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Autore: AndreMCPro    27/10/2022    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.19 – Ricomporre il Puzzle
 
Il rientro a Vulcan City è molto più veloce, utilizzando le mie capacità. Lì Seth ci aspetta, fuori dalla prigione: probabilmente per togliere quel macigno gigante ne ha dovuto usare uno altrettanto grande, quindi non è detto che Debora lo perdoni.
«Allora? Come vanno le cose all’accademia?» chiede subito lui al nostro arrivo.
«Sarebbe meglio mandare una squadra di rinforzo…» risponde Massimo di istinto.
«Cosa avete combinato adesso, voi due?» risponde secca lei «Possibile che non siete capaci di starvene buoni e tranquilli?»
«No, aspetta, Debora, non è colpa nostra… non pienamente, almeno…» risponde Massimo alzando le mani mentre lei avanza inesorabile verso di lui.
«Infatti è colpa TUA» rispondo io. Massimo mi fulmina con uno sguardo.
«Fratello infame» Poi si volta verso di lei. «Sì, è colpa mia, ma non è come pensi. Doveva andare così. È come se Edoardo mi aspettasse »
«Edoardo è morto» risponde lei, secca. «L’ho visto con i miei occhi. Secondo te perché ho preso tanto a cuore la protezione dell’accademia? Sapevamo di strani movimenti tra le montagne e sono andata io stessa con una truppa per avvisarlo e nel caso aiutare, ma quando sono arrivata la barriera era già stata eretta, la sua bacchetta in cima alla torre ad alimentarla e lui a combattere contro dieci maghi di alto rango. Gli teneva testa senza problemi, ma poi…»
«Poi cosa?»
«Una freccia di ghiaccio lo ha colpito in pieno sulla spalla. L’attimo dopo è stato bersagliato da saette di ogni genere che gli hanno disattivato tutte le protezioni runiche personali che aveva. Poi uno di loro, vestito da primario, lo ha minacciato; voleva la sua bacchetta, ma lui si è girato verso di me, ha fatto un cenno con la testa e si è fatto esplodere, sterminando metà dei presenti e indebolendo gli altri»
«Li ha costretti alla fuga, eh? E dimmi, cosa hai trovato in tasca?»
«E tu come fai a saperlo?» Reagisce lei sorpresa.
«Hai un medaglione, vero? Il suo. Quel medaglione indica chi è il Primario e chi comanda la scuola. Nel tuo caso ti consegnato la scuola per proteggerla»
Lei indietreggia e mi guarda  «Gli sono tornati i poteri? Quindi adesso…»
«No, ma ci va molto vicino»
«Diciamo che una amica mi ha detto come sono andate le cose, ma non dirò altro» precisa mio fratello.
 
Dopo una mezz’ora siamo pronti a ripartire per tornare a Enderia, verificare se ci sono nuovi ricordi nella testa di Spark e procedere con la nostra missione.
«Seth, puoi riattivare i tuoi sistemi a Enderia? Quel teletrasporto e il radar potrebbero aiutarci a trovare Ettore e la regina, oltre a tenere sotto controllo i confini» chiedo a Seth prima di lasciarlo nelle grinfie della Regina di Ghiaccio.
«No, non posso. Prima di andare via ho scollegato fisicamente il computer centrale. Anche se viene acceso i sistemi restano disattivati o autonomi. Dovrei rientrare per farlo, ma…»
«Spark sta tornando in sé. Sarebbe più che contento se potesse rivederti» risponde Massimo.
«In quanto alla regina, è passata qui in città. Sapeva che sarei venuto qui e mi ha chiesto di procurargli alcuni oggetti, tra cui armi, viveri e semi per la coltivazione, ma non so dove sia andata»
«Io sì… Me lo ricordo…» risponde Spark, entrando nella sala centrale della guarnigione sorprendendo tutti. Alle sue spalle Angelo con un gran sorriso stampato sul viso.
«Sire! È passato molto tempo dal nostro ultimo incontro…» risponde Debora accennando ad un inchino, ma Spark la abbraccia e prende il suo viso tra le mani.
«Troppo tempo, mia cara, ed è tutta colpa mia… Avresti potuto prendere il controllo in qualsiasi momento, e ne avresti avuto tutto il diritto. Invece sei rimasta fedele a un vecchio pazzo…»
«Non potevo abbandonarti… Non dopo tutto quello che hai fatto per me…»
«Ti devo molto. mia cara. e sto facendo di tutto affinché le cose tornino come un tempo. Ho già contattato i regni vicini per avviare i negoziati di pace, e ho chiesto loro se avessero notizie del nostro Ettore. Si sono giustamente sentiti accusati di rapimento, ma quando gli ho spiegato la situazione, che è caduto vittima di un complotto e che molto probabilmente è stato portato di nascosto oltre i confini per nasconderlo, mi hanno promesso collaborazione»
«Se permette sire vorrei mandare qualcuno a cercarlo» risponde lei fissandolo negli occhi.
«No, tu mi servi al mio fianco. Devo riconquistare la fiducia del popolo e dell’esercito. E comunque solo due persone hanno il consenso di espatriare liberamente. Su questo non transigo»
A quella risposta Debora fissa me e mio fratello.
«Si, esatto. Saranno due folli, ma che ci vuoi fare? Questo passa al convento…» poi si volta verso di noi «Prima però dovreste assicurarvi che la mia regina sia al sicuro. Ieri hanno scassinato la cassaforte segreta. Non hanno trovato quello che cercavano… sapevo che ci avrebbero provato»
«Di che parli, Spark?» chiedo subito, ma lui si gratta la testa.
«Non lo so, non me lo ricordo… so che me la portò Ettore e io la misi al sicuro, ma dopo la sua sparizione chiesi a Cristina di portarla via con sé» e sorride «Non ho litigato con lei, le dissi di allontanarsi per metterla al sicuro… Lei, e…»
«E cosa?»
«Niente, non me lo ricordo. Però, Massimo, tu sai dove si trova. tu hai visto quel posto»
Massimo lo guarda spaesato con occhi sbarrati.
«Non ti ricordi? La mia casa… hai detto che anche Andrea sapeva della sua esistenza. Ti ricordi come arrivarci, vero?»
«Assolutamente… no?»
«Come no? Mi avevi seguito!»
«E ho bruciato tutto ogni sorta di riferimento!»
«Mi stai dicendo che hai dimenticato dove si trova?»
«Secondo te perché scrive tanto e prende tanti appunti? Ha la memoria di un pesce rosso» rispondo io.
«Che ci volete fare? Sono smemorato» E si mette a ridere.
«Ti ci vorrebbe una botta in testa, poi di sicuro te lo ricordi» rispondo io, e mentre sto facendo il gesto la bacchetta del primario si sfila dalla tasca di mio fratello e mi costringe ad impugnarla. Poi emette due lampi di luce dal cappuccio… e capisco. Massimo mi guarda sorpreso come tutti dalla scena. Io guardo la bacchetta. Poi guardo mio fratello. Con un scatto sollevo la bacchetta e colpisco con quanta più cattiveria possibile la testa di Massimo, generando all’impatto un cerchio di Cognitio che si dissolve subito dopo.
«AHIA! Mi hai fatto male!» Urla mio fratello, reggendosi la testa per il dolore.
«Non si è rotta, no? Potevo picchiare più forte. Ora rispondi: ricordi come ci si arriva?»
«Certo che me lo ricordo!» alza gli occhi e mi guarda sorpreso «Aspetta… caspita, me lo ricordo! Forza andiamo!»
Apre la mano e la bacchetta torna da lui.
«Prima che chiediate, non sono il nuovo primario. Sono solo il custode. La bacchetta non ha ancora trovato il suo padrone»
Si porta la bacchetta davanti al viso.
 «Tu e Andrea andate troppo d’accordo»
Per tutta risposta la bacchetta inizia a emettere una lieve luce intermittente dal cappuccio.
«Non c’è niente da ridere, sai?» La incalza lui, per poi metterla via.
 
Partiamo solo io e Massimo, in cerca della famigerata casa albero di CapitanSparklez, nota anche come “Albero di Jerry”. Il viaggio dura un giorno, perché Massimo mi sfrutta per raggiungere un punto ben preciso facendoci risparmiare giorni di cammino.
Entriamo in una grotta ai piedi di una montagna, e da li ci inoltriamo sempre più in profondità, tanto da farmi dubitare dei ricordi di mio fratello. Raggiunto il livello più basso e dopo aver preso le gallerie più intrecciate del pianeta ci ritroviamo a costeggiare un lago di lava.
«Hai un arco, fratellino?» mi chiede fermandosi di colpo.
«Sì, perché?» gli rispondo, sorpreso.
«Prestami anche qualche freccia, la mia precisione con questo caldo lascia a desiderare»
Tende l’arco verso la parete opposta. Quando scocca la freccia questa impatta contro la parete
«Ah, di poco…» impreca, e solo in quel momento noto una fessura vicino al punto di impatto.
Una seconda freccia entra nella fessura e colpisce la parete opposta, attivando un meccanismo. Un passaggio si apre accanto al foro, e una sorta di ponte si alza da sotto la lava permettendoci così di superare il lago e entrare nella porta. Pochi passi, ed ecco una ferrovia nascosta tra le pareti e un rumore provenire dalla galleria che procede verso l’alto
«La prima volta ho dovuto aspettare mezz’ora, altrimenti mi avrebbe scoperto, ma in dieci minuti saremo a destinazione» commenta Massimo vedendo arrivare il carrello da miniera. Ci accomodiamo e avviamo la spinta inerziale, venendo catapultati in una serie di tortuosi percorsi da brivido con salti nel vuoto e curve a gomito improvvise, ma a anche passaggi su spaccature trasformate in giardino probabilmente dallo stesso Spark nel corso delle sue “ricerche”. Poi finalmente ecco l’uscita. Un lampo di luce abbagliante,  poi eccolo lì: un albero assolutamente gigantesco nascosto tra le cime più alte della catena montuosa, una valle nascosta trattata dal nostro Re come un giardino privato con animali di ogni tipo lasciati al pascolo, piante di ogni genere e un lago con tanto di cascata. Un paradiso. Facciamo giusto qualche passo in direzione dell’albero, quando il click di un grilletto ci congela il sangue.
«Non fate un altro passo. Non so chi siete né come avete fatto ad arrivare fino qui, ma sappiate che siete in un mare di guai»
  
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