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Autore: Xephil    03/11/2022    4 recensioni
Kokabiel è stato sconfitto, ma purtroppo la pace è ormai lontana.
L'incontro tra i leader delle Tre Grandi Fazioni si avvicina, la vera identità del nemico dietro le quinte inizia a palesarsi e l'Imperatore Drago Bianco, Albion, si è finalmente mostrato. Con tutti questi nuovi movimenti nel mondo sovrannaturale, Zayden decide di richiamare il suo gruppo e allearlo con le famiglie Gremory e Sitri in vista del conflitto ormai imminente. Tuttavia i sentimenti crescenti di Rias per il Sekiryutei iniziano a rendere più teso il loro rapporto e questo creerà non pochi tumulti anche coi compagni ancora sconosciuti del possessore del Boosted Gear.
Il patto tra il guerriero e la diavola sta per essere stretto e, tra vecchi e nuovi alleati e nemici, alzerà il sipario su una serie di eventi come mai il Creato ne ha visti...
Dalla storia:
[Tu sottovaluti il potere dell'oscurità. Della tua oscurità.
...
"E così, dopo tutto questo tempo, il Sekiryutei e l'Hakuryukou tornano a scontrarsi sul campo di battaglia... Avanti, Zayden Ward...mio rivale prescelto dal fato...dammi il duello che ho sempre sognato!"
"Come desideri, ma non lamentarti se finirà con io che ti strappo il cuore dal petto, Vali Lucifer!"]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Life 1: Inizia l’allenamento
 
Zayden POV:
 
Come aveva detto, Sirzechs si fermò a casa mia solo per quella notte… Ma finì lì la sua richiesta di favori? Naturalmente… NO!
I giorni successivi, difatti, lui e Grayfia non se ne tornarono negli Inferi, ma esplorarono e studiarono la città di Kuoh in lungo e in largo, fermandosi in tutti i posti possibili, dai centri commerciali ai ristoranti, dalle taverne alle sale giochi, dal parco divertimenti al santuario shinto e molto altro ancora. E mentre al mattino eravamo chiaramente scusati per via delle lezioni, al pomeriggio invece venne chiesto più di una volta a me e al gruppo Gremory di accompagnarli e far loro da anfitrioni, così da permettergli uno studio più preciso della città.
Per quanto la cosa fosse irritante e noiosa, accettai lo stesso in quanto intendevo approfittarne per parlare ancora con Sirzechs e capire quante più cose possibile sia di lui che della situazione attuale tra le Tre Grandi Fazioni. Il Maou mi assecondò senza storie e rispose più o meno a tutto quello che gli chiesi, mentre nel contempo esaminava con incredibile attenzione ogni luogo in cui lo accompagnavamo. A una prima occhiata superficiale, uno avrebbe visto soltanto un turista particolarmente curioso ed entusiasta, ma in realtà c’era sempre un fondo di serietà e attenzione negli occhi di Sirzechs quando osservava un nuovo luogo, questo mi fece capire in fretta che stava chiaramente studiando la città in vista dell’imminente riunione dei capi delle Fazioni, dato che avrebbe dovuto avvenire proprio qui.
Heh, per quanto sia un tipo insolito, non si può dire che non faccia bene il suo lavoro, mi ritrovai a pensare durante una delle numerose fermate. I diavoli continuavano a non essere la mia razza preferita, ma almeno, con un leader come questo al comando, difficilmente avrebbero potuto diventare di nuovo una minaccia concreta per il mondo. Questo escludendo le mele marce da sempre presenti, ovviamente.
 
Quando infine Sirzechs e Grayfia finirono la loro esplorazione e se ne andarono per davvero, notai che dopodomani avremmo avuto un giorno di festa, e dunque riposo, e questo mi fece venire un’idea che proposi appena possibile a Rias: “Siccome giovedì saremo a casa, che ne dici se lo sfruttiamo per dare inizio agli allenamenti che avevo progettato per il gruppo?” Stavamo tornando a casa dopo una breve tappa al market per prendere qualcosa da cucinare per cena, quindi eravamo solo noi due.
 
Rispetto al giorno subito dopo quella mattina problematica, Rias si era apparentemente ripresa dal dispiacere ed eravamo tornati al nostro normale rapporto fatto di momenti e dialoghi piacevoli alternati a divertenti punzecchiamenti e a passare alcune notti insieme a visionare varie serie anime e tokusatsu, addormentandoci nello stesso letto fino al giorno dopo. Tuttavia, lei non aveva più provato a sedurmi ancora come quella mattina e, se rimaneva a dormire, lo faceva sempre vestita con la sua vestaglia. Certo, ci svegliavamo spesso abbracciati, ma era un contatto più dolce e affettuoso piuttosto che provocatorio, quindi quella vicenda non si era più replicata.
Un’altra novità era che adesso anche Asia si univa occasionalmente alle nostre serate, per la precisione quando decidevamo di alternare una serie più seria e violenta a un’altra più leggera e divertente o a un film dello stesso tipo. Apparentemente, la notte che avevo dormito con Sirzechs, lei e Rias avevano finito per parlare riguardo i nostri ritrovi notturni e il fatto che fosse successo qualcosa di recente che aveva creato qualche paletto tra lei e me, così, per un misto di gelosia, preoccupazione e curiosità, Asia aveva chiesto di far partecipare anche lei a quelle notti ogni volta che era possibile. A noi non era dispiaciuto in fin dei conti, anzi, la presenza gentile e adorabile di Asia aveva contribuito ad alleggerire in fretta qualunque tensione residua tra noi e ci aveva aiutato a legare ancora di più.
Il rovescio della medaglia -se così si poteva chiamare- era che, tutte le volte che partecipava, anche lei rimaneva poi a dormire nel mio letto, così mi ritrovavo spesso tra due corpi femminili premuti su di me per riuscire a stare tutti insieme sul mio letto e questo mi aiutava decisamente meno a gestire le mie emozioni e i miei istinti. Fortunatamente, nessuna delle due aveva provato a fare niente che non fosse il semplice dormire in compagnia, dunque la situazione di quella fatidica mattina non si era più ripetuta e avevamo ogni volta potuto riposare senza problemi, godendo della pura compagnia reciproca.
In breve, tutti e tre eravamo decisamente più amici di prima, eppure, nonostante fossi soddisfatto della cosa, dall’altra parte sentivo ancora un certo dispiacere per com’era andata tra me e Rias ed ero sicuro che lo sentisse pure lei. No, soprattutto lei, dato che spesso, quando credeva non la stessi guardando, mi pareva di vedere la sua espressione farsi più triste o colpevole, quasi fosse stata intenta a rimproverarsi mentalmente per qualcosa che sapeva solo lei.
Come avevo temuto, cercare di andare oltre un momento tanto intenso, per quanto ci si impegnasse, era parecchio complicato. Dannazione.
 
“Oh?” La rossa diavola mi rivolse un’espressione sorpresa, che, però, si fece presto dispiaciuta. “Non sarebbe una cattiva idea, purtroppo per quel giorno ho già accettato un incarico di lavoro per il Club richiestomi dal Consiglio Studentesco.”
 
“Sarebbe?”
 
“Dobbiamo pulire la piscina della scuola. Non viene pulita da un anno ormai e non si può attendere oltre. Dato che non è un normale incarico sotto la responsabilità del Club di Ricerca dell’Occulto, ci hanno promesso di poterla usare per primi dopo averla pulita come ricompensa. Contavo di pulirla e poi rilassarci lì sfruttando proprio quel giorno di festa.”
 
“Hmm, ho capito. Che sfortuna.” Riflettei un attimo sulla cosa. Naturalmente chiedere di rimandare tale incarico era fuori discussione, tuttavia si poteva ricorrere a un’altra soluzione. “…Considerando il tutto, che ne dici se li facciamo entrambi? Posso renderlo un allenamento di preparazione per quello vero che verrà più avanti, visto che devo prima avere un’idea ben più chiara di che cosa devono migliorare per stabilire il miglior allenamento possibile. Dopotutto, ognuno di loro è specializzato per qualcosa, dunque non posso fargli fare le stesse identiche cose. Devono avere una base simile e poi degli esercizi appositi per ciascuno di loro e per decidere quali, mi serve per prima cosa studiarli e osservarli meglio in azione. Quindi, se iniziamo la mattina presto, possiamo innanzitutto fare questo allenamento di preparazione, poi andare a pulire la piscina e infine rilassarci. Se non ho sbagliato i calcoli, e di solito non succede mai in questi casi, non dovrebbe volerci più di un’ora o due per svolgerlo.” Vidi Rias pensarci attentamente su, l’indice e il pollice destri appoggiati sul mento e gli occhi leggermente contratti e rivolti al cielo. “In ogni caso, ricordati che la decisione finale è vostra, quindi non sentirlo come un obbligo. Prova a chiedere anche agli altri. Se accetterete, bene, se invece vorrete rimandare al weekend, nessun problema. Un paio d’ore in più o in meno non cambiano nulla, dopotutto.”
 
Lei annuì. “Sono d’accordo. Chiederò l’opinione anche degli altri e ti farò sapere appena possibile.” Con un ampio sorriso, mi accarezzò una spalla. “Grazie davvero per il tuo aiuto, Zayden.”
 
Le sorrisi in risposta. “Di niente, rossa. Ah, qualche novità riguardo quel patto?”
 
“Sto attendendo la risposta di Mephisto-san. Appena mi avrà dato conferma di tutto, potremo procedere, forse anche già nel weekend.”
 
“Va bene, in tal caso aspetto tue nuove.”
 
*
 
Giovedì…
 
Alla fine, il gruppo Gremory aveva accettato la mia proposta e così, come stabilito, quella mattina ci riunimmo nel grande giardino davanti al Club di Ricerca dell’Occulto per dare inizio al primissimo allenamento di prova. Il Sole era sorto solo da qualche ora, quindi l’aria era ancora piuttosto fresca, tuttavia non sarebbe stato un problema.
Sgranchendomi le braccia e il collo ancora un po’ rigidi, allontanai gli ultimi residui di sonnolenza dalla mente e mi concentrai su chi avevo davanti: a differenza di me, che indossavo una maglietta smanicata nera, pantaloni corti e scarpe sportive dello stesso colore, Kiba, Akeno e Koneko erano vestiti con la tuta scolastica per le lezioni di Educazione Fisica, indubbiamente per una questione di abitudine, ma non era un problema. Qualunque abbigliamento, a patto che fosse comodo e non ostruente, andava bene.
Rias stava a osservarci in disparte a circa una decina di metri di distanza, mentre Asia e Xenovia non erano presenti. A quanto avevo capito, nonostante si fosse integrata piuttosto bene nella scuola, l’ex-spadaccina della Chiesa stava ancora faticando a comprendere e scrivere la lingua giapponese, soprattutto per quanto riguardava i significati dei vari kanji e così Asia si era offerta di aiutarla coi compiti e lo studio. Nonostante i diavoli possedessero l’abilità innata ‘Language’, infatti, questa si limitava a permettere loro di comprendere e parlare qualsiasi lingua sentissero solo dal punto di vista uditivo e vocale, quindi gli risultava comunque impossibile leggere o scrivere suddette lingue se prima non imparavano almeno l’alfabeto corrispondente e le varie regole linguistiche di lettura e pronuncia, ecco perché dovevano comunque studiare i vari linguaggi per saperli usare appieno.
Oltre a questo, Asia aveva accettato di aiutare Xenovia non solo perché pure lei aveva bisogno di fare ancora pratica con il giapponese, ma anche perché voleva avvicinarsi di più alla spadaccina e riuscire a smorzare del tutto qualsiasi senso di colpa quest’ultima provasse nei suoi confronti a causa dei conflitti passati. Perciò, entrambe avevano deciso di declinare l’offerta di allenamento e sfruttare questa prima parte della mattina per migliorare invece nelle loro conoscenze e legare di più. Ad essere sinceri, ero assolutamente d’accordo con questa loro scelta perché, più che lo studio, era importante che qualunque sassolino potesse ancora disturbare il loro rapporto scomparisse al più presto; dopotutto, ora facevano parte dello stesso gruppo e così sarebbe stato per chissà quanto tempo e un gruppo non poteva funzionare appieno se non c’era vera fiducia tra i suoi componenti.
Entrambe avevano chiesto scusa per l’assenza, ma avevo risposto loro che non dovevano sentirsi obbligate di nulla, che la loro scelta era stata giusta e sensata e che non dovevano preoccuparsi perché avrei fatto recuperare loro qualunque allenamento al primo momento possibile, perciò non avrebbero perso davvero nulla.
Per quanto riguardava Rias, invece, le avevo chiesto di rimanere in disparte rispetto ai suoi servi perché questa mattina avevo in mente un allenamento diverso per lei; alla sua domanda di in che cosa sarebbe consistito, le avevo risposto solo che l’avrebbe scoperto presto e lei, seppur perplessa, aveva annuito e accettato.
 
Bene, è ora di iniziare, quindi diamoci da fare, pensai per poi parlare con tono chiaro e deciso: “Allora, direi di non perdere altro tempo e di iniziare. A tale scopo, vi dico fin da subito che ho poche ma ben precise regole che dovete rispettare, se volete che vi alleni. Primo, io vi dico cosa fare e voi la fate senza proteste o lamentele. Potete fare domande se siete perplessi, ma scordatevi che cambi qualcosa solo perché non siete d’accordo con essa o non la capite. Al momento, io scelgo come, cosa e perché degli allenamenti e nessun altro. Secondo, se vi dovessero venire in mente modi per migliorare parallelamente ai miei consigli, me li spiegherete e io deciderò se vanno bene o no per voi e, nel caso non dovessero essere giusti, non proverete nemmeno ad applicarli lo stesso senza dirmi nulla. Due allenamenti non complementari finirebbero per entrare in conflitto e annullare tutto il lavoro fatto o addirittura peggiorarlo. Terzo, mi aspetto impegno, costanza e dedizione in questi allenamenti e che voi siate pronti a tutto, anche a rischiare la vita.” Al loro sobbalzo sorpreso ripetei con più forza: “Sì, esatto. Anche la vita. Voglio ricordarvi infatti che io non vi alleno per i Rating Game, quei half-assed tests sono roba di voi diavoli e io non ho niente a che fare con essi e non intendo nemmeno averci a che fare. No, io vi allenerò per gli scontri veri e potenzialmente letali, come quello che avete affrontato contro Kokabiel qualche settimana fa, quelli dove non esistono regolamenti o sistemi di sicurezza e dove i vostri avversari non sono sportivi, ma nemici autentici e intenzionati ad ammazzarvi o peggio. Perciò sarò duro e pretenzioso con voi e spesso avrete l’impressione che stia cercando di uccidervi, ma non c’è altra scelta se volete prepararvi al meglio per le vere battaglie, soprattutto perché dovete ricordarvi che lì fuori ci sono esseri ben più crudeli e potenti di Kokabiel e, purtroppo, non sono neanche pochi. Io ho passato più di metà della mia vita a sopravvivere, ho affrontato quasi sempre nemici intenzionati a farmi a pezzi, sono stato allenato per affrontare continuamente la morte e dunque non so pensare e nemmeno allenare qualcuno a diventare più forte se non in questo modo. Se non vi sta bene o avete qualcun altro con cui vi sentite più a vostro agio allenarvi, allora non fatevi problemi e andatevene subito. Io non vi tratterrò né obbligherò a fare nulla, non ne ho mai avuto intenzione e nemmeno ne ho il diritto. Tutti abbiamo il nostro libero arbitrio, dopotutto. Ma se decidete invece di rimanere e affrontare quello che ho in mente, allora mi aspetto che mi obbediate e diate il vostro meglio senza proteste o ripensamenti perché se vedrò che non avete lo spirito o la volontà giusti e non intendete impegnarvi com’è necessario per ciò che vi aspetta lì fuori, allora vi abbandonerò subito e non vi allenerò più. Sono parecchio severo? Assolutamente sì, lo riconosco e ribadisco che devo esserlo… Tuttavia, vi prometto da subito questo: se accetterete di ascoltarmi in tutto e per tutto e di sopportare questi allenamenti, io vi renderò più forti, molto più forti, al punto che nemici come Kokabiel non saranno più un problema per voi e, se ne sarete in grado, anche oltre quel livello. Non vi sentirete più impotenti verso di loro e non avrete più paura di combatterli, anzi, avrete la concreta possibilità di vincerli senza alcun tipo di aiuto superiore. Avete il mio giuramento su questo, la mia parola di Sekiryutei e di discepolo del Seishin-Do.”
 
Concluso il discorso, rimasi in silenzio ad osservarli e attendere la loro risposta. Le espressioni di tutti e tre erano variate tra lo stupito, lo spaventato e il dubbioso per tutto il tempo in cui avevo parlato, tuttavia non avevano mai mostrato segni di volersene andare o di protesta. Alla fine, fu Kiba a prendere la parola per primo: “Sei stato chiaro e schietto come al solito, Zayden-senpai, quindi è giusto risponderti allo stesso modo. Capisco i tuoi motivi e il perché dei tuoi modi e, per quanto duri, questo non cambia ciò che penso: voglio diventare più forte per essere la spada più affilata e resistente possibile per Buchou e i miei compagni. E se per diventarlo dovrò vivere di nuovo l’inferno, rischiare la vita o affrontare la tua furia…allora lo farò ben volentieri! Perciò accetto, senpai!”
 
“Kiba-kun ha espresso perfettamente il pensiero di tutti noi, ma desidero risponderti lo stesso anch’io: non m’importa cosa dovrò affrontare o sopportare, voglio diventare più forte!” esclamò Akeno subito dopo che lui ebbe finito di parlare, con lo stesso tono deciso. “Non voglio più sentirmi inutile e impotente come nell’ultima battaglia, quindi accetto anch’io, Zayden-kun! Rendici più forti a tutti i costi!”
 
“Se sei tu a darci la tua parola, senpai, allora io mi fido. Voglio migliorare e poter proteggere i miei compagni come non ho potuto fare finora” disse infine Koneko, la voce bassa come sempre ma carica di fermezza. “Accetto anch’io le tue condizioni.”
 
Li fissai un’ultima volta negli occhi per testare la loro risolutezza e fui soddisfatto da ciò che vidi. “Ottimi sguardi. Sono quelli che preferisco, così carichi di determinazione. In tal caso, vi ringrazio in anticipo e vi riconfermo che farò il mio meglio per rendervi più forti, in cambio voi fate del vostro meglio per seguirmi. D’accordo?”
 
“““D’accordo!”””
 
“Bene!” Mi voltai poi verso Rias. “Per quanto riguarda te, invece, ti ho chiesto di rimanere in disparte perché, se per loro ho in mente un tipo di allenamento, ne ho uno diverso per te, dal momento che sei la leader del gruppo.”
 
L’espressione della rossa si fece subito più interessata. “Di che si tratta?”
 
“Tra poco te lo dirò, adesso sarà meglio iniziare il vostro” risposi riportando gli occhi sui tre davanti a me. “Dopotutto, oggi sarà una giornata impegnativa, quindi non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Tuttavia, vi informo immediatamente che, pur trattandosi di un primissimo allenamento, sarà comunque duro e che, innanzitutto, dovrò chiedere una cosa molto difficile per alcuni di voi. Siete pronti?” Tutti annuirono con decisione. “Molto bene. Procediamo.”
Li vidi irrigidirsi istintivamente e dovetti soffocare una risata. Non avevo mentito dicendo che la prima cosa da fare sarebbe stata difficile, ma, a differenza di quello che credevano loro, non lo sarebbe stata perché pericolosa, bensì per tutt’altro motivo. Direi che posso divertirmi un attimo. “Allora…” Tutti s’irrigidirono ancora di più e aumentarono anche l’intensità del loro sguardo, costringendomi a soffocare un’altra risata. Erano davvero pronti al peggio. Perfetto. “…via i vestiti.”
 
Come previsto, erano tutti talmente tesi e pronti a chissà quale richiesta terrificante e pericolosa che sentirne invece una tanto imprevista e assurda li destabilizzò al punto che incespicarono sui loro stessi piedi, pur stando fermi, e poco ci mancò che cadessero a terra. Contemporaneamente, i loro volti si arrossarono -persino quello di Koneko- e le loro labbra si schiusero in un semplice: “…Eh?!”
 
Non potei trattenermi oltre e scoppiai in una grassa risata. “Ora capisco perché Sensei lo trovava spassoso! Le facce che fanno quelli a cui viene detto sono veramente esilaranti! Ahahahahah!”
 
Gli altri si ripresero piano dallo shock e assunsero delle espressioni alquanto singolari, un misto di confusione e indignazione. “Ehm… Senpai, ti spiacerebbe spiegare…?” mi chiese Kiba a nome di tutti. Rias, Akeno e Koneko erano chiaramente troppo perplesse per parlare.
 
“Sì, certo… Un attimo solo” dissi soffocando gli ultimi sprazzi di risata e riacquistando la serietà di prima. “Perdonatemi, ma volevo per una volta sapere com’era l’impressione dall’altra parte di questa domanda. Ad ogni modo, avete capito bene: via i vestiti. Dovete spogliarvi.” Alzai subito una mano per fermare la prevedibile protesta. “Ascoltate fino alla fine, per favore. Non è uno scherzo o una richiesta tanto per, è una cosa importante che mi serve per capire esattamente com’è la vostra costituzione fisica.” Mentre parlavo, alzai la mano destra e concentrai nel palmo una sufficiente quantità di Ki da creare un sottile strato di energia scarlatta che lo copriva per intero, dopodiché lo passai sull’avambraccio sinistro tenendolo in modo che lo vedessero bene. Le loro espressioni perplesse divennero sorprese quando videro che, dove il palmo coperto di aura passava, i muscoli diventavano evidenti sotto la pelle in ogni loro legamento e fibra e, in mezzo a essi, comparivano anche i canali circolatori del Ki. Rimossi la mano dal braccio e, nel giro di pochi secondi, l’effetto scomparve ed esso ritornò normale. “Avete visto? Questo è un altro dei molti utilizzi del Seishin-Do, usato da tutti i maestri per dare il miglior insegnamento possibile ai loro allievi, compreso il mio Sensei. È una tecnica che si chiama Bunseki: concentrando e convogliando il proprio Ki su una superficie del corpo, in questo caso il palmo, l’utilizzatore lo può usare come una sorta di scanner del proprio corpo o di quello degli altri. Così concentrata e contenuta, la prima aura fa rimbalzare e vibrare su sé stessa la seconda, rendendo in questo modo visibili per un breve lasso di tempo la struttura muscolare e il sistema circolatorio del Ki del soggetto in esame. Inoltre, chi usa questa tecnica, se ha i sensi abbastanza affinati e un buon controllo della propria aura, è in grado di percepire direttamente nella sua mente le caratteristiche sopracitate e anche eventuali tratti unici del Ki analizzato, come se le stesse apprendendo in automatico. In questo modo, si può avere un’idea ben precisa di quale struttura abbia il corpo del soggetto in esame, dove è forte e dove è debole.”
 
Gli sguardi del gruppo Gremory erano ora un misto di stupore e realizzazione. “Adesso è chiaro” disse Akeno. “Quindi, se userai il… Bunseki, giusto?” Annuii. “Se lo userai su di noi, potrai avere un’idea molto più chiara di ciò in cui dobbiamo migliorare e dunque allenarci al meglio.”
 
“Esattamente. Il mio Sensei la applica a tutti i nuovi allievi del nostro dojo al loro primissimo allenamento, in modo da garantire che tutti possano crescere nel modo giusto e senza errori. Ognuno di noi è diverso dagli altri, dopotutto, quindi un allenamento buono per una o più persone non lo è necessariamente per tutte, ne esistono di diversi tipi proprio per sopperire a questo problema. Il Bunseki è la soluzione ideale, ecco perché intendo usarlo anch’io.”
 
“Però comunque…spogliarsi…” mormorò Koneko distogliendo lo sguardo, le guance sempre lievemente rosse. “Anche se lo stai facendo per aiutarci, senpai…”
 
Anche gli altri parevano incerti a riguardo e, nonostante me lo fossi aspettato, non potei non sospirare. “Sentite, mi spiace dirlo, ma non avete scelta a riguardo se volete che vi alleni. Non per essere cattivo, ma perché, come ho detto, questo è l’unico modo che conosco per allenare qualcuno e so per certo che è il migliore, quindi non intendo agire in altro modo. Potrebbe sembrare imbarazzante spogliarsi, lo capisco, ma vi assicuro che non ho alcuna intenzione perversa dietro, è semplicemente necessario come lo sarebbe per una visita medica. Mi credete su questo, spero?” Tutti annuirono. Almeno questo. “Allora a posto. Non ci metterò molto, ve lo prometto, ma non posso partire senza perché al momento le mie conoscenze su di voi e le vostre capacità sono ancora incomplete, perciò devo rimediare a tale ignoranza.” Assunsi un’espressione più sarcastica. “Ad ogni modo, se volete un’altra motivazione importante, prendete come un allenamento anche questo, uno mentale per essere precisi: imparare a mettere da parte il pudore. In ogni battaglia seria, c’è sempre il rischio di avere il proprio vestiario danneggiato o distrutto, persino quando si tratta di una corazza e non ci si può permettere di essere imbarazzati per della pelle solitamente coperta che diviene scoperta all’improvviso. Adesso non voglio dire che dobbiamo strapparci via i vestiti a caso durante i combattimenti, sia chiaro, ma sappiate che tutti quelli che si fanno fermare da una cosa simile divengono carne morta in un secondo e io non permetto a nessuno di avere una debolezza tanto sciocca e ridicola. Se può farvi stare meglio, prendetela in questo modo, ok? Ho notato che siete già piuttosto bravi nel non farvi distrarre da questo, ma è bene essere sicuri di eliminare del tutto una tale debolezza. Non vi obbligo a nulla, chiaro, ma ho già detto che vi allenerò solo alle mie condizioni e sono queste. Se avete compreso, smettetela di esitare e procediamo.”
 
Dopo qualche secondo di silenzio, Kiba si fece più risoluto e fece un passo avanti. “…Va bene. Mi fido di te, senpai.”
 
Akeno lo imitò. “Non è certo il modo in cui mi aspettavo avremmo iniziato, ma capisco che è ben pensato e non campato per aria. Mi fido anch’io.”
 
Koneko rimaneva la più dubbiosa e incerta dei tre, tuttavia, dopo qualche altro attimo di attesa, parlò: “…E sia. Non mi piace, ma mi piace ancora meno essere debole. Mi affido a te, senpai.”
 
Mi voltai verso Rias e lei esalò un sospiro lievemente esasperato. “Chissà perché con te le cose non vanno mai come uno si aspetterebbe.”
 
Ghignai in risposta. “E dove sarebbe il divertimento in quel caso?”
 
“Il tuo concetto di divertimento diventa sempre più contorto, devo dirtelo… Comunque, ho capito. Se è davvero necessario e puoi garantire una maggiore efficacia in questo modo, va bene.”
 
Battei le mani, soddisfatto. “Perfetto, allora basta perdere altro tempo. Su, spogliatevi fino all’intimo, forza.”
 
Loro si guardarono un attimo. “…Tutti insieme?”
 
“Sì, insieme. Passerò subito da uno all’altro, quindi vi voglio tutti pronti. Prendetelo come allenamento, ripeto, sennò guardate davanti a voi se v’imbarazza troppo. Comunque procedete, forza. Basta discutere.”
 
Con una certa riluttanza, tutti e tre si allontanarono di qualche passo gli uni dagli altri e iniziarono a spogliarsi, badando bene di non guardarsi tra loro mentre lo facevano. Quando ebbero finito, mi avvicinai per primo a Kiba. “Se permettete, per questa volta preferirei invertire il classico ‘prima le signore’. Essendo un maschio, ho una migliore percezione dei corpi del mio stesso sesso dato che condividiamo molte caratteristiche di base.” Nessuno protestò e così mi concentrai sul Cavaliere davanti a me. “Alza le braccia e tienile ben stese verso l’esterno.” Dopo che eseguì, osservai attentamente il suo fisico dalla testa ai piedi e viceversa, mentre concentravo la mia aura nel palmo destro e attivavo il Bunseki. “Procedo. Non preoccuparti, non ti farà alcun male, sarà solo come sentire un panno caldo scorrere sulla pelle.”
Partendo dalla mano sinistra, passai la tecnica da essa fino alla spalla corrispondente e, allo stesso tempo, con l’altra mano toccai e manipolai alcuni dei centri di controllo principali del flusso circolatorio del Ki, in modo da osservare meglio come questo si propagava ed espandeva nei fasci muscolari. Ripetei l’azione con l’altro braccio per poi passare a petto, addome, schiena e infine gambe; a quel punto, dissi: “Assumi la tua tipica posizione di guardia, per favore.”
 
“…Come?” domandò Kiba, chiaramente confuso.
 
“Mettiti in guardia come fai di solito quando maneggi la tua spada. Ho bisogno di vedere come il tuo corpo varia coi movimenti di combattimento” spiegai.
Seppur perplesso, Kiba eseguì e io ripetei la procedura precedente. “Ora muoviti come se dovessi sferrare un fendente.” Lui obbedì di nuovo e io riusai il Bunseki. “Adesso un affondo.” Ripetemmo. “Una stoccata.”
Andammo avanti così per un paio di minuti, durante i quali io continuai a chiedergli diversi movimenti e, dopo che lui aveva eseguito, ad analizzare il suo corpo, il suo Ki e come questi variavano a seconda di essi. Infine, gli chiesi anche di usare la sua Sword Birth per materializzare prima alcune spade di vari elementi e caratteristiche e poi in ultimo il suo Balance Breaker, sempre per vedere le variazioni del suo corpo legate alla sua Sacred Gear. “Okay, perfetto. Abbiamo finito, puoi rivestirti” dissi dopo osservato l’effetto sul fisico della Sword of Betrayer.
 
“Quello cos’è, senpai?” mi chiese Kiba vedendomi estrarre un piccolo quaderno e una penna dalla tasca posteriore dei pantaloni.
 
“Un semplice prendi appunti.” Lui mi guardò interdetto. “Cosa? Ho detto che riesco a capire e comprendere punti di forza e debolezza del corpo col Bunseki, ma non ho mai detto che mi baso unicamente su quello per gli allenamenti. A differenza del mio Sensei, io trovo che scrivere tutto ciò che hai appreso su carta aiuti a riflettere meglio e quindi a pensare più rapidamente al giusto modo con cui usare quelle informazioni. In breve, è un buon supporto e in casi come questo, in cui devo analizzare tre persone diverse in una volta, è ancora più utile.”
Scrissi rapidamente un riassunto di tutto ciò che avevo appreso con quella prima analisi. Come avevo già avuto modo di notare, Kiba era un puro Cavaliere: un tipo ‘Tecnica’ fondamentalmente, ma al momento troppo concentrato sulla velocità e troppo poco su alternative a essa. Il suo fisico era certo allenato e atletico, tuttavia il suo flusso del Ki e il livello di apertura dei suoi Tan T’ien rivelavano uno sviluppo specifico verso agilità e rapidità, quindi le altre caratteristiche erano decisamente deboli in confronto. Le gambe erano la sua forza principale ed erano ben più forti del resto del corpo, che invece, seppur molto più robusto di quello di un comune essere umano, non erano niente di speciale in termini di abilità sovrumane. Aveva articolazioni flessibili e allenate a muovere armi bianche con precisione e abilità, ma sempre troppo specifiche per la velocità mentre la forza sprigionata con ogni colpo era parecchio inferiore.
Tuttavia, il punto più grave era che, al momento, non presentava alcuna altra specifica particolare: tolta la sua velocità e la versatilità delle spade che poteva creare con Sword Birth, non aveva tecniche particolari o che potessero adattarsi a ogni occasione. La sua stessa abilità da spadaccino era troppo poco raffinata: eccezionale per i normali umani, ma ancora piuttosto povera per creature oltre questi ultimi, non la trattava ancora nel giusto modo.
Tipo Tecnica, certo, ma ha ancora troppe poche frecce al suo arco per essere chiamato veramente tale, pensai. La velocità e l’agilità sono buone, ma non bastano. Deve imparare a combinarle meglio con la sua Sacred Gear e a usare con più attenzione ed elasticità mentale le sue spade, in modo da trovare una via per contrattaccare qualunque attacco nemico. Se dovesse riuscirci, ha il potenziale per diventare un combattente a dir poco incredibile.
 
Rilessi rapidamente gli appunti e annuii soddisfatto. Non ero bravo a usare il Bunseki come il mio Sensei dato che l’avevo praticato poco finora, ma la mia analisi era riuscita indubbiamente bene e mi aveva già dato un po’ di idee su come aiutare Kiba. Rimessi quaderno e penna nella mia tasca posteriore, mi voltai verso Akeno e Koneko, ancora in attesa con espressioni un po’ incerte, la seconda più della prima. Quella differenza mi fece subito capire chi sarebbe stato meglio scegliere per la successiva analisi. “Andiamo avanti. Vorrei passare a te adesso, Koneko. Va bene a entrambe?”
 
Koneko guardò Akeno, la quale le rispose con un sorriso gentile. “Nessun problema” disse rivolto tanto a lei quanto a me.
 
La ragazza più giovane del gruppo riportò lo sguardo su di me e avanzò di qualche passo, fino a starmi davanti. Era chiaramente imbarazzata per il suo attuale stato di quasi nudità, ma mi guardò lo stesso senza esitazione. “Mi fido di te, senpai… Ma non provare ad approfittarne” disse, le guance arrossate che contrastavano in modo adorabile con il pugno alzato e stretto a mo’ di minaccia.
 
Non potei non ridacchiare e allungai una mano per accarezzarle i capelli candidi. Lei s’irrigidì per un istante, ma in seguito la combinazione tra il gesto delicato e l’aura calmante che stavo emanando dal palmo la fecero rilassare abbastanza da inclinare la testa verso di me, in modo da facilitarmi l’azione. “Se mi hai capito abbastanza bene come dici, sai che non lo farei mai, no?” Lei mi guardò di nuovo impassibile per un paio di secondi, poi annuì. “Ottimo, allora stai tranquilla e fidati che non lo farò. Ho solo un favore da chiederti: quando esaminerò il tuo torso, dovrai sganciare il reggiseno. Puoi tenerlo davanti a te in modo che ti copra lo stesso, ma deve essere aperto perché altrimenti il suo effetto di contenimento finirebbe per interferire un minimo con la muscolatura.” Lei mi rivolse uno sguardo contrariato con tanto di guance gonfie. Capisco che vuole essere intimidatoria, ma così mi suscita solo tanta tenerezza!, pensai limitandomi però ad allargare il mio sorriso per essere più rassicurante. “Sarà una cosa rapida e quanto meno fastidiosa possibile, te lo prometto.”
 
“…Va bene” rispose infine la mia kouhai, dopodiché portò le mani dietro la schiena e sganciò l’indumento sopracitato, tuttavia assicurandosi sempre che le rimanesse appoggiato davanti in modo che non le scoprisse il seno.
 
“Potevi aspettare che vedessi gli arti prima, così avresti dovuto sopportarlo per meno tempo.”
 
“Preferisco farlo ora che mi hai convinta piuttosto che farmi di nuovo prendere dai dubbi più tardi.” Le sue guance divennero più rosse. “…e poi…hai detto tu che anche questo è un allenamento…no?”
 
Non potei non accarezzarle di nuovo la testa. “Giusto.”
Senza perdere altro tempo per non metterla ancora di più a disagio, procedetti con la mia analisi e, partendo dal braccio destro, iniziai a passare il Bunseki con la mia mano destra su tutto il corpo di Koneko, mentre con la sinistra tastavo e testavo i punti nevralgici della muscolatura e del sistema circolatorio del Ki. Come prevedevo, ci mise un po’ a rilassarsi completamente, ma dopo un primo momento di timore nel vedere il Bunseki passarle addosso, sembrò accettare il fatto che non fosse per nulla doloroso o invasivo e così si lasciò esaminare senza problemi.
Quando ebbi finito con l’analisi da ferma, mi riportai davanti a lei. “Ora riagganciati pure il reggiseno, poi muoviti per sferrare un pugno diretto in avanti e mantieniti in quella posizione, per favore. Devo vedere come il tuo combattimento corpo a corpo influenza il suo sistema.”
Koneko annuì e obbedì rapidamente. Dopo aver esaminato il suo corpo durante l’attacco, riusai il Bunseki sulle parti più interessate dal movimento. “Bene. Ora esegui un gancio largo al volto prima con il destro, poi il sinistro.” Lei eseguì e io ripetei l’analisi. “Ora uno al busto.” Ripetemmo. “Un pugno basso all’addome.” Ripetemmo. “Passiamo alle gambe. Usa un calcio diretto al bassoventre.”
E come con Kiba, andammo avanti così per qualche minuto con varie tecniche di corpo a corpo, finché potei dichiararmi soddisfatto. “Perfetto, basta così. Puoi rivestirti, Koneko.”
 
“Sì, senpai” si limitò a dire lei, anche se potei notare il suo volto rilassarsi finalmente dalle ultime tracce di tensione.
 
Nel frattempo, ripresi quaderno e penna e scrissi su una pagina nuova gli appunti su Koneko. Come avevo avuto modo di provare nel Rating Game contro il gruppo Gremory, come Kiba era un puro Cavaliere al momento, lei era invece una Torre pura, un tipo ‘Potenza ‘ con forza e resistenza come tratti principali, ben più sviluppati di altri come la velocità. Questo non voleva certo dire che non fosse veloce, anzi la mia analisi aveva confermato la precedente esperienza di battaglia e dimostrato che possedeva una notevole elasticità e agilità in tutto il suo corpo, ma se messi a confronto con la sua forza, erano chiaramente inferiori. Il livello di apertura dei suoi Tan T’ien e la circolazione del suo Ki erano simili a quelli di Kiba, seppur con effetti opposti sulle caratteristiche fisiche, ma il suo sviluppo era avvenuto in modo migliore rispetto a quest’ultimo, dato che anche l’agilità era particolarmente alta, ben più che in un comune tipo Potenza.
Inoltre, il suo piccolo corpo era ideale in ambito combattivo: pur avendo una portata limitata, il suo basso baricentro le garantiva un eccellente equilibrio e tutta la sua forza era appunto meglio concentrata su tutto il suo corpo grazie alle sue dimensioni ridotte, che permettevano una circolazione più rapida del Ki e un migliore effetto sulle sue abilità, un po’ come accadeva nel metabolismo di una creatura più piccola rispetto a una più grande. Se a questo si univa la prevedibile sensazione di falsa fragilità che il suo corpo minuto poteva creare nel nemico, la sua efficienza combattiva aumentava ancora di più.
Però, più di tutto questo, la mia analisi aveva confermato i miei precedenti sospetti sulla vera natura di Koneko: il suo Ki dimostrava un’affinità eccezionale con l’energia naturale, molto superiore a quella di qualunque utilizzatore comune del senjutsu, l’arte eremitica capace di manipolare suddetta energia e sfruttarla per potenziare le abilità fisiche, oltre che per combattere. Una simile compatibilità con l’energia naturale e il senjutsu era tipica solo di eremiti o di creature profondamente legate alla natura, in particolare di yokai di alto livello come kitsune, alti tengu e…nekomata. Non mi sbagliavo affatto. Il suo comportamento se sottoposta a specifici stimoli, i suoi movimenti, l’affinità con l’energia naturale… Non c’è dubbio, questa ragazza è una nekomata, una di alto livello per giunta, pensai mentre scrivevo. Però è strano. Nonostante la chiara affinità, la sua aura non sembra in sintonia con l’energia naturale circostante come farebbe con un normale utilizzatore di senjutsu, al contrario pare quasi volerla tenere lontana da sé. A pensarci bene, non ho mai visto Koneko usare il senjutsu, nemmeno in situazioni di vita o morte in cui sarebbe stato assurdo limitare volontariamente le proprie capacità. Non può usarlo? O forse…non vuole usarlo? Quell’ultima opzione mi fece quasi sospirare. Ho la netta impressione di essere incappato in un altro complicato caso psicologico… Un momento. Kokabiel aveva detto che uno dei servi di Rias era la sorella di una nekoshou traditrice e non può che trattarsi proprio di Koneko… Altro che impressione, è davvero un ALTRO fottuto caso psicologico! Ma perché le cose non possono MAI essere semplici per una strafottuta volta?
 
Misi da parte quei pensieri per il momento e mi voltai verso l’ultima del trio. “Ok, Akeno, tocca a te. Vieni qui, per favore.”
 
“Sì, arrivo” rispose lei avvicinandosi a me e portandosi nel frattempo le mani dietro la schiena.
 
“Come avevo già detto a Koneko, puoi aspettare che abbia analizzato gli arti prima di aprirlo, se così sei più tranquilla.”
 
“Dal momento che Koneko-chan l’ha fatto, non posso essere da meno come sua senpai” rispose Akeno mentre un piccolo schiocco risuonava nell’aria e il suo reggiseno si allentava visibilmente subito dopo.
 
Il vistoso rimbalzo del suo seno per la pressione di colpo calata mi fece alzare le sopracciglia. Ma quant’era stretto? Una taglia in più non c’era? Quel pensiero morì l’istante successivo quando mi resi conto, ora che il suo petto era ‘libero’, di quanto fosse prosperoso, persino più di quello di Rias. Probabilmente il reggiseno non era volato via al momento dell’apertura solo perché stava ancora appeso al suo collo. Mi sa che no, non c’era. Una taglia simile ha bisogno come minimo di qualcosa fatto su misura.
 
“Vedi qualcosa che ti piace?” Quella domanda mi riscosse e riportai gli occhi in quelli di Akeno; la Regina di Rias mi guardava con un misto di divertimento e provocazione, lo stesso che era presente nel suo tono. Tuttavia, non era seduttivo come uno si sarebbe potuto aspettare, piuttosto di scherno giocoso, come se mi stesse sfidando a dire il contrario.
 
Un piccolo ghigno m’increspò le labbra. Pensi di imbarazzarmi solo perché sei la più estroversa del tuo gruppo? Per favore. Sei indubbiamente seducente, ma, in confronto a quello di cui è capace Kayla, sei solo una dilettante. “Più che altro stavo pensando che Blake piangerebbe sicuramente se sapesse che ti sto guardando in questo stato. Potrei chiederti di replicare lo spettacolo con lui, una volta che sarà tornato? Non solo lo renderesti molto felice, ma ti inviterebbe subito a cena fuori. Beh, in realtà scommetto che lo farebbe anche se non lo facessi, ma se volessi invogliarlo un pochino di più…”
 
In un istante, il sorrisetto di Akeno divenne uno sguardo sorpreso e imbarazzato insieme, con tanto di guance arrossate. Dopo qualche secondo, distolse lo sguardo dal mio e la sua espressione divenne curiosa: tra il timido -sorprendente da vedere su una solitamente maliziosa come lei- e il pensieroso. “…Beh, preferirei che non glielo dicessi” mormorò infine. “Qualcosa del genere…dovrebbe piuttosto essere una sorpresa…”
 
Ohhh, lo sta davvero considerando? Magnifico, materiale fresco per scherzi e punzecchiamenti di prim’ordine! Con un certo sforzo, soppressi il mio ghigno e riassunsi l’espressione e il tono seri delle precedenti analisi. “Meglio che ci pensi in un altro momento, adesso perdonami, ma dobbiamo proseguire. Dopotutto, non abbiamo molto tempo.”
 
Lei si riscosse subito dai suoi pensieri e si raddrizzò. “Giusto. Procedi, per favore.” E alzò subito le braccia ai suoi lati, come avevano fatto Kiba e Koneko in precedenza.
 
Annuii e riattivai il Bunseki per poi procedere con la terza analisi. Come gli altri, esaminai prima le braccia e le gambe, per poi passare al torso; proprio quando passai il palmo sulla sua schiena, però, percepii qualcosa di insolito. Hm? Ma che?, pensai passando un’altra volta la mia tecnica sul dorso della ragazza. Mi spostai in seguito davanti a lei e usai il Bunseki per esaminare i muscoli e il flusso di Ki su fianchi e fronte del suo corpo, fino a inginocchiarmi davanti a lei quando per ultimo passai il palmo avvolto nell’aura sul suo ventre; la sentii rabbrividire per un attimo, ma non vi badai, dovevo concentrarmi per essere sicuro di non aver fatto errori. Anche qui. Non era solo una sensazione allora. “Hmm…” mi ritrovai a mormorare mentre riprovavo l’analisi un’ultima volta. “Davvero insolito. Non me l’aspettavo.”
 
“Cosa intendi? Cos’è insolito?” mi chiese Akeno guardandomi con un’espressione ora preoccupata. Dal suo punto di vista, avevo appena esaminato il suo torso e trovato qualcosa che chiaramente non avevo trovato negli altri, qualcosa che non andava, perciò non potevo darle torto se ora era nervosa.
 
“Te lo dico dopo. Devo ancora fare gli ultimi esami, quindi ti chiedo un altro po’ di pazienza” risposi raddrizzandomi e riportandomi al suo fianco. “Porta il destro davanti a te e genera uno dei tuoi fulmini. Non serve che lo scagli, basta che lo tieni concentrato nella tua mano, come quando ti prepari a colpire un nemico.”
Seppur ancora perplessa, Akeno obbedì e, nel momento in cui il suo braccio si ricoprì di energia elettrica, riusai il Bunseki per vedere le nuove fluttuazioni della sua aura. “Ora cambia tipologia d’incantesimo, va bene un altro elemento qualsiasi.” In un paio di secondi, il fulmine svanì e un cristallo di ghiaccio si formò sopra il suo palmo. Ripetei l’analisi. “Ora un altro.” Ed entrambi ripetemmo. “Un altro.”
 
Poco dopo, anche l’ultimo esame venne terminato e le diedi il permesso di rivestirsi mentre io appuntavo tutto quello che avevo appreso su di lei.
In concomitanza col suo ruolo da Regina della Scacchiera di Rias e quello che avevo finora visto su di lei, Akeno possedeva una summa di tutte le caratteristiche degli altri Pezzi, esclusa ovviamente la capacità di Promozione dei Pedoni, perciò poteva combinare liberamente la velocità dei Cavalieri o Cavalli, la forza e resistenza delle Torri e la maestria magica degli Alfieri, cosa che la rendeva il Pezzo più forte della Scacchiera all’infuori del Re… O almeno così mi aspettavo sarebbe stato, tuttavia la mia analisi col Bunseki aveva rivelato un paio di anomalie che non mi aspettavo, più una che invece mi aspettavo dopo gli eventi dell’ultima battaglia. La padronanza magica di Akeno era incontestabile e indubbiamente il suo punto di forza, ma le sue altre ipotetiche capacità non erano neanche paragonabili a essa: l’apertura attuale dei suoi Tan T’ien e il suo flusso interno del Ki mostravano un’azione molto focalizzata, non dissimile da quella che avevo visto in Kiba e Koneko, e non più generalizzata e orientata a potenziare tutte le sue capacità, come ci si sarebbe aspettati dal suo ruolo e identità di Regina. Certo, non era insolito che anche in questi casi un’abilità risultasse sempre migliore delle altre, ma queste ultime non rimanevano comunque molto indietro rispetto alla prima e creavano così un combattente a tutto tondo. Invece lei non lo è. Se dovessi sempre basarmi sul sistema basico di classificazione, Akeno sarebbe indubbiamente un tipo Magia con un livello solo di poco sopra la media dei classici tipi Potenza e Tecnica, non il tipo Jolly che ci si aspetterebbe dal suo Pezzo. I tratti dell’Alfiere sono molto forti in lei, mentre quelli di Torre e Cavallo non sono niente di che, cosa che si rispecchia anche nel suo corpo. Per quanto la sua forma e il suo aspetto siano assolutamente affascinanti e mozzafiato, in realtà in termini di pura forza è inferiore a Koneko e in termini di pura velocità è dietro Kiba. Un vero e proprio inganno se si considera come appare agli occhi, dev’essere l’influenza del suo sangue di angelo caduto. Quel pensiero mi suscitò quasi un altro sospiro. E qui arriviamo all’altra anomalia che avevo percepito col Bunseki, anche se in realtà era più una conferma di ciò che avevo sentito da Kokabiel durante la battaglia precedente. Il suo Ki mostra chiare somiglianze con quello degli angeli caduti, perciò è davvero la figlia di un angelo caduto… Barakiel, giusto? E Akeno non sembrava essere affatto contenta della cosa quando è stata menzionata… Questo spiegherebbe perché, in modo analogo a Koneko, la sua energia sembra quasi confinata e storpiata, come se fosse incompleta rispetto a ciò che dovrebbe davvero essere. Daddy issues, eh? Oh, good grief…
Non solo dovevano ancora allenarsi tanto, questi si stavano anche danneggiando da soli! Altro che un po’ di lavoro, qua c’era da sudare sette camicie!
 
“Okay, ecco fatto” dissi una volta finito di scrivere, per poi mettere via il quadernetto. “Le analisi sono complete e sono più o meno come mi aspettavo. Possiamo passare alla seconda e ultima fase di allenamento preparatorio di oggi.” Prima ancora che potessero farmi domande, alzai una mano verso i tre davanti a me. “Venite e attaccatemi con tutto ciò che avete.”
 
Di nuovo rimasero tutti sorpresi. “Senpai, sei sicuro?” mi chiese Kiba.
 
“Assolutamente. La mia analisi mi ha detto molte cose, ma la prova definitiva di quello in cui e come dovete migliorare la si ottiene con l’esperienza diretta. Pensate a me come avversario in modo analogo a quando mi avete affrontato nel Rating Game e poi andate oltre: cercate di vedermi come vedevate Kokabiel, ovvero un nemico che vi attacca con forza letale e al quale dovete dunque rispondere con forza letale. E vedete di stare attenti perché è quello che farò io.” Mi voltai poi verso Rias. “E qui viene anche l’allenamento di oggi per te: osservare.”
 
“Osservare?” ripeté lei interdetta.
 
“Esattamente. Osservare è fondamentale quando sei un leader perché ti aiuta a capire le capacità e le potenzialità sia degli alleati che dei nemici e ti permette così di ideare le strategie migliori per usare al massimo la forza tua e dei tuoi compagni contro gli avversari. Anche tu devi certo migliorare come combattente, ma prima di tutto devi farlo come stratega e leader, quindi per oggi concentrati solo sull’osservare me e i tuoi compagni, non dare ordini o suggerimenti e pensa a comprendere e memorizzare tutto ciò che puoi su di noi. Ti sarà fondamentale per il futuro, credimi.”
 
Rias divenne pensierosa per alcuni secondi, dopodiché mi rivolse uno sguardo risoluto. “Ho capito” dichiarò. “Farò come dici. E anche voi, miei amati servi, fate come dice. Affrontatelo senza trattenervi.”
 
Assumendo la stessa espressione di lei, Kiba, Koneko e Akeno annuirono all’unisono, per poi assumere una formazione a triangolo con i primi due davanti e la terza dietro. Kiba generò una delle sue spade demoniache tra le proprie mani, Koneko s’infilò i suoi mezzi guanti da combattimento e Akeno generò un cerchio magico che la vestì all’istante coi suoi abiti di sacerdotessa, mentre estendeva le sue ali e si alzava in volo. “Siamo pronti quando vuoi, Zayden-kun” disse a nome di tutti e tre.
 
“Perfetto. Sappiate che stavolta avrò un handicap diverso dall’altra volta: non userò né il Boosted Gear né gli attacchi di Ki a distanza e la magia. Oggi userò solo la mia arma preferita: il mio corpo con le sue arti marziali, compreso il vero Seishin-Do” risposi assumendo a mia volta una posizione di guardia.
 
La mia dichiarazione sembrò sorprendere gli altri. “Sei sicuro di volerti limitare così tanto, senpai?” mi chiese Kiba. “Dopotutto hai chiesto a noi di fare sul serio…”
 
“Ed è ciò che pretendo che facciate. Del resto…” Lasciai il mio Ki scorrere più forte intorno al mio corpo, al punto da creare un’aura scarlatta simile a fuoco, e liberai parte del mio istinto omicida, piegando di riflesso la bocca nel mio solito ghigno da battaglia. “…credete davvero che non sia sufficiente per dei pivelli come voi?”
 
Nonostante la tensione che il mio istinto omicida aveva suscitato in loro, fui lieto di vedere che sembravano aver dato più corda alla mia provocazione e dunque la loro risposta immediata fu di farsi più aggressivi a loro volta. Bene, era la risposta giusta a una palese minaccia. “Se la metti così, Zayden-kun…” mormorò Akeno liberando una gran quantità di fulmini dal suo corpo, la bocca piegata nel suo tipico sorrisetto sadico. “…allora non ti dispiacerà se ti diamo una bella sculacciata anche in nome della precedente sconfitta, vero?”
 
Allargai il mio ghigno. “Se pensate di esserne capaci, accomodatevi…”
 
*
 
Rias POV:
 
Nel giro di un battito di ciglia, lo scontro ebbe inizio: Akeno fece piovere una serie di fulmini su Zayden, mentre Yuuto e Koneko corsero in direzioni opposte per circondarlo e prepararsi ad attaccarlo ai lati o anticiparlo nel caso avesse provato a schivare. Per quanto non mi piacesse rimanere ferma senza poter intervenire per aiutare i miei amati servi, sapevo bene che dovevo allenare la mia mente prima ancora del mio corpo o del mio potere, perciò feci come ordinatomi da Zayden e rimasi ad osservare tentando fin da subito di pensare a quale sarebbe stata la sua prossima azione. Cosa sceglierà? Eviterà l’attacco di Akeno e affronterà così Yuuto o Koneko, o lo bloccherà sul posto erigendo una difesa totale?
I miei occhi si fissarono su Zayden e rimasi sorpresa e confusa nel vederlo fermo sul posto e intento a muovere le braccia in piccoli cerchi davanti a sé, coi palmi aperti e rivolti verso i suoi avversari. Aguzzando la vista, notai che la sua aura o Ki si stava concentrando proprio intorno alle sue estremità, in modo non dissimile da come prima aveva usato quella tecnica, il Bunseki; tuttavia stavolta l’energia sembrava più intensa… No. Forse focalizzata?
I fulmini ormai l’avevano quasi raggiunto e, anche se sapevo che non sarebbero bastati a ucciderlo, non potei evitare di preoccuparmi per lui. Che vuole fare?
 
Mizu No Budo…” Lo sentii mormorare nel momento stesso in cui il primo fulmine entrò in contatto con uno dei suoi palmi. “…Nagareru Kawa.
 
L’istante successivo avvertii distintamente i miei occhi dilatarsi per la sorpresa quando la saetta parve venire letteralmente assorbita dalla mano di Zayden e, in seguito, deviata dal suo movimento verso Koneko. La mia Torre, troppo vicina e colta di sorpresa da quell’attacco imprevisto, non poté evitarlo e venne folgorata e mandata a rotolare a terra con un rantolo di dolore.
Koneko! Non potei concentrarmi su di lei, però, perché subito dopo Zayden deviò allo stesso modo gli altri fulmini, reindirizzandoli tutti con rapide rotazioni delle mani verso Yuuto. Il mio Cavaliere, per quanto anche lui stupito, riuscì ad evitare tutti gli attacchi grazie ai suoi riflessi, tuttavia fu costretto a indietreggiare e così nemmeno lui poté pressare l’offensiva contro l’avversario.
 
“Koneko-chan! Perdonami!” sentì Akeno urlare. Guardandola, vidi un’espressione tra lo scioccato e il colpevole sul suo volto. Potevo capirla: anche se non era certo stata sua intenzione, erano stati comunque i suoi fulmini a ferire Koneko.
 
“Non-Non preoccuparti… Ce la faccio” rispose la mia Torre rialzandosi. Seppur traballante e coperta di ustioni, il suo volto si mostrava ancora deciso, per fortuna.
 
“Credo che voi non abbiate realizzato appieno cosa intendessi quando ho parlato delle mie limitazioni” La voce di Zayden richiamò la nostra attenzione. “L’altra volta ho usato Boosted Gear e magia, ma, se ci pensate su, vi ricorderete che non ho usato quasi nulla del vero Seishin-Do. Forse non sto usando il mio 100%, ma credetemi quando vi dico che probabilmente sarebbero state meglio le altre limitazioni per voi.” Il suo ghigno era più largo che mai e l’aura che circondava il suo corpo era ora visibile e simile a un velo scarlatto; in particolare, l’energia intorno alle sue mani pareva muoversi su sé stessa come se fosse stata un fluido. “Avanti, proseguiamo! Il vostro obiettivo è riuscire a colpirmi e ferirmi almeno una volta! Riusciteci e avrete vinto! Quindi forza e coraggio! Venite a me!”
 
Nonostante la sua evidente provocazione, fui lieta di vedere che i miei servi non si gettarono a testa bassa contro di lui, ma lo circondarono di nuovo per cercare un’apertura nella sua difesa. Dal canto suo, Zayden non partì all’attacco, ma continuò a rimanere fermo nello stesso punto, limitandosi a muovere ancora le braccia in cerchio intorno a sé; ancora una volta, non potei che rimanere confusa dal comportamento della sua aura, che pareva seguire i suoi movimenti come se stesse facendo dei circoli in uno specchio d’acqua. Anzi, pare proprio che la sua aura si comporti come se fosse acqua…
 
I miei pensieri vennero interrotti dalla nuova offensiva di Akeno, la quale usò la magia per scagliare stavolta una raffica di vento gelido, che congelò in pochi secondi il terreno lungo il suo tragitto verso Zayden. Quest’ultimo, però, incrociò le braccia in davanti e ruotò su sé stesso riallargandole nello stesso istante in cui completò la rotazione; quel movimento divise incredibilmente in due la raffica, disperdendola ai suoi lati come se le avesse messo davanti un muro. Sorpresi ma pronti questa volta, Yuuto e Koneko evitarono entrambi il vento deviato e si lanciarono contro l’avversario, con Yuuto che lo raggiunse per primo e tentò un fendente verso la sua gamba sinistra, ma Zayden mosse di nuovo il braccio in circolo e intercettò con il taglio della propria mano il piatto della lama del mio Cavaliere, frantumandola con la stessa facilità con cui avrebbe rotto un grissino. Subito dopo, sfruttando lo shock e la vulnerabilità di Yuuto, Zayden avanzò di un passo e gli piantò l’altro palmo in pieno ventre con un altro movimento fulmineo, sbattendolo a terra.
Fu allora Koneko a raggiungerlo e attaccarlo, ma Zayden deviò ogni suo pugno con un solo braccio, sempre usando movimenti rapidissimi e circolari che sembravano lasciare una luminosa scia rossa attraverso l’aria. Un’altra cosa che stavolta notai era che i colpi di Koneko non erano semplicemente deviati, ma sembravano quasi essere trascinati lungo la direzione del braccio di lui dalla sua energia, minacciando di sbilanciarla ad ogni contrasto. E fu proprio ciò che accadde in seguito: uno dei ganci della mia Torre venne talmente trascinato dalla difesa di Zayden che lei cadde in avanti e così finì dritta sulla traiettoria del ginocchio di lui, che le affondò nello stomaco e la fece piegare su sé stessa, poco prima che un calcio rovesciato la centrasse alla testa e la mandasse a rotolare per terra.
D’istinto, spostai lo sguardo verso Akeno e, come mi aspettavo, la vidi tentennare; era chiaro che volesse attaccare ancora per supportare gli altri, ma doveva giustamente avere paura che Zayden potesse deviare di nuovo i suoi attacchi contro di loro, come aveva fatto prima.
Che diavolo di tecnica è?!, cercai di analizzare ciò che stavo vedendo. Aveva detto Mizu No Budo quando ha iniziato quella tecnica di difesa e il comportamento della sua energia è cambiato da quel momento in poi… Il modo in cui la sua aura si muove e sembra deviare o catturare i colpi che tocca, come se fosse una corrente che trascina con sé gli oggetti che vi finiscono dentro, e il modo in cui i suoi movimenti passano con totale naturalezza dalla difesa all’attacco… Sembra davvero averla trasformata in acqua! No, non solo: il suo stesso corpo pare muoversi come acqua! Eppure non è magia, lo vedo chiaramente: non sta usando nulla se non la sua sola energia per produrre quest’effetto. In più non funziona solo con attacchi fisici, ma anche con armi o incantesimi allo stesso modo! Mai visto niente del genere, è chiaramente un’abilità unica del Seishin-Do… Una difesa a tutto tondo che si trasforma all’istante in una potente offensiva. Incredibile… Come si può superare qualcosa del genere?
 
“Beh? Già finito, ragazzi? Lo sapete che vi sto mettendo in crisi con un’unica tecnica, vero?” Zayden li schernì di nuovo, saltellando sul posto. Pareva quasi un’atleta impegnato in un riscaldamento pre-gara piuttosto che in un combattimento. Come sempre, la sua abilità di provocazione era fastidiosamente efficace. “State pensando e comportandovi in modo troppo semplice e prevedibile, dovete uscire un po’ dagli schemi e sfoderare qualcosa di nuovo! Akeno, continui a preoccuparti troppo dei danni collaterali dei tuoi colpi, concentrati di più sul supporto se non puoi evitarli! E smettila di usare attacchi così dispersivi, non ci vuole nulla a respingerli! Il fulmine è l’elemento più caotico esistente, devi focalizzarlo meglio e metterci più energia se vuoi che sia davvero efficace! Koneko, se l’avversario è superiore fisicamente, non continuare ad attaccare allo stesso modo, cambia schema o stile di combattimento e punta ai suoi punti deboli! Vedo solo pugni e calci da te, il corpo a corpo è molto di più! Kiba, sei serio? Ancora usi le tue normali spade dopo il nostro precedente scontro e i tuoi ultimi miglioramenti? Non prendermi in giro e fai sul serio! Usa il Balance Breaker o quest’allenamento non avrà avuto senso per te!”
 
Rimasi interdetta. Prima li provoca pesantemente e poi li istruisce uno per uno con la severità e lo zelo di un vero insegnante… Seriamente, la sua bipolarità sembra peggiorare ogni giorno che passa, pensai con un sospiro, anche se in seguito mi lasciai sfuggire un sorriso. Ma sono contenta di vedere che, a modo suo, si sta impegnando per aiutarli sul serio.
 
Le sue parole rinvigorirono anche i miei adorati servi, dato che si fecero chiaramente più determinati e le loro posizioni si rafforzarono. Yuuto, in particolare, alzò l’impugnatura della sua spada spezzata in aria esclamando: “Hai ragione e ti chiedo scusa, senpai. Non devo né posso permettermi di trattenermi in questo modo! Quindi ora ti darò il mio 100%! Sword Birth Balance Break! Sword of Betrayer!”
In un bagliore di luce bianca e nera, la spada rotta del mio Cavaliere si trasformò nella Spada Sacra Demoniaca acquisita nello scontro contro Kokabiel e le Excalibur, che venne subito brandita contro Zayden. “Akeno-san, Koneko-chan! Io aprirò la strada, voi attaccate appena vedete un’apertura!”
Non appena Akeno e Koneko assentirono, Yuuto si scagliò in avanti con tutta la sua velocità e sferrò una serie di fendenti verso corpo e testa di Zayden, il quale riuscì di nuovo a deviarli tutti con la sua tecnica di difesa, tuttavia stavolta la spada resistette a ogni colpo senza spezzarsi o incrinarsi. Yuuto cambiò allora strategia e prese a muoversi intorno a lui, sferrando un attacco e poi spostandosi subito dopo su un’altra parte del corpo di Zayden per colpire con un attacco diverso. Zayden bloccava sempre tutto senza troppe difficoltà, ma rispetto a prima notai che non sembrava più riuscire a trascinare con sé i colpi del mio Cavaliere, o almeno non con la stessa efficacia.
 
Ma certo, realizzai dopo un’osservazione più attenta dello scontro in atto. Yuuto sta usando la sua velocità e i suoi riflessi non solo per pressarlo da più direzioni diverse, ma anche per ritrarre la spada appena entra in contatto con la difesa di Zayden, in modo da evitare che possa essere trascinata dalla sua aura. Inoltre, così facendo, sta testando i limiti della sua difesa per trovare una possibile apertura. Ancora una volta, non potei non sentire un moto di orgoglio verso di lui. Sei cresciuto davvero, Yuuto.
Ero così presa che quando l’acuto tintinnio metallico della spada risuonò nell’aria, quasi non me ne accorsi; mi ci volle un secondo di più per realizzare che Zayden, invece di deviarla per l’ennesima volta, aveva appena afferrato al volo la lama di Yuuto con le dita della mano sinistra, bloccandola in modo talmente secco e improvviso da fermare il mio Cavaliere e sbilanciarlo vistosamente.
 
“Meglio…ma sempre troppo ingenuo!” disse il Sekiryutei alzando di scatto la gamba destra e calciando violentemente Yuuto nello stomaco. Quest’ultimo venne spinto indietro e rimase piegato su sé stesso per il dolore, respirando con visibile fatica. “Continui a usare le tue spade in modo troppo banale e limitato, come fossero semplici strumenti che impugni, non parte del tuo corpo! Devi sentire la spada non come tua e basta, ma come se fosse te! Non c’è un punto dove inizia la spada e finisci tu o viceversa per i veri spadaccini! Tu sei la spada e il tuo strumento e quindi tu sai cosa puoi fare e cosa no! Santo cielo, hai una Sacred Gear con un potenziale di possibilità forse illimitato e la usi come stessi affettando la carne dal macellaio… Per non parlare della tua tecnica.” Lo vidi riprendere il suo solito ghigno mentre indicava la spada di Yuuto. “Sai, la tua abilità attuale…è appena sopra il principiante, al massimo.”
 
Non era da Yuuto farsi prendere dalla rabbia per semplici provocazioni, ma questa volta potei vedere una seria indignazione farsi strada tra i suoi lineamenti. “…Stai dicendo che sono un dilettante?”
 
“Al momento? Assolutamente.”
 
Fermo, Yuuto! Non assecondarlo!, pensai notando la sua ostilità crescente. Il mio Cavaliere era normalmente un tipo molto umile e modesto, tuttavia, se c’era qualcosa in cui aveva sempre riposto molto orgoglio, era proprio l’arte della spada insegnatogli dal Cavaliere di Oniisama, Souji-san. Certo, Yuuto stesso mi aveva sempre detto che doveva ancora migliorare molto con le sue abilità, ma sentirsi dire con tanta schiettezza che era appena sopra al livello di un principiante era un affronto decisamente pesante, che metteva anche in discussione ciò che gli era stato insegnato, ed era chiaro che non aveva intenzione di tollerarlo. Tuttavia, in questo modo, avrebbe fatto solo il suo gioco!
Come temevo, Yuuto si rimise in piedi e, con un’espressione granitica, si riscagliò contro Zayden brandendo la sua spada. Spostai subito gli occhi verso quest’ultimo e notai la sua espressione farsi lievemente delusa mentre le sue braccia riprendevano i loro movimenti circolari. No, non farlo! Non caricare a testa bassa! È una trappola!
 
Inaspettatamente, proprio un attimo prima che Yuuto entrasse nel raggio d’azione di Zayden, invece di sferrare un attacco con la spada in pugno, egli si accucciò e poggiò fulmineo la mano libera per terra. Subito dopo, Zayden spalancò sorpreso gli occhi e saltò indietro, appena in tempo per evitare le multiple Spade Sacre Demoniache che spuntarono dal suolo dove prima si trovava. Fu allora che Yuuto urlò: “Adesso!”
Un cerchio magico si formò proprio sotto i piedi di Zayden nel momento stesso in cui questi riatterrò dal salto precedente e generò uno strato di ghiaccio che ricoprì il suo corpo, congelandolo completamente in pochissimi istanti. Voltandomi verso il cielo, vidi Akeno con le mani alzate e avvolte da un identico cerchio magico.
 
Stavolta ero rimasta davvero scioccata. Com’è riuscita a generare un blocco di ghiaccio del genere? Per quanto Akeno sia brava con la magia, non è il suo elemento migliore, non dovrebbe riuscire a creare un incantesimo così forte in così poco tempo… A meno che non lo stesse caricando già da prima! Ma certo! Quando Yuuto ha detto a lei e Koneko di approfittare della prima apertura creata da lui, Akeno deve aver usato il tempo a disposizione per preparare il suo prossimo incantesimo, così da essere pronta a scagliarlo all’istante appena ne avesse avuto la possibilità. E invece di un incantesimo diretto e offensivo, che avrebbe potuto essere deviato o respinto come in precedenza, ne ha usato uno che funzionasse come una trappola e lo bloccasse in modo che non potesse difendersi. Ora l’unica cosa che rimane da fare è… Un movimento attirò il mio sguardo e vidi Yuuto e Koneko che caricavano insieme la prigione di ghiaccio in cui Zayden era bloccato. Stavolta non avrebbe potuto fare nulla per fermarli. Quella vista mi increspò le labbra in un ampio sorriso. Avete finto di abboccare all’amo per ritorcere la situazione a vostro favore. Non potrei essere più fiera di voi, miei amati servi…no, miei compagni e famiglia.
Quasi simultaneamente, la spada di Yuuto e il pugno di Koneko fecero per abbattersi sul blocco di ghiaccio. Considerato che era stato generato da poco e la padronanza magica di Akeno, la sua rottura improvvisa non avrebbe ucciso o ferito gravemente Zayden, ma gli avrebbe comunque lasciato un danno discreto, sufficiente a vincere quello scontro simulato. Forza, potete farcela!, li incoraggiai nel momento in cui i loro colpi impattarono sul ghiaccio.
 
L’istante successivo, venni abbagliata da un’accecante luce rossa che si sprigionò dalla violenta esplosione del blocco ghiacciato e fui anche costretta a ripararmi dietro le braccia quando l’onda d’urto scaturita m’investì. Ma cosa…?!
Quando riaprii gli occhi e abbassai le braccia, vidi sconvolta Yuuto e Koneko rantolanti a terra, entrambi con gli abiti strappati e bruciacchiati in più punti ed evidenti ustioni e ferite sulla pelle sottostante, e in mezzo a loro vi era una sfera vorticante di aura scarlatta, circondata da un raggio di terreno bruciato e spianato di almeno tre metri. Con un rumore simile a un misto tra un fruscio e una scarica elettrica, la sfera svanì rivelando uno Zayden completamente illeso e con un sorriso curiosamente soddisfatto in volto. Nemmeno un graffio?! Ma che è successo?! Cos’ha fatto?! Quella sfera… Se non sbaglio, era la tecnica difensiva che chiamava Kham, ma non l’aveva attivata prima di essere congelato!
 
“Fiuuu… Questo è stato un bel progresso!” esclamò Zayden passandosi una mano sulla fronte. L’unica cosa cambiata erano i vestiti lacerati e rovinati in alcuni punti, ma niente che potesse valere come un vero danno subito. “Stavolta non solo avete intuito il punto debole del Nagareru Kawa, ma avete anche elaborato un piano funzionante per cercare di mettermi fuori combattimento. Devo ammetterlo, se non avessi concentrato il mio Ki intorno al mio corpo nel momento in cui sono stato costretto a balzare indietro, sarei rimasto congelato per davvero e mi avreste inferto un danno non indifferente. Bravi! Finalmente avete usato la testa e il gioco di squadra come si deve!”
 
Il complimento era genuino e sincero, tuttavia non potei biasimare il fatto che nessuno dei miei servi sorrise in risposta. Alla fine, anche il loro ultimo attacco era stato del tutto inefficace e, per giunta, Yuuto e Koneko erano rimasti feriti seriamente dall’esplosione di energia. “…Come, senpai? Come hai fatto a liberarti in quel modo?” Yuuto fu il primo a domandare ciò che probabilmente ci chiedevamo tutti. “Non avevi assunto la posizione per il Kham prima di essere colpito, quindi come hai fatto a usarlo?”
 
La bocca di Zayden si riallargò in un piccolo ghigno. “Ti rispondo con un’altra domanda: cosa ti fa pensare che non fossi in posizione per usarlo? Ti sei basato su ciò che hai visto dai miei usi precedenti, vero?” Rimanemmo tutti sorpresi a quelle parole. “Proprio così. Il Kham non è come le altre tecniche, non ha una vera e propria posizione di utilizzo. Quella che mi avete visto usare le altre volte è semplicemente quella più comune che usiamo perché la concentrazione preliminare del Ki in mezzo alle mani permette una sua più rapida attivazione. Tuttavia, in realtà, mi basta concentrare al massimo il mio Ki intorno a una parte qualsiasi del mio corpo per poi rilasciarlo in un colpo per poterlo attivare, a patto che abbia un controllo sufficiente su di esso, naturalmente. Ed è ciò che ho fatto qui: ho concentrato la mia aura intorno al mio corpo quando ho schivato le tue spade in preparazione a un possibile secondo attacco e questo mi ha permesso sia di rimanere cosciente e attivo all’interno del ghiaccio, sia di attivare il Kham con qualche secondo extra di concentrazione. È stata un po’ una scommessa perché, se fossi stato più lento di voi, avrei sicuramente accusato il colpo, ma in certi casi non si può fare altrimenti.”
 
Mentre parlava, vidi Yuuto e Koneko rialzarsi con una certa fatica e Akeno che preparava altra energia per un nuovo attacco; dovevano star sfruttando la sua spiegazione per riprendersi, oltre che per capire le sue mosse. Astuti.
Tuttavia, qualcosa era cambiata: non solo ora erano chiaramente feriti, ma avevo la sensazione che il combattimento stesse per cambiare ancora.
Capii in fretta che non mi sbagliavo, visto che, dopo che ebbe finito la spiegazione, l’atteggiamento di Zayden cambiò del tutto: il suo sguardo si fece più duro e il ghigno più marcato. “Bene, ora però si cambia tipo di gioco” disse assumendo una nuova posizione, con le braccia allargate verso l’esterno e le dita delle mani piegate a mo’ di artigli. La sua aura parve cambiare di nuovo caratteristiche e divenne più rapida e vorticante, simile a una corrente d’aria. “Finora mi sono limitato a difese e contrattacchi… Ora invece sarò io ad attaccare. Kaze No Budo: Hariken No Shomen!”
 
Con quell’urlo, Zayden tirò indietro e riallargò le braccia all’esterno a incredibile rapidità e, dai suoi palmi aperti, partirono due ondate d’energia scarlatta simili a vere e proprie folate di vento incredibilmente violento. Yuuto cercò di evitarlo con uno scatto laterale, però, essendo ancora indebolito dal colpo precedente, non riuscì a muoversi abbastanza in fretta e venne colpito in pieno e scagliato lontano; Koneko invece incrociò le braccia davanti a sé e tentò d’incassare l’attacco, ma la forza sprigionata si rivelò comunque eccessiva e così anche lei venne sbalzata indietro.
In quel momento, Akeno scagliò un potente fulmine contro di lui approfittando del fatto che fosse scoperto, ma Zayden sferrò in risposta un altro colpo di palmo che generò una nuova ondata, respingendo senza problemi la saetta. Il Sekiryutei non si fermò lì: correndo in avanti, si portò proprio sotto ad Akeno, sempre respingendo ogni fulmine da lei scagliato con la sua tecnica, e allora aprì due ampie ali di drago dalla schiena, dandosi con esse una potente spinta che lo portò alla stessa altitudine della mia Regina. Vidi Akeno, chiaramente scioccata, creare d’istinto davanti a sé una barriera difensiva, ma Zayden non vi badò e affondò le dita della mano, ora aperta a taglio su di essa, mentre urlava: “Kaze No Budo: Kuchu Hassha!”
 
Ciò che accadde in seguito fu veramente insolito: tutta l’aura di Zayden lasciò il suo corpo per concentrarsi intorno alla sua sola mano e formare una vorticante trivella di vento ed energia scarlatta, che penetrò in un istante la barriera di Akeno e mirò dritto verso la sua gola. Un momento, ma così…! “Zayden, FERMO!” mi ritrovai ad urlare notando di sfuggita lo sguardo ora pieno di paura della mia migliore amica. “La ucciderai!”
Invece, all’ultimo istante, la mano di Zayden si aprì e le impattò con forza sulla parte di petto appena sopra il seno; subito dopo, l’energia prima concentrata intorno la sua mano si disperse nella direzione opposta e creò così un effetto propulsivo che spedì entrambi verso terra, dove si schiantarono con sufficiente violenza da spaccare il terreno e sollevare un enorme polverone. Quando questo si diradò, potei vedere Akeno a terra e Zayden sopra di lei che la teneva bloccata al suolo, la mano destra ancora pressata sul suo petto e la sinistra che le bloccava le mani sopra la testa. Gli abiti della mia Regina erano ora strappati e sporchi, ma a parte il fiato corto e diversi lividi, sembrava stare bene.
 
“Rias, rilassati. Non ho mai avuto intenzione di uccidere o mutilare nessuno, lo sai. Abbi fede quando dico che ho tutto sotto controllo” disse Zayden senza guardarmi. “Riguardo a te, Akeno, ecco il problema che prima mi aveva fatto percepire in modo insolito il tuo corpo: per dirla in breve, è molto più debole di quello che sembra.”
 
“…Debole?” ripeté Akeno, chiaramente spiazzata, al punto che non pareva nemmeno badare alla posizione in cui ancora si trovava. Io stessa, tuttavia, non potei non rimanere perplessa da quelle parole. “Che intendi?”
 
“Quello che ho detto. Il tuo aspetto fisico e la tua identità di Regina dovrebbero suggerire un’ottima prestazione fisica, pari alla forma… Ma non è così. I tratti di Torre e Cavaliere del tuo pezzo di Regina sono sottosviluppati rispetto a quello di Alfiere e questo si riflette sul tuo fisico e sulle tue abilità. Potrai anche avere un corpo mozzafiato, ma in realtà non è affatto in linea con le sue effettive capacità, tantomeno col suo potenziale. Rispetto alla media dei diavoli che ho conosciuto e affrontato in passato, la tua magia è notevole, ma le tue altre abilità non lo sono affatto. Me n’ero accorto anche al nostro precedente scontro nel Rating Game, adesso però ne ho avuto la totale conferma. Come Regina dovresti avere tutti i tuoi tratti principali sullo stesso livello, o almeno a livelli simili, invece sei ben più lenta di Kiba e più debole di Koneko” Detto questo, la lasciò andare e si rialzò tirando su anche lei con sé.
 
Il volto di Akeno rimase stupito per un paio di secondi, poi divenne cupo. “…Stai dicendo che il mio corpo è fragile?” domandò, una chiara nota offesa nella voce.
 
“Parlandoci sinceramente? Sì. Che ti piaccia o no, al momento il tuo aspetto e la tua forma fisica sono solo un risultato del tuo sangue e della tua natura sovrumana, non di puro allenamento. Hai pensato troppo a sviluppare le tue arti magiche e troppo poco il resto. Anche se, in realtà, persino la tua magia non è sviluppata affatto quanto dovrebbe” replicò Zayden con la sua solita schiettezza.
Erano parole dure e severe, tuttavia Akeno sembrò considerarle sinceramente e io stessa dovetti accettare che non erano lontane dalla realtà, né per lei…né per me. Anch’io mi ero troppo esercitata sulla mia magia e il Potere della Distruzione e non abbastanza sul resto.
 
“Tu sei mai gentile con qualcuno, Zayden-kun?” La domanda successiva di Akeno mi sorprese, come anche l’espressione fredda che ora gli stava rivolgendo. Che le era preso? Potevo capire che non fossero parole facili, ma non erano state pronunciate con cattiveria. Perché sembrava sinceramente arrabbiata?
 
“Mi è stato spesso detto che non sono una persona gentile e sinceramente sono d’accordo. O semplicemente preferisco dire la cruda verità e non perdo tempo con chi non vuole ascoltarla” rispose lui, altrettanto freddo. Subito dopo, si voltò verso me, Yuuto e Koneko, i quali si erano intanto rialzati. “Può bastare così, venite qui! Ho un’ultima cosa da darvi per concludere l’allenamento di oggi.”
 
Seppur ancora preoccupata per quell’ultimo scambio, mi avvicinai a lui con i miei servi accanto. “Di che cosa si tratta?” gli chiesi.
 
“Ora vedrete. Prima però vi chiedo: sapete cosa sono i Tan T’ien?” Tutti lo guardammo confusi e negammo. “I Tan T’ien, chiamati anche i Tre Tesori della vita, sono i tre principali nuclei di energia del corpo, quelli che regolano principalmente la circolazione del Ki e che permettono un suo migliore sfruttamento nonché un aumento delle proprie capacità. Sono nell’ordine Tan T'ien inferiore o Jin Chi, che rappresenta l'essenza, Tan T'ien mediano o Chi, che rappresenta la vitalità, e Tan T'ien superiore o Shen, che rappresenta la coscienza. Essi possono essere immaginati come delle dighe che controllano il fiume interno dei nostri corpi rappresentato dalla nostra forza spirituale, quella che chiamiamo aura o Ki, e hanno aperture variabili a seconda della razza considerata e delle sue capacità di controllo e uso dell’energia. In breve, più i Tan T’ien sono aperti, più il flusso circolatorio del Ki è attivo e le proprie abilità fisiche e magiche sono alte e potenzialmente sviluppabili al loro limite massimo. Gli umani sono solitamente quelli coi Tan T’ien più chiusi perché i loro corpi non sono tipicamente in grado di sostenere il pieno del loro potenziale, ecco perché sono normalmente capaci di usarne solo il 20%. Tale apertura varia a seconda di quanto la razza considerata sia potente e in grado di sfruttare al meglio il suo Ki, ma in ogni caso, solo quando i Tan T’ien sono aperti del tutto, è possibile usare il 100% del proprio potere.”
 
Rimanemmo tutti sorpresi da quella spiegazione. In quel momento, realizzai una cosa: “Quindi è questo che hai fatto durante l’allenamento con Blake-san? Hai allenato il tuo corpo mentre al contempo riaprivi i tuoi Tan T’ien per massimizzare le tue capacità?”
 
“Exacta!” esclamò lui rivolgendomi un sorriso tutto denti. “Come vi dissi, quando mi avete incontrato la prima volta, avevo chiuso per buona parte i miei Tan T’ien in modo da emanare meno energia del normale e passare inosservato agli occhi delle creature non umane, o almeno della maggior parte di esse, ecco perché ero così debole rispetto a ora. Adesso invece sono riaperti del tutto e questo mi permette di sfruttare appieno tutte le mie abilità. Tenete conto che un umano normale coi Tan T’ien completamente aperti e senza allenamenti particolari può eguagliare le capacità dei diavoli di Bassa Classe, quindi immaginate quanto può aumentare la forza in uno ben allenato, oppure in una razza già per natura con abilità sovrumane.”
 
Non stentavo a crederlo. Se era vero che la maggior parte delle razze esistenti aveva normalmente i suoi Tan T’ien chiusi e il potenziale limitato, poterlo sbloccare appieno doveva sicuramente garantire un aumento di potere impressionante.
 
“Però, se sono dei centri di controllo, la loro apertura non dovrebbe essere anche un problema sul lungo termine?” chiese Akeno. “A quanto ne so, dopotutto, gli umani non possono usare il loro 100% proprio perché i loro corpi non saprebbero sopportarlo a lungo e finirebbero distrutti o danneggiati seriamente. Non sarebbe lo stesso per le altre razze?”
 
“Dici bene, infatti” rispose Zayden. “Il problema è che i Tan T’ien hanno appunto il compito di limitare l’aura in modo che la sua piena potenza non danneggi lo stesso corpo che la ospita. In questo, tutte le razze sono uguali, comprese quelle legate agli dei: se non hanno una sufficiente preparazione o allenamento, la massima forza del loro Ki è qualcosa che i loro corpi non possono sopportare o usare appieno per molto tempo. Razze più potenti possono sopportare un’apertura maggiore, ma la completa è un’altra storia. Quello che però molti non sanno è che i Tan T’ien si aprono un po’ di più ogni volta che una persona supera i suoi limiti e si rafforza, per questo allenamenti e battaglie sono tanto importanti: più uno impara a usare meglio le sue capacità e diventa forte, più il potenziale pieno del suo corpo diventa accessibile. Per questo, i Tan T’ien tendono a essere totalmente aperti in coloro che si sono impegnati al massimo e proprio perché sono arrivati a quel punto tramite fatica e volontà, i loro corpi sono diventati abbastanza forti da poter sfruttare senza rischi il 100% della loro forza. Tutti gli esseri più forti del mondo sono in questo stato.”
 
“E tu, senpai?” domandò Kiba. “Hai raggiunto anche tu il tuo pieno potenziale? Per questo puoi tenerli aperti senza problemi?”
 
“Non esattamente. Sono vicino alla mia forza massima, ma solo per quanto riguarda il mio limite attuale. Tutti possono ancora crescere anche dopo aver sbloccato il 100% del loro potere, se hanno la volontà e la forza d’animo per farcela. Come si usa dire: i limiti sono solo quelli che ci poniamo noi, si può sempre andare oltre. Oltre a questo, noi praticanti del Seishin-Do, in particolare, abbiamo ottenuto le nostre conoscenze e la nostra tecnica marziale da Kundalini, il primo e forse unico dio ad aver raggiunto un controllo pressoché perfetto sul suo Ki e anche il primo ad aver scoperto tutti i segreti dei Tan T’ien e dei Centri del Chakra. Grazie a questa pratica marziale, abbiamo imparato ad aprire progressivamente i nostri Tan T’ien e a controllare il flusso del Ki in modo che migliori gradualmente le nostre capacità nella direzione che desideriamo e liberi appieno il nostro potenziale. Normalmente, infatti, il Ki nei nostri corpi, man mano che diventiamo più forti, tende a rafforzare le capacità che prediligiamo in modo inconscio. Per esempio, in coloro che mirano a essere veloci, si concentrano sulla velocità, mentre in coloro che vogliono essere forti su forza e resistenza. Questo, però, va a scapito delle altre capacità perché il miglioramento è appunto inconscio, segue le preferenze e le abitudini del soggetto e le sviluppa il più possibile, mentre le altre risultano inevitabilmente più deboli. Kundalini e i suoi allievi, sia passati che attuali, sono stati i primi e ancora oggi gli unici o quasi ad aver imparato a controllare a tal punto il flusso del Ki da saperlo guidare in modo più conscio che non, così hanno tutti potuto scegliere volontariamente come e in cosa aumentare, senza affidare tutto al semplice corso naturale delle cose. Questo è ciò che ho fatto anch’io. Certo, cercare di bilanciare il tutto vuol dire inevitabilmente non specializzarsi in nulla e dunque essere inferiori nelle singole abilità rispetto a chi si specializza, ma è inevitabile. Ognuno deve migliorare nel modo che preferisce e sente a sé più congeniale. Ma adesso sto divagando. Torniamo a voi.” I suoi occhi si fissarono sui miei servi. “In quanto diavoli, ovvero esseri sovrumani, i vostri Tan T’ien sono già parzialmente aperti e continueranno ad aprirsi col passare del tempo se persisterete negli allenamenti… Tuttavia, se intendete migliorare in tempi più veloci del normale e soprattutto avere accesso al massimo del vostro potenziale, bisognerà…diciamo ‘ritoccarli’ un pochino. Per farla breve, userò il mio Ki per colpirli e stimolarli in modo da accelerare la loro apertura e permettervi così di migliorare e raggiungere più rapidamente il vostro pieno potere e andare poi anche oltre. Adesso è il momento ideale perché avete combattuto seriamente e il vostro flusso del Ki è diventato più attivo, quindi la loro apertura sarà facilitata, ma vi avverto subito: vi farà un po’ male e, soprattutto, non sentirete effetti se non tra qualche giorno, il tempo necessario perché il vostro corpo inizi a metabolizzare l’aumento del flusso.”
 
Non disse altro e capimmo che ci stava chiedendo il permesso di procedere. Guardai gli altri e tutti annuirono con sguardi determinati, così capii che non servivano altre parole se non: “Procedi pure.”
 
“Va bene. Kiba, Koneko, Akeno, mettetevi davanti a me e datemi le spalle, per favore. E stringete i denti. Non farà male per tanto, ma finché durerà, non sarà piacevole.” Subito dopo, lo vidi muovere le mani fulmineo e colpire con indice e medio destri tre punti sulla loro colonna vertebrale: sull’addome, più o meno all’altezza dell’ombelico, sul torso, circa in corrispondenza del cuore, e sulla testa, sul punto dove frontalmente doveva trovarsi il centro delle sopracciglia.
Akeno, Yuuto e Koneko traballarono un attimo per la forza dei colpi, ma poi crollarono in ginocchio tenendosi le braccia strette intorno al corpo o artigliando il terreno, mentre gemevano e digrignavano i denti. Quella vista mi fece stringere il cuore in una morsa orribile e mi inginocchiai subito davanti a loro, cercando di parlargli incoraggiante e fargli sentire il mio sostegno il più possibile. Rivolsi anche uno sguardo verso Zayden, ma lui si limitò a scuotere la testa in un silente ma chiaro messaggio: non si può fare altrimenti, ora si può solo aspettare.
 
Soffocai il senso d’impotenza e cercai di concentrarmi solo sui miei amati servi, la mia famiglia, avvolgendoli nelle mie braccia e stringendoli a me. Li sentii stringersi con forza a me di rimando, come naufraghi tratti in salvo dalle onde del mare, e cercai di usare anche la mia aura per produrre un effetto calmante e far sentire loro il mio sostegno e il mio affetto per loro. Tenete duro! Andrà tutto bene!, cercavo di dirgli, più con le azioni che con le parole.
Alla fine, dopo quasi due minuti, li sentii rilassarsi tra le mie braccia e smettere di gemere; mi tirai indietro per guardarli: tutti e tre avevano il respiro corto ed erano madidi di sudore, come in preda a una forte febbre, tuttavia non vacillavano più. “Come vi sentite?” non potei non chiedere, preoccupata.
 
“…Non è stato decisamente piacevole…” Akeno fu la prima a rispondermi con voce stanca, tuttavia mi rivolse presto il suo solito sorriso. “Ma…non è nulla che non abbia già provato. Sto bene, Rias.”
 
“…Anch’io. È stato terribile all’inizio…ma rispetto a quando sono morto avvelenato, non era niente. Non preoccuparti, Buchou. Staremo bene” disse poi Kiba, anche lui ansimante ma sorridente.
 
“…Ha fatto male…ma era necessario…così almeno potremo diventare più forti per te, Buchou, e per noi” mormorò Koneko, riportando a fatica il respiro sotto controllo e rivolgendomi uno dei suoi rari sorrisi.
 
Gli occhi mi pizzicarono per un secondo, ma lo repressi e li strinsi invece ancora più forte a me. “Non mi stancherò mai di dirlo: voi siete davvero il mio più grande tesoro… La mia famiglia.”
Ci separammo poco dopo e, seppur con un po’ di fatica, li vidi rialzarsi e rimanere stabili con sguardi incoraggianti. Meno male, pensai rialzandomi a mia volta e voltandomi verso Zayden, il quale era rimasto a guardarci in silenzio con un’espressione così nostalgica che mi lasciò stupita. Era come se stesse fissando un lontano ricordo, uno molto intenso. “…Zayden? Stai bene?”
 
“Hm? Oh sì… Nessun problema, tranquilla” mi rispose lui recuperando in fretta il sorriso, ma il suo momento di esitazione non mi era sfuggito. “Comunque abbiamo finito per oggi, quindi, appena si saranno del tutto ripresi, potremo procedere con la pulizia della piscina che avevi in programma. Non dovrebbe volerci più di un’oretta.”
 
“Zayden” mi voltai verso di lui e lo fissai con la massima intensità di cui ero capace. C’era assolutamente una cosa che volevo che facesse, una cosa necessaria per me. “Aspetta. Voglio che apri anche i miei Tan T’ien, come hai fatto con loro.”
 
Il suo sorriso sparì, sostituito da un’espressione perplessa. “Perché tanta fretta? Non c’è bisogno di farlo ora per forza, anzi sarebbe prematuro. Quando la prossima volta allenerò anche te, li aprirò. Come ho detto, è più facile farlo quando il flusso di Ki è stimolato dallo scontro.”
 
“Più facile, non impossibile, giusto? Allora fallo, per favore.”
 
Il suo volto divenne granitico. “Ho detto che è meglio di no. Perché ci tieni tanto che lo faccia ora?”
 
“Lo so che oggi io avevo un allenamento diverso dal loro, ma non posso fare a meno di pensare che, pur essendomi impegnata a osservare e analizzare tutta la battaglia, io non abbia faticato o sofferto neanche lontanamente quanto loro e questo non posso accettarlo.” Mi misi davanti a lui e sostenni il suo sguardo senza battere ciglio. “In quanto loro Re, anch’io devo condividere quelle pene e crescere con loro. Se sarà più difficile per me sopportarlo perché non sono in uno stato attivo come dici tu, tanto meglio: avrò sopportato un minimo di quello che hanno sopportato loro.”
 
“Rias…” Mi voltai e vidi Akeno, Yuuto e Koneko guardarmi con espressioni sorprese ma grate. Era stata Akeno a parlare. “Siamo felici che vuoi fare una cosa del genere per noi e che vuoi migliorare così tanto, ma è meglio se stavolta lo ascolti. Credo abbia delle buone ragioni per dire di no.”
 
“È così.” Mi rigirai verso Zayden, stupita dalle sue parole. “Ammiro la tua determinazione e il tuo desiderio di condividere pene e fatiche della tua squadra, sono ottimi segni da leader… Tuttavia, toccare i tuoi Tan T’ien non è una buona idea al momento.”
 
“Perché? Perché l’apertura dei miei Tan T’ien è diversa dalla loro? È forse legato al potere del Drago Celeste che mi hai donato?”
 
Sentii i miei compagni trasalire dietro di me e, per mia segreta soddisfazione, vidi che anche l’espressione di Zayden era divenuta stupefatta. “…Come facevi a saperlo? O, per caso, l’hai capito adesso?”
 
“Entrambe, a dirla tutta. Fin da quando mi hai donato quella gemma e l’hai fusa con la mia aura, ho avuto l’impressione che quest’ultima stesse cambiando e crescendo e, dopo lo scontro con Kokabiel, nonostante avessi usato tutta l’energia contenuta all’interno di essa, mi sono sentita più forte di quanto non fossi prima. Un cambiamento molto piccolo, quasi impercettibile, ma l’ho sentito e questo mi ha fatto pensare che, anche se si stava adattando e fondendo alla mia aura, era improbabile che qualcosa di potente e fiero come l’energia di un drago capace di uccidere gli stessi dei potesse unirsi a me senza cambiarmi in qualche modo. E adesso che ci hai spiegato la teoria dietro i Tan T’ien e come essi siano legati alla crescita di un individuo, ho semplicemente provato a fare due più due. Anche se ora si è esaurito, quel potere ha comunque rafforzato la mia aura e ampliato l’apertura dei miei Tan T’ien, giusto?”
 
“…Sì, esatto. Davvero brava. Non credevo saresti riuscita ad accorgertene così in fretta, ma a quanto pare hai prestato più attenzione a te stessa di quanto immaginassi. Complimenti, Rias.” L’espressione di Zayden cambiò di nuovo in un ampio sorriso, talmente soddisfatto che mi sorprese. L’avevo visto poche volte così contento. Quel sorriso, però, si spense rapido com’era apparso. “Perciò ti chiedo anche di capire perché ho rifiutato. È un altro dei motivi per cui oggi ho preferito darti un allenamento mentale invece che fisico: proprio perché devo prima comprendere a che livello siano i tuoi Tan T’ien e quanto il tuo Ki si sia rafforzato, non posso manipolarli incautamente. Se dovessi fare una stima, direi che essi sono più o meno al livello di apertura a cui ora lo sono quelli degli altri grazie all’utilizzo che hai fatto del mio potere contro Kokabiel, tuttavia, il fatto stesso che il tuo Ki sia stato a contatto con quello di un Drago Celeste rende la sua lettura più difficile, perciò mi ci vuole un po’ più di tempo per analizzarlo appieno, anche col Bunseki. Se manipolassi i tuoi Tesori della Vita senza fare attenzione, potrei creare un aumento eccessivo del tuo flusso circolatorio dell’energia e finire così per danneggiarlo o peggio.” Mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla con un’espressione ora più incoraggiante. “Posso capire che oggi tu ti sia sentita un po’ messa da parte e impotente rispetto a loro ed è buona cosa che tu voglia migliorare così tanto, ma non avere troppa fretta. Ti assicuro che avrete tutti la possibilità di crescere al meglio e farò tutto ciò che è in mio potere per garantirlo. È la mia promessa e il nostro patto, ricordi?”
 
Quelle parole e lo sguardo che mi rivolse furono così sinceri e convinti che non potei fare altro che annuire. Dopotutto, ora capivo i motivi del suo rifiuto e, per quanto mi sentissi ancora un po’ frustrata, dovevo ammettere che aveva ragione ed era comprensibile. “Va bene, ho capito. Mi fido di te, Zayden” risposi prendendo al contempo la mano che mi aveva messo sulla spalla e stringendola tra le mie dita, mentre istintivamente l’avvicinavo alla mia guancia per appoggiarla su di essa.
Un lieve tiro mi fece fermare e lo vidi guardarmi con una strana luce negli occhi, molto più seria, una muta richiesta di fermarmi. In quel momento, mi resi conto di ciò che stavo per fare e non potei non arrossire. “Scusa” mormorai così sottovoce che solo lui poté sentirmi e lo lasciai andare. Preso un respiro per ricompormi, mi voltai verso gli altri. “Riposate un pochino, poi andremo a recuperare Asia e Xenovia e procederemo col nostro incarico.”
 
“““Sì, Buchou!!!”””
 
*
 
“…Avevo capito che fosse uno schifo, ma non credevo così tanto” fu il primo commento di Zayden appena arrivammo alla piscina, dopo aver recuperato le nostre compagne rimanenti. L’espressione tra l’allibito e il disgustato che aveva rendeva faticoso non ridere di lui, era troppo divertente!
 
“Non viene pulita da oltre un anno” fece sapere Akeno con un sorrisetto più ampio del normale. Evidentemente lo trovava buffo anche lei.
 
“Già, me ne sono accorto… Rossa, ripetimi il motivo per cui proprio il nostro club deve occuparsene e non il Consiglio Studentesco. Questa è una loro responsabilità in teoria, no?”
 
Non potevo esattamente dargli torto se non era entusiasta della cosa: l’acqua della piscina, piena fino all’orlo, era talmente addensata dal misto di fango, foglie morte e altra sporcizia da assomigliare spaventosamente al liquame di scarto di una fabbrica e il resto del pavimento circostante non era certo messo meglio. Avrebbe richiesto un bel po’ di lavoro e tempo pulirla. “Normalmente è così, ma dato che ci hanno dato una mano non indifferente nella lotta con Kokabiel, mi sono offerta di pulirla in segno di gratitudine. Almeno ti ricordo che, come premio, potremo sfruttarla per primi. Un bel bagno in piscina prima di chiunque altro!” Tutti sorrisero entusiasti a quella prospettiva, persino Zayden sembrò convincersi perché non fece altro che sospirare e dichiararsi d’accordo. “Bene allora. Club della Ricerca dell’Occulto, rendiamo questa piscina più splendente di quanto non sia mai stata!”
 
“SÌ!”
 
*
 
Alcune ore dopo…
 
“…Arrabbiata con lui?”
 
Come avevo previsto, dandoci da fare tutti insieme, eravamo riusciti a pulire tutta la piscina per l’ora di pranzo e, dopo esserci rifocillati, ci stavamo preparando per goderci la nostra agognata ricompensa. Mentre ci cambiavamo e infilavamo i costumi, avevo deciso di approfittare del momento anche per chiedere ad Akeno spiegazioni sul suo precedente comportamento. “Dopo che lo scontro si è concluso, l’hai accusato di non essere una persona gentile e, nonostante debba ammettere che abbia maniere per nulla delicate quando combatte, ho avuto l’impressione che fossi ben più nervosa e infastidita di quanto avresti teoricamente dovuto essere. O magari mi sbaglio, ma non ho potuto fare a meno di pensarci su, visto che di solito non vieni influenzata a tal punto dalle parole altrui… Ti ha fatto arrabbiare che ti abbia accusata di essere debole? O che abbia insinuato qualcosa sul tuo aspetto?”
 
“No… No, non è questo. Certo, erano parole dure e difficili da accettare…ma erano anche vere. So io stessa di essere carente in quegli aspetti, perciò non posso arrabbiarmi per questo” rispose la mia Regina, tuttavia notai subito che sembrava tentennare sulle sue parole. Avevo indovinato: c’era qualcos’altro dietro. “Ho detto ‘gentile’… Ma la parola giusta forse sarebbe stata ‘comprensivo’ e, a giudicare da come mi ha risposto, credo che anche lui abbia capito che intendevo dire così.”
 
“Comprensivo? Che intendi?”
 
“Rias, quell’analisi che ci ha fatto era qualcosa di più di ciò che ci ha detto. Ho avvertito la sua energia toccare ed esaminare la mia con tale attenzione che, in certi momenti, mi sono quasi sentita a disagio. Credo… Credo che non abbia solo studiato il suo livello e stato, ma anche la sua natura. A me, come agli altri.”
 
“Anch’io ho avuto la stessa sensazione quando mi ha analizzata” intervenne in quel momento Koneko, la quale doveva essere rimasta in ascolto tutto il tempo. Al contrario, Asia e Xenovia si stavano cambiando un po’ più lontane ed erano immerse in un’altra conversazione, quindi non sembravano sentirci. “Inoltre, durante il combattimento, alcune cose che ha detto…era come se volesse suscitare in noi una precisa reazione… O convincerci a fare qualcosa di preciso.”
 
Ora ero davvero sorpresa e, istintivamente, cominciai a ripensare all’allenamento e a tutto ciò che Zayden poteva aver detto. Dopo qualche secondo di riflessioni, ebbi un sospetto. “Aspettate. Volete forse dire che ha capito la vostra vera natura? Quello che eravate prima di essere reincarnate in diavoli?”
 
“Ne sono sicura” rispose Akeno. Koneko non disse nulla e questo mi bastò per capire che fosse d’accordo. “A dirla tutta, non si può definire una vera scoperta, dato che Kokabiel l’aveva già rivelato durante la nostra battaglia con lui, ma stamattina ha usato la sua tecnica per andare più a fondo, averne conferma e forse altro. Lui sa che io sono in parte angelo caduto e che Koneko è una tipologia di nekomata.” Il suo volto si fece di colpo più cupo. “Se fosse stato solo per quell’analisi o per le critiche in sé, non me la sarei presa così tanto…ma non è stato solo per quello. Ho la netta impressione che abbia cercato di spronarci a usare le nostre abilità nascoste… E quando non l’abbiamo fatto, ci ha rimproverate implicitamente per questo.”
 
Faticai per non trasalire. “…Ne sei davvero sicura, Akeno?”
 
“Al 100% non posso esserlo, ma ne sono fortemente convinta. La prova principale è nel fatto che, quando ha criticato le mie capacità, ha citato anche il mio sangue come parte della colpa delle mie mancanze. In più, ha ripetutamente parlato di mettere più impegno e variazione nelle nostre abilità non come se avessimo semplicemente dovuto fare di più, ma proprio come se non stessimo facendo qualcosa in particolare…” La vidi tremare e stringere le mani sul costume che aveva in mano. “Vuole sinceramente aiutarci e, considerando gli ultimi eventi, non posso dargli torto se vuole farci crescere rapidamente e deve essere severo con noi… Ma definirmi debole perché non ho usato il potere di quell’individuo senza considerare affatto i motivi per cui non l’abbia fatto… Io non so se…”
 
Capii il resto e, voltando lo sguardo verso Koneko un attimo, notai che anche lei aveva un’aria simile in volto, forse meno amareggiata e più preoccupata nel suo caso, ma questo probabilmente perché i loro motivi personali per non usare le loro piene capacità erano diversi. In ogni caso, le avvicinai istintivamente a me e strinsi con un braccio Akeno e con l’altro Koneko. “Non posso sapere se questa è la verità o no, ma personalmente non credo stesse considerando il vostro rifiuto a usare quei poteri in modo superficiale. Da quello che ho visto e sentito finora, non è il tipo da prendere alla leggera nulla che consideri il pieno potenziale di qualcuno, né da giudicare qualcosa in modo superficiale senza prima conoscerla appieno. Non ha mai fatto le cose tanto per fare e, come hai detto tu, vuole sinceramente aiutarci, perciò anche noi dobbiamo avere fiducia in lui.” Avevo parlato in modo più rassicurante possibile e sembrò funzionare: sia Akeno che Koneko si rilassarono tra le mie braccia e assunsero delle espressioni più serene, facendomi sorridere.
 
“Va tutto bene?” La voce di Asia ci riscosse. Il mio Alfiere doveva aver notato la nostra silenziosa conversazione e si era avvicinata con aria confusa e preoccupata. Dietro di lei, anche Xenovia ci fissava interrogativa.
 
Lentamente, lasciai Akeno e Koneko e le rivolsi un sorriso. “Sì, non devi preoccuparti. Stavamo soltanto chiarendo alcuni dubbi che ci erano rimasti da stamattina.”
 
“Oh, capisco. L’allenamento è stato molto difficile?”
 
“Di sicuro non è stato semplice e non lo sarà neanche in futuro, ma sono sicura che potremo gestirlo appieno. Ad ogni modo, quando la prossima volta ti aggregherai anche tu, capirai e giudicherai da sola, perciò non allarmarti. Pensiamo solo a goderci la piscina adesso!”
 
“Sì!” E finalmente Asia mi sorrise solare, contagiandomi in fretta.
 
Finimmo di prepararci e facemmo per uscire, ma in quel momento Akeno mi fermò di nuovo. “Un’ultima cosa, Rias: non vorrei dirlo…ma credo ci sia qualcosa di molto pericoloso riguardo Zayden-kun, molto più di quanto credessimo.”
 
Quelle parole m’impensierirono non poco, anche perché il suo volto sembrava ora quasi spaventato. “Che intendi dire?”
 
“Quando ha usato quell’ultima tecnica per perforare la mia barriera e atterrarmi… Nel momento in cui ha puntato su di me…ho sentito un istinto omicida raccapricciante venire da lui.” La vidi abbassare gli occhi per un attimo. “Lo so che ha detto che non aveva intenzione di ferirci in modo serio…ma io credo…credo che, per una frazione di secondo, lui volesse farlo.”
 
Trasalii, incredula. “Cosa?! Non è possibile! Sei sicura di ciò che dici, Akeno? Non è che ti stai sbagliando? Che era semplicemente un eccesso di spirito combattivo?”
 
“Vorrei poterti dire che era solo quello…ma non posso. Per un istante, ho avuto la netta impressione che volesse uccidermi. Un istante davvero breve, che mi fa pensare che possa anche essermi sbagliata…tuttavia sento che non è così. Qualunque cosa gli fosse presa in quell’istante, mi sono sentita in pericolo come poche altre volte in vita mia.” Delicatamente, Akeno mi prese la mano e la strinse tra le sue. “Ti prego, Rias. Devi stare attenta.”
 
“…Che intendi dire? Perché?” le chiesi, sempre più confusa e scioccata.
 
“Perché ho visto come lo guardi, come parli di lui.” Nonostante l’agitazione, il suo volto sorrise teneramente. “Sei innamorata, vero?”
 
Sentii il mio volto andare in fiamme a quelle parole. Anche se era una domanda, suonava più come un’affermazione. “…Io…sì. Credo di sì, almeno…” Come sempre, non potevo nascondere nulla alla mia migliore amica. “Non riesco a dirlo con certezza perché non mi è mai successo di provare sentimenti simili, ma non posso nemmeno negarlo in modo assoluto.”
 
“Lo capisco. Lo sai che tengo a te più che a chiunque altro e che ti supporterò sempre… Ma ti prego: sii prudente con Zayden-kun. Non voglio dire che sia una persona cattiva e che non è la persona giusta per te perché non penso questo… Tuttavia, sappiamo ancora troppo poco di lui, soprattutto su come è sopravvissuto finora e su quali siano i suoi obiettivi. Ho la sensazione che abbia subito cose orribili in passato…e che ne abbia fatte a sua volta. Questo lo rende imprevedibile.” Le sue mani si spostarono sulle mie spalle. “E non voglio vederti soffrire. Non a causa di qualcuno che ti sta rendendo felice.”
 
Per un po’, non seppi cosa rispondere. Le paure di Akeno e il suo desiderio di proteggermi erano comprensibili, eppure al tempo stesso non riuscivo a credere che potessero essere fondate. Non perché la ritenevo una bugiarda o perché stesse esagerando, ma semplicemente perché non potevo credere che Zayden potesse davvero provare istinti assassini verso di noi, non dopo tutto quello che era finora successo… Però era anche vero che non sapevamo tutto di lui, anzi in effetti sapevamo ancora poco della sua storia. Possibile che ci fosse davvero qualcosa di più oscuro dietro la sua persona di quanto credessi?
Non posso saperlo né approfondirlo al momento, riflettei. Però Akeno ha ragione: devo scoprire di più su Zayden e valutare con la mia testa. Nel frattempo, comunque, continuerò a prendermi cura dei miei compagni e di lui come meglio posso. Non tratterò i timori e i dubbi di Akeno come irrilevanti, ma voglio comunque credere in Zayden. Credere nella persona che ha salvato me e coloro che amo più di una volta, anche a rischio della sua vita.
Presi le mani della mia Regina e le strinsi a mia volta. “Ho capito. Non ho intenzione di allontanarmi da Zayden, ma ti assicuro che farò attenzione e cercherò di scoprire di più su di lui. Ti prometto che riuscirò a fugare i tuoi timori.”
 
Akeno mi rivolse uno splendido sorriso. “So che lo farai, Rias.”
 
*
 
Zayden POV:


“Ahhh che fatica! Credevo non avremmo più finito di pulire quello schifo!” brontolai mentre mi toglievo la maglietta nello spogliatoio. “Non vedo l’ora di godermi finalmente un po’ di meritato relax!” Sentii di colpo un grugnito e, voltandomi, vidi Kiba, anche lui a torso nudo, che muoveva un braccio con un’espressione dolorante. “Tutto a posto?”
 
“Sì, tranquillo, senpai. Credo che il lavoro di pulizia mi abbia fatto tornare i dolori dall’allenamento di stamattina, malgrado le cure di Asia-san.”
 
Ridacchiai. “Ah, capisco bene. Mi spiace, ma dovrai farci l’abitudine perché dalla prossima volta in poi sappi che inizierò ad allenarvi per davvero e, quindi, ne uscirai ogni volta abbastanza devastato… O anche decisamente devastato.”
 
Il Cavaliere mi rivolse un sorrisetto nervoso. “Finirai per ucciderci sul serio, senpai…”
 
“Forse…” replicai con un ghigno. “Ma posso assicurarvi che, se avrete determinazione, ne sarà valsa la pena. Ve l’ho promesso, no?”
 
“Vero. E ho capito che sei una persona che mantiene le sue promesse, proprio come hai fatto con quella di aiutarmi contro le Spade Sacre…” Si voltò verso di me e mi guardò con un’intensità che mi stupì e preoccupò al tempo stesso. “Zayden-senpai, volevo ringraziarti ancora una volta per ciò che tu hai fatto per me e dirti che, non importa in che modo, io ricambierò questo mio debito con te, a qualunque costo! Lo giuro sul mio onore di Cavaliere del gruppo Gremory!”
 
“…Oookay… Lusingato che tu ci tenga a ricambiare il favore, ma non serve dirmelo con un tale fervore, sai?”
 
“Voglio farti capire che sono assolutamente sincero. So di essere debole in confronto a te… Ma te lo giuro: se qualcuno proverà a farti del male, io farò comunque tutto il possibile per aiutarti e proteggerti, come tu hai protetto noi!”
 
“Questo potevi dirmelo anche prima, sai?”
 
“È difficile parlarne quando ci sono gli altri. Sono in debito con te e uno che non ricambia un simile debito non è degno di essere un Cavaliere dei Gremory! Me lo sta dicendo la mia stessa anima! Heh, che strano, prima non avrei mai detto una cosa simile… A quanto pare devo ringraziarti anche per avermi cambiato e reso più disponibile e ben disposto verso i miei compagni! Sento davvero come se il mio cuore stesse ardendo!”
 
Ok, ora la cosa inizia a diventare stramba! “Kiba, ti prego! Ho capito che sei contento, in debito, commosso, eccetera… Ma non serve che me lo dici in questo modo teatrale! Stai diventando equivoco!”
 
“Perché dici questo? Dico solo la verità! Sono sincero e grato, quindi non posso esprimerlo se non in questo modo, altrimenti non potrei farti capire quanto lo sono! Per qualsiasi cosa, d’ora in poi, io ti supporterò, senpai! Hai la mia parola!”
 
“…Kiba?”
 
“Sì, senpai?”
 
“Mi stai mettendo le mani sulle spalle?”
 
Purtroppo era proprio così: nella sua ultima dichiarazione, Kiba aveva rafforzato ancora di più le sue parole avanzando e prendendomi per le spalle, mentre mi guardava dritto negli occhi. Osservando le sue iridi azzurre e ascoltando attentamente il suo tono, mi ero reso conto che, fortunatamente, non c’erano secondi fini inquietanti dietro le sue parole, solo una sincera e profonda riconoscenza… Tuttavia, a un occhio esterno, la situazione rischiava di sembrare fin troppo simile a una dichiarazione sentimentale e questo non mi piaceva.
 
Il Cavaliere parve rendersi finalmente conto di quello che stava facendo e, dal mio tono insolitamente monocorde, anche che non stavo gradendo affatto quell’invasione repentina di spazio personale. “…Oh, cielo. Scusami, senpai, io non-”
 
“Non dire altro, ho già capito. Però, ora levami subito quelle mani di dosso o giuro che te le strappo via.” Non avevo usato un tono scherzoso, perciò lui dovette capire che si trattava di una minaccia molto seria e obbedì immediatamente. La sua successiva espressione imbarazzata mi fece sospirare. “Che si deve fare con te, Kiba? Ho capito che sei un Cavaliere anche nello spirito e hai normalmente la personalità di un uomo d’altri tempi, ma anche senza voler essere tanto passionale, puoi far capire benissimo ciò che pensi e senti, sai? Cerca di essere più rilassato ed elastico.”
 
“…Credo tu abbia ragione. Mi dispiace essere risultato così invadente, senpai” rispose chinando leggermente la testa.
 
La scusa era sincera e non intendevo certo metterlo in croce per qualcosa del genere, soprattutto perché non era in mala fede, ma mi venne comunque voglia di una piccola vendetta. Facciamo così, pensai per poi sorridergli. “Se vuoi davvero ringraziarmi e farmi una promessa, falla da uomo.” Al suo sguardo interrogativo, alzai la mano destra come se volessi fare braccio di ferro a mezz’aria. “Stringi forte con il tuo pugno, forza!”
Kiba obbedì, ora incuriosito, e a quel punto dissi: “Bene così. E adesso…” L’attimo dopo, lo tirai a me e gli avvolsi entrambe le braccia intorno al busto con così tanta forza che non solo lo alzai in aria, ma sentii anche un sonoro scricchiolio dalla sua schiena e un forte sbuffo dalla sua bocca. “…dai una bella stretta spaccaossa!”
 
“S-Senpai! Mi stai s-stritolando…!” balbettò a fatica il Cavaliere per l’improvviso taglio di ossigeno dai polmoni, non riuscendo a fare altro che agitarsi debolmente nella mia morsa. In risposta, lo strinsi ancora un po’ per poi allentare la presa, abbastanza da farlo respirare di nuovo ma senza lasciarlo del tutto. “…Uff… Dì la verità: l’hai fatto apposta. Per ripicca.”
 
Ridacchiai. “Probabile… Tuttavia, non scherzavo su questo gesto: un forte abbraccio è uno dei modi migliori di legare tra amici.”
 
“…Allora siamo amici, senpai?”
 
Me l’aveva chiesto con una tale speranza nella voce che non potei non ridere di nuovo. “Forse” risposi facendo per allontanarmi, quando mi si posarono gli occhi sul lato del suo collo, lì dove sapevo trovarsi l’arteria carotide. Solo un breve strato di pelle e Ki a separarci. Mi basterebbe solo rafforzare un po’ le mie mascelle e allora, coi miei denti, mi sarebbe così facile lacerarla e far schizzare il sangue caldo…
 
“Senpai, qualcosa non va?”
 
La domanda di Kiba mi riscosse da quella improvvisa trance e mi allontanai del tutto da lui assumendo nel contempo un sorriso tutto denti. “Certo, non preoccuparti. Questo era tutto quello che volevo dire” risposi cercando di essere più disinvolto possibile. “Andiamo ora. La piscina ci chiama e, dopo tutta quella pulizia, ce lo meritiamo questo premio!”
 
“Hai ragione” fece il biondo sorridendo a sua volta.
 
Finimmo di cambiarci in fretta e ci dirigemmo verso l’esterno; tuttavia, nonostante volessi sinceramente godermi la piscina, quello che era successo poco fa mi turbava ancora. Per un istante, ero stato seriamente sul punto di squarciargli il collo con un morso. Dannazione, ma perché? Botis, Abrahel, i Diavoli Randagi mutati da Bernael… Dovrei averne uccisi abbastanza, allora perché oggi è già due volte che sento questa brama maledetta?! Prima Akeno e ora Kiba… Non capisco! Ddraig, hai qualche idea o ipotesi?
 
[Niente di sicuro, partner, non so bene nemmeno io. Tuttavia, se c’è una cosa che ho imparato nella mia vita, è che la sete di sangue, da un certo momento in poi, non è molto diversa da un vizio come alcol o fumo. Basta un’astinenza, anche solo una breve, e in seguito, se dovessi ricominciare, ne avrai più voglia di quanta tu ne abbia mai avuta prima.] La voce del mio compagno d’anima era grave e severa. [Anche io ho avuto esperienze simili in passato, tuttavia nel mio caso erano meno problematiche perché è nella mia natura di drago essere una creatura combattiva e fiera. Per un umano come te, invece, vivere una vita di continue lotte e sangue crea una dipendenza dal conflitto molto più marcata e dura da controllare. Quei pochi mesi che ti eri preso come chiamiamola tregua ti hanno leggermente mitigato, ma sono stati troppo brevi per darti una vera pace, anzi, considerando che da quando hai incontrato Rias Gremory hai ripreso a combattere e uccidere piuttosto spesso, devono aver avuto l’effetto contrario. In breve, ora che hai ricominciato, ne vuoi ancora di più, un po’ come quando ricominci una dipendenza a metà cura.]
 
Schioccai le labbra, seccato. Temevo sarebbe accaduto. Mi sa che anche il mio recente dialogo con la Maschera non è una casualità slegata da questo fatto… Ho sbagliato a pensare di poter vivere la mia vita in modo diverso. Devo riabituarmi alla morte come parte integrante di essa o quel sussurro nella mia testa diventerà sempre peggio. Tch… Meno male che gli altri mi raggiungeranno presto.
 
[Datti tempo e non pensare a quella tregua come a un errore. Ora sei ancora più consapevole di quali conseguenze portano determinate azioni e, chissà, magari ti aiuterà anche con la ricerca della chiave che ti ha menzionato Elsha.]
 
Forse. O forse no. Tuttavia, adesso sono anche sicuro che la vita che sto vivendo attualmente non potrà durare… E non durerà nemmeno per loro, di questo passo…
 
[Questo è inevitabile, considerando i cambiamenti avvenuti negli ultimi tempi. Non darti colpe inesistenti, partner.]
 
Sospirai e preferii non replicare oltre, mentre seguivo Kiba all’esterno e mi ritrovavo a bordo piscina. Il terreno privo di polvere, l’acqua cristallina e l’aria fresca mi suscitarono un sorriso istintivo, a riprova dell’ottimo lavoro di pulizia che avevamo compiuto. “Ah, ora sì che è una piscina come si deve!”
 
“Assolutamente. Direi che ci siamo meritati questo premio” commentò la voce di Rias alle mie spalle. Mi voltai per risponderle e rimasi per un attimo paralizzato dalla visione celestiale del suo corpo perfetto coperto solo da un sottile bikini rosso e bianco -lo stesso di cui mi aveva mandato una foto quand’ero al karaoke-, che conteneva a malapena le sue forme mozzafiato. Accanto a lei, anche Akeno nel suo bikini viola era a dir poco splendida e, insieme, irradiavano una sensualità tale da parere delle dee della bellezza! Rias, in particolare, dovette accorgersi del mio interesse perché il suo sorriso divenne seducente e si mise in posa davanti a me con un braccio al fianco e l’altro sotto il seno, spingendolo in su ed esaltandolo ulteriormente. “Ti piace ciò che vedi, Zayden?”
 
Mi riscossi dallo stupore e non potei arrossire un minimo. Mi aveva colto in flagrante quella diavolaccia! “…lo ammetto: non avresti potuto scegliere un costume migliore” risposi lasciando volutamente fuori qualunque commento sull’effetto che le faceva.
 
Rias lo comprese chiaramente perché la sua espressione divenne quasi istigatrice. “Solo il costume ti ha sorpreso? O forse…anche qualcos’altro?”
 
“Che altro dovrebbe sorprendermi? Non vedo altre novità” replicai con un ghigno.
 
Lei assottigliò gli occhi, chiaramente a mo’ di sfida, ma fu la voce di Asia a interromperci: “Ehm, m-mi sono cambiata anch’io. Sto b-bene in costume, Zayden-san?” Volgendomi in sua direzione, vidi che indossava il costume integrale della scuola, blu scuro e con il suo nome scritto sul fronte. A differenza dei costumi personali di Rias e Akeno, questo in sé non aveva niente di sensuale, ma donava alla figura di Asia e la rendeva ancora più adorabile di quanto non fosse normalmente.
 
“Stai davvero bene, Asia. Ti dona molto!” le risposi dandole un buffetto in testa e lei mi rivolse un sorriso raggiante.
 
“È vero. Sei proprio carina così, Asia” approvò Rias sorridendole a sua volta e rendendola ancora più felice.
 
“Ara ara, a quanto pare Asia-chan è diventata la paciera dei vostri litigi. Vorrete adottarla come figlia in futuro, forse?” chiese Akeno in tono palesemente divertito.
 
““Ma che stai dicendo, Akeno?!”” rispondemmo io e Rias in coro, completamente spiazzati da un simile interrogativo. Ma che diavolo le era saltato in mente?!
 
“Hm? Che cosa intendete?” domandò perplessa Asia, prima di sorridere di nuovo quando notò qualcosa accanto a sé. “Ah, giusto! Anche Koneko-chan ha messo il costume della scuola come me!”
 
La piccola Torre aveva affiancato Asia e sembrava guardarsi intorno con un certo disagio. Anche nel suo caso, il costume scolastico, per quanto sobrio, donava ed esaltava la sua figura minuta rendendola ancora più adorabile e carina… Tuttavia, se messa in mezzo alle altre ragazze, finiva inevitabilmente per evidenziare anche quanto il suo corpo fosse meno formoso rispetto al loro. Heh, povera Koneko. Vero che è la più giovane e indubbiamente deve ancora svilupparsi appieno, ma non deve essere facile avere la sua figura in mezzo a quelle delle sue compagne, pensai con una piccola punta di colpa per quel pensiero. Certo, non mi sarei mai permesso di insultare qualcuno per qualcosa di così superficiale e non giudicavo assolutamente nessuno in base al mero aspetto fisico, ma in un caso come questo il contrasto era tale che il paragone ti veniva quasi automatico. Mantenendo il sorriso che avevo rivolto ad Asia, mi avvicinai a Koneko e diedi un buffetto anche a lei, badando bene a grattarla in mezzo alla testa in modo gentile. “Ti sta molto bene, Koneko.” Ed ero sincero. Minuta o meno, la sua bellezza era indiscutibile.
 
Koneko non mi rispose subito, ma dopo alcuni secondi la sentii spingersi leggermente contro la mia mano, come a incitarmi a continuare. “…Incredibile come le tue mani riescano a essere così dure eppure così delicate, senpai” mormorò.
 
Quelle parole mi sorpresero, tuttavia ebbi l’impressione che fossero più un complimento che una constatazione neutra. “Anni di pratica” risposi semplicemente.
 
Koneko mi guardò ancora negli occhi ed ebbi l’impressione che volesse dirmi qualcosa, ma non riuscisse a farlo. O forse non voleva farlo?
In quel momento, Rias riprese a parlare: “A proposito di pratica, Zayden, avrei un altro favore da chiederti. Per Koneko, a essere precisi.” La guardai interrogativo. “Potresti insegnarle a nuotare?”
 
Rimasi stupito. “Non sai nuotare, Koneko?” L’occhiata scocciata che mi rivolse in risposta fu abbastanza eloquente. Ecco cosa voleva chiedermi e perché esitava. “Capito. E devo farlo io perché…?”
 
“Già la stai allenando, no? Inoltre, sei il più recente membro del Club, quindi devi aiutare i tuoi compagni. Consideralo un tutt’uno come incarico” rispose la rossa con un sorriso talmente da finta innocente che mi suscitò un crampo alla mandibola per aver serrato i denti di scatto. Razza di approfittatrice…!
 
“Ehm… A essere sincera…n-nemmeno io so n-nuotare” mormorò Asia attirando la nostra attenzione. “Potrei…a-approfittarne anch’io…?”
 
Riportai gli occhi su Rias, il cui sorriso era ora più largo che mai, e capii che ormai ero incastrato. Con due di loro da aiutare, una delle quali la mia sorellina acquisita, non ero proprio in grado di rifiutare. Da quando ho il cuore così tenero?
Così, pochi minuti dopo, io e Koneko ci trovavamo nella parte della piscina a fondale basso e la stavo aiutando tenendola per le mani e guidandola attraverso l’acqua, mentre lei batteva le gambe per spingersi in avanti e si sforzava per mantenere la testa alta e respirare. Da bordo vasca, Asia attendeva il suo turno guardandoci e facendo il tifo per Koneko. “Così. Così. Brava, così. Batti i piedi cercando di tenere un ritmo, non rallentare o accelerare troppo. Uno sforzo costante” stavo dicendo. “Bene, brava! Ora un po’ più forte, avanti…”
 
“Uah… Mi dispiace che sei costretto ad aiutarmi, senpai…” disse la giovane albina guardandomi con aria dispiaciuta.
 
“Oh, non preoccuparti. Ho effettivamente detto che vi avrei aiutati con gli allenamenti e questo vale a sua volta” la rassicurai. “Il nuoto è un ottimo sport per fare esercizio, rafforzare corpo e coordinazione e migliorare il proprio stile tutto insieme, anche per il combattimento. Su, concentrati solo su te stessa e sul movimento dei tuoi arti. Cerca di non fermarli mai.” Ero così preso dal darle istruzioni che quasi non mi resi conto che eravamo arrivati a fine piscina. “Perfetto così. Ora fermati!” Koneko obbedì e si raddrizzò mettendo i piedi sul fondale, il respiro affannato e gli occhi strizzati per la fatica. La presi per le spalle per sostenerla e aiutarla a recuperare. “Riprendi fiato con calma. Controlla il tuo respiro.” Mentre parlavo, le portai una mano alla testa e l’accarezzai gentilmente di nuovo, aiutandola a rilassarsi. “Lentamente… Lentamente… Bene, così.”
 
Piano piano, Koneko smise di ansimare e alzò lo sguardo per incontrare il mio. “…C’hai presto gusto a farlo?” mi chiese con una lieve nota ironica nella voce.
 
Mi resi conto che, in effetti, aveva iniziato a piacermi parecchio accarezzarle la testa. Persino attraverso la cuffia che indossava, i suoi candidi capelli erano davvero morbidi e toccarli dava una sensazione incredibilmente rilassante, al punto che ormai lo facevo quasi d’istinto quando mi era possibile per trarne un certo appagamento a mia volta. Effetto collaterale della sua vera natura?, mi chiesi, ma preferii rispondere semplicemente: “Temo di sì. Se ti do fastidio, smetto subito.”
 
Per mia sorpresa, Koneko scosse la testa e si avvicinò invece per permettermi un tocco migliore. “Piacevole” sussurrò con un lievissimo sorriso in volto, una vera rarità da vedere. Fece sorridere anche me e continuai; non c’era alcun secondo fine né da parte mia né sua, semplicemente assaporammo le due sensazioni e il rilassamento che ne derivava.
 
“E-Ehi…” Asia ci aveva raggiunti e si era seduta sul bordo piscina vicino a me con una chiara espressione speranzosa. “Anch’io… Posso?” chiese inclinando la testa verso di me. Non potei non ridacchiare e iniziai ad accarezzare anche la sua chioma bionda con la mano libera, suscitandole un sospiro soddisfatto.
 
Santo cielo… Non capisco chi stia addomesticando chi in questo momento… Oh beh, suppongo che non sia così male lasciarsi un po’ andare, dopotutto.
Le accarezzai per un altro minuto circa, poi ritirai le mani suscitando in entrambe un grugnito scontento. “Su su, basta pausa adesso! Riprendiamo con l’apprendimento, dopo ci si potrà riposare appieno!”
 
*
 
“Ahhh…che stanchezza” disse Asia distendendosi su uno degli asciugamani che avevo adagiato a bordo piscina.
La pratica di nuoto era andata bene sia per lei che per Koneko e, anche se ovviamente non era bastata quell’unica lezione a renderle delle nuotatrici provette, almeno adesso erano capaci di stare a galla da sole e nuotare per brevi tratti senza eccessive difficoltà. Suddetta pratica era stata particolarmente dura proprio per Asia, dato che non era né abituata a grandi sforzi fisici né, di conseguenza, brava nel compierli e così tutto quel movimento l’aveva prevedibilmente stremata.
 
Le rivolsi un sorriso divertito e mi sedetti sull’asciugamano accanto al suo, contemplando per un po’ la situazione corrente. Akeno e Kiba stavano nuotando serenamente lungo le vasche principali, alternando vari stili in superficie a tratti in apnea, Rias era distesa a prendere il sole su un asciugamano poco lontano dai nostri mentre Koneko si era invece posizionata con il proprio sotto un piccolo ombrellone e stava ora leggendo un libro alla sua ombra.
Un piccolo respiro ritmico mi fece rigirare verso Asia, la quale si era addormentata con un’espressione di pura pace in volto. Allungai una mano per accarezzarle una guancia e ridacchiai nel vederla voltare il volto verso di essa per facilitarmi l’azione.
 
“Zayden” mi chiamò la voce di Rias. “Potresti venire un attimo? Volevo parlarti.”
 
Seppur sorpreso dalla richiesta, annuii e mi alzai per andare da lei, non prima di aver dato un ultimo buffetto alla mia sorellina acquisita. In quel momento, però, mentre mi avvicinavo, notai una stranezza, o meglio l’assenza di una certa bluette. “Hmm? Ma dov’è Xenovia? Non si stava cambiando con voi prima?”
 
Rias si tirò su sui gomiti guardandosi intorno e anche la sua espressione divenne perplessa. “Ora che mi ci fai pensare, non la vedo da quando siamo uscite dallo spogliatoio. Aveva dei problemi a cambiarsi e ci ha detto di andare avanti senza di lei, ma devo ammettere che mi preoccupa un po’ che ci stia mettendo così tanto.”
 
“Sono d’accordo” commentai. Eravamo in piscina da un pezzo ormai, non poteva essere solo per un cambio vestiti che non fosse ancora arrivata. “Non mi piace. Vado un attimo a cercarla. Dubito si sia cacciata in qualche guaio visto che non c’è stato allarme e non ho percepito nessuna anomalia di alcun tipo, ma preferisco essere sicuro. Appena l’avrò recuperata, tornerò per ascoltarti.”
 
“Va bene, ma mi raccomando, Zayden: per qualsiasi anomalia, fammi sapere. Xenovia è ora parte della mia Scacchiera e famiglia, dunque è mio compito occuparmi di lei nel caso qualcosa non vada.”
 
“Non preoccuparti, lo farò.” Detto questo, mi diressi verso l’edificio dove si trovavano gli spogliatoi con passo svelto. Come avevo detto, ero piuttosto sicuro che non fosse successo nulla di grave dato che non avevo avvertito niente di strano, ma come dice uno dei miei proverbi preferiti: ‘better safe than sorry’.
 
La mia ricerca durò ancora meno delle mie aspettative: mi ero appena avvicinato allo spogliatoio femminile che sentii la voce di Xenovia dietro di me: “Zayden Ward? Che ci fai qui?”
 
Mi voltai verso di lei e, come mi aspettavo, era sana e salva. “Questo dovrei chiedertelo io. Dov’eri finita? Non ti vedevamo più arrivare e ci siamo preoccupati. È successo qualcosa?”
 
“Oh, mi dispiace di avervi fatti preoccupare. Comunque no, non è successo niente, solo che era la prima volta che indossavo un costume da bagno e così ci ho messo un po’ a metterlo.”
 
…Seriamente? Alla fine era così in ritardo proprio perché non sapeva bene come mettersi un costume da bagno?! Ma io perché mi preoccupo per queste persone, si può sapere?! Soffocai una reazione sdegnata a fatica, tuttavia questo non mi impedì di sentire una certa risata gutturale dal fondo della mia mente. E tu non dire niente! Non-dire-NIENTE!
 
“Come mi sta? A causa delle regole della Chiesa, non mi è mai stato possibile provarne uno e, inoltre, io stessa non mi sono mai interessata alle attività ricreative come questa in passato. Anche le ragazze con cui operavo insieme non potevano averne, ma le ho spesso sentite insoddisfatte per questa proibizione” disse Xenovia allargando le braccia per mostrarsi meglio. Indossava un bikini verde acqua e giallo meno stretto e sensuale di quelli di Rias e Akeno, che però esaltava altrettanto bene la sua figura, dalle gambe lunghe ai fianchi pieni, dalla vita tonica al seno prosperoso. Inoltre, come avevo già avuto modo di notare, il suo corpo, seppur meno formoso, mostrava una muscolatura più robusta di quella delle altre ragazze, indubbiamente per il suo essere una spadaccina di spade grandi e pesanti, tuttavia questo non toglieva nulla alla sua bellezza, anzi pareva esaltarla ancora di più.
 
Heh, ironico. È forse la ragazza che meno mi è piaciuta finora di quelle che ho conosciuto qui in Giappone, almeno finché non ha aperto gli occhi sui suoi errori e non è entrata a far parte del gruppo Gremory, eppure credo sia anche la più vicina al mio ideale di bellezza femminile, pensai squadrandola da capo a piedi. Avevo sempre avuto un debole per le femmine con un corpo forte e ben allenato: erano indici di una persona forte e determinata e trovavo donassero un bel tono alla loro figura. “Capisco. Ad ogni modo, stai bene eccome. Ti dona molto.”
 
“Davvero? Mi fa piacere. Allora vuol dire che non ho sbagliato a voler provare. Sì, sono sicura che posso andare oltre in questo caso. Sai, mentre mi cambiavo, ho pensato a molte cose e ho realizzato che, oltre che per il mio futuro, voglio almeno sperimentare i normali desideri delle ragazze anche per me stessa. Così è come mi sento di recente.”
 
Non ero sicuro di capire appieno cosa stesse dicendo, però era chiaro che volesse fare esperienze che prima le erano proibite. “Non so che vuoi fare di preciso, ma se desideri sperimentare una vita diversa da quella che hai vissuto finora, l’unico consiglio che posso darti è non avere paura di provare. Qualsiasi cosa desideriamo fare, a patto che non metta in pericolo le altre persone o non limiti la loro libertà, è un nostro diritto da sperimentare e, se ci piace, farlo ancora.”
 
“Capisco. Hai ragione, sì è proprio così. Ti ringrazio, sono contenta che tu voglia consigliarmi” mi disse con un lieve sorriso in volto. La sua espressione divenne poi molto seria. “A tal riguardo, visto che siamo soli, voglio effettivamente parlarti di un’altra cosa, Zayden Ward. Ho bisogno di chiederti un favore molto importante.”
 
“Puoi chiamarmi Zayden. Di che si tratta?”
 
“Zayden, vuoi fare dei bambini con me?”
 
…what? “…what?”
 
[Oh, questa sarà bella. Magari avessi delle ali di pollo come accompagnamento…]
 
“Non mi hai sentita? Vorrei fare dei bambini con te, Zayden.”
 
“…Ok, ricominciamo un momento perché mi stai sinceramente preoccupando. Quando dici di voler fare dei bambini, è forse legato ai tuoi nuovi desideri? Intendi semplicemente che vuoi provare a fare sesso con qualcuno o intendi seriamente avere dei bambini con qualcuno?”
 
“Mai stata più seria. Voglio dei bambini e non li voglio con ‘qualcuno’, ma con te.”
 
“Ecco, come temevo eri seria. Senti, Xenovia, sto davvero facendo una gran fatica per non urlarti addosso che sei fuori di testa, perciò, siccome so o almeno credo che non lo sei, spiegami meglio questa cosa. Perché vuoi avere dei figli e soprattutto perché con me? Vorrei ricordarti che, anche se non siamo più nemici, ero qualcuno che fino a poco tempo fa non tenevi esattamente in grande stima, quindi mi sento doppiamente confuso, a dirla tutta.”
 
“Ho capito. Hai ragione, non posso chiederti un favore importante senza prima spiegarmi” rispose la spadaccina con un cenno del capo. “Vieni dentro, per favore. È una cosa personale e preferisco parlarne solo con te, visto che ti riguarda.” E, senza troppi complimenti, mi spinse dentro lo spogliatoio femminile chiudendo subito dopo la porta alle sue spalle. Ero ancora così confuso che non opposi grande resistenza e me ne pentii l’attimo successivo, quando realizzai che ora ero in un luogo tipicamente precluso ai maschi e in compagnia di una ragazza che stava esprimendo interesse nell’avere figli con me. “Fino a questo momento, il mio unico scopo nella vita è stato servire Dio. Lo è sempre stato e ho rinunciato a tutto per questo, al mio lato femminile, al mio corpo, al mio cuore, alla mia felicità di donna… Tutto abbandonato per il bene della sua fede… Ma ora è andato tutto perso. Dopo essere diventata una diavola, non sapevo più cosa fare. Avevo la possibilità di una seconda vita, ma dopo averci rinunciato per così tanto tempo, non avevo idea di come avrei dovuto viverla. Allora ne ho parlato con Rias-Buchou e lei mi ha detto: ‘I diavoli sono creature avide e bramose, che esaudiscono i desideri e rendono le persone avide e bramose a loro volta. Perciò segui quell’avidità e appagala. Vivi la tua vita seguendo i tuoi desideri’.”
 
Ok, forse iniziavo a capire dove volesse andare a parare, tuttavia preferii non parlare ancora e lasciarla finire di spiegare da sola. Annuii soltanto per confermarle che stavo ascoltando.
“Così, proprio perché non ho mai potuto vivere da donna, ho deciso di avere un nuovo obiettivo più femminile, un sogno mio. E quel sogno è dare vita a un bambino. Per questo scopo, però, ho bisogno anche di un uomo ed è per questo che mi serve il tuo aiuto.”
 
“Va bene, ho capito tutto. Non mi aspettavo che il tuo nuovo sogno fosse questo, ma considerando ciò che mi hai detto non posso dire di trovarlo insensato, anzi di certo mi sembra migliore di passare la vita al servizio di un dio.” La vidi incupirsi un secondo a quelle parole, ma non potevo evitarlo. Vivere una vita amando un amore impossibile e senza scambio come quello dei religiosi era qualcosa che avevo sempre trovato illogico e ingiusto. Forse mi sbagliavo, tuttavia non m’interessava sapere se era così o meno. “Però non capisco perché l’hai chiesto a me questo favore.”
 
“Dopo la battaglia contro Kokabiel, ho compreso appieno che sei dotato di grandi poteri e abilità. Sei un guerriero esperto e indomito, nonché il possessore della forza di uno dei due Draghi Celesti, e ho notato anche che è un potere in aumento. Questo significa che il tuo potenziale è ancora grande. Un tal potere e dei geni speciali ti rendono il mio compagno ideale per avere figli perché non desidero solo averli, ma anche che siano dei bambini forti e speciali, perciò è necessario che il loro padre lo sia a sua volta. Forse non erediteranno la tua Sacred Gear, ma di sicuro riceveranno l’aura del drago leggendario. Non potrei chiedere di meglio per i miei futuri figli.”
 
Roba da chiodi, parlava come se fossi stato un distributore automatico di spermatozoi! “Ehiehiehi! Frena un attimo, bella! Prima di tutto, non sono il cavallo da riproduzione di nessuna, perciò non parlare come se avessi già accettato! Seconda cosa, capisco il desiderio di avere figli, ma guarda che ci vuole ben di più per una cosa del genere. Entrambe le parti devono essere d’accordo, non solo una, e io non ho mai detto di essere d’accordo!”
 
“Non ti piaccio? Come donna, posso dire di avere fiducia nel mio corpo. Non avrò delle tette grandi come quelle di Akeno-san e Rias-Buchou, ma di sicuro meriteranno di essere guardate, no?” chiese Xenovia portandosi le mani sotto il seno e massaggiandolo per esaltarne le dimensioni.
 
“Non è questo il punto e lo sai anche tu, non provarci! Non basta la mera attrazione fisica per dire che va bene fare figli tra due persone! Il sesso è una cosa, questa è un’altra completamente diversa!”
 
“No, lo so che non è solo una faccenda legata al fisico, ma io sono seria a riguardo.” Era proprio questo il problema: era seria! Pure troppo! “Ho fatto delle ricerche anche per quanto riguarda le nascite tra i diavoli. Sembra che sia abbastanza difficile fare dei bambini per loro, soprattutto se entrambi sono di sangue puro. Per fortuna io sono una diavola reincarnata e tu un umano con l’aura di un Drago Celeste, quindi non solo la nostra base è umana, ma il tuo seme dovrebbe anche essere molto potente. Mi aspetto che, se lo facciamo tutti i giorni, dovrei essere in grado di concepire entro 7 anni o giù di lì. Però, se il tuo desiderio sessuale è forte, dovremmo essere in grado di farlo anche più volte al giorno? Se la mettiamo in questo modo, penso mi sarà possibile concepire in meno di 5 anni. Ah, per quanto riguarda i bambini, non devi preoccuparti: fondamentalmente li alleverò io. Tuttavia, se i bambini desidereranno l'amore del loro padre, allora vorrei che giocassi con loro almeno quelle volte che ne avranno bisogno. Dopotutto, per i bambini entrambi i genitori, padre e madre, sono necessari.”
 
Ma si sente questa quando parla?! Altro che semplice ingravidare, ha già praticamente progettato tutta la sua vita da madre! E poi seriamente crede che potrei accettare una cosa del genere senza altre proteste?! Che le dice il cervello?!, pensai sbattendomi una mano in faccia per l’esasperazione. La risata di Ddraig era ormai costante e ovviamente non aiutava, perciò cercai di confinarla nel fondo della mia mente. “Xenovia, ora rallenta, per favore. Non puoi-”
 
La spadaccina, però, proseguì come se non avessi nemmeno parlato: “Ora siamo soli, è una buona opportunità per iniziare. Sono sicura che questa sia la volontà del Signore- Ahi!” La fitta di dolore che le suscitò il nominare Dio non mi era mai sembrata più soddisfacente. “Comunque, proviamoci.” E con quelle due parole, si portò le mani alla schiena e sciolse i nodi del costume superiore, che cadde a terra esponendo così il suo petto. Come avevo notato, anche i seni di Xenovia erano incredibilmente generosi, sodi e compatti e si sposavano bene con il suo fisico tonico e allenato; i capezzoli rosei al centro delle aureole erano visibilmente dritti, segno che, nonostante la sua espressione fosse rimasta impassibile, una certa eccitazione la provava. “Sfortunatamente, sono inesperta con gli uomini, ma ho intenzione di imparare da adesso. Perciò lascerò che sia tu, che sembri essere esperto in materia, a insegnarmi e guidarmi.”
 
Oh, merda, fa sul serio! Ma poi perché assumete tutte che, solo perché non sono vergine, sia per forza un dio del sesso?! Ti sei accordata con Rias, forse?! “Xenovia, fermati! Dico davvero, stai correndo troppo!” dissi frenetico muovendo un paio di passi indietro, ma lei mi si avvicinò di nuovo. La situazione mi stava dando seriamente sui nervi. “Ascoltami, ho detto che non puoi pretendere una cosa simile da me come se niente fosse! Non posso-”
 
“Sei l’unico a cui posso chiederlo.” Muovendosi ancora più rapida, Xenovia mi raggiunse e avvolse le braccia intorno al collo, premendo i suoi seni sul mio petto. “Se potrai darmi un bambino, non mi opporrò a qualsiasi cosa tu voglia fare-”
 
“ADESSO BASTA! ASCOLTAMI HO DETTO!” La mia pazienza si esaurì del tutto e, in modo per nulla delicato, afferrai la spadaccina per le braccia e la allontanai con forza da me. Al contempo, la rabbia causò una piccola fuoriuscita della mia aura draconica, sufficiente a far tremare l’edificio per un istante, e potei avvertire i miei occhi farsi più luminosi e con le pupille verticali. L’effetto fu istantaneo: Xenovia si fece subito indietro con uno sguardo ora intimorito in volto. “Vuoi piantarla di sputare sentenze e fare come se non stessi parlando e opponendo alla cosa?! Non so che cazzo di convinzione ti abbia svitato le rotelle fino a questo punto, ma io non ho alcuna intenzione di mettere incinta nessuna ragazza, tantomeno te! Ma ti sei sentita poi?! Parli come se fossi una banca del seme, disposto a darlo a chiunque senza problemi o proteste! Io sono una persona prima di tutto, chiaro? Una persona con pensieri e desideri propri, non qualcuno che obbedisce a quelli degli altri! In più, visto che pare che la tua conoscenza sia anche troppo lacunosa a riguardo, ti faccio presente che i figli sono una cosa seria e che riguarda coppie stabili e sicure del loro legame! Non sono qualcosa per persone che a malapena si conoscono e non hanno nemmeno un vero legame ancora! Ti è chiaro questo?”
 
Xenovia indietreggiò, visibilmente spiazzata dalla mia ira e risposta; la vidi aprire e chiudere la bocca un paio di volte, probabilmente per cercare di spiegare qualcosa, ma nulla uscì. Si limitò ad abbassare gli occhi con aria colpevole. “Io…”
 
Proprio in quel momento, la porta dello spogliatoio si aprì di scatto. “Zayden, che succede qui?! Abbiamo sentito… Ma che state facendo?!” Rias, Akeno, Koneko, Kiba e anche Asia erano sulla soglia e ci guardavano con emozioni miste, dal confuso al sorpreso, dal deluso all’infastidito. Ad aver parlato era stata Rias e la sua espressione era quella più scocciata di tutte.
 
Ah, bene! Ci mancava solo questa! E così ho dato anche spettacolo adesso!
 
“Ara ara, sembra che Xenovia-chan volesse cogliere l’occasione. Molto astuta!” disse Akeno, ora apparentemente divertita. Occasione un corno!
 
“Zayden-san! Se lo desideravi tanto, bastava che me lo chiedessi e io avrei…!” squittì Asia con le lacrime agli occhi. Cosa?!
 
“…non me l’aspettavo affatto. Forse ti ho malgiudicato, senpai” sussurrò Koneko in tono di disappunto. Adesso il cattivo ero io?!
 
“Beh, a dirla tutta quell’emissione di energia non sembrava normale… Forse Zayden-senpai ha una spiegazione…” Grazie, Kiba! Almeno il beneficio del dubbio!
 
“Desideravo che Zayden mi desse un bambino, ma a quanto pare ho sbagliato qualcosa. Perdonatemi, è colpa mia” fece Xenovia con aria colpevole.
 
Zitta, cretina! Frasi simili peggiorano solo le cose! E non hai sbagliato qualcosa, ma TUTTO!, pensai rivolgendole un’occhiataccia e facendo per dirle quelle stesse cose, ma ormai il danno era fatto: alla parola ‘bambino’, tutti ci guardarono sbigottiti.
 
“““““Darle un bambino?!””””” esclamarono e di nuovo tutte le loro espressioni ripresero a variare di emozioni contrastanti, come fossero state un caleidoscopio. Quella fu l’ultima goccia.
 
“ENOUGH WITH THIS BULLSHIT!” urlai rilasciando un’altra emissione d’aura rossa. “NON GUARDATEMI IN QUEL MODO! IO NON-”
Non potei proseguire oltre. Una fitta lancinante al pettorale sinistro mi mozzò il fiato, come se fossi stato trafitto da una lancia, e si allargò subito al braccio corrispondente e alla schiena, divenendo in un istante tanto intenso da farmi boccheggiare e rantolare. Mi portai la mano destra al punto da cui era partito il dolore e cercai disperatamente di riprendere il controllo del mio respiro, ma potei solo indietreggiare finché non urtai la parete alle mie spalle e crollai a terra, ormai sull’orlo dell’iperventilazione. Sentivo delle voci concitate intorno a me, ma il dolore era diventato tale da oscurarmi la vista e attutire i suoni, così non riuscii a capire nulla di ciò che mi circondava. Presto sentii la mia coscienza iniziare a svanire…
E com’era iniziato, altrettanto in fretta il dolore prese di colpo a scemare e mi ritrovai semidisteso sul pavimento dello spogliatoio, con qualcosa di grosso, freddo e squamoso che mi avvolgeva e sosteneva e i volti preoccupati o spaventati di Rias e degli altri che mi guardavano dall’alto e cercavano di parlarmi. Un istante dopo, mi accorsi anche di essere avvolto in un’aura verde e gentile, che riconobbi come il Twilight Healing di Asia, e da un’altra più scura e densa, che pareva entrarmi dentro e rinvigorirmi.
Voltando la testa, vidi da una parte la mia sorellina acquisita piegata su di me e con le mani avvolte dall’energia della sua Sacred Gear e dall’altra gli occhi dorati di Darak che riflettevano i miei. Doveva star usando le sue spire e la sua aura per sostenermi e aiutare quella di Asia nel processo di guarigione.
 
[Partner, stai bene?] mi domandò Ddraig, anche lui palesemente preoccupato.
 
Sto bene, sto bene… Non preoccuparti, ho solo bisogno di… “…Maledizione… La mia testa…ugh…” mormorai cercando di schiarire la mente dalla foschia creata da quel dolore lancinante. Poco dopo, mi sentii finalmente abbastanza bene da parlare senza problemi: “Grazie, Darak. Grazie, Asia. È passato adesso, non preoccupatevi.”
 
“Zayden-san, che cos’è successo? Cosa ti ha fatto male?” mi chiese Asia senza smettere di emettere la sua aura benefica, malgrado le mie parole. A giudicare dalla sua espressione, dovevo avere una pessima cera.
 
“Cos’è stato?” domandò Rias facendo un passo avanti con lo stesso sguardo di Asia. “Sei impallidito e crollato a terra di colpo mentre ti stringevi il petto, urlavi e respiravi a fatica, come se fossi stato in preda a una sofferenza atroce.”
 
Infatti, pensai sarcastico, tuttavia replicai solo: “Non era niente. Solo un vecchio acciacco che riappare ogni tanto, memento di uno scontro piuttosto problematico.”
 
I volti di tutti si fecero prima stupiti poi colpevoli e tristi. “Perdonami, è colpa mia” disse Xenovia stringendosi un braccio. “Sono stata io a turbarti con la mia richiesta. Mi dispiace davvero.”
 
“Lo siamo stati tutti, temo” commentò Rias con un lieve scuotere della testa. “Avremmo dovuto capire che eri già stressato e non essere così indelicati. Se è stato a causa nostra, ci dispiace, Zayden.”
 
Anche gli altri si dichiararono d’accordo e chinarono il capo, ma io alzai subito una mano per fermarli. “Non serve, non datevi colpe che non avete. Non siete stati voi. Non voi…” Anche se stavo meglio, sentivo ancora il lato sinistro del corpo intorpidito e la testa chiusa in una pressa idraulica. “Ma…” mormorai rinunciando a rialzarmi subito, ero troppo stanco. Invece m’inclinai all’indietro e sistemai meglio sul corpo di Darak, il quale aveva assunto una dimensione che sembrava sui 10 metri e con uno spessore maggiore di quello di un anaconda verde e si era disposto sotto e dietro di me, avvolto su sé stesso nella grottesca riproduzione di un materasso.
 
In risposta al mio movimento, anche il mio famiglio si mosse per rendere più comoda la mia posizione; anche la sua aura variò leggermente d’intensità, creando un piacevole effetto avvolgente analogo a una coperta. “Direi che può bastare così. Adesso vi chiedo di lasciarlo in pace” disse voltandosi verso gli altri. “Non è la prima volta che accade, perciò vi assicuro che ha solo bisogno di un po’ di riposo e tranquillità. Resterò io con lui, non preoccupatevi.”
 
Il gruppo non sembrò contento della cosa, ma io li rassicurai che Darak aveva ragione e che li avrei raggiunti appena sarei stato meglio. Alla fine, annuirono e uscirono dallo spogliatoio lasciandoci soli. Rias fu l’ultima a uscire e, nel farlo, mi rivolse uno sguardo insolitamente preoccupato e triste che mi fece sentire in colpa. Non avrei mai voluto far agitare lei e gli altri così, ma purtroppo era successo.
Poggiai la nuca sulla spira dietro di me e chiusi gli occhi per rilassarmi. “Era da un pezzo che non avevo una crisi così forte. Me le ero quasi dimenticate.”
 
“Non è un buon segno” disse Darak dopo essersi voltato in modo da guardarmi in faccia. “Se non vado errato, nell’ultimo mezzo anno hai usato una sola volta il Balance Breaker, il Limit Break e la forma del Death Dragon, ovvero niente paragonato a ciò che hai fatto in passato… Eppure hai avuto una crisi analoga a quelle in cui avevi usato quegli stessi poteri per interi giorni di fila.”
 
“Credi che il mio corpo si stia indebolendo più in fretta del previsto?”
 
“Non proprio. Credo semplicemente che, come per la sete di sangue, usare alcuni dei tuoi poteri più forti dopo un lungo periodo di inattività, abbia disabituato un minimo il tuo fisico ad essi, un po’ come quando fai un grosso sforzo che ti dovrebbe essere piuttosto facile, ma siccome eri rimasto fermo per molto tempo prima di ripeterlo, finisce per causarti un crampo o qualcosa del genere. Semplicemente è probabile che ti stai ancora riabituando al tuo pieno potere.”
 
“Hm, sì, penso tu abbia ragione. Però è comunque strano che sia stato così forte. Per quanto fosse stato un periodo di inattività lungo per la mia media, non avrebbe dovuto essere tale da farmi un tale effetto” riflettei sfiorando una cicatrice che avevo sul petto, vicino al punto dov’era partita la fitta.
 
[Ricordati che hai finalmente avuto il tuo primo incontro con Albion e il suo possessore. I nostri poteri entrano sempre in risonanza, soprattutto dopo lunghi periodi di lontananza, e tu sei stato il mio possessore che ha impiegato più tempo di tutti a incontrare il suo rivale. Non sarebbe strano se il mio potere stesse risuonando più forte dentro di te come effetto collaterale…] intervenne in quel momento Ddraig, la luce del Boosted Gear che splendeva in sincrono con le sue parole sul dorso della mia mano destra. [Forse è stata la combinazione tra peso fisico e mentale ad aggravare la tua condizione, spiegherebbe anche perché i tuoi istinti sono stati così intensi ultimamente. Credo sia pure per questo che stai faticando a recuperare. Heh, dovremo fare attenzione nel prossimo futuro, soprattutto ora che il rischio di affrontare in combattimento Albion e il suo possessore è serio e tangibile.]
 
“Messa così, diventa tutto più comprensibile” commentò Darak, la lingua biforcuta che scattava a imitazione di un sospiro. “Abbiamo bisogno di Blake, Tora, Kayla e Akiko, tu ne hai bisogno per aiutarti con la tua condizione.”
 
Sospiro che io imitai. “Davvero perfetto…” dissi sarcastico per poi richiudere gli occhi. “Per adesso non parliamone più, devo riposare un attimo. Svegliami tra 5 minuti, Darak. Non voglio far preoccupare oltre gli altri.”
 
“Se quando ti sveglio sarai ancora stordito, sappi che ti costringerò a restare tra le mie spire. Non intendo rischiare di farti stare peggio” disse il serpente con voce intransigente.
 
“Ok ok, come ti pare.” Avvertii il corpo serpentino del mio famiglio farsi più disteso in modo da tenermi del tutto orizzontale, come fosse stato un letto, e l’energia naturale farsi più forte intorno a noi, rinvigorendo subito il mio corpo.
Sorrisi e lasciai che la mia mente si assopisse in un sonno leggero e sereno. Poco prima di appisolarmi, però, mi tornarono alla mente le parole di Xenovia sul fare figli con lei, in particolare sulla sua stima di poterne avere in 7 anni di rapporti, 5 o meno se ne avessimo avuti multipli al giorno per tutti i giorni, e non potei evitare che uno sbuffo sarcastico lasciasse le mie labbra. 7 anni o per di là, eh? Sì, certo. Problemi di coppia e cuore a parte, dubito fortemente di poterti accontentare, Xenovia. Dopotutto, considerando cos’è davvero la mia vita e cosa mi aspetta, non ho garanzie che vivrò così a lungo…




Note:

Bunseki = (analisi) tecnica del Seishin-Do, consiste nel concentrare il proprio Ki in una mano e usarlo come una sorta di risonanza per analizzare muscolatura, struttura corporea e soprattutto sistema circolatorio del Ki di una persona, sfruttando l'interazione tra i due Ki in una maniera simile allo studio degli oggetti tramite ultrasuoni.
Tan T’ien = campo di cinabro
Jin Chi = riso raffinato
Chi = soffio energetico
Shen = spirito del cielo
Mizu No Budo: Nagareru Kawa = (stile marziale dell’acqua: fiume che scorre) tecnica difensiva del Seishin-Do, appartenente ad uno dei suoi cinque stili principali, prevede la manipolazione di natura e forma del Ki in modo da renderlo simile ad acqua che scorre intorno alle estremità del corpo, usandolo poi per catturare i colpi nemici e ridirezionarli tramite il movimento delle braccia proprio come farebbe una qualunque corrente d'acqua con un oggetto in balia di essa; all'occorrenza può diventare anche offensiva quando, nel deviare i colpi del nemico, questo finisce per rimanere scoperto e sbilanciato.
Kaze No Budo: Hariken No Shomen = (stile marziale del vento: fronte dell’uragano) tecnica offensiva del Seishin-Do, appartenente ad uno dei suoi cinque stili principali, prevede la manipolazione di natura e forma del Ki per scagliare dei colpi simili a onde d'urto o forti folate di vento, capaci di sbalzare via con forza i bersagli o anche di parare o fermare a mezz'aria gli attacchi nemici.
Kaze No Budo: Kuchu Hassha = (stile marziale del vento: lancia aerea) tecnica offensiva del Seishin-Do, appartenente ad uno dei suoi cinque stili principali, prevede la manipolazione di natura e forma del Ki in modo da concentrare tutta l'aura su una mano e poi sferrare un colpo unico dall'incredibile potere perforante, capace di sfondare le difese nemiche e infliggere facilmente danni mortali.



E indovinate un po'? Rieccomi anche qui, come promesso!!
Ho già spiegato nel mio ultimo aggiornamento di Bleach il motivo per una pausa così lunga dal proseguimento delle mie storie, perciò non mi dilungherò di nuovo su tale spiegazione. Per chi non l'ha ancora letto, basti sapere che ho passato un anno infernale in cui ho dovuto bilanciare 3 lavori praticamente impossibili da rendere complementari sul lungo termine (addirittura 4 a un certo punto), già che vi sia riuscito per un anno è stato un miracolo, ma questo mi ha levato ogni forza, idea e voglia di continuare le mie storie e così ho finito per abbandonarle fino a qualche mese fa, quando ho ripreso finalmente a scrivere. Mi scuso anche qui per una pausa simile, ma davvero non mi riusciva a produrre niente in mezzo a così tanti impegni e doveri. Mi spiace.
Spero che la Life soprastante compensi l'attesa, anche solo un po'. Come avrete letto, qui ho unito una parte del tutto nuova (l'allenamento) a una ispirata alla storia originale (la piscina); difatti, dopo l'incontro con Sirzechs e prima degli eventi principali del Volume 4, volevo dare almeno una dimostrazione di come Zayden intende allenare e aiutare il gruppo Gremory a rafforzarsi ben oltre ciò che sarebbe dovuto essere e ho pensato che una breve sessione di allenamento prima degli eventi della piscina fosse l'ideale. Come già si è capito dalle Life e Volumi precedenti, Zayden è uno che non va per il sottile e, dato che ha compreso che tra gli ultimi nemici affrontati e la riunione imminente delle Tre Grandi Fazioni arriveranno presto nemici sempre più forti, non può permettersi nemmeno di andare lentamente ed ecco il perché di un allenamento preparatorio che non solo inizi già a migliorare il gruppo Gremory, ma gli dica anche come allenarli al meglio. Come vi è sembrato questo breve allenamento? Avete apprezzato le analisi di Zayden e l'uso di alcune nuove tecniche del Seishin-Do? Siete d'accordo con lui?
Per quanto invece riguarda la parte in piscina, diciamo che ho voluto riprenderla per dare un momento di legame e avvicinamento tra il protagonista e i nostri diavoli preferiti. Non dimenticate infatti che il gruppo Gremory, compresi Rias e Asia, stanno ancora imparando chi sia davvero il Sekiryutei e non hanno sempre avuto momenti di pace tra loro, così ho voluto approfittarne per mostrare uno scorcio di vita più serena e gentile e anche per mostrare il nuovo desiderio di Xenovia in modo da suscitare un po' di giuste risate... Anche se, come avrete notato, nemmeno qui si è completamente salvi da attimi di paura e mistero.
Riguardo i momenti in cui Zayden sembra voler uccidere qualcuno, diciamo che si tratta di una specie di sindrome o disturbo mentale che alcuni chiamano "la chiamata della morte o del vuoto", un tratto in realtà comune nelle persone che consiste nel provare per brevissimi momenti come sarebbe infliggere danni potenzialmente letali a qualcuno per il semplice fatto di esserne capaci (come quando si regge un cucciolo e si realizza inconsciamente quanto sarebbe facile provocargli dolore o peggio con le azioni più semplici). Però, se in una persona comune tale disturbo si limita a semplici pensieri passeggeri, in una abituata a uccidere potrebbe rischiare di tradursi in un istintivo quanto costante impulso omicida che spinge il soggetto a volerne sempre di più, come quando si sviluppa una dipendenza da cibo, alcol, fumo o altro. Badate bene: non basta questo a creare un serial killer psicopatico e sociopatico perché non prevede necessariamente la perdita di emozioni o empatia, ma di sicuro rende più difficile controllare la propria sete di sangue. Nel caso di Zayden, lui è capace di controllarsi visto che convive con la Morte da quand'era piccolo, ma vi sono dei momenti in lassi di tempo variabili dopo che ha ucciso in cui quella "chiamata" è più forte e lo rende più letale, cosa che giustamente lo spaventa.
Per quanto invece riguarda la crisi che ha avuto a fine capitolo, saprete in futuro di cosa si tratta, quindi abbiate pazienza... ;)
Credo di aver detto tutto. Se vi è piaciuta la lettura e avete voglia, scrivetemi una recensione e ditemi cosa ne pensate, o fatelo anche solo se volete farmi delle domande. Tutto è sempre gradito!
Ci vediamo al prossimo aggiornamento che, vi garantisco, non richiederà così tanto tempo!
Ja naa minna!!!
   
 
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