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Autore: Idalberta    13/11/2022    3 recensioni
Dal testo:
- Artù inizialmente si era rifiutato di credere che Merlino l'avesse tradito in quel modo. Pensava a uno scherzo molto ben organizzato. Poi aveva capito ed era andato su tutte le furie. Con la spada aveva colpito rami e cespugli. Con forza, con rabbia, con cattiveria.
Infine si era seduto per terra, come se non avesse più forze ed era diventato triste. Non lo guardava, cercando di nascondere le lacrime che evidentemente non era riuscito a trattenere.
‘Vattene via’ gli aveva detto ‘Vattene e non farti vedere mai più a Camelot’. -
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwen, Hunith, Lancillotto, Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tornare a sorridere








 

'Maestá! Sono molto sorpreso di vedervi. Come state?'

'Mai stato meglio grazie!' disse il re con una certa superbia nell'atteggiamento e nella voce.

 

Merlino diede uno sguardo a sua madre, che stava apparecchiando la tavola. La donna aveva gli occhi rossi e un atteggiamento che tradiva un grande nervosismo. Nessuno l'avrebbe detto da fuori ma del resto nessuno la conosceva bene come lui. Doveva aver pianto ed era terrorizzata.

 

'Merlino, ho invitato sua maestá a cenare con noi… certo la nostra tavola è più che modesta, ma lui ci ha fatto l'onore di accettare'

 

'Certo e vi ringrazio molto, Hunith. Mi dispiace darvi questo incomodo. Speravo ci fosse una locanda al paese, perché ho una proposta da farti, Merlino. Nel frattempo manderò i ragazzi a Sorgen, dove so che c'è una locanda.'

 

Artù uscì per impartire  ordini ai suoi cavalieri.


Hunith corse da Merlino e gli parlò sussurrando:

'Che devo fare Merlino? Devo fare finta di non sapere della tua magia? O fingere di non sapere che lui ne è al corrente? Dio, mio. Se mi chiede qualcosa cosa devo dirgli?'

'Dovete stare tranquilla madre! Potete dirgli la veritá se dovesse farvi domande. Il re sa già tutto.'

 

Quando Artù rientrò Hunith annunciò che la cena era pronta.


'Hunith vi ringrazio per avermi invitato anche a dormire. Rimarrò qui solo stanotte per parlare con Merlino, poi domani raggiungerò i miei uomini a Sorgen.'

 

'Non lo sapevo! M- mi fa piacere, ma il mio letto non è molto comodo. È praticamente un giaciglio per terra.'

'Ricordo ancora l'altra volta che sono stato qui'

'È vero!... Non avete tenuto nessun cavaliere di scorta. Come mai?'

 

Approfittando di un momentaneo allontanamento di Hunith, Artù abbassò la voce.

'Tu sei un mago, Merlino! E sei in grado di proteggermi più di tutti loro. È quello che hai sempre fatto…'

'Vi fidate ancora di me?'

'Certo. Non ti ho mandato via perché ero arrabbiato, ma per proteggerti…'

'Mh…' fece Merlino con espressione scettica.

'D'accordo, ero anche arrabbiato con te. Non credi che ne avessi il diritto?'

'Sì, maestá. Per questo non vi ho mai contraddetto e ho fatto quel che mi avete richiesto, senza lamentarmi.'

'Già, senza lamentarti. Strano, vero?' sorrise Artù.

'E comunque mia madre sa tutto. Qui potete parlare con tono normale.'

'Ah… molto bene!' rispose Artù, a disagio per quello che Hunith poteva aver pensato di lui, quando aveva allontanato suo figlio da Camelot.

 

Artù era sempre lui. Un po' più vanitoso del solito, ma poteva anche trattarsi di una posa, perché forse si sentiva un po' impacciato per il fatto di essere piombato lì dopo quattro mesi, senza prima avvertire. Come se nulla fosse.

Per altri versi però era cambiato. Era un po' più freddo, più distaccato, con lui. Probabilmente la cosa non gli era ancora passata del tutto. Forse non gli sarebbe passata mai. Era impensabile che la loro amicizia fatta di devozione da un lato e cieca fiducia dall'altra potesse tornare come prima. Si trattava a tutti gli effetti di un tradimento. 

 

Peccato, però! 

Qualcosa si era incrinato per sempre tra lui e il re. E di questo Merlino aveva sofferto moltissimo in quei mesi, lontano da Camelot.

 

Dopo cena, Artù avrebbe voluto fare un giro per il paese per parlare liberamente con Merlino. Ma era il periodo più freddo dell'anno, il più buio.

Era cominciato anche a nevicare forte.

 

Per cui parlarono del più e del meno, in compagnia di Hunith, che stava il più lontana possibile da loro, per lasciargli un po' di intimità.

'Come sta Gaius?'

'Sta bene. Si lamenta di qualche nuovo acciacco, ma direi che è a posto, solo che tu…'

Il re si interruppe di colpo, ma Merlino sapeva che stava per dirgli 'solo che tu gli manchi'

Sorrise tristemente al ricordo del vecchio amico.

'Per me è lo stesso. Anch'io avrei voglia di vederlo. E Ginevra?'

'Ecco... Sono davvero cambiate molte cose in tua assenza' disse il re, turbato. 'L'ho ripudiata…'

'Voi l'avete ripudiata?' Merlino era sconvolto, non riusciva a capire.

'Ho dovuto farlo! Lei è scappata! Con Lancillotto!'

'Che cosa? Non ci credo! Non è possibile...'

'Invece sì! E li sto cercando…!'

'Volete che vostra moglie torni da voi?' chiese Merlino in maniera accorata e sinceramente addolorato per il re.

 

Artù sapeva che se gli avesse detto tutto, il ragazzo non l'avrebbe mai aiutato. La verità era che li stava cercando per catturarli, riportarli a Camelot e farli giustiziare. Entrambi! In genere era un re magnanimo, ma una regina fedifraga e il suo amante, anche non fosse stato il suo primo cavaliere, subivano indubitabilmente la condanna a morte. Senza contare il suo orgoglio ferito. E mentì a Merlino.

 

'Sì. Voglio parlare con lei. Ho bisogno di chiederle perché l'ha fatto …'

 

Merlino non aveva idea di cosa dire. Quando era andato via da Camelot, Ginevra era la regina e sembrava felice con Artù.

 

'Andiamo a dormire, Merlino. Sono stanco per il viaggio…'

'Allora buonanotte Artù…'

'Dove hai intenzione di andare?'

'Nel fienile!'

'Non pensarci neppure. Dormirai nella tua camera, accanto a me. L'abbiamo giá fatto e mi sembra di ricordare che ci fosse spazio sufficiente per due...'

'Grazie, ma sono abituato…'

'Ma non è estate. Nevica ed è un freddo cane! E poi volevo spiegarti il mio piano prima di dormire!'

'Ma io l'ho capito. Volete ritrovare Ginevra e Lancillotto. E pensate di aver bisogno di me.'

'E non dimenticare che stanotte ho bisogno di una guardia del corpo. Come potresti intervenire dal fienile, se ci fosse bisogno?'


_ _ _

 


Artù era giá sdraiato.

Merlino arrivò dal fienile, portando tre grosse balle di paglia.

Sbriciolò la prima formando una specie di materasso. Si mise sotto le coperte e aprì la seconda, posizionando la paglia sopra le coperte.

 

'Ma che fai!?' domandò Artù ridendo. 

'Ridete pure, ma vi assicuro che è l'unico modo per dormire al caldo'

'Quindi quella paglia sarebbe per me?'

'Esatto'

'Diciamo che preferisco dormire così. Forse dimentichi che ho passato tante notti all'addiaccio!'

'Non lo dimentico, perché spesso c'ero anch'io… ma mai in pieno inverno.'

'Non mi ridurrò a mangime per le mucche…'

'Vedo che certe cose non cambiano mai… siete il solito asino di sempre…  e poi, non lamentatevi con me se stanotte batterete i denti!'




 

'Merlin ci aiuterai? Verrai con noi?'

'Sapete dove sono?'

'Non esattamente! Ci hanno detto che un servo di re Cenred ha delle informazioni su dove potrebbero essere e stiamo andando lì…'

'Che fortuna! Proprio un servo di Cenred?'

'Sì. Al castello potrebbe esserci anche Morgause o addirittura Morgana. Capisci perché abbiamo bisogno di te?'

'Ma i vostri cavalieri non sono al corrente della mia magia, o sì?'

'No. E per quanto mi riguarda meno persone lo sanno e meglio è. Se ti vedranno, gli parlerò io. Ma noi proveremo a tenerglielo nascosto.'

'C'è un problema Artù! Lancillotto sa della mia magia…'

'Cosa? E da quando?'

'Fin da quando lo conobbi…'

'Fammi un po' capire… lui lo sa dai primi giorni e io l'ho scoperto dopo anni?' Artù si stava alterando.'

'Dovevamo sconfiggere un'orrenda creatura magica. Lui ha combattuto ma ho dovuto aiutarlo altrimenti, forse, sarebbe morto. Fu così che mi scoprì. Ma non l'ha mai detto a nessuno …'

'Temo che Ginevra ormai lo sappia e forse anche altri. Sei andato a fidarti della persona sbagliata...'

'Io non lo credo. Lancillotto ed io siamo stati grandi amici. Scusatemi ma … se ha tradito voi non vuol dire che abbia tradito anche me!'

'Io invece credo che un cavaliere, pur valoroso come Lancillotto, che tradisce il suo re, a maggior ragione può tradire un amico che lavora come servo per il re…'

'Non volevo farvi arrabbiare, Artù. Mi siete mancato, ora lo posso ammettere. Qua a Ealdor sto bene. Mi piace fare lavorare la terra, ma a Camelot ero più felice.'

'Piacerebbe anche a me. Se non avessi fatto il re, avrei fatto il contadino… È sempre stato il mio sogno…'

'A me non l'avete mai detto…'

'Hai ragione. Lo confessai solo a Ginevra … Mi piacerebbe vivere a Ealdor…'

'Se volete posso provare a scambiare i nostri corpi. Io farei il re di Camelot e voi qui a coltivare verdure…'

'Veramente preferirei che tu lavorassi con me … qualcuno dovrebbe fare i lavori più pesanti.'

Merlino scoppiò a ridere e Arthur si sentì felice all'udire quel suono che da tempo non sentiva più e che aveva sempre reso più lievi le sue giornate e il suo animo.



 
  
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