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Autore: sab2fab4you    16/11/2022    0 recensioni
Attenzione: questa non è la solita storia d'amore.
"Ginevra è stata una meteora che ha cambiato per sempre il corso delle nostre vite e sento che l’unico modo per non dimenticarla è raccontare la sua storia nel breve periodo che è stata con noi."
Una storia che va oltre l'amicizia e l'amore, che vuole esplorare le difficoltà e i tormenti dell'adolescenza, un'età così intensa ma allo stesso tempo effimera.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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PARTE I

I.
 
È chiaro che quando Diana Taylor, la figlia del sindaco della città ti invita alla festa di fine estate fai di tutto per andarci, soprattutto se lo fa di persona.
 
Questo era quello che pensava Logan, il quale era convinto che se avesse giocato bene le sue carte avrebbe potuto fare jackpot e infilarsi tra le mutande della capo cheerleader. Era abbastanza sicuro di aver interpretato bene i segnali che lei gli aveva mandato e con un’alta dose di sicurezza e fascino ora stava con un braccio poggiato al muro e un altro attorno alla sua vita. Di tanto in tanto si sporgeva per raggiungere il suo orecchio e sussurrarle una qualsiasi smanceria, tanto le ragazze credevano a qualsiasi stronzata che usciva dalla sua bocca.
 
La casa del sindaco Taylor era un vero e proprio pezzo di storia, una villa in stile coloniale che risaliva al 1830, dai tetti alti e le colonne imponenti, al momento occupata da una mandria di adolescenti il cui solo pensiero era bere, fumare erba e cercare di fare sesso.
 
Logan buttò un occhio in giro e tra la marea di persone scorse Blake, seduto su un divanetto in mezzo a due ragazze che pendevano dal suo sorriso sghembo. Era naturale sentirsi attratti da lui, era simpatico e aveva un modo di fare che ti conquistava a prima vista. Logan non sapeva se fosse per il suo aspetto un po’ selvaggio o il perenne rossore sulle guance, ma Blake era quello che aveva successo con le ragazze senza neanche provarci.
 
Quello che però aveva perso di vista da quando erano arrivati alla festa era Andrew, ma Logan non si preoccupò più di tanto perché sapeva che probabilmente era seduto sulla spiaggia a fumare da solo.
 
Andrew quando si trovava in contesti dove c’era tanta gente spesso amava allontanarsi e diventare una macchia sullo sfondo. Questo perché fin da quando aveva memoria si era sentito uno spettatore della sua stessa vita, tutto intorno scorreva e l’unico modo per andare avanti era di accettare passivamente quello che accadeva.
 
Ma tutti e tre si conoscevano da una vita e nonostante fossero l’uno l’opposto dell’altro erano inseparabili.
 
Andrew decise di fumare un’altra sigaretta e mentre premeva sulla rotella dell’accendino per farla girare la sua attenzione venne catturata da qualcun altro. Vide da lontano una figura femminile alta dai lunghi capelli biondi, ci mise un’istante a capire che si trattava della misteriosa sconosciuta che avevano visto fuori casa sua. La sigaretta rimase spenta e Andrew si affrettò a seguirla quando capì che stava entrando in casa di Diana Taylor. Purtroppo, la perse di vista facilmente, la casa era troppo grande e c’erano troppe persone. Si fece largo fra la gente a gomitate e tra un’imprecazione e un’altra riuscì a scovare Blake, stravaccato su un divano con una ragazza seduta in braccio.
 
<< Andy! Finalmente hai deciso di socializzare >>. Scherzò il ragazzo.
 
<< Uhm… dov’è Logan? >>. Andrew ignorò il commento sarcastico e si guardò intorno alla ricerca dell’amico, individuandolo grazie alla maglietta che indossava. Numero diciassette stampato sulla schiena sotto la scritta a caratteri cubitali “KANG”, Logan andava così fiero di essere il quarterback della scuola che ci teneva a farlo sapere a tutti.
 
<< Avvinghiato alla Taylor, come puoi vedere >>.
 
<< Dai andiamo, vi devo dire una cosa importante >>.
 
Tirò con forza il braccio di Blake sotto protesta di lui e della ragazza seduta sulle sue gambe ma Andrew sapeva che quello che gli stava per dire avrebbe fatto sparire qualsiasi traccia di rabbia. Fece lo stesso con Logan, anche se con un po’ più di fatica vista la sua stazza ma riuscì comunque a trascinare entrambi in un angolino dell’enorme salotto.
 
<< Ma che cazzo fai? >>. Logan si scrollò le mani di dosso seccamente, avanzando in modo brusco verso Andrew.
 
<< Sarà meglio per te che ci sia una buona- >>.
 
<< L’ho vista, è qui >>.
 
I due ragazzi si ammutolirono all’istante perché sapevano esattamente di chi stesse parlando. Da quella mattina di luglio non l’avevano più incontrata e per qualche motivo non erano riusciti a smettere di pensare a lei. Logan aveva scherzato dicendo che forse erano troppo fatti in quel momento e di aver avuto un’allucinazione, Blake invece aveva ipotizzato che fosse un fantasma.
 
<< Dov’è? >>. Domandò curioso Logan, con un tono che non aveva niente a che fare con quello usato prima.
 
<< Stavo sulla spiaggia e l’ho vista entrare in casa, deve essere in giro da qualche parte >>. Andrew non sapeva spiegarsi il perché, ma aveva il cuore che batteva più veloce del solito.
 
<< Quindi non è un fantasma, è reale >> constatò Blake.
 
<< Sei riuscito a vederla in faccia? >>.
 
<< No, era di spalle … >> la voce di Andrew gli morì in gola.
 
Entrambi i ragazzi seguirono la traiettoria del suo sguardo per poi immobilizzarsi sul posto. La ragazza era dall’altro lato della stanza, con un bicchiere rosso in mano e fu questione di secondi prima di rendersi conto di essere osservata. Li guardò negli occhi uno alla volta per poi girarsi e dargli le spalle.
 
<< Mi ha guardato >>. Esordì Logan estasiato.
 
<< Ha guardato tutti noi >>. Precisò Blake con il solito sorriso che in realtà nascondeva una punta di fastidio.
 
<< Sta-sta venendo verso di noi >>. L’ultima cosa che Andrew voleva era balbettare davanti alla sconosciuta e pregò internamente di riuscire a ricordare come si formulavano le frasi in modo corretto.
 
La ragazza indossava un semplice prendisole a stampa floreale dalle maniche a sbuffo e Logan non poté non notare come la gonna svolazzava ogni volta che avanzava. Quando finalmente fu di fronte a loro tutti e tre dimenticarono come si respirava, erano ipnotizzati. I boccoli biondi scendevano morbidi sulle spalle facendo da cornice a un viso che Andrew pensò appartenere a un’epoca lontana, sembrava uscita da un romanzo di Jane Austen. Aveva dei lineamenti eleganti e dolci, unici nel loro genere.
 
<< Ciao >>.
 
<< Ehi >>. Andrew si sorprese quando sentì la propria voce.
 
<< Mi ricordo di voi >>.
 
<< Tu ti ricordi di …noi? >>. Intervenne Blake, il quale era riuscito a scollare la lingua dal palato.
 
<< Certo, siete quelli che sono caduti dall’amaca quella mattina. È stato molto divertente >>. La sconosciuta fece poi un sorso dal bicchiere, seguito da una piccola smorfia. << Questa vodka fa schifo >>.
 
Era stranamente amichevole ed estroversa, ciò aveva fatto calare il velo di mistero che si era creato attorno a lei.
 
Logan ridacchiò nel tentativo di ricomporsi. << Beh, siamo caduti perché eravamo sorpresi di vederti lì. Scommetto che sei nuova in città, una come te non passa di certo inosservata >>. E in un batter d’occhio il ragazzo aveva iniziato a dominare la scena, mettendo in atto la solita sceneggiata da dongiovanni.
 
<< Non hai idea di quante cose passino inosservate >>. Incrociò le braccia sotto al seno per poi sorridere. << Comunque, io sono Ginevra e sì, mi sono trasferita da poco vicino alla palude >>.
 
<< Io sono Blake, lui è Logan e questo è Andrew >>. Il ragazzo si intromise cercando di spostare l’attenzione su tutti i presenti. << Sei all’ultimo anno? >>.
 
<< Mh-mh, anche voi? >>.
 
<< Sì, ci incontreremo spesso allora >>.
 
Andrew, silenzioso come la notte si limitò ad ascoltare la conversazione, chiedendosi come fosse possibile che Logan dicesse certe cose senza imbarazzarsi. Almeno si faceva notare, questo era certo. Si ritrovò sorpreso quando scoprì che Ginevra lo stava fissando.
 
<< E tu invece non hai niente da dire? >>. Una domanda che aveva tutto il tono d’essere piuttosto un rimprovero.
 
<< Non questa volta >>. Rispose timidamente Andrew.
 
<< Mh, bugiardo >>. Ginevra guardò per l’ultima volta il bicchiere vuoto per poi gettarlo a terra. << Dai, andiamo >>.
 
I tre si guardarono stupiti, non capendo se fosse seria oppure se stesse parlando proprio con loro.
 
<< Questa festa è una noia, andiamo via >>.

 
   
 
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