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Autore: CatherineC94    28/10/2022    3 recensioni
«Che ci fate qua? Non vedete che ormai il coprifuoco è passato da un pezzo? Non vorrete far togliere i bigodini a quel sapientone del vostro preside» sghignazza Aberforth.
«Silente non c’è, l’Umbridge l’ha cacciato» afferma George.
Aberforth sorride felice, finalmente una buona notizia dopo tanto.
lA Sia
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Fred Weasley, George Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie '#Aberforth'
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Out With The Old
 
Aberforth ha del fiuto e capisce subito che quei due strani tipi puzzano di imbroglio.
Sono apparsi nel suo locale una domenica mattina, fuori il sole, gli uccellini e dentro lui solo il voltastomaco.
Aberforth non ama le belle giornate, anzi non le ama per niente.
Preferisce galleggiare con il kilt ondeggiante e qualche bicchiere della staffa senza un vero e proprio motivo. Altre volte invece aizza Milly contro qualche idiota che incrocia il suo cammino lastricato da disprezzo e cinismo corrosivo.
Loro due invece hanno proseguito imperterriti fino alla porta.
Da tempo immemore nessun giovane avventore ha avuto l’idea becera di varcare quella soglia, solo quei quattro mentecatti.
Certi giorni Aberforth quasi li rivede seduti a complottare qualche nuovo scherzo o fattaccio contro quel mitomane di Gazza; così inizia a ringhiare rabbioso provando a cancellare la sua memoria che purtroppo non l’abbandona.
Sono entrati defilati, Milly ha fiutato qualche possibile preda ma non si è mossa.
«Che c’è bellezza? I tuoi gusti sono diventati sopraffini?» l’ha ripresa lui mentre pulisce il banco logoro con una pezza più oscura della notte.
Milly non l’ha degnato di uno sguardo.
Aberforth si avvicina, gli occhi ridotti a fessure e sulla bocca il sapore della vittoria.
«Che volete?» borbotta burbero.
Uno dei due ridacchia sommesso.
«Due di quello» dice l’altro indicando l’Odgen.
Aberforth sospira piano, provando a calmarsi; poi si maledice, ingiuria che gli sta davanti e puntando la bacchetta contro i due mentecatti fa scomparire i travestimenti.
«Dannazione, ma quanti siete nel mondo? Dannati Weasley!» esclama irato.
I due gemelli sorridono.
 
Quello è stato l’inizio della fine.
Ogni finesettimana li ritrova da quelle parti con qualche scusa melensa che gli fa accapponare la pelle.
«Per svagarci, Ab» dice la bestiolina malefica di nome George.
«Sì Ab, al castello non fanno che assegnare pergamene…» aggiunge l’altro essere infernale.
«Idioti questo non è il circolo ricreativo dei poppanti di Hogwarts, andatevene o vi farò saltare in aria gli attributi. E non chiamatemi mai più Ab» li minaccia lui.
I due fratelli non fanno una piega.
«Però non puoi farci andare via a secco» dice George.
«Sì Ab dacci da bere» fa eco l’altro.
A quel punto Abeforth inizia ad imprecare, gli occhi rossi che saettano  e le mani che prudono.
«Stiamo aspettando un tipo sai, per rivendere e comprare. Se mi capisci» mormora Fred agguantando una bottiglia di Burrobirra.
«Dobbiamo fare uno scherzo a quel ficcanaso di Gazza» confida Fred accarezzando Milly.
Aberforth pare illuminarsi.
«Quel grande pallone gonfiato?» chiede interessato.
I due fratelli annuiscono.
«Solo per questa volta» concede Aberforth.
L’immagine di quel gran seccatore di Gazza in mutande gli solletica l’immaginazione, e la tentazione di veder andar di qua e di là tutti quei boriosi che si nascondo lassù provoca tanto piacere.
Fred e George ridono malandrini e Milly che ormai li adora bela.
Aberforth invece avverte un rantolo allo stomaco, quella scena non è nuova e ha già un brutto presentimento; spera di sbagliarsi anche se non accade quasi mai.
«Dannati idioti» mormora amaro.
 
 
«Ho visto come l’osservi, non sono stupido».
Fred non degna suo fratello di uno sguardo, continuando a cercare nella borsa di tela.
«Che poi lei è cotta di Ron, non hai speranze» continua George imperterrito.
«Che ci fate qua? Non vedete che ormai il coprifuoco è passato da un pezzo? Non vorrete far togliere i bigodini a quel sapientone del vostro preside» sghignazza Aberforth.
«Silente non c’è, l’Umbridge l’ha cacciato» afferma George.
Aberforth sorride felice, finalmente una buona notizia dopo tanto.
«Una tipa davvero da far venire i brividi, Ab» dichiara Fred.
«Ti ho detto di non chiamarmi così!» lo rimbrotta Aberforth aggiungendo:« Sembra interessante invece, finalmente una tipa che mette tutti a posto».
Li vede sorridere malevoli, negli occhi una strana luce. Li vorrebbe cacciare, dopotutto la pinta di Idromele l’aspetta nel retro; ma Aberforth sente che stanno elaborando qualcosa  e quindi vuole capire quanto un Weasley possa essere fuori di testa.
«Sai che ti dico Ab? Quella scuola comincia ad essere davvero troppo stretta per noi» dice George.
«Sì, amico. Domani ne vedrai delle belle» conclude Fred.
«Mi avete rotto le pluffe, non venite da queste parti perché vi scaccio a pedate» li avverte minaccioso.
Tanto è inutile, lo sa che domani saranno arenati nel retrobottega.
 
 
Pochi anni dopo li ritrova tutti infiocchettati come un ippogrifo in festa, tutti agitati, tutti pronti a combattere.
«Devi farci usare questo passaggio, Ab» gli dice Fred.
«Non mi devi rivolgere la parola, insulso ragazzino. Vi farete uccidere ed io non voglio sapere alcunché!» sbotta gelido Aberforth.
«Sei davvero scontroso, che succede Milly ti ha morso il didietro?» chiede George.
Aberforth ringhia.
«Finalmente ci siamo, Ab. Tutto finirà, quel pallone gonfiato andrà a farsi benedire. C’è Harry, quindi sai come finirà» aggiunge sorridente Fred.
«Potter? Quel grande mentecatto che ha seguito gli ordini strampalati di mio fratello? Siamo in una botte di ferro!» ribatte il barista in preda all’ira.
George ride e con rapidità afferra una bottiglia polverosa dallo scaffale, distribuendo un calice ciascuno.
«Alle chiappe del serpentone!» dice George.
«Alle sottane della McGranitt!» rincara la dose Fred.
Aberforth li osserva truce, davanti agli occhi molti altri volti che ormai sono scomparsi; decide che non riesce più ad ingoiare la bile.
Sorseggia il vino che sa di veleno e li vede scomparire da quel buco nel muro; si affloscia lento sulla sedia logora.
Non frigna, non emette un suono.
Sente la porta aprirsi, le persone entrare e nemmeno si avvicina deciso a rimanere fermo.
 
 
«Sai Ab, quando tutto finirà ci trasferiremo da queste parti» ha detto George.
«Sì Ab, poi ci potremo vedere ogni giorno. Sei contento?» ha chiesto Fred.
«Non sto nella pelle» ha risposto Aberforth atono.
 
Sente il ritratto di Ariana aprirsi.
Aberforth maledice quei due mostriciattoli, due dei numerosi Wealsey che operanti zampettano nel globo terrestre.
Si alza, fuori dalla finestra risuonano gli echi della guerra e tragungiando altro Whisky afferra la bacchetta attraversando il buco del ritratto.
«Idioti maledetti» sibila.
La notte è da poco iniziata. 
 

Questa storia strampalata la dedico a Sia, per la sua gentilezza, per il suo calore <3
   
 
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