Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer47    16/11/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HUNTER'S LEGACIES
Capitolo 21.



Canticchiò le parole della canzone che la sua preziosa auto avesse iniziato a diffondere nell'abitacolo, mentre la pioggia ed il buio della strada illuminata unicamente dai suoi fari e da quelle delle altre macchine fossero le sue uniche compagne di viaggio di quella notte. Spostò lo sguardo sul suo fratellino, che dormisse malamente sul sedile del passeggero accanto a sé, e Dean accennò un piccolo sorriso nel vedere quell'omone grande e grosso tutto rannicchiato su se stesso, che si sarebbe svegliato con un gran mal di schiena. 
Dean aveva seguito il consiglio di Abby e aveva chiamato Sam dopo aver passato la notte con lei fra le sue braccia, che gli disse che avesse solamente bisogno di rimettere le cose a posto con il suo fratellino per stare meglio: in fondo era proprio così, erano sempre stati loro due contro il mondo e adesso che Sam aveva iniziato il cammino della redenzione non lo avrebbe lasciato da solo. 
Dean aveva incontrato Sam in una tavola calda e avevano iniziato a discutere su tutti i loro problemi e sul modo errato in cui li avessero affrontati, chiarendo in principio che se suo fratello avesse davvero voluto tornare insieme a lui avrebbero dovuto lasciarsi tutte le azioni negative alle spalle per ricominciare da capo: Ruby, la sua dipendenza dal sangue, ciò che fosse successo con Abby. 
Dean pronunciò in maniera molto difficile quelle tre parole, io ti perdono, che fecero spuntare un grosso sorriso sul volto di Sam, dicendogli chiaramente che avesse intenzione di ripartire. Insieme. Uniti come sempre contro tutti quei figli di puttana di demoni, angeli e arcangeli che avrebbero voluto fare un giro nella sua pelle. 
Avevano iniziato a cacciare nuovamente insieme, ma a Dean veniva troppo difficile e pesante non guardare Sam con l'aria preoccupata ogni qualvolta lo vedesse avvicinarsi ad un demone con il coltello curdo, perché per quanto si sforzasse la paura che Sam ci ricascasse era sempre latente dentro di lui. 
Scosse la testa e sospirò, tornando a guardare la strada davanti a sé ed accennando una sorta di sorriso verso la strada, perché si sentiva nuovamente completo e carico di energia per punire gli stronzi che avevano deciso di distruggere il pianeta sbagliato. 
Ma nonostante tutto Dean continuava a sentirsi un uomo a metà, con ancora una grossa voragine nel petto che divorasse ogni piccola possibilità di felicità, perché sentiva ancora la terribile mancanza di qualcuno nella sua vita. 
Il telefono squillò nella sua tasca e lo fece quasi sobbalzare, afferrandolo in modo maldestro dalla tasca della sua giacca facendo sbandare leggermente l'auto, guadagnandosi un colpo di clacson da parte dell'autista della corsia opposta, che Dean mandò al diavolo con un'imprecazione molto colorita proprio mentre rispondeva al telefono. 
Dean sentí la ragazza all'altro capo del telefono ridacchiare di gusto non appena lo mise all'orecchio, avendo appena udito la sua espressione colorita verso il conducente della macchina che gli fosse appena passata accanto. "Anche io sono felice di sentirti". 
"Scusa, non volevo che lo sentissi". 
Dean sorrise di gusto e sospirò, sentendo il cuore che iniziasse nuovamente a battere veloce solamente con il suono della sua voce, ed ebbe paura dentro di sé che ci stesse ricascando e che si stesse legando nuovamente ad Abby in quella maniera che gli faceva venire le farfalle nello stomaco e lo facesse sorridere a dismisura senza neanche riuscire a controllarsi. Che lo facesse sentire completo ed a casa. 
"Ci sono abituata, vivo da due settimane a stretto contatto con Bobby: non c'è alcuna espressione che mi sconvolga". 
Abby ridacchiò ancora e Dean perse qualche battito, ritrovandosi a pensare che quelle due settimane in giro per il paese senza poterla vedere fossero sufficienti: per questo stava guidando a tutta velocità verso Sioux Falls dopo aver collezionato ben due ore di sonno  solamente per farle una sorpresa e per portarle dal Wisconsin quelle ciambelle glassate che le piacevano tanto. 
"Come sta andando la ricerca?". 
"Mmh Bobby ha finito tutto l'alcol ed è uscito a fare rifornimento, perché da sobrio non riesce proprio a guardare quel libro". 
Dean la sentí bere qualche sorso di qualcosa, probabilmente di birra dato che riconobbe il suono della bottiglia che urtasse il tavolo della cucina, ed avvertí anche la stanchezza nella sua voce, pensando che lei e Bobby stessero facendo una full immersion in qualcosa che non riuscissero neanche a capire solamente perché un angelo le fosse apparso in sogno chiedendole di farlo. "Beh se era così importante, la tua amica Anael avrebbe potuto darti un manuale per tradurlo". 
"Dean.."
"Dico solo che se è davvero importante e questo angelo veglia su di te, potrebbe almeno degnarsi di darti una mano".
Abby sbuffò sonoramente e rise di gusto, probabilmente come reazione alla stanchezza, e Dean la sentí far scoccare la lingua nella sua bocca, segno che avesse qualcosa da chiedere ma che non volesse risultare un peso, così sorrise e l'anticipò. "Vuoi che venga a darti una mano?". 
"Speravo che me lo chiedessi". 
Dean si ritrovò a sorridere, ma non voleva che Sam potesse svegliarsi ed udire quella conversazione, o che Abby potesse avvertire la felicità nella sua voce, così si schiarí la voce e sospirò limitandosi ad essere molto vago. "Non lo so ragazzina: io e Sam abbiamo appena concluso un caso e andremo in motel a riposare almeno fino a domani mattina, quindi non penso che..". 
"Oh, non preoccuparti. Io e Bobby ce la sbrigheremo da soli. Ti lascio raggiungere il tuo motel allora, buonanotte Dean". 
Sentí la delusione nella sua voce e quasi si pentí di non averle detto la verità, ma nulla avrebbe ripagato il sorriso sul suo volto e la sorpresa di averlo lì; così spinse il piede sull'acceleratore ancora più a fondo dato che mancava solamente l'ultima ora di viaggio e sarebbe stato da lei. 
 
 
 
La luce accesa nel buio della notte gli permisero di vedere all'interno del soggiorno di Bobby, dove lui ed il fratello salutarono il cacciatore più anziano seduto alla scrivania e videro Abby rannicchiata sul divano con ancora un libro aperto fra le mani. 
Dean sorrise ed istintivamente si chinò su di lei per sollevarla con delicatezza, permettendole di rannicchiarsi sul suo petto; la sentí muoversi scomoda, ma non svegliarsi contro il suo petto e la strinse forte mentre si dirigeva nella camera da letto al piano di sopra. 
Aprí la porta con un calcio e producendo un forte tonfo, entrando nella stanza a tentoni ed al buio, sforzandosi di tenere in equilibrio Abby che avesse deciso di iniziare a muoversi nel sonno proprio in quel momento.
La stese sul letto ed afferrò una pesante coperta dall'armadio per stenderla sulla ragazza e scaldarla, e presto Dean la vide tornare a rannicchiarsi su se stessa sotto le coperte; Dean sorrise e le baciò in fretta la fronte, togliendosi la giacca e mettendogliela addosso per farla sentire più al sicuro e più al caldo. 
Uscì silenziosamente dalla stanza e scese al piano di sotto sorridendo, trovando però Bobby e Sam con aria piuttosto seria sul viso, tanto da far scemare l'espressione sul suo viso. 
"Che c'è adesso?". 
Notò il loro volto serio e tirato, e presto Dean scorse l'angelo in trenchcoat avvicinarsi nella sua direzione con la stessa maschera di austerità degli altri due uomini e sospirò. "Ho trovato la Colt". 

 
Prese un lungo sorso di birra e guardò per un momento parte della sua famiglia riunita nel salotto di Bobby, tutti intenti a scacciare il pensiero la missione che avrebbero dovuto compiere tutti insieme l'indomani. Abby non aveva la più pallida idea di ciò che sarebbe successo o se qualcuno di loro sarebbe riuscito a sopravvivere al faccia al faccia con il diavolo. 
Avevano recuperato la Colt da un demone di nome Crowley, il re degli incroci, che l'aveva ceduta loro ordinandogli di non fallire nel sparare in testa a Lucifer, altrimenti sarebbero stati tutti morti e lui sarebbe stato il primo ricercato che satana avrebbe distrutto una volta che avrebbe capito da chi provenisse la Colt. 
Abby aveva scritto due lunghe lettere per i suoi fratelli, che aveva già spedito senza farsi vedere dagli altri: Dan e Silver avrebbero dovuto sapere come proteggersi dall'imminente apocalisse che sarebbe piombata nel mondi se loro non ce l'avessero fatta e meritavano una spiegazione, nel caso lei fosse morta. 
Se ne stava in cucina ad osservare la sua famiglia di cacciatori bere birra e super alcolici, e sentí Jo ed Ellen ridere dopo aver fatto bere un'enorme quantità di Whisky a Castiel, che però sembrò non essere neanche brillo. Un sorriso amaro le increspò le labbra: non avrebbe rimpianto nulla della sua vita se fosse morta il giorno dopo.
Nulla.
Eccetto una sola cosa, un atto di codardia che le pulsava nel petto e che avrebbe tanto voluto esternare ad una persona in particolare. 
Sospirò e si diresse fuori dalla porta di servizio della cucina in silenzio per non disturbare nessuno, e fece qualche passo ritrovandosi nell'esatto punto in cui Sam l'avesse catturata qualche mese prima. Non ce l'aveva mai avuta con lui, sapeva che quello che l'avesse colpita non fosse davvero Sam, ma che avesse agito così unicamente per via del sangue demoniaco con cui Ruby l'avesse drogato. 
Si appoggiò al cofano dell'Impala e vi salí con le natiche, appoggiando i piedi sulla ruota mentre prendeva un altro sorso di birra, guardando il cielo stellato e pensando alla conversazione che avesse avuto qualche ora prima con Castiel. Si era avvicinata timidamente a lui, mordendosi il labbro e guardando con aria nervosa, perché aveva una cosa davvero importante, almeno per lei. 
"Non ci girerò attorno, quindi andrò dritta al punto: cosa sai di Anael?". 
Lo aveva visto aggrottare le sopracciglia e distogliere lo sguardo per qualche istante per chissà quale strano motivo, ma poi le aveva sorriso ed aveva annuito: le parlò di lei, spendendo delle parole davvero belle sulla sorella che non conoscesse direttamente ma di cui aveva sempre sentito parlare. 
Era l'angelo che vegliava su suo padre e a cui aveva fornito numerose informazioni su chi fosse davvero Abby e su come fermare il suo sangue demoniaco. 
Castiel inoltre si era complimentato con Abby, perché era fiero del fatto che lei non avesse mai ceduto al richiamo del male, segno che la sua elevata spiritualità avesse dato degli esiti positivi. 
Ma Abby parve non apprezzare, perché nonostante le numerose persone che avesse salvato e il male che avesse fermato nell'arco della sua giovane vita, si sentiva ancora molto in colpa per ciò che avesse fatto quando portava il nome di Syria e avrebbe fatto di tutto per rimediare. 
"Puoi aiutarmi a tradurre il libro?" gli aveva chiesto, prendendolo dalla scrivania di Bobby e porgendoglielo. "Sempre se riusciremo a sopravvivere a domani". 
Castiel aggrottò le sopracciglia e la guardò con una strana espressione, come se capisse ciò che ci fosse scritto ma fosse molto riluttante a rivelarle la verità. Si era limitato ad annuire ed a richiudere il libro sulla scrivania, andando via con aria ancora titubante e lasciandola da sola dichiarando chiusa la conversazione. 
Sospirò e prese un'altra boccata di birra, distendendosi sul cofano e guardando quell'ammasso di pianeti e stelli che brillavano nel buio della notte. 
"È la nostra ultima notte sulla terra!" aveva sentito dire a qualcuno dei cacciatori, mentre si trovava ancora nella cucina ed Abby sapeva che se fosse morta, avrebbe portato con lei un grosso rimpianto. 
Ma non aveva tempo per risolvere la sua questione in sospeso e forse neanche voglia: sapeva che quella stronzata sul perdono che Dean avesse propinato a suo fratello non la riguardasse, nonostante al suo risveglio quella mattina avesse trovato il suo cibo preferito del Wisconsin che solamente Dean avrebbe potuto guidare per tutta la notte pur di raggiungerla solamente per portargliele. 
Continuava a vedere quello scudo che Dean indossasse ogni volta che la guardasse o le parlasse, e sapeva bene perché: lo aveva troppo ferito e lui aveva smesso di provare per lei ciò che provasse prima di finire all'inferno, sopprimendo i suoi sentimenti. 
Ma Abby no, lei li sentiva ancora pulsare dentro di sé ed era proprio questo il rimpianto che si sarebbe portato nella tomba; bevve un altro sorso di birra e poi la lasciò scivolare a terra ormai vuota, mettendo un braccio dietro la testa per stare comoda.
Se non altro avrebbe rivisto suo padre, se l'indomani fosse morta. 
"Che fai qui tutta sola? E sulla mia macchina?". 
Abby si sollevò di scatto e sgranò gli occhi, sorridendo imbarazzata perché Dean la colse proprio sul fatto, e si mise seduta mentre lo guardava con aria divertita. "Mi hai beccata..". 
Dean si avvicinò in silenzio, sostenendo il suo sguardo con un piccolo sorriso sul viso, appoggiandosi con la schiena alla fiancata della sua auto, avvicinandosi a lei. "Allora, perché sei uscita? Pensavo che volessi passare gli ultimi momenti insieme agli altri".
Abby sospirò e si morse il labbro, voltandosi verso il ragazzo con sorriso più spento rispetto a prima e fece spallucce. "Volevo stare qui: guardare il cielo, bere qualche birra in pace".
Dean guardò il suo viso in silenzio ed ascoltò le sue parole per poi annuire brevemente e distogliere lo sguardo. Si era accorto subito della sua assenza dentro casa e l'aveva vista salire sul cofano della sua auto dalla finestra della cucina, osservandola guardare il cielo mentre un forte senso di malinconia gli invase il cuore. 
Era uscito silenziosamente mentre la osservava sdraiata completamente sul cofano ed aveva iniziato a chiedersi cosa sarebbe successo se l'indomani fossero morti: Dean non aveva alcuna paura o alcuna questione irrisolta, tranne che con Abby. 
Di certo la ragazza non avrebbe potuto sapere che aveva guidato tutta la notte per raggiungerla non solo per portarle delle stupide ciambelle: aveva corso così tanto per vederla e probabilmente manifestarle ciò che non avesse avuto il tempo di manifestare come invece fosse riuscito a fare con il fratello. 
Tornò a guardarla e sentí il cuore battere forte nel petto ed osservò la sua mascella contratta ed il modo in cui si torturasse le mani per il nervosismo, come se stesse pensando anche lei a qualcosa di importante e difficile da dire. Così Dean si fece coraggio, si schiarí la gola ed iniziò a parlarle guardandola dritta negli occhi. 
"Senti Abby, devo dirti una cosa. In realtà sono tornato da Bobby ieri proprio per questo: volevo parlarti senza fretta ma adesso non so neanche se domani sera saremo vivi e non voglio morire con questo peso dentro. Quindi Abby voglio che tu sappia che..". 
"Io ti amo..".
Tre semplici parole uscirono dalla bocca di Abby, che sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca, sorpresa quanto lui di aver interrotto il suo discorso proprio con quella rivelazione. La ragazza rise di gusto probabilmente per il nervosismo e lo guardò con lo sguardo più sereno che potesse avere, e sospirò velocemente. "Dio, ho impiegato così tanto tempo per dirtelo, ma ci sono finalmente riuscita: ti amo. Ho provato a chiudere questo sentimento dentro di me per tutto questo tempo perché mi faceva sentire vulnerabile e fragile, l'ho represso perché avevo paura di perderti, e poi ti ho perso e ha fatto un male cane perché non ero riuscita a dirtelo. E poi sei tornato dall'inferno e continuavo a sentirlo, lo sentivo così tanto che il cuore mi è quasi esploso quando ti ho visto al motel, ma neanche in quel momento sono riuscita a dirtelo. Non potevo. Ma questo amore era sempre qui, dentro di me e non c'è niente che io possa fare per smettere di amarti. E lo so che sei arrabbiato e che probabilmente non lo supererai mai, ma domani potremmo non esserci e volevo solamente che tu sapessi che sei l'unica persona che io abbia mai amato in modo così incondizionato. Sono totalmente e assolutamente ancora innamorata di te, Dean".
Dean rimase a guardarla con la bocca dischiusa, l'espressione frastornata dal fiume in piena delle sue parole e dalla sua voce incrinata dall'emozione ma felice, e la osservò scendere dall'auto mentre gli sorrideva e faceva un grosso respiro profondo. "Wow, mi sento così leggera ad avertelo detto e sono così felice che potrei continuare a parlare per ore!". 
Il ragazzo curvò le labbra in un sorriso e la guardò così raggiante dalle felicità, così particolarmente entusiasta di ciò che gli avesse appena rivelato: Dean sapeva quanto fosse difficile per lei esternare i suoi sentimenti, un po com'era sempre stato anche per lui, e si morse il labbro con nervosismo mentre la vedeva muoversi sul posto con aria più serena. Rise di gusto e scosse la testa, perché se l'era immaginato in modo molto diverso, ma Abby riusciva sempre a sorprenderlo. 
"Io beh.. Ero venuto a dirti che.. Non ce l'ho mai avuta con te o con Sam. Io ero morto e non è stata colpa vostra".
Abby lo ascoltò parlare ed annuí, accennando un sorriso e infilando le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans neri attillati, guardandolo con aria un po più seria. Sapeva quanto gli fosse costato uscire fuori e pronunciare quelle parole, e fu così felice di sapere che lui l'avesse alla fine perdonata. "Grazie Dean. Sono davvero contenta". 
I loro sguardi si incastrarono in quel modo unico in cui solamente loro due sapevano fare e divenne molto difficile mandare giù quel forte nodo che si fosse stabilizzato in gola ad entrambi; Abby sentí il cuore battere fin troppo forte nel petto e sorrise imbarazzata, mordendosi la lingua e voltandosi brevemente verso la casa da cui riusciva ancora a sentire le risate della sua famiglia. "Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto, dovremmo rientrare". 
Dean fece un passo avanti come una molla e la guardò negli occhi perché non aveva finito di esprimere ciò che realmente sentisse, e aveva paura che quel momento solamente loro potesse finire troppo presto: sentiva ancora quel sentimento nel suo petto anche lui, il cuore che batteva forte ed il respiro che divenne sempre più irregolare. "Aspetta!". 
Le afferrò il polso sinistro per impedirle di allontanarsi e vide il suo sguardo un po deluso e un po impaurito per ciò che stesse facendo, ma Abby non si mosse: guardò prima la sua mano serrata attorno al suo piccolo polso e poi i suoi grandi occhi verdi che anche nel buio della notte risplendevano. 
Rimase sorpresa quando non vi trovò alcuna barriera, alcuno scudo tirato su e frapposto fra di loro per difendersi, e dopo tanto tempo Dean le permise di vedere cosa stese davvero pensando e cosa ci fosse dentro di lui. 
"Aspetta Abby, io non ho finito di dirti.." sussurrò Dean a tono più basso, facendo un passo avanti con lo sguardo fisso sul pavimento terroso. La ragazza ebbe la sensazione di averlo visto tremare appena e fu sicura che non fosse per la brezza della sera. 
Abby aggrottò le sopracciglia e guardò il suo viso appena barbuto accigliato: lo vide chiudere gli occhi e stringerli forte perché probabilmente doveva esserci una grande guerra dentro di sé, nonostante non capisse perché. Avrebbe voluto chiedergli cosa ci fosse che non andasse, ma restò in silenzio e gli diede il suo tempo, fin quando lo vide alzare il viso e guardarla finalmente negli occhi: lo sguardo sereno e libero, era tornato a guardarla nello stesso modo con cui facesse molto tempo prima con le labbra piegate in un sorriso. 
Dean le afferrò anche l'altra mano e l'avvicinò ancora di più a sé, fino ad arrivare a poche spanne dal suo viso, e la guardò molto intensamente mentre il cuore continuò a battergli molto forte nel petto. 
"Quello che voglio che tu sappia veramente è che non è cambiato niente per me, ragazzina.." sussurrò il ragazzo sorridendo ed annuendo, osservando i suoi occhi azzurri così confusi e sorpresi, che gli fece tenerezza ancora più del solito. "Come hai potuto pensare che io non ti amassi più? Io.. Io ti amo, Abby. Ti amo nello stesso modo in cui.. In cui ti ho sempre amata. Sin dal primo pugno che mi hai dato fuori dalla Road House quando hai pensato che stessi rubando dalla tua auto, io.. ti amo". 
Abby dischiuse le labbra e lo guardò con aria seria, perché le sue parole la sorpresero non poco: era passato più di un anno da quando Dean fosse tornato dall'inferno, più di un anno da quando avessero smesso di stare insieme. E ormai si era convinta che non ci fosse alcun modo per tornare a stare insieme, alcun modo per tornare ad avere quel rapporto che avevano prima. Pensava si fosse distrutto completamente e si era rassegnata. 
Ma adesso che lo guardava negli occhi sinceri e limpidi, più leggeri come i suoi per essersi finalmente chiariti ed essersi detti finalmente la verità guardandosi negli occhi, non riuscì a credere che potesse essere vero. 
Annullò la distanza fra di loro e gli gettò le braccia al collo, sollevandosi sulle punte per raggiungere le sue labbra e fece collimare le loro labbra. Lo baciò con calma e dolcezza, come se potessero avere tutta una vita intera davanti, e sentí le sue braccia possenti stringerle la schiena ed i fianchi, sollevandola di peso per sentirla più vicina. 
La spostò contro la fiancata della sua auto e continuò a baciarla con dolcezza, ma ben presto quel bacio si trasformò in qualcosa di più passionale e intimo; si staccarono per riprendere aria e si guardarono negli occhi con respiro affannoso, sorridendosi teneramente. 
Abby fece scivolare la mano dietro di sé, toccando la fiancata dell'Impala fino a raggiungere la maniglia, e Dean le sorrise audacemente: l'agganciò di nuovo dai fianchi e aprí lo sportello velocemente, facendola entrare per prima per più raggiungerla e chiudere la portiera dietro di sé, prima di cercare nuovamente le sue labbra. 
Dean aveva sentito la sua mancanza senza ombra di dubbio e adesso che era nuovamente e finalmente sua, non avrebbe permesso più a niente e nessuno di portargliela via. 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer47