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Autore: susiguci    06/11/2022    3 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Love pressure















 

Era stata una delle notti più strane della sua vita.

Si erano addormentati e risvegliati tante volte ma Arthur spesso gli finiva addosso. I loro giacigli erano ancora adiacenti, nonostante George si fosse trasferito da tempo.

Leon dormiva poco più in là.

Merlin non era sicuro che Arthur dormisse, ma comunque sembrava avere bisogno di un contatto per calmarsi. Gli aveva offerto il suo polso, come la notte in cui Gwen aveva scoperto Arthur e Alined insieme.

Ma evidentemente il polso di Merlin stavolta non bastava e ad ogni movimento Arthur si avvicinava un po' di più.

Nonostante il sonno, Merlin faceva fatica a non farsi sopraffare dalla presenza dell'altro così vicina.

Arthur aveva iniziato mettendo la caviglia sopra quella di Merlin e per fare ciò aveva dovuto spostare le coperte di entrambi. Rotolando un po' alla volta verso l'altro, era arrivato a far aderire la sua schiena contro il fianco di Merlin. Infine si era girato, aveva posato la testa sul suo petto quasi fosse il suo cuscino, cingendogli la vita con un braccio e si era addormentato profondamente.

'Che scocciatore egoista!' si diceva Merlin 'Come pretende che io possa dormire se mi sta così addosso.' 

Inoltre il ragazzo pesava molto più di quel che Merlin pensasse.

 

Doveva ammettere però che si trattava di una cosa piuttosto tenera.

 

Gli venne in mente Mordred: anche loro dormivano spesso abbracciati in quel modo dopo aver fatto l'amore, ma il ragazzino era leggero come una piuma.

 

Gli venne in mente Freya: nell'ultimo periodo della sua malattia dormivano stretti in quella maniera. E anche lei era leggerissima.

 

Ma Arthur non era Mordred né Freya, di cui i dolorosi ricordi, pur così diversi, tornavano ogni tanto a tormentarlo. Arthur era forza e vitalità. Chissà come sarebbe stato una volta liberato definitivamente dal suo giogo!

 

Quasi di nascosto, Merlin accarezzò i capelli di Arthur e si rilassò, pensando a quanto fosse speciale per lui quel momento.

Era sempre più innamorato di Arthur, ma dirglielo non era nei suoi piani. Loro due erano il giorno e la notte, avevano caratteri opposti. Troppo chiuso ed intransigente uno, troppo aperto ed incostante l'altro.

 

Ad un certo punto Merlin ebbe un'idea. Un'idea strana e pericolosa da mettere in pratica, ma che poteva anche funzionare. Promise a se stesso di alzarsi molto presto la mattina seguente.

 

Durante il resto della notte, Arthur ebbe alcuni incubi. Urlava e si svegliava tutto ansante. Al che Merlin lo prendeva tra le braccia e poggiava delicatamente le labbra sulla tempia dell'altro finché questi non si riaddormentava.

Merlin rimaneva così a lungo, forse troppo, con la bocca premuta su Arthur in un interminabile bacio mai dato.

 

Avrebbe voluto baciarlo in un altro modo. 

Era intenerito ma anche eccitato, suo malgrado.

 

Al mattino si svegliarono entrambi con un sussulto. 

Arthur si era alzato sulle braccia, con Merlin in mezzo, il quale annebbiato dal sonno non capì se si fosse perso qualcosa, durante la notte.

Al buio sentì Arthur chinarsi e baciarlo lentamente sullo zigomo, vicino all'attaccatura dei capelli.

"Che fai?" sussurrò pianissimo Merlin.

"Ti restituisco i baci che mi hai dato"

Arthur spostò la bocca al centro della guancia di Merlin poi vicino all'angolo della bocca.

Nonostante i brividi che l'avevano assalito, Merlin sentì risuonare nella testa mille campanelli d'allarme e portò immediatamente una mano sul petto di Arthur per fermarlo. 

"Ok, stop! Non siamo soli…"

Arthur, forse offeso, si spostò tornando nel suo giaciglio, dandogli le spalle.


Era ancora buio quando Merlin con indosso il costume da mago entrò dietro le quinte del circo. Pose la lanterna che aveva con sé su una sedia e si posizionò davanti all'unico specchio a figura intera. Aveva paura ma si fece coraggio, pensando ad Arthur. Portava al collo il medaglione di Trickler.

Si guardò allo specchio e si mise a mormorare il nome del defunto.

Quasi subito ebbe un capogiro, proprio come era successo la prima volta che indossò quel costume, ma fu pronto ad appoggiarsi allo specchio.

 

Si osservò da vicino.

Lo specchio era appannato probabilmente a causa del suo fiato umido, ma non successe nient'altro.

 

Si allontanò, chiedendosi se volesse farlo davvero. Non aveva mai evocato prima lo spirito di un defunto con la magia.

Puntò le mani aperte verso lo specchio e recitò una formula dell'antica religione, mentre le sue iridi si illuminavano.

Non aveva idea se lo spirito si sarebbe manifestato né come.

 

La sua immagine riflessa all'improvviso si deformò in maniera grottesca. Notava le braccia ingrossate e anche il busto si era allargato tanto da ricoprire l'intera larghezza dello specchio.

La cosa più terrificante per Merlin fu vedere i suoi occhi cambiare. 

Erano aumentati di dimensione e le sue iridi blu erano diventate nere e talmente grandi, da riempire quasi del tutto, il bianco della sclera.

Quelli non erano più i suoi occhi.

Quella visione spettrale si stabilizzò poi in una forma un po' più umana, ancorché mostruosa.

 

-Emrys…- sentì dentro la testa, come se fosse stato un suo pensiero, ma Merlin sapeva di non essere stato lui ad averlo fatto.

-Emrys …-

"Trickler?"

-Sono io…-

 "Sono qui per Alined!"

-Cos'ha fatto?-

"Sei tu che lo controlli?" Quella voce grave e roca nella sua mente, gli faceva venire i brividi.

-No…-

"Sei tu che lo stai aiutando con la magia?"

 

La voce non rispose.

"Ti prego, è importante!"

-Io voglio solo che lui sia felice…-

"Lo so. So che lo ami!"

-Ha sofferto a causa della mia morte. Voglio che abbia ciò che vuole…-

"Arthur?"

-Sì, il ragazzo-

"Hai usato la magia su Arthur perché continuasse ad andare da lui?"

 

La voce tacque per la seconda volta.

"Arthur pensa che sia colpa di Alined"

-Non importa ciò che crede il ragazzo, purché faccia ciò che Alined vuole-

"Anche Alined è confuso. Lui credeva che Arthur volesse stare con lui!"

-Non è così. Io volevo solo far in modo che il ragazzo tornasse da lui-

"Ma Alined non è felice!"

-Lo era, prima che tu t'immischiassi- la voce di Trickler sembrava più forte e fu Merlin a rimanere senza parole.

-Tu vuoi il ragazzo per te!-

"Non è vero!"

-Io non sono Dio, ma vedo tante cose da qui-

"Ma non sono qui per questo!"

-Devo andare. Hai già avuto la tua risposta-

"Aspetta per favore. Come sei riuscito a farlo?"

-Il medaglione legge i desideri di Alined e agisce senza che lui se ne accorga. Ora devi ridarglielo-

"Non posso…"

 

In un istante lo specchio si gonfiò ed esplose con un boato pauroso. Migliaia di minuscole schegge di vetro furono scagliate intorno a guisa di proiettili.

Merlin aveva fatto in tempo a portarsi un braccio davanti agli occhi. Viceversa era convinto che sarebbe potuto diventare cieco.

Sanguinava sulle mani, sulle braccia e sulla fronte. La barba finta e l'ampio abito gli avevano parzialmente protetto il viso e il corpo.

 

Era ancora spaventato e tremava, ma era felice.

Felice per Arthur, che avrebbe potuto finalmente dare una risposta alle sue angosce peggiori.

Felice per sé perché poteva pensare all'altro rendendosi conto di quanto fosse innocente e adorabile, come aveva sempre pensato e sperato che fosse.

Dall'altro lato c'era la delusione e la rabbia per Alined, anche se lo sapeva colpevole solo in parte.

 

Doveva parlare con Arthur. Subito.

 

Merlin tornò al carro, quando ormai stava facendo giorno, ma Arthur non c'era. Si cambiò gli abiti e uscì a cercarlo.

Dov'era a quell'ora? La locanda era ancora chiusa. Fece una corsa nel bosco fino a dove erano stati la sera prima a parlare, ma non lo trovò neanche lì.

Improvvisamente un'idea terribile lo folgorò e tornò indietro correndo più velocemente possibile.


Poco prima

 

Fuori era ancora buio e Arthur si accorse di essersi appisolato per qualche minuto. Merlin non era ancora tornato.

Chissà cos'era andato a fare, in giro, così presto. Però si fidava di lui. Sicuramente era qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo a far luce sulla sua situazione.

Merlin era un ragazzo straordinario e un potente mago che aveva ripreso l'uso degli incantesimi solo per dimostrargli che un altro mago reale e malvagio lo aveva assoggettato con la magia.

 

Il fatto di saperlo stregone lo aveva colpito nel profondo e la stima e l'attaccamento che provava per Merlin erano ancora più forti di prima.

Era stata dura rinunciare a fargli delle avance durante quell'ultima notte. Si sentiva estremamente attratto da Merlin e poco prima si era buttato. Lui però l'aveva allontanato con una scusa.

Voleva solo baciarlo. Leon non si sarebbe svegliato per quello.

Se Merlin lo avesse baciato a sua volta, sarebbe stato … magico. Avrebbe potuto considerare l'idea di cominciare finalmente qualcosa d'importante con lui. 

Era una cosa che desiderava intensamente da molto tempo ormai.

 

Merlin però continuava a rifiutarlo. Senza darlo troppo a vedere, gentilmente, ma sempre di rifiuto si trattava.

 

Se pensava alla sua natura di mago, appena scoperta, non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto. Arthur sapeva di essere un ragazzo problematico e irascibile. E superficiale, che agli occhi di uno come Merlin era la cosa peggiore.

In più si era fatto usare da un altro stregone come fosse stato un bambolotto.

 

Con Gwen e con Elyan era stato capace di farli innamorare, per poi farsi abbandonare da loro non appena avevano scoperto com'era lui veramente: una bella facciata che nascondeva un animo debole ed egoista.

 

Di colpo si alzò in piedi. Sentiva una rabbia mai provata, scuoterlo in profondità. 

Si vestì in fretta, afferrò una lanterna, uscì dal carro e salì su quello del direttore.


Il vecchio stava dormendo. Come poteva quell'essere dormire così serenamente, dopo quello che gli aveva fatto?

Fu tentato dalla vista della gola scoperta di Alined, di portargli le mani al collo e di stringere forte.

Alined aprì gli occhi e appena lo vide, un velo di terrore passò sul suo viso.

"Dov'è Merlin?" chiese ansioso il vecchio.

"Sono venuto solo io!"

"Merlin non vuole che tu stia da solo con me! Potrebbe farmi del male se sapesse che sei qui, me l'ha detto lui."

"Senza il vostro medaglione, non potete costringermi a fare più niente. Avete paura più di Merlin o di me?" Arthur sorrideva con sarcasmo.

 

Il vecchio provò a pensare qualcosa, a un modo di prendere tempo, per distogliere Arthur dai suoi propositi violenti. Aveva molta paura e sperava che Merlin giungesse nel frattempo a scongiurare il peggio.

"So quello che ho fatto. Non temo Merlin, ma è naturale che abbia paura che tu mi uccida. Tu non lo sai, ma è vero: io ti ho incantato ogni volta!"

"Non è quello che mi ha detto Merlin… " disse sospettoso Arthur.

 

Il vecchio si mise seduto, con aria pensosa e lo guardò come fosse pronto a raccontargli tutto.

"Cercavo di fare in modo che tu o Merlin non arrivaste ad uccidermi … e gli ho mentito!"

"E perché me lo dite proprio adesso, che vorrei uccidervi più di quanto non l'abbia mai desiderato in passato?"

"Non cerco giustificazioni, è solo per farti capire meglio … ma la natura non è stata benevola con me. Mi ha tirato un doppio brutto scherzo!"

"Esatto. Vi ha reso insensibile e malvagio!"

"Quella è stata una conseguenza … ma già da ragazzino, oltre al fatto che con il tempo ero diventato ancora più sgradevole a vedersi, mi accorsi che avevo delle pulsioni … esagerate"

"Come tutti i ragazzini …" disse Arthur con disprezzo.

"No! Molto di più e crescendo è diventato sempre più chiaro. Mi piacevano i ragazzi e ne ero ossessionato. Cominciai prestissimo a frequentare i ragazzi a pagamento. Gli altri ragazzi non mi volevano. Rubavo soldi in continuazione e li spendevo per i prostituti. Ho smesso solo per Trickler, ma quando morì, ricominciai, per non smettere più, nemmeno quando ho conosciuto te. I nostri incontri erano strani e mai felici. Non potevano bastarmi. Se avessi percepito un minimo di coinvolgimento da parte tua, penso che non avrei avuto più bisogno di frequentare gli altri…"

Arthur era completamente stravolto:

"State dicendo che è colpa mia se frequentate ancora dei prostituti?"

"No, fammi finire! Volevo solo farti sapere che il fatto di frequentare quei ragazzi, non aveva niente a che fare con te. Non era un tradimento nei tuoi confronti. Anche ora che sono vecchio ho molte esigenze che tu, da solo, non potevi soddisfare."

 

"Ma cosa volete che mi importi con chi andate! Tradimento, dite? L'unico tradimento che sono stato costretto a subire è quello di avermi violato ogni volta, facendomi sentire responsabile delle vostre colpe."

Arthur stava urlando e strinse la mano a pugno per colpirlo, mentre Alined si coprì il volto con le braccia.

"Prima che tu mi colpisca, devo dirti ancora una cosa…"

"Le vostre scuse non mi interessano"

"Merlin mi ha fatto capire che avrei dovuto dirti una cosa, ancora tanto tempo fa…"

Arthur abbassò il braccio.

"Prima di venire da te, la prima volta che ti vidi, quel giorno in ospedale, c'era un ragazzo che ti cercava. Aveva fatto il tuo nome, ma non essendo tuo parente, non lo fecero passare. Mentre lo portavano fuori piangeva e l'ho sentito dire che ti amava. Era un ragazzo di colore!"

"Elyan!" soffiò Arthur con il cuore che aveva preso a battere forte.

 

"Si può sapere perché non me l'avete detto prima?" gridò Arthur prendendo il vecchio per la collottola e sollevandolo in piedi.

 

"Arthur … fermati!"

Merlin era entrato di corsa sul carro. Era completamente senza fiato.

"Merlin!"

"Lascialo andare … Arthur!"

"Questo … satiro, ha ammesso di aver usato la magia, ogni singola volta, su di me."

"Ti ha mentito!"

Arthur era confuso e incredulo. "Cosa? No! Perché l'avrebbe fatto?"

"Gliel'ho chiesto io!"

"Tu … cos'hai fatto?"

Merlin si avvicinò ad Arthur e prese fiato: "Gliel'ho chiesto sì, ma adesso non è più necessario. So cos'è successo esattamente…"

Arthur vide Merlin con del sangue sul viso. "Cos'hai fatto? Perché sei ferito?"

 

Merlin mise una mano su un avambraccio di Arthur che lasciò andare Alined, che cadde seduto per terra, con un tonfo.

 

"È stato Trickler" proseguì Merlin.

"Che cosa?" chiesero all'unisono Arthur e Alined.

"Lui è morto!" ribatté Arthur.

"Parlo del suo spirito e della sua magia che ha preso possesso del medaglione. Ho parlato con Trickler proprio poco fa."

"Ti ha fatto male!" disse Arthur.

"Non è niente. Tutte piccole ferite superficiali. Quando Trickler è sparito lo specchio è esploso … mi ha detto che il medaglione coglieva i desideri di Alined e faceva sì che si avverassero."

"Voi lo sapevate, vero Alined?" chiese Arthur al vecchio.

"No, non lo sapevo, te lo giuro. Io credevo davvero che venissi da me perché volevi …"

"Trickler mi ha detto che Alined non ne era consapevole. Almeno in questo sta dicendo la verità."

Arthur era sconvolto e furente si rivolse al vecchio. "Dovevate capirlo. Da come mi comportavo!"

"Quando un uomo è innamorato non lo capisce…" disse Alined.

"Innamorato? Non osate dirlo! Se mi aveste amato mi avreste lasciato libero di scegliere."

"Mi dispiace …"

"Non vi accorgevate della nausea che provavo? Quando scappavo fuori ogni volta per andare a vomitare?"

Il direttore sbiancò: "Oh, Dio. Io credevo … giuro … credevo che tu fuggissi da me per…"

"Per che cosa?" urlò Arthur.

"Per … sfregio verso di me. Per non darmi il piacere di vedere il tuo piacere. Credevo te ne andassi di corsa per andare a … finire da solo ciò che non volevi io vedessi. Ne ero certo!"

 

Arthur chiuse gli occhi con disperazione e disgusto, voltandosi verso Merlin e sussurrò: "Non posso più restare qui! Ti prego, vieni via assieme a me! Anche se non lo uccidessi ora, lo ucciderei comunque in un altro momento."

 

Merlin rimase a bocca spalancata. Non sapeva cosa rispondere, così su due piedi. Poi capì, che l'avrebbe seguito ovunque se Arthur avesse voluto.

"D'accordo. Verrò con te."

Arthur sorrise di sollievo.

 

"Io avrei un'idea migliore" s'intromise Alined.

"Nessuno te l'ha chiesto!" sbottò Arthur.

"Fallo parlare" disse Merlin, guardando con dolcezza Arthur, che sospirò di rabbia.

"Andrò via io…"

I due ragazzi si guardarono senza capire.

"È già da tempo che ci pensavo. A Londra ho una vecchia casa e mi piacerebbe trasformarla in una scuola per artisti del circo.

Ti lascerei l'Albionstars Arthur, se lo vuoi. È un modo per cercare di farmi perdonare in piccola parte per gli abusi che ho compiuto su di te. Vi chiedo però di poter partecipare allo spettacolo di stasera per l'ultima volta. Inoltre avrò bisogno di un paio di giorni per raccogliere le mie cose."

 

Arthur e Merlin non capivano le intenzioni di Alined. Sembrava tutto troppo bello e troppo facile.

"Per me va bene!" disse Arthur "ma sappiate che se cercherete di fare il furbo, vi ucciderò, alla prima mossa"

Alined annuì in silenzio.

Merlin e Arthur fecero per uscire ma il vecchio li fermò: "Avrei un'ultima richiesta. Vorrei chiedere a George di venire con me…"

"Se George vuole per me non c'è problema" rispose Arthur.

 

Appena usciti dal carro, Arthur abbracciò Merlin per la gioia:

"Se ne andrà … e rimarremo al circo insieme, Merlin! Sei felice almeno la metà di quanto lo sono io?"

Merlin ricambiò per un attimo l'abbraccio. "Sì, sono felice anch'io" ma poi si tirò indietro. Arthur ci rimase male ma cercò di non farlo a vedere. Merlin sarebbe partito con lui. Poteva bastargli per il momento.

"Anche se io non mi fido più di Alined"

"Se è per questo, io non mi sono mai fidato."




 

Ad Arthur sembrava di essere ubriaco, tanto era felice. Era al settimo cielo e cercava continuamente la presenza di Merlin che al contrario sembrava evitarlo. Forse era solo un'impressione perché Merlin aveva molti più ruoli di lui da ricoprire durante lo spettacolo.

"Ehi, Merlin! Dovremo trovare altre due persone per il circo, in modo da sostituire Alined e George, se andrá via."

"Non ti sembra prematuro parlare di questo?"

"Non direi, ora il circo è mio, anzi nostro. E vorrei metterlo nero su bianco. Dobbiamo andare da un notaio per redigere un contratto in cui risultiamo comproprietari al cinquanta per cento. Che ne dici?"

"Dico che ti ringrazio, ma il notaio costa un occhio della testa. Ci penseremo più avanti e a me sta bene che rimanga tuo e basta."

Arthur mise su il broncio.

"Credo di aver sbagliato a cedere George così facilmente. Lui è molto importante per il nostro circo!"

"Non l'hai ceduto, tranquillo. Non devi fare niente. Sarà George a decidere."

 

Arthur si avvicinò a Merlin e gli mise una mano sulla spalla.

"Davvero saresti venuto via con me?"

Merlin lo guardò candidamente: "Certo. Non mi credi? Sono un uomo di parola!"

 

Arthur spostò la mano dalla spalla alla guancia di Merlin come per dargli un'immobile carezza. "Per me è molto importante saperlo…"

 

Merlin mise la sua mano su quella di Arthur, gliela prese e la spostò molto adagio dal suo viso, trattenendola un attimo tra le sue mani prima di lasciarla e di rispondere: "Mi fa davvero piacere!"

Arthur notò che l'aveva rifiutato un'altra volta, sebbene nel modo più delicato possibile.


Dopo aver finito gli addestramenti con gli altri, Merlin si mise finalmente a provare anche con Arthur.

Il ragazzo all'inizio era un po' offeso con Merlin ma con il progredire degli esercizi, si perse nuovamente. Averlo così vicino a contatto diretto era sempre un'esperienza di emozioni, di gesti, di bellezza, di sensi.

Erano talmente in sintonia che dopo aver finito, Leon e Gwaine fecero loro i complimenti.

 

Arthur e Merlin stavano tornando da una piccola camminata. Mancava poco e avrebbero dovuto andare a prepararsi per l'esibizione.

Si trovavano vicino al muro di una vecchia casa abbandonata e stavano ridendo di una delle solite cavate di Gwaine.

Arthur lo prese per un braccio.

"Fermiamoci un attimo, dai" disse Arthur. 

Merlin si girò e lo vide portare le mani di qua e di lá dalle sue spalle, appoggiandole al muro. Era minacciosamente vicino.

"Che stai facendo, Arthur?" provò a dire Merlin con disinvoltura, spostandosi leggermente di lato per non doverlo fronteggiare direttamente. In realtá era molto a disagio. 

"In gergo si dice attaccare al muro qualcuno…"

"E perché mi hai attaccato al muro? Non mi piace essere attaccato al muro."

"Mi dispiace ma stavolta dovrai parlare con me. È tutto il giorno che mi sfuggi."

"Ti sfuggo perché da stamattina sei diventato stranamente insistente. Sei cambiato Arthur!"

"Certo! Sono cambiato perché ora sono libero, e lo devo a te. Non ti piaccio così? Perché è ciò che sono sempre stato e che sono di nuovo."

"Non è questo. Devo solo abituarmi…"

"Ero come prigioniero di un incubo e tu mi hai salvato!"

"Il tuo interesse improvviso potrebbe essere solo gratitudine. Può essere un sentimento molto forte e altrettanto fuorviante!"

E il fatto di sapermi mago può farmi vedere da te come potente e forte, come un eroe…"

"Per me sei sempre lo stesso" disse Arthur.

"Ma tu, invece, no!"

"Le tue solite paturnie!"

 

Merlin sospirò senza ribattere.

 

"Voglio saperlo adesso. Provi qualcosa per me?"

chiese Arthur con decisione.

Il moro lo guardò.

"È ovvio che provo qualcosa per te. Sei forse la persona più importante che ho in questo momento. Ci tengo molto a te, lo sai bene!"

 

Arthur roteò gli occhi al cielo per un attimo."

"Sì, certo, lo so. Ci tieni come amico…"

"Sai che per me la vera amicizia è più importante di tante altre cose."

"Da quando ti conosco mi hai mandato molti messaggi contraddittori tra loro. Fammi capire una volta per tutte."

"Tu mi piaci e provo un grande affetto per te!"

"So anche che sei attratto da me!"

"Sì, ma non per quello che intendi tu. Sei un ragazzo attraente e certo anche io non sono rimasto indifferente. E poi ne abbiamo passate tante insieme!"

"E se non mi bastasse più?"

"Mi dispiace ma … te l'ho detto tante volte. Io non voglio avere più a che fare con gli uomini…"

"Ti eri ripromesso lo stesso con la magia, eppure poi l'hai usata…"

"Non è per la promessa. Io non mi fido degli uomini!"

"Non ti fidi di me?"

"Non credo sia nemmeno per questo. È che siamo così diversi. Non te ne accorgi?"

"Sì, ma perché dovrebbe essere necessariamente un male. La diversità può essere ricchezza, ci può rendere complementari. Io voglio fare sul serio con te. Ormai siamo così vicini! Sinceramente io non ne posso più. Ho bisogno di te. Ho bisogno che tu mi dica cosa vuoi!"

 

Merlin sentiva che stava andando tutto storto. Aveva paura e gli pizzicavano gli occhi..

"Non sono pronto, Arthur. Non riesco a darti una risposta. Se vuoi una risposta immediata, dovrò dirti di no."

"Io posso aspettarti… ma devi darmi qualcosa in cambio. Dimmelo!"

Merlin scosse appena la testa.

"Allora, baciami!"

Merlin rimase immobile a capo chino, mentre grosse lacrime gli rigavano il viso. "Io ... non posso."

 

Arthur tolse le mani dal muro e più sconsolato che offeso se ne andò.

Fu richiamato da Merlin  che con voce rotta gli chiese: "Questo significa che non mi parlerai più?"

"Ti parlerò ancora Merlin. Il tempo del muro del silenzio è finito. Significa solo che ho capito di non interessarti e ne prendo atto. Non voglio certo finire per assomigliare ad Alined. È piuttosto tardi. Che ne dici di andare a prepararci per l'esibizione?"

"Vai pure avanti senza di me. Devo fare una cosa prima"

Non era vero ma Merlin era spossato e turbato. Sia dall'insistenza di Arthur, che dalle proprie risposte. Aveva avuto paura. Voleva solo che Arthur non l'avesse pressato in quel modo.


Lo spettacolo tutto sommato andò molto bene. Merlin notò che Alined eseguì un esercizio perfetto con le colombe, anche se non possedeva più il medaglione che Merlin aveva nascosto nel suo carro. In quello George aveva visto giusto. 

Will e Sefa si comportarono in modo egregio per essere il primo loro spettacolo. Sefa in particolare fu una credibilissima donna barbuta, dopo che George l'aveva truccata. Leon e Arthur al trapezio furono tra i più applauditi della serata.

Merlin notò che Arthur era davvero in forma durante lo spettacolo e nell'ultimo numero che li vedeva protagonisti sembrava tranquillo e a suo agio. A Merlin faceva piacere. Si vedeva che non c'era rimasto troppo male e che la felicitá ritrovata da Arthur era più forte di tutto il resto.

Dal modo in cui il gladiatore baciò Miss Merlin, capì che qualcosa era cambiato da parte di Arthur nei suoi confronti. Il ragazzo aveva appena sfiorato la bocca di Merlin con le labbra serrate e immobili. 

Il ragazzo non se l'aspettava, ma comprese che l'altro si era solo adeguato alle sue richieste. Tuttavia non poté fare a meno di provare un leggero risentimento per Arthur e la sua maledetta fretta.

 

Finito lo spettacolo, Merlin si struccò, si cambiò e uscì dal retro del tendone, dove c'erano diversi ammiratori che si stavano congratulando con gli artisti.

Notò Leon, Gwaine e poco più in là, Arthur. Indossavano ancora i costumi di scena.

Un signore di mezza etá di alta statura andò da Merlin per congratularsi con lui e stringergli la mano.

Quando l'uomo si spostò, Merlin rimase come congelato ad osservare la scena davanti a lui.

Arthur stava ridendo assieme ad un ragazzo di colore molto attraente.












 








Ciao a tutte/i,

questi ultimi capitoli sono davvero tosti da scrivere. Spero che non mi pigli il matto e rimanga fedele alla trama. 😅😆😄

Grazie a chi mi ha recensito e letto!




 
   
 
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