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Autore: LorasWeasley    26/10/2022    3 recensioni
future|fic [kuroken|bokuaka|futaone|sakuatsu]
Le storie di Kenma, Bokuto, Futakuchi e la Sakuatsu che provano a fare una cosa carina per i loro figli ma nel modo più sbagliato.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kenji Futakuchi, Kiyoomi Sakusa, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tobio Kageyama
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Fare la cosa giusta ma nel modo sbagliato


Kuro stava controllando delle e-mail di lavoro seduto sul divano, era vestito e pronto per il giro al parco che aveva promesso a suo figlio per quel pomeriggio, quando fu raggiunto dal bambino in questione che urlò -Papà! Papà, guarda!
Non fu difficile capire a cosa si stesse riferendo dato che le due codine che erano state fatte sui suoi capelli non passavano di certo inosservate.
Le codine erano… brutte. Aveva quella di destra super stretta, alta e tirava così tanto che Kuro riusciva a vedere la pelle del figlio spinta all’indietro dalla forza dell’elastico. La coda di sinistra, al contrario, era moscia, storta ed erano evidenti al suo interno diversi nodi tra quei capelli neri e lunghi.
-Ehm… wow!- disse quando si rese conto che era stato fin troppo tempo in silenzio -le hai fatte tu?
-Le ha fatte papino, sono bellissime vero? Vado a prendere la palla e usciamo!
Corse nella sua stanza e Kuro si alzò per andare a cercare Kenma. Lo trovò nella sua stanza dei giochi che era in live. Tuttavia non ebbe bisogno di dire nulla poiché nel momento in cui aprì la porta questo si girò con uno sguardo distrutto e disse -Lo so! Sono orribili, okay? Ma ci provo da un’ora, giuro, testimoni tutti loro!- indicò uno degli schermi con la chat dei suoi fan -abbiamo visto mille tutorial e quello è il meglio che sono riuscito a fare.
Kuro sospirò, sapendo bene che il suo adorabile compagno ce l’aveva sicuramente messa tutta per accontentare il bambino. Il modo non era stato dei migliori… ma era stata la cosa più giusta provare a dargli comunque corda.
-Allora noi usciamo…
Kenma annuì con un volto da funerale, ma aggiunse -E fai sparire tutti i bambini che provano a prenderlo in giro.
Tetsuro rise, stava per andare via quando gli venne in mente una cosa importantissima e aggiunse -Sì però non dire queste cose in live senza ridere, che poi la gente pensa che lo faccio veramente.
Kenma alzò le spalle -Tanto nessuno sa che lavoro fai davvero.
-Appunto!
 
-
 
Bokuto ci aveva messo qualche giorno ad accettare che a suo figlio Naoya piaceva il calcio. Soprattutto che gli piacesse tanto quanto a lui piaceva la pallavolo, affermando che avrebbe voluto giocare solo a quello e diventare un calciatore professionista da grande.
C’era stato male che questo non avrebbe condiviso con lui la passione per la pallavolo, ma Akaashi gli aveva fatto capire che ognuno è fatto a modo suo e che dovevano accettare loro figlio nonostante le passioni diverse da quelle che avrebbero voluto.
“Cosa avresti fatto se i tuoi genitori non avessero accettato la tua passione per la pallavolo?”
Bokuto non voleva che Naoya finisse per odiarlo, non avrebbe mai potuto sopportare una situazione del genere e aveva deciso di provarci, di cercare di comprendere meglio quello sport per il quale non aveva mai provato alcun tipo di interesse, tutto per suo figlio.
E per quanto lo annoiasse, vedere il volto di Naoya luminoso e felice quando gli chiese di insegnargli le regole e di vedere una partita insieme fu tutto ciò che gli fece capire che avrebbe persino finito per giocare a calcio se era tutto quello che bastava per far gioire il suo bambino in quel modo.
Akaashi non fu dello stesso avviso e come avrebbe potuto biasimarlo? Bokuto aveva pensato che forse non era stato il caso chiedere a Naoya di fargli vedere la mossa che avevano appena visto in tv dentro casa solo quando avevano distrutto una finestra, il portaombrelli e fatto staccare l’anta di un mobile.
-Però… ho legato molto di più con Naoya!- stava provando a dire Bokuto dopo che il marito era tornato a casa e aveva visto tutto quello che avevano fatto.
-Ne sono felice- sibilò in risposta Keiji e no, tutto nel suo corpo dimostrava che felice non lo era per niente. Ma tanto Koutaro avrebbe sempre trovato il modo per farsi perdonare, soprattutto quando aveva fatto un macello ma l'aveva fatto per un bene superiore.
 
-
 
Yuki, tra i quattro e i sei anni, era entrato in quella fase dove i bambini si appassionavano a qualcosa in tutto e per tutto per poi perderne interesse qualche mese dopo. Si era appassionato alle lumache creando un ecosistema in casa, poi al disegno, alla vendita di limonata fuori nel vialetto del quartiere e alla pulizia (quell’ultima parte non era troppo dispiaciuta a Futakuchi).
Quello invece, tra luglio e agosto dei suoi cinque anni, fu il periodo dei tatuaggi.
Ovviamente i due genitori non potevano permettergli di farsi dei veri tatuaggi, ma esistevano quelli ad acqua, quelli che trovavi anche dentro i pacchi di merendine e si attaccavano al corpo solo grazie a un panno bagnato e sparivano in uno o due giorni.
Quella domenica calda ma ventosa Futakuchi e Aone si stavano dirigendo a casa di Moniwa, il loro ex capitano di squadra del liceo, che aveva una enorme villa e aveva organizzato una rimpatriata. Yuki era ovviamente con loro e camminava tutto felice e soddisfatto dei tatuaggi che aveva sul proprio corpo, non vedendo l'ora di mostrarli a tutti gli amici dei suoi papà.
La giornata stava andando più che bene, con Aone che iniziò ad aiutare ad arrostire la carne alla griglia e Futakuchi che chiacchierava con i suoi ex compagni di classe mentre teneva d’occhio Yuki che correvadietro delle farfalle.
Ovviamente non sarebbe potuta andare bene per sempre e le cose precipitarono quando arrivò Kamasaki. L’uomo più grande infatti aveva salutato tutti, aveva guardato Yuki per mezzo secondo e poi spostato velocemente lo sguardo sui genitori di questo per chiedere -Perché avete disegnato un pene sulla fronte di vostro figlio?
Moniwa sibilò il nome dell’altro per ammonirlo, ma questo non se ne curò -Che c’è? Tanto non ci sente.
-Non è quello il punto!!
Futakuchi si infiammò -Che diavolo dici? Mio figlio non ha un pene in testa!
Beh… non lo aveva prima almeno. Adesso il tatuaggio del tenero gattino che Yuki si era fatto mettere in fronte si era sgretolato in alcuni punti ed era diventato un pene. Futakuchi non aveva idea di come fosse potuto succedere ma doveva subito trovare una situazione.
Venti minuti dopo stava uscendo dal bagno insieme al figlio, il quale aveva gli occhi lucidi e la fronte rossissima per lo sfregamento continuo che Kenji gli aveva fatto con un asciugamano per togliergli il disegno osceno. Non era sicuro di poterla definire una vittoria considerato lo stato del bambino, ma almeno questo non aveva più peni disegnati addosso… per il momento.
 
-
 
Quel giorno era stato un problema trovare qualcuno a cui lasciare Kota mentre loro giocavano una partita di campionato con i Black Jackals. Tutti i loro parenti erano impegnati con qualcosa e l’unico che avevano trovato disponibile era Suna… non che ne fossero troppo felici ma meglio di niente.
Peccato che Sunarin stava ritardando, aveva inviato un messaggio poco prima ad Atsumu dicendo che era rimasto bloccato nel traffico.
I due genitori indossavano già le loro divise e la squadra era appena entrata in campo per iniziare il riscaldamento, loro non potevano più perdere tempo.
Hinata li raggiunse correndo e trovò una soluzione affermando -Lì sugli spalti ci sono Tobio e Youta, perché non lasciate Kota con loro?
Nessuno dei due era troppo convinto da quella soluzione.
Hinata continuò -Youta fa amicizia con tutti subito e Tobio è diventato bravo con i bambini. Inoltre il coach ha detto che se non entrate subito in campo non vi farà giocare neanche i prossimi set.
Ecco, quell’ultima frase fece il miracolo.
Salirono sugli spalti e fecero una cosa veloce, dicendo a Kageyama che Sunarin sarebbe arrivato a breve e che doveva dare solo un’occhio a Kota fino al suo arrivo. Nel mentre Youta sorrise a Kota e provò ad abbracciarlo, questo rispose un po’ tentennante per poi chiedere -Ti sei lavato le mani? Vuoi un po’ del mio disinfettante?
Evidentemente Youta non aveva mai visto del disinfettante perché spalancò gli occhi come se fosse un nuovo giocattolo, tutto felice di quella nuova scoperta.
-Va bene Kota, noi andiamo a giocare, tu aspetta qui lo zio Rin- gli disse Sakusa più che fiero del suo bambino dopo aver seguito tutto lo scambio di battute con il figlio dello strano duo, facendolo sedere e lasciandogli lo zainetto vicino le gambe.
-Starà bene- rispose per lui Atsumu -Il nostro cucciolo è proprio un bravo bambino, vero?
Kota annuì solennemente, poi li salutò augurando loro di vincere la partita.
Non appena i tre membri dei Black Jackals tornarono in campo, Kageyama si sporse verso Kota, seduto composto al suo fianco, e affermò -Tuo padre ti prende in giro quando dice che sei un bravo bambino.
Kota gli lanciò un'occhiataccia, corrugò la fronte e incrociò le braccia sul petto -Non è vero.
-Sì che è vero- continuò l’adulto -la prima volta che ci siamo visti mi ha chiamato così e poi ho scoperto solo dopo che era un insulto!
-Come può essere un insulto?
-Lo è perché a tuo padre non piace chi si comporta bene.
-Non è vero!- adesso Kota aveva le lacrime agli occhi -Non è vero! Tu non lo conosci!
Quando Sunarin riuscì ad arrivare in palestra, il primo set era iniziato solo da qualche minuto, controllò di nuovo le indicazioni che Atsumu gli aveva lasciato nell’ultimo messaggio e trovò facilmente suo nipote insieme a Kageyama Tobio. Ma più si avvicinava e più si rendeva conto che c’èra qualcosa che non andava.
-Kota?- chiamò quando finalmente riuscì a raggiungerli.
-Zio!- il bambino stava piangendo e gli si gettò addosso in un abbraccio disperato.
-Che succede?- domandò confuso il centrale mentre se lo sistemava contro il petto e si sedeva sul posto lasciato libero dal bambino per evitare che quelli dietro si lamentassero della sua altezza.
-Questo signore dice che a papà non piaccio se faccio il bravo bambino, che mi sta solo insultando!
Suna corrugò ancora di più la fronte e si voltò a fissare Kageyama per capire meglio la situazione. L’alzatore s’infevorò e spiegò meglio -è vero! Atsumu al liceo mi aveva insultato in questo modo per dirmi che non ero un alzatore bravo quanto lui!
Suna si morse l’interno guancia per non scoppiare a ridere. Quella giornata di babysitting si stava rivelando più interessante di quello che era inizialmente. Non vedeva l’ora di scoprire molte più cose da Kageyama ma soprattutto non vedeva l’ora di scoprire come lo avrebbero ucciso Kiyoomi e Atsumu una volta scoperto che aveva fatto piangere il loro bambino.

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