PUOI
AMARMI VERAMENTE?
Dedico
la fic a Ambra. Grande Donna e mia Beta. Ti adoro e ti voglio bene
*-*.
Non
so come farei senza di te.
Premettendo
che è la mia prima fic non so come verrà. Spero
solo
che possa piacere a coloro che leggeranno. Alternerò i POV
di
Bella con quelli di Edward (saranno brevi).
La
storia è ambientata a New York. Sono tutti umani, hanno
intorno ai 20 anni e i personaggi sono divisi: Emmett, Jasper e Bella
Swan (so che non suona bene il cognome Swan per i due maschietti) e
Rosalie, Alice e Edward Cullen.
I
personaggi non hanno lo stesso carattere come nei libri. Bella
sarà
più esplicita e non piangerà soltanto.
I
Swan Senior non sono mai divorziati e sono ricchi.
I
Black non so ancora se ci saranno. Magari li userò come arma
di gelosia.
Più avanti il rating cambierà, perché non sono ancora sicura se mettere scene di sesso esplicito o no.
Giugno.
Venerdì 30
«
Bella…! Alzati o perderemo l'aereo! »
«
Bellina, ascolta Jasper che è più intelligente di
te! »
« Mmm... »
Maledetti!
Mi fecero alzare alle sei e mezza per prendere l'aereo alle undici.
Li odiai.
Eccomi
qua. Ero pronta per una nuova vita lontano da Forks e da tutto quello
che mi ricordava i miei genitori e il loro tragico incidente.
Grazie
ai risparmi di una vita e ad un colpo di fortuna, io, Jasper ed
Emmett potevamo crearci una vita a New York.
Dove
avevamo già un loft, anzi a dire il vero due, ma uno era in
affitto.
E
amici di famiglia che ci procuravano un lavoro. Non sapevo cosa avrei
potuto chiedere di più.
Avevo
fatto tutto: pulizie, ricoperto i mobili, staccato luce ed acqua,
valigie.
Bene.
Mi
vestii e scendendo cominciai a parlare con Emmett.
«
Emmett, la jeep?! »
«
Già spedita insieme all'Escalade ».
Sìì!
Avevamo due macchinoni. Colpa dei miei che erano super-protettivi.
«
Allora siamo pronti. Possiamo partire!! Chiama Jasper! »
«
Jasper stupido, dove sei?! Stiamo partendo!!»,
urlò
Emmett dal finestrino.
E
in un batter d'occhio eccolo arrivare scocciato: « Eccomi,
eccomi. »
«
Guida tu idiota che Bella non si fida di me. »,
sbuffò
Emmett guardandomi di traverso.
L'unica
cosa buona che ci portavamo via dallo stato di Washington erano le
lauree: io in pubbliche relazioni, Emmett in strutture edili e Jasper
in architettura.
Diciamo
che eravamo sistemati per la vita.
Eccoci
all'aeroporto.
Il
nostro volo partiva l'ora successiva ma avevamo già
imbarcato
le valige.
«Bella?
Ci sei? ». Mi domandò Jasper con un punto
interrogativo
disegnato sul volto.
“Sono
sovrappensiero. Non mi ricordo nemmeno come si sono vestita. Ho mille
dubbi per la testa, su New York, sul nuovo lavoro, sul fatto di
andare via...insomma sulla mia intera esistenza.
Cazzo!
Mi faccio prendere dalla paranoia venti minuti prima del volo. Sono
un disastro.”
Una
voce metallica mi riportava al mondo, insieme alle spinte di
Emmett.
«I
passeggeri del volo 202 sono pregati di recarsi al gate 3 per
l'imbarco.»
«E?
Cos'è successo?», risposi.
«Bella
ti sei soltanto imbambolata, nulla di così strano per
te»,
disse Emmett sfottendomi.
Chissà
di cosa stavano parlando i miei fratelloni là davanti...
Era
meglio che mi sbrigassi, se no li avrei persi in mezzo a questa
gente.
Finalmente
in aereo!
Il
volo durò poco, secondo me, visto che avevo dormito come un
sasso.
Riaprii
gli occhi e mi ritrovai distesa sul sedile di un'enorme limousine,
con Emmett e Jasper che chiacchieravano tranquillamente con una
bionda.
«Dove
stiamo andando?», chiesi perplessa.
«Il
Signor Cullen, ha mandato questa "macchina" a prenderci con
sua figlia Rosalie», disse Emmett gesticolando e indicando la
bionda di fianco a lui che mi fece un cenno di saluto con un sorriso
a trentadue denti.
«Bene
bene».
Seguii
tutta la conversazione senza mai prendere parola dall'aeroporto La
Guardia fino a Manhattan sulla 5th
strada, a quanto lessi da un cartello.
Emmett
ci stava provando di brutto con Rosalie...Si vedeva. Che fratello
imbecille.
Bé
era da tanto che non venivo a New York. Saranno stati
ormai quindici
anni ed era completamente cambiata. Ahimè!
Pensando
mi venivano altri dubbi...
”Come
al solito.
Non
conosco i Cullen, o almeno solo di fama. So che i signori hanno tre
figli: un ragazzo e due ragazze (una è Rosalie) che avranno
intorno alla mia età.
Da
piccola ci giocavo insieme e Emmett e Jasper hanno sempre mantenuto i
contatti tramite myspace. Hanno dei lavori ben pagati. Carlisle
è
dottore ed Esme gestisce lo studio di architettura di famiglia, la
"Cullen Construction", semplice. A quanto pare i nostri
genitori e loro si conoscevano da anni. Renee e Charlie ne hanno
sempre parlato bene e ci hanno detto di contare su di loro. Se mai
fosse successo qualcosa, come se avessero predetto il futuro. La cosa
mi fa moltooo preoccupare. Spero solo di non fare brutta
figura.”
Eccoci
davanti a un immenso palazzo, situato in una stradina laterale della
5th
avenue.
Era
in stile ottocentesco, bianco, aveva sei piani e vi erano
molte
finestre che davano su un balcone.
Rosalie
ci disse che era la nostra nuova casa. Se non avevamo
problemi.
Scaricammo
le valige e entrando sulla sinistra notai una signora in divisa,
intenta nel leggere “Il
ritratto di Dorian Gray”.
“Che
portiere colto!", pensai
ridacchiando.
«Serve
una mano signorina?», chiese.
«No,
no, Anthìlia. Facciamo da soli. Grazie lo
stesso.»,
rispose Rosalie con un sorriso che fece sciogliere Emmett come il
burro.
Salimmo
in ascensore fino al quinto piano scoprendo che era il secondo
appartamento che avevano i miei genitori a New York.
«FIGO!»,
urlai, cominciando a saltellare ed Emmett si aggiunse a me.
Jasper
rimase in disparte come per dire: “Io quelli non li
conosco”.
Poi
Rosalie senza voler rovinare il nostro entusiasmo ci
disse:«Allora
vi spiego i piani come sono divisi. Al secondo ci sono Esme e
Carlisle, al terzo Alice, al quarto io e al sesto Edward».
Facemmo
cenno di aver capito e continuò dicendo:«Adesso a
casa
non c'è nessuno, perché sono tutti a lavoro.
Però
ceneremo tutti insieme da Esme stasera alle 8.30, ok?»
«Ook»,
rispondemmo in coro.
«Bé
adesso io vado a fare un giro. Qualcuno vuole venire con
me?»,
domandò lei.
Emmett
guardando male me e Jasper fece: «Verrei io se per i miei
fratelli non è un problema».
«No
no anzi. Divertiti fratello orso! Rosalie se ci sono problemi
chiamami pure», disse Jasper mentre gli passa un
fogliettino.
Ma
Emmett ribatté: «Non ce ne sarà
bisogno».
«Ciao
ragazzi. Divertitevi e non fate tardi», gli urlai mentre
sentii
il plin
plin
dell'ascensore.
Accidenti
erano già le sei passate. Che potevo fare per
perdere un
po' di tempo? Bé iniziai disfando le valige e girando per
l'appartamento. Jasper stava già diventando idiota ad
attaccare i fili dell'Xbox. Le uniche cose importanti nella fase
post-laurea erano i giochetti di guerra a go go e A Kingdom For
Keflings. Il bello è che aveva ventiquattro anni.
Neanche
fosse come Emmett che si leggeva i giornaletti porno di nascosto.
Jasper era un caso perso. Peggio dei ragazzini di tredici anni che
giocavano a Prince of Persia o Assassin's Creed tutto il giorno. I
miei fratelloni erano tutto per me. Li adoravo. Non avrei
saputo vivere senza di loro. Forse perché erano le
uniche
cose che mi erano rimaste, a cui tenessi. Avevamo un legame
fortissimo grazie al cielo.
Una
lacrima calda mi scese e mi rigò il volto, Jasper se ne
accorse e alzandosi da davanti il plasma disse: «Bella che
succede?»
«Nulla
nulla. Un po' di nostalgia di mamma e papà.».
«Orsacchiotto
non fare così!».
«Hei
scemo! Come mi chiami?! Non sono mica la tua ragazza»,
sorrisi.
«Vedi!
Stupida! Che ti ho fatto sorridere?», sorrise anche lui.
“
Se
non fosse mio fratello ci farei un pensierino.”
«Secondo
te? Emmett si è già scopato Rosalie?»,
mi
chiese
perplesso.
«Sì sì. Non hai visto come si guardavano? Sembrava che si volessero saltare addosso!!!», ridacchiai.
«Ben per lui. Voglio pure io la ragazza...», assumendo la faccia da cane bastonato. “Secondo me sta fingendo, mi nasconde qualcosa.”
«Jasper stai zitto! Che ogni ragazza per strada a Forks ti guardava ma a te non piaceva nessuna. Quindi!»
«Quindi nulla! Erano tutte sgualdrine e lo sai. Io cerco il vero amore. Quello che ti fa battere il cuore, quello che ti fa pensare alla persona amata 24 ore su 24. Quell'amore come una droga da cui non vorresti mai disintossicarti. Sentirti amato, ecco. Bella non sono mai stato tanto bravo con le parole. Non farmi dire queste cose che mi sento un quattordicenne in preda agli ormoni », disse tutto d'un fiato diventando rosso.
«Ma
tu lo sei bel soldatino.», quanto era dolce lui.
Si girò mogio mogio e andò in camera sua. Credo che volesse disfare le valige pure lui.
Perché
se no si sarebbe subito un'altra ramanzina.
Plin
plin
L'ascensore pensai. C'era qualcuno che stava salendo da noi.
Andai per vedere chi era, e come un fulmine mi travolse un folletto, abbracciandomi.
“Oddio!
Aiuto! Peccato che non sto urlando.”
«Ciaooo
tu dovresti essere Bella vero? Bè piacere Alice. Ti ricordi
quando giocavamo da piccole insieme?»,
disse guardandomi meravigliata.
«Bè sì sì mi ricordo qualcosa. Piacere.»
«Bella che succede di là?», urlò Jasper dall'altra stanza.
«Nulla è arrivata Alice.»
«Ok. Arrivo fra due secon...», strozzò la frase.
«Sono davvero felice di aver ritrovato un'amica d'infanzia. Diventeremo grande amiche scommetto.», disse ammirandomi dalla testa ai piedi.
“Questa è pazza...avremmo giocato qualche volta insieme ed eravamo già amichette.”
«Eccomi eccomi», interrompendo la nostra “quasi” conversazione.
Nella stanza calò il silenzio, i due si guardavano, si osservavano attentamente. C'era elettricità nell'aria. La si poteva avvertire.
«Ooo c'è qualcuno?!?», dissi sogghignando a loro due.
«Ehm? Cosa? An sì sì. Scusa. Ciao Jasper.»
«Ciao Alice, volevo dire.». “Ma i due si conoscono già? An sì. Attraverso myspace.”
«Che bello rincontrare voi e Emmett! »
«Cosa? Hai visto Emmett???».
«Sì...era nell'appartamento di Rosalie. Credo che fossero MOLTO impegnati. Menomale che si erano staccati prima che entrassi».
«Lo sapevo! L'avevo immaginato.», disse Jasper passandosi le mani sulle tempie.
«Se esiste l'amore a prima vista tiratemi un pugno.» Ed ecco Jasper che mi assestò un pugno sulla spalla.
«Ahi! », imprecai dal male mentre i due se la spassavano sul mio dolore.
«Jasper?»
«Sì?»
«Vieni un secondo con me? Vorrei mostrarti la mia collezione di giochi per l'Xbox. Magari ci trovi qualcosa di interessante.»
Non se lo fece ripetere due volte e dopo avermi stampato un bacio sulla guancia seguì Alice.
«Ciao Bellina».
“Eccomi
qua da sola.
Uffa!!!
In una casa enorme senza nulla da fare. Sono felice che i miei
fratelli abbiamo trovato “qualcosa da fare”.
Risidei miei stessi
pensieri. "A proposito, chissà come sarà il
signorino Edward Cullen. Secondo me è il solito stronzo
riccone che va in giro sulla sua Porsche cambiando ragazza a notte e
fregandosene dei sentimenti altrui. Spero di sbagliarmi.
Perché
Emmett non mi ha detto molto, anzi quasi nulla, sul suo carattere e
aspetto. Magari potessi trovare quello che Jasper ed Emmett stanno
cercando da una vita: L'AMORE. Dopo oggi pomeriggio credo che il
colpo di fulmine esista, o meglio evviva internet. Speriamo solo che
non ne rimangano scottati se non dovesse funzionare.”
L'orologio segnava le otto e un quarto. Era volato il tempo, era meglio che mi vestissi “decentemente”. Indossai il primo vestito che mi capitò in mano. Lungo fino al ginocchio bianco e nero, poi presi delle scarpe bianche con un po' di tacco. ”Li odio i tacchi, ma devo metterli, se no sembrerei una roker disoccupata che si droga.”
Mentre
scendevo in ascensore al secondo piano mi ripetevo in testa il mio
mantra: <
“Sono molto insicura ultimamente. Bo! Adesso dove vado? Help me God!”
Come se avesse sentito la mia domanda un ragazzo mi si avvicinò e mi disse: «Sei Isabella?»
«Si, ma chiamami Bella. Piacere», risposi balbettando rossa in viso. “Questo si che è un figo! Altroché Alec. Emmett non mi aveva detto che era così.”
«Ok. Io sono Edward. Il piacere è tutto mio», sorridendo in modo strano, ma alquanto sexy. Non l'avesse mai fatto! In quel momento mi sentii le gambe di burro e avrei potuto morire felice là.
“No Bella svegliati! Non puoi cadere ai piedi del primo newyorkese che incontri.”
«Ti accompagno in sala da pranzo?»
«Eh? Cosa? An sì. Ok...»
Ripresi possesso del mio corpo e dei miei ormoni impazziti alla vista di Edward. “Sarò una deficiente? Sì lo penso e ne sono convinta.”
«Eccovi! Finalmente!», urlarono Alice e Rosalie seguite poi da Jasper ed Emmett che cominciarono a fare battutine sul mio ritardo di due minuti nemmeno.
«Ti sei divertito con Bella nell'ascensore? Ammettilo Edward», sogghignò Emmett.
«Sì Emmett! Non sai che bomba è tua sorella.», ribattè Edward sorridendo come un bimbo di cinque anni.
“Si conoscono già da tempo, per quello Emmett scherza così. Mi sa che sono l'unica stupida che usa internet solo per lavoro.”
«Menomale che Esme e Carlisle non sono ancora arrivati. Se no vi avrebbero preso e buttato fuori dalla finestra tutti e due», seguì Rosalie tirando un pugno a Emmett.
Mi girai verso Emmett e Jasper titubante e «Che vi siete già fidanzati?!»
«A dire il vero sì. Perdonaci Bella se non te l'avevamo detto prima. Ma le nostre “storie” vanno avanti da mesi. E stasera volevamo dirlo alla famiglia Cullen al completo. Scusa ancora per prima se ho fatto finta di niente, delle occhiate tra Emmett e Rosalie. E hai rovinato la sorpresa a Eddino. ». Il solito Jasper.
Mi girai verso Edward e lo vidi sbiancare e subito riprendere colore.
«C-c-che? Non ci credo! Le due streghe hanno i fidanzati. Alleluia. Finalmente vi occuperete solo della vostra vita e non più della mia».
«Ok per me non ci sono problemi. Anzi sono davvero felice per voi.» E con uno scatto i miei fratelloni mi abbracciarono stretto stretto, quasi da mancarmi il fiato.
«Bè Bellina potresti fare un pensierino su Eddy, no?», mi guardò malizioso Emmett.
«Sai, anche no. Non vorrei che Tanya mi mollasse. All'altare.», ribatté Edward lasciandomi a bocca aperta.
“Che
sono così brutta? Vorrei proprio vedere questa
stupida.”
Dopo l'arrivo dei Cullen senior e presentazione, seguì la cena tranquillamente, e ad un certo punto saltò fuori il discorso “lavoro”.
«Allora ragazzi. Che cosa vorreste fare a New York?», chiese Carlisle.
«Carlisle perché non prendiamo Emmett e Jasper nello studio di famiglia?» Esme era così dolce. Era una mamma perfetta, pensai.
«Sìì», risposero in coro i due facendo ridere tutti.
«Bella tu che vorresti fare?» Esme rivolgendosi a me.
[Partì la sinfonia n5 di Beethoven.]
«Per me è lo stesso. Sono laureata in pubbliche relazioni e parlo spagnolo e italiano. Quindi posso fare di tutto».
«Domani contatterò un amico dell'agenzia Black. Magari troviamo qualcosa».
«Va bene. Grazie mille.», risposi al settimo cielo.
«Mamma? Sul serio vuoi mandarla a lavora dai Black?» Edward sembrava contrariato.
«Perché scusa? Cos'hanno di male?»
«A quanto ne so Jacob ci prova con la fidanzata quasi moglie di Edward. Ecco perché gli dà fastidio», si intromise Alice.
«E allora? Bella non è Tanya. Quindi non ci sono problemi»., chiuse la discussione Esme mentre Edward si alzò e lasciò la stanza con la coda tra le gambe.
“Perché si interessa a me? Fra poco si sposerà! Secondo me c'è qualcosa sotto...”
Dopo alcuni minuti fece capolino dalla porta dicendo:«Ci vediamo domani. Non aspettatemi. Starò da Tanya tutta la sera.» Dopo questo, ucsì, sbattendo la porta.
«Solito
lunatico. Non tocchiamo Tanya, se no ci ammazza tutti»,
sdrammatizzò Alice sull'accaduto.
Intorno
alle undici decisi di dirigermi in camera, anche se l'indomani
avrei avuto l'intera giornata libera.
Detti
la buona notte a tutti e salii.
☆
☆
☆
Pov
Edward
“Cazzo!
Cazzo! Maledetto me stesso.
Che
mi eccito solo a vedere una ragazza. Sono un disperato.
E
poi mi eccito per chi? Per la sorella dei miei migliori amici che
vedo per la prima volta dopo dieci anni su per giù.
Menomale
che non si era accorta della mia eccitazione, se no avrei fatto la
figura dell'idiota. Credo che Alice se ne fosse accorta
perché
mi dava di quelle occhiatacce. Già la battuta di Emmett mi
aveva fatto fare pensieri poco casti su Bella. Poi ci si metteva
anche Tanya a chiamare. Il cellulare era in vibrazione e
quindi
mi dava abbastanza fastidio. Perciò con la scusa
che
l'argomento era caduto su Jacob Black (mio nemico in tutto), mi alzai
e chiamai Tanya chiedendole che volesse. Mi disse che voleva vedermi
e mi supplicò. Decisi di andar da lei. Almeno mi sarei
dimenticato di Bella per quella sera, e mi sbagliai di grosso.
Perché
adesso mi trovo nel letto di Tanya dopo aver fatto sesso con lei,
però immaginando che fosse Bella. Sono un disgraziato.
Perché
mi devono capitare tutte a me, ad una settimana dal matrimonio
poi.
Bah!
Meglio che me ne torni a casa. Tanto Tanya non può fare
nulla.”
☆
☆ ☆
Pov
Bella
Continuavo
a rigirarmi nel letto. Avevo ancora l'immagine di Edward in testa,
non mi sentivo normale. Poi ci si mettevano Jasper ed Emmett che mi
facevano preoccupare. Non erano ancora tornati. “Bè,
dovrei biasimarli? Passare una serata con la sorella, piuttosto che
con le rispettive fidanzate? Sono pazza.”
Erano le due e mezza passate e sentii che Morfeo mi stava portando nel mondo dei sogni...Mi lasciai andare e fu da quella notte che cominciai a sognare Edward Cullen. Quasi fosse il mio punto fisso nell'universo.