora calda, ma l’altra sembrava stranamente fredda.

“Sigliamo questo patto” mormorò Todoroki, mentre prendeva il suo viso fra le mani, abbassando il volto verso di lui. Midoriya pensò che il cuore gli stesse per scoppiare nel petto.

Il demone inclinò il viso, strusciando leggermente il naso contro quello del ragazzo, chiuse gli occhi e appoggiò le labbra su quelle di Midoriya, che si sciolse in quel tocco così delicato, chiudendo gli occhi a sua volta.

Todoroki tenne premuta la sua bocca contro quella di Midoriya, con la mano sinistra strinse la sua vita e l’avvicinò di più a sé.

Il ragazzo appoggiò le mani sul petto di Todoroki, mentre sentiva le gambe sciogliersi, e schiuse leggermente le labbra, mentre assaporava il respiro del demone sulla sua bocca, fresco e bollente al tempo stesso.

Todoroki fece scivolare la mano destra che era ancora sulla guancia di Midoriya sulla sua nuca, il suo tocco diventò più possessivo e approfondì il bacio, lasciando che la lingua oltrepassasse le labbra di Midoriya.

Il ragazzo percepiva un calore che non riusciva a spiegare e non riusciva a pensare a niente che non fosse il bacio che stava vivendo, si sentiva come se stesse per svenire o come se le gambe non fossero più in grado di sostenerlo, si aggrappò alle spalle dell’altro per riuscire a restare in piedi.

Todoroki lo sentì tremare sotto le dita e lo strinse con entrambe le braccia a sé, una mano premuta contro la schiena e l’altra ancora avvinghiata alla sua vita. Sentì la lingua di Midoriya muoversi timida e incerta contro la sua e sorrise contro la bocca che stava baciando.

Dalla gola di Midoriya uscì un suono a metà tra un gemito e un sospiro che sorprese il demone.

Todoroki si godette per qualche altro secondo quell’abbraccio, la sua lingua accarezzò quella del ragazzo ancora una volta, e poi richiuse le labbra. Appoggiò le mani contro il viso di Midoriya, leggere. Posò un altro piccolo bacio sulle sue labbra e riaprì gli occhi.

Il ragazzo rimase per qualche secondo con gli occhi chiusi tra le mani del demone, poi sbatté un paio di volte le palpebre, trasognato. Todoroki lo guardò, sorridendo soddisfatto, dopodiché, un po’ a malincuore, abbassò le mani e fece un piccolo passo indietro.

“Il patto è siglato. Se allenerai il quirk che ti ho dato, diventerai più potente di All Might.”

“E-eh?...” Midoriya rimase imbambolato senza riuscire a focalizzarsi su cosa fosse successo.

“Il nostro patto” ripeté Todoroki, gentilmente.

“Ahh, già, sì, l’accordo!” commentò Midoriya con un gran sorriso, un po’ imbarazzato, grattandosi la nuca. Poi distolse lo sguardo, rimuginò un attimo e con un filo di voce: “...Baci tutti quelli con cui fai un patto?”

Todoroki sorrise, apprezzando la nota di gelosia nel mormorio del ragazzo. Scrollò le spalle: “Non così.”

“Oh” Midoriya non sapeva come reagire all’ardore che sentiva nel petto. Poi cercò di concentrarsi, abbassò lo sguardo verso le proprie mani, contrasse i pugni e notò con eccitazione un leggero bagliore percorrere la superficie della pelle: “...Il mio quirk?”

“Sì. Dovrai allenarti molto e ci metterai un po’ a capire come usarlo. Ma frequenti la U.A., no? Quando noteranno il tuo potenziale, ti sposteranno nella sezione hero e troverai degli insegnanti in grado di farti migliorare velocemente” commentò Todoroki, incoraggiante.

Midoriya sorrise, entusiasta, gli occhi verdi che brillavano. Dopo qualche istante, però, assunse un’aria imbronciata e il suo sguardo s’incupì: “Adesso te ne andrai?”

“Puoi sempre evocarmi di nuovo, se vuoi” rispose compiaciuto il demone. “La prossima volta potrei mostrarti anche l’altro quirk.”

Il sorriso spontaneo di Midoriya accese di nuovo il suo viso.

“Spero che sarai felice con il tuo quirk” aggiunse Todoroki.

“Sì! Grazie, Todoroki-kun!” rispose con entusiasmo Midoriya.

Todoroki si sporse verso le labbra di Midoriya, gli sollevò il mento con due dita e lo baciò su un angolo della bocca, prima di sussurrare: “A presto, Midoriya.”

Il ragazzo lo guardò con aria sognante, felice come non si era mai sentito, un sentimento che nulla aveva a che fare con il quirk: “A presto, Todoroki-kun...”

Il demone si perse ancora una volta in quelle iridi verdi scintillanti e scomparì in un vortice di fumo nero, fiamme e cristalli di ghiaccio.

Mentre il fumo lo avvolgeva, Todoroki sorrise, chiedendosi quanto avrebbe resistito prima di tornare sulla terra dei mortali a cambiare i termini dell’accordo che aveva appena stretto. Probabilmente non molto. E a Midoriya non sarebbe dispiaciuto.

   
 
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