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Autore: Azure_Owl    05/11/2022    0 recensioni
Raccolta di racconti auto-conclusivi (a tematica esclusivamente m/m) con protagonisti alcuni personaggi, spesso in difficoltà, che cercano sostegno e trovano conforto grazie all'amore.
Che sia un amore che sta per nascere, uno che dura da anni o uno che ha bisogno di rinascere, ognuno dei personaggi affronta un ostacolo che lo fa soffrire, e insieme alla sua metà troverà un modo per andare avanti e affrontarlo.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando gli avevano detto quello che stava accadendo, Samuel si era rifiutato di crederci.

Aveva quasi finito il turno serale del sabato, era esausto, e non riusciva a pensare ad altro che al suo letto e alla compagnia del suo fidanzato.

Era andato tutto bene fino a quando Ethan, il suo collega, era entrato nel locale agitato. “C’è una rissa a pochi metri da qui, Tony se la sta prendendo con un altro ragazzo!” Gli aveva detto, e Samuel si era allarmato.

Non era possibile, perché Tony era lì, e perché stava facendo rissa?

Preoccupato, Samuel chiese a Ethan di dargli il cambio, e Ethan non obiettò. Era andato ad avvisarlo proprio perché sapeva che Samuel poteva fare qualcosa in merito.

“Fai attenzione.” Gli disse soltanto, prima che Samuel si chiudesse la porta del locale alle spalle.

All’interno la musica copriva qualsiasi rumore proveniente dall’esterno, ma una volta fuori, per Samuel non fu difficile capire dove andare. Sentiva le urla delle persone che si erano radunate a guardare e, cosa che lo preoccupava di più, sentiva il rumore di oggetti di metallo che cadevano a terra. Erano nel vicolo in cui tenevano le bombole e gli attrezzi.

Corse subito per vedere con i suoi occhi cosa stava succedendo, e fece un passo indietro quando vide che stava succedendo davvero.

Anthony era lì, a cavalcioni su un altro ragazzo che riusciva a malapena a divincolarsi, e lo stava prendendo a pugni con una violenza che Samuel non aveva mai visto.

Dopo un attimo di shock, Samuel si fece largo tra la folla. Non era mai stato molto forte, e nel farlo, si guadagnò anche qualche gomitata, ma proseguì fino a quando non si trovò in prima fila.

Aveva avanzato di pochi metri, ma l’essere ancora più vicino lo fece stare improvvisamente male.

“Anthony!” Lo chiamò, cercando di gridare più forte della folla che lo circondava.

Ma non venne sentito. Doveva fermarsi, o quel ragazzo sarebbe morto.

Samuel ebbe un brivido al ricordo di un altro paio di mani, nel suo passato, che avevano fatto quello che Anthony stava facendo in quel momento.

Senza pensarci, e forse stupidamente, Samuel decise di agire direttamente e corse a cercare di bloccare Anthony ma, come avrebbe potuto prevedere, lui non si accorse neanche della sua intromissione, e gli diede uno spintone che fece cadere Samuel all’indietro.

Prima che potesse sbattere la testa, Samuel si bloccò con un gomito, che iniziò subito a sanguinare a contatto con la pietra.

Samuel non si arrese però. Tornò in piedi e, questa volta, riuscì ad afferrare il braccio di Anthony prima che lui sferrasse un altro pugno.

Infastidito, Anthony si scrollò Samuel di dosso con violenza, e lo fece cadere di nuovo, ma almeno questa volta Samuel era riuscito ad ottenere la sua attenzione.

La folla intorno a loro sembrava ancora più entusiasta all’idea di vederlo picchiare qualcun altro, e quando Samuel realizzò che in quello stato avrebbe veramente potuto farlo, si rannicchiò su se stesso e si portò il braccio graffiato davanti alla faccia.

“Perchè lo stai facendo?” Gridò, terrorizzato. “Che cos’è successo?”

Anthony sbuffò, furioso, ma non se la prese con lui.

“Sam?” Lo riconobbe, confuso. “Cosa ci fai qui? È già finito il turno?”

Samuel si tolse il braccio da davanti al volto. Era sull’orlo delle lacrime, ma si impose di essere forte. “Cosa ci fai tu qui?” Chiese, prendendosela con se stesso per il tono di voce che gli era uscito. “E cosa ti è saltato in mente?” Anche lui era arrabbiato, dopotutto. Era spaventato, e Anthony aveva fatto una promessa quando si erano conosciuti.

Quella sera, lui l’aveva infranta.

Anthony non rispose, ma si alzò, leggermente instabile sulle gambe, e offrì una mano a Samuel per aiutarlo ad alzarsi. La folla intorno a loro, che iniziava ad annoiarsi, si diradò lentamente, e qualcuno riuscì a portare via il ragazzo ferito ora che Anthony era distratto.

Samuel si fece forza e si alzò da solo, rifiutando la mano di Anthony.

“Seguimi.” Gli disse soltanto, voltandosi prima che lui potesse vedere le lacrime che avevano iniziato a rigargli il viso.

Anthony non obiettò.

 

Quando Ethan vide rientrare Samuel, e vide che stava piangendo, gli andò incontro preoccupato. Vide Anthony solo qualche istante dopo.

“Che cosa è successo?” Chiese, abbracciando l’amico.

Samuel non emise alcun suono, allora Ethan si rivolse a Anthony.

“Volevo fare una sorpresa!” Disse Anthony, contrariato. “Lui non lavora mai fino a quest’ora, volevo venirlo a prendere e offrirgli una cena.” Spiegò, senza distogliere lo sguardo da Samuel, che nel frattempo si era allontanato da Ethan ed era andato a prendere un tovagliolo per asciugarsi le lacrime. “Quel ragazzino ha pensato bene di venire a derubare me! Ha decisamente scelto la persona sbagliata!” Si vantò, convinto di essere nella ragione.

“Pensavi di organizzare una cena romantica con te in questo stato?” Chiese Ethan, incrociando le braccia al petto. “Quanto hai bevuto venendo qui?”

“Non sono affari tuoi, Evan.” Ribatté Anthony, sulla difensiva.

“Il mio nome è Ethan.” Se la prese il ragazzo.

“Ethan, vai a casa. Ci penso io qui.” Intervenne Samuel, che si era abbastanza ripreso.

“Sei sicuro? Posso chiudere io. Non ci sono tante persone in giro a quest’ora.”

“Vai, non ti preoccupare. Ci vediamo lunedì.”

Ethan non insistette.

“Buonanotte allora.” Disse Ethan, dirigendosi alla porta. “E fai attenzione.” Aggiunse, lanciando un’ultima occhiataccia a Anthony.

Quando rimasero da soli, Anthony provò a dire qualcosa, ma Samuel non lo ascoltò.

“Siediti.” Gli ordinò Samuel, stanco ma ancora arrabbiato.

Anthony fece come gli diceva e prese una delle sedie dai tavoli.

Provò a parlare, ma Samuel continuò a non ascoltarlo ancora per qualche minuto, fino a quando non tornò con l’occorrente per medicare le ferite che Anthony aveva ottenuto con quella rissa.

“Sam, io-”

“Tony, fai silenzio.” Ora che il terrore non occupava più la maggior parte dei suoi pensieri, Samuel si sentiva esausto. Non voleva sentire altre scuse. Voleva solo assicurarsi che le ferite sul corpo del suo ragazzo fossero medicate, chiudere il locale e andare a casa.

“Ho rovinato tutto, lo so.” Biascicò Anthony, a bassa voce.

“Non hai idea di quanto io sia arrabbiato con te.” Gli disse Samuel, pulendo i segni delle unghiate che ad un certo punto l’altro ragazzo gli aveva lasciato su un braccio.

“Volevo davvero che fosse una bella serata.”

“E cosa ti ha fatto pensare che mi avrebbe fatto piacere vederti arrivare ubriaco?”

Anthony sembrò realizzare solo in quel momento la gravità della situazione, e prese Samuel per il polso per bloccare il suo movimento. Samuel si irrigidì istintivamente, e Anthony lo lasciò andare.

“So di averti promesso che non sarei mai stato questo,” Disse Anthony, guardando Samuel dritto negli occhi.

“Stasera hai infranto quella promessa.” Samuel si costrinse a non pensare di nuovo a cosa si provava ad essere la vittima dell’ira di una persona sotto gli effetti dell’alcool, ma non ci riuscì, e dovette allontanarsi di qualche passo da Anthony per paura di sentirsi male un’altra volta.

In quel momento, Anthony notò che anche Samuel era ferito.

“Sono stato io?” Chiese, indicando il gomito sanguinante di Samuel.

Samuel non rispose, e Anthony capì che era così.

“Perdonami, ti prego.” Chiese, abbassando lo sguardo. Aveva superato il limite, tutto in una volta, e avrebbe dovuto accettarne le conseguenze, ma non poteva accettare di far soffrire Samuel in quel modo.

Samuel sospirò, e prese un cotoncino pulito per ricominciare a disinfettare le ferite di Anthony.

“Non farti più venire in mente idee del genere.” Gli disse Samuel, serio.

“Lo prometto.” Rispose Anthony immediatamente.

“Non voglio promesse,” Fece Samuel, senza guardarlo negli occhi. “Non farlo e basta. Non avrai un’altra opportunità.”

Dopo queste parole, tra i due cadde il silenzio. Sarebbe dovuto passare del tempo prima che Anthony potesse essere perdonato, ma lui avrebbe aspettato.

Nonostante quella sera era stato la versione peggiore di sé, rompendo quel rapporto che aveva costruito a fatica con Samuel negli ultimi anni, avrebbe fatto in modo di migliorarsi, per lui.

“Sai cosa?” Gli disse Anthony, all’improvviso.

“Cosa?” Accettò di ascoltare Samuel.

“Non penso di essere mai stato più innamorato di te di quando sono ora.”

Samuel rise debolmente, e fece leggermente più pressione su una delle sue ferite, causando un gemito di dolore a Anthony.

“Me lo sono meritato.” Ammise lui, con un sorriso.

“Te lo sei meritato.” Convenne Samuel, finendo di medicarlo velocemente per poi pensare al suo braccio.

Anthony era importante per lui, e con il tempo l’avrebbe perdonato, ma allo stesso modo decise che si sarebbe tenuto a distanza, almeno per quella sera, perché non poteva permettere al ricordo di quelle altre mani di prendere il posto delle sue.

 

   
 
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