Serie TV > House of the dragon
Segui la storia  |       
Autore: corallinaa    01/11/2022    1 recensioni
Dal capitolo 2: «Se potessi scapperei insieme a te e al tuo drago, ma è davvero quello che vuoi?»
«Voglio governare i Sette Regni»
Finalmente la voce della principessa Rhaenyra divenne più ferma, come se avesse appena avuto una realizzazione.
«Sai, ser Harwin… se potessi tornare indietro, forse avrei fatto meglio a sposare te. Sarebbe stato tutto molto più semplice»
Inizialmente Lord Strong si limitò a sorriderle, quella frase lo aveva emozionato come niente altro prima d’ora.
«Pensavo stessi per dire che avresti voluto sposare il principe Daemon»
(Missing moments salto temporale tra le puntate 1x05 e 1x06)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harwin Strong, Rhaenyra Targaryen
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 1: BENEDETTI DALLA PRINCIPESSA


 


 
Da giorni tra le strade di Approdo del Re non si sentiva altro che una parola. Un sussurro nei vicoli, un nome tra le risate delle taverne, un richiamo lontano che si confondeva tra le voci dei marinai a lavoro: principessa.
E non c’era orecchio più attento di quello di ser Harwin Strong. Non solo perché era una cappa dorata, non solo perché era il primogenito della Mano del Re. Da tempo aveva messo gli occhi sull’erede al trono, la delizia del reame, la primogenita di Viserys Targaryen, così come, purtroppo ed inevitabilmente, tanti lord di rango superiore o inferiore del suo.

«Finirai per scottarti, fratello» gli aveva sussurrato Larys una volta, quando il suo sguardo aveva indugiato troppo sulla principessa. «O peggio»

Lui gli aveva semplicemente sorriso, rassicurandolo.
È vero, c’erano state occasioni in cui aveva guardato Rhaenyra Targaryen con insistenza, ma lo aveva sempre fatto con riverenza e, sperava, con rispetto. Inoltre, in seguito al trasferimento di tutta la famiglia Strong all’interno della Fortezza Rossa, quelle occasioni erano divenute sempre più frequenti. Ma ultimamente le abitudini della principessa erano improvvisamente cambiate e il suo cuore era diventato presto sofferente, soprattutto alla sera, quando, sconsolato, tornava nelle sue stanze senza che i suoi occhi avessero anche solo intravisto la bella chioma argentata di Rhaenyra.
Neanche una settimana prima la corte aveva festeggiato il matrimonio della ragazza con suo cugino ser Leanor Velaryon; quindi, probabilmente non era poi così strano pensare che si stesse dedicando pienamente ai suoi doveri di moglie, così come non era strano che in città si parlasse ancora di lei. La cerimonia, brutalmente interrotta, come lui sapeva fin troppo bene, aveva avuto dei risvolti inaspettatamente positivi per il popolo di Approdo del Re poiché il cibo in eccesso era stato portato tra le strade e distribuito a chiunque.
Ma non era solo il nome della principessa che Harwin continuava a sentire insistentemente. Più si allontanava dalle zone sicure e più si avvicinava al Fondo Delle Pulci ed oltre, al costo di non poco denaro, tra l’altro, più tutto diventava misterioso, e le voci risuonavano quasi come un richiamo magico.

«C’è la principessa. Venite! Siate benedetti dalla principessa!»

Quelle parole provenivano dal piano terra di una grande palazzina malridotta, tuttavia molto popolata. Harwin aveva dovuto aspettare le ombre della sera per poter arrivare fin lì, vestito con gli abiti meno puliti che aveva con sé, senza stemmi, senza catene o segni di riconoscimento. Con i capelli arruffati a coprire parte del volto e un cappello trovato in uno dei vicoli, si introdusse nella casa del piacere, seguendo la corrente di uomini che come lui erano stati attirati da quella curiosa preghiera.
L’interno era, come si era aspettato, caotico e asfissiante. Non c’era spazio che non fosse occupato, non c’era figura che non fosse in movimento. Ognuno sgomitava, scalciava, spingeva a tal punto da fargli quasi perdere l’orientamento. Una donna dalla chioma nera però lo afferrò e lo portò accanto ad un tavolo pieno di bottiglie e monete di ogni genere. Non gli fu chiesto il nome, ma il motivo della sua visita e se fosse lì per una donna, o un uomo, o entrambi o forse un nano. Harwin tirò fuori una delle sacche di denaro che aveva con sé e si pronunciò una sola volta con precisione.

«Non sono qui per loro»

La donna con i capelli corvino sorrise beffardamente.

«Un altro che vuole essere benedetto dalla principessa!» esclamò aprendo il sacchetto e contando le monete.

«Beh, se è quello che vuoi, queste non basteranno»

Il cavaliere fu costretto a cedere una seconda sacca ma questo gli valse l’accesso ad uno degli altri saloni, il più interno e il più grande. Lì il numero di persone era decisamente minore, ma non abbastanza da evitare che al centro si formasse una calca scomposta e rumorosa. Harwin era più alto di chiunque altro, così la vide. Una figura che danzava lentamente, in cima ad un tavolo, con la chioma argentata che ondulava insieme ai movimenti del suo corpo nudo.
Lord Strong respirò profondamente. Quella visione aveva provocato in lui eccitazione e turbamento allo stesso tempo. La donna era di spalle e lui cercò di avvicinarsi per poter osservare anche il suo viso. Era l’unica conferma di cui aveva bisogno, era stato il suo unico pensiero da quella mattina: sapere se quella fosse davvero la sua principessa.
Ma quante reali possibilità c’erano affinché ciò fosse vero? Solo perché non vedeva Rhaenyra Targaryen da giorni? Solo perché il popolo non faceva altro che parlare di lei? Solo perché non era la prima volta che l’aveva trovata a spasso tra le strade meno raccomandabili di Approdo Del Re?
Si era sentito in colpa per averlo anche solo pensato eppure avere una risposta avrebbe messo fine ai suoi turbamenti.
Cercò di avvicinarsi al tavolo, ma due donne si misero improvvisamente sottobraccio, una da un lato e una dall’altro e gli chiesero se in attesa del suo turno avesse desiderato la loro compagnia. In quei pochi secondi di distrazione, la principessa era scesa dal tavolo ed era sparita dietro una tenda con un uomo.
Quella, ricordò Harwin, fu una delle occasioni in cui poté fare affidamento sul proprio autocontrollo. Si spostò in un angolo, con entrambe le donne ancora aggrappate a lui e aspettò. Non contò i minuti, restò fermo in balia di carezze e baci, ma ormai il corpo gli si era irrigidito completamente. Con sua grande sorpresa, le due donne non gli erano sembrate infastidite, bensì, avevano iniziato una gara silenziosa per contendersi le sue attenzioni. Lui cercò soltanto di non pensare a Rhaenyra.
Con lo sguardo fisso verso la tenda in lontananza, fu effettivamente il primo a notarne gli spostamenti e con rapidità lasciò la presa delle due e si fece spazio verso l’altro lato della sala. Solo che anche stavolta fu fermato, e non da gracili braccia, bensì da qualcuno che non aveva notato prima, alto a sua volta e con una presa particolarmente decisa. Accanto a lui c’era anche la donna che aveva incontrato all’ingresso. Fu lei a parlare, infatti.

«Che fretta hai, ragazzo? La principessa benedirà anche te!»

L’uomo corpulento lo strattonò, cercando di trattenerlo e tirarlo indietro, senza sapere chi effettivamente avesse davanti a sé. Nessuno lo sapeva.
Ser Harwin Strong, primogenito di Lord Lyonel Strong ed erede di Harrenhal, era stato definito dai più ser Harwin “Spaccaossa” per la sua forza possente e la sua resistenza in combattimento. Era stato suo fratello Larys, ancora una volta sempre informato su tutto ciò di cui parlava la corte, a farglielo notare e lui aveva riso pieno di orgoglio. Poter contare sulla propria forza fisica era necessario per un cavaliere e lui aveva lavorato sodo per raggiungere quell’obbiettivo, fin da quando era un bambino. Suo fratello, zoppo dalla nascita, sfortunatamente non avrebbe potuto fare lo stesso e quella sera, vista la situazione nella quale si era ritrovato, Harwin ringraziò gli Dei per non aver dato quel fato a lui.
Con un solo movimento del braccio, spinse facilmente l’uomo verso la folla e si pronunciò una seconda ed ultima volta.

«Non sono qui per questo»

Non aspettò la risposta della donna dai capelli corvini e muovendo l’altro braccio, ma più delicatamente, afferrò la principessa e la portò fino alla parete più vicina, illuminata intensamente dal fuoco di una torcia.
La ragazza era decisamente giovane, ma non così tanto come avrebbe voluto apparire, probabilmente. La sua chioma era effettivamente di un biondo platino, in contrasto con le sopracciglia di un delicato ma evidente color rame. Harwin le prese il mento con due dita e notò terrore nei suoi occhi ambrati. Quella non era Rhaenyra e non aveva nulla di lei, neanche un briciolo della fisicità e dell’essenza della vera principessa Targaryen.
Il cavaliere le sorrise, soddisfatto da quella scoperta, ma allo stesso tempo e non seppe neanche il perché, mosso da un senso di tenerezza. Lasciò la presa e le porse l’ultimo sacchetto di denaro in suo possesso. Poi si girò e abbandonò di fretta la sala e l’edificio, senza più voltarsi indietro.
 
*
 
La sua corsa si arrestò nei pressi della fossa del drago, dove alzando gli occhi al cielo notò la luna oscurarsi per ben due volte e uno spostamento d’aria improvviso lo costrinse a coprirsi il volto con il mantello. Ser Harwin si ricompose appena in tempo per notare due draghi che stavano entrando nella fossa in compagnia dei dragonkeeper. In quanto ai due cavalieri, stavano già camminando verso la sua direzione.
Fu un incontro inaspettato, anzi di più, fortuito. Harwin si sorprese di essere subito riconosciuto.

«Ser Harwin»

Rhaenyra Targaryen si fermò e gli sorrise. Il centro dei suoi pensieri, il centro del suo cuore, era finalmente lì davanti a lui.

«Principessa» il cavaliere inclinò la sua testa in segno di rispetto e poi salutò anche la seconda persona presente «Ser Leanor»

Si scambiarono altri convenevoli e notando fossero completamente soli, Harwin domandò se desiderassero essere scortati alla Fortezza Rossa. Non era in armatura e con sé aveva solo un coltello, ma la coppia accettò volentieri. Così, per tutto il tragitto fino al castello, camminò ascoltando le loro conversazioni allegre e notando una ritrovata serenità sui loro volti.
L’ultima volta che li aveva visti era stato quando si erano uniti in matrimonio, non molti giorni prima, lei con lo sguardo triste e confuso, lui con lacrime incessanti a rigargli il viso così giovane ma così pieno di dolore. Ma adesso era diverso e Harwin si sentì paradossalmente sereno al riguardo. Come molti, avrebbe desiderato ardentemente essere al posto di ser Leanor, ma gli bastò vedere Rhaenyra così sorridente e così distesa per trovare una sufficiente pace interiore.
Entrati nella Fortezza Rossa, i due novelli sposi proseguirono il tragitto a braccetto e ser Harwin si fece al loro fianco in attesa di essere congedato. Ciò avvenne davanti alla scalinata che li avrebbe portati al piano superiore e alle loro stanze.

«Grazie, ser» Rhaenyra gli sorrise di nuovo «Soprattutto per ciò che hai fatto per me durante il matrimonio, non penso di aver avuto occasione di dirtelo prima»

Lord Strong si finse confuso.

«Mi hai salvato»

Ser Leanor si affrettò a ringraziarlo a sua volta.

«È mio dovere, principessa» Harwin si mostrò umile «Lo rifarei ancora»

«Ne sono sicura»

Rhaenyra si era avvicinata a lui così tanto che il cavaliere riuscì a notare uno strano luccichio nei suoi occhi viola. Lo stava guardando con una tale intensità da fargli quasi credere che in realtà stesse sognando, che forse gli aromi e i fumi di quella casa del piacere lo avessero inebriato in modo da fargli avere le visioni. Decise di sostenere lo sguardo. A parte ser Leanor, attorno a loro non c’era nessun altro. La giovane principessa fece una smorfia, ridacchiò e fu lei a cedere per prima, guardando altrove. Ser Harwin allora, per evitare ulteriori imbarazzi, le baciò delicatamente una mano e augurò loro la buona notte. Ser Leanor prese la moglie sottobraccio e la condusse al piano superiore, mentre lord Strong prese la strada opposta, camminando sempre più velocemente. Quando entrò nelle sue stanze, si fece riempire la vasca da bagno di acqua fredda e vi si immerse senza esitazione fino alla testa.

«Finirai per scottarti, fratello»

Le parole di Larys gli risuonarono in testa prepotentemente e presero una forma tutta nuova.
I Targaryen non erano come tutti gli altri, certo. Erano tra i pochi a riuscire a governare i draghi. Ma se fossero stati, in realtà, un’evoluzione umana di quelle creature? Aveva sempre e solo guardato Rhaenyra da lontano e danzando durante il suo matrimonio l’aveva solo sfiorata, ma quando qualche minuto prima le sue labbra avevano toccato la sua mano, il suo corpo aveva ricevuto una scarica di fuoco intensa. Si era scottato davvero.
Versò altra acqua fredda nella vasca e si immerse di nuovo, due, tre, innumerevoli volte, mordendosi la lingua e stringendo i pugni fino a sanguinare.
 
*
 
Dopo quella giornata particolarmente turbolenta, Harwin iniziò ad ignorare sempre più il richiamo dei bassifondi di Approdo del Re e si dedicò piuttosto ad ispezionare i cieli, qualora il sole si fosse oscurato o il bagliore della luna fosse meno intenso. In quei casi si faceva sempre trovare all’ingresso della fossa del drago, pronto a scortare la principessa e il suo consorte dentro e fuori il castello. Perso il suo cavaliere di fiducia, Ser Criston Cole, il quale in seguito all’incidente avvenuto qualche mese prima era stato graziato dalla regina Alicent e da allora aveva servito lei e lei soltanto, Rhaenyra aveva accolto ben volentieri la protezione e la compagnia di Ser Harwin. E lo stesso valeva per ser Leanor. Spesso si scambiavano racconti e informazioni, sui loro viaggi in sella ai draghi o, nel caso di lord Strong, su ciò che di nuovo era accaduto o non accaduto in città.
Poi un giorno, i draghi volarono e contemporaneamente delle navi salparono alla volta di Driftmark. I Velaryon fecero infine ritorno a casa. Harwin accompagnò ancora una volta marito e moglie alla fossa del drago, con il terrore che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto Rhaenyra in chissà quanti anni. Invece, a lasciare Approdo del Re fu solo ser Leanor.
Il cavaliere guardò i due scambiarsi un bacio a fior di labbra, un gesto breve ma dolce che quasi passò inosservato, poi il drago di nome Seasmoke si alzò in volo, lasciando la principessa con lo sguardo rivolto verso l’alto, a contemplare il cielo.
 
«Pensavo che sareste partita anche voi, principessa»

Harwin si fece al fianco della ragazza, togliendo l’elmo per poter asciugare la sua fronte sudata.
Rhaenyra si girò rivolgendogli lo stesso sguardo che aveva avuto durante il suo matrimonio e poi durante le giornate che stavano trascorrendo insieme, carico di furbizia e finto imbarazzo.

«E questo come ti ha fatto sentire, lord Strong?»

Harwin rimase sicuramente spiazzato da quella risposta, ma le provocazioni non lo avevano mai spaventato, rappresentavano solo un’altra sfida da affrontare.

«Ad essere onesti, mi sarei sentito sollevato. Accompagnarvi qui ogni giorno non è un problema. Incrociare lo sguardo con i vostri draghi, invece…»

Lasciò la frase volutamente in sospeso e in essa era nascosto un briciolo di verità. I draghi erano creature estremamente affascinanti ma spaventose ed imprevedibili allo stesso tempo.

«Non devi preoccuparti, ser. Prima o poi Syrax inizierà a tollerarti, vedrai!»

L’uomo sorrise, schiarendosi la voce.

«Comunque, sono grato di essere al vostro servizio, principessa, quindi qualunque cosa le aggrada, lo eseguirò e lo accetterò»

Lei rise «Oh, questa è un’ottima notizia»

Si scambiarono uno sguardo fugace, muovendo i primi passi verso la Fortezza Rossa.

«Non ti ho mai ringraziato»

Rhaenyra parlò di nuovo, incuriosendo Harwin.

«Per cosa, stavolta?»

«Per aver ballato con me, al mio matrimonio… e per così tanto tempo!»

Il cavaliere alzò un sopracciglio, non seppe come sentirsi al riguardo, ma ciò che la ragazza disse dopo lo divertì molto.

«Insomma, non sapevo cosa pensare di te, eccetto che sei un cavaliere molto capace ma… la prima volta che ti ho visto stavi… togliendo la pelle ad un coniglio credo»

Harwin si sorprese molto nel sentirla ricordare quel momento, aveva sempre pensato che la principessa fosse troppo occupata per prestare attenzione proprio a lui.

«È bello trovare uomini capaci di tale durezza e contemporaneamente di inaspettata eleganza. Che siano valorosi guerrieri quanto ottimi ballerini».

«Penso che si possa affermare che il combattimento e la danza abbiano molto in comune, principessa. Inoltre, questa descrizione sembra rispecchiare molto bene vostro marito»

«Sì, infatti»

Il cavaliere si domandò quale fosse lo scopo di quella conversazione. Davvero Rhaenyra lo stava paragonando a ser Leanor? E perché? La principessa non lo stava guardando ma aveva la risposta pronta.

«Tuttavia ho preferito le nostre danze, ser Harwin»

Lord Strong si sentì lusingato e fu tentato di rispondere nuovamente che essere al suo servizio fosse un grande privilegio, ma optò per una risposta che aveva già usato ma che da sola poteva rivelarsi una grande provocazione a sua volta.

«Lo rifarei ancora»

Rhaenyra non si scompose.

«Anche questa è un’ottima notizia»

Ormai erano quasi arrivati alle porte del castello.

«Sai che la regina Alicent è in attesa di un altro figlio?»

«Ho sentito»

«In aggiunta, tra qualche giorno ci sarà il compleanno della mia sorellastra Haelena, così mio padre ha deciso di festeggiare ed io l’ho convinto ad aggiungere musica e balli. Senza mio marito avrò bisogno di un degno sostituto»

Il perché di quella conversazione iniziò a diventare più chiaro, ma l’ennesimo paragone con ser Leanor aveva stranamente messo il cavaliere in agitazione.

«Ovviamente lord Lyonel è stato prontamente invitato»

Harwin si ricompose.

«Beh, allora suggerisco di chiedere a lui di accompagnarvi durante le danze»

La confusione nello sguardo di Rhaenyra fu la prova che un’altra delle sue provocazioni aveva appena fatto centro. Stava vincendo quella sfida silenziosa degnamente.

«Perché mai?»

«Chi pensate mi abbia insegnato a ballare così bene?»

La principessa rise di gusto e lui cercò in tutti i modi di trattenersi dal farlo a sua volta. Erano ormai all’interno dell’affollato cortile della Fortezza Rossa.

«Davvero?» gli chiese, asciugandosi gli occhi lucidi.

Lui scosse la testa.

«No. Ma… ho un vago ricordo d’infanzia… lui che danza con mia madre. Non so neanche se è vero»

Harwin aveva lasciato che sua mente divagasse, confidando a Rhaenyra qualcosa di molto personale ed intimo che smorzò i toni che la conversazione aveva avuto fino a qualche istante prima.
Lei però lo ascoltò con molta attenzione e sembrò apprezzare quel momento di condivisione.
Da erede al trono era diventata una conoscente, da conoscente era diventata un’amica e per il cavaliere tutto ciò era senza dubbio di un valore inestimabile.

«Anche tuo fratello Larys è stato invitato. Mi aspetto di vedere la famiglia Strong al completo»

Con quell’ultima frase, Rhaenyra si congedò senza neanche aspettare una risposta da parte di Harwin. Ma ciò non sarebbe stato necessario. Non avrebbe mai potuto rifiutare l’invito della principessa. Non lui.
 
*
 
La festa in onore della piccola Haelena Targaryen si tenne in una delle stanze private del Re ed escludendo la guardia reale e gli altri membri del concilio ristretto, la casata Strong era l’unica presente a non avere un legame di sangue con gli altri invitati. Per una volta, Harwin non dovette trovare una scusa per poter vedere Rhaenyra e anzi, sedette a soli due posti di distanza da lei. E in quanto alle danze, la principessa aveva detto il vero perché prima della cena si era alzata e i musicisti avevano iniziato immediatamente a suonare.
Fu una serata inaspettatamente rilassante ma anche molto divertente. Rhaenyra aveva seguito il suggerimento che Harwin le aveva scherzosamente dato qualche giorno prima ed aveva chiesto a lord Strong suo padre, Lyonel, di ballare, suscitando qualche risata imbarazzata ed una sincera confusione nel Re.
Lyonel Strong accettò di ballare con la principessa per pura cortesia, ma mosse solo qualche passo prima di fare un cenno al suo primogenito, lo stesso cenno che mesi prima gli aveva permesso di salvare Rhaenyra dalla calca della sala del trono. Harwin sostituì subito suo padre e si mosse in maniera decisa senza però mai guardare la ragazza e sfiorandola a malapena. Intorno tutti erano impegnati a conversare o a gustare la cena e quando il cavaliere si sentì abbastanza sicuro, le accarezzò una guancia e le sorrise.

«Sei venuto in mio soccorso, ancora una volta» il sussurro della principessa sarebbe stato inudibile per chiunque altro ma con l’incalzare della musica la vicinanza tra i loro corpi si era inevitabilmente accorciata e lui l’aveva sentita benissimo.

«Immagino sia questo il mio destino, ormai»

Harwin Strong non poteva certamente immaginare quale peso e quale importanza le parole da lui stesso pronunciate avrebbero avuto in futuro. Si era innamorato di una principessa e non di una principessa qualsiasi, ma della futura regina dei Sette Regni ed erede del Trono di Spade dei Targaryen e sapeva che quel sentimento andava represso o per lo meno controllato in qualche modo e lui ce la stava mettendo tutta. Ma gli Dei lo avevano voluto al fianco di Rhaenyra molto più di quanto avesse mai potuto sperare e danzare durante la cena non fu l’unico momento passato insieme a lei quella sera.
Ritornato nelle sue stanze, lord Strong iniziò ad indossare l’armatura in vista di una noiosissima ronda notturna per le strade della città e nel silenzio più totale percepì come una strana sensazione, come se non fosse solo. Era a conoscenza della presenza massiccia di topi all’interno del castello, lo aveva visto con i propri occhi, ma non ce n’era traccia in quel momento. Quando si girò per raccogliere l’ultimo pezzo della sua tenuta, vide la propria cappa dorata svolazzare e scomparire dietro un arazzo. Aveva bevuto pochissimo vino quella sera, eppure si chiese se fosse in atto qualche effetto collaterale. Il suo primo istinto, comunque, fu quello di estrarre la propria spada.

«Riponi pure la tua lama, ser Harwin»

Il cavaliere riconobbe subito quella voce, seppur fosse solo un sussurro e iniziò a prendere seriamente in considerazione l’idea che stesse impazzendo. Quando spostò l’arazzo ebbe la conferma che stava aspettando: si stava decisamente indirizzando verso la follia perché solo ciò avrebbe potuto giustificare la presenza della principessa Rhaenyra Targaryen lì, completamente avvolta nel suo mantello.

«Anche la tua armatura» gli sussurrò di nuovo e solo a quel punto Harwin notò che lei si trovava all’interno di un incavo scavato nella pietra e a giudicare dalla corrente d’aria che stava circolando, non si trattava di un nascondiglio bensì di un passaggio o una galleria.
Lui aprì la bocca per parlare, per chiederle cosa ci facesse lì, ma non riuscì a produrre alcun suono, inoltre lei si era portata un dito davanti alla bocca per suggerirgli di rimanere silenzio.
In quella circostanza dall’aria così onirica, Harwin ripose subito la spada e si tolse l’armatura appena messa, lasciando tutto sul pavimento, poi la seguì, superando l’arazzo e attraversando a sua volta l’incavo nel muro.
Il suo intuito si rivelò formidabile perché avanti a sé vide una breve scalinata che scendeva fino ad un passaggio buio. Rhaenyra aveva poggiato una lanterna su uno degli scalini e dopo averla raccolta, allungò un braccio porgendogli la mano. Harwin deglutì e poi, con il cuore a mille, la prese.
Scesero solo di qualche metro, attraversarono una porta e si ritrovarono davanti un ampio scalone che a sua volta scendeva. Il cavaliere si guardò intorno per cercare di orientarsi ma in quella semioscurità era impossibile capire in quale parte specifica della fortezza si trovassero. Terminata la seconda discesa, si fermò e strinse la mano di Rhaenyra più forte per trattenerla. Lo fece anche per avere contatto con la realtà perché una parte di lui ancora non riusciva a credere a ciò che stava accadendo. Questa volta si trattava di una sfida inaspettata ed era completamente succube della propria emotività, senza armi a sufficienza per potersi difendere. Paradossalmente sarebbe stato più facile sferzare un colpo di lancia durante una giostra. La principessa rese quel momento ancora più concreto quando si girò, si mise in punta di piedi e con una piccola spinta avvicinò il suo viso a quello di Harwin e fece entrare in contatto le loro labbra.
Avrebbe dovuto interrompere quel silenzio, avrebbe dovuto domandarle cosa stesse facendo ma invece furono ancora una volta i loro corpi a comunicare e sempre per mano, superarono in silenzio un altro corridoio buio e poi una serie di scale ripide, questa volta in salita, accanto ad una parete composta da piccole finestre circolari che davano sul mare. Dopo molti minuti, arrivati in cima all’ultima scalinata, varcarono l’ennesima porta e dall’altra parte, c’era la stanza da letto di Rhaenyra.
Harwin lasciò che la mano della ragazza scivolasse via e poi si fermarono di nuovo l’uno di fronte all’altra.

«Cosa vuoi che faccia?» si ritrovò a pensare, ma in realtà il momento dei dubbi era finito nel momento stesso in cui la principessa lo aveva baciato, i desideri dell’uno specchiati in quelli dell’altra.
Rhaenyra lasciò cadere la cappa dorata ed Harwin notò subito ogni centimetro del suo corpo nudo coperto solo da una tunica argentata e trasparente.
  
«Ti sono piaciute le nostre danze di stasera, ser Harwin?»

Il cavaliere si schiarì la voce con il timore che non sarebbe riuscito a parlare, ma prendendo un bel respiro rispose con decisione.

«Assolutamente, principessa»

Lei gli sorrise e i loro corpi entrarono ancora in contatto, inondandolo immediatamente di calore.

«E dimmi, balleresti con me anche ora?»

«Lo rifarei, principessa» le aveva ripetuto quella frase innumerevoli volte ormai, non si sarebbe mai stancato di farlo.
«Se è ciò che vuoi» concluse e per la prima volta permise a sé stesso di darle del tu.

«È ciò che voglio» sentenziò Rhaenyra e a quel punto si allungò per baciarlo di nuovo ed Harwin le prese il volto per stringerla ancora di più a sé.

«Il tuo matrimonio…» quello fu l’ultimo momento di lucidità nel quale si chiese più che altro se quella fosse davvero la strada che avrebbe voluto percorrere. Una notte con Rhaenyra Targaryen al costo di rischiare la propria vita se qualcuno lo avesse saputo?

«Il matrimonio è un dovere, ma non vuol dire che non possiamo fare ciò che vogliamo o scopare chi vogliamo» la principessa glielo sussurrò tra un bacio ed un altro «È molto probabile che Ser Leanor stia facendo esattamente la stessa cosa in questo momento»

Harwin non ebbe più bisogno di alcuna spiegazione o giustificazione e ricordò alcune voci interessanti sul conto del primogenito di lord Corlys Velaryon che forse non avevano alcun fondamento ma che in quel momento gli bastarono per comprendere in pieno l’attaccamento che il ragazzo aveva avuto per ser Joffrey Lonmouth e per giustificare la sua assenza.
Sì, quella notte ser Harwin Strong avrebbe danzato con il drago.
Rhaenyra si sfilò la tunica e lasciò che lui facesse lo stesso con la sua, poi il cavaliere la prese in braccio, così come aveva fatto la sera del suo matrimonio, ma questo volta il suo tocco fu più delicato e invece di trarla in salvo, la portò fino al suo letto. E mentre ancora si baciavano la sua mente ritornò alla notte in cui aveva sentito quelle voci nei vicoli di Approdo del Re e provò gioia, una gioia indescrivibile. Tanti uomini si erano accalcati in quella casa del piacere, ai piedi di una giovane donna, ma la verità è che avrebbero passato una notte come qualunque altra, avrebbero scopato con una prostituta qualsiasi che aveva probabilmente una tinta ai capelli e una vaga somiglianza con i Targaryen.
Ma nessuno di loro sarebbe stato benedetto. Lui invece sì. Lui sarebbe stato davvero benedetto dalla principessa.



Note dell'autrice: quando ho scritto la mia prima one shot su questa serie lo avevo fatto quasi per gioco, per condividere un mio pensiero in maniera più articolata eppure quando ho terminato la scrittura ho provato un senso di incompletezza, come se non avessi ancora terminato con questi personaggi, in particolare con il mio amato Harwin. Così, come penso molti di voi, ho iniziato a pensare a tutto ciò che il salto temporale tra gli episodi 1x05 e 1x06 ha lasciato in sospeso, soprattutto se parliamo del rapporto tra Harwin, Rhaenyra e i loro bambini. Dunque, eccoci qui, con il primo capitolo di probabilmente tre che racconteranno alcune fasi specifiche di quei dieci anni. Salvo cambiamenti, questo è l'appuntamento che vi lascio, ringraziandovi in anticipo per la lettura ed eventuali recensioni. 
Come dicevo all'inizio, scrivo principalmente per dare sfogo a pensieri che altrimenti resterebbero fissi in testa e a cui voglio donare una vita indipendente.
Sperando di risentirci presto, vi saluto.
Carol. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > House of the dragon / Vai alla pagina dell'autore: corallinaa