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Autore: AndreMCPro    10/11/2022    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.21 – Interruzione
 
Raggiungiamo Vulcan City in pochi e rapidi salti e atterriamo sul davanzale esterno del primo piano della Baita in cima alla montagna. Entriamo e facciamo accomodare la regina, per poi invitare Debora a raggiungerci per accogliere l’ospite. Con lei si presenta Spark che subito abbraccia la sua regina, felice di rivederla sana e salva. Lei lo guarda sorridendo, e nota subito il suo stato fisico non eccellente.
«È stato un viaggio piuttosto stressante, ma avevo bisogno di vederti…»
«Un viaggio così corto?»
«Non sta ancora bene. Doveva rimanere a casa per proseguire la cura, ma come ha ricordato dove eri ha voluto venire qui a tutti i costi. Fortunatamente ha trovato due anime pie che sono venute a prenderti, altrimenti sarebbe venuto lui fino in capo al mondo» spiega Angelo, entrando nella stanza con Debora e Seth.
«Sì, lo so, e questo è poco. Quello che ho trovato nel mio esilio volontario mi ha fatto apprezzare ancora di più il mio sposo»
«Riportartela è stato un piacere, per noi, però…»
«Però adesso c’è la paghi» conclude Massimo socchiudendo gli occhi.
Spark ci guarda perplesso mentre lei si mette a ridere. Lo sguardo del re si fissa poi sul bernoccolo sulla testa di Massimo. Opera mia, ovviamente.
«Hanno visto il tuo scivolo, fino all’ultimo. Sono quasi morti di infarto»
«Non è stato divertente» rispondo subito.
«Non per voi, ma moltissimo per me! E poi nemmeno tu sei innocente, con quell’entrata da panico per Atlantis»
Nel frattempo Massimo si avvicina a Spark con faccia seria
«È stato un trauma, ma allo stesso tempo è stato MITICO! Degno del mio parco! Averlo lì a casa tua, privato, è quasi un delitto»
«Puoi sempre ricrearlo, ora che lo hai visto» Risponde Spark.
Massimo si volta e guarda Debora.
«No, non credo che me lo permetterebbe. Credo sia forse un po’ troppo pericoloso. Dovremmo chiedere il certificato di stato fisico ai visitatori che accettano il rischio»
«Non so di cosa state parlando ma non mi piace» risponde Debora.
«Appunto » rispondo Massimo e Spark in coro.
«E comunque non acconsentirei nemmeno io. Sono pur sempre il re» aggiunge.
Massimo si stacca da lui e lo guarda dall’alto in basso «Sì, stai guarendo. Stai tornando il solito rovina-divertimento di sempre»
«Per quanto riguarda l’altra questione, invece?» interrompe Ezio, entrando nella stanza e interrompendo la nostra piccola riunione.
«Ciao Ezio. Vestito così quasi non ti si riconosce» Commenta Massimo vedendolo entrare.
«Non ci siamo dimenticati di tuo padre. Anzi, se Spark ricorda qualcosa di più…»
«No, mi dispiace, ragazzi. Ricordo solo qualche commento del reggente… Ma certo, il reggente! Perché non andate a fargli una visitina?»
«Sarà un buon punto di partenza»
«Bene, visto che tornate a Enderia mi farete da guardia del corpo per il ritorno»
«Ma noi non prendiamo il treno…»
«Già, il vostro sistema è più veloce. Vorrà dire che questa volta prenderete il treno»
«Posso sempre portarti con noi» Insisto io.
«Preferisco il treno»
«Okay, va bene…» Mi giro e vedo gli occhi di Ezio «Debora, e se Ezio venisse con noi? Da lì potremmo usarlo come ponte diretto tra Spark e noi mentre Seth rimette in funzione tutti i sistemi»
«Sempre che io permetta a Seth di rientrare, ovviamente» risponde lei squadrandolo.
«Vorresti dire che vuoi tenerti un combina-guai dentro casa?» risponde Sparklez guardandola sorridente.
«No, portatevelo via» risponde senza esitazione «Quanto a Ezio… non credo a una sola parola. Non resterebbe mai buono e tranquillo a Enderia nemmeno se messo in carcere. Troverebbe il modo di uscire e raggiungervi»
«Ma no, ti assicuro che…» aggiunge Massimo, che però viene subito interrotto.
«Non ho detto di no, ragazzi, ma dovete promettermi che lo terrete d’occhio e che lo spedirete a casa appena le cose si fanno critiche, ok?» e si gira verso di me.
«Promesso. Al minimo segno di pericolo lo spediamo a casa o nel posto più sicuro. Sarà il nostro messaggero per i rinforzi»
«In questo caso quando arriveremo a Enderia ti verrà assegnato il titolo di cavaliere, così ovunque tu arriverai sarai riconosciuto e potrai adempiere al tuo dovere» aggiunge Spark.
Seth prende la parola: «Ora seguimi, ragazzo. Ho qualche aggiunta da fare alla tua armatura, e anche delle armi da mostrarti»
«Ma io ho già un’arma…» risponde Ezio, guardando la spada del padre nuovamente al suo posto in una vetrina. Sua madre lo nota e si avvicina.
«Ezio, quella spada è di tuo padre e tornerà tra le sue mani. Ti concederò il permesso di portarla con te, ma non dovrai usarla. Dovrai riconsegnarla a lui quando lo troverai. La spada fa parte di lui»
«Una spada nasce per essere impugnata dal suo padrone» aggiunge Massimo. «Diventa estensione del suo braccio. La sua funzione termina solamente quando il braccio del suo padrone non è più in grado di impugnarla. È chiaro?»
«Porterò la spada a mio padre e combatteremo insieme!» risponde Ezio.
«Bene, in questi casi, e dopo un tale discorso -Debora, perdona la battuta- spezzerei il ghiaccio con una festa a sorpresa, ma questa volta dico che è ora di andare. C’è molto da fare» conclude mio fratello. uscendo dalla stanza. Poco dopo lo vediamo scendere dalla montagna in direzione del villaggio.
«Hey, tuo fratello sta bene? È così… serio, non è da lui» chiede Spark guardandolo allontanarsi dalla finestra.
«Non è tranquillo, lo so. Forse è colpa del libro, o semplicemente è in pensiero per Ettore. In entrambi i casi ha comunque ragione»
E cosi salutiamo Debora, e in sette raggiungiamo la stazione: Spark e Cristina nella carrozza protetta, Angelo a gestire i controlli, io Ezio e Seth insieme mentre lo scienziato pazzo spiega gli aggiornamenti e le funzioni dell’armatura, capacità delle armi e così via. Massimo al primo vagone, sul tettuccio. È seduto immobile “a pensare”, o almeno così dice. Forse parla con la bacchetta o legge il libro.
Raggiungiamo Enderia tre ore dopo. Veniamo accolti dalla scorta di Marco, che ci aggiorna sulla situazione ai confini.
«Il drago è stato avvistato oltre i nostri confini. Sembra abbia raso al suolo un villaggio, Stefano ha fatto richiesta della squadra di indagine da affiancare a quella dei nostri “vicini”»
«Bene, appena arrivati e già in partenza. Andate, allora, e se riuscite mettete a tacere quel drago. Non mi sembra il caso che se ne vada in giro a distruggere villaggi»
Spark, come promesso, investe Ezio con il titolo di cavaliere, e mentre ci avviamo verso la stazione per raggiungere i confini ecco quattro figure che ci bloccano la strada nella grande piazza centrale.
«Sei tu Andrea, chiamato anche Angelo Cremisi?»
Chiede il primo, vestito con una tunica di un arancione acceso.
«Dipende da chi lo chiede» rispondo.
«Non sei tu a dover fare domande. Rispondi» incalza il secondo, con la tunica di color verde smeraldo.
«Fatevi da parte. Abbiamo impegni urgenti» Rispondo innervosito e preparandomi ad affrontarli.
«Basta con le domande» interviene il terzo che da sotto la sua tunica bianca scaglia un fulmine, che blocco a malapena grazie al mio scudo e per il resto viene assorbito dall’armatura.
«È lui!» aggiunge il quarto, con la tunica azzurra. Quello bianco agita di nuovo la bacchetta e all’improvviso mi ritrovo a cadere nel vuoto, per poi schiantarmi a terra. O meglio, nella sabbia. Alzo gli occhi: mi trovo fuori dalla città, in una distesa di sabbia vicino al mare, con un bioma montano poco lontano dal mio punto di arrivo. I quattro Maghi estraggono le loro bacchette da Primario e iniziano a scagliarmi contro le loro magie.
«Perché mi state attaccando? Cosa volete da me?» urlo, schivando o deviando con la mia spada i loro colpi.
«Combatti! Dimostraci il tuo potere!»
i maghi di fuoco e vento si affiancano, e dalle loro bacchette non partono i soliti attacchi ma fuoriescono due draghi orientali, uno di fuoco e l’altro di fulmini, che salgono fino al cielo. I due draghi si scatenano contro di me, colpendomi in pieno e sbalzandomi via.
«Non è poi così forte come pensavamo…»
«Non ne sarei tanto sicuro» risponde mio fratello attirando la loro attenzione. È seduto su una roccia, con Ezio al suo fianco che si sorregge a stento»
«E tu come hai fatto a seguirci? Chi sei?»
«Ci siamo buttati nel portale esattamente come avete fatto voi, ma non badate a me. Avete fatto infuriare il mio fratellino. Vedete?»
«Certo che lo sono! Sono sotto attacco da ben quattro maghi e tu stai lì a guardare?»
Un fulmine prende in pieno la roccia dove sta seduto, facendolo cadere, ma non ho tempo di prenderlo a fulminate. Mi sento furioso. Attaccata senza un motivo.
«Volete la guerra? Bene, la avrete!»
Carico le saette sulle mie braccia e le spade compaiono sulle mie mani. Passo al contrattacco. Il mago verde alza una barriera di terra, che viene letteralmente spazzata via da una scarica di fulmini fuoriusciti dalla spada. Quello blu congela la sabbia ma la cosa non mi turba: sono in una sorta di volo, a mezzo metro da terra con la sola forza elettrica. Quello bianco prende il volo e inizia a scagliare saette dal cielo, mentre quello rosso tenta di prendermi con palle di fuoco esplosive. Al crescere della mia ira la spada diventa una estensione del mio braccio, così la uso per afferrare una delle sfere come un artiglio e restituirle al mittente, che viene sbalzato all’indietro nonostante lo scudo runico. Alzo gli occhi, accendo i razzi e di slancio raggiungo quello in volo, ma prima che possa afferrarlo mi scaglia un fulmine, tento di fermarlo e questa volta il colpo viene quasi completamente bloccato, ma prima di capire come ecco che un drago di ghiaccio fuoriuscito dal mare mi afferra per i piedi e mi scaglia a terra.
«Andrea!» urla Ezio divincolandosi da Massim, ma lui lo arpiona con un lazo.
«Ci sei quasi! Ora concentrati e scatenati» mi urla Massimo fissando il punto della mia caduta.
«ORA BASTA!»
Degli occhi rossi si accendono nel mezzo della nube di sabbia, e poi due artigli colpiscono il suolo. Mi alzo e prendo il volo. I miei fulmini sembrano  formare due ali scheletriche sulle mie spalle. L’angelo cremisi è risorto, ma i miei fulmini… l’energia che emano è diversa. Mi sento finalmente in grado di parare e quindi combattere la loro magia.
«Adesso, signori, sono cavoli vostri!» urla Massimo, visibilmente divertito. Un divertimento che finisce presto quando i miei occhi infuriati lo gelano a distanza, mettendolo a tacere.
«Adesso mi avete stancata!»
Creo una enorme lama di fulmini sul mio braccio e mi preparo a calarla su di loro, ma mi interrompono inginocchiandosi.
«Ci arrendiamo!»
«Cosa…?»
Mi fermo a guardarli, con la lama ancora sollevata verso il cielo.
«Hai superato la prova! Il tuo potere è grande, ma non è quello che cercavamo!»
«Cosa state cercando?» Rispondo, abbassando la spada e perdendo leggermente quota, ma ancora rimanendo all’erta.
«Noi siamo i Primari del Fuoco, Vento, Acqua e Terra. Siamo a capo delle rispettive accademie di magia. Voi siete entrati in possesso della bacchetta del Primario dell’Ordine, il che vuol dire che siete il successore di Edoardo e avete quindi il diritto e il dovere di reclamare il suo posto nell’accademia»
A quelle parole atterro, azzero i miei poteri e inizio a scuotere la testa.
«Credo…  ci sia un errore. Non è con me che dovete parlare»
Indico mio fratello, che sta ridendo in disparte e con la bacchetta incriminata in mano.
  
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