Anime & Manga > The Case Study of Vanitas
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Autore: Europa91    24/10/2022    2 recensioni
Raccolta di storie per il #Writober 2022 indetto da fanwriter.it. Lista pumpNEON.
Dal capitolo uno:
“Ormai Noè non riusciva a discernere cosa fosse reale e cosa no. Erano troppi i pensieri che affollavano il suo animo, un nome su tutti, Vanitas. Chiuse gli occhi, rivedendo se stesso arrivare tardi, mentre la mano del ragazzo lentamente scivolava via dalla sua. Il vampiro sentiva l’impellente necessità di mettere nero su bianco quei momenti, non poteva permettersi di dimenticare. Non voleva farlo. Era un lusso che sapeva di non potersi concedere"
Credendo di aver perso per sempre Vanitas, Noè ripercorre gli eventi del proprio passato. Nulla però è come sembra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dominique de Sade, Louis de Sade, Noé Archiviste, Nuovo personaggio, Vanitas
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mémoires Inconnues '
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24 - Late nights, early mornings 


Al mondo c’erano ancora troppe cose che Noè non comprendeva e a cui probabilmente non sarebbe mai riuscito a dare una spiegazione. Il vampiro sapeva bene di essere un ingenuo, come molte forse troppe volte Vanitas gli aveva fatto notare. Però sicuramente non era uno stupido.

Aveva rivisto Louis e questa volta era certo che non si trattasse di un sogno. Era troppo reale per esserlo. Il vampiro dai capelli corvini gli aveva sorriso e a Noè era parso all’improvviso di tornare indietro nel tempo. In un’epoca lontana quando esistevano solo loro e Domi. Quando le giornate trascorrevano serene e vivevano ignari della crudeltà del mondo che li circondava. Rinchiusi in quella bolla di felicità che per lungo tempo era stata l’unica quotidianità che aveva conosciuto.

Louis però sapeva. Aveva sempre saputo ogni cosa e come il Maestro, aveva preferito tenere lui e Dominique all’oscuro. Voleva solo proteggerli e lo aveva fatto fino al suo ultimo respiro. Noè non riusciva a capacitarsi di quello. Louis era morto tra le sue braccia, ne era certo. Il ricordo della testa dell’amico che veniva staccata dal corpo non aveva smesso di tormentare i suoi incubi. Rivedeva le immagini di quella notte senza luna, ancora e ancora. Come poteva sentire la voce disperata dell’amico che lo pregava di porre fine alle proprie sofferenze.

Tuttavia Louis era vivo, il perché o il come non avevano importanza. In quel preciso istante il suo migliore amico si trovava a pochi metri da lui e Noè stava combattendo con tutte le proprie forze contro l’istinto di correre ad abbracciarlo. Non si accorse nemmeno di essere scoppiato a piangere fino a quando non sentì le proprie lacrime bagnargli le guance.

Una parte di lui temeva che al solo toccarlo il giovane De Sade sarebbe scomparso, dissolvendosi come neve al sole tra le sue braccia. Nei suoi sogni d’altronde era sempre stato così, era condannato a ritrovare Louis solo per poterlo perdere di nuovo. Era la punizione che si era auto inflitto. Il peso della colpa per non essere riuscito a salvarlo.

Quella notte, Noè aveva litigato con Vanitas. Era stato un battibecco come tanti, in cui i loro caratteri e divergenze di opinioni avevano finito con lo scontrarsi. Il possessore del Libro ad un certo punto se ne era semplicemente andato, fuggendo dalla finestra per raggiungere i tetti di Parigi lasciando il vampiro nella loro camera pieno di dubbi e sensi di colpa. Noè odiava alzare la voce, come litigare, ma l’umano e la sua impertinenza mettevano a dura prova i suoi nervi già tesi. 

 

Avevano da poco fatto ritorno dal caso della bestia del Gevaudan. Erano accadute parecchie cose in quella provincia francese e nell’ultimo periodo in generale. Vanitas sembrava essere sotto una specie di incantesimo perpetrato da Jeanne mentre Noè si interrogava sulle visioni avute da Charlatan, Naenia o come diavolo si chiamava quella creatura. Ogni volta che si trovava a doversi scontrare con quel mostro il vampiro sentiva la propria mente vacillare e nuovi dubbi nascere dentro di lui.

In particolare, l’ultimo degli Archiviste ripensava a quando, nel vuoto, aveva teso la propria mano cercando di afferrare quella di Vanitas. La figura mascherata che si era rivolta a lui in quel macabro teatrino aveva un qualcosa di familiare a cui però in quel momento non era riuscito ad associare nulla. Era stata solo una sensazione, durata una manciata di secondi ma capace di alimentare le perplessità che già albergavano nel suo animo.

Aveva cercato di parlarne con il proprio partner ma Vanitas era ancora troppo occupato a pensare alla Burreau per prestagli la dovuta attenzione. Così avevano finito con il litigare. Il vampiro era quindi uscito a prendere una boccata d’aria cercando di calmare il turbinio di sentimenti ed emozioni che solo quel testardo umano riusciva a provocargli. Tra di loro era sempre stato così sin dall’inizio, una sfida. Entrambi odiavano perdere e non erano disposti a cedere sulle proprie convinzioni. Era di per sè un miracolo che avessero trascorso così tanto tempo insieme.

Tornò ad osservare la città. Parigi di notte era semplicemente stupenda tanto che non gli sarebbe importato di perdersi in quella meraviglia. Quella sera la luna era coperta da alcune nubi ma al vampiro non interessava, aveva deciso che niente avrebbe intaccato la sua ricerca di buon umore.

Se Vanitas aveva scelto i tetti per darsi alla fuga, Noè aveva preferito i viali illuminati. Così aveva iniziato a ripercorrere gli Champs-Elysée osservando con scarso interesse le numerose coppiette che passeggiavano a braccetto. Forse avrebbe dovuto invitare Domi ma parlare con l’amica era l’ultima cosa che in quel momento desiderava. Si accorse dopo qualche istante che Murr lo aveva seguito per tutto il tempo.

“Tu cosa ci fai qui? Vieni ti riporto a casa” mormorò chinandosi per recuperarlo. In tutta risposta però il gatto finì con lo scivolare dalla sua presa per poi mettersi a fuggire.

Il vampiro fu costretto ad inserguirlo perdendo come sempre il senso dell’orientamento. Quando finalmente riuscì a recuperare il proprio animale domestico si accorse di non sapere dove fosse finito. Era in una specie di deposito abbandonato.

Era stato in quel luogo in cui aveva trovato Louis. 

  
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