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Autore: Edoardo DV 2000    18/11/2022    1 recensioni
Agapao e fileo, agape e filia. Due verbi che indicano l'amore nel momento più bello della vita di James Potter e Lily Evans
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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AGAPAO E FILEO
 
Manca poco. Cavolo la sto per sposare davvero. Sembra solo ieri che mi urlava in faccia perché disperata dai miei costanti tentativi di uscirci insieme.
Ora sono qua davanti allo specchio, vestito con uno smoking nero, con un piccolo fiore nell’occhiello della giacca, capelli scompigliati come sempre e occhi pieni di commozione. Basterebbe poco per farmi scoppiare in lacrime di gioia.
Mancava davvero sempre di meno e ormai avevo già contato quanto era grande la stanza: 13 passi in orizzontale e 19 in verticale. Se sto qua ancora un po’ mi metto a contare le piastrelle sotto i piedi.
Sento un bussare alla porta, lieve quasi timido.

“Avanti” dico cercando di sembrare il più calmo possibile.
Entra mia mamma, un vestito blu bellissimo che risalta i suoi occhi profondi blu. È bellissima, come sempre. Si avvicina dolcemente e mi accarezza il viso.

“James… sei bellissimo… la fotocopia di tuo padre nel giorno del nostro matrimonio. Se fosse qui sarebbe orgoglioso di te. Anzi che dico, ti sta guardando dall’alto e sicuramente è fiero di quello che se diventato. È i giorno più bella della tua vita, goditelo più che puoi, assapora le sensazioni che vivi. Sei diventato un uomo ormai, ma per me rimarrai sempre il mio bambino”.

Vedo negli occhi di lei delle lacrime che minacciano di solcarle il viso. Non so che dire, quindi faccio la cosa più normale che mi viene in mente. La abbraccio. Stiamo attaccati per un periodo che mi sembra infinito, ma che non è mai abbastanza. Dopo la morte di mio padre è diventata la mia roccia, il mio punto di contatto con l’amore più puro che una persona può sperimentare.

“Ci sono i tuoi amici fuori, li faccio entrare?”. È lei a rompere quel momento. Annuisco e basta.
Dalla porta entrano i miei migliori amici, i miei compagni di vita. Remus, Sirius e Peter si avvicinano con tre sorrisi a trentadue denti.

“Chi l’avrebbe mai detto eh Ramoso? L’arrogante Potter che sposa la secchiona Evans”. Felpato come sempre cerca di sdrammatizzare un po’, dandomi una pacca sulle spalle.
“Se me lo avessero detto un paio di anni fa non ci avrei creduto neanch’io” ride anche Lunastorta avvicinandosi. Codaliscia si limita ad annuire felice. È sempre stato il più timido dei quattro.
Anch’io rido, felice di averli al mio fianco. Alla fine rompo anch’io il silenzio.
“Grazie che siete qua con me ragazzi. Ora che siamo solo noi, più o meno calmi, volevo dirvi una cosa, perché poi ci sarà sicuramente una baraonda”. Li guardo negli occhi, quegli sguardi che mi sono stati vicini negli anni di scuola e di amicizia. Tutti e tre sono attenti, cercando di capire che cosa avrei voluto dirgli. Prendo coraggio, prendo fiato e inizio.

“Una delle cose che mi ha insegnato Lily è stato un po’ di greco. In questa lingua, più difficile di Antiche Rune ma fa niente, ci sono tanti modi di dire “amare”. Due di queste sono: agapao (o anche agape) e fileo (o anche filia). L’amore fileo, di filia è l’amore di amicizia, quella vera. Quella dove non ci sono differenze, dove c’è un dono totale di sé, dove ci si accetta per come si è, nelle difficoltà e nelle gioie. È l’amore fondante di un gruppo di amici, dove se uno sta male, stanno male gli altri, se uno è felice tutti si rallegrano. Ci siamo sempre sostenuti, nelle stronzate e nei momenti seri, nelle nostre avventure e nelle nostre scoperte. Siamo stati vicini a Remus quando abbiamo scoperto il suo piccolo problema peloso, siamo stati vicini a Sirius quando è stato cacciato da casa, siamo stati vicini a Peter nelle difficoltà della scuola, siete stati vicini a me quando è morto mio padre e quando mi sono messo insieme con Lily. Ma questo lo abbiamo fatto perché eravamo insieme. E ora, insieme, sono contento che siate qui a condividere con me il momento più importante della mia vita”.
Guardo i miei fratelli. Sono tutti e tre con le lacrime agli occhi. Manca poco per piangere tutti insieme.
Ci stringiamo poi in un grande abbraccio di gruppo, uno di quelli che toglie il fiato, uno di quelli pieni di amore.

“Andiamo James, è ora”. Remus, da bravo papà, riporta tutti alla realtà.
Ci dirigiamo tutti e quattro in chiesa, uno accanto all’altro, come una famiglia.
Ci mettiamo davanti all’altare, io in mezzo e loro tre al mio fianco.

Poi ci fu la luce. La luce della mia vita. In fondo alla chiesa, sul portone, si staglia una figura alta, con la barba argentea, capelli bianchi lunghi, stratta in una tonaca viola sobria. Silente ha a braccetto la luce del mio essere: la mia rossa. Avvolta in un vestito bianco panna, sobrio, elegante, senza troppi fronzoli. Essenziale. Come lei. I capelli rossi in risalto, sciolti sulle spalle, sembrano ancora più luminosi degli altri giorni, gli occhi verdi con pochissimo trucco intorno sembrano più vividi che mai. A passi lenti si avviano lungo la navata, con calma, assaporando ogni momento.
“Pss, Jamie” la voce di Sirius mi fa scendere per un momento dal paradiso dove stava vagando la mia mente.
Mi giro verso mio fratello che continua.
“Non ci hai detto il significato dell’altro verbo, agapao mi pare”.

Io sorrido volgendo lo sguardo sul mio amore.
“Lei Sis, lei è agape”.
   
 
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