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Autore: Isobel Connis    02/11/2022    0 recensioni
Nella clinica Hendersen un giovane fisioterapista si ritrova ad affrontare un lungo percorso riabilitativo con un nuovo paziente,; un tenente dell'esercito ricoverato inseguito alle ferite riportate durante l'ultima ronda. Il soldato rifiuta l'aiuto di tutti, ma il giovane medico é più che deciso a rimetterlo in piedi.
Sequel della Long Find Myself, una raccolta di shot sugli eventi antecedenti e postumi la storia principale.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: You
Autore: Isobel Connis.
Challenge bimestrale Giugno/Luglio: #200sumemrprompt del gruppo Facebook Non solo Sherlock - Multifandom
Fandom: Original.
Tipologia: Slice of Life,
Rating: giallo
Personaggi: Drew Maxwell, Yuichi Clark, Thomas Maxwell, Helen Goodwill-Maxwell
Prompt: “Hai sussultato” “Non so cos’ho”, Personaggio X deve stare fermo
Genere: Generale,
Avvertimenti: coppia Slash, rosso per il linguaggio
Note: Questa shot è situata nella linea temporale di #findmyself ->https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4025794&i=1
 
 
***
 
Yuichi non avrebbe mai immaginato che i pranzi domenicali in famiglia potessero essere… piacevoli.
La sua era una famiglia tradizionale, si vedevano ogni giorno durante i pasti, vivevano sotto lo stesso tetto e di tanto in tanto si andava fuori a cena.
La famiglia di Drew, come l’aveva definita Thomas, era una famiglia allargata, composta da due fratelli adottati da due diverse famiglie che, a loro volta, avevano imparato ad essere tali.
Non era stato semplice, era vero, avevano le loro abitudini ed i loro modi di crescere i propri figli, ma per amore dei due fratelli avevano fatto sì che le cose funzionassero, che Solo e Drew non avvertissero troppo il cambiamento -già destabilizzante a causa dell’incidente del minore dei gemelli- e che, di conseguenza, potessero vivere la loro vita come era giusto che fosse.
Con il tempo aveva imparato ad accettare gli inviti di quello che attualmente era il suo ragazzo e, da ormai tre mesi, a partecipare attivamente a quei pranzi.
I McNeill erano una famiglia molto simile alla sua e lo avevano accolto senza batter ciglio, non perdendo occasione di notare come i suoi lineamenti esotici si sposassero perfettamente con quelli dolci ma mascolini di Drew.
A sposare avevano entrambi sussultato scaturendo le risate generali che, tuttavia, avevano immediatamente lasciato spazio alla confidenza annullando l’imbarazzo.
Solo era affiatato con suo fratello e dopo la sua dimissione in ospedale, aveva anche imparato a trascorrere del tempo con lui e conoscerlo meglio, soprattutto quando, entrambi, aspettavano il rientro di Drew dalla clinica a casa sua, bevendo un paio di birre e coccolando la “Signora” pigramente stesa sul divano tra di loro, a sottolineare che sì, erano i benvenuti ma che prima di loro Drew avrebbe dovuto salutare lei e non loro.
Helen era una forza della natura, una donna solare e attiva, in grado di contagiare chiunque con il suo buon’umore.
Thomas esternamente era una persona composta e pacata, ma imparando a conoscerlo aveva scoperto che il Reverendo ed il Padre fossero due persone distinte, che il Padre era un uomo affiatato e complice che interagiva con suo figlio e sua moglie come chiunque altro e che non perdesse occasione per stuzzicarlo, a volte sorvolando apertamente sul collarino ecclesiastico facendo imbarazzare suo figlio.
Drew… beh, più aveva modo di conoscerlo e più lo amava, anche se lo erano ancora detti. In privato, Helen gli aveva confessato di non aver mai visto suo figlio così felice, che il sorriso che ora illuminava giornalmente il suo viso era ciò che di più bello avesse mai visto.
E Yuichi le credeva, perché anche a lui, Drew, sembrava essere ancora più bello, non solo per il fatto che nell’ultimo periodo lo aveva visto indossare spesso colori più chiari e portare i capelli sciolti, ma proprio per come, ogni sorriso sembrasse far impallidire il sole e illuminarlo.
Dannazione, non era mai stato così romantico!
Sbuffando una risata attirò l’attenzione di Drew al suo fianco, impegnato in una conversazione animata con suo fratello sull’importanza di un qualcosa rispetto ad altro.
«Oh, andiamo! Non sarai d’accordo con lui!» lo riprese Drew senza riuscire a mascherare un sorriso gioviale, facendo scivolare una mano nella sua «Potrei ritenermi tradito»
Colto sul fatto, Yuichi si passò una mano tra i capelli sbuffando ilare «Mi sono distratto, in realtà non vi stavo affatto ascoltando»
«Posso solo immaginare come» sorrise sardonico Solomon menandogli una pacca sulle spalle «Mio fratello oggi è uno schianto» disse avvolgendogli le spalle, facendolo voltare con un sopracciglio inarcato.
«Seriamente? Solo oggi?» chiese facendo scoppiare Yuichi in una fragorosa risata e voltare entrambi i fratelli.
«Il mio ragazzo modesto» scosse la testa Yuichi immergendogli una mano tra i capelli per attirarlo a sé in un bacio «Tuttavia mi vedo d’accordo con Solo… togli il fiato» ammise trattenendo il labbro inferiore tra i denti, osservando come i pantaloni di pelle nera fasciassero alla perfezione le sue cosce toniche ed il sedere, la maglietta bianca segnasse il suo petto e la giacca con le borchie lasciata aperta gli donasse quell’aria un po’ selvaggia che amava tanto, il tutto amplificato dai capelli lasciati sciolti che gli ricadevano in onde morbide sulle scapole ed il petto. «Mi piace il tuo lato selvaggio»
«Dovevi vederlo al liceo» commentò Solo sollevando una mano in direzione di qualcuno «Torno subito»
Osservandolo allontanarsi, Yuichi sorrise, portando una ciocca di capelli dietro il suo orecchio, attirando nuovamente l’attenzione di Drew.
«Sono serio, sei davvero stupendo»
«Me lo hai già detto» sorrise Drew di rimando sporgendosi per baciarlo pigramente, ma senza perdere il sorriso.
Con un leggero schiocco, Yuichi si separò leccandosi il labbro inferiore, osservando gli occhi viola di Drew «Magari voglio solo ricordartelo»
«Solo direbbe che vuoi alterare il mio diabete»
«Se Solo non sta zitto la prossima volta lo lasciamo a casa» rise Yuichi catturando nuovamente le sue labbra, espirando forte prima di approfondire il bacio, incurante che fossero sul ciglio della strada e che, un’auto, sbandando per evitare un bambino, avesse invece puntato loro.
Sgranando gli occhi, Drew lo spintonò via oltre il marciapiede. L’auto si era fermata quasi del tutto, ma non le aveva impedito di colpire la protesi sinistra di Drew, facendogli perdere l’equilibrio e imprecare sommessamente.
Vista la scena, Solo scattò veloce nella sua direzione, immediatamente imitato da Yuichi, ancora confuso per la velocità degli avvenimenti.
«Merda, Drew!» incespicando nella sua direzione Yuichi gli fu subito accanto facendolo sussultare nel toccarlo, osservando come, semi steso sul fianco sinistro, stringesse la coscia «Ehi, ehi Drew?»
«Cazzo…»
«Ti sei fatto male? merda, hai sussultato! Cos’hai?»
Spaventato la proprietaria della vettura, una ragazzina appena patentata a giudicare dall’aspetto, lo raggiunse, urlando spaventata nel vedere la protesi ammaccata.
Sollevando il viso, mordendosi il labbro inferiore, Drew le sussurrò che era tutto a posto grugnendo subito dopo alla fitta che attraversò la sua gamba, arrivandogli dritta dritta al cervello.
«È rotta?» chiese suo fratello chinandosi su di lui, cercando di osservargli la gamba.
«Non la vedi?» sbuffò ironico stringendo i denti, espirando nel tentativo di domare il dolore lancinante.
«Parlavo della tua gamba» disse senza scomporsi, portando il cellulare all’orecchio per chiamare un’ambilanza.
Malgrado l’apparente calma, a Yuichi non sfiggì il modo in cui le sue mani tremavano e quello in cui i suoi occhi si erano fatti lucidi dalla paura.
«Non lo so cos’ho…» ammise lasciando che Yuichi lo aiutasse a sedere, trattenendo una sonora imprecazione tra i denti. «… ma spero non sia quello che temo» ammise serrando gli occhi.
«Mi, mi dispiace» pianse la ragazza nel panico «Non si è fermata! La macchina non si fermava e»
«E smettila di strillare» la interruppe Solo, «Chiama i tuoi genitori e falli venire alla clinica Hendersen li potremmo…» con una diplomazia resa dura dalla paura, Solo spiegò alla ragazza come comportarsi e cosa dire ai suoi genitori, mentre Yuichi, tenendo Drew tra le braccia lo osservò impotente reggersi la gamba e ispirare a fondo. Gli faceva male, lo vedeva bene, il suo intero corpo era rigido e teso per il dolere e la paura, facendolo sussultare ad ogni minimo movimento.
«Devi cercare di stare fermo» gli sussurrò all’orecchio baciandogli la tempia «L’ambulanza sta arrivando»
«Fa un male fottuto» sbuffò posando la nuca contro la sua spalla ispirando con forza dal naso tastandosi la coscia in prossimità del ginocchio.
«Stai. Fermo» lo riprese bloccandogli la mano all’addome, ispirando «Stai fermo…» ripeté con più decisione. «Ma si può sapere cosa ti ha detto il cervello?»
Sfiatando una risata tesa per il dolore, Drew osservò l’ambulanza curvare, avvicinandosi nella loro direzione.
«Che vuoi che ti dica, le persone fanno sempre cose pazze, quando sono innamorate[1]»
 
 
[1]Megara, Hercules
  
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