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Autore: Christine Cecile Abroath    26/10/2022    0 recensioni
Harry & Hermione
Draco & Ginny
Dudly & Gabrielle
3 coppie, 3 storie d'amore, 3 prime volte
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Dudley Dursley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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TIERRA DE REYES

 

Eres mi Reina en esta Tierra de Reyes... aunque la vida se oponga con todas su leyes

 

PARALLELES-2 (Dicembre 1996)

Harry & Hermione First Kiss

«Cerchi Ron?» gli chiese Ginny con una smorfia. «È laggiù, quello schifoso ipocrita.»

Harry guardò, in un angolo, davanti a tutti, c’era Ron, avvinghiato così stretto a Lavanda Brown che era difficile dire quali mani erano di chi.

«Sembra che le stia mangiando la faccia, no?» osservò Ginny in tono distaccato. «Ma suppongo che debba affinare la tecnica. Bella partita, Harry.»

Gli diede un colpetto sul braccio e mentre lui la seguiva con lo sguardo, notò Grattastinchi trotterellarle dietro, gli occhi gialli fissi su Arnold.

Harry distolse lo sguardo da Ron, che non aveva l’aria di voler riemergere presto dalla sua occupazione, appena in tempo per vedere chiudersi il buco del ritratto. Con un senso di pressione gli parve scorgere una cespugliosa chioma bruna che spariva svolazzando.

Sfrecciò in avanti, schivò di nuovo Romilda Vane e spinse il ritratto della Signora Grassa. Il corridoio sembrava deserto.

«Hermione!»

La trovò nella prima classe aperta in cui entrò. Era seduta sulla cattedra, sola, a parte una piccola aureola di canarini cinguettanti che evidentemente aveva appena fatto apparire dal nulla. Harry non poté fare a meno di ammirare la sua abilità negli incantesimi anche in un momento come quello.

«Oh, ciao, Harry» lo salutò nervosamente. «Mi stavo esercitando.»

«Sì… sono… ehm… proprio venuti bene…» balbettò Harry. Non aveva idea di cosa dirle. Si stava chiedendo se c’era qualche possibilità che non avesse notato Ron, che fosse uscita dalla sala solo perché la festa era un po’ troppo chiassosa, quando lei osservò, con voce innaturalmente acuta: «A quanto pare Ron si sta godendo i festeggiamenti».

«Ehm… davvero?» chiese Harry.

«Non far finta di non averlo visto» ribatté Hermione. «Non si sta precisamente nascondendo, no…»

Il ragazzo, che aveva le mani nelle tasche, la stava osservando. Si era appoggiato non curante a un banco in prima fila, direttamente di fronte a lei e la fissava di sottecchi.

«Pensavo lo avessi… respinto…» esclamò poi a mezza voce, non voleva risultare così duro o brusco, ma fu più forte di lui.

Hermione, che stringeva le mani sul bordo della cattedra, sembrò ridestarsi come da un lungo sonno e facendo sparire gli uccellini lo fissò sollevando un sopracciglio.

«Cosa intendi?»

«Che considerando che lui… sì ecco… ti aveva rivelato i suoi sentimenti e tu gli ha detto che non potevi vederlo se non come un amico… Mi stupisce l’atteggiamento che adesso… ecco, stai manifestando!»

Senza capirne veramente il motivo quello parve fare infuriare la studentessa che alzando gli occhi al cielo non nascose minimamente la frustrazione derivante dalla sua frase. Tuttavia, chiuse gli occhi e si impose di tranquillizzarsi.

«Harry per l’amor del cielo, di cosa stai parlando? Si tratta di coerenza capisci? Io lo sono stata con lui, ma non ho ricevuto lo stesso trattamento! Devo ricordarti come mi ha fatto sentire per questo? Come se mi fossi comportata in modo moralmente ingiusto nei suoi confronti e sì, mi ha fatto male sapere che il mio rifiuto lo aveva così ferito, ma dopo che mi tratta male e io mi sento in colpa lui… lui pochi giorni dopo fa questo?» La voce ora era stridula, mentre con gli occhi velati di lacrime indicava la porta con la bacchetta che ancora stringeva in mano.

«Se davvero non lo aveva così distrutto il mio rifiuto lo avrei accettato, ma dopo il modo in cui mi ha trattato lo trovo ipocrita considerando come velocemente si è ripreso e se la sta godendo!»

Harry che in silenzio era rimasto a osservarla, con un portamento apparentemente rilassato, in realtà a uno sguardo più attento teso. Infatti non resistette oltre di fronte a quella sua reazione e compiendo i pochi passi che lo dividevano da lei, contro ogni sua previsione le prese il viso tra le mani e la baciò.

Hermione non se lo aspettava tanto che prima sgranò gli occhi e alzò le mani e poi dopo senza nemmeno pensarci le poggiò sulle sue braccia e chiuse gli occhi. Non era il primo bacio per nessuno dei due, ma era sicuramente qualcosa su cui Harry pensava ormai da mesi e lei nemmeno aveva mai minimamente immaginato, seppur doveva dire che negli ultimi mesi per varie questioni si era avvicinati più del solito.

Hermione pareva aver dimenticato tutta la sua rabbia e infatti gustò quel bacio inatteso con profondo trasporto, non avrebbe mai pensato che lui sapesse baciare così bene. Che poteva essere così dolce e premuroso, ma in egual misura così forte e passionale. Allo stesso modo, Harry dovette ammettere a sé stesso che le sue labbra erano decisamente più setose di quanto le avesse immaginate e il suo sapore delicato gli portava alla mente la primavera e i suoi colori. Se fosse stato per lui avrebbe voluto che durasse in eterno, ma quando lei gli mise le mani sul petto e lo allontanò sentì il mondo crollargli addosso. Lei aveva abbassato il capo, incapace di guardarlo, le gote arrossate e lui ancora le teneva il volto tra le mani lo stesso che lei scostò poco dopo.

«Oh mio Dio questo non può essere! Che ho fatto?» la Grifondoro lo chiese più a sé stessa che a Harry, ma lui senza allontanarsi, la guardò confuso.

«Quello che, come me, hai sentito di voler fare…»

«Ma non sempre si può!»

«Perché no? Perché altrimenti Ron potrebbe rimanerci male? E chi se ne frega! È mio amico e in questi mesi quando ho iniziato a sentire qualcosa per te, me lo sono ingioiato perché sapevo che a lui piacevi, ma guarda come ti ha trattata!»

«Il problema non è lui. Sono io. Io non so mentire, non so ingannare, non l'ho mai fatto!»

«E io non pretendo che tu lo faccia Hermione, ma solo che tu abbia la forza di lasciare la paura da una parte e di vivere come tu vuoi e non come vogliono gli altri!»

Finalmente lei parve voler affrontare lo sguardo di lui, verde e penetrante e così vicino al suo. Sentiva ancora il suo cuore battere a mille, la verità è che con Harry si sentiva sempre al sicuro. Con lui, anche quando si scontravano, era una sensazione alla pari di chi non agiva per dispetto o invidia, come spesso Ron faceva, ma con istinto e impulsività.

«Non puoi essere così egoista, non possiamo ignorare l’amicizia che c’è tra te, me e Ron! Lo conosci, la prenderebbe male… direbbe che tu hai approfittato della cosa, che io l’ho rifiutato per questo, che lo abbiamo tradito…» elencava tutti quei motivi quasi più per convincere sé stessa che Harry e mentre scuoteva il capo agitata, lui cercò il suo sguardo. Ora era lui quello infastidito.

«Perché ti conformi a questo? Ron è nostro amico, è vero, un mio carissimo amico… ma non posso fingere di non notare quanto sia stato maleducato e rozzo con te… Non credo che ci sia nulla di male in tutto questo, ma a quanto pare tu la pensi diversamente: perché?»

Hermione non rispose, semplicemente perché non aveva una risposta e quello se possibile era la cosa che più di ogni altra cosa odiava. Tutto stava accadendo troppo velocemente per i suoi gusti, lei era una persona riflessiva, aveva bisogno di tempo per far depositare le cose dentro di sé e agire di conseguenza dunque quella pressione che adesso lui le esercitava non l’aiutava. Era confusa e voleva solo ritrovare la giusta lucidità per poi agire nel modo più corretto nei confronti del suo cuore e quello di Harry.

Forse per questo scese dalla cattedra con il chiaro intento di andarsene se non fosse che lui la bloccò tenendola per un braccio.

«Lasciami… te ne prego…» lo disse a denti stretti, gli occhi color nocciola ancora lucidi. Harry combatté strenuamente contro il desiderio di baciarla di nuovo, ma decise di lasciare la presa sul suo braccio.

«I-Io… T-Tu mi piaci… e non è una cotta passeggera, ti conosco da sempre Hermione… siamo cresciuti insieme e credo di essere innamorato di te da sempre, anche quando ancora non lo vedevo…»

«H-Harry… T-Ti prego…» lo supplicò lei, non riusciva ad ascoltare altro. Non in quel momento almeno, se ne stava già andando, la mano era sulla maniglia della porta della classe quando lui la chiamò. Lei si fermò, ma senza voltarsi parlò con una voce ferma che non ammetteva repliche: «No Harry, non mi dire nulla perché ora non posso sopportare tutto questo… Non posso, mi spiace…» e senza aggiungere altro se ne andò. Lui stava ancora fissando la porta, lì dove poco prima c’era lei e passandosi una mano tra i capelli scuri scompigliati imprecò tra sé e sé dando un pugno sul banco più vicino.

 

   
 
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