Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: CocoMonAmour    10/09/2009    5 recensioni
Bella ed Edward a New York, non si sono mai conosciuti. E se si innamorassero? Be', i problemi compaiono quando di mezzo ci sono un matrimonio e un bambino...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PUOI AMARMI VERAMENTE?

Dedico la fic a Ambra. Grande Donna e mia Beta. Ti adoro e ti voglio bene *-*.
Non so come farei senza di te.

Premettendo che è la mia prima fic non so come verrà. Spero solo che possa piacere a coloro che leggeranno. Alternerò i POV di Bella con quelli di Edward (saranno brevi).
La storia è ambientata a New York. Sono tutti umani, hanno intorno ai 20 anni e i personaggi sono divisi: Emmett, Jasper e Bella Swan (so che non suona bene il cognome Swan per i due maschietti) e Rosalie, Alice e Edward Cullen.
I personaggi non hanno lo stesso carattere come nei libri. Bella sarà più esplicita e non piangerà soltanto.
I Swan Senior non sono mai divorziati e sono ricchi.
I Black non so ancora se ci saranno. Magari li userò come arma di gelosia.

Più avanti il rating cambierà, perché non sono ancora sicura se mettere scene di sesso esplicito o no.



Cap 1

Giugno. Venerdì 30
« Bella…! Alzati o perderemo l'aereo! »
« Bellina, ascolta Jasper che è più intelligente di te! »

« Mmm... »

 
Maledetti! Mi fecero alzare alle sei e mezza per prendere l'aereo alle undici. Li odiai.
 
Eccomi qua. Ero pronta per una nuova vita lontano da Forks e da tutto quello che mi ricordava i miei genitori e il loro tragico incidente.
Grazie ai risparmi di una vita e ad un colpo di fortuna, io, Jasper ed Emmett potevamo crearci una vita a New York.
Dove avevamo già un loft, anzi a dire il vero due, ma uno era in affitto.
E amici di famiglia che ci procuravano un lavoro. Non sapevo cosa avrei potuto chiedere di più.
Avevo fatto tutto: pulizie, ricoperto i mobili, staccato luce ed acqua, valigie.
Bene.
Mi vestii e scendendo cominciai a parlare con Emmett.
 
« Emmett, la jeep?! »
« Già spedita insieme all'Escalade ».
Sìì! Avevamo due macchinoni. Colpa dei miei che erano super-protettivi.
« Allora siamo pronti. Possiamo partire!! Chiama Jasper! »
 
« Jasper stupido, dove sei?! Stiamo partendo!!», urlò Emmett dal finestrino.
E in un batter d'occhio eccolo arrivare scocciato: « Eccomi, eccomi. »
« Guida tu idiota che Bella non si fida di me. », sbuffò Emmett guardandomi di traverso.
 
L'unica cosa buona che ci portavamo via dallo stato di Washington erano le lauree: io in pubbliche relazioni, Emmett in strutture edili e Jasper in architettura.
Diciamo che eravamo sistemati per la vita.
 
Eccoci all'aeroporto.
Il nostro volo partiva l'ora successiva ma avevamo già imbarcato le valige.
 
«Bella? Ci sei? ». Mi domandò Jasper con un punto interrogativo disegnato sul volto.
Sono sovrappensiero. Non mi ricordo nemmeno come si sono vestita. Ho mille dubbi per la testa, su New York, sul nuovo lavoro, sul fatto di andare via...insomma sulla mia intera esistenza.
Cazzo! Mi faccio prendere dalla paranoia venti minuti prima del volo. Sono un disastro.”
 
Una voce metallica mi riportava al mondo, insieme alle spinte di Emmett.
«I passeggeri del volo 202 sono pregati di recarsi al gate 3 per l'imbarco.»
 
«E? Cos'è successo?», risposi.
«Bella ti sei soltanto imbambolata, nulla di così strano per te», disse Emmett sfottendomi.
 
Chissà di cosa stavano parlando i miei fratelloni là davanti...
Era meglio che mi sbrigassi, se no li avrei persi in mezzo a questa gente.
 
Finalmente in aereo!
Il volo durò poco, secondo me, visto che avevo dormito come un sasso.
Riaprii gli occhi e mi ritrovai distesa sul sedile di un'enorme limousine, con Emmett e Jasper che chiacchieravano tranquillamente con una bionda.
 
«Dove stiamo andando?», chiesi perplessa.
«Il Signor Cullen, ha mandato questa "macchina" a prenderci con sua figlia Rosalie», disse Emmett gesticolando e indicando la bionda di fianco a lui che mi fece un cenno di saluto con un sorriso a trentadue denti.
«Bene bene».
Seguii tutta la conversazione senza mai prendere parola dall'aeroporto La Guardia fino a Manhattan sulla 5th strada, a quanto lessi da un cartello.
Emmett ci stava provando di brutto con Rosalie...Si vedeva. Che fratello imbecille.



Bé era da tanto che non venivo a New York. Saranno stati ormai quindici anni ed era completamente cambiata. Ahimè!
 
Pensando mi venivano altri dubbi...
Come al solito.
Non conosco i Cullen, o almeno solo di fama. So che i signori hanno tre figli: un ragazzo e due ragazze (una è Rosalie) che avranno intorno alla mia età.
Da piccola ci giocavo insieme e Emmett e Jasper hanno sempre mantenuto i contatti tramite myspace. Hanno dei lavori ben pagati. Carlisle è dottore ed Esme gestisce lo studio di architettura di famiglia, la "Cullen Construction", semplice. A quanto pare i nostri genitori e loro si conoscevano da anni. Renee e Charlie ne hanno sempre parlato bene e ci hanno detto di contare su di loro. Se mai fosse successo qualcosa, come se avessero predetto il futuro. La cosa mi fa moltooo preoccupare. Spero solo di non fare brutta figura.”
 
Eccoci davanti a un immenso palazzo, situato in una stradina laterale della 5th avenue.
Era in stile ottocentesco, bianco, aveva sei piani e vi erano molte finestre che davano su un balcone.
Rosalie ci disse che era la nostra nuova casa. Se non avevamo problemi.
Scaricammo le valige e entrando sulla sinistra notai una signora in divisa, intenta nel leggere “Il ritratto di Dorian Gray”.
Che portiere colto!", pensai ridacchiando.

«Serve una mano signorina?», chiese.
«No, no, Anthìlia. Facciamo da soli. Grazie lo stesso.», rispose Rosalie con un sorriso che fece sciogliere Emmett come il burro.



Salimmo in ascensore fino al quinto piano scoprendo che era il secondo appartamento che avevano i miei genitori a New York.
«FIGO!», urlai, cominciando a saltellare ed Emmett si aggiunse a me.
Jasper rimase in disparte come per dire: “Io quelli non li conosco”.
Poi Rosalie senza voler rovinare il nostro entusiasmo ci disse:«Allora vi spiego i piani come sono divisi. Al secondo ci sono Esme e Carlisle, al terzo Alice, al quarto io e al sesto Edward».
Facemmo cenno di aver capito e continuò dicendo:«Adesso a casa non c'è nessuno, perché sono tutti a lavoro. Però ceneremo tutti insieme da Esme stasera alle 8.30, ok?»
«Ook», rispondemmo in coro.
«Bé adesso io vado a fare un giro. Qualcuno vuole venire con me?», domandò lei.
Emmett guardando male me e Jasper fece: «Verrei io se per i miei fratelli non è un problema».
«No no anzi. Divertiti fratello orso! Rosalie se ci sono problemi chiamami pure», disse Jasper mentre gli passa un fogliettino.
Ma Emmett ribatté: «Non ce ne sarà bisogno».
«Ciao ragazzi. Divertitevi e non fate tardi», gli urlai mentre sentii il plin plin dell'ascensore.

Accidenti erano già le sei passate. Che potevo fare per perdere un po' di tempo? Bé iniziai disfando le valige e girando per l'appartamento. Jasper stava già diventando idiota ad attaccare i fili dell'Xbox. Le uniche cose importanti nella fase post-laurea erano i giochetti di guerra a go go e A Kingdom For Keflings. Il bello è che aveva ventiquattro anni. Neanche fosse come Emmett che si leggeva i giornaletti porno di nascosto. Jasper era un caso perso. Peggio dei ragazzini di tredici anni che giocavano a Prince of Persia o Assassin's Creed tutto il giorno. I miei fratelloni erano tutto per me. Li adoravo. Non avrei saputo vivere senza di loro. Forse perché erano le uniche cose che mi erano rimaste, a cui tenessi. Avevamo un legame fortissimo grazie al cielo.
Una lacrima calda mi scese e mi rigò il volto, Jasper se ne accorse e alzandosi da davanti il plasma disse: «Bella che succede?»
«Nulla nulla. Un po' di nostalgia di mamma e papà.».
«Orsacchiotto non fare così!».
«Hei scemo! Come mi chiami?! Non sono mica la tua ragazza», sorrisi.
«Vedi! Stupida! Che ti ho fatto sorridere?», sorrise anche lui.
Se non fosse mio fratello ci farei un pensierino.”
«Secondo te? Emmett si è già scopato Rosalie?», mi chiese perplesso.

«Sì sì. Non hai visto come si guardavano? Sembrava che si volessero saltare addosso!!!», ridacchiai.

«Ben per lui. Voglio pure io la ragazza...», assumendo la faccia da cane bastonato. “Secondo me sta fingendo, mi nasconde qualcosa.”

«Jasper stai zitto! Che ogni ragazza per strada a Forks ti guardava ma a te non piaceva nessuna. Quindi!»

«Quindi nulla! Erano tutte sgualdrine e lo sai. Io cerco il vero amore. Quello che ti fa battere il cuore, quello che ti fa pensare alla persona amata 24 ore su 24. Quell'amore come una droga da cui non vorresti mai disintossicarti. Sentirti amato, ecco. Bella non sono mai stato tanto bravo con le parole. Non farmi dire queste cose che mi sento un quattordicenne in preda agli ormoni », disse tutto d'un fiato diventando rosso.

«Ma tu lo sei bel soldatino.», quanto era dolce lui.

Si girò mogio mogio e andò in camera sua. Credo che volesse disfare le valige pure lui.

Perché se no si sarebbe subito un'altra ramanzina.


Plin plin

L'ascensore pensai. C'era qualcuno che stava salendo da noi.

Andai per vedere chi era, e come un fulmine mi travolse un folletto, abbracciandomi.

Oddio! Aiuto! Peccato che non sto urlando.”
«Ciaooo tu dovresti essere Bella vero? Bè piacere Alice. Ti ricordi quando giocavamo da piccole insieme?», disse guardandomi meravigliata.

«Bè sì sì mi ricordo qualcosa. Piacere.»

«Bella che succede di là?», urlò Jasper dall'altra stanza.

«Nulla è arrivata Alice.»

«Ok. Arrivo fra due secon...», strozzò la frase.

«Sono davvero felice di aver ritrovato un'amica d'infanzia. Diventeremo grande amiche scommetto.», disse ammirandomi dalla testa ai piedi.

Questa è pazza...avremmo giocato qualche volta insieme ed eravamo già amichette.”

«Eccomi eccomi», interrompendo la nostra “quasi” conversazione.

Nella stanza calò il silenzio, i due si guardavano, si osservavano attentamente. C'era elettricità nell'aria. La si poteva avvertire.

«Ooo c'è qualcuno?!?», dissi sogghignando a loro due.

«Ehm? Cosa? An sì sì. Scusa. Ciao Jasper.»

«Ciao Alice, volevo dire.». “Ma i due si conoscono già? An sì. Attraverso myspace.”

«Che bello rincontrare voi e Emmett! »

«Cosa? Hai visto Emmett???».

«Sì...era nell'appartamento di Rosalie. Credo che fossero MOLTO impegnati. Menomale che si erano staccati prima che entrassi».

«Lo sapevo! L'avevo immaginato.», disse Jasper passandosi le mani sulle tempie.

«Se esiste l'amore a prima vista tiratemi un pugno.» Ed ecco Jasper che mi assestò un pugno sulla spalla.

«Ahi! », imprecai dal male mentre i due se la spassavano sul mio dolore.


«Jasper?»

«Sì?»

«Vieni un secondo con me? Vorrei mostrarti la mia collezione di giochi per l'Xbox. Magari ci trovi qualcosa di interessante.»

Non se lo fece ripetere due volte e dopo avermi stampato un bacio sulla guancia seguì Alice.

«Ciao Bellina».

Eccomi qua da sola.
Uffa!!! In una casa enorme senza nulla da fare. Sono felice che i miei fratelli abbiamo trovato “qualcosa da fare”. Risidei miei stessi pensieri. "A proposito, chissà come sarà il signorino Edward Cullen. Secondo me è il solito stronzo riccone che va in giro sulla sua Porsche cambiando ragazza a notte e fregandosene dei sentimenti altrui. Spero di sbagliarmi. Perché Emmett non mi ha detto molto, anzi quasi nulla, sul suo carattere e aspetto. Magari potessi trovare quello che Jasper ed Emmett stanno cercando da una vita: L'AMORE. Dopo oggi pomeriggio credo che il colpo di fulmine esista, o meglio evviva internet. Speriamo solo che non ne rimangano scottati se non dovesse funzionare.”

L'orologio segnava le otto e un quarto. Era volato il tempo, era meglio che mi vestissi “decentemente”. Indossai il primo vestito che mi capitò in mano. Lungo fino al ginocchio bianco e nero, poi presi delle scarpe bianche con un po' di tacco. ”Li odio i tacchi, ma devo metterli, se no sembrerei una roker disoccupata che si droga.”

Mentre scendevo in ascensore al secondo piano mi ripetevo in testa il mio mantra: <>.

Sono molto insicura ultimamente. Bo! Adesso dove vado? Help me God!”

Come se avesse sentito la mia domanda un ragazzo mi si avvicinò e mi disse: «Sei Isabella?»

«Si, ma chiamami Bella. Piacere», risposi balbettando rossa in viso. “Questo si che è un figo! Altroché Alec. Emmett non mi aveva detto che era così.”

«Ok. Io sono Edward. Il piacere è tutto mio», sorridendo in modo strano, ma alquanto sexy. Non l'avesse mai fatto! In quel momento mi sentii le gambe di burro e avrei potuto morire felice là.

No Bella svegliati! Non puoi cadere ai piedi del primo newyorkese che incontri.”

«Ti accompagno in sala da pranzo?»

«Eh? Cosa? An sì. Ok...»

Ripresi possesso del mio corpo e dei miei ormoni impazziti alla vista di Edward. “Sarò una deficiente? Sì lo penso e ne sono convinta.”

«Eccovi! Finalmente!», urlarono Alice e Rosalie seguite poi da Jasper ed Emmett che cominciarono a fare battutine sul mio ritardo di due minuti nemmeno.

«Ti sei divertito con Bella nell'ascensore? Ammettilo Edward», sogghignò Emmett.

«Sì Emmett! Non sai che bomba è tua sorella.», ribattè Edward sorridendo come un bimbo di cinque anni.

Si conoscono già da tempo, per quello Emmett scherza così. Mi sa che sono l'unica stupida che usa internet solo per lavoro.”

«Menomale che Esme e Carlisle non sono ancora arrivati. Se no vi avrebbero preso e buttato fuori dalla finestra tutti e due», seguì Rosalie tirando un pugno a Emmett.

Mi girai verso Emmett e Jasper titubante e «Che vi siete già fidanzati?!»

«A dire il vero sì. Perdonaci Bella se non te l'avevamo detto prima. Ma le nostre “storie” vanno avanti da mesi. E stasera volevamo dirlo alla famiglia Cullen al completo. Scusa ancora per prima se ho fatto finta di niente, delle occhiate tra Emmett e Rosalie. E hai rovinato la sorpresa a Eddino. ». Il solito Jasper.

Mi girai verso Edward e lo vidi sbiancare e subito riprendere colore.

«C-c-che? Non ci credo! Le due streghe hanno i fidanzati. Alleluia. Finalmente vi occuperete solo della vostra vita e non più della mia».

«Ok per me non ci sono problemi. Anzi sono davvero felice per voi.» E con uno scatto i miei fratelloni mi abbracciarono stretto stretto, quasi da mancarmi il fiato.

«Bè Bellina potresti fare un pensierino su Eddy, no?», mi guardò malizioso Emmett.

«Sai, anche no. Non vorrei che Tanya mi mollasse. All'altare.», ribatté Edward lasciandomi a bocca aperta.

Che sono così brutta? Vorrei proprio vedere questa stupida.”

Dopo l'arrivo dei Cullen senior e presentazione, seguì la cena tranquillamente, e ad un certo punto saltò fuori il discorso “lavoro”.

«Allora ragazzi. Che cosa vorreste fare a New York?», chiese Carlisle.

«Carlisle perché non prendiamo Emmett e Jasper nello studio di famiglia?» Esme era così dolce. Era una mamma perfetta, pensai.

«Sìì», risposero in coro i due facendo ridere tutti.

«Bella tu che vorresti fare?» Esme rivolgendosi a me.

[Partì la sinfonia n5 di Beethoven.]

«Per me è lo stesso. Sono laureata in pubbliche relazioni e parlo spagnolo e italiano. Quindi posso fare di tutto».

«Domani contatterò un amico dell'agenzia Black. Magari troviamo qualcosa».

«Va bene. Grazie mille.», risposi al settimo cielo.

«Mamma? Sul serio vuoi mandarla a lavora dai Black?» Edward sembrava contrariato.

«Perché scusa? Cos'hanno di male?»

«A quanto ne so Jacob ci prova con la fidanzata quasi moglie di Edward. Ecco perché gli dà fastidio», si intromise Alice.

«E allora? Bella non è Tanya. Quindi non ci sono problemi»., chiuse la discussione Esme mentre Edward si alzò e lasciò la stanza con la coda tra le gambe.

Perché si interessa a me? Fra poco si sposerà! Secondo me c'è qualcosa sotto...”


Dopo alcuni minuti fece capolino dalla porta dicendo:«Ci vediamo domani. Non aspettatemi. Starò da Tanya tutta la sera.» Dopo questo, ucsì, sbattendo la porta.

«Solito lunatico. Non tocchiamo Tanya, se no ci ammazza tutti», sdrammatizzò Alice sull'accaduto.


Intorno alle undici decisi di dirigermi in camera, anche se l'indomani avrei avuto l'intera giornata libera.
Detti la buona notte a tutti e salii.

Pov Edward

Cazzo! Cazzo! Maledetto me stesso.
Che mi eccito solo a vedere una ragazza. Sono un disperato.
E poi mi eccito per chi? Per la sorella dei miei migliori amici che vedo per la prima volta dopo dieci anni su per giù.
Menomale che non si era accorta della mia eccitazione, se no avrei fatto la figura dell'idiota. Credo che Alice se ne fosse accorta perché mi dava di quelle occhiatacce. Già la battuta di Emmett mi aveva fatto fare pensieri poco casti su Bella. Poi ci si metteva anche Tanya a chiamare. Il cellulare era in vibrazione e quindi mi dava abbastanza fastidio. Perciò con la scusa che l'argomento era caduto su Jacob Black (mio nemico in tutto), mi alzai e chiamai Tanya chiedendole che volesse. Mi disse che voleva vedermi e mi supplicò. Decisi di andar da lei. Almeno mi sarei dimenticato di Bella per quella sera, e mi sbagliai di grosso.
Perché adesso mi trovo nel letto di Tanya dopo aver fatto sesso con lei, però immaginando che fosse Bella. Sono un disgraziato. Perché mi devono capitare tutte a me, ad una settimana dal matrimonio poi.
Bah! Meglio che me ne torni a casa. Tanto Tanya non può fare nulla.”
☆ ☆ ☆


Pov Bella
Continuavo a rigirarmi nel letto. Avevo ancora l'immagine di Edward in testa, non mi sentivo normale. Poi ci si mettevano Jasper ed Emmett che mi facevano preoccupare. Non erano ancora tornati. “Bè, dovrei biasimarli? Passare una serata con la sorella, piuttosto che con le rispettive fidanzate? Sono pazza.”

Erano le due e mezza passate e sentii che Morfeo mi stava portando nel mondo dei sogni...Mi lasciai andare e fu da quella notte che cominciai a sognare Edward Cullen. Quasi fosse il mio punto fisso nell'universo.


Vestiti della partenza

Vestiti della cena

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: CocoMonAmour