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Autore: Flofly    24/10/2022    2 recensioni
Essere adolescenti non è mai facile, a Serpeverde men che meno. Draco Malfoy ha provato a conformarsi a quello che gli altri pensando di lui ed è riuscito quasi in tutto.Tranne in una cosa, proprio quella in cui i suoi compagni pensano possa eccellere: il sesso. Non è che lo disgusti ma proprio non riesce a capirlo. Ma alla fine è così importante? Scritta per la ACE WEEK
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Piccola storia scritta per l'ACE WEEK, la settimana della consapevolezza asessuale. Ho cercato di documentarmi prima di scriverla ma se sei una persona che si riconosce nello spettro asessuale e trovi che ci siano dei problemi o possa risultare offensiva ti prego di scrivermi e credimi, davvero non è mia intenzione. Buon ACE a tutti, a chi ha appena scoperto questa realtà e a chi lotta perché sia conosciuta il più possibile. Grazie al forum Ferisce più la penna per aver deciso di celebrare questa settimana invitando a scrivere sul tema.
 



Sono solo Colori

 

Il sobbollire lento del liquido del calderone, il crepitio leggero e regolare della fiamma blu, il ritmo ipnotico del pestello in pietra scura contro i baccelli di cardamomo che si sfaldavano docili sotto il suo peso frantumandosi in polvere finissima e profumata che l’avvolgeva come una coperta calda in una sera d’inverno regalandogli quella pace che ultimamente faticava a trovare.

Era poco più tardi dell’alba del week end e il castello di Hogwarts era  ancora immerso nella docile indolenza della notte, il momento perfetto per scivolare fuori dal dormitorio e lasciare che i pensieri  fossero sommersi dal meccanismo di gesti delicati e precisi ripetuti centinaia di volte.

C’era ordine nel laboratorio di pozioni, un ordine che ultimamente gli sfuggiva.

Poteva pensare lì.

Poteva permettersi di riflettere senza aver paura che qualcuno potesse sentire quello che si agitava dentro di lui, che lo costringesse a rivelarsi.

Il sabato era il giorno peggiore, quello in cui i suoi compagni non facevano altro che parlare di quello che avrebbero fatto nel pomeriggio o meglio di chi si sarebbero fatti.

Il sesso sembrava essere diventato l’unico argomento ad Hogwarts di quei tempi. All’inizio aveva provato a rimanere in silenzio, ostentando la solita aria di superiorità, sperando che nessuno gli chiedesse nulla.

Purtroppo però il suo atteggiamento menefreghista era passato come se lui in realtà ne sapesse più di tutti loro messi insieme e ben presto si erano rincorse voci e leggende su sue performance con i partner più disparati e praticamente in ogni luogo della scuola.Come diavolo fosse stato possibile ancora se lo chiedeva e Salazar Serpeverde aiutasse il colpevole quando l’avrebbe scoperto.

D’altronde i Serpeverde erano sempre stati famosi per quella che veniva considerata una certa tendenza al libertinismo e alla licenziosità che non avevano pari nella scuola.

In poche parole erano considerati dei ninfomani senza alcun senso del pudore.

E chi c’era di più Serpeverde di Draco Malfoy?

Nessuno.

Il più ricco di tutti.

Il più puro di tutti.

Serpeverde da entrambi i lati della famiglia da generazioni. Nessuna contaminazione con i nati babbani. Schifosamente ricco, ovviamente. Avrebbe potuto avere chiunque volesse, indipendentemente dal genere e dalla casa, perché in fondo a nessuno interessava davvero chi fosse. Era il suo nome che cercavano, la storia della sua famiglia, il suo sangue. Persino un paio di Grifondoro di sua conoscenza non avrebbero di certo disdegnato di poter dire di aver passato un giro di clessidra con lui negli spogliatoi.

Già, gli spogliatoi.

Li praticamente si parlava più di sesso che di Quidditch.

Ad ogni allenamento, ogni partita, ogni dannata riunione non c’era verso che smettessero di usare mazze e boccini di varie dimensioni per parlare di sesso.

Sempre e solo sesso.

Di quello che avevano fatto o quello che speravano di fare. E ad essere onesti le due cose a volte si confondevano.

Da tempo aveva smesso di ascoltare. Inizialmente pensava di sentirsi assurdamente in  imbarazzo e poi si era reso conto di una cosa: non gli interessava.

Ci aveva messo un bel po’ a capirlo, credeva di avere  qualcosa  che non andava.. aveva addirittura sospettato che fosse qualche scherzo di quei due cretini di Sfregiato e Lenticchia finito male…

Si diceva che sarebbe passato, che un giorno si sarebbe svegliato e d’improvviso quelle foto animate che giravano come cioccorane nel dormitorio gli sarebbero interessate.

C’erano state delle ragazze. Diverse a dire la verità. perché il suo secondo istinto dopo aver dato la colpa ai Grifondoro era stato quello di pensare che fosse perché magari non aveva trovato la ragazza giusta. Ma non c’era stato verso, non cambiava niente di chi fosse la pelle che toccava, le labbra che lo baciavano, il sapore che sentiva sotto la lingua.

Collo- seno- capezzoli - ventre- gambe. Era giusto l’ordine? Stava sbagliando qualcosa?

Merlino ma perché non era andato a giocare a Quidditch?

Insomma era stato davvero piacevole ma non era stata quella cosa sconvolgente di cui tutti parlavano in continuazione.

Si era quasi rassegnato a dover fingere tutta la vita, perché in fondo da lui ci si aspettava che si fidanzasse con una purosangue, che la sposasse, che avesse degli eredi, magari anche delle amanti.

Il suo corpo rispondeva ma la sua mente no, era semplicemente disinteressata. E dire che in fondo gli era piaciuto ma ad un certo punto si era davvero annoiato dall’intero processo, neanche fosse a lezione di Storia della Magia..

E il contrario accadeva quando la vedeva mentre studiava, mentre si attorcigliava  attorno al dito una ciocca di capelli, mentre scriveva chinando il capo in quella maniera buffa,mentre rideva alla battuta di qualcuno.

Era innamorato. Ma non la desiderava. Non in quel senso.

Era stato difficile ammetterlo persino con se stesso. Di lei poi? Merlino, perché doveva essere tutto così difficile? perché non poteva volersela scopare  e basta? Togliersi lo sfizio?

Perché non poteva essere come tutti gli altri?

«Tu sei tu, Draco. E va bene così» 

Severus era scivolato silenziosamente nel laboratorio, un’ombra scura tra le ombre, nemmeno un rumore che avvertisse del suo arrivo. Draco rabbrividì: che avesse usato le sue doti di legimanzia?

«Non sai di cosa stai parlando»  borbottò passandogli la fialetta con le scaglie di Runespoor senza guardarlo, troppo imbarazzato che il suo professore preferito avesse scoperto il suo segreto.

Severus si limitò a guardarlo alzando un sopracciglio, poi un libro volò nella sua direzione con la stessa velocità e delicatezza di un bolide lanciato dai fratelli Weasley. Fortuna che aveva i riflessi allenati da cercatore o sarebbe uscito di lì non solo confuso ma anche con una cicatrice da far invidia a quello dello Sfregiato. 

Incuriosito si fermò ad osservare l’oggetto contundente che il suo professore preferito gli aveva quasi conficcato direttamente nel cervello. Sotto il suo tocco la copertina di un tessuto caldo e vellutato cambiava colore in continuazione, un eterno fluire senza soluzione di continuità al punto che non riusciva a capire quale fosse il colore normale del libro.

«Non esiste un’unica verità Draco. Come questo libro puoi essere bianco, grigio, persino nero,non cambia nulla. Sei sempre tu, Draco Lucius Malfoy, il Serpeverde più testardo,saccente e noioso che io conosca»  la voce di Piton era la solita, glaciale e irritata, eppure in fondo poteva sentire un pizzico di qualcosa…

Orgoglio forse?

«E ora vedi di aiutarmi a preparare la pozione Pepperina… prevedo un’ecatombe di raffreddori quest’anno»  concluse facendo volare verso di lui.

Draco sorrise infilando il libro nella sacca e girandosi di nuovo verso il calderone.

Si in fondo non importava davvero che non ragionasse come gli altri.

In fondo lui era Draco Lucius Malfoy e l’unica etichetta che accettava era quella di “Serpeverde”.

E andava bene cosi.

 
   
 
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