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Autore: Dreamer47    06/11/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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HUNTER'S LEGACIES
Capitolo 19.
(I PARTE)



Camminò sul ciglio della strada tenendo stretta sua sorella che continuava a singhiozzare, mentre lei si nascondeva dietro ai suoi occhiali da sole scuri per non fare vedere il suo dolore a Silver, che si strinse più forte ad Abby con la sensazione che da un momento all'altro sarebbe caduta a terra.
Abby scambiò un'occhiata con il fratello vestito in maniera molto elegante che camminasse al suo fianco, che capì l'antifona e sorresse Silver con un braccio, permettendole di aggrapparsi più forte a lui mentre salivano i pochi scalini di casa. "Ci penso io".
Dan afferrò fra le braccia Silver, che ancora singhiozzava per il forte dolore e la portò al piano di sopra per metterla presto a letto e per concederle un po' di riposo dopo quelle estenuanti settimane, mentre Abby si recò in cucina e si versò un bicchiere di Whisky che tracannò tutto d'un colpo. 
Si lasciò andare sul divano e sospirò rumorosamente: la nonna si era dimostrata davvero una guerriera ed era rimasta attaccata alla vita per intere settimane, alternando sprazzi di lucidità a momenti di incoscienza, continuando a chiedere di Abby fino a quando la ragazza varcò la soglia della sua casa, e la donna anziana smise di chiedere di lei come se l'avesse percepita. 
Abby non avrebbe mai dimenticato il modo in cui, dopo tanti anni di lontanaza, sua nonna le fece in grosso sorriso e le chiese di abbracciarla forte e di non lasciarla sola fino all'ultimo momento; nonostante i suoi cugini storsero un po' il naso, perché l'avevano vista sempre di rado dato che Abby trascorresse poco tempo in famiglia, ma fosse sempre in viaggio con suo padre, Abby non abbandonò sua nonna e decise di lasciarsi il passato alle spalle esaudendo il suo ultimo desiderio. 
Si ritrovò a ridere insieme a lei fino alle lacrime mentre ricordavano ciò che combinassero Abby e sua sorella da bambine, per poi ricordare degli aneddoti legati a suo padre ed insieme piansero la sua scomparsa; un po' Abby la invidiò, perché sapeva che sua nonna sarebbe stata la prima a poter rivedere suo padre in Paradiso e proprio prima di vederla spirare via, aveva sussurrato all'orecchio di sua nonna che le volesse bene e che potesse andare adesso. 
Tornò al presente quando sentí il fratello scendere le scale con passi pesanti e lo vide togliersi la giacca ed allentare il nodo della cravatta, per poi gettare entrambi sulla poltrona, ed atterrare con un sonoro tonfo sul divano accanto ad Abby, facendolo tremare. 
"Sei un bisonte.." sussurrò la sorella sbuffando scocciata, sollevando i piedi sul tavolino di vetro e scuotendo la testa. 
Dan sorrise per la prima votla in quella giornata così triste di funerale e si lasciò scivolare sul divano, poggiando la testa sulle gambe della sorella e fissando lo sguardo su di lei con aria concentrata. "Come stai, piccolo disastro?". 
Abby sorrise riconoscendo il nomignolo che Dan le avesse riservato sin da quando fossero entrambi dei bambini, e gli carezzò i capelli con delicatezza. "Bene, considerando il fatto che abbiamo appena seppellito la nonna". 
"Almeno ha smesso di soffrire.." sussurrò Dan facendo spallucce e sospirando, guardando gli occhi azzurri di sua sorella così seri e tristi. 
Abby non rispose ma si limitò ad annuire, pensando di avere davvero sprecato tutti quegli anni trascorsi lontani da sua nonna semplicemente perché pensava che la odiasse; quelle tre settimane invece le fecero capire che fosse tutto l'opposto e che lei, cacciatrice in pensione, avesse sempre cercato di proteggerla come aveva fatto suo padre. 
La differenza stava nel fatto che la nonna fosse più dura e cercasse di tenerla in riga con gli ordini perentori e con le imposizioni, mentre suo padre aveva sempre cercato di essere più gentile ed affettuoso possibile per mostrarle la strada dell'amore. 
"Non hai ancora aperto il libro che ti ha dato la nonna?". 
Abby scosse la testa e fece scivolare lo sguardo fino al libro di pelle nero posto sul tavolino proprio accanto ai suoi piedi, che la nonna le avesse chiesto di tenere e conservare gelosamente perché era tutto ciò che lei e suo figlio Jack sapessero su Syria e sugli arcangeli, ma la ragazza non aveva nessuna intenzione di leggere ciò che ci fosse scritto. Almeno non in quel momento così delicato. 
"E dell'idiota e suo fratello non hai avuto più notizie?". 
Abby lo guardò per un istante con aria arrabbiata perché gli aveva detto che Sam e Dean fossero degli argomenti off limits e che non avesse alcuna intenzione di raccontargli ciò che fosse accaduto fra di loro che li avesse portati a separarsi, ma poi fece spallucce e sospirò profondamente. "Sam mi ha chiamata ieri sera e ho trovato un messaggio in segreteria stamattina presto, ma non ho ancora ascoltato".
Dan sollevò un sopracciglio e stirò meglio le gambe su quel divano, osservando il suo tentativo di nascondere la tristezza. "Perché? Credevo che tu e quei ragazzi viveste in simbiosi ormai". 
Anche troppo si ritrovò a pensare Abby, facendo una smorfia e concentrandosi sui capelli piuttosto lunghi del fratello, insinuandovi le mani e sorridendo amaramente. "Si Dan, ma io e Dean abbiamo deciso di dover passare del tempo ognuno per conto proprio perché..". 
Non andavamo più d'accordo? Litigavamo spesso? Volevamo cose differenti? 
Abby non riuscí a trovare la scusa perfetta per rispondere a suo fratello, perché nulla di ciò a cui avesse pensato corrispondeva al vero: lei e Dean non avevano mai litigato, non seriamente almeno, ed entrambi volevano le stesse cose ed a tratti pensavano anche alla stessa maniera, e niente li avrebbe portati a separarsi. La ragazza sbuffò e fece spallucce, scuotendo la testa mentre prendeva un lungo respiro e si faceva coraggio per parlare tutto d'un fiato. "Sono andata a letto con Sam mentre Dean era all'inferno, ok? Non siamo stati insieme perché ci siamo innamorati o roba simile, ma solamente per distrarci dal dolore di avere perso Dean. Adesso lo sai e puoi giudicarmi anche tu e dirmi che sono una brutta persona, avanti!". 
Dan sollevò immediatamente un sopracciglio e sgranò gli occhi, pensando che avrebbe dovuto spaccare la faccia anche a Sam oltre che a Dean; si tirò a sedere subito, osservando la sorella serrare le braccia al petto mentre guardava fisso fuori dalla finestra del salotto pur di non guardarlo negli occhi, e sospirò sfiorandole un braccio con delicatezza e addolcendo il suo sorriso. "Ehi piccola peste, guardami". 
Abby fece segno di no con la testa e Dan osservò i suoi occhi riempirsi di uno strato lacrimoso e denso che da un momento all'altro sarebbe potuto cadere, e si sedette accanto a lei in maniera composta, appoggiando poi i piedi al tavolino come lei e serrando le braccia al petto nel suo stesso modo. "Ti ha cacciata Dean?". 
Abby scosse nuovamente la testa e sentí le lacrime rigarle il viso ed in un attimo le spazzò via per non farle vedere, ma nonostante la voce spezzata dal pianto che la tradí il fratello non si voltò a guardarla. "No, Dean.. Lui faceva finta che tutto andasse bene, anche se non parlava tanto con suo fratello e non mi guardava quasi più in faccia. Ha ignorato la cosa, per difendersi credo. Ma quando gli ho detto che andavo via, lui mi ha detto delle cose orribili.. E io sono scappata via.. Non ho neanche salutato Sam. E io non voglio rispondere alle sue chiamate perché sicuramente avranno bisogno di aiuto e perché.. ". 
"Perché vorrebbe dire rivedere Dean.." sussurrò Dan sospirando e completando la frase della sorella, che sentí respirare lentamente nel tentativo di scacciare via il dolore. Le circondò le spalle con un braccio e l'avvicinò forte a sé, baciandole la tempia. "Sorellina, io non so niente dell'amore ma ho visto il modo in cui vi guardavate tu e quell'idiota, e non ti avrei mai lasciata andare con loro se non fossi stato sicuro che Dean ti amasse". 
Abby scosse la testa e si rannicchiò sul petto del fratello, aggrappandosi alla sua camicia con forza. "È cambiato da quando è tornato dall'inferno, quel posto l'ha reso più duro e meno incline al perdono di quanto già fosse. Gli ho chiesto scusa in tutti i modi e gli ho detto che se tornassi indietro non lo rifarei, gli ho confessato tutto prima che lui potesse capire qualcosa, ma quando me ne sono andata tre settimane fa, lui mi ha urlato contro che si era pentito di essere stato con me e che era tutta colpa mia".
Dan strinse la mascella sentendo la sorellina piangere e tremare sul suo petto, mentre la voce le si interrompeva per i singhiozzi, e la strinse più forte a sé per farla sfogare con tranquillità, baciandole di tanto in tanto la testa. "Sai piccola, penso che non ci si arrabbi così a meno che non ci sia dell'odio dietro, che deriva all'amore. Quindi perché non fai un favore a te stessa e lo vai a cercare?". 
Abby si sollevò a guardarlo con aria scioccata e Dan ne fu sorpreso a tal punto che sgranò gli occhi perché la sorella non si era mai lasciata vedere così fragile e vulnerabile da lui, e il ragazzo osservò il suo viso arrossato dal pianto ed le lacrime rigarle anche il collo fino ad inzuppare la maglietta. "Ma mi ascolti, Dan? Non vuole vedermi, non vuole saperne più niente di me!". 
"Sono abbastanza sicuro che sia l'opposto, invece" rispose Dan con aria sicura di sé, sollevando un sopracciglio e facendo spallucce. "Credo che sia ancora arrabbiato e ferito, ma solamente perché ti ama tanto". 
Abby non ebbe il tempo di ribattere e di dirgli quanto poco lo conoscesse e di come non avesse capito nulla della situazione, quando il suo cellulare squillò forte nella sua tasca, e la ragazza lo estrasse con rabbia perché chiunque fosse aveva interrotto quel momento così intimo con il fratello. Poi lesse il nome di chi la stesse chiamando e scambiò un'occhiata con Dan, che annuí e le fece un sorriso sicuro di ciò di cui fosse convinto, incoraggiandola a rispondere. 
Abby fece un lungo respiro ed annuí, pigiando sullo schermo verde e portandosi il telefono all'orecchio con aria titubante. "Bobby?". 
 
 
 
 
Bussò in fretta alla porta dell'uomo con il cuore che ancora batteva forte nel petto ed iniziò a tremare quando la brezza della sera le attraversò le ossa, facendola rabbrividire dal freddo, oppure era il nervosismo dopo le parole che Bobby avesse usato quando l'aveva chiamata al telefono quella stessa mattina. 
È un disastro aveva detto. Sam beve sangue demoniaco e l'abbiamo dovuto rinchiudere. 
Abby non aveva ben capito cosa volessero significare quelle parole, ma aveva subito preparato un borsone in fretta e furia ed aveva premuto il piede sull'acceleratore per raggiungere più in fretta casa di Bobby. 
Quando la porta di legno si aprì, il suo volto si rilassò in un piccolo sorriso quando vide Bobby accoglierla, che però scemò immediatamente la sua espressione seria e tesa con cui la stesse guardando. "Grazie per essere venuta, tesoro".
"Ma che succede? Non ho capito nulla al telefono e..".
Bobby le fece un sorriso amaro e le fece segno di entrare, sospirando rumorosamente; Abby lo seguí in silenzio fino allo studio, dove lo vide prendere due bicchieri puliti e riempirli con una grande quantità di Scotch, porgendone uno alla ragazza e tracannando il contenuto del suo bicchiere in pochi secondi. 
"Dean ha scoperto Sam a bere del sangue demoniaco, così abbiamo finalmente capito come i suoi poteri si fossero così tanto amplificati e perché trascorresse tutto quel tempo con Ruby". 
"Ruby!" esclamò Abby senza neanche dare il tempo di finire la frase al cacciatore, stringendo i pugni e guardandolo con aria furiosa, tornando a provare odio nei confronti di quel demone soltanto pensando il suo nome. 
Iniziò a pensare al modo in cui l'avrebbe uccisa e a come l'avrebbe torturata prima, pregustando il piacere di finirla con le sue stesse mani, pezzo dopo pezzo, ed iniziò a pensare al modo in cui l'avrebbe rintracciata e poi incastrata in una trappola per demoni, per poi farle supplicare la morte. 
"Abby!". 
La ragazza si voltò di colpo e vide Dean sbucare dalla cima delle scale che portassero allo scantinato e alla panic room, e sentí nella sua voce quasi una forma di sollievo nell'averla di nuovo con lui; Abby osservò il suo viso così pallido e scavato dalle occhiaie e dalla preoccupazione per il fratello, ed il cuore le si strinse quando lo vide accennare un piccolo sorriso nella sua direzione. 
La ragazza sorrise e senza dire una parola si avvicinò a Dean con poche falcate, sollevandosi sulle punte e avvolgendogli le braccia attorno al collo per stringerlo forte a sé nel tentativo di rassicurarlo. Dean non doveva aspettarsi quel tipo di reazione nel vederlo, dato il modo in cui si fossero lasciati quasi un mese prima, infatti rimase per un primo momento immobile con le braccia stese lungo i fianchi. Subito dopo si chinò su di lei e l'avvolse in un abbraccio stretto, sollevandola da terra per non stare curvo con la schiena ed affondando il viso nei suoi capelli sciolti che le ricadessero sulla spalla, dopo aver lanciato uno sguardo di ringraziamento a Bobby che probabilmente l'avesse chiamata per tirargli un po' su il morale. 
 
 
 
"Sta male, io e Bobby abbiamo dovuto legarlo per evitare che si facesse del male da solo". 
Abby sentí il dolore nella voce del ragazzo seduto accanto a sé sul divano, con la testa e lo sguardo chini a giocherellare nervosamente con la bottiglia di birra mezza vuota che tenesse fra le mani; la ragazza era seduta con il fianco appoggiato sulla spalliera del divano, mentre il resto del corpo era rivolto nella sua direzione e tenesse le braccia strette attorno alle sue gambe, tirate su per raggomitolarsi meglio su se stessa mentre lo guardava con aria sofferente. 
Non aveva idea di ciò che fosse successo in sua assenza e sapeva che la vita che conducessero non avesse mai portato a nulla di buono, ma non pensava che si sarebbe arrivati fino a quel punto. 
Vedere Dean così triste le spezzò il cuore fino all'inverosimile, e non si stupì quando istintivamente allungò una mano per intrappolare una delle sue e lo guardò con un sorriso triste. "Mi dispiace di non esserci stata, Dean".
Il ragazzo sollevò lo sguardo fino al suo e pensò di non essere mai stato così felice come un quel momento di averla al suo fianco, e strinse la presa sulla sua mano accennando un debole sorriso. "Sono felice che tu ci sia adesso". 
Abby sorrise per quel gesto e lasciò scivolare le gambe sul pavimento, avvicinandosi e poggiando la testa sulla sua spalla, stringendosi più forte a lui. "Quand'è l'ultima volta che tu e Bobby avete mangiato? Intendo un pasto vero e non precotto". 
Dean sorrise appena e scosse la testa, non riuscendo a ricordare l'ultima volta che avesse messo qualcosa di commestibile sotto i denti, e fece spallucce anche perché in quel momento nulla aveva più senso dato che il suo fratellino era chiuso da più di due giorni dentro ad una stanza con le pareti di ferro e ci sarebbe rimasto fino a quando non si fosse completamente disintossicato. 
Abby si alzò sorridendo e si diresse in cucina con aria un po più tranquilla, iniziando ad aprire ogni singolo armadietto alla ricerca di qualche ingrediente che avrebbe potuto usare per cucinare qualcosa di buono e caldo per Dean e Bobby, riuscendo però a trovare sugli scaffali polverosi soltanto roba scaduta da mesi. 
Decise che avrebbe trovato un modo per far funzionare tutta quella roba insieme per ottenere un sapore almeno decente ed iniziò a tirare fuori delle pentole e delle padelle, decidendo di consultare il frigo nella speranza di trovare qualcos'altro, ma rimase delusa quando lo trovò pieno solamente di birre fredde e carne malamente incartata.
Scosse la testa e decise che una volta che la situazione si sarebbe normalizzata, avrebbe fatto una grande spesa e dato una sistemata a quella cucina.
Accese uno dei fuochi dei fornelli e vi piazzò sopra una padella con un grosso tocco di burro, optando di cucinare la carne presente nel frigo in modo da dare sostegno ai due cacciatori, ma uno strano scricchioliò giunse da dietro la porta d'uscita della cucina. 
Aggrottò le sopracciglia e si voltò in direzione di Dean per chiedergli di controllare, ma lo vide appena appisolato sul divano e non ebbe il coraggio di svegliarlo; si diresse quindi verso la porta, aprendola ed uscendo in silenzio nel buio della sera mentre si guardava attorno, avendo la sensazione di essere osservata e di non essere sola. 
Fece un altro passo avanti, osservando le file di auto da rimettere a nuovo o da usare come pezzi di ricambio di Bobby quando percepí uno spostamento d'aria dietro di sé: sferrò un forte pugno alla figura che avesse avvertito dietro di lei, ma il suo polso venne bloccato con forza ed Abby sgranò gli occhi quando vide Sam col viso pallido e gli occhi sgranati guardarla con un'espressione arrabbiata e del tutto fuori di sé. 
"Sam, che cosa vuoi fare?". 
Il ragazzo non rispose e si avventò contro di lei, bloccandola contro il suo petto e tappandole la bocca per impedirle di urlare e di dare l'allarme, stringendola forte dal collo fino a farle perdere i sensi, in modo tale che Sam riuscisse a caricarela addosso e portarla via nel silenzio della sera. 
 
  
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