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Autore: Dreamer47    13/11/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
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HUNTER'S LEGACIES
Capitolo 20.

Stava seduta sulla sedia della stanza dell'ospedale, i gomiti fissi sulle cosce ed i pugni chiusi sotto il mento, a fissare Bobby di spalle seduto sulla sua nuova sedia a rotelle con lo sguardo fisso fuori dalla finestra: non doveva essere facile per un uomo forte ed indipendente come lui, trovarsi impossibilitato a muoversi in autonomia ed a dover chiedere aiuto alle altre persone. 
Abby sapeva che non ci fosse altro da fare, sapeva che non poteva aiutarlo in nessun modo; eppure tutti i giorni da circa una settimana, mossa dal sincero sentimento che la legava a quell'uomo dai tratti burberi ma con un cuore infinitamente grande, andava a trovare Bobby in quell'ospedale e lo osservava, mentre lui guardava fuori dalla finestra probabilmente pensando a giorni migliori. 
Anche lei in silenzio, rifletteva su quanto accaduto nelle ultime settimane, dopo la venuta di Lucifer sulla terra: Bobby si era pugnalato da solo mentre era posseduto da un demone per salvare Dean sotto gli occhi impotenti dei tre cacciatori, gli angeli avevano rivelato ai due fratelli di essere i corrispettivi tramiti di Micheal e di Lucifer e Sam non aveva fatto altro che scusarsi con suo fratello per aver permesso che ciò accadesse. 
Abby sospirò e si chiese come avessero fatto a trovarsi in una condizione come quella: quando aveva conosciuto Sam e Dean erano dei semplici cacciatori di passaggio alla Road House, con l'unica missione di trovare il loro padre ed uccidere Azazel. Come avevano potuto permettere che tutto ciò accadesse? 
Ed Abby come diavolo aveva potuto permettere che la storia si replicasse, ricordando ciò che Syria avesse fatto con Lucifer e Micheal? 
Come aveva potuto permettere che Sam e Dean si allontanassero in quel modo senza dire o fare niente? 
Come quella sera della settimana prima, quando durante la ricerca della spada di Michael che poi si fosse rivelato essere Dean stesso, Sam avesse iniziato a scusarsi con Abby, chiedendole perdono per ciò che avesse fatto a lei e alla sua famiglia. 
"Mi dispiace così tanto e mi vergogno molto per come mi sono comportato" aveva detto Sam sospirando col capo chino, seduto sulla sedia del tavolo del motel. "Quello che ti ho fatto è stato orribile e io me ne pento completamente". 
Abby ricordò di aver sgranato gli occhi, sollevandoli dal libro che stesse leggendo, e di aver notato Dean guizzare lo sguardo su quello del fratello dal fondo della stanza, seduto sul letto mentre cercava più indizi sul suo PC, e lo aveva guardato in cagnesco come probabilmente mai avesse fatto. "Ma di che cosa stai parlando?". 
La ragazza aveva cercato di coprire le parole del minore, alzando il tono della voce e piazzandosi un grosso sorriso falso sul viso perché aveva capito quale sarebbe stata la reazione del maggiore. "Che ne dite di ordinare cinese per cena, mmh?".
Ma Dean capí immediatamente che ci fosse qualcosa che Abby volesse tenergli nascosto e si alzò di scatto dal letto facendo cadere rovinosamente il PC a terra, che si spense improvvisamente, e si fiondò verso Sam ed Abby ancora seduti al tavolo. La ragazza si alzò e cercò di spingerlo via con forza, ma Dean la scansò spostandola dalle braccia ed andò in contro al fratello, che si alzò e lo guardò con aria colpevole. 
"Io non ero in me quella notte, ero annebbiato dal sangue demoniaco e dalla rabbia quando..".
"Quando ha rapito i miei fratelli, ecco tutto. Adesso possiamo pensare a cosa mangiare stasera?".
Abby sgranò gli occhi e zittí il minore con lo sguardo, cercando di tirare Dean via dal fratello, ma riuscì solamente a tirare la sua camicia blu, sentendo sotto le sue mani come i muscoli del maggiore fosse tutti tesi e contratti per l'agitazione e per i nervi. "Sam, che cos'hai fatto?". 
"Niente, non ha fatto niente Dean. Adesso smettila!" esclamò Abby continuando a tirarlo, ma Dean non si smosse neanche di un centimetro, continuando a guardare con aria furiosa il fratello che faceva fatica a sostenere il suo sguardo. 
Ma la ragazza non riuscì a controllare il fiume di parole che uscí dalla bocca del minore, che abbassò il capo e sospirò rumorosamente. "Quando ho colpito Abby e l'ho costretta a bere del sangue di demone per diventare come me, perché Ruby mi aveva convinto che lei fosse davvero una dei supersoldati di Azazel e..". 
Dean scattò come una molla verso il fratello con una velocità tale che Abby non riuscì a trattenerlo,  colpendolo in viso più e più volte, per poi afferrarlo dal colletto e sbatterlo contro una parete.
Abby cercò di insinuarsi fra loro due, ma Dean la spinse via malamente facendola cadere a terra, mentre continuava a colpire il fratello con estrema forza con l'unico intento di farlo sanguinare. 
Dean non riusciva a controllarsi, non vedeva più il suo fratellino ma un mostro che le avesse fatto del male, e le sue mani si mossero da sole quando continuò a colpirlo in viso, spinto dalla rabbia e dalla delusione. 
Abby si rialzò e colpí la gamba sinistra del maggiore sperando di non avergli fatto troppo male, facendogli perdere l'equilibrio ed allentare la presa sul fratello quel tanto che bastasse per far sì che Abby spingesse via Sam fino al fondo della stanza. "Basta Dean, calmati!". 
Dean la guardò nello stesso modo arrabbiato con cui avesse guardato il fratello fino a qualche istante prima, e le puntò un dito contro con ira urlandole in faccia senza controllo. "Perché non mi hai detto quello che ti ha fatto? Perché mi hai mentito, dicendomi che era stata Ruby?". 
"Non volevo che succedesse questo!" si ritrovò Abby ad urlare per sovrastare la sua voce fin troppo alta, osservando il suo viso diventare paonazzo per la rabbia. "Perché non era in sé, non era Sam!". 
Dean sentí una nuova ondata di rabbia investirlo e fece per avanzare velocemente per poterlo colpire nuovamente in viso, ma Abby stavolta lo spinse via con tutta la forza che avesse, riuscendo unicamente a spostarlo di qualche centimetro. "Vattene!". 
Dean sgranò gli occhi e la guardò con aria sorpresa, ma Abby lo colpí di nuovo con forza al centro del petto e lo guardò con occhi lucidi e devastati. "Cosa?!". 
"Vai a sbollire fuori la tua rabbia e torna solamente quando ti sarai calmato!". 
L'infermiera le ricordò gentilmente che l'orario di visita fosse finito ed Abby sbatté le palpebre, torandno al presente e abbandonando i ricordi. Le rivolse un piccolo sorriso dopo aver annuito; si alzò con un sospiro ed indossò nuovamente la sua giacca di pelle, avvicinandosi all'uomo sulla carrozzina e stringendogli con dolcezza una spalla. Avrebbe voluto riuscire a comunicare con Bobby, ma da quando fosse rimasto paralizzato non aveva voglia di parlare con nessuno se non per maledire i medici e urlargli contro qualche imprecazione. 
Lo salutò con delicatezza e gli disse che sarebbe tornata il giorno dopo, così uscì dalla stanza e poi dall'ospedale con aria stanca, stringendosi appena nei suoi vestiti percependo il freddo di quella brutta giornata. Salì in auto e tornò alla sua stanza nel motel, dove avrebbe ricominciato la serie di telefonate che le avrebbe occupato l'intero pomeriggio. 
Avrebbe chiamato per primi Sam e poi Dean, che non avrebbero risposto come ormai facevano dal giorno della litigata quando erano usciti furenti dalla stanza in due direzioni opposte senza neanche dirsi una parola, poi sarebbe stato il turno di Silver e di Dan, che per fortuna non fossero arrabbiati con i Winchester dopo ciò che fosse successo la sera che Sam fece irruzione nella loro casa per prenderli in ostaggio. 
Entrò nella sua stanza buia ed accese le luci con un sospiro, quando sollevò lo sguardo verso la stanza e trovò Dean seduto sulla sedia del piccolo tavolino: il bicchiere in mano e la bottiglia di Whisky a fianco, e almeno cinque o sei bottiglie vuote di birra poste sul tavolo. 
Abby sospirò rumorosamente mentre lo guardava preoccupata per qualche istante e si chiuse la porta alle spalle senza dire una parola; si tolse la sciarpa blu, posandola sullo schienale della sedia ed avvicinandosi in silenzio al tavolo. Dean non disse nulla e sollevò lo sguardo stanco verso di lei ed Abby si sedette sulla sedia davanti a lui notando le ferite che il suo viso riportasse: lo zigomo livido, il labbro spaccato, le nocche piene di escoriazioni, la camicia rossa sporca di sangue. Dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non fare domande sulle sue nuove ferite, ma si concentrò sui suoi occhi feriti e stanchi, e sciolse la propria espressione ancora però molto resa e preoccupata. "Si può sapere dov'eri finito?". 
Dean sorrise amaramente mentre la guardava con la schiena totalmente appoggiata sedia, mentre agitava leggermente il bicchiere ed il suo contenuto con un movimento circolare, per poi portarselo alle labbra e mandarlo giù tutto d'un sorso. "Potrei aver cercato Sam per parlarci un'altra volta". 
Abby scosse di poco la testa e sospirò, appoggiando il braccio destro sul tavolo e quello sinistro sulle sue cosce, guardandolo con aria delusa. "Quindi mi hai lasciata qui per andare a cercare Sam e gonfiarlo di nuovo di botte?". 
"Gli ho dato quel che si meritava per averti toccata e non mi riferisco solamente a ciò che è successo a casa tua con Ruby!" esclamò Dean guardandola con la stessa rabbia con cui avesse guardato suo fratello qualche sera precedente, versandosi ancora da bere. 
Abby capì subito a cosa si riferisse Dean e sospirò, perché le aveva appena sganciato un colpo basso che le aveva fatto molto male, ma non lo diede molto a vedere, limitandosi ad osservandolo bere un altro bicchiere di Whisky mentre consumava sempre di più ciò che fosse rimasto di lui. 
Ad Abby mancava così tanto Dean, ma non il ragazzo che si trovasse davanti a lei in quel momento e nemmeno quello che avesse visto nelle scorse settimane. Non era più gentile, dolce, interessato ai problemi altrui. 
Dean era cambiato ed Abby sapeva che ciò fosse dovuto proprio alla sua permanenza all'inferno ed a ciò che fosse accaduto lì, insieme alla preoccupazione ed al dolore per il fratello. 
"Ora che farai?" chiese Abby sospirando e tornandolo a guardare, alzandosi dalla sedia per dirigersi vicino all'attaccapanni per togliere il giubbotto di pelle finendo involontariamente per aumentare la scollatura della sua camicia, già molto aperta sul décolleté di suo. 
Dean fece vagare uno sguardo sul suo corpo, soffermandosi sui sottili leggins che indossasse, dai quali riusciva ad intravedere persino il suo intimo, e sul suo seno prosperoso e poi tornò a guardarla negli occhi notando come Abby non avesse perso nemmeno uno spostamento che avesse fatto con i suoi occhi, e le sorrise amaramente. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'avesse sentita vicina e adesso, complici le molte birre ed i bicchierini di Whisky di troppo, si era ritrovato a desiderarla esattamente come se fosse ancora sua mentre il cavallo dei pantaloni divenne fin troppo stretto provocandogli dolore. 
Deglutí a fatica e sospirò, distogliendo lo sguardo e bevve un altro po' di Whisky direttamente dalla bottiglia, nel tentativo di respingere i ricordi di quando stavano insieme che tutto ad un tratto avessero iniziato ad affollare la sua mente. 
Si alzò e le andò in contro, mantenendo lo sguardo fisso su di lei, ed Abby indietreggiò perché aveva paura che Dean potesse fare qualcosa di cui si sarebbe pentito, ma lui avanzò ancora fino a quando non la vide con le spalle al muro; sollevò una mano verso di lei, sfiorandole il braccio con le punte delle dita e salí sfiorandole il collo e poi la guancia, dove stabilizzò la sua mano e la guardò con un sorriso sincero, come Abby non ne vedeva da tempo. "Sono qui: non è ovvio cosa farò adesso?".
Abby sentí il cuore impazzire nel suo petto e scosse la testa, scansandosi da quella carezza e rimettendogli le mani a posto guardandolo seria. "Cos'è? Hai fatto una sorta di scelta fra me e tuo fratello e hai scelto me perché sono la meno problematica?". 
Dean la guardò e sospirò, scuotendo la testa e chinò il viso sul suo appoggiando la fronte alla sua, e fece spallucce tornando a sfiorarle la guancia. 
Abby lo guardò negli occhi e sospirò, lasciando che Dean la sfiorasse ed i brividi le percorressero la schiena e le gambe, che sentí quasi cedere sotto il peso della voglia che tutto ad un tratto si accese nel suo petto. Deglutí a fatica e si sforzò di calmare i bollenti spiriti che avessero iniziato a colpire entrambi, e gli afferrò la mano con cui la stesse toccando. "Non devi scegliere me, io sarò al tuo fianco in ogni caso".
"Non é quello che hai detto l'ultima volta: sei andata via, Abby. Sei sparita per settimane. Se non fosse stato per Bobby che ti ha chiesto di tornare, non saresti qui insieme a me". 
Abby incrociò i suoi occhi verdi e tristi, leggendovi dentro la grande sofferenza che albergasse che portasse con sé, la stessa che fosse apparsa insieme a lui quel giorno di settembre, quando Castiel lo avesse tirato fuori dall'inferno. 
Sentí gli occhi imperlarsi di uno strato lucido udendo quelle parole e improvvisamente Abby non fu più in grado di reggere il suo sguardo, scuotendo leggermente la testa ed allontanandolo di qualche centimetro, mentre sentiva lo sguardo di Dean fisso su di lei, capendo inoltre quanto duramente stesse provando a trattenersi dal saltare la conversazione e tuffarsi sulle sue labbra. "Quello è stato un errore e anche questo potrebbe esserlo, Dean".
"No, non lo sarà questa volta". 
Dean sorrise debolmente e si sporse per annullare la distanza fra i loro volti, avvicinandola di più a sé per sentirla più vicina. In fondo, era tutto ciò che segretamente bramava da mesi. 
Ma Abby deglutí a fatica mentre lo osservava e si tirò indietro, portando via le mani del ragazzo dal suo viso e guardando la sua aria sorpresa e confusa. "Sei ubriaco e puzzi di alcool. Non verrò a letto con te per poi sentirmi dire domani mattina che è stato uno sbaglio e che possiamo tornare ad essere amici. Se sei in cerca di sesso per sfogare la tua rabbia e la tua frustrazione per non essere riuscito a controllare Sam, non voglio che la scarichi su di me in questo modo, Dean.." sussurrò Abby in modo pacato, sorridendogli amaramente ed annuendo per accertarsi che avesse capito. 
Dean la guardò per qualche secondo con sopracciglia aggrottate, cercando di trattenere e di sopprimere il grande caos che si fosse formato dentro ai suoi pantaloni, e rise di gusto prima di voltarsi e fare qualche passo avanti per aumentare la distanza fra di loro. "È sempre la stessa storia con te: io mi avvicino e tu pensi che sia solamente per il sesso. Sempre la stessa, vecchia storia".
"No, no. Ehi, guardami Dean". Spinta dall'irrefrenabile voglia di placare la sua rabbia, Abby lo raggiunse e lo fece voltare, guardando il suo viso scocciato ed arrabbiato e lo prese fra le mani, sorridendogli teneramente. "Non sto dicendo che è il sesso il motivo per cui tu sei qui adesso. Ma so che se sei venuto a cercarmi, vuol dire che hai bisogno di qualcosa". 
Dean la guardò negli occhi e scosse la testa distogliendo lo sguardo mentre sentiva le sue mani tirargli su il viso con una leggera pressione, notando il suo modo di sorridere contagioso; brontolò qualcosa a tono molto basso che somigliasse proprio a: "Non so neanche io perché sono venuto". 
"Beh forse io si.." sussurrò Abby sorridendo ed annuendo e senza dire nulla lo strinse forte fra le braccia, sapendo bene che in quel momento Dean avesse proprio bisogno di sentire del calore umano. 
Che fosse Abby o suo fratello, Dean aveva bisogno di qualcuno che gli dasse la forza per rialzarsi e ricominciare, andare avanti più forte di prima, ed Abby lo sapeva. 
Lo trascinò sul letto dove gli permise di appoggiare la testa sul suo petto e Dean la lasciò fare mentre gli passava le mani sui capelli con delle carezze delicate, baciandogli la testa di tanto in tanto, mentre il ragazzo cominciò a raccontarle ciò che Zaccaria gli avesse fatto vedere quando lo avesse portato nel futuro per vedere ciò che sarebbe successo se lui non avesse detto di sì a Micheal.
Le disse di aver visto Sam posseduto da Lucifer e di aver incontrato Dan e Silver nel suo accampamento, ma non aveva trovato alcuna traccia di Abby e il Dean del futuro gli aveva spiegato che fosse morta in circostanze particolari, senza però scendere mai nei dettagli. 
Cercò di confortarlo e di dargli coraggio, stringendolo forte a sé ed Abby sentí il modo in cui le sue mani ricambiassero quella stretta, avvicinandola a sé.
Dopo aver sentito il fiume di parole uscite dalle labbra di Dean nel tentativo di sgravare il peso che portasse sulle sue spalle, adesso il silenzio appariva troppo rumoroso. 
Dean percepiva le dita esili di Abby muoversi fra i suoi capelli, sul suo viso e sulla sua schiena, mentre teneva la guancia barbuta premuta contro la pelle morbida del petto lasciata scoperta dalla scollatura della maglietta. 
Riusciva ad ascoltare il suo cuore che battesse ritmicamente nel suo petto ed iniziò anche lui a carezzarla come stesse facendo lei ormai da un po', nel tentativo di rassicurarla. 
Le aveva parlato di ciò che fosse accaduto negli ultimi giorni, ma non aveva ancora finito con le domande. 
Si schiarí la gola ma non la guardò, inumidendosi le labbra prima di prendere fiato e parlare. "Perché non mi hai detto ciò che Sam ti aveva fatto?". 
Abby non si scompose, ma continuò a carezzargli la fronte ed i capelli biondicci, accennando un sorriso. "Perché non volevo essere la causa del vostro allontanamento. Non voglio che ti arrabbi con lui per ciò che ha fatto a me o ai miei fratelli, ma voglio che gli tendi una mano perché vuoi riportarlo indietro dall'enorme oscurità in cui è sprofondato". 
Dean scosse la testa leggermente, muovendosi sul suo petto ed inalando il suo profumo, lo stesso che Alastair gli facesse sentire all'inferno per fargli riprendere i sensi dopo essere stato torturato per lunghe giornate, illudendolo che fosse tornato a casa e che Abby fosse insieme a lui. 
Ma adesso era davvero tornato, adesso la poteva toccare e stringere a sé. E sapeva quando Abby avesse ragione. 
Chiuse gli occhi e l'avvicinò ancora di più, intrecciando le dita della mano destra con quelle di Abby, e portandosi il dorso della ragazza alle labbra e depositandovi un dolce bacio. E non ebbe bisogno di voltarsi a guardarla in viso, per sapere che i suoi occhi stessero sorridendo tanto quanto lo stessero facendo le sue labbra. 
Dean si schiarí nuovamente la gola, come per avvisarla che non avesse ancora terminato con le domande, e le sfiorò il palmo con il pollice in una carezza circolare. "Non mi hai mai raccontato cosa ti ha detto Ruby, prima di morire". 
Il sorriso sul volto di Abby scemò fino ad annullarsi completamente e si morse la lingua per qualche istante perché non si aspettava quella riichiesta e guardò il soffitto per una manciata di secondi, nei quali si chiedeva se rispondere fosse la cosa più saggia da fare o se evitare, forse temporaneamente, l'argomento sarebbe stato più conveniente in quel momento. 
Non trovava davvero le parole per raccontargli ciò che Ruby le avesse detto, quando la ess efferata in punto di morte. 
Come poteva spiegargli che era stato proprio merito di Ruby, se Syria avesse incontrato Lucifer? Come poteva dirgli che Ruby si fosse finta sua amica per così tanto tempo ed in così tante vite, da giustificare la rabbia e l'odio che Abby provasse ogni volta che fosse stata in sua presenza? 
Deglutí leggermente e chiuse gli occhi, decidendo che questa volta non avrebbe risposto, e Dean parve capire perché non continuò ad insistere. 
Rimasero stretti l'uno all'altra fino a quando entrambi caddero in un profondo sonno ristoratore. 
 
 
Si guardò intorno, osservando il lago dove Abby e la sua famiglia adorassero passare l'estate, ricordando con gioia il modo in cui lei ed i suoi fratelli amassero giocare insieme nel bosco proprio dietro casa insieme agli altri bambini, trascorrendo così intere giornate a divertirsi con innocenza. 
Vide suo padre molto giovane intento a girare la carne su un grosso grill mentre sua madre si occupava della preparazione della tavola e ogni tanto richiamasse i suoi tre figli per non farli sporcare troppo prima del pranzo. Ma qualcos'altro catturò la sua attenzione, qualcosa che non avesse a che fare con il suo stesso ricordo: vide una figura, una ragazza vicino alla riva del fiume intenta a guardarla con aria solenne e pragmatica. 
Mano a mano che Abby le si avvicinava, riusciva a scorgere particolari del suo viso in modo più accurato: una spruzzata di lentiggini le colorava il naso e le guance, gli occhi verdi spiccavano sul suo viso a forma di cuore ed incorniciato da dei lunghi e folti capelli biondi. Osservò il suo vestito molto semplice, colorato di rosa cipria e che ricadesse fino alle ginocchia, mentre una cintura sottile alla vita movimentata l'andatura del vestito. 
Abby si guardò indietro, osservando ancora la sua mamma ed il suo papà che ridessero fra di loro, e poi tornò a guardare davanti a sé la ragazza che non avesse smesso di studiarla, proprio come aveva fatta Castiel la prima volta. 
"Sto sognando, vero? Siamo nella mia testa e tu sei un angelo, giusto?". 
La ragazza bionda sorrise appena e si avvicinò ad Abby con un sorriso, porgendole la mano destra ed annuì. "Era l'unico modo che avevo per contattarti, dato ciò che Castiel vi ha impresso sulle costole. Mi chiamo Anael, devi aver sentito parlare di me". 
Abby sollevò un sopracciglio ma non strinse la sua mano a quella dell'angelo, guardandola con aria diffidente e chiedendosi perché volesse parlare proprio con lei: era lo stesso angelo che avesse affiancato suo padre parecchi anni prima. 
La studiò a sua volta e la vide tirare indietro la mano con aria un po' confusa, probabilmente spingendola a chiedersi se il modo di salutarsi fosse cambiato sulla terra negli ultimi quindici anni di assenza. 
"Si, ho sentito parlare di te: credo che tu mi debba un bel po' di risposte". 
Anael la guardò con incredulità ed intrecciò le mani come in preghiera per poi posizionare sul suo ventre con movimenti lenti, riuscendo a sentire la rabbia provenire dal cuore della ragazza davanti a sé. "Ho già dato tutte le risposte a tuo padre, lui sapeva tutto ciò che volevo che sapesse: gli ho anche dettato un rituale ed un incantesimo, un modo per sconfiggere Lucifer se ci fossimo mai ritrovati in una situazione come questa". 
Abby aggrottò le sopracciglia ed inclinò la testa, e fece un passo avanti con aria sconvolta, sgranando gli occhi. "E dove sono queste cose adesso?".
Anael sorrise ed annuì, e sembrò essere dolce, oltre che in possesso di una bellezza antica e incantatrice, e dall'aspetto molto più umano rispetto a quanto avesse mai fatto il loro unico amico angelo. "Tuo padre aveva un libro di pelle nero con delle parole in enocchiano incise lateralmente: lo ha scritto lì. Leggilo e sforzati di capire. Mi farò viva io quando sarà il momento". 
Abby la vide voltarsi e fare qualche passo avanti verso la riva, ma sgranò gli occhi e le corse dietro mentre un forte vento minaccioso iniziò ad alzarsi e a scompigliarle i capelli. "Aspetta. Perché hai avvertito mio padre su di me?". 
Anael si voltò in maniera paziente verso di lei, sollevando un sopracciglio e respirando leggermente, ed Abby pensò che sembrasse una dama di corte ottocentesca per via della sua postura e per i suoi modi nobili di parlare. "Perché la tua anima non si è incarnata solamente in Syria, ma hai avuto altre vite nel corso dei secoli. E sei migliorata così tanto in tutto questo tempo per trovarti qui e adesso, per poter compiere ciò in cui Syria non è riuscita". 
"Ma di che stai parlando?" chiese Abby aggrottando le sopracciglia e facendo davvero fatica a seguire i suoi ragionamenti, tanto da massaggiarsi le tempie mentre un forte mal di testa la colse all'improvviso. 
Anael si guardò attorno con aria improvvisamente seria e preoccupata, e sgranò gli occhi per poi afferrarle un polso con forza per strattonarla, mettendo su una voce perentoria che quasi la fece tremare. "Non siamo più al sicuro qui, devo andare. Devi leggere quel libro Abby, ti prometto che veglierò su di te come vegliavo su tuo padre, ma adesso vai!". 
Il modo in cui l'angelo la spinse indietro, non la spaventò nonostante il vento forte che si fosse sollevato ed il cielo che fosse diventato nero tutto d'un tratto. 
Ma quello spintone le fu sufficiente per mandare via la ragazza dal sogno che avesse costruito per parlarle in privato, facendola risvegliare però con un grande spavento. 
Abby spalancò gli occhi nel buio della stanza e sussultò forte, sollevandosi e mettendosi seduta, portando con sé anche il ragazzo che fosse ancora avvinghiato a lei sul letto, finendo per svegliarlo bruscamente. 
"Che c'è? Che è successo?". 
Dean scattò in piedi ed allungò una mano per accendere la luce della lampada sul comodino e si guardò attorno estraendo la sua pistola molto velocemente dalla sua giacca, puntandola in tutte le direzioni per colpire qualunque fosse la presenza che li avesse svegliati in quel modo, ma poi puntò gli occhi su Abby e sgranò gli occhi; teneva gli occhi spalancati, seduta ancora sul letto con entrambe le mani sul petto, mentre sentiva il cuore battere forte nel petto per lo spavento. 
Si mosse per calmare il suo respiro ed il suo cuore, ma una fastidiosa fitta al polso sinistro la fece sussultare e quando sollevò la mancia della maglia che indossasse, notò un livido violaceo che le si fosse formato proprio nel punto in cui Anael l'avesse afferrata, combaciando con l'impronta della sua mano. 
Sentí Dean avvicinarsi e guardare quel livido con aria confusa, sollevandole il braccio per osservarlo meglio senza capacitarsi su come se lo fosse procurato, quando Abby si ritrasse dal suo tocco e lo guardò seria. "Devo tornare a casa, adesso".
  
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