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Autore: Zero    24/05/2005    5 recensioni
E se da quel sogno non dovessi svegliarti mai?
Genere: Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu predetto prima del giorno in cui vedesti la luce…

Fu predetto prima del giorno in cui  vedesti la luce…

Spada di Damocle che pendeva sulla tua culla, il sinistro presagio era sussurrato nei canti delle strade, era il bisbiglio degli angoli più bui.

L’orrore di chi ti ama era stato l’inchiostro che aveva scritto il verdetto.

Invano avevano provato a scacciare i fantasmi che li assalivano. Lotta disperata era quella. Essi infatti sono i fedeli compagni di solitudine e tristezza. Finita la festa, essi già strisciano tra i bicchieri sporchi e le ostriche vuote, e silenziosi, si insinuano nei sogni dei convitati.

Ed essi diventano pesanti come pece, e neri come sassi.

Oh, invano tenterai di scacciarli, quando essi ti assaliranno. Quando finirà la tua infanzia, inizierai a sentire il soffio profondo che ti precede. Imparerai a riconoscere l’ombra di terrore che abita gli occhi di tutti coloro che guarderai.

E inizierai allora a vedere la tua condanna: una condanna fatta di parole non dette e di verdetti forse non ancora pronunciati. Ma man mano prenderanno forma, corpo: e allora sarà come l’incubo senza risveglio. Non ci saranno appigli nell’infinito sprofondare. Più ti adopererai, più le rocce cederanno sotto le tue braccia che arrancano.

Ti ostinerai a non vedere, a mentire alla tua anima. Cos’è successo infondo – ti dirai?

Non è forse successo niente? E perché preoccuparsi per niente? Crederai forse di riuscire a sconfiggere quest’angoscia, vedendo che, portandola alla luce, essa si rivelerà per quello che è: assolutamente niente.

Ma il niente, al digradare del sole e al tacere della vita chiassosa, si spanderà come la tenebra, inghiottirà le tue parole baldanzose ancora prima che nascano.

E allora, sarai tu, solo di fronte all’abisso. E tutto ti sembrerà infine chiaro. Non avevi forse sempre saputo? Non ti era stato chiaro fin dall’inizio quale sarebbe stato il tuo destino?

Perché a me –dici? Perché devo essere incatenato al passato- chiederai?

E lo urlerai al Niente. Lo urlerai con tutta la tua forza, con tutta la rabbia che ha sempre imprigionato.

Ma il Niente sfugge. Il Niente, appena lo afferri, ti accorgi… che non era niente. Nient’altro che niente.

Ma non lo è forse sempre stato? Non è stato solo uno spaventoso incubo.

Ma ora ti sei risvegliato. Ti sei risvegliato e le ombre della notte già svaniscono nel ricordo.

Ma non moriranno. Non moriranno mai.

Ogni notte… in ogni sogno tu le vedrai, e ti riassaliranno, ti avvolgeranno nel loro viluppo. E di nuovo cercherai di dimenarti, e di scacciarle, e di urlare. E un giorno non riuscirai più ad urlare. Aprirai bocca, ma suono non uscirà. E vorrai uscire. Vorrai che quel sogno finisca. Vorrai andartene da quell’inferno, liberarti dalle alghe bituminose che ti assaliranno.

E non potrai.

Il sogno peggiore sarà quello da cui non potrai svegliarti mai.

  
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