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Autore: May Jeevas    28/10/2022    1 recensioni
Scorci delle vite di Arthur Kirkland e Alfred F Jones in 31 universi differenti. (HumanAU)
UsUk con accenni ad altre coppie.
Raccolta di ona shot, drabble e flash fic.
Avvertimenti e rating potrebbro cambiare durante la pubblicazione.
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it, lista PumpAU]
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, Otherverse, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Alfred non si era mai interessato al genere Punk. La musica non era nelle sue corde e nemmeno lo stile, non si sarebbe mai vestito in quel modo.
Eppure, eccolo lì, a Trafalgar Square, durante una breve vacanza a Londra con suo fratello, che si era fermato davanti a un palco allestito dove stava suonando una band. Dal poco che aveva capito si trattava di un lancio pubblicitario per l’uscita di un album di una band emergente. Davanti al palco si era formato un gruppetto di gente che stava ascoltando. Alfred e suo fratello Matthew passavano di lì quando avevano cominciato al suonare.
E l’americano non riusciva a staccare gli occhi dal palco.
Okay, no, non riusciva a staccare gli occhi dal chitarrista.
Occhi verdissimi, capelli biondo cenere con alcune ciocche dipinte di blu elettrico, sopracciglia folte che sembravano due bruchi, un orecchio coperto di piercing lungo tutto il lobo, quello più alto collegato al più basso con una catenina, e l’altro orecchio aveva con dilatatore; il volto era affilato, con un piercing alle labbra e uno al sopracciglio, sul collo coperto da un corto foulard con la Union Jack.
Indossava una t-shirt nera si cui risaltava una scritta rosso fiamma che grondava come fosse sangue e che recitava “Fuck you all”, i jeans blu scuro erano stracciati in più punti, molto larghi e tenuti su da una cintura con le borchie a forma di teschio. La t shirt lasciava vedere le braccia fino a sopra al gomito: sul sinistro serpeggiava un tatuaggio di rami spinati che terminavano all’interno del polso con una rosa rossa, e sul desto invece sull’avanbraccio spiccava una rosa dei venti, i colori resi vividi dalla pelle bianchissima. Alfred seguì le linee dei tatuaggi, chiedendosi quali altri tatuaggi fossero nascosti nella parte superiore delle braccia.
Suonava come se lo avesse sempre fatto: le dita, adornate da anelli, scorrevano agili e veloci sulle corde come se avessero vita propria.
Sì, Alfred ne era incantato.
E non sapeva nemmeno perché, ma erano alla terza canzone ormai e a malapena aveva notato gli altri due membri della band (un biondino e un moretto che suonavano rispettivamente la batteria e la tastiera), ma vedere quell’individuo perso nel suonare e nel canto era ammaliante. La voce graffiante e profonda che sembrava volere urlare contro il mondo intero, le labbra che si avvicinavano al microfono e si allontanavano quando alzava il volume…
Alfred avrebbe potuto guardarlo all’infinito, senza stancarsi mai.
La canzone finì e il ragazzo ringraziò, insieme agli altri due ragazzi: presentarono il loro nuovo cd e dissero che sarebbe stato disponibile dal giorno dopo, ma alcune copie potevano essere già prese in anteprima. Senza pensarci, e senza staccare gli occhi dalla band, Alfred si avvicinò al banchetto dove un ragazzo biondo con i capelli sparati in mille direzioni e un sorriso che andava da un orecchio all’altro stava sventolando i CD urlando di comprarli.
Alfred prese una custodia in mano. Nera, con al centro tre creature disegnate di verde brilllante: un troll, una fatina con uno sguardo truce e un vampiro. La rigirò tra le mani. Il gruppo si chiamava Magical Punkers e il loro album conteneva 10 canzoni. Indicò il cd che aveva preso al ragazzo, facendo capire che voleva comprarlo.
“Ecco a te! Buon ascolto! Questa band spacca! E non lo dico perché il biondino sexy è il mio ragazzo, giudizio totalmente imparziale, giuro!”
Alfred per poco non fece cadere il CD appena comprato.
“Il biondino sexy..?” osò chiedere, cercando di apparire indifferente. Il ragazzo annuì, orgoglioso.
“Sì, Lukas suona la batteria!” spiegò, gonfiandosi di ammirazione.
Alfred tirò un sospiro di sollievo e sorrise, mentre Matthew, dietro di lui, faceva cenno che anche a lui interessava comprare un CD. Il ragazzo lo guardò come se si accorgesse in quel momento che c’era anche lui.
“Scusa, amico! Eccomi, bravissimo, avete fatto un buon acquisto tutti e due!”
Alfred sbattè le palpebre, confuso.
“Mattie, da quando ascolti il punk?”
Matthew sospirò, un po’ sconsolato e un po’ esasperato.
“È uno dei miei generi preferiti da anni, Alfred. Non che mi aspetti che tu lo sappia, tranquillo.”
“Hey, ragazzi, se volete potete farveli autografare!” suggerì il ragazzo coi capelli sparati, indicando la band che si stava avvicinando.
Il biondino più basso si avvicinò per primo, mettendosi di fianco al ragazzo dietro il banchetto e guardandolo con un espressione gelida, la stessa che aveva avuto anche mentre suonava.
“Stai spaventando i nostri potenziali futuri ascoltatori o riesci a vendere qualcosa, Mathias?” domandò, guardando la merce sul tavolino.
“Per tua informazione, ho appena venduto due CD!” rispose il ragazzo, indicandosi il petto con il pollice.
Alfred sentì il cuore accelerare quando anche il ragazzo che aveva attirato la sua attenzione si avvicinò e guardò il CD tra le sue mani.
“Complimenti per queste tre canzoni, ragazzi, sentirò le altre molto volentieri!” Matthew salutò con voce delicata, attirando l’attenzione su di lui.
Lukas fece un cenno di ringraziamento col capo, il ragazzo coi capelli a caschetto bruni sorrise, e il ragazzo biondo con sfumature blu tra i capelli si girò verso di loro. Alfred ingoiò a vuoto.
“Grazie. Speriamo vi piacciano anche le altre.” disse sorridendo.
Alfred passò lo sguardo da suo fratello al ragazzo.
“Posso chiedervi un autografo?” esclamò prima di pensare. Vide con la coda dell’occhio Mathias sorridere.
I tre ragazzi lo guardarono prima di controllare le loro tasche.
“Chi ha una penna?” chiese Lukas agli altri due, che fecero cenno di no con la testa.
“Oh, ce l’ho io!” Matthew tirò fuori dallo zaino un astuccio, lo aprì con cura e passò una penna.
Alfred alzò gli occhi al cielo. Ovvio che suo fratello avesse a portata di mano un’intera cartoleria.
“Nome?” chiese Lukas.
“Alfred.” rispose in automatico, porgendo il suo CD.
“Matthew.” fece eco suo fratello, porgendo anche il suo.
I tre ragazzi si appoggiarono sul banchetto per scrivere.
“Credo siano i vostri primi fans d’oltreoceano, ragazzi!” sbraitò Mathias, posando una mano sulla spalla di Lukas.
Matthew lo guardò, confuso. Il ragazzo ghignò.
“Il vostro accento vi tradisce, ragazzi. Ma non preoccupatevi, io stesso ho origini danesi, Lukas norvegesi, e Adrian bulgare. L’unico nato e cresciuto qui è Arthur.”
A quelle parole Alfred si voltò verso il chitarrista.
Così il suo nome era Arthur.
“Piacere di conoscervi” fece un saluto in generale, ma notò che Arthur alzò gli occhi e fece un cenno col capo.
“Avete in programma altri mini concerti promozionali nei prossimi giorni?” chiese.
Fu proprio l’inglese a rispondergli. “No, ma domani siamo a suonare in un pub. Se passate vi offriamo una birra.”
“Matthew! Andiamoci, domani sera non abbiamo impegni, giusto?”
Il fratello lo guardò un po’ confuso.
“No, non abbiamo impegni, ma sei sicuro…”
“Ma certo, non mi perderei un concerto punk per nulla al mondo!” gli occhi di Alfred erano sempre fissi su Arthur.
Matthew sorrise e scosse il capo. A lui andava bene, nel punk ci sguazzava e si rompeva i timpani, e se Alfred era disposto a passare una serata ad ascoltare un genere per cui non aveva mai dimostrato interesse, solo per far colpo su un ragazzo, chi era lui per impedirglielo?
“Allora a domani sera, ragazzi!”
Alfred salutò e guardò il suo CD. La firma di Arthur copriva la figura della fatina, quella di Lukas il troll e quella di Adrian il vampiro.
Matthew trafficò col suo cellulare e ghignò.
L’americano sentì l’iphone vibrare in tasca.
Aprì la notifica. Suo fratello aveva condiviso un video su whatsup.
“Mattie…” mormorò, incredulo, mentre guardava il video amatoriale fatto dal fratello dell’esibizione che aveva appena visto.
“Io l’ho fatto per la musica, non perché trafitto da cupido. Ma magari per te rimane un bel ricordo.”
Alfred lo circondò in un abbraccio spezza ossa.
“Sei il fratello migliore del mondo, sei fantastico, stupendo, meraviglioso..”
“Okay, grazie, ma adesso non riesco a respirare…”
Alfred rise, felice, e si staccò, continuando a camminare.
Matthew sorrise, ignaro del fatto che il fratello avrebbe rivisto quel video infinite volte, fino a tarda notte. E aveva dimenticato gli auricolari. Per fortuna che lui era così abituato al punk che poteva considerarlo anche una ninnananna.
 


Angolino di May
Phew. Chi è che si sta riducendo all’ultimo? Sempre io.
Sinceramente non so come sentirmi su questa storia, il Magic Trio come una punk band mi piace, lo ammetto, ma al solito muovere i personaggi per me è difficile.
Il nome di Romania, non avendo trovato il nome ufficiale, l’ho inventato io. Spero vada bene!
Al solito, critiche costruttive e pomodori marci sono ben accetti.

Mata ne!

   
 
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