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Autore: Effye90    03/11/2022    1 recensioni
Dopo quello che sembra un incontro fortuito, uno strano virus (in apparenza influenzale), inizia a dilagare a Rodorio e al Santuario. I protagonisti, scopriranno ben presto che tale virus, è di origine divina. Questa storia avviene molto tempo dopo le avventure di Soul Of Gold. I cavalieri d'oro, sono riportati in vita un'ultima volta, forse.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Shion, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Saori Kido, Sasha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non hai voluto dirmi dove si trova colei che cerco e ora pagherai!”

La figura femminile incappucciata rise di gusto.

“Questo sarebbe il potere della Dea Athena? Mio padre aveva ragione; sei feccia, fanciulla. Senza il tuo cosmo, sei niente. Sei al pari di un comune umano.”

Sputò a terra.

“Tuo pa… padre?”

Chiese Sasha con un filo di voce.
Era distesa a terra; una forza invisibile le impediva di rialzarsi.
Si puntellò col braccio destro sul fianco e riuscì ad alzare di qualche centimetro il busto.

“Ma tu…”

“Dovresti aver capito ormai chi sono o forse no, sciocca ragazzina!”

Un’altra risata echeggiò nella grande stanza.

“Voi tutti siete legati da un destino comune! Destino che io stessa ho scelto per voi!”

Si alzò in piedi e si levò il cappuccio.
Sasha vide una donna dall’aspetto anziano con lunghi capelli neri che le coprivano buona parte del volto.
Il suo viso, era scuro proprio come il suo animo.

“Tuo padre… Tu sei sventura e morte… Ma allora tu sei…”

L’anziana sorrise nuovamente.

“Vedo che hai capito, finalmente. Io sono Hel la Dea dei morti! Odino stesso mi diede il compito di prendermi cura delle anime di coloro che non venivano accettati nel Valhalla!”

La sua figura sembrò crescere a vista d’occhio e Sasha vide l’ombra della donna allungarsi alle sue spalle.
La Dea si eresse in tutta la sua magnificenza e malvagità.

“Hel, io ti fermerò!”

A fatica si rialzò ed espanse nuovamente il suo cosmo.
Le mani giunte.

“Sciocca! Pensi davvero di potermi fermare ridotta così? Potrai espandere il tuo cosmo ma non sarà mai sufficiente!”

Da dietro il trono, prese la sua scopa e si smise a spazzare attorno al corpo della ragazza.

“Sarai anche una Dea ma presto le forze ti mancheranno, il tuo cosmo si azzererà nuovamente e la malattia prevarrà! Così accadrà a te, ai cavalieri e a tutto il mondo!”

La guardò con disprezzo.

“Umani… Perché ti dai tanta pena per loro? Sono esseri deboli che credono negli dei solo per convenienza. Sono esseri indegni!”

“Qui ti sbagli Hel! La tua debolezza sta proprio nel fatto di sottovalutare gli esseri umani. La loro preghiera è la mia forza! Il loro credere in me! Ho dei fedeli compagni al mio fianco; compagni che combattono ogni volta che vengono riportati in vita proprio per difendere questo mondo e i suoi abitanti!”

Espanse ancor di più il suo cosmo nonostante la stanchezza la stesse facendo da padrona.
Ma Hel non indietreggiò e continuò a spazzare.

“Ogni tuo tentativo è vano, ragazzina! Il tuo cosmo per quanto espanso, è debole. Non puoi fermarmi! E ora…” –gettò la scopa a terra e alzò una mano nella direzione di Sasha- “che la malattia ti colpisca!”

Sasha avvertì dei brividi sulle braccia e sulla schiena.
Il viso si scaldò in maniera inusuale e le gote iniziarono quasi ad andarle a fuoco.

Urlò.

Urlò di dolore.

Dopo un paio di colpi di tosse cadde a terra esausta.
Hel si avvicinò al corpo ormai inerme della ragazza.
Era svenuta.
Le parlò come se la potesse ancora sentire.

“Questo è quello che attende tutti voi! La malattia si diffonderà rapidamente varcando i confini di città e continenti. Nessuno può fermarla, nemmeno Zeus, nemmeno tu! Sciocca ragazza!”

Finì di parlare e si risedette sullo scranno del sacerdote.
Le candele si riaccesero come per magia.
La sua ombra era tornata di dimensioni normali.
Tenne la scopa tra le mani e la osservò.

“Chissà il mio rastrello dove è finito! Quel giorno presi la scopa senza pensarci due volte ma feci l’errore di lasciare il rastrello sul marciapiede!”

Guardò il soffitto e ripensò al suo incontro avvenuto con Athena più di una settimana prima.

“Se le sue guardie non si fossero intromesse forse avrei potuto…”

Sospirò.

“Hel hai forse ripensamenti?”

La voce di suo padre Loki riecheggiò in tutta l’ampia sala.

“Padre io non… non oserei mai!”

Rispose coprendosi il volto d’istinto come se si aspettasse un attacco da parte dell’uomo.

“Porta a termine il tuo compito. La vittoria è ad un passo ma ancora non è nostra! Con la morte di Athena, gli abitanti della Terra non avranno più scampo. O adoreranno noi o moriranno e con loro, moriranno anche i cavalieri! Non deludermi!”

La voce svanì.
Hel rimase in silenzio.
Appoggiò le mani chiuse a pugno sulle ginocchia.
Tremava.

Guardò Sasha priva di sensi distesa qualche metro più avanti.

“Morte ad Athena! Ma dove sta l’Athena di questo tempo? Forse dovrei andare a cercarla io stessa ma sono certa che verrà lei da me.” –sogghignò- “ti aspetto Athena! Va icontro al tuo destino, incontro alla morte!”

La scopa le scivolò e cadde a terra con un tonfo sordo.
Anche lei aveva percepito la presenza di altre persone all’interno del tredicesimo tempio ma non si mosse.
Attese paziente con gli occhi puntati sul corpo di Sasha.

*****All’esterno del Tempio intanto*****

“Il cosmo di Sasha è scomparso di colpo!”

Disse Kardia preoccupato.
L’unghia dell’indice si era già allungata e aveva già assunto il color rosso sangue.

“Chissa che starà succedendo là dentro!” –aggiunse Manigoldo- “ma non mi preoccuperei scorpione; non dimenticare che c’è il mio maestro con lei e vi è anche il nobile Hakurei con la sua spada!”

Sorrise e si zittì.

“Tuttavia dobbiamo stare allerta! Qualcun altro dimora all’interno del Tempio e dubito che sia un nostro compagno!”

Cid assunse la posizione di guardia e si voltò indietro.

“Avverto anche un altro cosmo seppur lontano..” –fece una pausa e guardò in direzione dell’arena anche se non era visibile- “chissà dove è andata Lady Saori!”

Guardò Shura e tacque.

“Saori aveva alcuni affari da sbrigare e a noi non deve importare. Dobbiamo solo essere pronti ad agire”

Rispose l’altro cavaliere di capricorn prontamente.
Poi tra sé pensò:

“Milady temo che Sasha abbia bisogno di voi! Fate presto!” –si voltò a guardare il grande Tempio- “Loki il dio dell’inganno non lo abbiamo mai affrontato ma non è di lui che mi preoccupo. L’altro nome che ho letto su quei fogli… Possibile che ci sia davvero lei dietro a tutto questo? Se è così, allora siamo davvero spacciati; gli umani lo saranno ben presto! Che cosa fare dunque?”

“Shura…”

Aphrodite gli mise una mano sulla spalla.

“Eh? Perdonami Aphro, riflettevo!”

Il cavaliere dei pesci gli credette e non aggiunse altro ma aveva capito che qualcosa lo turbava.
Si sedette su uno dei gradini sottostanti.

“Quell’Albafica mi ha fatto davvero male!”

Si guardò le parti del corpo in cui le rose erano penetrate.
I fori erano appena visibili ma gli recavano non poco dolore.

“Albafica era un valoroso cavaliere! Ha difeso i nostri confini nella Guerra Santa contro Ade! Ha affrontato Minos di Griffon da solo e lo ha sconfitto!”

Disse prontamente Shion.

“Lo erano anche DeathMask, Mur, Shaka, Dohko e Camus!”

Aphrodite rispose piuttosto seccato.

“Anche Hyoga e Shiryu erano valorosi cavalieri! Tuttavia…”

Shun abbassò lo sguardo e pensò a Seiya.

“Dove ti sei cacciato, amico mio?”

Ikki rimase in silenzio appoggiato ad una colonna con le braccia incrociate.

“Shun ha ragione! La mancanza di Seiya non è normale; dovrebbe già essere qui! Accidenti… Dove si è cacciato?”

Guardò il cielo che iniziava a schiarirsi.
Stava ormai albeggiando.
Una fresca e leggera brezza si sollevo scompigliando i loro capelli.

“Comunque resto dell’idea che dovremmo entrare! Non è normale che il cosmo della divina Athena svanisca così, nel nulla. Non mi piace! Il nemico è la dentro con lei, dobbiamo eliminarlo!”

“Kardia rimarremo qui come ordinato.”

Gli disse El Cid guardandolo severamente.

“Eh? Mi sembri Dègel! Tutti a dirmi di aspettare come da ordini…” –sospirò- “Non mi muoverò da qui, puoi star tranquillo. Ma non credere che lo faccia perché me lo dici tu, El Cid!”

Si sedette accanto ad Aphrodite e lo osservò a lungo in silenzio e pensò:

“Quest’uomo mi ricorda Albafica tuttavia percepisco un malanimo dentro di lui. Qual è il suo passato?”

Poggiò il braccio destro sul ginocchio e il viso sul palmo della mano.

“Che situazione!”

Disse infine.
   
 
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