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Autore: Moriko_    28/10/2022    1 recensioni
[Looking Up I See Only A Ceiling]
[Extra, spoiler free]

"Quella botola separa il luogo dove mi trovo a un altro colmo di dolci e spensierati ricordi: quella soffitta contiene oggetti e immagini della mia infanzia, di anni ormai sepolti nella mia memoria nei quali la mia unica preoccupazione era solo quella di finire presto i compiti per uscire con i miei amici. Ciò che non riesco a fare ora, a causa di questo forte stress che arriva a immobilizzare tutti i muscoli del mio corpo."
Una ragazza, una botola e i pensieri che emergono nell’osservarla.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

Sommario.

Una piccola fanfiction liberamente ispirata a “Looking Up I See Only A Ceiling”, un breve gioco di avventura psicologica su Steam. No spoiler here ;)


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Looking up.

 

 

Sollevo lo sguardo verso l’alto. Non c’è un cielo blu, né le fronde degli alberi che fanno da riparo dal calore del sole: il soffitto del corridoio, così grigio, ricorda le nuvole cariche di pioggia.

Anche dentro di me c’è una sorta di tempesta, quella dell’animo, dovuta allo stress derivato anche dallo studiare pagine e pagine di libri voluminosi quasi senza sosta, a volte fino al punto di svenire.

Così, in un momento di pausa, ho deciso di andare in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Ed eccola lì, sospesa sulla mia testa, che mi osserva fin da quando sono nata: fredda ma magnetica, silente ma vigorosa.

Una botola.

Una via d’accesso a un intero mondo racchiuso tra quattro pareti.

Quella botola separa il luogo dove mi trovo a un altro colmo di dolci e spensierati ricordi: quella soffitta contiene oggetti e immagini della mia infanzia, di anni ormai sepolti nella mia memoria nei quali la mia unica preoccupazione era solo quella di finire presto i compiti per uscire con i miei amici. Ciò che non riesco a fare ora, a causa di questo forte stress che arriva a immobilizzare tutti i muscoli del mio corpo.

Non riesco a uscire di casa per paura che possa accadermi qualcosa sotto gli occhi di tutti e, dopotutto, anche lo studio mi impedisce di fare ciò: giorno dopo giorno, sono arrivata al punto che anche l’affacciarsi al balcone e osservare i passanti è diventato proibitivo.

Non ho voglia di vedere nessuno, non mi va che gli altri vedano il mio volto molto stanco o mi rimproverino per essere così chiusa in me stessa.

In quella botola sembra quasi che posso guardare il mio riflesso, e sentire una voce che mi invita a salire in soffitta: «Solo un attimo, massimo qualche minuto» mi sussurra, invitandomi a liberarmi da tutti quei pensieri negativi che stanno riempiendo la mia mente e incontrare la me stessa del passato con la quale poter rivivere quei ricordi.

Però non posso farlo, non ancora: non c’è tempo per riposarsi, non c’è tempo per perdersi in diapositive di una vita che, forse, non tornerà più.

Con un sospiro distolgo lo sguardo da quella botola e la mia mente ritorna al presente. Passo dopo passo mi dirigo verso la cucina e noto come le pareti del corridoio siano sempre più tetre e le finestre siano piene di gocce d’acqua che formano una trama indefinita.

Fuori ha iniziato a piovere… ma forse è meglio così: il ticchettio incessante della pioggia è sempre stato di ottima compagnia.

   
 
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