Anime & Manga > Yuukoku no Moriarty/Moriarty the Patriot
Segui la storia  |       
Autore: Europa91    29/10/2022    2 recensioni
Raccolta di storie per il #Writober 2022 indetto da fanwriter.it. Lista pumpNEON.
Dal primo capitolo:
“John, stanco di ascoltare i suoi vaneggiamenti, aveva iniziato con il fargli notare come il suo atteggiamento cambiasse di colpo quando Liam faceva la propria comparsa sulla scena, elencando ad una ad una, le prove a sostegno della propria tesi.
Ci sarebbero voluti solo molti mesi, casi di omicidio, la città semi distrutta dalle fiamme e una rocambolesca caduta dal London Bridge perchè Sherlock Holmes arrivasse ad ammettere che forse Watson aveva ragione.”

Tra presente e passato, l’evoluzione del rapporto tra William e Sherlock raccontata attraverso non solo i loro occhi ma anche di quelli che li circondano.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albert James Moriarty, John Watson, Louis James Moriarty, Sherlock Holmes, William James Moriarty
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

29 - Unleash your demons     


Quella notte William non riusciva a prendere sonno. Continuava a ripensare alla conversazione avuta con Louis e se avesse preso o meno la decisione giusta, nascondendogli della sua relazione con Sherlock. Forse avrebbero dovuto davvero approfittare di quel pranzo per ufficializzare il tutto. In quel momento, l’ex consulente detective addormentato accanto a lui, si raggomitolò su se stesso tirando tutte le lenzuola e facendolo sorridere. Jack aveva sicuramente notato l’ospite che quella sera si era intrufolato nelle sue stanze, ma aveva avuto la cortesia di non dire nulla, mentre gli consegnava un paio di cuscini e una vestaglia in più. Forse, si trovò a pensare Moriarty, i loro amici avevano già compreso la situazione senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Nonostante tutto però, l’ex Signore del Crimine si sentiva irrequieto. 

Non gli era mai capitato di litigare con Louis, nemmeno da bambini. Si erano sempre presi cura l’uno dell’altro condividendo ogni cosa. In effetti, da quando Sherlock Holmes era entrato nella sua vita, William aveva iniziato lentamente ad allontanarsi dai propri fratelli. L’aveva vissuta come una cosa inevitabile, dato l’epilogo che aveva scelto per il proprio piano. Aveva eletto il consulente detective a sua nemesi, lo aveva innalzato a paladino della giustizia, cucendogli addosso un ruolo. Il suo progetto però era fallito e lui non solo era sopravvissuto, ma aveva finito con l’innamorarsi del nemico.

“Non riesci a dormire?” la voce di Sherlock impastata dal sonno lo raggiunse, accompagnata da due braccia che si strinsero intorno alla sua vita con fare possessivo.

“Sto pensando a Louis” si trovò ad ammettere, iniziando ad accarezzargli i capelli.

“Lo sospettavo”

“Allora sai già anche quale sarà la mia prossima mossa” lo sfidò divertito, prima di chinarsi e posargli un delicato bacio a fior di labbra. Sherlock ci mise forse un secondo di troppo per riprendersi. Non era abituato ad un Liam che prendeva l’iniziativa, anche se doveva ammettere che da quando erano tornati in territorio inglese, il compagno sembrava decisamente più rilassato e propenso a quel genere di effusioni.

“Se non ti chiarisci con quel piccolo demonio non avrai pace” concluse il detective.

“Non ci metterò molto” promise chinandosi per ricevere l’ennesimo bacio. Sherlock questa volta era pronto, oltre che completamente sveglio. Lo afferrò con entrambe le braccia costringendolo ad un contatto più intimo che lasciò entrambi senza fiato.

“Ora posso andare Mr Holmes?” chiese l’ex Signore del Crimine sorridendo e tentando di alzarsi e liberarsi dalla sua presa.

“Non è colpa mia se ora che ti ho afferrato non sono in grado di lasciarti andare” 

 

***

 

Due camere più avanti, un altro Moriarty stava beneficiando della compagnia di un Holmes.

“E così Louis ha finito con l’intuire della loro relazione” terminò di spiegare Albert, versando l’ennesimo bicchiere di vino della giornata e porgendolo ad un nudo Mycroft ancora disteso sul proprio letto.

“Beh dal modo in cui Sherlock ci ha deliziato con il racconto della loro avventura americana solo uno stolto non sarebbe giunto ad una simile conclusione. D’altronde mio fratello è sempre stato un libro aperto quando si tratta del tuo” ammise il Direttore, portandosi elegantemente il bicchiere alle labbra. Albert annuì, avvicinandosi e prendendo posto accanto a lui. 

“Diciamo che non sa cosa sia la discrezione. La vera sorpresa però è stata Will. Non lo ha mai interrotto, nemmeno una volta e non è sembrato minimamente infastidito da questo suo comportamento” aggiunse con fare pensieroso.

“Non pretendo di conoscere tuo fratello meglio di te Albert, ma da quanto sono riuscito ad estrapolare basandomi sulla mera osservazione, William prova gli stessi sentimenti di Sherlock”

Si scambiarono l’ennesima occhiata. Mycroft aveva ragione. Will non si era mai comportato in quel modo con nessuno, Sherlock Holmes aveva sempre rappresentato una pericolosa eccezione. Per questo inizialmente Albert lo aveva preso in antipatia, nonostante si potessero contare sulle dita di una mano le volte in cui si erano incrociati. Aveva ignorato le paranoie di Louis al riguardo, fino a quando non aveva appreso della loro caduta dal London Bridge.

“Non preoccuparti. Te lo dirò solo una volta ma William è in buone mani. Sherly può avere tanti difetti ma sa essere fedele. Si è gettato da un ponte per salvarlo. Tuo fratello non troverà mai un partito migliore” Albert gli sorrise grato. Era la prima volta che Mycroft lo rassicurava in quel modo.

Il maggiore dei fratelli Moriarty si rese improvvisamente conto di quanto intimo fosse diventato quel legame. Non era più una semplice storia di sesso o forse non lo era mai stata. Prese a fissare nervosamente il bicchiere tra le proprie mani, doveva pensare ad altro o sentiva che sarebbe impazzito.

“Sono solo preoccupato per Louis. Credevo avesse perdonato Sherlock” in fondo era la verità. Non si era aspettato una reazione simile da parte del fratello minore, era stato colto di sorpresa. Era anche meravigliato dal fatto che avesse cercato proprio lui per confidarsi e chiedere un consiglio.

“Louis è maturato molto da quando l’ho elevato a capo del MI6. In tutta onestà non mi aspettavo nulla di diverso ma è stata comunque una piacevole sorpresa. Su certi aspetti si è dimostrato anche più diligente di te” Moriarty storse il naso fingendosi offeso.

“Questo perché durante le vostre riunioni non veniva distratto in continuazione o sbattuto contro una scrivania”

“Cosa ti suggerisce che non sia successo?” Albert alzò gli occhi al cielo di fronte a quella ridicola provocazione,

“Louis non sa mentire. Non su queste cose. Inoltre, dubito fortemente che in questi anni tu abbia avuto anche solo tempo per altre avventure”

“Quanta arroganza”

“Non hai negato”

“Non ne ho motivo. Ti sono rimasto fedele e lo sappiamo entrambi. Perché ora stiamo discutendo di questo?” Mycroft aveva sempre avuto il potere di confonderlo oltre che attrarlo, ma era sempre stato sincero su ciò che desiderava. Albert aveva temuto che l’interesse del Direttore nei suoi confronti fosse solo legato al piano di William, ma allora perché il loro rapporto si era protratto anche dopo? Perché Mycroft aveva continuato a cercare la sua compagnia nonostante quel lungo esilio? La risposta era lì, a meno di un metro da lui, doveva solo trovare il coraggio di chiederglielo;

“Stai nuovamente pensando troppo Al” gli fece notare l’uomo spostandogli una ciocca di capelli dal volto;

“Sai, ti stanno bene” Albert lo fissò confuso per una manciata di secondi, non capendo a cosa si stesse riferendo.

“I capelli. Li porti più lunghi rispetto al passato” spiegò Holmes continuando a giocherellare con quelle punte ribelli, sciogliendole dal laccio che le legava;

“Ora non sono più un conte, non ho obblighi o etichette da rispettare”

“Allora deve essere per questo che stanotte mi hai accolto nel tuo letto” Albert si sentì uno stupido per non averlo realizzato prima;

“Non ti ho mai invitato a casa mia” sussurrò incredulo “Sai, credo che tu sia il primo uomo che dorme in questa camera” ammise a voce leggermente più alta

“Non ho proprio dormito” gli fece notare l’altro prendendolo per il mento e coinvolgendolo in un bacio profondo. Quando si staccarono entrambi sorridevano, complici.

“Sai benissimo a cosa mi riferisco”

“Lo so”

"Sei sempre stato tu a invitarmi nei tuoi appartamenti. E ho rifiutato di incontrarti durante il mio esilio alla Torre di Londra”

“Già, questa è la prima volta che visito casa tua. O meglio una delle tue residenze” Albert sorrise, quasi malinconico

“Ormai mi resta solo questa, l’altra l’ho bruciata. Faceva tutto parte del piano Moriarty” Mycroft piegò leggermente gli angoli della bocca. Lo sapeva già. Ovviamente.

“Non sei mai stato tanto loquace come stasera” gli fece notare. Era vero. Albert non si era mai aperto con nessuno, nemmeno con William o Louis. Aveva deciso di chiudere il proprio cuore tanti anni prima. Mycroft però era diverso, lo era sempre stato.

“Sarà il vino” sbuffò, cercando di scappare da quello sguardo indagatore che come sempre non sembrava volergli lasciare via di scampo.

“Lo reggi benissimo e sei solo al primo bicchiere”

“Non potete darmi una tregua Mr. Holmes?”

“Lo farò dopo che avrete risposto ad un’ultima domanda”

“Ditemi”

“Tu cosa avresti fatto al posto di William?” Albert si bloccò di colpo

“Non credo di capire”

“Se ci fossimo stati noi due su quel ponte” spiegò cercando nuovamente il suo sguardo. Albert trattenne il fiato, prima di umettarsi le labbra con l’ennesimo sorso di vino.

“Non saremmo mai arrivati a quel punto” esordì con sicurezza “Tu non lo avresti permesso. Non ti saresti limitato a giocare con me”

“Hai ragione”

“Mi hai afferrato subito Mycroft e io te l’ho concesso. Non abbiamo mai avuto bisogno di sfidarci per comprendere quali fossero nostri desideri.”

“Abbiamo immediatamente stretto un accordo”

“Già”

“I nostri obiettivi hanno sempre coinciso alla perfezione. Quando tu e i tuoi fratelli mi avete confessato di essere il Signore del Crimine stentavo a crederlo, ma poi mi sono detto che era ovvio. Avevo compreso le tue potenzialità il giorno stesso in cui hai preteso il comando del MI6”

“Preteso mi sembra un termine alquanto esagerato”

“Dimmi che quello non era tutto un piano di William” Albert incrociò le braccia dopo aver terminato l’ennesimo bicchiere.

“Si e no. È stato un caso Direttore” Mycroft sorrise cogliendo l’allusione. Erano le stesse parole che il conte aveva usato durante il loro primo incontro.

“Ho voluto io il comando del MI6 per aiutare Will. Sono stato io a pregare mio fratello. La strategia e il rapimento sono stati un'idea sua, ma tutto è partito da me” Holmes inaspettatamente sorrise,

“Volevi davvero avere i miei uomini ai tuoi ordini”

“Avevo solo bisogno di una fetta del tuo potere”

“Avresti potuto chiedermelo diversamente” Albert alzò un sopracciglio;

“Ma così non sarebbe stato divertente e non vi avrei incuriosito tanto Direttore” Mycroft allungò un braccio solo per afferrarlo e trascinarlo nuovamente sotto di sé. Entrambi sorridevano.

“Sedurmi era nei tuoi piani fin dall’inizio?” sussurrò a qualche centimetro dalle sue labbra. Moriarty scosse la testa. Era un dubbio legittimo.

“Non so dire quando hai iniziato a piacermi Mycroft, forse durante il caso della guerra in Afghanistan, non ne ho davvero idea”

“Oh interessante. Credevo fosse la sera in cui mi hai baciato a tradimento”

“E tu mi hai respinto”

“Albert, ti devo ricordare i tuoi ultimi tre anni nella Torre di Londra?”

“Hai ragione. Chiunque al tuo posto non mi avrebbe aspettato tanto” fece una pausa “Mycroft perché mi hai aspettato? E non provare a utilizzare i nostri fratelli minori come scusa” 

Holmes si passò una mano sul volto, scostandosi alcuni ciuffi ribelli dalla fronte e mettendosi a sedere.

“Nessuno mi ha mai colpito tanto quanto te. Non ho mai avuto un compagno così arguto, intelligente, scaltro, qualcuno con cui parlare di lavoro, politica e…” distolse lo sguardo imbarazzato.

“Devi capire Albert che io sono un Holmes e porto sulle spalle il peso di questo nome” concluse dopo qualche istante.

“Lo so”

“Ho sempre pensato che un giorno mi sarei trovato una moglie e avrei generato dei figli solo per passargli questo ingrato compito”

“Nulla ti vieta di farlo”

“Smettila di fingere di non capire. Sai benissimo perché non posso” Moriarty sorrise;

“È incredibile come Sherlock sappia manifestare tanto apertamente i propri sentimenti mentre tu sei un completo disastro in questo campo”

“Abbiamo ricevuto un’educazione diversa” Albert gli si avvicinò curioso. In effetti i fratelli Holmes non avevano mai parlato molto della propria famiglia;

“Lui è cresciuto lontano da Londra, con nostra madre mentre io sono stato allevato da mio nonno”

“E tuo padre?” 

“Morto in guerra, servendo la nazione”

“Mi dispiace” si rese conto di essere stato indelicato

“Detto da qualcuno che ha ucciso la propria famiglia” l'espressione sul viso di Albert si tramutò in pura sorpresa

“So tutto di te Albert James Moriarty e nonostante questo ti accetto”

“Perché?” aveva bisogno di sentirselo dire. Un bacio zittì ogni altra domanda. Ne seguì un altro ed un altro ancora. Odiava il modo in cui il Direttore lo metteva a tacere ma lo assecondò, intrecciando le proprie braccia intorno al suo collo e lasciando che quel calore lo avvolgesse.


Il sesso con Mycroft aveva sempre avuto un qualcosa di rassicurante. Potevano trovarsi a condividere il letto oppure consumare una sveltina sulla prima superficie piana disponibile che ad Albert sarebbe andato comunque bene. Con il tempo, il loro rapporto si era evoluto e una nuova componente era entrata in gioco. Albert nel corso degli anni, aveva collezionato numerosi e numerose amanti ma nessuno di loro era mai durato più di una notte. Mycroft fu da subito un’eccezione. La quotidianità si inserì ben presto nel loro rapporto sia pubblico che privato. Holmes ormai sapeva quali punti toccare per donargli maggior piacere, come Moriarty conosceva ogni sua espressione o preferenza. Delle volte bastava solo un gioco di sguardi per ritrovarsi stretti l’uno all’altro. 

La loro routine venne spezzata all’improvviso, da quel esilio che il giovane Moriarty si era auto imposto. Tuttavia nemmeno questo sembrò scalfire quel legame. 

Dopo aver ricevuto la lettera di William, Mycroft lo aveva baciato e per Albert era stato come tornare a respirare, come se quei tre anni non fossero mai esistiti. La loro intesa non era affatto mutata, era stato come riprendere da dove si erano interrotti. Anche se Mycroft aveva subito messo in chiaro, come non avrebbe tollerato altri colpi di testa da parte sua.

Erano ancora avvinghiati l’uno all'altro, dopo aver consumato l’ennesimo amplesso, ognuno assorto nei propri pensieri. Fu il Direttore il primo a parlare, spezzando quella bolla di intimità che si era venuta a creare.

“Sposami Albert” l’ex conte si alzò di scatto, non credendo alle proprie orecchie;

“Cosa? Ma sei forse impazzito? Non possiamo siamo due uomini” lo sguardo di Holmes però non era mai stato tanto serio. Gli fece quasi paura.

“Lo so benissimo ma pensavo più a una promessa tra noi. In presenza dei nostri parenti ed amici più fidati” 

“Cosa c’è sotto?” Albert si insospettì, quello non era un comportamento da Mycroft Holmes. Il Direttore gli stava sicuramente nascondendo qualcosa.

“Quel Colonnello, al pranzo di oggi si prendeva un po’ troppe libertà” spiegò con serietà il rappresentante del governo inglese, come se stesse disponendo un consiglio di guerra. Albert abbozzò un sorriso tirato. Avrebbe dovuto immaginarlo.

“Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Moran ha altro per la mente” ammise serafico, godendo internamente per quel piccolo attacco di gelosia immotivato.

“C’è stato qualcosa in passato, lo ammetto, ma preferisco catalogare il tutto come un errore di gioventù” confessò dopo qualche minuto di pausa. Aveva imparato come fosse inutile mentire ad un Holmes, era meglio mostrare da subito i propri scheletri nell’armadio.

“Quante volte sei andato a letto con lui?” 

“Solo una e avevo circa sedici, diciassette anni. Posso sapere da cosa l’hai dedotto?”

“Dal suo sguardo. Era preoccupato per te anche se cercava di non darlo a vedere inoltre non sembrava particolarmente gradire la mia presenza” Albert per poco non gli scoppiò a ridere in faccia. In effetti Mycroft lo aveva seguito come un’ombra per tutto il pomeriggio ma inaspettatamente la cosa gli aveva fatto piacere,

“Eri parecchio intimidatorio. Comunque non devi preoccuparti. Al Colonnello Moran non interesso più in quel senso. È un amico fidato oltre che essere il braccio destro di mio fratello”

“Non ti hai mai perso di vista” 

“Temeva solo che mi avvicinassi troppo alla cucina e decidessi di mettermi ai fornelli. Volevo prepararvi il dolce ma Fred mi ha fermato”

“Sei un cuoco così terribile?”

“Non ne ho idea, ma ho sempre trovato rilassante cucinare, come il lavorare a maglia. In più volevo rendermi utile”

“Ci conosciamo da anni eppure questa è la prima volta che parliamo davvero” ammise il Direttore, rendendosi conto di quante cose stesse scoprendo su Albert.

“Eri serio sullo sposarmi o devo interpretarla come una scenata di gelosia?” domandò il ragazzo dagli occhi verdi cercando di nuovo il calore di un suo abbraccio.

“Quando ti ho chiesto se il pranzo di oggi era per annunciare un fidanzamento ho pensato a noi. Sarebbe un gesto inaspettato, ma credo che tutti ne sarebbero felici. I nostri fratelli in primis”

“Non mi sognerei mai di rubare la scena a Sherlock e Will” tentò di scherzare, per alleggerire la tensione e calmare il proprio cuore che stava battendo all’impazzata dall’istante in cui aveva udito quella proposta.

“Se ci fosse concesso ti amerei alla luce del sole” Albert rimase completamente senza parole di fronte ad una tale dichiarazione. Non se la sarebbe mai aspettata da un uomo come Mycroft Holmes. In quel frangente non poté evitare di scorgere la somiglianza con Sherlock. Quando voleva qualcosa pure il Direttore non si poneva dei limiti.

“La settimana prossima” esordì Moriarty “La settimana prossima organizzeremo un altro pranzo e ufficializzeremo la nostra relazione”

“Fammi controllare la mia agenda” lo prese in giro Mycroft “magari tra una settimana dovrò presenziare ad una cena di corte o la Regina richiederà i miei servigi altrove”

“Per fortuna che non si tratta di un vero matrimonio o dovrei già dividerti con l’Inghilterra” doveva essere una battuta ma lo sguardo di Holmes si fece improvvisamente serio;

“Ho giurato fedeltà a questa nazione ma non mettere mai in dubbio la mia fedeltà a te. Ho dei doveri che inevitabilmente mi porteranno lontano, creeranno situazioni incresciose e attriti tra di noi, ma nonostante questo ho deciso di legarmi a te per il resto della vita. Vedere cosa è successo ai nostri fratelli, sopportare il tuo esilio, questi avvenimenti mi hanno fatto solo comprendere come la nostra esistenza sia breve. Voglio passare il tempo che mi resta con te, Albert James Moriarty” il più giovane di fronte a una tale dichiarazione non poté fare altro che baciarlo.

“Mi sembrava di avervelo già detto più d'una volta Mr Holmes, non ho intenzione di andare da nessuna parte. Sono stato uno sciocco, sono scappato per tre anni con la scusa di espiare i miei peccati e non mi sono preoccupato di quanto questo comportamento potesse ferire i miei cari. L’idea di perdere Will mi era insopportabile, come il peso della colpa per averlo condotto su quel sentiero fatto di morte. Non ho pensato minimamente a te o a Louis. Solo a me stesso. Will mi ha perdonato, anche Louis l’ha fatto e ora tu…” Mycroft lo zittì posandogli una mano sulle labbra.

“Sei un essere umano Albert. Puoi commettere degli errori. Smettila di volerti addossare tutte le colpe di questo mondo. Quel giorno, quando ti ho visto sfidare da solo l’intera camera dei Lord, sono rimasto senza parole. Una parte di me avrebbe voluto intervenire, difenderti, ma poi ho notato di come non avessi affatto bisogno del mio aiuto, come di quello di nessun altro. Il conte Albert Moriarty aveva ammesso a testa alta i propri errori e difeso non solo il suo onore ma anche quello della sua famiglia. È stato in quel momento che ho realizzato di amarti. Avevo sempre cercato di ignorare la realtà. Quando ho provato a raggiungerti tu eri fuggito, così sono ricorso a Charles Dickens. Non mi sono mai arreso con te Albert, sapevo che saresti tornato, per questo ti ho aspettato”

“Lasciamoci anche noi il passato alle spalle e costruiamo un futuro insieme Mycroft”

 

***

 

Quella notte Louis non riusciva a dormire. Non sapeva dire cosa lo avesse turbato tanto. Non si era trattato dello scoprire della relazione tra il fratello e Sherlock, quella era già un’ipotesi che da tre anni vagava nella mente del più giovane dei Moriarty, e alla quale si era più o meno preparato. Louis era semplicemente ferito dal fatto che William non ne avesse parlato con lui, ma avesse preferito confrontarsi prima con Albert. Preferì ignorare l’altro particolare di cui era venuto a conoscenza quel pomeriggio, ossia della relazione tra suo fratello maggiore con l’altro Holmes. Un leggero bussare lo riportò alla realtà. Si affrettò a recuperare i propri occhiali, che aveva già appoggiato sul comodino. La figura che fece capolino da dietro la porta era però l’ultima che si sarebbe aspettato di vedere.

Il Colonnello Moran fece un passo in avanti, incerto.

“Cosa ci fai tu qui?” furono le prime parole che lo accolsero, insieme ad un paio di iridi scarlatte. Era preparato ad un simile benvenuto, non ne fu sorpreso.

“So che avresti preferito William. Mi dispiace di averti deluso” Louis non gli diede la soddisfazione di aver indovinato.

“Non avete ancora risposto alla mia domanda” continuò come se nulla fosse. Non aveva voglia di vedere Moran, non dopo una simile giornata.

“Volevo semplicemente controllare come stavi. Ero al piano di sotto, quando ho notato la luce della candela accesa”

“Quanta apprensione Colonnello” lo sfidò,

“Per favore Louis, potresti evitare, almeno con me” 

“È stata una giornata impegnativa, ora vorrei solo riposare, se non ti dispiace” e lo invitò ad andarsene;

“Scoprire della relazione tra William e quel Detective ti ha sconvolto davvero così tanto?” Louis gli regalò l’ennesima occhiata di fuoco. In quel frangente il Colonnello notò tutta la somiglianza con il fratello. 

“Ne ha parlato prima con Albert” si trovò a confessare controvoglia il biondo abbassando il capo. Al Colonnello quel comportamento ricordò tanto un bambino.

“Cosa c’entra ora Albert?” come sempre, il solo menzionare il fratello maggiore era sufficiente a scatenare l’interesse di Moran. 

“A quanto pare lui sta con Mycroft” 

“Come?” 

“Già, non mi sorprenderebbe trovare Mr Holmes nelle sue stanze ora” poche cose avrebbero avuto il potere di lasciare Sebastian Moran senza parole, scoprire della relazione del maggiore dei Moriarty con il Direttore era una di queste. Fu come ricevere una doccia fredda ma cercò di riprendersi. Diede finalmente un senso, allo sguardo omicida di Holmes ogni volta che si era ritrovato a versare da bere all'ex conte. Credeva di esserselo solo immaginato.

“Forse William stava aspettando solo il momento giusto per dirtelo” concluse, cercando di riprendere il discorso. Era l’unica cosa intelligente che riuscì a dire, ancora scosso dopo l’ultima rivelazione. 

Ripensò ad un Albert adolescente e a quanto a quei tempi lo avesse desiderato. Tra di loro non sarebbe mai potuta funzionare, avevano caratteri troppo simili e non amavano scendere a compromessi. In un certo senso il maggiore degli Holmes era perfetto per Albert. Come Sherlock lo era per William. Ma si guardò bene dal esternare questo pensiero. Le parole e soprattutto lo sguardo di Louis lo obbligarono a tornare con la mente al presente;

“Siamo fratelli” non è forse una giustificazione sufficiente?

“Forse temeva la tua reazione. Insomma, hai sempre manifestato il tuo disappunto nei confronti di quel detective da strapazzo” Louis gonfiò le guance come un bambino, incrociando le braccia al petto.

“Mi sono rivolto a Sherlock ad un passo dalla soluzione finale. Gli ho chiesto aiuto. L’ho pregato di salvare Will. Fred lo può confermare” Moran sorrise

“Allora non è vero che lo odi” Louis sbuffò scocciato. Erano passati tre anni ma i modi del Colonnello lasciavano sempre a desiderare. Era un tipo rozzo, come qualsiasi altro uomo di stampo militare e aveva il bruttissimo vizio di dire sempre la prima cosa che gli passasse per la mente. Quando William lo aveva preso con sé Louis non aveva avuto niente da ridere e, anche se lo avesse fatto, era certo che sarebbe bastata una sola parola di Albert per salvare la testa del Colonnello. 

“So che tu sarai sempre dalla parte di mio fratello” non importa quale dei due 

“Veramente mi sono precipitato qui perchè ero preoccupato per te. Non ho il minimo dubbio sul fatto che William sistemerà le cose. Però tu non sei lui”

“Lieto che dopo anni ve ne siate accorto”

“Forse non mi sono spiegato bene. Sei cambiato Louis, sei diventato adulto e hai saputo prendere in mano l’eredità dei tuoi fratelli. Quando ti ho visto quasi non ti riconoscevo. Anche il tuo discorso di oggi è stato fantastico, ho davvero pensato che potesse essere un nuovo inizio per tutti noi”

“Non volevo rovinare l’atmosfera o il ritorno di Will. Non so cosa mi sia preso ma ecco, non posso perdonarlo”

“Anche io al tuo posto sarei furioso. William era vivo e per tre anni non ci ha dato notizie. Poi ricompare e da quel momento un susseguirsi di colpi di scena” ripensò al rocambolesco piano per impedirgli l’omicidio di Balmoral e di come lui stesso si fosse comportato da ragazzino immaturo. Anche Moran aveva sofferto per la scomparsa di William, si era sentito perso senza di lui.

Louis scoppiò a ridere.

“Grazie Colonnello. Ora sto meglio” l’uomo allungò l’arto sano per scompigliargli i capelli, erano anni che non si concedeva un atteggiamento simile, ma per un istante, ai suoi occhi Louis tornò ad essere il bambino spaventato che si nascondeva all’ombra dei fratelli maggiori. In tre anni, il più giovane dei fratelli Moriarty si era trasformato in giovane uomo che non aveva paura di far valere le proprie idee, come di combattere in prima linea. Aveva saputo mostrare al resto del mondo la propria tempra.

“Mi sono comportato in maniera infantile, spero di non aver rovinato il resto del pomeriggio” fu il turno del Colonnello di sorridere;

“Non hai rovinato nulla” 

“Se ora non fossimo nel cuore della notte correrei da Will per scusarmi” fu in quel momento che la porta della stanza si aprì alle loro spalle, rivelando la figura dell'ex Signore del Crimine, avvolta dalla luce di una candela.

“Semmai sono io che dovrei scusarmi con te, Louis” 

Moran colse l’occasione per scappare; per quanto avrebbe desiderato assistere a quella riappacificazione sapeva come la sua presenza fosse superflua.

“Ecco, ora che William è qui io posso tornare ai miei doveri, allora, mi sono ricordato di una cosa davvero importante”

Il maggiore dei fratelli Moriarty sorrise, mentre lo osservava allontanarsi in tutta fretta.

“Era davvero preoccupato per te” fu la sola cosa che disse, appoggiando la candela sul comodino. Louis finse di non aver colto quella sottile allusione. 

“Quando la smetterete di trattarmi tutti come un bambino?”

“Scusami Louis ma non importa quanto tempo passi, resterai sempre il mio caro fratello minore”

“C’è stato un tempo in cui eravamo noi due soli contro il mondo te lo ricordi?”

“E ti manca quella vita?”

“No. Non c’è giorno che non ringrazi Albert per averci accolto. Probabilmente senza di lui non sarei mai arrivato all’età adulta. Non sono più il ragazzino debole e cagionevole di allora”

“Lo so benissimo e non ho scusanti per il mio comportamento”

"Perché ne hai parlato prima con Al?” William fece un lungo respiro prima di avvicinarsi per potersi sedere sul letto, invitando il fratello a fare altrettanto;

“Non era previsto. Io e Sherly avevamo deciso di dividerci i compiti per radunarvi tutti. Non appena scoprii dell'esilio di Albert raggiungerlo mi sembrò la scelta più ovvia. Conosciamo entrambi nostro fratello, solo vedermi in carne e ossa lo avrebbe convinto del mio ritorno ” Louis si ritrovò ad annuire. Albert sapeva essere cocciuto, più di tutti loro. 

“L’unico che faticammo a trovare fu proprio Moran così Sherly architettò quel piano coinvolgendo il resto di tutti voi. Durante il viaggio di ritorno dalla Torre di Londra, Albert ha iniziato a pormi molte domande. Ad un certo punto non sono stato in grado di mentirgli, non dopo averlo udito confessare di avere una relazione con Mycroft"

“Quindi quella è stata una sorpresa anche per te” William annuì,

“Con il senno del poi mi sembra tutto così ovvio, ma al momento dei fatti ero troppo preso dal nostro piano per prestare attenzione a cosa accadeva intorno a me. Ho trascurato i miei fratelli ed i miei amici, anche per questo non ho scusanti”

“Ho sempre sospettato che tra te e Sherlock ci fosse qualcosa. Prestavi attenzione solo a lui”

“Davvero?” William era sorpreso; 

“Da quel giorno sul treno, hai risposto alla sua sfida con entusiasmo, ti stavi divertendo a giocare con lui. Non ti avevo mai visto sorridere in quel modo”

“Mi dispiace Louis, non era previsto. Arrivati a questo punto della storia io dovrei essere morto, sto ancora cercando il mio posto in questo futuro così pieno di incertezze” il minore lo abbracciò di slancio,

“Non ringrazierò mai abbastanza Holmes per averti salvato. Non importa cosa ci riserverà il futuro, lo affronteremo insieme. Siamo una famiglia”

“Avrei dovuto parlarti prima di Sherly, ma davvero è accaduto in maniera così improvvisa e naturale, che non sapevo proprio da dove iniziare”

“Penso che il vostro sia semplicemente stato il classico colpo di fulmine. Da quando vi siete incontrati non avete fatto altro che rincorrervi. Per quanto mi costi ammetterlo, per te, c’è e ci sarà sempre solo Sherlock”

“Grazie Louis, per tutto. Sono così fortunato ad averti come fratello minore”

“Bentornato Will mi sei mancato”

 

***

 

Dopo aver osservato i due fratelli abbracciarsi, Sherlock Holmes si concesse un sospiro di sollievo, richiudendo lentamente la porta facendo attenzione a non produrre il minimo rumore.

“Vi siete perso Signor Holmes?” la voce di Jack alle sue spalle gli fece prendere un colpo;

“Io ecco, stavo solo…” non sapeva come giustificare la propria presenza su quel piano.

“Sono certo che il signorino William tornerà a breve nelle proprie stanze e che con il tempo anche il signorino Louis imparerà ad apprezzarvi” concluse facendogli l’occhiolino. Quel vecchio maggiordomo iniziava a stargli simpatico;

“Vi ringrazio” rispose congedandosi.

Tra i corridoi non poté evitare di incrociare anche Mycroft. Il maggiore gli sorrise;

“Allora si sono chiariti?” fu l’unica cosa che gli chiese, anticipando qualsiasi altra domanda; Sherlock annuì

“Puoi riferire ad Albert che è tutto sistemato” 

“Non mi vuoi domandare altro?”

“Ho sempre sospettato che tra di voi ci fosse qualcosa. Sono contento per te, sembri non so, più rilassato”

“E io sono contento per te e William”

“Grazie Myky”

 

***

 

Il mattino dopo

 

“Come sarebbe a dire che vi sposate?” L’urlo di Moran riecheggiò tra le pareti della sala da pranzo, rischiando di rompere i timpani di Bond e Fred, seduti accanto a lui. Louis fu lesto nell’afferrare il coltello del burro tra le mani, ma Albert si affrettò ad aggiungere;

“Ovviamente non sarà un vero matrimonio, ma uno scambio di promesse” 

“Sono davvero felice per voi fratello” fu il solo commento di William che alzò il proprio bicchiere per proporre un brindisi, rilassando in questo modo l’atmosfera.

Sherlock ne approfittò per avvicinarsi di soppiatto a Mycroft.

“Sai che hai avuto un’idea geniale?” il maggiore sorrise

“Prima che ti venga in mente di imitarmi ricordati del desiderio di William di non rivelare ancora della vostra relazione e della crisi appena scampata con il giovane Louis” Sherlock tornò al proprio posto sconfitto dalla logica di tale affermazione.

“Di che parlavate?” domandò Liam innocentemente;

“Davvero non ne hai idea?” L’ex Signore del Crimine si finse pensieroso;

“Va bene Sherly. Penso sia arrivato il momento di ufficializzare la nostra relazione” 

“Ne sei sicuro? Non dobbiamo farlo per forza, se non ti senti ancora pronto” 

“Lo sono, e non vi sarà mai momento migliore” concluse prendendolo per mano. Sherlock parve illuminarsi;

“Ragazzi, anche noi avremmo un annuncio…”

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuukoku no Moriarty/Moriarty the Patriot / Vai alla pagina dell'autore: Europa91