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Autore: Violet Tyrell    25/10/2022    1 recensioni
Chi era, Minos, prima di abbracciare la causa di Hades?
Lui stesso lo aveva dimenticato, e non si poneva più domande strane su cosa fosse meglio; da quando era giunto in Ade, Minos aveva trovato la propria dimensione e non sentiva la mancanza di quella vita terrena che aveva vissuto per tanti anni.
Minos- Giudici - Nuovo pg.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grifon Minos, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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der puppenspieler 7
Der Puppenspieler



"Ti prego, non rimaniamo qui! Se si accorge di noi ci punirà!"
Elise ignorò totalmente la voce supplichevole di Bruno e continuò a rimanere ferma ad ascoltare.
"Taci, questo è un momento stupendo! Sto davvero sentendo Minos punire qualcuno che non sono io!"
La voce della ragazza era bassa ma chiaramente esaltata e non tanto per il fatto che era felice del fatto che qualcuno potesse essere ferito. Non ricordava fosse mai accaduto prima in quei mesi che Minos non la incolpasse di qualcosa e riservasse i suoi rimproveri e azioni per un altro.
"Dai, andiamo via!"
"Bruno! Non rovinare il momento più bello della mia vita!"
Aveva uno sguardo  estatico mentre osservava l'enorme portone chiuso, come se fosse effettivamente tentata di violare l'ordine di non entrare, cosa che gettava nella paura lo spectre che temeva proprio una bravata del genere, lo stesso Minos lo aveva avvertito che la ragazza era a dir poco imprevedibile.
Era comunque curioso che stesse davvero punendo il Negromante; Elise sapeva che era irritato perchè Byaku aveva preso una pericolosa decisione nel portarla proprio in Grecia, ma credeva seriamente che non avrebbe fatto niente.  Fu di nuovo Bruno a ricordarle dove erano.
"Non vorrai rimanere qui tutto  il giorno! Approfittane per riposare perchè devi ripartire a breve."
Elise continuava  a stare in ascolto.
"Ti assicuro che oggi potrei seguirlo in capo al mondo se continua ad avere quella voce soave mentre punisce gli altri!"
Non vide lo sguardo di Bruno che prima era sorpreso e quasi sconvolto, poi persino soddisfatto; Elise stessa non si era accorta di avere addolcito il tono di voce, forse presa dalla gioia al pensiero di non essere l'oggetto della collera del suo maestro. Tuttavia fu costretta a muoversi quando lo spectre la afferrò per il braccio trascinandola a distanza di sicurezza e le disse che così almeno non avrebbe dovuto rischiare di rovinare la sua bella giornata facendosi scoprire e punire. Sogghignando mentre le parlava.


***


Erano tornati nel castello in Germania. All'interno dell'enorme sala Minos non stava certo riducendo in fin di vita il suo vice, ma una piccola lezione per ricordargli che non lo doveva contraddire quello sì. Soprattutto, non lo doveva deludere come aveva fatto.
"Ti  avevo affidato un compito molto importante, proprio da te non mi aspettavo una delusione. La Grecia è grande, perchè non vi siete messi direttamente all'ingresso del tempio dei Saint già che c'eravate?"
Minos era furibondo, anche se non stava calcando così tanto la mano e non era certo per paura di ferire Byaku; era nervoso e profondamente turbato dall'incontro avvenuto sulla scogliera ma non ci voleva pensare in quel momento.
"Signore, vi domando umilmente perdono, avevo pensato che percepire anche solo da lontano la presenza dei nostri nemici potesse stimolarla. Non accadrà più, ve lo prometto!"
No, certo che non sarebbe accaduto ancora, non sarebbe stato così stupido da mettere di nuovo Elise  o un altro futuro allievo in mani così poco responsabili. Era arrivato in tempo per evitare una tragedia; che fosse maledetta quella donna e la sua Dea.
Cercò di calmarsi. Non poteva lasciarsi prendere dal panico, erano passati tanti anni e non doveva permettere al suo passato di tornare a tormentarlo.
Aveva pensato che qualche giorno non avrebbe cambiato nulla nell'addestramento della ragazza e aveva effettivamente dato a Byaku carta bianca su dove andare e cosa fare, purchè si esercitasse mentre lui si occupava dei propri impegni lì; aveva specificato un luogo caldo ma mai si sarebbe aspettato la Grecia. Magari in Iran, nel deserto di Dasht-e-Lut che era stata pure una sua idea iniziale.
Invece no, nella patria dei Saints.
Idiota.
Se lo sarebbe ricordato però, il graffio sulla guancia del Negromante era stato molto affilato e il dolore gli avrebbe tenuto compagnia per molto tempo.
Ma anche lui avrebbe ricordato quel giorno:un formicolio strano lo aveva avvertito che c'era aria di guai e aveva raggiunto quel luogo, guidato improvvisamente dalla paura: Minos aveva trovato in Rune le risposte su dove effettivamente erano i due ed era arrivato più arrabbiato che mai. Poi aveva visto dove e, soprattutto, chi e questo lo aveva terrorizzato segretamente, risvegliando un ricordo che non aveva mai smesso di fare male: non avrebbe permesso che la storia si ripetesse, mai.
Era la stessa scogliera da dove era stato spinto lui, poteva quindi accadere una tragedia e non sapeva se la stella di Elise fosse stata pronta a intervenire qualora le avessero fatto fare lo stesso volo destinato a lui. In piedi, a osservare da lontano le due figure una di fronte all'altra aveva avuto la certezza  di vederla cadere, in una lunga e inesorabile discesa, priva di ali a cui ricorrere e supplicando il suo aiuto invocando il suo nome.
Chiuse gli occhi per un momento e poi li riaprì, di nuovo padrone delle proprie emozioni e si rivolse in tono duro a Byaku.
"Spero di non dovermi ricredere sul tuo ruolo, vai ad avvisarla che deve essere pronta il prima possibile. Tu rimani qui e verificherai che nessun  nemico si avvicini al castello, noi due ci sposteremo per l'addestramento."



***


Gli occhi di Minos erano chiusi mentre ripensava ad avvenimenti anni prima, quando era ancora un pischello e del cosmo e gli Dei sapeva davvero poco.
Non avrebbe voluto tornare in Grecia. Lui odiava quel posto, se fosse stato costretto a rimetterci piede, voleva che fosse solo per distruggerla e spargerci il sale sopra. Quella terra era troppo piena di sole secondo i suoi gusti ma non aveva avuto molta scelta:  alcuni mesi prima dei suoi sedici anni aveva perso i genitori vittime di un incidente aereo in cui lui si era salvato quasi per caso. Sua madre non aveva voluto portarlo perchè lui doveva andare a scuola; il padre avrebbe  voluto soprassedere ma a comandare nel loro maniero era la madre e così  era rimasto a casa. Un'ottima cosa, pensò mentre sfogliava distrattamente dei fogli senza vederli realmente, perso in quei pensieri.
Così era stato letteralmente prelevato da alcuni lontani parenti che si erano trasferiti ad Atene e aveva dovuto ricominciare a vivere lì: Minos non aveva realmente sofferto la morte dei due che lo avevano messo al mondo, come quasi tutte le persone ricche ed altolocate di Norvegia erano molto freddi anche se sapeva che gli volevano bene. Solo che ci tenvano all'apparenza e in qualche modo avevano influenzato il suo modo di essere: era sempre stato un po' schivo, ma non era timido perchè era perfettamente in grado di fare conoscenze e avere rapporti umani. Era semplicemente annoiato e questo fin da piccolo, gli dava fastidio vedere gente quando non voleva.
La noia era comunque proseguita in Grecia, era indubbio che i suoi parenti fossero meno algidi dei genitori, ma lui aveva comunque trovato sgradevole tutto quanto, dalla scuola alla casa. Trascorreva il tempo libero da solo a camminare tra le rovine elleniche, a volte sulla spiaggia ma solitamente sempre quando era certo di non incontrare troppa gente.
E poi... poi aveva incontrato lei. Rivederla non gli era piaciuto affatto, anche se non l'aveva aggredita... però solo perchè aveva un'altra priorità.
Si riscosse., turbato: non voleva ricordare ancora, non avrebbe pronunciato il suo nome, mai.
Si rigirò tra le mani il ventaglio che apparteneva a Elise e che era ancora posato sul mobile, segno che ogni tanto la ragazza doveva toccarlo e averci a che fare anche solo per curiosità; la cosa che aveva notato era che all'inizio lui ricordava di avere sentito il legno, adesso invece era cambiato ed era notevolmente più solido. Quello era il materiale con cui erano fatte le surplici, non aveva alcun dubbio. Il momento era vicinissimo, lo sentiva persino lui sulla propria pelle. Era una questione di giorni, al massimo di un paio di settimane: fremeva già per l'eccitazione. Non vedeva l'ora di consegnare la nuova spectre a Hades e
In effetti Minos aveva capito perfettamente che per certi versi Elise era come lui; dietro agli atteggiamenti rabbiosi degli inizi aveva percepito un'immensa noia, anche se al contrario di lui li sfogava tutti senza controllo.
O meglio, lo faceva. Adesso era più tranquilla anche se mai davvero arrendevole.
Sorrise ghignando pensando che sarebbe stata una furia quando fosse rientrata nella stanza lo avrebbe trovato lì a frugare tra le sue cose, o così gli avrebbe urlato addosso. Sentiva quasi la mancanza delle sue urla mentre provava a scatenarsi contro di lui. anche se a dire il vero non era lì per caso: aveva visitato la stanza destinata a Elise solo una volta, all'inizio dell'addestramento in cui lei aveva ben pensato di rimanere a letto a dormire e lui senza alcuna vergogna non solo era entrato, ma l'aveva anche buttata giù dal letto, facendola ricadere sul pavimento gelido. Quindi  ci veniva solo quando era estremamente importante e se non era quello un momento che sarebbe rimasto nella sua storia...
La porta si aprì mentre lui continuava a giocherellare rigirando tra le mani il ventaglio, come se fosse estremamente annoiato. O così voleva farle capire: poteva quasi  percepire il suo sdegno mentre lo osservava, incredul.
"Ehi sei nella mia stanza! Sparisci! "
Lui quasi non mosse un muscolo, per nulla impressionato.
"Veramente al massimo sei ospite in questa stanza, non è tua. Ma facciamo finta che lo sia, da persona compassionevole e generosa quale sono. Ora vieni, devo dirti una cosa abbastanza importante."
Era da qualche giorno che non si divertiva a stuzzicarla, per quanto non ce ne fosse alcun bisogno ma ogni tanto anche lui desiderava divertirsi un po' e aveva bisogno che fosse proprio lei la sua piccola preda. Questa volta però senza bisogno di usare la propria forza come aveva fatto agli inizi; solo un piccolo divertimento di stampo psicologico. Fu divertente vederla irritata, anche se un momento dopo fu lui a rimanere sorpreso perchè gli rivolse un sorrisetto così innocente da farla sembrare dibolica.
"E mi devi dire una cosa mentre stai seduto sul mio letto? Vuoi forse sedurmi?"
Era chiaro a tutti e due e soprattutto a lui che non era un reale invito, ma era stato divertente così decise  di assecondarla e vedere fin dove si sarebbe spinta.
"Se proprio volessi sedurti, saresti tu sul mio letto, non il contrario: mai dare il vantaggio al tuo avversario, portalo sempre in un posto dove non sia il padrone. Ma si può sempre rimediare se vuoi, è un po' che non ho un nuovo giocattolo tra le lenzuola."
Al contrario di lei, aveva la voce bassa eleggermente sensuale, come se stesse davvero prendendo in considerazione quell'idea; Minos la osservò, consapevole di averla destabilizzata e ne fu certo vedendo le sue gote improvvisamente rosse e pensò che non era il caso di prolungare oltre.
"Ma non te lo consiglierei, anche senza volerlo li rompo sempre, i miei giocattoli. E quando si rompe una persona, non sempre la si può aggiustare".
Aveva perso l'intonazione fintamente sensuale di poco prima, era più triste come se stesse rievocando qualcosa di doloroso. Decise di alzarsi, per quanto volesse giocherellare ancora un po' preferiva non darle l'idea di essere lì per farle quello, volente o nolente che potesse essere.  L'argomento di cui voleva discutere era molto più importante di quello; stava per parlare  quando rimase completamente folgorato.
"Hai rotto anche lei? Sembrava a posto però"...
Minos ebbe l'impressione che un proiettile avesse attraversato la sua mente con quella domanda: rimase a guardare Elise con espressione confusa, anche se credeva di sapere a cosa si riferisse.
"La Saint. Quella di ieri, con i capelli azzurri che erano diversi, così hai detto. Hai... rotto anche lei?"
Il silenzio non era mai stato così pesante prima di quel momento. Elise non lo aveva chiesto con ironia o disprezzo, Minos lo percepiva dalla voce: allo stesso tempo lui ebbe l'impressione che il suo segreto fosse stato brutalmente messo a nudo e faticava a trovare la reazione. Poteva dire di essere stato completamente spiazzato per la prima volta in vita sua: rimase in silenzio per moltissimo tempo, oppure il tempo stesso era diventato impossibile da calcolare perchè pareva sospeso in modo tale da schiacciarlo.
Si riprese, sentendo una rabbia sorda avvolgerlo, ma controllò la violenta reazione che stava per avere e le si avvicinò con sguardo di fuoco.
"Lo sai quante ossa ci sono nel corpo umano, Elise? 206. E ognuna di queste fa un rumore diverso quando si rompe... Quella donna non  è affatto innocente come sembri credere, posso giurartelo. Dietro a quell'aspetto da bambolina innocente, Rosaria è un demone con l'anima più nera di quella che io potrò mai avere. Un giorno, se c'è giustizia, sarò proprio IO a fare giustizia e godere di ogni singolo osso che le spezzerò".
Non aveva urlato, non ce ne era  affatto bisogno perchè la sua voce bassa e gelida era più pericolosa di un incendio che distruggeva foreste. Non vedeva in effetti l'ora di vederla agonizzare nel dolore che le avrebbe inflitto, non ci sarebbe stato piacere più grande.
"Ti do' un'ora di tempo per partire, se non sarai pronta ti trascinerò coi miei fili fino alla nostra destinazione".
E lasciò la stanza senza avere detto alla ragazza quello che doveva; pensò di rientrare ma sentiva l'assoluta necessità di riprendersi e non intendeva sbilanciarsi con le emozioni più del dovuto. Inoltre non era affatto sicuro che questa volta avrebbe potuto contenersi: per  anche solo un momento aveva meditato di spingere la sua provocazione oltre, costringerla a spogliarsi e scoprire se anche sotto di lui sarebbe riuscita a mantenersi così ribelle o se avrebbe ceduto trasformandosi in una creatura più sottomessa.
Fu disgustato da se stesso e da quel pensiero selvaggio che lo aveva avvolto anche se per poco.


***


Elise tremava da capo a piedi appoggiata al muro, ma non provava paura. Era solamente sconvolta, soprattutto dalla rivelazione riguardo la Saint. Lei non aveva neppure collegato le cose, mai avrebbe creduto che la misteriosa Rosaria fosse una Saint: l'aveva immaginata come se fosse una giovane ragazzina senza doti particolari, quasi certamente di bell'aspetto e perfino circondata da un alone di innocenza. Invece era addirittura una Saint!
Non che le piacessero i Saint ovviamente, ma questo cambiava completamente l'idea che aveva avuto di lei: sicuramente sapeva combattere, aveva già un'armatura ed era completa. E' più brava di me.
Fu un pensiero agghiacciante per Elise, che lo corresse subito. Al massimo era più esperta, ecco così andava bene. In quella sua sfida immaginaria con la misteriosa donna che era stata importante per Minos, non esisteva proprio che si facesse superare da lei! Sarebbe stata una spectre assolutamente spettacolare, altro che una stupida Saint coi capelli color puffo! Elise ricordò però un dettaglio, Minos aveva accennato a capelli di diverso colore quando si erano visti sulla scogliera e rimase colpita da questo dettaglio. Scaraventò le scarpe dall'altra parte della stanza per scacciare tutte le emozioni che l'avevano invasa in quegli ultimi minuti e si sentì incredibilmente meglio. Poi si dedicò a raccogliere le sue cose per la partenza, anche se non aveva idea di dove dovessero andare; poche ore prima le aveva detto che erano diretti in un piccolo paese chiamato Røros ma poteva essere ovunque. Non sembrava in Germania, comunque, e tutto sommato andava bene per lei.
Poco dopo si sedette sul letto, senza rendersi conto che era il punto preciso occupato poco prima da Minos anche se essendo più alto e massiccio di lei aveva preso più posto; ancora non riusciva a credere a quello che aveva detto e, soprattutto,  quello che aveva provato lei.
Gli avrei permesso di farlo...
Era una raggelante consapevolezza. Aveva perfettamente capito tutti i sottintesi delle provocazioni di Minos che, almeno per alcuni minuti, l'aveva guardata in un modo che l'aveva spaventata. E, soprattutto, l'aveva affascinata facendola fremere al pensiero di cosa sarebbe davvero successo se gli avesse consentito di portarla a letto con lui.
Era ridicolo, eppure Elise sapeva di non poter mentire a sè stessa, quando le aveva parlato dei suoi giocattoli aveva provato l'insano desiderio di esserlo. Anche se non si sarebbe certo fatta rompere da lui, per usare le sue parole, ma avrebbe provveduto lei a distruggerlo. Su questo non aveva alcun dubbio, non gli avrebbe permesso di farle volutamente del male: piuttosto sarebbe stata lei a fargliene, ma quanto al resto... l'aveva proprio desiderato ed era stato terribile pensarlo. Addirittura mentre stava lasciando la stanza, aveva avuto la tentazione di fermarlo.
Sapeva benissimo che l'avrebbe fatto solamente per quel motivo.
Sciocchezze, devo solo vincere la scommessa.
Era arrabbiata: quella era stata un'occasione perfetta per iniziare la sua opera di distruzione... ecco, era per quello che doveva aver provato quelle sensazioni, così aveva molto più senso. Ributtò fuori l'aria cercando di farsi più calma e poi prese la sua sacca e lasciò una stanza: il tempo a sua disposizione era quasi terminato e almeno a essere puntuale l'aveva imparato se non desiderava essere sempre punita.




Note:


buongiorno :D

Elise che spia Minos che punisce byaku ahahha povero negromante, sono stata un po' cattiva con lui ma qualcuno doveva pure essere punito u.u
come forse avevate già capito, la saint dai capelli color puffo(cit elise) e che un tempo erano biondi, è Rosaria.
Avevate  forse pensato che potesse essere una saint? O, come Elise che si è fatta tutto il suo film mentale, credevate fosse una persona "comune"? sono proprio curiosa di saperlo perchè molti miei amici non si erano nemmeno avvicinati alla sua reale identità :P e sono rimasti sorpresi.
Ovviamente vi manca ancora la storyline completa a riguardo, se non che Minos dice che era lei a volerlo uccidere(si capisce da quello che pensa), ma sarà vero?
Si nd Minos
scusa <.<
comunque spero vi piaccia anche il resto. La stella malefica è in drittura d'arrivo (finalmente lol) e a presto ci saranno agigornamenti. Intanto il ventaglio si conferma(nella storia) parte dell'armatura essendosi "solidificato" come dice Minos tutto bello contento XD per caso avete già indovinato il totem? Penso di no, al prossimo qualche delucidazione in più.

C'è una cosa che dice Minos riguardo al "rompere" le persone che ho preso volutamente dal dio Efesto presente nella saga di Percy Jackson di Riordan(la prima saga, mi pare nel terzo libro) che mi ha sempre profondamente toccata. E' in verità una rivisitazione ma il succo è lo stesso: se rompi una persona poi non la puoi più aggiustare.  E Minos indubbiamente di persone da rompere(e non riagigustare XD) se ne intende parecchio.
Tutto il pezzo sul finale sono scuriosa di sapere cosa ne pensate: mi è stato detto che è troppo discutibile, ma io penso di no e in ogni caso è così che volevo proporlo. Fatemi però sapere!



Ci vediamo presto con l'aggiornamento :D credo 10-15 giorni circa


stardust94: eh eh non si nomina Bruno, no :D  
SUl bullismo empatizzo molto, una Elise così servirebbe a tutti e inoltre dimostra che pur avendo lati abbastanza discutibili, non è del tutto insensibile visto che si è mossa per questa causa diciamo. E soprattutto che pur essendo allieva di un sadico, non è esattamente come lui. Ci sono delle differenze.
Sulla saint  dai capelli color puffo, mi sa ci avessi preso :D se hai voglia di dare un'occhiata anche a questo capitolo e farmi sapere la tua opinione, lo gradirò moltissimo!
   
 
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