Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: slanif    03/11/2022    2 recensioni
A Sirius girava la testa. Si sentiva stordito, quasi preda di una febbre che non lo lasciava respirare. Il petto era contratto, come se un enorme Troll di montagna ci si fosse seduto sopra e non avesse alcuna intenzione di alzarsi. Gli occhi gli bruciavano a tal punto che parevano pieni di schegge di vetro ogni volta che abbassava le palpebre e la sua mente, di solito acuta e brillante, era confusa e incapace di soffermarmi su un pensiero coerente.
Avanzava dietro agli altri, ape diligente di uno sciame che appariva funebre come avrebbe dovuto in tale circostanza.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quello che era e mai sarà
di slanif
 
 
 
 
A Sirius girava la testa. Si sentiva stordito, quasi preda di una febbre che non lo lasciava respirare. Il petto era contratto, come se un enorme Troll di montagna ci si fosse seduto sopra e non avesse alcuna intenzione di alzarsi. Gli occhi gli bruciavano a tal punto che parevano pieni di schegge di vetro ogni volta che abbassava le palpebre e la sua mente, di solito acuta e brillante, era confusa e incapace di soffermarmi su un pensiero coerente.
Avanzava dietro agli altri, ape diligente di uno sciame che appariva funebre come avrebbe dovuto in tale circostanza.
Sirius si sentiva disconnesso dal suo corpo. Lontano dal brusio sommesso della folla che lo circondava, dalle loro lacrime e sospiri. Era come se una bolla lo circondasse, filtrando i suoni a tal punto da renderglieli irriconoscibili.
Il cielo plumbeo sembrava schiacciarlo e quando una pioggerellina leggera cominciò a cadere, l’animo del giovane Black divenne ancora più pesante, spingendolo più a fondo in quel torpore meditabondo da cui non riusciva a staccarsi da tre giorni, ormai.
Si riscosse leggermente quando una giovane mano calda si infilò nella sua, stringendola appena.
Volse lo sguardo alla sua destra e i suoi occhi grigi incontrarono quelli verdi di Lily, che lo fissava con un tale dispiacere che Sirius si sentì stringere la gola.
Dall’altro lato, quasi nello stesso momento, giunse il braccio confortante di James sulle sue spalle, che produsse un poco di quel calore che pareva ormai averlo abbandonato del tutto.
Alle sue spalle, una mano gentile si posò in mezzo alle sue scapole e non ebbe bisogno di girarsi per sapere che si trattava di Remus.
Peter, al fianco di Lily, gli sorrise appena, con sguardo angosciato e triste.
Un nodo profondo gli strinse la gola mentre sentiva tutto intorno la presenza dei suoi amici che lo accompagnavano per quell’ultimo saluto, mentre il Campo Santo si faceva sempre più antico intorno a loro. I viottoli eleganti stavano lasciando il posto a zone più verdi e incolte, con gli alberi più vicini gli uni agli altri e lapidi che pendevano di qua e di là, apparendo come denti storti di un mostro senza nome. Edera le avvolgeva, mentre i nomi apparivano in alcune quasi illegibili.
Fu quasi nel mezzo di quel groviglio di marmo grigio che la carovana di persone si fermò, mentre tre buche di ragguardevoli dimensioni si aprivano nel terreno, come voragini senza fine simili al cuore di Sirius, che gli parve di sentirlo profondare a sua volta in quel vuoto infinito.
«Siamo qui riuniti oggi per dare l’estremo saluto a queste tre anime innocenti, strappate alla vita da una mano malvagia e senza scrupoli.»
La voce del Parroco arrivò a squarciare la nebbia nel suo cervello.
Alzò lo sguardo su di lui, che si ergeva in piedi proprio alle spalle della bara centrale, quella che conteneva il corpo di Marlene. Ai lati, i suoi genitori, assassinati tre giorni prima da Voldemort e i suoi seguaci senza che nessuno di loro potesse fare nulla per difendersi.
Quanta paura doveva aver avuto, Marlene? Aveva urlato il suo nome? Aveva pensato a lui negli ultimi istanti, mentre la vita la abbandonava, risucchiata da un raggio verde che, al contrario del sorgere della speranza a cui si associava, ne risucchiava via ogni brandello?
Nonostante fosse luglio, Sirius sentiva freddo in tutto il corpo.
L’erba era troppo verde. Il nero degli abiti troppo cupo. Il pallore dei volti troppo bianco. Il cielo troppo grigio. Il legno troppo lucido. La pioggia troppo fredda.
Un vortice di nausea gli risalì la gola e dovette farsi forza per ricacciarlo giù.
Non l’avrebbe più rivista. Mai più.
Non ne avrebbe più sentito la risata, né ascoltata leggere per lui di fronte al camino. Non avrebbe più toccato la morbidezza della sua pelle né annusato il suo profumo. Non avrebbe più posato le labbra sulle sue, né tra i suoi capelli. Non avrebbe più stretto quel corpo contro il suo, accoccolati insieme sotto le coperte, come se entrambi desiderassero divenire una cosa sola.
Sirius non riusciva ad accettarlo. Si sentiva affogare dalla crudeltà di quel pensiero, perché ciò che gli era stato strappato era mille volte migliore di quel che era rimasto. E nonostante fosse grato per la presenza dei suoi amici e il loro incrollabile sostegno, Marlene non c’era più e nessuno poteva cambiare questo fatto. Nessuno poteva riportarla in vita, nonostante lui avrebbe volentieri pagato qualsiasi prezzo per far sì che succedesse.
«Diamo loro l’estremo addio, mentre tornano alla Casa del Padre,» concluse il Parroco, nell’istante in cui, con un colpo di bacchetta, fece scendere lentamente le tre casse nel terreno.
Tutti lanciarono fiori sopra di esse e mano a mano si allontanavano, lasciando spazio anche per gli altri.
Il primo a lanciare un fiore su Peter, seguito poi da Remus, James e Lily.
Quando Sirius arrivò davanti alla tomba di Marlene, strinse forte lo stelo della rosa rossa, osservando a lungo l’angelo che era intagliato sopra il coperchio della bara. Infine, cercando di non piangere, gettò la rosa sopra le altre, come una macchia di sangue su neve candida.
Te lo prometto, Merle. Un giorno ci rivedremo e non ti lascerò mai più andare via da me.
Lo giurò, così come le aveva promesso che l’avrebbe sposata, quando la Guerra fosse finita. Lo giurà, così come le aveva promesso che avrebbero costruito una famiglia tutta loro, non appena il mondo avesse smesso di implodere intorno a loro e la pace avesse regnato su tutto e tutti.
Che sciocchi a pensare di avere il lusso del tempo, lì pronto ad aspettarli.
Avrebbero dovuto fare tutto quello senza pensare al “dopo”, ma realizzare i loro sogni finché ne avevano avuto l’occasione.
Quei sogni infranti di un cuore ormai morto e senza speranza, che si faceva contraltare al suo, che ancora batteva, certo, ma non per questo veniva percepito più vivo di quello della sua metà.
«Andiamo, tesoro, vieni,» sussurrò piano Lily al suo fianco, riprendendolo per mano, mentre terra umida veniva gettata sopra alle bare e ai fiori, cancellando per sempre l’immagine di Marlene dal mondo e coprendo, sembrava, i sentimenti di Sirius con noncuranza.
Il giovane Black gettò un ultimo sguardo alla sua rosa, prima che questa venisse seppellita sotto la terra, dopodiché seguì Lily, James, Remus e Peter; ma una parte di lui – quella pulsante, viva, piena di speranza, amore e gioia – venne lasciata indietro, a vegliare sul suo amore ormai scomparso.
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice: Con questa botta di allegria... Buon compleanno, Sirius Black! LOL
Avrei voluto regalargli un momento lieto, ma l’unica cosa che mi veniva in mente era questa scena, quindi ho pensato che, in fondo, avrebbe reso giustizia all’animo malinconico del nostro Felpato.
Spero l’abbiate apprezzata! :)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: slanif