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Autore: Francyzago77    07/11/2022    6 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chris aprì gli occhi lentamente non capendo se fosse ancora notte o già mattina presto.

Lo tentò di percepire, voltandosi verso la finestra, ma la voce di Mark la precedette.

-Ti sei svegliata? – le disse raggiungendola, vestito e pronto per uscire.

Le diede un delicato bacio sulla fronte.

-Hai riposato bene – continuò – ti ho osservata mentre dormivi. Eri serena.

Lei annuì e prendendogli la mano spiegò:

-Era da tanto che non facevo un sonno così continuo e profondo. Questo è accaduto perché eri accanto a me, stavo tranquilla, non avevo bisogno di nulla.

Mark sorrise e alzandosi affermò:

-Io sto andando via, tornerò stasera, dopo gli allenamenti e il lavoro. Tu rimani ancora un po’ a riposare, poi, quando vuoi puoi andare in bagno, i miei fratelli l’hanno quasi liberato.

Entrambi risero pensando al piccolo Matt e alla sua sveglia molto mattiniera.

-Mia madre – proseguì il ragazzo – non deve andare a lavorare oggi, starà qui a casa.

Chris s’impensierì, avrebbe passato tutta la giornata con la mamma di Mark, si sentiva in imbarazzo nonostante la gentilezza e la cordialità della donna.

-Farai molto tardi? – chiese allora al giovane che intanto prendeva le ultime cose guardando l’ora affrettandosi.

-Tornerò per cena – rispose lui, baciandola nuovamente, questa volta sulle labbra.

Uscì lasciando Chris sola, in quella nuova realtà.

La ragazza, frastornata ma riposata, si alzò e andò ad aprire la finestra.

Sentì dei rumori provenienti dal corridoio, parole attutite, forse era Nat che chiacchierava oppure Ted che discuteva con la sorella. Poi udì qualcuno scendere le scale, infine il nulla. Capì di essere rimasta veramente sola. Si avvicinò alla porta e l’aprì pian piano, lasciandola socchiusa. Ferma in piedi, attendeva il momento giusto per poter raggiungere il bagno, voleva essere sicura non ci fosse più nessuno. Non era abituata, a casa sua ognuno aveva i servizi in camera, addirittura i domestici li avevano!

Nell’attendere, si voltò verso il vecchio comò dove vide quella fotografia che già dalla sera prima aveva attirato la sua attenzione. Non si era confidata con Mark, si vergognava, ma quell’immagine dentro la cornice pareva fissarla e scrutarla ininterrottamente. Corse fuori, certa ormai del poter usufruire liberamente del bagno. Si sentiva spaesata.

Scese in cucina che erano passate le otto, intimorita salutò la mamma già indaffarata tra le pentole e i fornelli. Non furono loquaci, la donna le porse con garbo la colazione e Chris volle offrirsi per lavare le tazze e sparecchiare ma la signora Lenders fu categorica nell’affermare che non lo avrebbe permesso. La giovane tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe proprio saputo da quale parte incominciare, non aveva mai lavato un piatto in vita sua.

Tornò in camera sentendosi smarrita e fuori posto. Istintivamente si toccò la pancia, sarebbe stata capace di fare la mamma? Pensò alla sua di madre, provava ancora tanta rabbia.

Alzò lo sguardo e si fermò di nuovo su quella fotografia sopra al vecchio comò. Ne era attratta, fortemente. Si avvicinò, voleva osservarla con più attenzione. Fissò l’immagine, con la mano toccò la cornice poi la ritrasse. Temeva di aver osato troppo, non le apparteneva. Però rimase lì, quasi in contemplazione, provando a figurare le emozioni che una semplice foto poteva suscitare.

Non sentì bussare alla porta, presa com’era e quando si ritrovò la madre di Mark in camera, venuta a portarle gli asciugamani, sobbalzò intimorita.

-Mi scusi – farfugliò allontanandosi dal comò, dicendo la prima giustificazione plausibile – non l’ho sentita, io stavo cercando di sistemare le mie cose.

La donna mise gli asciugamani in un cassetto e le sorrise poi accarezzò quella foto, con la stessa delicatezza con cui si accarezzerebbe un bambino.

-Mio marito – disse a Chris che intanto annuì arrossendo.

-Lo avevo immaginato – balbettò la ragazza – Mark gli somiglia tantissimo.

-Infatti – sospirò la mamma – più passa il tempo e più è così.

Chris ora guardava la donna che, dopo aver spostato verso sé la cornice, aggiunse:

-Questa è l’unica sua foto che tengo in casa.

La giovane si meravigliò ma la mamma spiegò:

-Non amo le foto, troppi ricordi. Però questa ho voluto tenerla, soprattutto per Matt, lui non lo ha mai conosciuto. Quando è morto ero incinta di due mesi.

Chris ebbe un sussulto, la signora Lenders continuò:

-Alcune persone mi consigliarono di non tenerlo, data la situazione che si era creata.

-Oh è terribile! – esclamò d’istinto Chris – Matt è un bambino delizioso.

-Io non ho mai avuto alcun dubbio – specificò la donna – ma avevamo perso tutto, la casa, il lavoro. Mio marito è morto improvvisamente. È uscito una mattina e non è più ritornato. Ancora ho il rimpianto di non averlo salutato, presa da altro. Poi quel terribile incidente.

-Non occorre che continui – disse allora Chris interrompendola – so tutto, Mark mi ha raccontato.

La mamma apprezzò, forse non sarebbe riuscita a terminare tutta la storia, erano passati anni ma il ricordo di quella giornata faceva ancora male.

Guardò nuovamente la foto quindi, sentendosi in confidenza con la ragazza, disse:

-Un fatto però accadde e fu significativo.

Chris, stupita e incuriosita, si mise in ascolto.

-Il giorno che disperdemmo le sue ceneri, nel lago – narrò la mamma – in quell’istante arrivò un cigno, dirigendosi verso di me. Lambì la riva, lentamente, e poi volò via. È stato quello il suo modo di salutarmi. Il cigno è uno dei pochi animali monogami, ha una sola compagna per tutta la vita. Da quel momento ho capito che sarebbe stato per sempre con me, divenni serena, non ho più avuto timore di nulla.

Chris aveva le lacrime agli occhi, avrebbe voluto abbracciare la donna per aver condiviso con lei quel ricordo così intimo e particolare.

La mamma, con la solita discrezione, ripose nel cassetto un ultimo asciugamano e, con delicatezza affermò:

-Ti deve volere molto bene.

La ragazza, non capendo, palesò sul volto un’espressione di dubbio.

-Mark – specificò la donna – ti deve volere molto bene! Lui non parla mai di suo padre, con nessuno. Tu devi essere proprio speciale.

Sorridendo lasciò la stanza mentre Chris riguardava la foto, ora meno intimorita.




 

La sera, quando Mark tornò a casa, trovò tutti insieme in cucina. C’era allegria, si percepiva subito entrando.

-Chris mi ha aiutato a fare i compiti! – esclamò Matt facendo vedere al fratello il quaderno di inglese come fosse un trofeo.

-A me ha raccontato di Parigi – Nat era euforica – un giorno ci andrò anch’io lì!

-I soliti approfittatori – disse Ted con aria di superiorità – io invece ho dato una mano a Chris nel sistemare alcune cose in camera.

La mamma intanto avvisava che la cena era quasi pronta, tra le chiacchiere e la confusione Mark e Chris poterono salire un attimo di sopra per stare da soli.

-Sono fastidiosi e impiccioni – disse Mark scuotendo la testa riferendosi ai suoi fratelli – avrai passato un pomeriggio caotico tra le domande di Nat e le insistenze di Matt e Ted!

Mentre parlava così però sorrideva perché sapeva che erano anche terribilmente affettuosi e generosi.

-Sono tanto simpatici – affermò infatti Chris – mi hanno riempito la serata con il loro chiedere e raccontare.

-E il resto della giornata? – domandò allora Mark con premura.

-Ho potuto parlare con tua madre – gli confidò la ragazza a bassa voce – ed ho avuto la conferma, anche se non ce n’era bisogno, che è una persona eccezionale.

-Non avevo dubbi – asserì lui – che sareste andate d’accordo.

E mentre diceva così, si toglieva la felpa per cambiarsi.

Chris guardò la fotografia sul comò poi disse:

-Dovrei fare una telefonata.

E poi aggiunse:

-A Patty.

Mark le tornò accanto, lei spiegò:

-Voglio chiederle se ha saputo qualcosa, se la mia famiglia mi sta cercando.

Lui non rispose, si limitò a dire:

-Il telefono è di sotto, quando vuoi puoi chiamare.

Poi terminò di vestirsi mentre Chris riguardava quella fotografia.




 

Dopo cena Chris alzò la cornetta e compose il numero dell’amica. La mamma e gli altri avevano silenziosamente lasciato la stanza libera.

-Pronto Patty – la voce era flebile.

-Chris, sei tu! – la voce dell’altra era invece squillante – Come stai? Dove sei? Sei da Mark?

-Sì, sono a casa sua – rispose prima di essere travolta dal parlare di Patty.

-Lo immaginavo – continuò l’amica – lo sentivo ti avrebbe portata lì. Anche Danny Mellow lo ha pensato. Lui era convinto non avreste fatto una fuga d’amore chissà dove!

-Hai sentito Danny? – Chris era ora stupita.

-Ho dovuto contattarlo – spiegò Patty – ho passato una nottata movimentata anch’io ieri! Ho dovuto fare da mediatrice e placare gli animi di tutti!

-Tutti chi? – domandò con ansia Chris mettendosi seduta.

-Del mio capitano – scandì bene Patty – e di tuo fratello.

Allora Chris chiuse per un attimo gli occhi e si mise in ascolto.  



 

 




 

 

   
 
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