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Autore: AndreMCPro    04/11/2022    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.20 – Casa Sparklez
 
«Ora ve lo chiederò una sola volta: chi siete e cosa volete?»
«Vuoi davvero sparare in testa a due vecchi amici?» chiede Massimo, alzando le mani e voltandosi lentamente. Quando lo imito mi rendo conto che l’uscita della grotta è disseminata di armi pronte ad accogliere visitatori incauti o malintenzionati.
«Massimo? Andrea?»
Preme qualcosa sulla parete e le armi si disattivano. Si avvicina a noi, ancora con un fucile puntato e poco convinta. Fucile che abbassa a mano a mano che si avvicina, e poi ci abbraccia tirando un sospiro di sollievo.
«Ciao, ragazzi, è un piacere rivedervi. Qui le cose non vanno benissimo…»
«Beh, questa valle nascosta ha ricevuto un bel tocco femminile dall’ultima volta, vedo…» risponde Massimo
«Ah, ecco come avete fatto a trovarmi… Sentite, avete notizie del Re? Sapete come sta?» chiede subito lei in modo apprensivo.
«Sta bene, tranquilla. Lo abbiamo sottoposto a una cura e sta tornando lucido. Ci ha mandati qui a cercarti»
«Dove sono i vostri cavalli? Non li avrete lasciati fuori, spero…»
«Non ne abbiamo bisogno, mia Regina» risponde Massimo, sorridendo e guardando me subito dopo.
«Sarei piuttosto curioso di vedere quell’oggetto che Spark ti ha consegnato per nasconderlo»
A quella domanda Cristina si mette in allarme, e impugna il fucile in maniera più apprensiva.
«Perché? Dovreste sapere che è un oggetto pericoloso…»
«Veramente non sappiamo nemmeno che cos’è. Spark ha qualche problema di memoria, tanto che la prima volta che ci ha chiesto di cercarti non solo non sapeva dove fossi andata ma credeva di aver litigato con te»
«Litigato? No, assolutamente… Non ero d’accordo nel lasciarlo solo, ma si fidava solo di me e alla fine ho dovuto acconsentire. Forse ho capito, il litigio faceva parte della copertura» rilassa un attimo la presa per poi rialzare leggermente l’arma «Si può sapere cosa è successo? Meglio per voi che siate credibili»
«Sei anche troppo sospettosa Cristina »
«Ho dovuto. Siete scomparsi da più di dieci anni… Non posso semplicemente… FIDARMI del fatto che siate chi dite di essere»
«Queste possono aiutare?» Massimo mostra le sue spille, e io faccio lo stesso con la mia»
«Non è possibile… le spille… Datemele, devo controllare una cosa»
Gliele passiamo. Lei controlla il retro e si rilassa.
«Sono vere… siete proprio voi…» posa il fucile del tutto e si avvicina a noi «Scusate, vi devo togliere una cosa dietro la schiena.»
Prende due piccole cariche esplosive, probabilmente piazzate durante l’abbraccio. Se non fossimo stati noi saremmo saltati in aria.
«Ok, questa cosa è inquietante»
«Quindi dicevate che Spark non ricorda cosa sia quell’oggetto?» Riprende ignorando il commento mentre ci riconsegna le spille.
«No, ricorda solo che fu Ettore a trovarlo e a portarlo da lui. La sua memoria sta tornando a gradi»
«Seguitemi»
Raggiungiamo i piedi dell’albero, entriamo nel tronco e scendiamo giù su quello che sembra un ascensore un po’ rudimentale. Sotto l’albero tra le sue radici ci sono tre stanze: una funge da magazzino, uno da laboratorio/officina e la terza da deposito per documenti e oggetti rari trovati da Spark durante le sue ricerche e viaggi. In fondo alla stanza, in una zona isolata da cemento armato e vetro, si trova l’oggetto in questione, e poco prima di aprire la stanza aggiuntiva Massimo ci ferma.
«È un oggetto magico… ma magia malvagia. Parecchio potente»
«Pericolosa da dare alla testa?» chiedo subito.
«No, non credo, però…» un brivido di scossa pervade mio fratello «Anche la bacchetta è nervosa. Senti, prendila tu. Vado solo io. Sono immune alla distorsione, controllo che sia tutto ok dietro quella stanza e poi vi chiamo»
Prende la bacchetta per consegnarmela, ma lei non si stacca dalla sua mano,lasciandomi invece piccole scosse per allontanarmi.
«Uhm… Credo che voglia restare con te nonostante tutto…»
Lui annuisce, e tenendola impugnata apre la porta e l’attraversa, chiudendola subito dopo. È in quel momento che il combattimento inizia. Luci da sotto la porta e forti rumori fanno capire che mio fratello non è solo, ma quando provo ad aprire per soccorrerlo la porta resta bloccata. Pochi minuti dopo tutto finisce e la porta si sblocca. Quando finalmente entro, Massimo e seduto a terra ad asciugarsi il sudore. I suoi vestiti sono bruciacchiati e lui è sporco di fuliggine, con qualche piccola contusione qua e là che già si sta curando.  Le pareti sono piene di segni neri come se ci fossero state esplosioni.
«Che diamine è successo?»
«Cinque guardiani innaturali e non so quanti ragni… o il contrario, non lo so. Sparavo a zero e colpivo in tutte le direzioni. Fortunatamente gli anelli di protezione e l’armatura funzionano bene, ma senza i miei poteri… per fortuna la nostra amica mi è rimasta vicina, ma anche lei è esausta. Quel libro è maledetto»
Mi avvicino e guardo la copertina, che riconosco al volo.
«Ma questo è un Libro Cremisi!»
«E ti consiglio di non leggerlo. Non ci capiresti niente, e non sei immune ai suoi effetti. Visti i livelli di distorsione di Spark credo che lui lo abbia fatto, a suo tempo»
«Sono in grado di difendermi, Max»
«Lo so, ma perderesti lucidità, e preferirei la mantenessi. Non voglio che succeda come l’altra volta. Prendere a pugni mio fratello è una cosa che non mi va a genio»
«Ho afferrato il concetto. Lo tieni tu al sicuro?»
Lo prendo in mano e glielo porgo. Lui lo prende e lo mette sotto il mantello.
«Qui sarà al sicuro, e non correremo il rischio di visite a sorpresa»
Torniamo in superfice e facciamo una piccola visita alla casa, o almeno ci proviamo, ma la padrona di casa ci ferma al primo piano ricordandoci il suo titolo e obbligandoci ad aspettarla lì mentre lei recupera le sue cose per tornare a casa.
«Bene, se siete pronti possiamo andare. Mi basteranno pochi secondi e saremo ad Enderia» avviso io, come un pilota nel pre-volo.
«Teletrasporto di nuovo attivo? No, aspettate, vi conosco. Mi sentirei in colpa se non vi mostrassi una uscita molto speciale costruita da Spark» ci sorride e noi ci guardiamo in faccia, sorpresi.
La seguiamo fino in cima ad uno dei monti, e lì entriamo in una caverna dove troviamo uno scivolo d’acqua.
«Prego, e ricordatevi che è tutto perfettamente sicuro» commenta lei con un sorrisino beffardo.
«Il che vuol dire che la sua opera è buona per morire terrorizzati?»
«Diciamo che si è impegnato, ma non ti ha battuto. Non ancora, per lo meno»
Ci lanciamo, e tra giravolte, cadute a picco, pezzi in cui lo scivolo sembra addirittura non esserci e quindi scivolate nel vuoto con la lava sottosopra intorno a noi, alla fine finiamo in un torrente completamente storditi e spaventati. L’unica che ride è Cristina, che conoscendo cosa l’aspettava si è divertita alle nostre spalle.
«Tuo marito è un pazzo…» ansimo mentre sto ancora riprendendo fiato.
«Giuro che quando lo vedo lo ammazzo» Conclude Massimo, che poi si gira verso di me. «Pero è davvero MITICO»
«Guarda che il pezzo forte arriva adesso» commenta lei, divertita.
«Ma siamo fuori, ormai…» commento, ma poi un rumore sordo e costante ci interrompe, continuando a salire e diventare sempre più forte. Ci guardiamo in faccia entrambi.
«CASCATAAAAA!» urliamo in coro.
Un attimo dopo siamo in caduta libera nel vuoto e dimentichiamo completamente che in questo mondo una caduta in acqua da qualsiasi altezza non prevede la morte, quindi noi quasi moriamo di infarto.
Usciti dal lago sottostante ci precipitiamo immediatamente verso la riva, spaventati e tremolanti. Cristina ci raggiunge ridendo ancora più forte.
«Allora, Massimo, che ne dici? È abbastanza vicino ai tuoi standard di intrattenimento?»
«Siete tutti e due fuori di testa…» Commento io guardando Massimo.
«E adesso che c’entro io?»
«Colpa tua se Spark ha avuto queste idee!»
«Parlava spesso di come le tue montagne russe lo avessero “ispirato”» incalza Cristina con un ghigno beffardo, per poi ridere al vedermi saltare addosso a mio fratello per picchiarlo.
  
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