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Autore: susiguci    15/11/2022    4 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Explosion













 






Arthur stava ridendo. Forse come mai l'aveva visto fare prima. Aveva gli occhi lucidi e brillanti e le guance colorite. Si sistemava i capelli in continuazione con veloci gesti che tradivano un certo nervosismo, come un adolescente timido al primo appuntamento. 

 

Arthur era un uomo adulto e ben consapevole della propria avvenenza, ma in quel momento sembrava un altro. Merlin lo vedeva molto più simile a sé di quanto avesse mai pensato.

 

Aveva la gola chiusa da un nodo stretto e il respiro accelerato dall'ansia.

 

Elyan, perché neanche per un secondo aveva dubitato che non si trattasse di lui, sembrava addirittura entusiasta. 

 

A prima vista pareva più disinvolto del suo interlocutore, ma a guardarlo bene, si capiva quanto fosse rapito da Arthur. Non gli staccava gli occhi di dosso. 

Ogni tanto posava lo sguardo sulle braccia scoperte di Arthur e scendeva più volte a osservare il petto, coperto da un paio di strisce di cuoio e nient'altro.

 

Merlin fece per andare via. Gli sembrava di trovarsi in un gran brutto sogno. Magari lo fosse stato!

 

"Merlin!" Arthur lo prese per un avambraccio.

 

'No… Vattene via!'

 

"Merlin, vieni! Ti voglio presentare una persona…" Arthur gli si rivolse con un sorriso enorme. Solo che quel sorriso era per Elyan e non per lui.


'Lasciami in pace!'


Arthur, del tutto ignaro dei sentimenti di Merlin si rivolse a Elyan.

"Ti presento Merlin, un mio caro amico… Senza di lui sarei morto o, peggio, sarei finito in manicomio…"

"Piacere  di conoscerti, Elyan" disse Merlin offrendogli la mano con un sorriso tirato. Di più non poteva fare.

"Ehi, ma … come sai il mio nome?" sorrise Elyan, stringendogli la mano con calore.

'Oltre al danno… la beffa!' pensò Merlin.

Intervenne Arthur con fare misterioso: "Che non si sappia ma lui … è un mago!"

Merlin lo guardò stupito e Arthur gli strizzò l'occhio, mentre Elyan rideva.

 

Elyan era ancora più bello visto da vicino. Con i denti candidi e le labbra carnose tipiche degli uomini di colore. Con quei grandi occhi scuri e caldi. E con i lineamenti particolarmente fini. Aveva un fisico massiccio e un'aura estremamente virile.

 

Arthur mise una mano sulla spalla di Merlin. "Senti,...  io devo ancora cambiarmi, ma vorrei tanto che venissi a cena con noi … Se per una volta non mangiamo con Alined e gli altri non muore nessuno. Mi aspetti qui?"

 

Arthur sembrava che lo supplicasse con gli occhi. Non sorrideva più, anzi.

 

Merlin invece avrebbe solo voluto mettersi a fare a pugni con qualcuno e magari incenerirlo con un fulmine, anzi due … uno per ciascuno!

E invece …

"Sarebbe bello ma …"

"Ti prego…" insisteva Arthur.

"Purtroppo credo di avere la febbre. Pensavo di mettermi a letto, senza cenare, sai… Mi dispiace, Elyan"

"Non preoccuparti. Non è colpa tua se non stai bene!"

 

Arthur lo guardò con una grande delusione dipinta sul viso. Merlin capì che Arthur non se l'era bevuta. 

 

Fatti suoi!

 

Arthur non si arrese. "Allora mettiti a letto, ma se più tardi ti senti meglio, vieni a bere qualcosa con noi. Vedrai che rimarremo a tavola fino a tardi. Abbiamo tante cose da raccontarci. Promettimi che ci raggiungerai…"

"D'accordo. Farò il possibile!"


Merlin era sul carro e si sentiva rodere dentro da un misto di rabbia, gelosia e disperazione.

 

Non ce l'aveva tanto con quel ragazzo, che sembrava anche una persona carina, ma con quella situazione, con quello che Elyan aveva rappresentato per Arthur e che da quanto aveva potuto notare, rappresentava ancora. Però, ripensandoci, ce l'aveva anche con Elyan.

 

Arthur non sembrava neanche arrabbiato, per il fatto che il suo vecchio amore non l'avesse più cercato da allora. D'altronde era partito con il circo e difficilmente avrebbe potuto essere rintracciato. 

Era una strana coincidenza!

Certo non più strana del fatto che lui si era ritrovato Will a lavorare nel suo stesso circo.

 

Ricordò la faccia di Arthur, delusa perché non era andato con loro. Perché aveva insistito tanto? 

Avrebbe dovuto stare lì a reggergli il moccolo, per quale insano motivo? Forse Arthur voleva sbattergli sotto il naso che avrebbe potuto avere chi voleva, dopo il suo rifiuto? E chi poteva mettere in dubbio una cosa così palese.

 

Avrebbe preferito passare la serata in compagnia di Alined, piuttosto che con loro.

 

Avrebbe preferito passarla forse persino con Mordred, che era tutto dire.

 

Era lì già da qualche ora. Il sonno non voleva saperne di arrivare. Avrebbe voluto bere per annebbiare la mente e non pensare. Ma c'erano anche gli altri due alla locanda. 

Gli venne in mente che sarebbe davvero potuto andare da loro. Si sarebbe ubriacato e al contempo gli avrebbe rovinato la tresca, almeno per un po'.

Ma aveva paura. Paura di vederli flirtare come li aveva già visti fare, poco prima. E non voleva ricominciare a bere. Per Mordred si era dato all'alcool e smettere era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto.

 

La magia non poteva aiutarlo purtroppo. 

 

Scoppiò in lacrime, disperato.

"Merlin! Dio mio! Cos'hai?"

Leon era entrato con la lanterna accesa e preoccupato si sedette accanto a lui.

"Ho rovinato tutto!" 

"Perché? Cos'è successo?"

"Io rovino sempre tutto! È giusto così! Io me lo merito!"

"Dimmi cos'è che hai rovinato?"

"Non posso dirtelo…"

"Va bene! Ma ora calmati. Si aggiusterà tutto, vedrai… col tempo!"

"Voglio morire … fatemi morire!"

Leon si avvicinò a Merlin, facendogli posare la testa sul suo grembo. 

Gli accarezzava le spalle e i capelli, per provare a consolarlo di quel suo dolore.

"Puoi piangere Merlin! Butta fuori tutto il dolore. Io non ti lascio."

Merlin non riusciva a esprimergli la gratitudine che provava in quel momento. Normalmente si sarebbe vergognato da morire e invece con Leon riuscì a lasciarsi andare perché era un amico, discreto e dall'animo gentile.

 

Dopo aver finito tutte le sue lacrime, Merlin si addormentò sfinito e Leon sollevato si coricò.

 

Poco prima dell'alba Merlin si svegliò con un mal di testa atroce. D'istinto buttò una mano sul giaciglio di Arthur. Non c'era. E le coperte erano intatte. Non era tornato. 

 

Pianse ancora, soffocando i singhiozzi nel cuscino per non svegliare Leon che aveva fatto tanto la sera prima per vegliarlo.

 

Rimase sdraiato alternando il pianto al pensare.

Non voleva prendere decisioni affrettate, perché sapeva di non essere del tutto lucido ma doveva cominciare a pensare a cosa avrebbe fatto. L'idea principale era quella di lasciare il circo a breve. 

 

Poteva scappare senza dir niente a nessuno come avevano fatto Lance e Gwen.

 

Gwen! Ora riusciva a capirla molto meglio.

 

Arthur lasciava dietro di sé una scia di cuori infranti tra cui il suo.

 

Continuava a tornargli in testa quell'idea terribile, quella che lo afferrava alla gola fino a cavargli il respiro e che non gli dava pace.

'Se ieri avessi ceduto ai tentativi di Arthur, adesso ci sarei io tra le sue braccia invece di Elyan.'

E quindi non poteva prendersela con Arthur o Elyan ma solo con se stesso.

Le occasioni nella vita andavano colte al volo e non rifiutate a prescindere, solo per paura di stare male, se le cose non fossero andate per il verso giusto.

 

Decise però di fare sua un'altra teoria, che paradossalmente lo faceva stare un po’ meglio.

'Ho fatto più che bene a rifiutare Arthur ieri altrimenti mi sarei ritrovato tradito dopo poche ore.' 

Non poteva accollarsi la responsabilità di quel che Arthur aveva deciso di fare. 

Si trattava di Elyan, non di uno qualunque. Il primo, anzi no, l'unico amore di Arthur: avrebbe scelto di stare con l'altro in ogni caso.

 

Avrebbe dovuto mettere in conto che Arthur sarebbe anche potuto andare via con Elyan.

 

In quel caso gli avrebbe augurato buona fortuna, poi sarebbe andato avanti con la sua vita, soffrendo come un cane. Dopo un paio d'anni avrebbe incontrato un nuovo amore, una donna o un uomo, che in poco tempo gli avrebbe inesorabilmente spezzato il cuore. Oppure sarebbe diventato più simile ad Arthur: avrebbe imparato a sedurre e a farsi abbandonare in tempi da record. O ancora, come Alined, a una certa età avrebbe violato bellissimi giovani con la magia.

 

Dio, stava letteralmente impazzendo. Quel dolore lo stava facendo delirare.

 

L'unico modo che conosceva per andare avanti fino a che non avesse deciso cosa fare, era quello di fare finta di niente, fingere di non sapere, fare l'ingenuo, che in fondo era quello che era.

 

Chissà il circo che fine avrebbe fatto! Se Arthur fosse andato via, forse Alined sarebbe rimasto e a lui sarebbe toccato andarsene in ogni modo. 




 

******




 

Arthur non si era fatto vivo a colazione. Meglio così. Merlin bevve solo un tè con il latte. Il cibo solido gli faceva venire la nausea solo a guardarlo. 

Will era seduto vicino a lui. "Scusami Merlin, ma stamattina hai l'aria di un morto vivente" "Lascia stare per favore! Dimmi piuttosto: cosa pensi del tuo primo spettacolo?"

"È stato … grandioso! Un'esperienza incredibile. E Sefa è anche più felice di me."

 

"Bene. Siete stati molto bravi. Mi è piaciuto soprattutto il fatto che foste molto naturali."

"In realtà io tremavo come una foglia. Ma mi fa piacere che non si sia capito. Il tuo personaggio, Miss Blond, è quanto di più comico abbia mai visto. Sei bravissimo! Ma non sapevo che avresti dovuto baciare Arthur in scena."

 

"Fu Alined a proporlo. Ebbe successo e abbiamo continuato." 

 

"Non ti fa piacere?"

"Non proprio. Ho avuto un sacco di problemi a causa di quei baci…"

"Ti va di dirmi cosa c'è che non va? Sono il tuo amico, psicologo, consigliere, factotum! Usami!"

"Non ne ho voglia, ma grazie!"

"Il ragazzo di colore! Li abbiamo visti cenare insieme…"

"Stavano insieme una volta … Arthur non ha dormito nel carro!"

 

Will tacque a lungo, pensieroso e preoccupato.

"Non te ne andrai, spero…"

"Non lo so ... davvero non lo so!"




 

******




 

"Il tuo ragazzo è molto carino." 

 

Arthur sentì le guance andare a fuoco.

"Chi è là?"

 

"Calmati, sono io!"

 

Arthur si ritrovò di fronte l'amico, come piombato dal cielo con un salto acrobatico, davanti a lui.

 

"Gwaine? Cosa stavi facendo? Mi spiavi per caso?"

"Davvero non sai che ogni mattina vengo qui sul mio melo a mangiare i miei frutti preferiti? Da due settimane ormai…"

 

Maledizione! Non ci aveva proprio pensato. Era sicuro che non ci fosse nessuno in giro.

 

"Una gran scena da teatro. Una lacrima, un abbraccio e un bacio caldo e passionale. Una carrozza che parte. Sarà un addio o un arrivederci?"

"Perché non ti fai gli affari tuoi?" lo aggredì Arthur.

Gwaine si strinse nelle spalle.

"Me ne vado, ma sappi che non ero il solo ad assistere…"

"Che stai dicendo?"

"Merlin era qui, proprio dietro quest'albero e ha visto tutto!"

Arthur spalancò gli occhi. 

"Mi prendi in giro?"

"No. Purtroppo per lui…"

"E dov'è andato?"

"Verso i carri, credo!"

 



 

******




 

Arthur stava per salire sul proprio carro, quando vide George che ne stava uscendo, con aria ansiosa.

"Ehi, George! È dentro Merlin?"

"No, sono salito per parlare con lui ma non c'è…"

"Ah!... Avevi bisogno?"

"Alined mi ha chiesto di andarmene via con lui!"

"Hai giá deciso?"

"No. Volevo prima parlare con Merlin…"



 




 

Forse sapeva dove trovarlo. Lungo fiume, vecchia capanna.

Quando si ritrovò lì, Merlin non si vedeva. Si aggirò nei dintorni, cercando di fare più piano possibile. 

Sicuramente Merlin non moriva dalla voglia di vederlo. Era il tipo che sentendolo arrivare, avrebbe potuto nascondersi. 

E infatti eccolo lì. Celato alla vista da un paio di alti cespugli, seduto vicino alla riva con la testa tra le gambe, giocherellava con la ghiaia sotto di sé. Ogni tanto tirava su con il naso e con una mano si asciugava il viso.

Piangeva.

Per causa sua.

E si sentì un mostro.

 

Pensò di andarsene, ma non se la sentiva di lasciarlo solo in quello stato. Ma capì che era una scusa. Lui voleva stare lì.

 

Si sedette a una certa distanza da Merlin, per non metterlo a disagio, dall'altra parte dei cespugli, appena visibile.

 

"Ciao Merlin. Ti è passata la febbre?"

 

Merlin trasalì con gli occhi sbarrati e poi si guardò intorno incrociando l'altro sguardo attraverso le foglie della barriera verde che li separava.

Arthur ci rimase malissimo. 

Merlin aveva gli occhi arrossati e gonfi. Aveva il viso attraversato da strisce di fango, dovuto alla terra mischiata alle lacrime e Arthur provò una fitta di rimorso.

 

Merlin si sporse nel fiume lavandosi faccia e mani, senza asciugarsi.

Si alzò in piedi e uscì da dietro i cespugli.

"Non sono ancora in forma, ma il peggio è passato" disse con voce monocorde.

 

"Allora ti chiedo scusa…"

Arthur si alzò a sua volta per andargli incontro in mezzo al sentiero.

"...perché ho pensato che fosse una bugia per non stare con me, ieri sera, cioè con noi."

 

"Se sapessi come sono stato, non avresti avuto dubbi."

 

"Mi dispiace. Forse stanotte avevi bisogno di me e non c'ero"

"Non preoccuparti. È vero, sono stato male, ma mi ha aiutato Leon. Poveretto! È stato … eroico." 

Arthur era veramente furioso con sé stesso.

"Maledizione! Per una volta che avrei dovuto esserci… tu ci sei sempre stato per me."

 

"Non è una gara! Però … sono venuto qui per stare un po' per conto mio... Ho bisogno di pensare e … di stare tranquillo, capisci?" Merlin si guardava intorno ed evitava i suoi occhi.

"D'accordo. Ma prima lascia che ti chieda una cosa."

Merlin tacque.

"Gwaine mi ha detto che mi hai visto salutare Elyan ..."

Merlin lo guardò per un attimo solo e continuò a tacere.

"Ci siamo detti addio! Per sempre! È per questo che ci siamo … baciati. Solo per questo!"

"Non mi interessa, Arthur. Tu sei libero di fare ciò che vuoi! Non devi giustificarti con me. Noi non stiamo insieme…" disse Merlin fingendo disinteresse.

 

"Lo so. Ma desidero spiegarti ugualmente"

"Ti ascolto, ma sbrigati" 

Merlin si incamminò lentamente verso la zona dove c’era la vecchia capanna di legno. Era più facile per lui parlare camminando, così aveva una scusa per non doverlo guardare. Arthur lo seguì, affiancandolo. 

"Che cosa triste! Ieri tu avevi bisogno di me e io di te, invece …"

 

"Perché avevi bisogno di me? Non amo fare da terzo incomodo. Si tratta di Elyan… e lui non è un qualsiasi altro ragazzo…"

"Come fai a non capire? Se tu fossi venuto…"

"…Non avresti passato la notte con lui?" 

 

Arthur sgranò gli occhi. E sembrò andare in panico. Tirò i capelli indietro con entrambe le mani e poi tenne a lungo una mano sugli occhi.

 

"Elyan non è Alined." aggiunse Merlin. "Non credo ti abbia costretto a fare qualcosa che non volevi."

 

Arthur parlò ad alta voce. Voleva giustificarsi. Voleva che l'altro capisse. "Mi ha chiesto di andare via con lui! Mi ha detto che pensava di lasciare sua moglie per poter vivere con me! Non ha mai smesso di cercarmi…"

"E allora perché non l'hai seguito?!" Anche Merlin non riusciva più a controllarsi e aveva alzato il tono senza accorgersene.

"Per te!"

"Hai fatto malissimo allora! Ieri sono stato più che chiaro e credevo avessi capito…"

"Tu hai solo paura e non hai fiducia in me…"

Merlin quasi rise: "Puoi darmi torto?"

"Se tu fossi stato lì con me non sarebbe successo…"

 

"Cosa sei un bambino che ha bisogno della balia? A me sembrava che tu te la stessi cavando magnificamente anche da solo. Non sei in grado di dire di no, se non vuoi? Io non credo proprio…" disse Merlin alterato.

 

"Tu non capisci. Lui è stato la mia prima storia importante, il mio primo amore…"

 

"L'unico e il solo, lo so bene." Merlin aveva accelerato il passo.

"Non è vero! Ora ci sei tu!" gli urlò l'altro da dietro.

Merlin si fermò e si girò:

"Ma questo non è servito a fermarti!"

 

"Ero ubriaco … molto ubriaco. E tu mi avevi rifiutato … "

"Tutte scuse. E comunque ti sei arreso in fretta…"

 

"Cosa avrei dovuto fare di più? Avrei forse dovuto fare come Alined? Io non ho un medaglione magico  posseduto dallo spirito oscuro di un mio ex amante, per farti fare quello che voglio."

 

Merlin aprì la bocca, scandalizzato: "Perché? L'avresti usato contro di me come ha fatto lui con te? Dopo quello che ti ha fatto passare?"

 

"E tu sei sicuro di non aver fatto lo stesso con me …?"

 

Merlin rimase immobile. Doveva aver frainteso.

"Cosa?"

 

"Un … incantesimo …"

disse guardandolo negli occhi "Un incantesimo per farmi innamorare di te…" continuò Arthur.

Merlin scosse la testa sconfortato.

 

 "No. Ma puoi credere quello che vuoi…"

"Non è possibile che ci sia un oggetto magico come quel medaglione maledetto, che senza che tu lo sapessi, abbia agito su di me, come è successo su per giù con Alined?"

 

"Io sono un mago e non ho bisogno di oggetti mediatori. Non per questo. E comunque non lo farei mai!"

"D'accordo allora. Se non mi hai stregato con la magia, l'hai fatto lo stesso, con la tua dolcezza e la tua bellezza…"

 

"Dio, Arthur!" 

 

Voleva solo che Arthur se ne andasse. Lui e le sue stupide smancerie avevano ancora il potere di confonderlo. Per questo lo odiò ancora di più e parlò per ferire. "Adesso ho capito la tua insistenza. Ho sbagliato a pensare che tu volessi stare da solo con lui. Tu volevi stare con tutti e due ... un grande scambio reciproco d'amore, come qualcun altro di mia conoscenza…"

 

L'espressione di Arthur si fece cupa e minacciosa. "Non è vero …"

"Si vede che è il mio destino. Io da solo non basto mai. A nessuno." Merlin sorrideva amaro.

 

Arthur gli si avvicinò. "Io non sono Mordred…" 

 

Ma Merlin non lo ascoltava più. Sapeva che stava oltrepassando i limiti, ma ormai non riusciva a fermarsi. Nemmeno gli importava. Era quasi consolatorio buttare fuori tutta la tensione e il dolore, assieme alla voce. Il suo proposito di fare finta di niente era durato due minuti al massimo. "Devo essere un amante da poco se gli uomini mi vogliono solo se in compagnia di una terza persona. Non è colpa tua se m'innamoro solo di uomini così… esigenti. Ma in fondo penso sia anche comodo: puoi confrontare, direttamente con mano, e quindi scegliere quale dei due amanti sia in grado di procurarti più piacere! Ma temo che con Elyan, il paragone non sarebbe stato a mio favore. E solo tu puoi confermarmi se è vero o no, quello che si dice degli uomini di colore…"

 

"Basta!" lo interruppe Arthur colpendolo sul viso con il palmo della mano, per poi pentirsene immediatamente. 

 

"Dio!... Scusa Merlin,… ma non puoi parlarmi così …"

 

Con la mano sulla guancia, il ragazzo gli diede le spalle e si allontanò a passo spedito.

 

L’altro gli fu subito dietro. 

"Ti ho chiesto scusa! Aspetta!"

 

Il primo cominciò a correre e il secondo gli corse dietro.

"Fermati! Mi dispiace!"

 

Durante la corsa sempre più sfrenata, Arthur lo raggiunse e lo afferrò per la camicia sulla schiena, per fermarlo. Merlin cadde a terra e Arthur inciampò su di lui, cadendo a sua volta e rotolando nella polvere. 

 

Arthur si drizzò subito in piedi e gli andò incontro. L’altro che era ancora a terra, si girò a pancia in su e sporse il braccio in avanti verso Arthur, con gli occhi illuminati. Il giovane biondo fu scagliato in alto e all'indietro, ricadendo a terra di schiena con uno schianto.

 

Merlin in un secondo fu sopra di lui, con la mano aperta vicino al volto di Arthur. Sembrava in procinto di formulare una nuovo incantesimo.

"No, ti prego, Merlin! No!" urlava l'altro impaurito.

 

Merlin abbassò la mano e lo guardò: "Tu mi hai tradito!" soffiò come un gatto inferocito.

 

"No! ... Io volevo te. Lui è stato solo un… ripiego* "

 

"Non importa. Non cambia niente. Io non potrò mai perdonarti!"

 

"Ho sbagliato. Non volevo ferirti. Mi sono illuso che mi avrebbe dato conforto. Ma sono stato solo peggio." 

Con i capelli sporchi di polvere e gli occhi semichiusi a causa del sole, Arthur era sempre bellissimo. E questo acuì la rabbia di Merlin ancora di più.

 

"Tu puoi perdonarmi, se vuoi!" continuò Arthur con voce rotta dal pianto.

"No, mi conosci e sai che non posso" rispose freddamente.

"Se tu mi amassi, riusciresti a farlo… "

"Io ti guardo e vedo solo te e lui insieme. Hai distrutto tutto, ancora prima che nascesse…"

"Mi hai detto di no, di no e poi ancora di no" gridava.

"Un giorno, Arthur ... non mi hai lasciato neanche un giorno per decidere…" mormorò con rabbia.

"Non è vero… Tu lo sapevi da prima … Sai da quanto avrei voluto farlo! Ma non era mai il momento giusto: c'era sempre Alined… Quando ieri ho sentito di essere finalmente libero, non sono riuscito a trattenermi!" 

 

"E così ti sei vendicato del mio rifiuto! Sei felice?"

"No" urlò forte Arthur.

Merlin prese l'altro per il bavero della camicia alzandogli la testa dal suolo, strattonandolo.

Arthur vide la maschera di sofferenza sul viso del mago e sentì rompersi qualcosa al suo interno.

 

Merlin gridò: "Tu mi fai schifo! Io ti odio!" Poi si chinò su Arthur e lo baciò, rabbiosamente, disperatamente, affondando la lingua nella sua bocca quasi fosse un pugnale per ferirlo.

Dopo un primo momento di stupore, Arthur portò un braccio ad avvolgergli la nuca e l'altro braccio a cingergli forte la schiena, e ricambiò quel doloroso bacio.

Merlin si staccò da lui, si rialzò in fretta e lo tirò su per un braccio, poi lo spinse verso la parete della capanna, si appoggiò a lui e lo baciò ancora, con calore e aggressività, tirandogli i capelli con le mani per tenergli ferma la testa contro il legno.

 

Arthur sapeva che una parola o un gesto qualsiasi avrebbero potuto compromettere quel momento. Si sarebbe limitato a fare ciò che Merlin voleva da lui, per non farlo scappare, senza prendere iniziative proprie e lasciandosi manovrare dall'altro. Come un burattino. Come con Alined, solo che stavolta lo voleva.

 

Merlin provò ad aprire la porta malandata della capanna, ma non ci riuscì. Con un gesto magico e una formula antica sulle labbra, la porta si spalancò da sola. Merlin spinse Arthur per la schiena facendolo entrare nella capanna e sbatté la porta per richiuderla.

Quel posto era pieno di mobili disfatti, di polvere e di ragnatele. Ma a nessuno dei due importava. 

Merlin sostava dietro di lui. Slacciò in fretta la camicia di Arthur, sfilandogliela dalle braccia poi si tolse la sua con furia.

Aveva tanto l'aria di essere una vendetta. Merlin non era del tutto lucido e Arthur lo sapeva. Ciò nonostante gli andava bene così. Non era certo come si sarebbe aspettato la prima volta insieme a lui, eppure era Merlin. Stravolto, furioso, ma sempre lui.

Merlin calò in un unico gesto i pantaloni e i mutandoni di Arthur.

Lo abbracciò da dietro, accarezzandogli ruvidamente il petto. Ora sembrava essere un po' più calmo e Arthur gli accarezzò le mani con le sue, facendo intrecciare le loro dita. Poi girò il capo verso Merlin per avere nuovi baci, che l’altro gli concesse con tenera passione. Ad Arthur venne quasi da piangere tanto erano il suo sollievo e il desiderio che provava per Merlin. Lo guardò da vicino e gli scappò dalle labbra un "Ti amo!" sussurrato con la bocca ancora sulle sue labbra. 

Le mani di Merlin scesero a incontrare la pelle dell'addome e del sesso di Arthur, che emise un forte gemito.

 

Merlin affondò il viso nell'incavo tra collo e spalle dell’uomo tanto desiderato e inspirò a fondo: voleva inebriarsi con il suo profumo ma all'improvviso si bloccò. 

"Hai odore di sesso** … io … non ce la faccio" mormorò sconfitto.

 

Merlin uscì dalla capanna, senza nemmeno portarsi dietro la camicia e si diresse più in alto, verso le colline, lasciando Arthur nudo e umiliato a rivestirsi mestamente.


La prima cosa che fece Arthur fu quella di fare un bagno nell'acqua gelida del fiume lavandosi anche la testa quasi con disperazione. Una volta finito e parzialmente asciugato si sentiva ancora sporco. Con tutto quello che era successo, non aveva avuto tempo per lavarsi quel giorno e nemmeno il tempo per pensare di farlo. Poi s'incamminò per tornare indietro verso l'avamposto dei carri. 

Era a pezzi. Vuoto, era la parola giusta.

L'aveva perso un'altra volta. E stavolta sentiva che era l'ultima. Anche perché lui non l'avrebbe più cercato. Aveva ingoiato il suo orgoglio, per Merlin, ma non era bastato. Non gliene faceva una colpa. Aveva fatto tutto da solo. Si maledì per essere stato così superficiale ed egoista: sia con Merlin che con Elyan. Quest'errore l'avrebbe pagato a caro prezzo. Lo stava già pagando.

Per un attimo fu in pensiero per lui. Stupidamente pensò che si sarebbe preso freddo, senza camicia, visto che non stava neanche bene. Ma lui era un mago. 

Gli faceva ancora male la schiena per quel volo che gli aveva fatto fare con la magia.

 

A metà strada, in mezzo agli alberi di un piccolo bosco, intravide in lontananza due persone che gli venivano incontro. Erano George e Alined.

Quando lo raggiunsero il capo cominciò: "Ti cercavo Arthur. George ha deciso di rimanere con il circo e voleva sapere se per te poteva andare"

"Mi fa piacere che tu rimanga, George. Sei prezioso per il circo, lo sai."

"Grazie, Arthur" disse George con un sorriso "ma volevo parlare anche con Merlin…"

"Vai pure George, lo farai dopo… io devo ancora chiarire parecchie cose con Arthur!" disse Alined con gentilezza.

George sembrava confuso ma dopo un attimo di tentennamento, se ne andò lentamente, girandosi più volte a guardarli.

 

Arthur si sentì a disagio, a stare da solo con Alined.

"Cosa volete sapere?"

"Volevo sapere se posso portarmi dietro alcune cose o se preferisci che le lasci per il circo… ma prima, volevo metterti al corrente di una cosa che non sai. Io non volevo il tuo male. Non che cambi molto, ma … non ho usato la magia su di te solo a tuo sfavore … Ricordi che ti occupasti di me quando avevo la sifilide?"

"Sì"

"Non sai quanto l'ho apprezzato, quella sera, e volevo fare qualcosa in cambio per te." 

 

Dove voleva arrivare Alined con quel discorso? Arthur non voleva stare lì. Era già abbastanza a terra per conto suo.

 

"Quando ti abbracciai … ti coprii gli occhi e le orecchie per poter formulare un incanto, senza che tu te ne avvedessi…"

"E quale?"

"Non potevo curare me stesso, ma potevo impedire a te di ammalarti!"

"Allora ... per quello, vi dirò grazie. Ma avete ragione: questo non cambia le cose" rispose Arthur freddo.

"Quella sera speravo quasi che te ne fossi accorto… sono stato sul punto di dirti della mia magia …"

"Mentre io speravo che qualcuno mi liberasse dalla mia follia …" lo fissò Arthur con estrema durezza.

Alined sembrò quasi offeso dalle parole del giovane e cambiò argomento. Arthur capì che il vecchio non era per nulla pentito delle sue azioni.

"Non vedo Merlin …" disse il capo.

"Lui … è ancora su"

"Bene …"

Il vecchio cominciò a slacciarsi la camicia con noncuranza. "Fa un caldo terribile, oggi!"

 

Quando Arthur lo guardò, rabbrividì di terrore, vedendo il ciondolo di quel medaglione appoggiato sul petto del vecchio.

 

'Dio, no!' 

 

"Ho bisogno di parlare con Merlin, Arthur. Ma se dici che tarderà, potremmo aspettarlo qui insieme … a meno che tu non preferisca tornare al nostro carro, per ricordare con me i bei momenti passati insieme. Tu cosa dici?"

















 

*Frase tratta dalla serie TV “Buffy, l'ammazza-vampiri." La frase originale è "Tu sei solo un … ripiego” detta da Buffy a Spike.

**L'idea è ispirata a un passo del libro "L'insostenibile leggerezza dell'essere " di Milan Kundera.


Ciao a tutte/i,
grazie a chi è arrivato fino a qui. Come avrete notato non sono riuscita a descrivere nulla della notte tra Arthur ed Elyan. Nemmeno l'ultimo bacio, che invece avevo in preventivo di scrivere. Come anche il discorso tra i due che parlano di Merlin. O la proposta di Elyan ad Arthur. Per Arthur e Gwen fu lo stesso. Con Alined ero riuscita a spingermi abbastanza avanti. Sembra strano. Ma è il coinvolgimento emotivo di Arthur che è diverso e in questi casi i tasti del PC si rifiutano di collaborare. L'idea di Arthur e Elyan insieme mi è venuta guardando il finale della drammatica puntata 4x10 di Merlin.Il prossimo capitolo credo proprio che sia l'ultimo. Un abbraccio!

 
   
 
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