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Autore: Dreamer47    03/11/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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HUNTER'S LEGACIES
Capitolo 18.
(II PARTE) 
 
Si era ritrovata bloccata all'interno di una delle cripte che avesse insistito per visitare  insieme a Dean, che la guardò con l'aria da te l'avevo detto! mentre nel buio cercava un'altra via d'uscita: dopo che Dean fosse stato ridotto in fin di vita da Alastair e si fosse lasciato andare a delle confessioni piuttosto intime con la ragazza, Castiel era sbucato dal nulla e l'aveva curato completamente, scusandosi per l'inconveniente e andando via senza dare troppe risposte, annuendo semplicemente quando il ragazzo gli chiese se fosse veramente stato lui a dare il via all'apocalisse spezzando il primo sigillo all'inferno. 
I tre ragazzi si erano concentrati su diversi casi nelle ultime due settimane, decidendo di rimanere tutti e tre insieme, fin quando i due Winchester avevano ricevuto una telefonata molto particolare da un certo Adam Milligan, che si era rivelato essere il fratello più piccolo di Sam e Dean. 
Il maggiore era subito stato diffidente e molto furioso nei confronti del più piccolo, mentre Sam si era sentito quasi in dovere verso il fratellino, iniziando ad istruirlo a dovere sul nuovo mondo in cui si fosse trovato a causa della scomparsa della madre; ma Dean era piuttosto arrabbiato, tanto da lasciare i due fratelli da soli ed uscire di fretta dalla stanza per andare a cercare una soluzione, specialmente quanto Adam chiese con estrema ingenuità ai suoi fratelli chi dei due fosse quello che stesse con Abby. 
La ragazza scattò subito dietro a Dean che uscì di furioso nel tentativo di calmarsi e l'aveva seguito fino al cimitero dove probabilmente avrebbero trovato delle risposte, nonostante Abby apparisse molto titubante: e infatti aveva ragione, perché non appena entrarono la grande porta della cripta gli si chiuse alle spalle e i due cacciatori trovarono i corpi di Adam e di sua madre completamente a pezzi, apprendendo subito che si trattasse di demoni di oratori. 
Dean fece segno alla ragazza di allontanarsi un po', mentre si affrettò a rompere i vetri del lucernario e si arrampicasse fuori, tendendole una mano per aiutarla a salire. 
Il caso si svolse molto velocemente e Dean ed Abby riuscirono presto a salvare Sam dai demoni divoratori che avessero assunto l'aspetto di Adam e di sua madre solamente per attirarli in una trappola ed ucciderli; portarono in fretta Sam nel motel più vicino, dove curarono le ferite sui suoi polsi e lo fecero riposare per rimettersi al più presto, data la cospicua quantità di sangue che avesse perso mentre i due demoni cercavano di dissanguarlo per cibarsene.
Abby sospirò rumorosamente e si mosse all'interno della stanza in silenzio, guardando brevemente Dean seduto sul bordo dell'unico letto libero mentre rimontava la sua pistola dopo averla pulita per bene; il ragazzo sollevò lo sguardo verso di lei sentendosi osservato, trovandola appoggiata con la schiena al muro con braccia serrate al petto e gambe incrociate. "Che c'è? Vuoi riposare anche tu?". 
Ma Abby scosse semplicemente la testa, sospirando e facendo spallucce: avrebbe voluto parlare con lui del loro rapporto, capire se davvero avesse smesso di provare qualsiasi cosa provasse per lei o se fosse sulla lunga via del perdono, ma non disse nulla limitandosi ad osservare i suoi occhi verdi con aria piuttosto seria. 
Il telefono le vibrò in tasca e aggrottò le sopracciglia, chiedendosi chi potesse chiamare nel cuore della notte e sgranò gli occhi quando lesse il nome di sua sorella. "Silver? Stai bene?". 
Dean osservò la sua espressione preoccupata diventare via via più tranquilla, trasformarsi in dispiacere quando la vide uscire in silenzio dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle, probabilmente per non disturbare il sonno di Sam. 
Il ragazzo sospirò rumorosamente e scosse la testa, alzandosi e rimettendo la sua pistola nel borsone delle armi posto sul tavolino adiacente alla finestra, osservando la ragazza muoversi nervosamente avanti e indietro sul portico della stanza. 
Persino da lì Dean poteva vedere la sua espressione indecisa, quasi in conflitto con sé stessa per chissà quale ragione mentre discuteva con sua sorella; prese la sua giacca e la infilò sistemandosela addosso, e lanciò un'occhiata al fratello che dormiva ancora serenamente mentre russava e gemeva appena nel sonno per il dolore dei punti che lui ed Abby gli avessero dovuto mettere sui polsi. 
Uscì con un sospiro perché davvero non ne poteva più di sopportare tutta quella storia con Sam ed i suoi poteri, pensando alle grosse litigate che avesse fatto con il fratello ogni volta che si tirassero in ballo le sue particolari abilità.
Vide la ragazza seduta sul portico a gambe incrociate, lo sguardo rivolto verso il cielo stellato e la sigaretta serrata fra le sue labbra, osservando la nuvola di fumo fuoriuscire dalla sua bocca; si avvicinò storcendo il naso e sedendosi accanto a lei, che doveva averlo sentito perché non si scompose e rimase con lo sguardo alto. "La smetterai mai con questa schifezza?". 
Abby si voltò nella sua direzione per seguire il suo sguardo fino a ciò che stringesse fra le dita della mano destra, sorridendo amaramente quando lo vide poggiato sulla sua sigaretta, e fece spallucce per poi prendere un altro tiro, guardandolo con aria ironica. "E tu la smetterai mai di bere così tanto?".
Dean sollevò il sopracciglio e piegò la testa di lato, pensando che avesse ragione nonostante tutto, sollevando lo sguardo verso il cielo e fermandosi ad ammirare quanta  bellezza offrisse la natura. Poi tornò a guardarla mentre lei guardava le stelle, e sorrise dolcemente pensando che neanche la stella più luminosa avrebbe potuto competere con la ragazza che gli stesse accanto. 
Sorprendendosi del suo stesso pensiero, si schiarí la gola e divenne appena più serio, ricordandosi di essere ancora molto arrabbiato con lei e che proprio per questo non stessero più insieme. "Allora, che succede? Come mai Silver ha chiamato a quest'ora?". 
Abby sospirò rumorosamente e chiuse gli occhi, scuotendo la testa, e quando li aprì prese un lungo tiro di sigaretta, sputando fuori il fumo dal naso. "Mia nonna sta male. I miei cugini l'hanno portata a casa dall'ospedale, pensano sia questione di ore". 
"Tu hai una nonna? E dei cugini?". 
Abby lo guardò incapace di rimanere seria davanti al suo tono così sorpreso e sconvolto, facendola ridere di gusto fino a mettersi una mano sul fianco. "Quasi tutti hanno avuto almeno un cugino o una nonna, Dean". 
Ma il ragazzo scosse la testa e sollevò le sopracciglia, lasciandosi però contagiare dalla risata della ragazza e sorridendole di rimando. "Allora perché non sei a casa di tua nonna per passare gli ultimi momenti con lei?". 
"Non siamo mai state molto compatibili e non so neanche perché: non la vedo da quando ero una ragazzina.." sussurrò Abby facendo spallucce ed abbassando lo sguardo, prendendo l'ultimo tiro della sua sigaretta e lasciandola cadere sul ciglio del marciapiede. "Ero l'unica nipote che detestava con tutto il suo cuore e non so neanche cosa le ho fatto. Ma andrò a trovarla, dato che non fa altro che chiedere di me ai miei fratelli". 
Dean aggrottò le sopracciglia e la guardò negli occhi mentre si copriva le mani con le maniche della felpa per il freddo di quella sera, facendo una leggera smorfia scocciata. "Da quanto tempo lo sai, di tua nonna?". 
"Circa una settimana". 
"E non sei ancora andata a trovarla?". 
Abby lo guardò con aria accigliata, perché poco gradiva quel tono di rimprovero, e sollevò un sopracciglio guardandolo in cagnesco. "Lei mi odia". 
Ma Dean sorrise audacemente, sostenendo il suo sguardo arrabbiato e trattenendosi dal riderle in faccia, usando ciò in cui Abby credesse contro di lei. "È una povera vecchietta che sta morendo e vuole redimersi prima di morire per salvare la sua anima, non è credule negarle il suo ultimo desiderio?". 
Abby assottigliò gli occhi guardandolo in cagnesco, ma sorrise nella sua direzione e in quell'istante sentí il cuore battere fin troppo velocemente nel suo petto, sentendosi nuovamente fin troppo vulnerabile. Distolse lo sguardo in fretta e si morse il labbro, tornando a guardare le stelle nonostante sentisse lo sguardo confuso del ragazzo su di lei. "Mi dispiace tanto per Adam: deve essere stato terribile essere separati per tutti questi anni e perderlo così senza avere avuto la possibilità di conoscerlo". 
Dean si schiarí la gola leggermente e scosse la testa, abbassando il capo ad osservare le sue gambe distese lungo la strada e le sue mani strette sulle cosce: non aveva alcuna intenzione di parlare di Adam con Abby, né lo avrebbe fatto con Sam. Avrebbe chiuso quell'argomento dentro di sé per non tirarlo fuori mai più, spingendolo dentro il cesto dei rimpianti per non riesaminarlo più. 
Abby prese un lungo respiro profondo e sollevò le gambe fino ad abbracciarle forte con le braccia, appoggiando il mento alle ginocchia e continuando a guardare la notte stellata. "Comunque volevo farti sapere che dopo che sarò passata da mia nonna, andrò a casa oppure da Jo, o ovunque mi porterà la mia macchina, ma non tornerò più da voi Dean". 
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e si voltò immediatamente nella sua direzione con aria confusa, guardandola e cercando risposte nel suo sguardo, che però tenesse nascosto ai suoi occhi; Dean osservò la sua espressione seria e tesa, la mascella contratta ed il modo come di tanto in tanto strizzasse gli occhi, non accennando minimamente a puntarli verso di lui. "Cosa? Perché dovresti?". 
Abby fece una smorfia amara e scosse la testa continuando a guardare le stelle brillare e la luce della grande luna illuminare il parcheggio ed i loro visi. "Perché non ce la faccio a rimanere qui". 
"Ma il tuo posto è qui, insieme a noi!" esclamò Dean guardandola in cagnesco e afferrandola dal braccio destro per scuoterla leggermente, costringendola a voltarsi verso di lui e a guardarlo con aria seria. 
"Era il mio posto prima, Dean" rispose Abby di scatto, scuotendo la testa e facendo spallucce, per poi prendere un respiro e sospirare sonoramente. "Credo che sia arrivato il momento di separarci definitivamente". 
Il ragazzo la guardò in cagnesco, non riuscendo a fare a meno di sentirsi tradito per l'ennesima volta da Abby che tutto ad un tratto sarebbe voluta andare via ed allontanarsi per sempre, e proprio quando la vide distogliere lo sguardo per osservare nuovamente il cielo Dean la strattonò nuovamente con delicatezza e la fece voltare verso di sé. "Perché?". 
"Perché? Siamo ex che lavorano insieme e stanno a stretto contatto tutto il giorno tutti i giorni, ho bisogno dei miei spazi per potermi riprendere e superarla, Dean. E averti costantemente accanto non mi aiuta ad allontanarti da me. E poi tu sei semp-.. ". 
Dean la guardò in cagnesco ed Abby riuscì a scorgere nei suoi occhi la rabbia che ancora non l'avesse lasciato e che provasse ogni volta che ripensasse al motivo per cui si fossero lasciati, e la interruppe bruscamente. "Non è quello che voglio sapere. Perché sei andata a letto con lui? Con tutti gli uomini che ci sono sulla terra, perché proprio mio fratello?".
Abby rimane per qualche secondo interdetta, senza sapere bene cosa dire e cosa rispondere, e sospirò rumorosamente. Sapeva che qualsiasi risposta gli avrebbe fatto male, ma sapeva anche che fosse già a conoscenza della verità da quando il mutaforma avesse preso il suo posto e avesse iniziato a raccontargli tutto ciò che lei e Sam avessero fatto; sospirò rumorosamente e sostenne il suo sguardo arrabbiato. "Non era importante che fosse Sam o chiunque altro: avevo questo vuoto dentro dopo che sei morto e non riuscivo a riempirlo. Non c'era niente che potesse alleviare almeno in parte quel dolore e avevo deciso di fare un patto quando Sam mi ha salvata dal demone dell'incrocio. E credo di averlo davvero spaventato quella notte perché non riuscivo a fermarmi, mi aveva tolto la possibilità di salvarti e io non facevo altro che colpirlo, fin quando.." sussurrò Abby con un filo di voce non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo ed osservando la rabbia montare sempre di più nei suoi occhi, mentre quelli della ragazza si riempirono di lacrime che riuscì a ricacciare indietro proprio poco prima che cadessero sul suo viso. "Sono stata a letto con Sam e subito dopo mi sentivo sempre uno schifo, ma per un momento, solo per un momento, quel vuoto e quel dolore scomparivano e tu non c'eri più, dentro di me. Non faceva più male. Mi dispiace Dean, ma non saprai mai che vuol dire perdere la persona a cui tieni di più in quel modo e non trovare un modo per salvarla".
Abby rimase qualche secondo ad osservarlo negli occhi mentre la gamba destra si muoveva automaticamente per il nervosismo, fin quando fu troppo anche per lei; scosse la testa e si alzò di scatto, distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo e non riuscendo più a trattenere le lacrime, e si diresse a grandi passi verso la sua auto, pronta a fuggire da quella situazione con Dean che stava diventando sempre più dolorosa.
Prese le chiavi dalla sua giacca e fece scattare le serrature con il telecomando elettronico; ma proprio quando aprì la portiera per entrare in macchina, lo sportello si chiuse con forza senza che lei riuscisse a capire perché, quando riconobbe la mano del ragazzo ferma sul finestrino che le impediva il passaggio: doveva averla seguita correndo, ma lei non se n'era neanche accorta, troppo concentrata nel muovere i piedi uno dopo l'altro per allontanarsi il più presto possibile da lui. 
"Come diavolo credi che mi sia sentito io quando sono tornato e ho dovuto rimpiangere di non essere rimasto all'inferno per non sentire questo dolore, eh? Non credere di essere l'unica a soffrire Abby, questo casino l'hai fatto tu! Non mi sarei mai dovuto legare a te sin dall'inizio: se potessi tornare indietro, non lo rifarei!". 
La ragazza chiuse gli occhi per un istante, sentendo il suo dolore e la sua rabbia nella sua voce, e scosse la testa asciugandosi in fretta il viso; si voltò e lo guardò negli occhi riuscendo a leggere solamente furia cieca, e a quel punto non gli importò più se Dean riuscisse a leggere il suo dolore ed il suo senso di colpa, ma aveva solamente voglia di andare via ed allontanarsi da lui per sempre. 
"Allora lasciami andare Dean, per favore. Questa storia deve finire: noi.. Io e te.. Dobbiamo ricominciare, ma separati. Lasciami andare, per favore". 
Dean respirò lentamente ed in quel momento capí che avesse tirato fin troppo quella corda nelle ultime settimane, comportandosi a tratti anche in maniera un po' infantile ogni qualvolta ricordasse ad Abby lo sbaglio che avesse commesso, nonostante lei cercasse solamente di aiutarlo. La corda si era spezzata a furia di tirare e adesso era troppo tardi.
Sospirò mentre guardava nei suoi occhi umidi e arrossati, ed annuì mentre la sua espressione tornava di nuovo normale, rimanendo sempre abbastanza arrabbiata, e fece un passo indietro per permettere alla ragazza di salire in auto e partire a retromarcia per poi immettersi sulla strada principale ; si prese qualche momento mentre la osservava sparire e confondersi con le altre luci della strada, mentre un'unica lacrima solitaria gli rigava il viso e sentiva dentro di sé la convinzione che probabilmente, sarebbe passato molto tempo prima di rivederla di nuovo. 
  
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